Sabato, 01 Febbraio 2025 07:21

Il 50° di Radio Parma, Video Conversazioni Coi Pionieri: Tullio Morganti In evidenza

Scritto da Gabriele Majo

Video

2_majo-mixer-davoli-radio-emilia.jpeg(Gmajo) – Pochi giorni fa, per la nostra galleria di pionieri coi quali conversare nel ricordo di Radio Parma, in occasione del 50° anniversario della prima emittente libera italiana, avevamo incontrato Emanuela Merlo, che avrebbe presto salutato la compagnia dopo aver vinto un concorso in RAI, diventando annunciatrice del Gazzettino dell’Emilia Romagna (e poi regista radio e tv): raccontando la sua storia, era riemerso dalla nebbia della memoria, il nome di un’altra pietra miliare di quel meraviglioso indimenticabile periodo, quello di Tullio Morganti.

 

1_V_Tullio_Morganti.jpeg1 Video https://youtu.be/FXzBjXc_3Ew

Dopo qualche ricerca, siamo riusciti a rintracciarlo, ed è stato davvero emozionante ritrovarsi, dopo mezzo secolo, sia pure solo a distanza, sfruttando un collegamento Zoom (grazie all’assistenza tecnica di sua moglie, Dragana Broz, jugoslava, come ci tiene a precisare), ed accorgersi che è come il tempo si fosse fermato per quel che è stato il nostro rapporto, anche se nel frattempo è passata una vita. Una vita, per quanto riguarda Tullio, anche piuttosto movimentata, dal momento che, terminata l’esperienza di Radio Parma, ha intrapreso una carriera diplomatica, che lo avrebbe portato nei più tormentati territori di guerra per organizzare, alla fine dei conflitti, delle forme di governo, al servizio di importanti organizzazione internazionali (Unicef, Commissione Europea, Banca Mondiale, etc). Nello scorrere il suo CV si legge, infatti, un elenco di paesi che, solo a menzionarli, fanno capire come abbia vissuto pericolosamente (“magari con qualche militare ubriaco che ti punta contro un kalashnikov sotto il naso o il sibilare delle bombe e dei mortai sopra la testa”): Congo, Estonia, Macedonia, Guinea Bissau, Kosovo, Libano, Liberia, Mauritius, Marocco, Palestina, Russia, Serbia, Slovenia, Svizzera, Usa, Zimbawe. Ora, come Cincinnato si è ritirato in campagna, a Sutri, ove, in santa pace, può riposarsi…

Ed è proprio lì che lo abbiamo ritrovato, per intercessione dell’omonimo cugino, Tullio Morganti come lui, che su google è piuttosto popolare avendo vinto, quale tecnico del suono cinematografico, tre David di Donatello per il miglior suono (Sud, Nirvana Ovosodo). E’ stato infatti lui a girargli il mio numero, dopo che lo avevo contattato, pensando – visti i trascorsi radiofonici che avevo letto in bio, anche se mancava Radio Parma – che potesse essere il Tullio Morganti che avevo conosciuto 50 anni prima. Una volta acclarata la stretta parentela tra i due, è stata la volta della nostra personale carrambata.

A Sutri e nelle vicinanze c’è un nutrito gruppo di amanti della musica jazz, tra cui uno di rilievo, Gegè Telesforo): non è un caso che Tullio Morganti abbia scelto di abitare proprio qui, visto che il jazz ha sempre accompagnato tutti i momenti della sua vita, anche nelle zone di guerre. Pur senza aver frequentato il Conservatorio, da autodidatta ha imparato a suonare e possiede tanti strumenti quasi come un’orchestra, tra cui ben tre sassofoni. Nei suoi viaggi all’estero ha potuto appurare di persona come sia una vera e propria musica dell’anima.

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A Radio Parma, appunto curava una trasmissione di musica jazz, in fascia vespertina (“quando c’era Giorgio Gaslini a Parma, andavo a intervistarlo”), oltre a leggere le notizie del giornale radio, scandite con voce stentorea. Come tanti di noi è affezionato a Carlo Drapkind, il direttore, che lo mandò subito in onda, pochi minuti dopo aver varcato la sede di Via Felice Cavallotti. “Doveva essere la mattina del 5 o 6 gennaio del ’75, incontro un mio amico in Via Cavour che mi dice: se non hai niente da fare adesso, vai in via Felice Cavallotti 6, suona e chiedi di un certo Carlo Drapkind. Io arrivo, ed entro in questo enorme stanzone in cui, in fondo, c’era una scrivania con un signore piuttosto corpulento, appunto Drapkind. Più o meno davanti a lui c’era un’altra scrivania con un ragazzo con un microfono davanti: Mauro Coruzzi. Drapkind mi manda da lui, dicendomi di prepararmi, perché dopo mezz’ora avremmo letto il notiziario insieme. Quello è stato il primo, ma poi per giorni e mesi il rito si sarebbe ripetuto, oltre che con Mauro anche con Franca Merli ed Anna Maria Bianchi. Io ho iniziato in questa maniera, dopo un po’ saremmo passati nella sede di Via Farnese e poi in Borgo Guasti Santa Cecilia”.

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“Drapkind mi è rimasto nella mente, nel cuore: pensa che avremmo dovuto incontrarci proprio il pomeriggio in cui è morto (5 marzo 2003): con mia moglie Dragana eravamo venuti apposta da Sarajevo, perché voleva vedermi. Una volta arrivato a Parma  l’ho chiamato, solo che lui era impegnato in una riunione fiume. Ti chiamo io più tardi, stasera, mi dice. Ma poi quella chiamata non sarebbe più arrivata… Per noi per me Carlo resta uno dei punti fermi della mia vita, sia come persona umana, che come professionista”.

La mia citazione a Manù Merlo, all’inizio di questo articolo, non è casuale: “Lei – ricorda Tullio Morganti – andò a fare il concorso alla Rai di Bologna, al quale avevano invitato pure me. Io, però, non ci sono andato perché non vado mai ai concorsi, non ci credo, e poi volevo continuare i miei studi in giro per quello che sarebbe diventato il mio lavoro. Però sono convinto che se avessi partecipato ci avrebbero presi tutti e 2, perché lei ha vinto, ma avremmo vinto in due, perché eravamo abbastanza forti all’epoca…”

Tullio Morganti è uno dei più profondi conoscitori del contesto internazionale (“e sono pure un po’ Cassandro, nel senso che indovino con un certo anticipo quel che poi succede. Per esempio nel suo discorso d’insediamento Trump ha ripetuto la stessa ricetta che io avevo detto 7-8 anni fa…”): e così, durante il nostro lungo colloquio, andando un po’ fuori tema, ne ho approfittato per chiedergli se ci sia da preoccuparsi: “Assolutamente no: va tutto benissimo, secondo gli schermi storici e politici dell’Europa degli ultimi 100 anni. Quando i russi hanno invaso l’Ucraina, avendo un bagaglio di conoscenza anche operativa, per lavorato per tre anni con l’Unione Sovietica, sapevo che non avrebbero avuto la capacità di vincere la guerra. Sono indietro tecnologicamente almeno di 20 anni…”.  Gabriele Majo

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2_majo_camicia.pngGabriele Majo

Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth" del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".

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