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Mercoledì, 30 Agosto 2017 11:33

Vasto incendio a Vergato

Vasto incendio nella notte: diverse pattuglie dell'Arma impegnate a gestire la circolazione stradale.

Da ieri sera, diverse pattuglie dell'Arma della Compagnia di Vergato sono impegnate a gestire la circolazione stradale di Susano, località del Comune di Vergato che, intorno alle ore 21:00 circa, è stata interessata da un incendio di notevoli proporzioni, sviluppatosi in un'area boschiva di circa sei ettari.

La Strada Provinciale 25 è stata chiusa tra il km 5 e il km 6 per agevolare le attività di ripristino del manto stradale, occupato dalla caduta di alcuni massi precipitati al suolo, probabilmente a causa dell'incendio. Il traffico veicolare è stato deviato su altri percorsi.

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Il 15 febbraio scorso, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro eseguivano un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di alcuni soggetti, ritenuti responsabili di una rapina in abitazione consumata il 26 ottobre 2016, ai danni di un'anziana coppia residente in via Roberto Ardigò a Bologna (v. comunicato stampa del 15 febbraio 2017).

Nel corso delle perquisizioni domiciliari, eseguite a carico dei soggetti arrestati, venivano rinvenuti e sottoposti a sequestro penale diversi monili in oro, oggettistica da bigiotteria, orologi e parti di esse, spilla a crocifisso ed alcune medaglie del 50° anniversario della vittoria 1918/1968.

La refurtiva non è stata ancora restituita e i Carabinieri stanno cercando i legittimi proprietari. I cittadini che hanno subito un furto analogo, nel periodo antecedente all'esecuzione delle misure e desiderano prendere visione degli oggetti sequestrati, possono farlo tranquillamente, recandosi presso la Caserma della Compagnia Carabinieri Bologna Centro, situata in Piazza dei Tribunali nr. 2 a Bologna, tel. 051/2006265.
All: Foto – Nucleo Operativo Carabinieri Bologna - formato pdf scaricabile.


Bologna, 15 febbraio 2017 – Arrestati i responsabili di rapina in villa.
Nella nottata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Bologna Centro, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna, nei confronti di [...], tutti noti alle Forze di Polizia per varie denunce a loro carico, ritenuti responsabili di una rapina in abitazione consumata il 26 ottobre del 2016, ai danni di un'anziana coppia, abitante nella zona collinare di via Ardigò di Bologna. L'articolata attività investigativa condotta dai militari si è sviluppata nel corso dei mesi successivi al fatto, ed ha permesso di raccogliere gravi e concordanti elementi di responsabilità in capo ai predetti. Dai controlli stradali a cui erano stati sottoposti gli odierni arrestati si è documentato che uno di loro si trovava nelle vicinanze dell'abitazione in cui si è svolta la rapina poco dopo che la stessa era avvenuta. Partendo da qui gli investigatori hanno ricostruito la rete di frequentazioni ed amicizie, individuando anche un rapporto di parentela tra la badante dell'anziana coppia e uno di loro. La badante al momento della rapina si trovava nel suo paese d'origine, ma inconsapevolmente aveva fornito loro gli elementi essenziali per consentire la commissione del reato.
I quattro uomini erano penetrati nell'abitazione nel corso della notte e hanno immobilizzato l'anziana coppia legando loro i polsi con fascette da elettricista. Hanno quindi avuto tutto il tempo per rovistare all'interno dell'abitazione alla ricerca di denaro ed oggetti preziosi. Dopo circa 3 ore i rapinatori si sono allontanati indisturbati. Solo a distanza di tempo l'uomo immobilizzato è riuscito a liberarsi dalle fascette in plastica e a liberare anche la moglie, dando quindi l'allarme.
Nel corso delle perquisizioni presso le abitazioni dei 4 arrestati sono stati rinvenuti circa 5.000 euro in contanti non giustificati dalle attività lavorative degli stessi. Inoltre sono stati sequestrati numerosi oggetti preziosi sulla cui provenienza sono in corso accertamenti. I gioielli rubati all'anziana coppia non sono stati reperiti e verosimilmente sono stati portati e rivenduti nei paesi d'origine dei rapinatori.
Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, venivano associati presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell'A.G..

(In allegato PDF tutte le immagini degli oggetti sequestrati)

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I Carabinieri della Stazione di Altedo hanno denunciato un cinquantunenne italiano, con precedenti di polizia, per porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere.

L'uomo è stato identificato giovedì pomeriggio, mentre si trovava alla guida della sua Audi TT, durante un posto di controllo alla circolazione stradale che i militari stavano effettuando in viale 11 settembre 2001.

Sottoposto a una perquisizione veicolare, il cinquantunenne è stato trovato in possesso di un "nunchaku" che trasportava senza un giustificato motivo. L'oggetto è stato posto sotto sequestro.

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Bologna – Wuppertal, 24 agosto 2017 – Arrestata in Germania dalla Polizia tedesca una delle nigeriane coinvolte nell'operazione "Falsa speranza".
La Polizia tedesca ha eseguito un mandato di arresto europeo nei confronti di una ventisettenne nigeriana, destinataria del provvedimento emesso a seguito dell'operazione "Falsa speranza", un'indagine dei Carabinieri della Compagnia Bologna Centro, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bologna, tesa a smantellare un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione 

In attesa dell'estradizione, la donna, individuata a Wuppertal (una città extra circondariale tedesca situata nel Land della Renania Settentrionale-Vestfalia), su indicazione degli stessi Carabinieri di Bologna, è stata rinchiusa in carcere.

Bologna, 25 luglio 2017 – Alimentavano tratta di giovani nigeriane per sfruttarle: "Operazione falsa speranza" smantellata dai Carabinieri della Compagnia Bologna Centro un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.
Un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione ed all'ingresso illegale sul territorio nazionale, avente base operativa a Bologna e composta da 11 soggetti nigeriani, è il risultato dell' "Operazione Falsa Speranza" del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro che questa notte ha eseguito un "Fermo di indiziato di delitto" nei confronti di tutti gli appartenenti all'agguerrito sodalizio criminale, interessando le Procure di Bologna, Modena, Bolzano e Crotone.

Il gruppo criminale investigato, cui vengono contestati numerosi reati ed interamente composto da nigeriani, aveva nel tempo creato un fiorente mercato degli schiavi in danno di ragazze nigeriane, minorenni e non, che venivano attirate in Italia attraverso la falsa speranza di un futuro migliore, salvo poi, attraverso ripetute violenze e minacce trovarsi ad essere sfruttate per esercitare il meretricio in varie città italiane ed estere. L'indagine è stata avviata nel luglio del 2016, a seguito della denuncia di una giovane donna nigeriana la quale, ingannata in patria da colei che è poi emerso essere la promotrice dell'organizzazione criminale investigata, giunta in Italia con la promessa di trovare una vita migliore, al rifiuto di esercitare il meretricio, era stata violentata da alcuni. Le violenze subite avevano cagionato alla giovane lesioni permanenti agli organi genitali, determinando l'asportazione di parte degli stessi, e la contrazione del virus del HIV.
L'attività investigativa dei militari del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Bologna, ha portato all'individuazione di un'organizzazione criminale dedita ai trasferimenti clandestini di giovani donne africane che una volta giunte in Italia venivano obbligate con violenza a prostituirsi per ricomprarsi la libertà.
20170824-cartina-NigeriaAll'interno dell'associazione al cui vertice vi era una donna, trentottenne nigeriana, residente a Bologna, vi era una netta ripartizione dei ruoli tra coloro i quali erano deputati all'individuazione in Nigeria delle potenziali vittime, all'organizzazione del viaggio in Italia via Libia, alla fuga dai centri di accoglienza fino al trasferimento a Bologna nonché sodali deputati all'attività contabile ed alle "punizioni" delle vittime in caso di resistenze a vendere il proprio corpo per ripagare il debito contratto. A supporto dell'organizzazione una struttura presente nel continente africano per alimentare il flusso delle nuove schiave. Le illecite finalità procuravano ingenti guadagni all'associazione criminale, proventi che venivano reinvestiti nell'acquisto di nuove schiave ed in parte illecitamente reintrodotti nelle nazioni di origine.
Cattura


LEGENDA: 1) Nigeria – Benin City 2) Niger – Agadez 3) Libia – Sabha 4) Libia – Tripoli 5) Italia
Percorso totale di circa 6500 km
Le indagini hanno consentito altresì di dimostrare che la donna a capo dell'associazione oltre ad occuparsi di prostituzione, era una sorta di autorità parallela nella comunità nigeriana bolognese, a cui rivolgersi per entrare clandestinamente in Italia.
Verosimili attriti nella gestione delle illecite attività condotte, aveva portato il gruppo a dividersi in un'ulteriore cellula criminale dedita agli stessi traffici e gestita da un'altra nigeriana che si avvaleva a seconda delle necessità dell'associazione madre.

In sintesi, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro hanno scoperto un vero e proprio racket milionario della tratta di esseri umani destinati alla prostituzione, i cui proventi illeciti permettevano di alimentare il circolo vizioso della sottomissione e della violenza. L'importo del debito contratto, incrementato a dismisura rispetto a quanto realmente investito, è compreso tra i 40.000 e i 70.000 euro. L'estinzione dello stesso, garantito da ancestrali e temutissimi rituali di vuduismo, poteva richiedere anche parecchi anni, dipendendo dall'esercizio dell'attività di meretricio per decine di ore al giorno, spesso condotta anche senza protezioni. Ad attendere le donne sfruttate, dopo ore da incubo a prostituirsi vi erano alloggi disumani che condividevano nel cuore di Bologna.
La fase esecutiva ha determinato l'esecuzione di n. 11 fermi d'iniziativa a carico di altrettanti soggetti. Le operazioni di Polizia giudiziaria hanno coinvolto n. 4 Procure della Repubblica:
- Bologna (n. 8 fermi eseguiti – disposte n. 4 custodie cautelare in carcere/3 arresti domiciliari);
- Modena (n. 1 fermo eseguito – n. 1 convalidato – disposta n. 1 custodia cautelare in carcere)
- Crotone (n. 1 fermo eseguito – n. 1 convalidato – disposta n. 1 custodia cautelare in carcere)
- Bolzano (misura cautelare della custodia cautelare in carcere disposta da parte del G.I.P. di Bologna).
Attualmente localizzate e tratte in salvo n. 6 giovani malcapitate vittime di tratta e/o attualmente sfruttate.
Attività di perquisizione, condotte su Bologna – Modena – Crotone – Bolzano - Cesena – Torino, hanno determinato il sequestro di circa 15.000 euro, di denaro contante nigeriano ed inglese, nonché di documentazione di interesse.
All: Foto conferenza stampa – Comando Provinciale Carabinieri Bologna.

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Marzabotto, 24 agosto 2017 – Ladri e ricettatori: coppia di coniugi denunciati dai Carabinieri.
I Carabinieri della Stazione di Marzabotto hanno denunciato una coppia di coniugi bolognesi, trentasettenni, per tentato furto aggravato e ricettazione in concorso. I due soggetti sono stati identificati durante un servizio di controllo finalizzato al contrasto dei reati predatori che i militari stavano effettuando in via dell'Industria, nei pressi dell'officina "Felci Gomme". All'arrivo dei Carabinieri, la coppia si trovava all'interno dell'azienda e stava caricando dei cerchi per auto nel vano di carico di un furgone in uso agli stessi. Dopo aver escluso che i due stessero lavorando onestamente, i militari hanno scoperto che si trattava di una coppia di ladri professionisti con precedenti di polizia per reati specifici. La donna era stata arrestata il 21 febbraio 2015 dai Carabinieri di Zola Predosa mentre stava rubando assieme al figlio di 8 anni (v. comunicato stampa del 23 febbraio 2015 – all'epoca trentacinquenne). I cerchi per auto, asportati da uno scaffale dell'azienda, sono stati restituiti al legittimo proprietario, mentre all'interno del furgone sono stati rinvenuti una trentina di kg di oggetti in rame ed ottone, la cui provenienza è sospetta.
Zola Predosa, 23 febbraio 2015 – A 8 anni aiuta la madre a rubare. Trentacinquenne arrestata dai Carabinieri.
I Carabinieri della Stazione di Zola Predosa hanno arrestato una 35enne di Bologna per furto aggravato in concorso. Alle ore 19:00 di sabato, la Centrale Operativa del 112 ha ricevuto la segnalazione di un furto in atto all'interno dell'isola ecologica, per la raccolta differenziata dei rifiuti, situata in via Roma. Giunti sul posto, i militari hanno visto tre persone e un bambino allontanarsi da un mucchio di materiale elettrico accatastato all'esterno dell'isola ecologica e scappare in direzione dei campi. Dopo una decina di minuti, fallito il tentativo di rintracciare i soggetti, i Carabinieri sono tornati sulla scena del delitto e hanno trovato la 35enne che, aiutata dal figlio di 8 anni, era tornata sul posto per caricare la refurtiva nel furgone: due scatole di cartone contenenti 100 sacchi di immondizia nuovi e del materiale elettrico. Come disposto dall'Autorità Giudiziaria, la donna, gravata da numerosi precedenti di polizia, è stata accompagnata a casa unitamente al figlio, in attesa di essere tradotta in Tribunale per l'udienza di convalida dell'arresto prevista per questa mattina.

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Castel San Pietro Terme, 24 agosto 2017 – Fumare fa male: sei giovani segnalati alla Prefettura per droga.
I Carabinieri della Compagnia di Imola, durante un servizio antidroga eseguito per le strade di Castel di San Pietro Terme, hanno segnalato sei giovani alla Prefettura di Bologna per detenzione per uso personale di stupefacenti, perché trovati in possesso di alcuni grammi tra hashish e marijuana. Si tratta di un illecito di tipo amministrativo, quello che i militari hanno contestato ai ragazzi, in particolare a quattro di loro, perché nei confronti degli altri due, essendo minorenni, è stato necessario l'intervento dei genitori. La droga è stata sequestrata dai Carabinieri.
Di seguito, una nota informativa dei Carabinieri di Imola, in particolare rivolta ai giovani, sulle conseguenze provocate dall'uso delle sostanze stupefacenti:
Violazioni amministrative
Nel corso dei vari controlli antidroga si è chiaramente percepito che i giovani controllati, oltre ad ignorare gli effetti dannosi per la loro salute, solitamente non hanno neanche cognizione delle sanzioni amministrative conseguenti all'uso personale di sostanze stupefacenti. Il Testo unico sulla droga (D.Lgv.309/1990) prevede: "Chi, per uso personale, acquista, possiede riceve o comunque detiene stupefacenti è sottoposto, per un periodo da un mese ad un anno, secondo la tipologia dello stupefacente, alla sospensione della patente di guida o del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o al divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni; alla sospensione della licenza di porto d'armi o divieto di conseguirla; sospensione del passaporto e di ogni altro documento equipollente o divieto di conseguirli; sospensione del permesso di soggiorno per motivi di turismo o divieto di conseguirlo se cittadino extracomunitario. Le sanzioni sono cumulabili tra loro.
Inoltre, qualora ricorrano i presupposti, il Prefetto invita la persona trovata in possesso di stupefacenti a seguire appositi programmi terapeutici e socio-riabilitativi.
Se l'interessato è persona minore di età, il Prefetto, qualora ciò non contrasti con le esigenze educative, convoca i genitori o chi ne esercita la potestà, li rende edotti delle circostanze di fatto e dà loro notizia circa le strutture per i programmi terapeutici. Se è straniero il questore ne tiene conto per le valutazioni di competenza in sede di rinnovo del permesso di soggiorno.
Particolare tenuità
Solo nei casi di particolare tenuità della violazione ed in presenza di elementi tali da far presumere che la persona si asterrà, per il futuro, dal commettere nuovamente la violazione, in luogo della sanzione, e limitatamente alla prima volta, il Prefetto può definire il procedimento con il formale invito a non fare più uso delle sostanze stesse, avvertendo il soggetto delle conseguenze a suo danno.
Disponibilità dei veicoli a motore
Ove, al momento dell'accertamento, la persona trovata in possesso di stupefacente per uso personale abbia la diretta e immediata disponibilità di veicoli a motore (quindi, anche nel caso in cui non sta guidando ed il mezzo è parcheggiato), gli organi di polizia procedono altresì all'immediato ritiro della patente di guida. Qualora la disponibilità sia riferita ad un ciclomotore, gli organi accertatori ritirano anche il certificato di idoneità tecnica, sottoponendo il veicolo a fermo amministrativo. Il ritiro della patente di guida, nonché del certificato di idoneità tecnica e il fermo amministrativo del ciclomotore hanno durata di giorni trenta.
Potenziale pericolo per la sicurezza pubblica
Inoltre "qualora in relazione alle modalità od alle circostanze dell'uso" si ritenga che dall'uso personale "possa derivare pericolo per la sicurezza pubblica", qualora l'interessato risulti già condannato, anche non definitivamente, per reati contro la persona, contro il patrimonio, per fatti inerenti gli stupefacenti o per violazione alle norme sulla circolazione stradale, può essere inoltre sottoposto ad una o più delle seguenti misure (per una durata massima di due anni):
- obbligo di presentarsi almeno due volte a settimana presso il locale ufficio della Polizia di Stato o presso il comando dell'Arma dei carabinieri territorialmente competente;

- obbligo di rientrare nella propria abitazione, o in altro luogo di privata dimora, entro una determinata ora e di non uscirne prima di altra ora prefissata;

- divieto di frequentare determinati locali pubblici;

- divieto di allontanarsi dal comune di residenza;

- obbligo di comparire in un ufficio o comando di polizia specificamente indicato, negli orari di entrata ed uscita dagli istituti scolastici;

- divieto di condurre qualsiasi veicolo a motore (questa per una durata massima di anni quattro).

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Venerdì, 04 Agosto 2017 15:33

Nigeriano spara per evitare un controllo

San Pietro in Casale (BO)– I Carabinieri della Stazione di Malalbergo, hanno arrestato un quarantottenne Nigeriano, residente a San Pietro in Casale, coniugato, operaio, pregiudicato, per i reati di "resistenza e lesione personale ad un pubblico ufficiale ed accensioni ed esplosioni pericolose".

Il fatto è accaduto circa alle ore 01.00 odierne quando i carabinieri allertati da alcuni cittadini del luogo si sono recati a San Pietro in Casale in via Matteotti ove hanno individuato l'uomo a piedi e l'hanno chiamato per sottoporlo a controllo. In risposta il nigeriano esplodeva due colpi con una pistola scacciacani, riproducente quella in dotazione alle forze di polizia, da una distanza di circa 15 metri, per poi tentare di darsi alla fuga a piedi. Lo stesso veniva raggiunto dopo un breve inseguimento a piedi e aggrediva i militari procurando loro lesioni medicate presso il pronto soccorso dell'ospedale di Bentivoglio.

L'arrestato verrà giudicato nella mattinata odierna con rito direttissimo dal Tribunale di Bologna.

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Giovedì sera, un 49enne di Castel del Rio, appassionato di reperti storici, si è recato presso la Stazione Carabinieri del luogo portando una cassetta contenente:

- ossa umane (una mandibola con denti e una protesi dentale), verosimilmente appartenenti a un soldato tedesco caduto nell'ultima guerra:
- 127 proiettili cal. 7,62;
- 3 granate da lancio con carabina o a mano, da 20 mm;
- parte di una granata tedesca priva di impugnatura;
- una piastrina metallica di riconoscimento;
- un mirino per fucile;
- 47 bottoni metallici, la parte di una sciarpa in stoffa, una gavetta metallica, un recipiente metallico, due spazzolini da denti, un tubetto di dentifricio esaurito, un portasapone, alcuni recipienti circolari metallici, 3 fibbie metalliche, un cucchiaino e un pettine.

I militari hanno messo in immediata sicurezza il materiale esplosivo ed hanno poi accertato che l'uomo aveva rinvenuto tutto nei mesi scorsi in un terreno del luogo e lo ha detenuto fino ad allora all'interno della propria abitazione.

L'uomo è stato arrestato per sottrazione di cadavere e detenzione abusiva di munizionamento da guerra, ma, in virtù del suo stato di incensurato, è stato rimesso in libertà su disposizione dell'Autorità Giudiziaria (Art. 121 delle disposizioni attuative del c.p.p.).

Il materiale consegnato ai Carabinieri è stato sequestrato e analizzato dagli uomini della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale Carabinieri di Bologna, in attesa di ulteriori provvedimenti, mentre i resti ossei sono stati depositati presso la camera mortuaria dell'AUSL di Imola.

L'episodio offre l'opportunità di lanciare un appello a tutti coloro che, casualmente o a seguito delle ricerche che conducono abitualmente gli appassionati di reperti storici, rinvengono resti umani od ordigni bellici a rischio di deflagrazione: bisogna immediatamente avvisare le Forze dell'Ordine, chiamando il 112 o i Carabinieri del luogo, senza prendere altre iniziative, quali il maneggio, lo spostamento o perfino il trasporto e la detenzione presso le proprie abitazioni. Queste azioni oltre ad essere estremamente pericolose per la propria ed altrui incolumità, come accaduto la scorsa settimana a Monterenzio, dove due persone sono state dilaniate dall'esplosione di un ordigno bellico che stavano maneggiando, possono configurare reati e comportare l'arresto o la denuncia dei responsabili.

(Foto – Stazione Carabinieri Castel del Rio. Comando Provinciale Carabinieri Bologna)

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Gaggio Montano, 25 agosto 2016 – Camionista guarda dagli specchietti retrovisori e vede delle braccia uscire dal cassone. Cinque cittadini afghani identificati dai Carabinieri ai sensi dell'Art. 6 del Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286.

I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Vergato hanno identificato cinque cittadini afghani, di età compresa tra i 15 e i 38 anni che, dopo aver attraversato la Turchia, la Bulgaria, la Serbia e la Croazia, erano entrati clandestinamente in Italia, viaggiando nel cassone di un camion, all'insaputa del conducente.

E' successo lunedì sera lungo la Strada Statale "Porrettana", all'altezza di Marano, una località situata nel comune di Gaggio Montano, quando il camionista, 48enne rumeno, ha chiamato il 112 dicendo di aver visto, guardando dagli specchietti retrovisori della cabina di guida, alcune braccia che fuoriuscivano dal cassone del mezzo che stava guidando in direzione dell'Alto Reno Terme.

All'interno del cassone ispezionato dai Carabinieri sono stati individuati i cinque cittadini afghani che stavano viaggiando di nascosto e illegalmente per una destinazione ignota. Dopo aver contattato i sanitari del 118 per accertare le condizioni di salute dei "passeggeri", questi sono stati inviati, a parte il minorenne che è stato accompagnato presso una struttura per minori situata in Provincia, presso gli Uffici della Questura di Bologna per regolarizzare la posizione sul Territorio Nazionale.

(Fonte Comando Provinciale Carabinieri Bologna)

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I Carabinieri della Stazione di Crevalcore hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di una 31enne rumena, senza fissa dimora, ritenuta responsabile di rapina aggravata in concorso.

Il provvedimento cautelare, emesso dall'Ufficio del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna, nasce da una richiesta della locale Procura della Repubblica a seguito di un'indagine dei Carabinieri avviata con la denuncia di un 76enne di Crevalcore che il 21 maggio scorso venne rapinato in via Giacomo Matteotti da due donne che si erano avvicinate con la scusa di avere un rapporto sessuale. Nella circostanza, la vittima era stata aggredita, scaraventata a terra e privata del suo orologio d'oro che indossava. A rapina conclusa, le due donne si erano dileguate a bordo di una Skoda Fabia.

L'attività investigativa dei militari ha permesso di risalire alla 31enne destinataria del provvedimento, tra l'altro gravata da precedenti di polizia. La donna, individuata sabato mattina a Ravarino (MO) dai Carabinieri della Stazione di Crevalcore, è stata arrestata e condotta presso la Casa Circondariale di Modena.

Le indagini dei Carabinieri proseguono nei confronti di un'altra rumena, anche lei gravata da precedenti di polizia, sospettata di aver preso parte alla rapina descritta.

Nella foto di PASCU Lidia, la 31enne rumena destinataria del provvedimento. (vedi Galleria Immagine)

La compagnia Carabinieri di San Giovanni in Persiceto suggerisce che, qualora vi siano altre vittime di rapine analoghe commesse nel bolognese, possono rivolgersi alla più vicina Stazione dei Carabinieri per avere ulteriori dettagli.

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Incidete con petardo inesploso al "Parco". Stranamente ancora caldo il petardo esplode nelle mani di chi l'aveva recuperato. I Carabinieri della Stazione di San Pietro in Casale hanno avviato le indagini contro ignoti per lesioni colpose e hanno fatto accertamenti per verificare la eventuale presenza di altri oggetti simili.

Bologna 4 gennaio 2016 -

Un 59enne di San Pietro in Casale, mentre stava passeggiando all'interno del parco "De Simone" in compagnia di Spritz, un cane razza "Bolognese" dal manto bianco, si è improvvisamente accorto che l'animale aveva iniziato a giocare con un piccolo oggetto rosso di forma sferica.
Preoccupato per l'incolumità di Spritz, il 59enne costringeva il cane ha lasciare l'oggetto, dopodiché lo raccoglieva per osservarlo meglio. Lo stesso, resosi conto di aver preso tra le mani un petardo, inspiegabilmente ancora caldo, decideva di gettarlo via e nel farlo rimaneva ferito da un'esplosione che lo costringeva a recarsi subito al Pronto Soccorso di Bentivoglio per farsi medicare alcune ustioni che si era procurato, ottenendo così una prognosi di 15 giorni.

I Carabinieri della Stazione di San Pietro in Casale hanno avviato le indagini contro ignoti per lesioni colpose e per scongiurare altri episodi si sono recati nel parco alla ricerca di oggetti simili che, fortunatamente, non hanno trovato.
(Fonte Carabinieri Bologna 2 gennaio 2016)

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Si aspettano i risultati dell'esame autoptico, effettuato venerdi mattina, che chiarirà molti punti oscuri. Nessuna ipotesi è stata accantonata ma si propende per un gesto volontario.

Fontevivo - L'autopsia chiarirà, se non tutti, tanti punti oscuri sulla morte di Enrico Allodi, imprenditore agricolo di Bianconese, frazione di Fontevivo, 48 anni e una vita per la sua azienda di famiglia.

Il corpo di Allodi è stato trovato venerdì mattina da un suo collaboratore. A terra, accanto al suo fuoristrada. Su di lui le tracce di una morte violenta. Ferite sulla nuca, lesioni, provocate forse da una caduta. Una morte che è ancora un mistero. Perché da subito è sembrato un omicidio ma , dopo una prima, attenta ricostruzione, non si è escluso il suicidio, anomalo, caratterizzato da un'agonia prolungata, forse dovuta ad un piano per togliersi la vita andato male.

E il suicidio sembrerebbe, a questo punto delle indagini, l'ipotesi più attendibile. L'uomo potrebbe aver provato a impiccarsi, visto che al suo fianco è stata trovata una fune? Se così fosse, si tratterebbe di un tentativo mal riuscito e dall'esito atroce? Ferito, agonizzante Allodi, forse, avrebbe preso la sua auto, andando a sbattere contro il muro della stalla.

Le indagini proseguono senza tralasciare niente della vita privata e di quella lavorativa dell'agricoltore.
Neppure l'incendio avvenuto una settimana fa in azienda, dove sono andate bruciate centinaia di balle di fieno. Un fatto che dà da pensare agli investigatori, visto che non pare possibile si sia potuto trattare di autocombustione, considerate le temperature miti di questi giorni e l'assenza, nelle vicinanze, di centraline elettriche.
Si scava nel privato della vittima.

Un uomo apparentemente tranquillo che abitava con la madre e dedicava la sua vita all'impresa a conduzione familiare con uno dei fratelli.
Solo nei prossimi giorni, sulla base degli esiti dell'esame autoptico, si potranno stabilire, con esattezza, orario del decesso e soprattutto le modalità della morte. Modalità che, se si trattasse di un suicidio, sarebbero del tutto inconsuete.

 

Pubblicato in Cronaca Parma
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