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Secondo i dati Istat l'Emilia Romagna detiene il primato del consumo di alcol, anche al femminile. Seguono Valle d'Aosta e Toscana.

14 giugno 2017

L'Emilia Romagna è terra di gaudenti. Non è certo una novità. Ma non tutti sanno che una donna su cinque che abbia almeno superato la scuola primaria beve alcol tutti i giorni.

L'Istat ha studiato il fenomeno del consumo di bevande alcoliche e ha stilato una classifica che indaga sui diversi aspetti della vita quotidiana degli italiani. I dati, che si riferiscono all'anno scorso, dicono tanto sulle abitudini delle famiglie del Belpaese.
Quello che è emerso, in generale, è che in Emilia Romagna oltre una persona su quattro con più di 11 anni (il 28,4% del totale) beve vino, birra e sostanze alcoliche tutti i giorni.

L'Emilia Romagna, in pratica, si piazza al primo posto per questo primato, davanti alla Valle D'Aosta (26,6%) e alla Toscana (26,1%). Supera la soglia del 25% (occupata dal Friuli-Venezia Giulia, quinto) anche la Liguria, quarta in graduatoria. Oltre un milione e centomila persone beve sostanze alcoliche ogni giorno (su una popolazione che supera di poco i quattro milioni). Tra esse, ben 391mila sono donne, ragazze anche giovanissime. È il secondo riferimento in valore assoluto (dopo le 620mila delle over 11 della Lombardia) e il primo a livello percentuale di tutto il Paese. Seguono nella classifica al femminile la Valle d'Aosta (16,7%) e il Friuli-Venezia Giulia (16,6%).

Gli uomini, i ragazzi e i giovanissimi si trovano "soltanto" al terzo posto con il 38,7% del campione di riferimento che consuma alcol almeno una volta al giorno. In questo caso, sale il Molise (41,1%), seguito dalla Toscana (39,4%). In valori numerici, i 744mila maschi in esame rappresentano quasi il doppio delle femmine e (ancora una volta) il secondo riferimento più alto dopo la Lombardia. Tale regione si attesta a quasi un milione e mezzo di uomini e ragazzi sopra 11 anni che bevono sostanze alcoliche almeno una volta al giorno.

Come consumano vino, birra e affini gli emiliano romagnoli? Oltre un milione e trecentomila persone (sempre over 11) bevono spesso lontano dai pasti. Soltanto Lombardia e Veneto ne hanno di più. Infine, le quantità. Il 4% del campione consuma almeno mezzo litro di vino al giorno. Ecco un altro "oro" nella graduatoria, davanti a Molise (3,2%) e Toscana (2,9%). AK

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Tra giugno e luglio 2016 avevano messo a segno sette colpi tra Modena, Reggio Emilia, Ferrara e Vicenza. La base operativa è stata identificata presso il campo nomadi abusivo di via Canaletto, in località San Matteo.

MODENA – La base operativa era il campo nomadi sorto sotto al viadotto dell'Alta Velocità di via Canaletto, in località San Matteo, a Modena, dove risiedeva la maggior parte degli undici bosniaci di etnia rom arrestati dai Carabinieri di Modena nell'ambito dell'operazione "Take away", coordinata dal Pm Claudia Natalini della Procura di Modena.

Le misure di custodia cautelare, emesse dal Tribunale di Bologna, a conclusione delle indagini condotte dai militari del nucleo investigativo del reparto operativo del Comando Provinciale, hanno consentito di sgominare una banda specializzata in rapine ai bancomat, che venivano letteralmente sradicati con l'ausilio di un carro attrezzi. Gli arrestati, che risiedono tra Modena, Mantova, Verona, Padova, Rovigo e Rimini, si avvalevano della collaborazione di connazionali che conoscevano bene il territorio e che venivano poi coinvolti nelle fasi esecutive dei furti, messi a segno tra l'Emilia Romagna e il Veneto. Una volta individuato il bancomat da rapinare, una task force composta da tre a otto uomini, con passamontagna e guanti per non lasciare traccia, si avvicinavano all'obiettivo con un carro attrezzi e due auto, rubati poco prima. Il carro veniva utilizzato come un ariete per sfondare le vetrine, mentre il bancomat veniva sradicato e trainato in un posto sicuro. Le auto, invece, servivano per darsi velocemente alla fuga prima dell'arrivo delle Forze dell'Ordine.

Sette i colpi messi a segno dalla banda tra giugno e luglio 2016: il 26 giugno è toccato alla filiale della BPER di Formigine, ma durante la fuga, i malviventi hanno perso la cassaforte con 60 mila euro. Ci hanno riprovato il giorno dopo, a Masi Torello (FE), quando, sempre da una filiale BPER è stato rubato un altro bancomat, sempre con l'ausilio del carro attrezzi. Bottino: 14 mila euro. Il 2 luglio dello scorso anno, la banda si sposta di nuovo nel modenese, a San Cesario dove, dopo aver forzato il cancello e il portone di una ditta, hanno rubato un furgone e lo hanno caricato con attrezzi per un valore di circa 30 mila euro. Tappa a Marano Vicentino, invece, il 4 luglio, quando, con la stessa tecnica del carro-ariete, viene presa di mira una filiale della Banca Alto Vicentino -Bcc. Il furto non va a segno, ma i danni stimati sono di 50-60 mila euro. L'11 luglio la banda ci riprova, questa volta rubando un furgone a Campogalliano (Mo), due giorni dopo rubano un carro attrezzi e due auto a Bibbiano (Re), probabilmente per usarli nelle rapine. I mezzi, tuttavia, vengono abbandonati dopo un inseguimento dei Carabinieri. Il colpo che decreta la fine della banda avviene a Scandiano, sempre ai danni di una filiale BPER. Il bancomat sradicato viene infatti ritrovato dai militari del campo nomadi di via Canaletto Nord, grazie anche all'ausilio di riprese video nei campi nomadi.

L'indagine si era conclusa con la richiesta al Gip di emissione di provvedimenti cautelari da parte della Procura di Modena. Tuttavia, a novembre 2016, l'istanza era stata rigettata. La Procura, allora ha fatto appello al Tribunale del Riesame di Bologna che ha accolto il ricorso, rendendolo esecutivo dopo la pronuncia della Cassazione dello scorso 9 giugno.

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Mercoledì, 07 Giugno 2017 17:18

Incendio al Liceo Chierici di Reggio Emilia

Liceo Chierici, Il presidente della Provincia: "Gesto sconsiderato che induce a una seria riflessione: la sicurezza delle scuole è una priorità irrinunciabile, individuare e punire i responsabili".

Reggio Emilia, 7 giugno 2017

Il liceo artistico "Gaetano Chierici", è stato evacuato per un incendio scoppiato oggi a metà mattina, forse causato da alcuni petardi fatti scoppiare per festeggiare l'ultimo giorno di scuola. "Un fatto di particolare gravità. Se le prime risultanze degli accertamenti di Vigili del fuoco e Polizia scientifica – che al momento sembrerebbero escludere la possibilità di un corto circuito, ipotizzando come causa scatenante dell'incendio il lancio di un petardo - troveranno conferma, saremmo di fronte non a una semplice bravata, ma a un atto irresponsabile che deve indurre una seria riflessione da parte del mondo della scuola, a partire dagli studenti e dalle loro famiglie, e da parte di noi tutti". E' quanto dichiara il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, che questa mattina si è recato immediatamente al liceo Chierici.

Nell'incendio alcune persone sono rimaste intossicate in modo non grave.

"La Provincia di Reggio Emilia, che è proprietaria dell'edificio, sta eseguendo da alcuni mesi al liceo una serie di consistenti interventi di adeguamento anti-sismico per 2 milioni e mezzo di euro, proprio perché la sicurezza delle scuole è per noi una priorità irrinunciabile – aggiunge il presidente Manghi - In un mondo e in un'epoca già di per sé insicuri, come purtroppo le cronache quotidianamente testimoniano, non è pertanto ammissibile che in maniera sconsiderata si mettano a repentaglio le vite di tante persone e si rischi di distruggere uno storico edificio deputato ad assicurare ai nostri ragazzi la possibilità di imparare, crescere, sviluppare competenze per assicurare alla nostra comunità un futuro migliore. La giovane età e il clima di festa dell'ultimo giorno di scuola non possono in alcun modo rappresentare un alibi. Mi auguro pertanto che, nel caso fosse confermata l'ipotesi dolosa dell'incendio, gli eventuali responsabili siano al più presto individuati e puniti".

"Desidero infine esprimere il mio più sentito ringraziamento, oltre alla dirigente scolastica, ai docenti, alla collaboratrice scolastica e all'agente di Polizia municipale che si sono adoperati con coraggio e competenza per circoscrivere l'incendio ed evitare conseguenze ben più gravi, augurando loro una pronta guarigione – conclude il presidente della Provincia - Ancora una volta il corpo docente reggiano ha confermato la serietà e l'efficacia del lavoro che da anni si svolge sul fronte della sicurezza e della prevenzione".

I danni ammontano ad almeno diecimila euro. Provincia già al lavoro per assicurare il regolare svolgimento degli esami di maturità

Ammontano ad almeno 10.000 euro i danni provocati dall'incendio di questa mattina, secondo quanto emerso da un primo sopralluogo effettuato dalla Provincia con l'impresa che dovrà provvedere al ripristino del corridoio al primo piano della sezione Moda. "Abbiamo già provveduto a sporgere denuncia all'assicurazione, che copre anche incendi dolosi: fortunatamente le fiamme grazie anche al tempestivo intervento degli insegnanti e dei vigili del fuoco non hanno provocato danni strutturali, ma solo ad intonaci e a un modulo dell'impianto di riscaldamento, oltre ovviamente ad annerire le pareti che dovranno essere ritinteggiate", spiega il dirigente del Servizio Infrastrutture della Provincia, Valerio Bussei, che questa mattina si è recato al liceo insieme al presidente Giammaria Manghi e alle colleghe Anna Maria Campeol, Stefania Berni e Nadia Castagnetti.
"Nei prossimi giorni provvederemo a eseguire le operazioni di pulizia e ritinteggio in modo da assicurare il regolare svolgimento degli esami di maturità che interesseranno anche quell'ala della scuola", aggiunge Bussei.

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Mercoledì, 07 Giugno 2017 13:19

Parma - Tragedia: muore folgorato bimbo di due anni

Il tragico incidente si è verificato ieri, poco dopo l'ora di pranzo, in una abitazione di via Trieste. Il piccolo, di soli due anni, era in casa con la madre quando è riuscito a prendere un frustino per frullatore in cucina e lo ha inserito per gioco in una presa, rimanendo folgorato. La scarica è stata violentissima ed il bimbo ha perso subito conoscenza.

Inutili i soccorsi del 118. Il bimbo è stato immediatamente trasferito all'Ospedale Maggiore di Parma ma è morto poco dopo il ricovero.

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Operazione "Bad food", la Guardia di Finanza di Parma sequestra 21 tonnellate di cibo scaduto ed infestato da parassiti. Denunciato a piede libero un parmigiano.

Parma, 6 giugno 2017

Nei giorni scorsi, i militari della Guardia di Finanza della Tenenza di Fidenza hanno eseguito un'importante operazione, denominata "Bad Food", nel settore del contrasto alle frodi agroalimentari e della prevenzione della salute pubblica, sottoponendo a sequestro un ingente quantitativo di materie prime alimentari potenzialmente nocive, destinate alla produzione dei cc.dd. "cibi pronti", di diffuso utilizzo sulle tavole degli italiani.

I Finanzieri, nel corso del pattugliamento per il controllo economico del territorio, sono riusciti ad individuare un deposito sospetto, non dichiarato, collocato nel comune di Fontevivo e riconducibile ad una società di diritto svizzero gestita da un parmigiano.

La pronta perquisizione della struttura, disposta in via cautelare dalla Procura della Repubblica di Parma ed eseguita con la preziosa collaborazione di personale tecnico dell'AUSL di Fidenza – Ufficio SIAN, ha permesso di rinvenire circa 4 tonnellate di prodotti vegetali disidratati, di vario genere (pomodori, cipolle, carote, spinaci, melanzane, funghi porcini e sedano), in gran parte di provenienza estera, in pessime condizioni igienico-sanitarie, con presenza di evidenti segni di alterazione o con date di scadenza superate; in alcuni casi, la merce è stata addirittura trovata infestata da vermi e parassiti. Tali circostanze hanno fatto scattare il sequestro penale della merce, nonché la denuncia a piede libero del rappresentante legale dell'azienda, per i reati di "frode nell'esercizio del commercio" e per ulteriori violazioni penali in materia di igiene dei prodotti alimentari.

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Ulteriori 11 tonnellate di merci, riferite al medesimo operatore, sono state sottoposte a sequestro amministrativo in quanto totalmente prive e/o carenti delle etichettature previste dalle norme igienico-sanitarie in tema di tracciabilità. La merce sequestrata è risultata provenire dall'estero, prevalentemente da Cina, Polonia ed India ed era destinata ad industrie alimentari del Centro e Nord Italia. I finanzieri hanno peraltro prontamente provveduto ad attivare altri Reparti della Guardia di Finanza sul territorio nazionale al fine di procedere ad analoghi interventi presso ulteriori soggetti economici risultati clienti della società "svizzera".

Le perquisizioni eseguite presso altre aziende coinvolte, con sedi a Cesena, Pisogne (BS), Pavia, Bra (CN), Silandro (BZ), Castelfranco Veneto (TV), Verona e Belluno, hanno consentito - ad oggi - il rinvenimento ed il sequestro di ulteriori 6 tonnellate di prodotti agricoli che costituiscono un rischio per la salute dei consumatori. Le indagini dei Finanzieri saranno, ovviamente, anche di carattere fiscale e, in particolare, per verificare se la società individuata sia una "esterovestita", vale a dire, se la collocazione all'estero della propria sede abbia il solo scopo di sottrarsi alle imposte italiane.

Sono complessivamente ventuno le tonnellate di derrate alimentari poste sotto sequestro - per profili di natura penale, amministrativo e sanitario - per un valore complessivo di oltre 150 mila euro.

Il responsabile dell'attività illecita rischia la reclusione fino a due anni per il reato di "frode in commercio" e l'arresto da tre mesi ad un anno per il "commercio di prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione", oltre a sanzioni amministrative, per un importo compreso tra € 3.500 ed € 18.000, per il "commercio di prodotti alimentari privi delle etichettature previste dalle norme igienico-sanitarie in tema di tracciabilità".

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E' stato notificato questa mattina, dagli agenti della Questura, il provvedimento di sospensione delle licenze adottato dal Questore nei confronti del titolare della sala slot New York di via Emilia Est.

Il provvedimento emesso ai sensi dell'art. 100 del tulps, per la durata di quindici giorni, è stato adottato per ragioni di salvaguardia e tutela dell'ordine ed ella sicurezza pubblica, infatti in occasione di tutti i controlli effettuati l'esercizio è risultato frequentato da persone con precedenti di polizia.
Dal mese di gennaio, alla data di adozione del provvedimento, sono stati effettuatati 11 controlli risultati tutti positivi.

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Lunedì, 29 Maggio 2017 13:38

Secondo caso di tubercolosi al Rondani

Ricoverato all'Ospedale Maggiore, le sue condizioni di salute sono buone. Continuano i test tubercolinici per i contatti più stretti a cura dell'AUSL.

Parma, 29 maggio 2017

La conferma è arrivata: il giovane che frequenta l'istituto Rondani di Parma ha la tubercolosi. Tuttora ricoverato nell'U.O. di Pediatria dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria, le sue condizioni di salute sono buone. Il ragazzo, minorenne, è compagno di classe dello studente risultato positivo nei giorni scorsi.
Per entrambi sono ipotizzabili le dimissioni dal reparto di Pediatria a breve: il primo già entro questa settimana, il secondo entro la fine della prossima. I professionisti del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'AUSL continuano l'attività di sorveglianza sanitaria, con test tubercolinici ai contatti più stretti del ragazzo.

La tubercolosi è una malattia infettiva e contagiosa causata da un batterio, il Mycobacteriumtuberculosis. Il contagio può avvenire per trasmissione da un individuo malato, tramite saliva, starnuto o colpo di tosse. La tubercolosi attacca solitamente i polmoni, ma può colpire anche altre parti del corpo. Una diagnosi precoce consente di adottare gli opportuni interventi terapeutici e di ottenere la guarigione. L'esame preliminare più diffuso, per diagnosticare una forma tubercolare, è il test della tubercolina (Mantoux). La reazione positiva a questo test indica che il sistema immunitario è già venuto a contatto con il batterio della tubercolosi. Se la tubercolina è positiva, bisogna accertare o escludere una malattia attiva soprattutto nei polmoni e a tale fine si esegue una radiografia del torace.

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Si sono svolti ieri mattina a Carpi a cura del Commissariato cittadino che con l'ausilio del Reparto Prevenzione Crimine ha effettuato controlli straordinari del territorio che hanno interessato il centro e la periferia della città.

Al termine delle attività sono state identificate 50 persone, controllati 20 autoveicoli, due esercizi commerciali sottoposti a verifica oltre al campo nomadi di Piazzale dello Sport.
Proprio in quest'ultimo controllo è stato individuato un giovane rom trovato in possesso di 2 piante di marjuana: l'uomo è stato indagato per coltivazione illegale di sostanze stupefacenti.

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Mercoledì, 24 Maggio 2017 09:59

Modenese compra scarpe on line e viene multato

Modenese multato in Belgio per l'acquisto di un paio di scarpe Puma non originali. I consigli di Adiconsum per evitare problemi con lo shopping on line.

Modena, 24 maggio 2017

Prima di fare shopping on line ci sono alcune cose da controllare, tra le quali la trasparenza del sito web, la sicurezza delle forme di pagamento, la competenza territoriale e la normativa da applicare in caso di controversie.
Lo consiglia l'Adiconsum – associazione consumatori della Cisl Emilia Centrale – dopo il caso di un cittadino modenese che ha comprato su Internet un paio di scarpe da ginnastica della Puma, con pagamento anticipato di 95 euro. Il prodotto, arrivato nell'Unione europea su un volo proveniente dalla Turchia, è stato sottoposto a un controllo a campione dalla dogana belga, che ne ha constatato la contraffazione. Risultato: il pacco è bloccato in Belgio e il cittadino modenese ha ricevuto una multa da 250 euro per "importazione di merce contraffatta".
«Non sarà facile per questo consumatore dimostrare la sua buona fede al momento dell'acquisto on line e di essere del tutto estraneo alla contraffazione di un marchio noto in tutto il mondo – spiega Adele Chiara Cangini, responsabile Adiconsum Emilia Centrale – Per questo ribadiamo che chi ricorre al commercio elettronico deve prendere alcune precauzioni, perché dietro l'apparente convenienza dell'acquisto a volte si nasconde la fregatura».

Come evitare problemi con lo shopping on line

Innanzitutto l'associazione consumatori della Cisl Emilia Centrale consiglia di prestare attenzione alle caratteristiche del sito, che deve contenere informazioni precise sull'identità del professionista (recapiti telefonici, e-mail, sede legale). Il bene oggetto di vendita deve essere descritto, indicare il prezzo comprensivo di tasse, spese di trasporto ecc. Bisogna chiarire la modalità di pagamento (meglio utilizzare carte di credito prepagate o altri sistemi come paypal), quella di consegna e recesso.
Un'ulteriore verifica riguarda la policy privacy, ovvero il documento sul trattamento dei dati personali (nome, cognome, e-mail, ecc.).
«Se questi elementi non sono presenti - avverte la responsabile di Adiconsum - il sito non presenta le garanzie di affidabilità necessarie per una compravendita sicura».

Numerosi casi di consumatori ingannati

Sono frequenti anche a Modena i casi di consumatori ingannati. Nel recente passato un cittadino modenese ha acquistato su un noto sito web materiale risultato alla consegna completamente difforme dalle fotografie postate dal venditore e, oltretutto, giunto a destinazione parzialmente rotto. Un altro consumatore ha effettuato un bonifico a titolo di anticipo per l'acquisto di un'auto; acquisto mai perfezionato perché successivamente il c/c è stato chiuso e il venditore risulta inesistente. Una persona che ha commissionato il trasporto di un veicolo da una città a un'altra e ha poi dato disdetta nei tempi dovuti, ha subìto una penale non giustificata.

L'azione di Adiconsum non si limita ad aiutare l'utente nella procedura di disdetta o nella richiesta di risarcimento per prodotto difettoso. Quando riceve una segnalazione, l'associazione consumatori della Cisl verifica che il sito possieda i requisiti necessari. Nel caso di carenze essenziali o truffe, la segnalazione viene inoltrata all'Adiconsum nazionale, la quale denuncia il sito alle autorità competenti.

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Dopo anni di maltrattamenti nei confronti della convivente, anche davanti al figlio neonato, la donna si è decisa a denunciarlo. Arrestato ventiquattrenne residente a Piacenza.

Piacenza, 24 maggio 2017

Un italiano di ventiquattro anni residente a Piacenza nei giorni scorsi è stato arrestato con l'accusa di maltrattamenti nei confronti della giovane convivente, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip, su richiesta della Procura della Repubblica e a seguito delle articolate indagini svolte dalla sezione di Polizia Giudiziaria e Investigativa della Municipale e dal nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza.
La decisione di ribellarsi al suo aguzzino, di denunciarlo e di porre così fine all'incubo che stava vivendo è maturata nella donna una volta compreso che, nonostante la nascita di un bambino, le violenze non sarebbero mai finite. L'uomo infatti, I.P. classe 1993, anche dopo il lieto evento ha continuato a insultarla e a picchiarla, dando avvio a una vera e propria opera di persecuzione nei confronti della giovane.
Le violenze, emerse già poco dopo l'inizio della convivenza nel 2013, si sono protratte fino all'agosto scorso, quando con un pretesto la donna è riuscita ad allontanarsi da casa con il bambino e a recarsi presso gli uffici della Polizia Municipale per denunciare le violenze, i soprusi e una vita da tempo scandita da insulti, minacce di morte, botte e segregazioni. Nonché, a causa del ferreo controllo esercitato dall'uomo sulla ragazza, da un totale isolamento, sia nei confronti della cerchia delle amicizie che della famiglia d'origine, che non aveva approvato la relazione.
L'escalation di condotte violente da parte dell'uomo aveva inoltre determinato nella giovane un grave e perdurante stato di ansia e di paura, aggravato dal delirio dell'aguzzino finalizzato al dominio e al pieno controllo sulla vittima, costretta a volte a mostrare gli slip indossati a riprova della sua fedeltà.
La donna ha infine deciso di ribellarsi al suo carnefice e di porre fine all'incubo che stava vivendo quando, nato il bambino, l'uomo ha continuato a dedicarsi ai traffici illeciti, all'assunzione di stupefacenti e a picchiarla, anche di fronte al piccolo.
Anche nell'ultimo periodo, nonostante fosse agli arresti domiciliari per reati riconducibili allo spaccio di sostanze illecite e oggetto di indagine in materia di stupefacenti da parte della Guardia di Finanza, l'uomo non aveva fatto diminuito le violenze fisiche e psicologiche nei confronti della ex compagna, recandosi da lei in violazione dell'ordinanza restrittiva e minacciandola di morte.
Tali reiterate condotte, confermate dalla documentazione acquisita agli atti delle indagini, sono state comunicate alla Procura della Repubblica di Piacenza, la quale, in tempi ristrettissimi, ha richiesto e ottenuto dal gip l'applicazione della misura cautelare nei confronti del ventiquattrenne. Gli agenti della Sezione di Polizia Giudiziaria e investigativa della Municipale e il personale del nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno quindi proceduto all'arresto dell'uomo, che ora si trova detenuto presso la casa circondariale di Piacenza, e nei confronti del quale sono in corso indagini anche per il reato di sequestro di persona ai danni della giovane ex convivente.

Pubblicato in Cronaca Piacenza
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