Il mondo sta cambiando radicalmente nel pieno dell’emergenza sanitaria. Vengono prese decisioni complesse per tutelare e riorganizzare sia la forza lavoro sia le nostre comunità; nel contempo, si procede con le attività lavorative, gestendo le criticità e continuando ad operare in un mutato contesto globale. I lavoratori iniziano concretamente a svolgere le loro attività da remoto, come misura per contenere la diffusione del virus, e, malgrado la maggior parte delle aziende siano ancora impreparate, il “lavoro agile” pare volersi imporre. Si farà sempre più ricorso agli strumenti per i meeting virtuali, per poter interagire in una nuova modalità e condividere aggiornamenti in tempo reale: l'efficienza dei lavoratori migliorerà e permetterà alle imprese di ridurre i costi oltre che l’impatto ambientale.
Secondo Mal’Aria 2019- il rapporto annuale sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane- nel 2018, in ben 55 capoluoghi di provincia sono stati superati i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili o per l’ozono; si contano più decessi in rapporto alla popolazione (nel 2015, pari a più di 60.600), con la Pianura Padana che risulta l’area più inquinata d’Europa.
Grazie anche al telelavoro, è possibile ridurre la quantità delle ore di pendolarismo e, dunque, minor congestione del traffico, diminuzione del numero di incidenti, meno fattori inquinanti ed una conseguente migliore qualità dell’aria.
Da qualsiasi luogo i dipendenti potranno lavorare come se fossero seduti davanti ai loro computer in ufficio. Il telelavoro non ridurrà solamente le emissioni nocive, ma garantirà una migliore organizzazione della vita familiare. Infatti, conciliare la vita familiare e quella lavorativa in Italia è operazione complessa, soprattutto per le donne. Secondo i dati Istat, infatti, chi ne ha possibilità, sceglie soluzioni come il part time orizzontale per poter conciliare maternità e lavoro. Ma sono ancora molte le lavoratrici che non possono ricorrere a contratti di lavoro a tempo parziale, così come altrettanto numerose sono le neo-mamme che non rientrano più al lavoro dopo la maternità. L’Italia non è, ancora oggi, un “paese per mamme”, che, spesso, necessitano del supporto di nonni e familiari durante il periodo del reinserimento lavorativo.
Nonostante sia in vigore il D.P.R. 8 marzo 1999, n. 70, regolamento recante la disciplina del telelavoro nelle pubbliche amministrazioni, a norma dell'articolo 4, comma 3, della L. 16 giugno 1998, n. 1910, ad oggi pochi enti ne stanno facendo ricorso. A differenza che nel privato, nella Pubblica Amministrazione c’è ancora tanta strada da percorrere. E’ necessario un cambio di mentalità per sfatare il pregiudizio che il lavoro svolto da casa non sia produttivo.
Al netto dei decreti emergenziali succedutisi in questo infausto periodo, che richiamano all’utilizzo del lavoro agile, abbiamo bisogno di un’Italia moderna, al passo con le migliori realtà europee e mondiali.
Parma, 20.03.2020
Paolo Denni
Matteo Impagnatiello
Ugl Parma
Nei giorni scorsi, il Governo italiano ha annunciato l’adozione di misure straordinarie, per il reclutamento di 20.000 operatori sanitari, tra medici, personale infermieristico ed altre figure. Il decreto che le contiene è il numero 14 del 9 marzo 2020. Il nostro Servizio sanitario nazionale è arrivato all’appuntamento con l’emergenza coronavirus stremato da due decenni di tagli al personale, ai posti letto, ai reparti ed alla ricerca.
Anche se insufficiente, l’annuncio del numero dei professionisti assumibili mostra tutte le caratteristiche di una presa di coscienza delle gravi carenze che la macchina sanitaria italiana sta sopportando e che la vedono, specialmente ora, in forte difficoltà.
Invece, scorrendo i diciotto articoli che compongono il decreto legge in questione, si scopre che non solo il precariato è il tratto comune alle sbandierate assunzioni, ma, “gli incarichi hanno la durata di un anno e non sono rinnovabili” (art.2).
Così, per la guerra al nuovo virus, si dovrà rimanere in corsia con dispositivi di protezione che languono e ben oltre l’orario di lavoro (art.13 c.2). Ma non è finita qua, se si considera che il covid-19 ha la capacità di diffondersi rapidamente e ripresentarsi. L’articolo 7 del decreto in questione sospende la quarantena per medici ed operatori sanitari entrati in contatto con soggetti positivi. Era proprio necessario bandire un reclutamento con disposizioni per nulla favorevoli verso chi deve combattere un nemico letale, che sta incrementando il contagio anche tra gli stessi operatori?
E’ una emergenza nell’emergenza: la difficoltà nel reperire medici viene da lontano, causa il numero chiuso, cioè quell’imbuto formativo che non ha permesso a tanti studenti di laurearsi in medicina. Il numero chiuso, fortemente voluto dalla sinistra di governo degli anni novanta, ha privato e continua a privare di tante intelligenze: sono molti i cittadini italiani a cui viene ancora oggi impedito l’accesso agli studi di medicina e di questo non se ne parla, al di là dei bizantinismi politici.
In una società purtroppo globalizzata, lo Stato italiano mostra tutti i suoi limiti e la sua vocazione antiliberale, per quanto riguarda la formazione dei cittadini, e iperliberista nell’ambito finanziario, svendendo interi asset industriali ad holding straniere.
Parma, 15/03/20
Matteo Impagnatiello
Segretario prov.le Ugl Parma
E’ già da qualche settimana che si cerca di contrastare e contenere l’emergenza legata al coronavirus. Il sistema sanitario sembra reggere. Ma l’emergenza non può essere affrontata con il personale sanitario sottorganico.
La realtà, dati i numeri sempre più importanti di persone con patologie altrettanto importanti ricoverate tutte insieme, è che la situazione possa aggravarsi per l’organizzazione sanitaria.
Il rischio di contagio al quale sono esposti gli operatori sanitari è alto, così come è alto il loro carico di lavoro. Per fare fronte a questo nuovo pericolo, non ci si può permettere di ridurre i livelli di assistenza delle altre patologie. Dopo aver soppresso 758 reparti in cinque anni e ben sapendo che il Servizio sanitario nazionale è appena sufficiente a gestire l’ordinario, non si dimentichi dei pronti soccorso stracolmi, della riduzione dei posti letto, delle carenze di organico. E’ condizione imprescindibile procedere all’assunzione straordinaria di personale medico e paramedico, sia per gestire al meglio l’epidemia della covid-19, sia per avviare un piano straordinario per nuove assunzione.
Studi di associazioni del comparto sanità stanno ad indicare la mancanza di ben 11.800 medici di famiglia e 16.500 medici specialisti, in special modo i medici dell’emergenza ed i pediatri. Mancano medici a tal punto, che alcune Regioni sono state costrette a ri-assumere medici in pensione.
In Emilia-Romagna esiste il problema! Ma non mancano solo i medici. In Italia-ma anche nella regione Emilia-Romagna- vi è anche scarsità di infermieri, il cui numero è esiguo. In corsia, sono pochi gli infermieri in servizio, tant’è che ne servirebbero ulteriori 53.000, per garantire i livelli essenziali di assistenza ed evitare il burn-out del personale sanitario. Ed a Parma, cosa accade? Anche dai media locali, apprendiamo delle ferie sospese per il personale del reparto infettivologico, degli “stakanovisti della lotta al virus”, come qualche quotidiano ha titolato. Allora, tutto bene? All’Unione Generale del Lavoro, non pare. Il malessere, la tensione e la paura crescono, specialmente in una situazione già delicata, che sta per diventare esplosiva.
Gli effetti? I cittadini bisognosi di cure, ma anche i loro familiari, non vedono sempre soddisfatte le loro richieste; gli operatori sanitari si trovano costretti a lavorare in contesti sempre più complessi; più in generale, il benessere psico-fisico dell’intera comunità ne risente.
Il momento, seppure di criticità, può essere l’occasione giusta per soddisfare con coraggio e decisione i bisogni, ma non facendo leva sul personale già messo a dura prova. Per questo, anche a Parma, dicono che tutto va bene.
Va tanto bene che il presidente Bonaccini tende la mano alla Lombardia. Sia chiaro: la solidarietà interregionale è un valore, se non si trascura la propria emergenza, che in Emilia-Romagna resta tale.
Parma, 01.03.2020
Matteo Impagnatiello
Segretario prov.le Ugl Parma
Mercoledì 19 febbraio alle ore 18:30, all'Hotel Parma Congressi, nuovo appuntamento del calendario di eventi socio-culturali ideati, promossi, organizzati da Matteo Impagnatiello Segretario Provinciale UGL.
La presentazione del libro "Contro l'onda che sale" di Francesco Borgonovo, vicedirettore del quotidiano La Verità, sarà al centro di un dibattito moderato dallo stesso Impagnatiello, a cui parteciperanno l'avv. Luigi Tanzi ed i consiglieri comunali Tommaso Vergiati (Collecchio) e Luca Furlotti (Langhirano).
Un saggio che racconta il fenomeno politico del momento, le Sardine, che hanno influenzato il risultato delle elezioni regionali in Emilia-Romagna, ed ambiscono a recitare un ruolo da protagonista sulla scena politica italiana. Borgonovo spiega nella sua narrazione che le sardine sono un'unicità del panorama mondiale, perché scendono in piazza non contro il governo, bensì contro l'opposizione. Un gigantesco bluff, che ha riempito le piazze italiane, dove da tempo la sinistra non riusciva più a radunare folle di enorme rilevanza. Un meccanismo forse manovrato dall'estero, che ha lo scopo di scardinare il processo di intermediazione democratica tra periferia e centro, già alterato dalla mancanza di reale rappresentatività in sede parlamentare e dalla oramai cronica disaffezione degli elettori verso un sistema politico che non riesce a tradurre in atti concreti i bisogni della gente.
Borgonovo riflette, infine, sulle dinamiche politiche italiane che hanno sempre visto la destra emarginata o ancorata ad un centro moderato in un clima sociale e culturale dominato dal pensiero di sinistra.
Mercoledì 5 febbraio, alle 18.30, alla Certosa di Parma, presso la Scuola di Polizia Penitenziaria, verrà presentato il volume “Profughi d’Italia”, con la presenza dell’autrice Petra di Laghi e vi sarà la partecipazione del consigliere comunale a Parma, Emiliano Occhi, di Patrizia Caselli, consigliere comunale a Collecchio, e di Dario Aureli, direttore della Scuola di Polizia Penitenziaria.
“L’evento culturale vuole diffondere la conoscenza dei tragici fatti, che investirono gli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, costretti ad abbandonare la propria terra di fronte alla violenza titina, nel secondo dopoguerra”, così Matteo Impagnatiello, segretario provinciale Ugl ed organizzatore della presentazione, che aggiunge “Vogliamo commemorare il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo verificatosi, così come prevede la Legge istitutiva della solennità civile nazionale italiana”.
“Ringrazio sia il direttore Dario Aureli che il comandante della Scuola, Gennaro Schiavo, per la sensibilità dimostrata e per l’ospitalità: la Scuola è il luogo ideale per approfondire e diffondere la conoscenza di ciò che accadde, al fine di conservare la memoria di quelle tragiche vicende; l’invito a partecipare è esteso a tutta la cittadinanza,” conclude il segretario, che ricorda, a chi voglia partecipare, di comunicare il proprio nominativo all’organizzazione sindacale.
Parma 26.01.2020 Matteo Impagnatiello
Segretario Ugl Parma
(foto certosa: Parma1983)
Con delibera del 26 novembre 2019, la giunta della Regione Lombardia ha deciso di stanziare l’importante somma di 400.000 euro nel 2020, e di altrettanto nel 2021, a favore degli agenti di polizia locale feriti in servizio.
Il plauso dell’Ugl va all’assessore alla Sicurezza lombarda, Riccardo de Corato, artefice della proposta. Ciò accade in Lombardia, appunto. In Emilia-Romagna ed in generale, su tutto il territorio nazionale, si auspica che vi sia la stessa volontà politica, a favore della Polizia Locale.
La categoria, oggetto di quotidiane aggressioni, riceve dunque la giusta attenzione, dopo aver scontato anni di esclusione.
Infatti, a seguito della riforma Monti-Fornero del 2011 che, come una mannaia, si è abbattuta anche contro la polizia locale, gli istituti dell’accertamento della dipendenza dell’infermità da causa di servizio, dell’equo indennizzo e della pensione privilegiata sono stati abrogati.
Successivamente alla citata riforma, è intervenuto il decreto Minniti del 17 febbraio 2017, che ha esteso ai poliziotti locali l’equo indennizzo ed ha riammesso il rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, ma non ha ripristinato la pensione privilegiata per l’agente vittima di un evento invalidante al lavoro.
L’importante contributo riconosciuto ai colleghi lombardi è cumulabile con altri fondi statali, come appunto l’equo indennizzo. Nell’ipotesi di invalidità permanente dell’agente, riconosciuta in proporzione pari o superiore al 6% e fino al 16%, all’operatore spetterà la somma di 5000 euro, mentre ammonterà a 10.000 euro, nel caso di una invalidità tra il 17% ed il 32%; in caso di invalidità tra il 33% ed il 48%, sarà riconosciuta la somma di 20.000 euro; 30.000 euro, per l’invalidità tra il 49% ed il 64%; 40.000 euro, per invalidità superiore al 65% e 50.000 euro in caso di morte.
Dopo un lungo arco temporale durante il quale i diritti dei lavoratori hanno subìto gravi attacchi, con il risultato di essere depotenziati, Ugl valuta positivamente gli amministratori che si adoperano per i giusti riconoscimenti verso gli operatori della sicurezza pubblica.
L’auspicio è che anche la nuova giunta regionale dell’Emilia-Romagna, che si costituirà subito dopo le elezioni, voglia impegnarsi nella medesima direzione.
Parma, 06.01.2020
Matteo Impagnatiello
Segretario Regionale Ugl
Autonomie Locali
E’ da poco trascorso il 3 dicembre, giornata internazionale dedicata alle persone con disabilità. Nel 1981 è stata proclamata tale giornata con l’obiettivo di promuovere i diritti ed il benessere dei disabili.
Oggi, in Italia, secondo l’Istat, vi sono 3,1 milioni di persone con disabilità, che rappresentano il 5,2 per cento della popolazione.
Per quanto riguarda l’ambito lavorativo, il 44,9 per cento delle aziende non sono in regola con l’obbligo dell’inclusione lavorativa. A quest’ultimo dato, è da aggiungere quello riportante le oltre 770.000 persone con disabilità, iscritte ai Centri per l’Impiego, in attesa di un lavoro.
Ma i Servizi di inserimento lavorativo per i disabili sono essi stessi sott’organico. Il vulnus non è di poco conto, se si considera che i Servizi, deputati all’inserimento lavorativo di coloro che appartengono alle categorie protette e degli individui con disabilità, svolgono un delicato compito, che è l’offerta di percorsi specifici e mirati.
Se questi percorsi non funzionano alla perfezione, le inefficienze che ne derivano vanno a gravare sulle famiglie, le quali restano schiacciate dal pesante fardello di una gestione in solitudine dei propri cari disabili.
Pertanto, è corretto affermare che, a vent’anni dall’approvazione della legge 168/99 sul collocamento mirato, l’inclusione dei disabili nel mondo del lavoro è ancora un traguardo lontano. Anche perché non si investe in una adeguata e mirata formazione, che valorizzi il diversamente abile. Il sistema dovrebbe diventare premiante: tanto più le aziende assumono disabili, tanto maggiori dovrebbero essere le agevolazioni fiscali e gli incentivi.
E’ auspicabile il potenziamento del fondo nazionale per la non autosufficienza, a cui devono essere aggiunte maggiori risorse economiche, per una migliore efficacia di risposta alle sempre più numerose esigenze. Il decreto legge 101/2019, all’articolo 8, prevede che il fondo per il diritto al lavoro delle persone con disabilità possa essere ampliato con donazioni volontarie di privati.
Ma l’attuale stallo che l’Esecutivo sta vivendo, non fa ben sperare. L’ immobilismo che lo caratterizza è conseguenza della difficoltà di conciliare posizioni troppo spesso contrastanti. Ed a rimarcare la sconfortante situazione del nostro Paese, ecco la recente analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop): un genitore su tre che lascia il suo posto di lavoro, lo fa per incompatibilità fra i propri impegni professionali e le esigenze di cura dei figli. Nel più vasto quadro europeo, l’Italia risulta agli ultimi posti per risorse destinate alla protezione sociale delle persone con disabilità. Vi è stato un progressivo indebolimento dei servizi sociali causato sia dai tagli alla spesa pubblica, sia dagli sperperi di una classe politica poca attenta alle vere esigenze dei cittadini.
Bisogna agire ed in fretta. Perché, principalmente per la persona con disabilità, il lavoro rappresenta la fine di un percorso caratterizzato dall’assistenza e l’inizio di un nuovo percorso di autonomia e libertà.
Parma, 24.12.2019
Matteo Impagnatiello
Segretario Ugl Utl Parma
(Foto: Cooperativa Sociale Il Cigno Verde)
Matteo Impagnatiello: “E' stata l'occasione per confrontarsi, conoscere le problematiche del mondo degli appalti e considerare la stagnazione economica, ancora presente in Italia”.
Di Redazione Parma, 17 dicembre 2019 - Un nutrito pubblico ha partecipato lo scorso sabato all'incontro con Alessandra Droghetti, autrice del libro "Gli appalti in un puzzle", esperta del settore e ideatrice di un approccio motivazionale per partecipare con successo agli appalti.
Oltre a privati cittadini e imprenditori, all'incontro promosso da UGL di Parma in una sala dell'Hotel Parma & Congressi, hanno partecipato attivamente al confronto anche amministratori locali, responsabili di partito e ovviamente quadri del sindacato UGL-
“E' stata l'occasione - riferisce Matteo Impagnatiello segretario UGL territoriale del Lavoro di Parma - per confrontarsi, conoscere le problematiche del mondo degli appalti e considerare la stagnazione economica, ancora presente in Italia”. Un evento che, nonostante l'ostico argomento trattato, ha raccolto molto interesse e le numerose domande e riflessioni scaturite dal pubblico hanno allargato a veri aspetti dell'economia i contenuti del convegno stimolando oltremodo le considerazioni dei relatori intervenuti. Oltre alla esperta di marketing e d'appalti, il tavolo era composto dal Senatore Enrico Aimi, dal consigliere comunale di Parma Emiliano Occhi, da Giovanni Bernini, già consigliere del Ministro delle infrastrutture e trasporti e Pino De Rosa segretario regionale UGL.
Introducendo il convegno e il qualificato tavolo dei relatori, Matteo Impagnatiello ha sottolineato come lo scopo dell'iniziativa non fosse puramente di natura didattica, ma che rappresentasse "un momento di riflessione sulla situazione economica italiana, secondo le diverse prospettive dei vari relatori intervenuti". Tant'è che dagli appalti, si è passato rapidamente a discutere di economica locale, regionale e nazionale, per giungere sino alla sicurezza sul lavoro, evidenziando l'inefficienza della macchina burocratica del nostro Paese. Inefficienze che offrono il fianco alla corruzione da un lato e alla estenuante lentezza con la quale si realizzano le opere pubbliche, essenziali per lo sviluppo e l'ammodernamento del territorio.
Dopo la breve introduzione del segretario UGL, la parola è passata a Alessandra Droghetti, che dal 2008 ha partecipato con successo a oltre 1.000 gare d'appalto. Un'esperienza che le ha consentito di fondare un nuovo metodo affiancando alla tecnica uno specifico approccio motivazionale. Alessandra Droghetti, infatti, ha unito l'esperienza alle competenze, essendo laureata in comunicazione e Marketing, arricchendo il tutto con la passione per la psicologia e le tecniche motivazionali. Un mix di fattori che sono la base del metodo de "Gli appalti in un puzzle", il libro presentato nell'occasione, e della scuola di "Appalti, Training & More" nata con l'obiettivo di formare professionisti nella preparazione delle gare d'appalto, basandosi su un approccio motivazionale e innovativo.
Partecipare agli appalti vuol dire approcciare un mercato miliardario, al quale in pochi selezionati hanno accesso, ma in grado di riconoscere prestigio, sicurezza economica e continuità alle aziende. Un mercato che nel 2017 si era attestato intorno ai 139 miliardi di euro pari a circa l'8% del Pil nazionale e di cui spesso si ha paura ritenendo sia argomento specifico per le competenze di specialisti in discipline giuridiche.
Il metodo di Alessandra Droghetti invece accompagna, passo dopo passo, la preparazione di una gara d'appalto, unendo psicologia, motivazione e strumenti concreti di lavoro.
Una relazione che, come anticipato, ha stimolato molte osservazioni, per lo più convergenti sulla considerazione della inadeguatezza dell'esecutivo centrale attuale, poco preparato a affrontare le importanti sfide reali al quale il Paese è chiamato a rispondere.
Resoconto dell'Incontro con la Tep del 4 dicembre scorso.
Egregio Direttore, chiedo ospitalità al suo giornale, per riferire pubblicamente le modalità dell'incontro, richiesto da Ugl di Parma, ai vertici dell’azienda dei trasporti pubblici della città ducale, ed avvenuto il 4 dicembre, il giorno prima del fatto verificatosi a Fidenza, inerente l’autobus carico di studenti andato a fuoco.
L’incontro, oltre al carattere di conoscenza e di presentazione, voleva affrontare questioni relative alla gestione del trasporto pubblico a Parma e provincia. Era altresì evidente che non potevano mancare argomenti di carattere strettamente sindacale, per evidenziare i vissuti lavorativi dei dipendenti.
La Tep svolge un servizio pubblico essenziale, pertanto, qualunque Organizzazione sindacale ha il dovere di concorrere alla tutela ed al benessere di coloro che quotidianamente si impegnano per soddisfare al meglio la domanda pubblica. Ragion per cui i cittadini non possono e non devono rischiare la vita utilizzando l’autobus.
Dall’altra parte, è stata presente la responsabile amministrativa, in sostituzione del presidente.
Nonostante la data fosse stata concordata e l’urgenza nel considerare le priorità dei servizi forniti dall’azienda, la principale preoccupazione dell’interlocutrice è stata quella di riferire del tempo a disposizione: quindici minuti.
La riunione non voleva avere carattere burocratico e formale, bensì affrontare le emergenze non più rinviabili, quali l’usura degli autobus ed il pericolo di guasti ed incendi -come quello accaduto proprio ieri sulla tratta Busseto- Fidenza-, le aggressioni agli autisti, l’affollamento nelle ore di punta. Avremmo voluto argomentare questi “pericoli” a tutela dei cittadini e del personale in servizio.
Il comunicato dell’azienda Tep, pubblicato da vari organi di stampa, riporta “L’autobus in oggetto è un veicolo acquistato da Tep nel 2000. Questo modello fa parte di un lotto di mezzi che sono stati interessati da alcuni dei casi di incendio del recente passato”.
Lo scritto evidenzia l’importanza di quanto si è tentato di far conoscere.
L’aria di sufficienza mostrata dalla dirigenza della Tep sulle questioni aperte ed esplicitate non solo non è stata esaustiva, considerando le banali ed affrettate risposte date, ma può essere causa di ulteriori criticità. L’infruttuosità della comunicazione mi spinge, oggi, a richiedere, da questa testata, un nuovo incontro, serio, con i vertici aziendali. Il mio auspicio è che ogni tematica cittadina abbia la giusta considerazione e le giuste risposte, perché la vita e la sicurezza dei cittadini non sono emendabili.
Parma, 06.12.2019
Matteo Impagnatiello
Segretario Ugl Utl Parma
Sabato 14 dicembre, alle ore 17:30, Ugl di Parma organizza, presso l’Hotel Parma&Congressi, la presentazione del libro “Gli appalti in un puzzle”, di Alessandra Droghetti. L’autrice, laureata in Scienze della Comunicazione e Marketing nonché trainer in psicologia, ha gestito oltre mille gare d’appalto.
La pubblicazione è una guida pratica che analizza le dinamiche di tale meccanismo anche da un punto di vista psicologico. Il testo è, inoltre, un vademecum per neofiti, che illustra come affrontare la gara d’appalto ed il conseguente iter burocratico.
Dopo l’esposizione di Alessandra Droghetti, l’evento culturale verrà arricchito dagli interventi del senatore Enrico Aimi; di Emiliano Occhi, consigliere comunale di Parma; di Giovanni Paolo Bernini, già consigliere del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; e di Pino de Rosa, segretario regionale Ugl Terziario. I lavori verranno coordinati da Matteo Impagnatiello, segretario provinciale Ugl di Parma, che darà agli uditori la facoltà di porre domande libere ai relatori.
“Sarà- riferisce Matteo Impagnatiello- l’occasione per confrontarsi, conoscere le problematiche del mondo degli appalti e considerare la stagnazione economica, ancora presente in Italia”.
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