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Giovedì, 30 Gennaio 2020 11:55

Operazione "Bologna Sommersa"

Eseguite da Carabinieri e Polizia di Stato di Bologna misure cautelari personali e reali, nei confronti di 5 persone e 2 società.

L’articolata e complessa indagine, condotta dalla Stazione Carabinieri di Anzola dell’Emilia (BO) e dalla 4^ Sezione dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Bologna (con il supporto della Direzione Provinciale dell’INPS di Bologna, dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Bologna e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Bologna) da agosto 2017 - coordinata dal Procuratore Capo di Bologna dott. Giuseppe AMATO e dal Sostituto Procuratore dott. Flavio LAZZARINI, condivisa dal G.I.P. del Tribunale di Bologna dott. Alberto GAMBERINI, che ha emesso l’Ordinanza applicativa delle misure cautelari – ha permesso di appurare l’esistenza di una stabile e consolidata associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, alla truffa ai danni dello Stato e all’induzione alla falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale.

Le indagini sono state avviate dai Carabinieri della Stazione di Anzola Emilia, che, nel corso dei controlli di rito richiesti dall’Ufficio Immigrazione della Questura in ordine all’istanza di una cittadina extracomunitaria di rinnovo del permesso di soggiorno, concessole sulla base di un “normale e regolare” rapporto di lavoro subordinato, avevano invece constatato che la stessa esercitava il meretricio lungo la via Emilia.
Insospettiti per l’evidente incompatibilità di un normale contratto di lavoro con l’attività di meretricio, i Carabinieri hanno effettuato degli approfonditi accertamenti che hanno permesso di appurare che il contratto di lavoro in argomento fosse fittizio e strumentale al rinnovo del permesso di soggiorno e all’emissione di indennità da parte dell’INPS.

Le successive complesse attività investigative, svolte con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione controllo e pedinamento, consentivano di acquisire gravi elementi indiziari circa l’esistenza di una stabile organizzazione nella quale i partecipanti, a seconda del proprio ruolo, instauravano rapporti di lavoro fittizi, sulla base dei quali i beneficiari ottenevano il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno, nonché indebite erogazioni di indennità da parte dell’INPS (disoccupazione, maternità) a fronte di contributi previdenziali mai versati.
Dalle indagini effettuate congiuntamente da Carabinieri e Polizia di Stato, anche mediante analisi di copiosa documentazione, è emerso che due cittadini italiani, un cinquantanovenne e una cinquantatreenne, residenti in un popoloso comune dell’hinterland bolognese, rispettivamente procuratore generale e amministratore unico di due società “fantasma”, registrate alla Camera di Commercio di Bologna e rivelatesi strumentali all’esercizio delle attività illecite, grazie alla complicità di stimati professionisti del settore operanti nel capoluogo felsineo (2 consulenti del lavoro, un sessantacinquenne e un sessantaduenne, e un commercialista cinquantaquattrenne), avevano instaurato almeno 200 rapporti di lavoro fittizi a favore di altrettanti cittadini stranieri extracomunitari e talvolta italiani, i quali poi avevano ottenuto (o tentato di ottenere) il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno, ovvero incassato indebitamente dall’INPS varie indennità.

L’attività investigativa ha permesso di accertare che:
- le due società erano, in realtà, delle “scatole vuote” totalmente prive di mezzi, organizzazione, addirittura delle sedi sociali, di qualsivoglia rapporto di conto corrente bancario o postale e sconosciute al fisco;
- non avrebbero mai potuto assumere, a tempo indeterminato, 200 lavoratori, anche in considerazione dell’attuale assetto del mondo del lavoro, caratterizzato – specialmente per i nuovi assunti – da contratti a termine;
- alcuni dei falsi contratti di lavoro sono stati usati da 10 soggetti sottoposti a pene detentive o misure cautelari per ottenere la concessione del beneficio di misure alternative alla detenzione, ovvero l’autorizzazione ad allontanarsi dal luogo degli arresti domiciliari;
- i due proprietari delle società e la madre di uno di questi sono risultati datori di lavoro domestico di oltre 60 dipendenti.

Il danno per lo Stato è stimato in circa 500.000 euro.
Sulla base degli accertamenti eseguiti, sono state effettuate le procedure di rigetto delle istanze volte ad ottenere i permessi di soggiorno ottenuti sulla base di presupposti fraudolenti, nonché quelle di recupero delle somme indebitamente percepite.

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Imola (BO): mamma lascia la figlia in auto davanti a scuola per prendere l'altro figlio e arriva il ladro.

Bologna 24 gennaio 2020 - I Carabinieri della Stazione di Imola (BO) hanno avviato le indagini per risalire all’autore di un furto aggravato, commesso ieri pomeriggio nell’abitacolo di un veicolo parcheggiato davanti a una scuola di via San Benedetto. Fortunatamente, il ladro, dopo aver sfondato il finestrino, lato guida dell’auto, ha rubato soltanto una borsa da donna contenente una cinquantina di euro e alcuni effetti personali, evitando di prendere altre iniziative pericolose nei confronti di una bambina di undici anni, seduta sul sedile posteriore, e impegnata a fare un disegno, in attesa del ritorno della mamma che era andata temporaneamente a scuola a prendere un altro figlio.

A parte l’enorme spavento, dovuto all’esplosione dei vetri infranti da una gomitata sferrata dal malvivente, la bambina è rimasta illesa. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Imola (BO).

 

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Bologna, la droga del piacere dilaga in città. Sette trafficanti, 6 di Bologna e uno di Parma, arrestati dai carabinieri.

Bologna 25 gennaio 2020 - I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro hanno arrestato sette trafficanti di droga durante un’attività investigativa complessa, avviata di recente e finalizzata a disarticolare il mercato bolognese delle sostanze stupefacenti chimiche (MEFEDRONE, GHB E METAMFETAMINA), spesso utilizzate nei festini a base di sesso e droga, comunemente conosciuti come “ChemSex”.

I trafficanti di droga finiti in manette con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, sono italiani, di età compresa tra i 26 e i 49 anni e abitano tutti a Bologna, tranne uno, domiciliato in provincia di Parma.

Gli arresti sono stati eseguiti grazie alla collaborazione di alcuni cittadini virtuosi che, determinati a fermare la piaga sociale della droga, non hanno esitato ha segnalare ai Carabinieri i movimenti sospetti dei sette spacciatori che utilizzavano le proprie abitazioni come basi di scambio delle sostanze stupefacenti chimiche, la maggior parte MEFEDRONE e in alcuni casi anche il GHB che i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro sono riusciti a sequestrare durante le perquisizioni domiciliari a casa dei soggetti, che, essendo quasi tutti incensurati e avendo attività lavorative importanti, si ritenevano irraggiungibili.

Le operazioni antidroga continuano e i cittadini bolognesi che vogliono collaborare con le Forze di polizia, segnalando situazioni analoghe, possono rivolgersi ai Carabinieri della Stazione Bologna, presso la caserma di viale Enrico Panzacchi 14.


All. Foto di repertorio CC Bologna.

 

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Premiato a Parma il Generale dei Carabinieri Rosario Aiosa, Medaglia d’Oro al Valor Militare

Parma, 9 novembre 2019 - Il Generale di Corpo d’Armata dei Carabinieri Rosario Aiosa, Medaglia d’Oro al Valor Militare, ha ricevuto oggi a Parma il premio nazionale “Una vita per la Patria” istituito dalla Associazione Nazionale Mutilati Invalidi di Guerra (Sezione di Parma) e dalla Associazione culturale “Libertà Parmigiana”. La cerimonia del premio, nato per onorare quanti vestendo la divisa si sono sacrificati per la Patria, si è svolta al Palazzo Ducale di Parma e ha visto gli interventi del Col. Salvatore Altavilla, Comandante Provinciale dei Carabinieri, del Vice Presidente dell’Anmig di Parma, Stefano Bianchi, del Presidente dell’Associazione culturale “Libertà Parmigiana” Pino Agnetti e dello stesso Aiosa, che ha ricordato anche i due carabinieri – l’appuntato Alfredo Beni e il Maresciallo Sergio Piermanni – uccisi nel sanguinoso conflitto al fuoco del maggio 1977 con un gruppo di pericolosi malviventi appartenenti al “clan dei catanesi”. Un episodio passato poi alla storia come “la battaglia delle Marche” e per il quale l’allora Capitano Aiosa e i due militari caduti nell’operazione ricevettero la massima onorificenza al valor militare.

L’atto di eroismo del Generale Aiosa e dei suoi uomini
Nella notte del 18 maggio 1977, a Porto S. Giorgio nelle Marche, l’allora Capitano e Comandante di Compagnia Rosario Aiosa fu protagonista insieme ai suoi uomini di un episodio di autentico eroismo nel tentativo di arrestare un gruppo di pericolosi malviventi appartenenti al “clan dei catanesi”. Nel duplice e sanguinoso conflitto a fuoco che ne seguì, persero la vita due Carabinieri – l’Appuntato Alfredo Beni e il Maresciallo Sergio Piermanni - e altri due furono feriti gravemente. Uno di questi era lo stesso Aiosa che, noncurante delle lesioni riportate, organizzò il trasporto in ospedale degli altri militari colpiti e, prima di consentire il proprio ricovero, trasmise via radio al comando superiore le notizie che poi permisero la eliminazione dell’intera organizzazione criminale. Per quella azione, insieme al Generale Aiosa, furono insigniti della Medaglia d’Oro al Valor Militare anche l’appuntato Beni e il Maresciallo Piermanni e un quarto carabiniere ricevette la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
www.unavitaperlapatria.it 


Ass. Naz. Mutilati e Invalidi di Guerra (Sez. di Parma) Strada Repubblica, 41 43121 Parma Tel. 0521282906-3387060302 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Associazione Culturale Libertà Parmigiana Via Carducci, 18 43121 Parma · Tel. 347.2559679 · Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Mercoledì, 04 Settembre 2019 09:54

Incidente mortale a Medicina

Medicina, incidente stradale mortale in via San Vitale Ovest. 

Medicina (BO), 4 settembre 2019. Ieri sera i Carabinieri della Tenenza di Medicina e del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Imola sono stati impegnati a rilevare un incidente stradale grave sulla via San Vitale Ovest. Una 32enne italiana alla guida di una Fiat Punto è finita fuori strada. A causa dell'impatto violentissimo, la donna e le due figlie di 4 e 14 anni sono state trasportate in elicottero in gravi condizioni al Pronto Soccorso dell'Ospedale Maggiore di Bologna.

Questa mattina, la bambina di 4 anni è deceduta.


All: Foto – Comando Provinciale Carabinieri Bologna.

 

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Giovedì, 25 Luglio 2019 07:47

Automobilisti cocainomani e ciclisti ubriachi

Molinella e Medicina, Automobilisti cocainomani e ciclisti ubriachi, due persone denunciate dai carabinieri.

I Carabinieri della Stazione di Portonovo e della Tenenza di Medicina hanno denunciato due persone durante i controlli alla circolazione stradale.
Un 36enne marocchino dovrà rispondere di guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, perché è risultato positivo alla cocaina dopo che era stato sottoposto alle analisi del sangue a seguito di un incidente stradale non grave accaduto in via Camerone a Molinella. L’impatto potrebbe essere stato provocato da un deficit di attenzione del conducente dovuto agli effetti della cocaina che aveva assunto. Il 36enne, infatti, non è riuscito a tenere sotto controllo la sua Ford Focus che ha terminato la marcia in un canale di scolo parallelo alla carreggiata. Il veicolo è stato sequestrato dai Carabinieri della Stazione di Portonovo ai fini della confisca.

Un 53enne italiano dovrà rispondere di rifiuto di sottoporsi all’accertamento dello stato di ebbrezza, oltraggio a pubblico ufficiale, danneggiamento di veicolo militare. È successo durante un posto di controllo che i Carabinieri della Tenenza di Medicina stavano effettuando in via San Paolo a Medicina. Alla vista dei militari, il 53enne, chiaramente ubriaco e in sella a una bicicletta, è sceso dal mezzo barcollando, poi si è ripreso e dopo aver farfugliato qualcosa ha scaraventato la bici contro l’autoradio dei Carabinieri, danneggiandolo all’altezza del paraurti anteriore. Non soddisfatto dell’esito, il ciclista ha iniziato a ingiuriare i militari. Cessati gli effetti dell’alcol, il 53enne si è tranquillizzato.


Foto – Comando Provinciale Carabinieri Bologna.



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Un diciottenne di origini albanesi residente a Fidenza in provincia di Parma, è ricoverato all'ospedale Bufalini di Cesena in seguito ad un violento pestaggio da parte di un gruppo di nordafricani suoi coetanei. L'allarme è stato lanciato da alcuni passanti presenti sul posto. I carabinieri indagano.

Di Nicola Comparato - 8 kuglio 2019 - Il fatto è avvenuto tra sabato e domenica notte a Riccione in Piazzale Azzarita intorno alle ore 2. Un gruppo di nordafricani avrebbe circondato e aggredito violentemente il ragazzo per rubargli il cappellino, che secondo le informazioni in nostro possesso, cercando di riappropriarsene avrebbe scatenato la furia del branco. Il giovane inizialmente accompagnato dal 118 al Pronto Soccorso, è stato in seguito trasportato all'ospedale Bufalini di Cesena nel reparto di rianimazione per la gravità delle sue condizioni. La prognosi è riservata.

La vittima è in stato di coma farmacologico e presenta gravi lesioni alla testa.

Ora saranno le videocamere di sorveglianza di alcuni locali dei dintorni, insieme ai racconti dei testimoni, ad aiutare i carabinieri nelle indagini per cercare di ricostruire i fatti e per risalire agli aggressori di cui si sono perse le tracce.

(Foto di copertina scattata da Valentina Carpin)

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Dalle prime luci dell'alba fino alla tarda serata di ieri, personale della Squadra Mobile di Benevento e della Compagnia Carabinieri di Cerreto Sannita (BN) ha dato esecuzione ad un'ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Fermo, che aveva disposto la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di tre cittadini di nazionalità albanese e l'obbligo di presentazione alla P.G. a carico di un quarto soggetto della stessa etnia.

Gli uffici investigativi operanti hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza circa il loro coinvolgi-mento in numerosi episodi di furto in abitazioni ed esercizi commerciali ubicati nella stessa provincia di Fermo ed in quelle di Ascoli Piceno, Macerata e Caserta, commessi tra il maggio ed il giugno 2018.

L'attività d'indagine congiunta, coordinata originariamente dalla Procura di Benevento e poi da quella del Capoluogo marchigiano, aveva preso origine da una rapina consumata il 28 febbraio 2018 ad Amorosi (BN), all'interno dell'abitazione di un medico.

Nell'occasione quattro individui travisati, armati di pistola e machete, avevano ferito il cognato della vittima, colpendolo con calci e pugni, asportando poi alcune centinaia di euro.

I primi tre indagati erano stati tratti in arresto, in momenti diversi e sempre attraverso indagini con-giunte, anche per una seconda rapina in abitazione, consumata a Traversetolo (PR) il 2 giugno 2018, ai danni di una giovane donna. Nel corso dell'evento criminoso erano stati asportati oltre 20.000 euro e monili di valore ma senza conseguenze per le persone.
Durante l'attività d'indagine, svolta anche con la collaborazione delle Squadre Mobili di Ascoli Pi-ceno, Parma e Fermo e del Comando Provinciale di Parma e Fermo, era stata formulata richiesta di misura anche nei confronti di un'ulteriore donna, compartecipe in alcuni episodi criminosi.

Uno degli indagati è stato rintracciato all'alba nella zona di Caivano, ad altri due i provvedimenti sono stati notificati presso le case circondariali di Benevento e Parma, mentre la donna destinataria della misura della custodia cautelare in carcere, è stata tratta in arresto in serata nella zona di Civitanova Marche, al termine di un'estenuante attività finalizzata al rintraccio.

Il particolare modus operandi dei malviventi era caratterizzato dalla cosiddetta tecnica del foro, che consiste nel praticare dei fori sugli infissi con trapani a mano, per poi inserirvi congegni metallici destinati ad aprire dall'interno le finestre.

 

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Altre operazioni di servizio in materia di droga da parte dei Carabinieri della Compagnia di Imola che per stroncare il traffico di sostanze stupefacenti lungo la via Emilia hanno arrestato altri due italiani, madre e figlio di 48 e 24 anni. E' successo durante un blitz in appartamento che i Carabinieri della Stazione di Castel San Pietro Terme hanno effettuato nell'abitazione dei due parenti. Marijuana, un bilancino elettronico di precisione, 2.200 euro in contanti e altri elementi utili per lo sviluppo delle indagini è quanto i Carabinieri hanno trovato e sottoposto a sequestro. La sostanza stupefacente è stata affidata ai tecnici del Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale di Bologna e i due soggetti sono stati sottoposti agli arresti domiciliari su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna.

Proseguono costantemente i controlli anti droga dei Carabinieri della Compagnia di Imola lungo le strade del Nuovo Circondario Imolese. Così, dopo i recenti sviluppi investigativi ottenuti dai Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Imola e da quelli della Stazione di Dozza, è stata la volta dei colleghi di Medicina che hanno arrestato un 64enne del luogo per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. E' successo ieri pomeriggio, quando l'uomo, fermato in via Pietro Nenni da una pattuglia dei Carabinieri della Tenenza di Medicina, mentre si trovava al volante di un'auto, è stato trovato in possesso di un portamonete contenete alcuni grammi di hashish. Conoscendo l'indole criminale del soggetto, i Carabinieri gli hanno perquisito anche l'abitazione, trovando 83 grammi della stessa sostanza stupefacente. In attesa dell'udienza di convalida dell'arresto, il 64enne è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

I Carabinieri della Stazione di Dozza hanno denunciato due italiani, un 18enne e un 23enne, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. E' successo ieri pomeriggio sulla via Emilia, all'altezza di Toscanella, quando i Carabinieri della Stazione di Dozza, impegnati in un servizio anti droga nel Nuovo Circondario Imolese, hanno sorpreso il 23enne con alcuni grammi di marijuana, 560 euro in contanti e una bilancina di precisione. La sostanza stupefacente si trovava all'interno di un marsupio che il giovane aveva nell'auto che stava guidando in compagnia di un passeggero, l'amico 18enne risultato negativo al controllo veicolare, ma non a quello domiciliare. I militari, infatti, sospettando qualcosa, hanno approfondito il controllo nell'abitazione dei due ragazzi. Negativa la perquisizione domiciliare a carico del 23enne, positiva, invece, quella a carico del 18enne trovato in possesso di un'ascia e altri grammi di marijuana.

I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Imola hanno arrestato un 25enne imolese ai sensi dell'Art. 73 del D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 "Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope". E' successo durante una perquisizione domiciliare che i Carabinieri hanno eseguito a casa del giovane, a seguito di un'attività info-investigativa tesa a stroncare il traffico di sostanze stupefacenti nel Nuovo Circondario Imolese. Le ipotesi investigative dei Carabinieri sono state confermate dal ritrovamento di piante e ramoscelli di cannabis in corso di essiccazione, un bilancino elettronico di precisione e una discreta quantità di attrezzatura (lampade al sodio, termostato digitale, ventilatore, aspiratore e deumidificatore) idonea a ricreare il clima adeguato per la crescita delle piante. La sostanza stupefacente è stata analizzata dai Carabinieri del Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale di Bologna. Ieri mattina, in sede di giudizio direttissimo presso il Tribunale di Bologna, l'arresto è stato convalidato e il giovane è stato rimesso in libertà con l'obbligo di presentarsi tre volte a settimana presso gli uffici della Polizia Giudiziaria.

All: Foto - Comando Provinciale Carabinieri Bologna.

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Per fortuna che ci sono i Carabinieri, così come la Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco e tutte le altre forze dell'ordine, ma in questa circostanza è un uomo dell'Arma che si è distinto.

Di Lamberto Colla Parma 21 marzo 2019 - I fatti ormai sono noti, un senegalese naturalizzato italiano, perfettamente integrato al punto di essere abilitato alla guida di un mezzo per il trasporto di ragazzini, ha sequestrato 51 giovanissimi, legandogli le mani con i nastri da elettricista dopo aver sequestrato i loro cellulari. Direzione Linate dove aveva intenzione di compiere una strage di innocenti per vendicare le morti in mare.

Se quanto era nella mente di Ousseynou Sy, il 47enne sequestratore e probabile terrorista di origini senegalesi, non è andato in porto lo si deve a due fattori imprevedibili:

1. la astuzia coraggiosa del ragazziono che ha finto di non possedere il cellulare riuscendo quindi a chiedere i soccorsi;

2. il coraggio e la prontezza di riflessi del carabiniere che dopo avere intercettato il mezzo l'ha speronato e immediatamente si è scagliato a mani nude sul mezzo, spaccando i vetri e le sue stesse mani, ma portando a casa la vita a 51 ragazzini mentre l'autobus andava a fuoco, dopo che il delinquente  aveva cosparso gli interni di liquido infiammabile e poi appiccato il fuoco.

Nell'arco di 40 minuti tutto il dramma si è risolto positivamente senza l'intervento delle forze speciali, ma solo grazie alla professionalità e dedizione di quegli operatori della sicurezza che quotidianamente presidiano le nostre strade, i quartieri, le autostrade, sempre pronti a intervenire per salvare la pelle a qualcuno con il rischio di lasciarci la loro.

Ebbene, dopo che tutto si è concluso positivamente, ecco che i soloni della politica e del giornalismo partiticizzato inizano a tamburellare contro Salvini, contro la politica dell'immigrazione voluta da Salvini ma sostenuta dalla maggioranza dei cittadini, almeno a detta dei sondaggi.

Così in primo piano passano le accuse di natura strettamente politica e non la celebrazione delle forze dell'ordine che hanno saputo rispondere con prontezza, tempestività, coraggio e assumendosi enormi responsabilità personali. 

Se qualcosa fosse andato storto avremmo dovuto assistere a qualche processo, non solo mediatico, al gruppo di intervento dell'Arma e ai loro superiori. Le cronache ne avrebbero parlato per giorni e giorni mentre oggi, a operazione conclusa con ben 51 giovani vite salvate, della prodezza di questi uomini in divisa nera con guarnisioni rosse e argentate, già non se ne parla più

Credo che il famoso giornalista Gad Lerner avrebbe potuto spendere parole positive verso l'Arma invece di cogliere l'ennesima occasione per colpire chi non la pensa come la parte politica di sua appartenenza. La "follia criminale del cittadino italiano" - commenta il giornalista - è semplicemente "l'esito di una contrapposizione isterica che manifesta ostilità agli immigrati additandoli come privilegiati, negando le loro sofferenze e la loro umanità".

Lerner ha cantato quasi subito ma presto molti altri si aggiungeranno al coro mentre il Carabiniere "eroe" tornerà di pattuglia augurandosi che non gli accreditino il conto della "gazzella" incidentata nello speronamento.

Poi qualcuno indagherà e, auguriamoci, condannerà coloro che hanno omesso di informare del passato criminale dell'autista, tra i cui reati annovera guida in stato di ebbrezza, quando pare già lavorasse per la compagnia attuale, e di  violenza sessuale

Se questo era una risorsa integrata, figuriamoci gli altri! No comment,

 

Pubblicato in Politica Emilia
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