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L’episodio è avvenuto a Sassuolo, dove i Carabinieri sono intervenuti per una segnalazione di una giovane donna in lacrime, scalza e con in braccio un neonato, che ha riferito di essere stata malmenata dal fratello, un 32 enne di origine marocchina.

SASSUOLO (MO) –

Era fuggita di casa, scalza e con il figlio neonato in braccio, e si aggirava in strada spaventata, piangendo. Diverse segnalazioni hanno convinto i Carabinieri di Sassuolo a intervenire. Giunti sul posto, hanno trovato una 27 enne di origine marocchina e suo figlio, in preda alla disperazione. Una volta calmata e rassicurata, la ragazza ha riferito di essere stata presa a schiaffi dal fratello, che vive con lei, e di essere fuggita in strada con il figlioletto per sottrarsi alle violenze dell’uomo, che l’avrebbe anche inseguita.

I militari hanno così rintracciato l’uomo, un 32 enne in preda ai fumi dell’alcool che, anche di fronte alle Forze dell’Ordine, ha continuato imperterrito a insultare e minacciare la sorella, la quale, portata in caserma, ha riferito che non era la prima volta che il fratello la picchiava e la minacciava.

Il 32 enne marocchino è quindi stato denunciato in stato di libertà e, vista la tua attitudine violenta, nei suoi confronti è scattata anche l’adozione della misura di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare, immediatamente eseguita.

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Si è presentato sotto casa della ex ccompagna violando un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria “Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa” che aveva ricevuto di recente, armato di coltelIo. È successo poco dopo le 20:30 di ieri, quando una donna ha chiamato la Centrale Operativa del 112 chiedendo aiuto.

È successo ad Imola, dove i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile hanno arrestato un 31enne italiano per atti persecutori. Grazie all’arrivo tempestivo dei Carabinieri, è stato evitato che la situazione potesse degenerare, considerato che l’uomo, irascibile e desideroso di vendetta nei confronti della vittima che minacciava con frasi del tipo: “…prima o poi ti ammazzo a costo di farmi la galera…” era armato di un coltello a serramanico. Alla vista dell’arma, l’uomo è stato immobilizzato dai militari e accompagnato in caserma per ulteriori approfondimenti. Più tardi, su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna, il 31enne è stato tradotto in carcere.

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“La costituzione di parte civile già nella fase delle indagini preliminari consentirebbe alla Regione di esercitare immediatamente un ruolo attivo nel procedimento penale”.

La Regione incarichi il proprio Ufficio legale affinché, nel procedimento penale nei confronti degli indagati nell’inchiesta “Angeli e demoni” della Procura della Repubblica di Reggio Emilia, sia formalizzata la costituzione di parte civile dell’Ente regionale già nella fase delle indagini preliminari, al fine di esercitare ogni prerogativa riconosciuta dall’ordinamento giuridico in favore della parte offesa. Lo chiedono Michele Facci, primo firmatario, Fabio Callori e Giancarlo Tagliaferri (Fdi) in una risoluzione.

Il presidente della Regione – ricordano i proponenti – ha annunciato che la l’Amministrazione regionale provvederà a costituirsi parte civile nel procedimento penale. Secondo l’articolo 90 del Codice di procedura penale – scrivono i consiglieri nell’atto d’indirizzo – la persona offesa dal reato, oltre a esercitare i diritti e le facoltà ad essa espressamente riconosciuti dalla legge, in ogni stato e grado del procedimento può presentare memorie e, con esclusione del giudizio di cassazione, indicare elementi di prova. Inoltre, in sede di indagini preliminari, ha diritto di ricevere l’informazione di garanzia, proporre querela, nominare un difensore, richiedere al pubblico ministero di promuovere l’incidente probatorio e prendere visione dei relativi atti, assistere agli atti garantiti del pubblico ministero e ricevere l’avviso del loro deposito, disquisire sulla proroga del termine di durata delle indagini, intervenire in merito alla richiesta del pubblico ministero di archiviazione nonché richiedere al procuratore generale l’avocazione delle indagini.

Per questi motivi i tre esponenti di Fdi impegnano la Giunta “a non attendere il rinvio a giudizio delle persone sottoposte a indagine ma a intervenire affinché la Regione assuma un ruolo attivo fin dalla fase delle indagini preliminari”.

(Luca Govoni)

Il brutale omicidio ieri attorno alle 18. Un testimone ha visto entrare un uomo sulla trentina che urlando frasi incomprensibili si è scagliato contro la ragazza colpendola con sette coltellate. Per lei non c’è stato niente da fare. Secondo la madre della vittima l’assassino era un cliente del bar di famiglia.


di Manuela Fiorini Reggio Emilia 9 agosto 2019 -  Un brutale omicidio con ancora una volta vittima una donna, Hui Zhou, 24 anni, detta Stefania, di origine cinese, si è consumato ieri attorno alle 18 al Moulin Rouge di via XX settembre, locale di proprietà della famiglia della giovane dal 2008.


Davanti agli occhi attoniti di un cliente del bar, che al momento è l’unico testimone diretto del delitto, un uomo di circa trent’anni, di origine magrebina, è entrato nel locale brandendo un coltello da cucina con una lama di trenta centimetri. Poi, si è diretto con sicurezza dietro al bancone urlando frasi incomprensibili e con violenza e crudeltà inaudita ha infierito sulla ragazza colpendola con sei o sette fendenti che non le hanno lasciato scampo.


La giovane è crollata in un lago di sangue, e mentre il testimone, probabilmente temendo per la sua vita, è uscito dal bar, l’assassino è uscito con la stessa sicurezza con cui era entrato e, sporco di sangue, si è dato alla fuga in direzione Crostolo.
Mentre gli operatori del 118, intervenuti sul posto, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della giovane Hui Zhou, è scattata la caccia all’uomo, mentre il testimone si è subito messo a disposizione della Polizia per tentare di dare un’identità all’assassino.


Le videocamere di sorveglianza, infatti, hanno ripreso l’omicida, e alla testimonianza del cliente che si trovava nel bar al momento della ferale aggressione si aggiunge quello di Ling, madre della giovane uccisa, che ha parlato di un nordafricano cliente del locale, una persona che probabilmente la vittima conosceva. E proprio su questo si dovrà ricercare il movente del delitto.


Sul posto sono intervenuti il capo della Squadra Mobile Guglielmo Battisti insieme al questore vicario e al pm Marco Marano della Procura di Reggio Emilia, che sta coordinando le indagini della Polizia Scientifica per cercare tracce dell’assassino, ancora senza nome.


Il corpo della povera Zhou, invece, è stato portato all’Istituto di Medicina Legale di Modena per l’autopsia.

 

 

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Numerosi i controlli realizzati ieri a Carpi. Nell’ambito del Piano Provinciale di Controllo Integrato del Territorio, personale del Commissariato di P.S., in collaborazione con la locale Polizia Municipale, ha effettuato una mirata attività finalizzata alla prevenzione e al contrasto dei reati predatori, dell’immigrazione clandestina e dello spaccio di sostanza stupefacente. 

Complessivamente sono state identificate 52 persone, di cui 18 di nazionalità straniere e controllati 15 veicoli. 

Per monitorare il flusso veicolare in entrata e in uscita dalla città, sono stati predisposti posti di controllo lungo le principali arterie stradali. 

Nel corso dell’attività, sono state effettuate verifiche all’interno di quattro centri massaggio al fine di accertare le condizioni igieniche dei locali, i prodotti utilizzati e la regolarità dei contratti di lavoro del personale impiegato. 12 le persone identificate, di cui 7 cittadini stranieri, tutti regolari sul territorio nazionale. Sono in corso ulteriori e più approfonditi accertamenti anche da parte dell’AUSL.

Gli agenti hanno infine effettuato controlli a nove soggetti sottoposti a misure di prevenzione e sicurezza, alternative alla detenzione, e misure cautelari personali.

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In riferimento alle notizie apparse sui media relative a un paziente affetto da legionellosi ricoverato all’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, la direzione aziendale informa che i casi registrati nella nostra provincia nel 2019 sono stati complessivamente 30, con un aumento delle segnalazioni nel periodo estivo.

Questi dati sono in linea con la diffusione storica della malattia. A ogni segnalazione seguono indagini epidemiologiche e ambientali necessarie a monitorare l’andamento della situazione e individuare contesti di possibile comune esposizione sui quali richiedere interventi. 

La legionellosi è una malattia caratterizzata da una polmonite infettiva che, se non adeguatamente trattata, può evolvere in quadri clinici anche gravi.

Negli ultimi anni si è osservato un significativo aumento dei casi in Italia e in Emilia-Romagna. Anche nella nostra provincia, in linea con le altre della Regione, si è assistito soprattutto negli ultimi due anni a un aumento delle segnalazioni: sono stati registrati 55 casi nel 2017 e  61 casi nel 2018. La situazione è costantemente monitorata dall’Assessorato alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna.

Per tutti i pazienti sono state svolte le indagini previste dalle procedure senza che siano emerse situazioni di criticità locali. Dalle valutazioni svolte l’aumento è verosimilmente riconducibile a una combinazione di fattori: migliore capacità diagnostica data da una maggiore sensibilità dei clinici e un più frequente ricorso al test dedicato, aumento di persone con fattori di rischio, effettivo aumento della presenza nell’ambiente del batterio della Legionella.

CONSIGLI UTILI

Le strutture alberghiere, le strutture sanitarie e socioassistenziali sono tenute a seguire un’adeguata manutenzione degli impianti ed effettuare tutti gli interventi di autocontrollo  previste dalla normativa. Nelle abitazioni private è utile tenere alcune buone abitudini precauzionali, come far scorrere l’acqua molto calda dai rubinetti, poco o nulla utilizzati,  per alcuni minuti, mantenendosi distanti, prima di utilizzarla; rimuovere e pulire in modo accurato (con utilizzo di prodotto anticalcare) i frangi-getto (filtri di rubinetti e docce);  non riporre, ma lasciare pendente la doccia “a telefono” per evitare ristagni d’acqua; non utilizzare gli idromassaggi se non è applicato un corretto sistema di manutenzione.  


COS’È LA LEGIONELLA 

La legionellosi è l’infezione causata da un batterio chiamato legionella, e colpisce l’apparato respiratorio. La legionella è un microorganismo molto diffuso in natura, che si trova principalmente associato alla presenza di acqua (laghi e fiumi, sorgenti termali, falde acquifere e ambienti umidi in genere). La legionella non si trasmette da persona a persona, né attraverso l’ingestione di acqua. L’infezione avviene attraverso l’inalazione di acqua contaminata sotto forma di aerosol generato, ad esempio, da rubinetti, docce, impianti di condizionamento e idromassaggio. Le persone possono essere esposte a queste fonti in casa, nell’ambiente di lavoro o in qualsiasi luogo pubblico.

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Croce Rossa Italiana: nuova automedica acquistata grazie alle donazioni dei cittadini. Dopo oltre 4mila interventi effettuati a partire dal 2013 si era resa necessaria la sostituzione del vecchio mezzo di soccorso.

7 agosto 2019

E' già operativa e pronta ad intervenire la nuova automedica acquistata dal Comitato di San Secondo della Croce Rossa Italiana grazie alle donazioni dei cittadini, una sostituzione resasi necessaria a causa dell'usura: il mezzo di soccorso “andato in pensione” era infatti ormai giunto ai limiti dell'operosità, essendo stato impegnato, a partire dal 2013, in oltre 4mila interventi sul territorio di competenza ma anche in incidenti stradali avvenuti sulla via Emilia, sulle corsie dell'Autostrada del Sole e nelle zone del fiume Taro e del Pò. 

Del resto la CRI serve con il servizio di ambulanza i tre Comuni di San Secondo, Sissa-Trecasali e Roccabianca, mentre l’automedica copre un territorio più ampio che comprendere anche i Comuni di Polesine, Zibello, Fontanellato e Soragna. 

Nei giorni scorsi l'automedica è stata presentata ufficialmente nella sede della CRI dalla Presidente Ivana Colombari alla presenza dei rappresentanti delle amministrazioni comunali di San Secondo, Sissa-Trecasali e Roccabianca Parmense in un pomeriggio di festa cui hanno partecipato tanti bambini, un acquisto concretizzatosi grazie alla grande generosità dimostrata dai cittadini, che hanno contribuito con significative offerte e sottoscrizioni.

Il servizio prestato da questo mezzo di soccorso, sul quale viaggiano l’equipe di medici dell’azienda AUSL di Parma coordinata dal dott.Zurlini, è attivo dal lunedì al venerdì dalle 20 alle 8 e sabato e domenica H24. L’operato svolto è fondamentale per il territorio ed è reso possibile anche grazie all’impegno e all'altruismo dei volontari, 240 quelli presenti in sede, pronti ad intervenire 24 ore su 24. Inoltre è attivo un folto gruppo di giovani molto sensibili ai temi del sociale. Hanno di recente organizzato “Bassa summit camp” un campo nelle scuole di Trecasali, cui hanno partecipato ragazzi provenienti da tutta Italia. Inoltre hanno portato sul palco scenico dei teatri del territorio uno spettacolo contro la violenza sulle donne, a cui ha partecipato un folto pubblico.

Attualmente i mezzi a disposizione del Comitato di San Secondo Parmense della Croce Rossa Italiana sono cinque ambulanze, di cui tre adibite al servizio di emergenza urgenza, mentre le restanti due sono utilizzate per i servizi ordinari; vi sono inoltre due pulmini dotati di pedana per permettere l'accesso a persone non autosufficienti. La CRI possiede infine due tende pneumatiche utilizzate in caso di calamità per allestire un piccolo punto di soccorso in un’ottica di creazione di un ospedale da campo, un autocarro per trasporto materiali e un carrello attrezzato con torri faro e materiale di protezione civile.

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«Cinque infortuni in tre giorni, con tre vittime e tre feriti gravi, sono inaccettabili in un Paese come il nostro e, soprattutto, in una regione sviluppata la nostra». Lo dichiara Domenico Chiatto, componente della segreteria Cisl Emilia Centrale, commentando gli infortuni sul lavoro accaduti tra lunedì sera a Borgo Panigale (due operai travolti e uccisi da un tir mentre lavoravano sull’A14), ieri e oggi a Modena (due operati caduti dal tetto), San Possidonio (l’addetto di una stalla incornato da un toro) e Ostellato (Ferrara), dove oggi un associato Movitrans ha perso la vita dopo essere caduto da un camion. 
 
«Al di là delle dinamiche e responsabilità, che saranno accertate dagli organi competenti, - afferma Chiatto - viene da chiedersi se nei cinque casi registrati in questo tragico inizio di settimana le aziende committenti hanno presidiato a dovere i cantieri in cui sono avvenuti gli incidenti. Le aziende sanno che quando affidano lavori all’esterno devono predisporre tutte le misure atte a consentire l’accesso solo alle persone autorizzate e, soprattutto, formate e munite di tutti i dispositivi di protezione. 
In particolare non è più tollerabile che si continui a cadere dai tetti, quando sarebbe sufficiente applicare le norma sui rischi di cadute dall’alto. Non possiamo sempre parlare di tragica fatalità, quando spesso invece ci troviamo di fronte al mancato rispetto delle più elementari norme di sicurezza». 
 
Il segretario Cisl riconosce che sulla drammatica frequenza di infortuni di questi giorni possano aver influito fattori per così dire “stagionali”, come il caldo, la fretta di concludere i lavori prima delle ferie o la voglia di andare in vacanza. 
«In ogni caso non sono valide giustificazioni. Il problema non è l’estate, ma un allentamento nell’applicazione delle misure di sicurezza. La stessa Inail – sottolinea Chiatto – denuncia a livello nazionale un aumento degli infortuni con esiti mortali nei primi sei mesi del 2019. È un dato che deve far riflettere e reagire sia le parti sociali che le istituzioni affinché – conclude il componente della segreteria Cisl Emilia Centrale – non sia vanificata l’azione di prevenzione degli incidenti e diffusione della cultura della sicurezza messa in atto negli ultimi anni sia a livello nazionale che locale».  
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Non si ferma l’attività di contrasto allo “spaccio di strada” a Parma da parte della Polizia di Stato. Uno spacciatore nigeriano, già noto agli agenti della Squadra Mobile, è stato arrestato a seguito del rinvenimento nella sua abitazione di sostanza stupefacente già confezionata e pronta per la cessione.

L’attività di monitoraggio condotta dagli investigatori dell’Antidroga sui pusher di strada, ha consentito di individuare la droga nel suo appartamento in zona stadio, che risultava in affitto ad una donna nigeriana incensurata e munita di permesso di soggiorno per lavoro subordinato. 

Nel corso dei controlli, è stata riscontrata l’effettiva presenza della donna titolare del contratto di locazione, tuttavia, oltre a lei, è stata notata la presenza di E. S. classe ‘93, tratto in arresto nel settembre 2016, perché trovato in possesso di cocaina e marijuana destinata allo spaccio al minuto.

Nel pomeriggio di ieri, gli agenti si sono appostati nei pressi dell’appartamento e, una volta individuato E. che vi usciva, lo hanno sottoposto a controllo. L’uomo, che inizialmente ha cercato di sottrarsi al controllo stesso, è stato trovato in possesso di un involucro di plastica nera abilmente occultato nel risvolto dei pantaloni che conteneva 3 grammi di marijuana certamente destinata ad un cliente.

Sulla scorta di tale rinvenimento, gli agenti hanno perquisito l’appartamento da cui l’uomo era uscito pochi minuti prima e, nella stanza a suo uso esclusivo, sono stati trovati 20 involucri in plastica nera contenenti complessivamente 89 grammi  di marijuana.

E. S. è stato tratto in arresto per il possesso di sostanza stupefacente finalizzato allo spaccio e, su disposizione del PM di Turno dr.ssa Emanuela Podda, trattenuto presso le camere di sicurezza di Borgo della Posta in attesa del giudizio direttissimo.

Pubblicato in Cronaca Parma

Nella giornata di ieri, nell’ambito del Controllo Integrato del Territorio, è stato effettuato un servizio interforze, realizzato in sinergia tra il Commissariato P.S. di Sassuolo e la locale Polizia Municipale, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia ed una unità cinofila della Polizia di Stato, e finalizzato alla prevenzione e repressione del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti prevalentemente nei parchi pubblici.

Complessivamente sono state identificate 21 persone, di cui 5 stranieri, e controllati, anche con il sistema Mercurio, 153 veicoli.

Nel corso dei controlli presso il parco “Tricolore”, oggetto anche di numerose segnalazioni pervenute dai cittadini attraverso l’applicazione della Polizia di Stato “You Pol”, sono stati rintracciati tre cittadini marocchini, di età compresa tra i 25 e i 32 anni, sedicenti e clandestini, uno dei quali in possesso di una modica quantità di “marijuana”, motivo per il quale è stato alla Prefettura quale assuntore. 

I tre stranieri, privi appunto di qualsiasi documento di riconoscimento, sono stati accompagnati presso il Commissariato di P.S. per gli accertamenti dattiloscopici, dai quali sono emersi il loro stato di clandestinità ed una serie di precedenti di Polizia e penali a loro carico. I tre sono stati denunciati per violazione delle norme in materia di immigrazione ed è stato loro notificato un provvedimento di espulsione del Questore.

Grazie al fiuto infallibile del cane Jago della Polizia di Stato sono stati recuperati un panetto di hashish del peso complessivo di grammi 18,4, occultato all’interno di un vaso da fiori, nei pressi dell’ingresso del parco vicino ad una panchina un altro pacchetto di cellophane trasparente contenente marijuana del peso di grammi 0,9 e nascosti in un cespuglio altri 4 involucri in cellophane termosaldato di cocaina per complessivi 2,6 grammi.

Detta sostanza stupefacente è stata sottoposta a sequestro a carico di ignoti.

 

Pubblicato in Cronaca Modena
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