Affetta da una gravissima forma di leucemia Elisa muore a soli 5 anni il 9 aprile del 2020 all’ospedale Bambin Gesù di Roma, dopo quasi tre anni di ospedalizzazione continua, ma il suo destino orrendo, ha dato forza alla famiglia di ingaggiare una battaglia legale, soprattutto per conoscere la verità sulle sue ultime ore di vita.
Elisa già nel gennaio del 2018 aveva subito un trapianto di midollo osseo da un donatore esterno non consanguineo, e qui la bimba, ha una gravissima reazione da rigetto e la ricomparsa della malattia, con progressiva perdita di attecchimento delle cellule del donatore.
La neoplasia di Elisa, ad onor di cronaca, era di un tipo davvero aggressivo, ma la piccola guerriera lottava ogni giorno attaccata alla vita.
Visto l’esito fallimentare del primo trapianto “qualcuno” e questo ancora oggi non è stato chiarito, volle riprovare con un secondo trapianto, ma qui iniziano le stranezze, che oggi la magistratura vorrebbe archiviare.
Siamo di fonte a tre situazioni che andranno giudizialmente spiegate, una prima riguarda il fatto che mamma Sabrina non ha mai dato il suo consenso al secondo trapianto, una seconda riguarda il fatto che, per il secondo trapianto sono state usate le stesse cellule del donatore del 2018 che si erano verificate incompatibili e da ultimo la questione della dose di potassio molto alta che, con ogni probabilità, è stata la causa della morte della piccolina.
Abbiamo dialogato con la Dottoressa Barbara Balanzoni che si sta occupando del caso come perito di parte dei genitori e che ha depositato una lunga analisi sui parametri vitali della bambina, in opposizione all’archiviazione.
Dottoressa Balanzoni, toglie il fiato leggere nella sua perizia che: “il valore di 8 meq/litro di potassio è il valore oltre il quale si determina l’arresto cardiaco e nelle emogasanalisi di Elisa era stato registrato un valore letale di potassio (12 meq/L)”, ma come è possibile commettere un errore così enorme di infusione?
La procura avrebbe dovuto spiegarci come mai fosse presente un valore così aberrante visto che il consulente del PM aveva riportato il dato senza però commentarlo
Anche in questo caso c’è molta fretta di archiviare la verità, ma è un protocollo normale, ripetere un trapianto con le stesse cellule che due anni prima avevano fallito?
Migliaia di persone avevano donato il midollo per Elisa. Vorremmo essere certi che siano stati controllati i parametri di compatibilità. Io mi sarei opposta come la madre all’uso delle stesse cellule visto il rigetto e la sua estrema gravità
Come ha ricordato lei nella sua perizia, il papà di Elisa aveva lanciato tantissimi appelli per trovare un donatore compatibile, ma al Bambin Gesù di Roma insistono per un secondo trapianto con le vecchie cellule conservate, ma tutte quelle donazioni di midollo per Elisa, dove sono finite? Dove sono state eseguite e chi le custodisce? La magistratura ha fatto le indagini per ricostruire questo fatto?
Io ne so quanto lei e sono il consulente tecnico della famiglia. Il GIP Ci ha spiegato che Elisa è morta per la leucemia. Su quanto avevo sollevato in sede di opposizione non è stata detta mezza parola, come se la mia relazione non fosse mai esistita. Dai miei ricordi di procedura penale non dovrebbe funzionare così. Ad oggi non sappiamo nulla, come nulla si sapeva allora. A me non pare normale. E nemmeno umanamente accettabile, se posso spingermi in un giudizio fuori dall’ambito giuridico.