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Erano stati gli agenti di Palazzo Allende a ritrovare, lo scorso luglio, il 75enne rubierese nella zona industriale di via Mascagni purtroppo ormai senza vita -

 

Reggio Emilia, 15 aprile 2014 -

La famiglia di Franco Berni, il 75enne rubierese scomparso nello scorso luglio, ha ringraziato l’Amministrazione e la Polizia provinciale. Erano stati infatti proprio gli agenti della Polizia provinciale – impegnati nelle ricerche, coordinate dai carabinieri, insieme a una trentina di volontari messi a disposizione dalla Protezione civile della Provincia e dal Coordinamento delle organizzazioni di volontariato – a ritrovare nella zona industriale di via Mascagni a Rubiera il corpo, purtroppo ormai senza vita, di Franco Berni.

Questa mattina, nel comando di Villa Ottavi, la vedova Giuseppina Beacci con la figlia Silvia Berni ha voluto ringraziare, con una targa, la Provincia di Reggio Emilia e  gli agenti per l’impegno profuso in quella drammatica circostanza. All’incontro erano presenti, oltre al comandante Andrea Gualerzi con i suoi uomini, anche il dirigente Valerio Bussei e l’assessore Alfredo Gennari, che ha sottolineato “come da sempre la Polizia provinciale sappia venire incontro alle esigenze del territorio, grazie alla disponibilità, alla competenza, alla professionalità e all’abnegazione dei nostri agenti”.

 


(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

 

Costata 1 milione, coperti in gran parte dalla Provincia di Reggio, elimina due incroci pericolosi allo snodo per Boretto e Brescello e prevede anche una pista ciclopedonale -

 

Reggio Emilia, 14 aprile 2014 -

È stata inaugurata sabato mattina, dagli alunni delle prime classi della scuola media, la nuova rotatoria realizzata dalla Provincia di Reggio Emilia a Sant’Anna di Poviglio, nella parte nord dell’Asse viario strategico Val d’Enza, a crocevia tra le strade provinciali che collegano Poviglio, Boretto e Brescello.  Si tratta di una infrastruttura particolarmente complessa, con un sistema che prevede ben cinque accessi, che raggiunge allo stesso tempo l’obiettivo di razionalizzare un nodo importante sulla viabilità Nord-Sud, tra un capo e l’altro della nostra provincia, e di migliorare la sicurezza per gli automobilisti agevolando anche la circolazione del traffico pesante. La nuova rotatoria, che ha un diametro esterno di 50 metri, permette, infatti, di eliminare ben due incroci stradali pericolosi.

Assieme alla rotatoria è stata realizzata anche una pista ciclopedonale per una lunghezza complessiva di 500 metri che si lega con quella già esistente, che arriva dal centro abitato di Poviglio alla frazione di Sant’Anna, e costeggia via Romana (Sp 358R) fino alla rotatoria, dove consente il passaggio in sicurezza con l’attraversamento dell’asse stradale Val d’Enza (Sp 111). La pista ciclopedonale, che ha una larghezza di 2,5 metri, consente il passaggio delle biciclette in doppio senso di percorrenza ed è affiancata da una aiuola.

“Si tratta di un’opera attesa da anni, perché via Romana, specialmente la curva allo snodo tra Boretto e Brescello, rappresenta da tempo la strada più pericolosa del nostro territorio, purtroppo teatro di numerosi incidenti; inoltre grazie al lavoro attento della Provincia si è realizzata anche una pista ciclopedonale potenziando i percorsi di mobilità sostenibile”,   ha detto il sindaco di Poviglio, Giammaria Manghi  sottolineando anche come “un intervento da un milione di euro rappresenti una notizia positiva, in questo tempo di crisi, mettendo al centro le persone e la sicurezza”.

“Oggi è un giorno di allegria e di ottimismo, come sempre  quando si inaugura un’opera pubblica – ha  detto la presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini - In dieci anni abbiamo rivoluzionato le strade della provincia, in particolare nella Val d’Enza ma non solo, rendendole più scorrevoli e sicure, liberando decine di  centri abitati dal traffico e dunque riducendo i pericoli in particolare per voi ragazzi. Perché lo Stato ha enti che funzionano e altri no e la Provincia di Reggio Emilia, grazie anche a  tecnici e dirigenti molto seri e preparati, ha fatto delle cose, non le ha annunciate soltanto, anche se non so se questo conti ancora in un Paese nel quale non si è più in grado di distinguere tra fatti e promesse… Noi abbiamo speso 420 milioni di euro per realizzare 140 chilometri di nuove strade, e questo è un fatto”. 

Prima del tradizionale taglio del nastro, che le autorità hanno affidato a una alunna delle scuole medie di Poviglio, l’assessore provinciale alle Infrastrutture, Alfredo Gennari, ha ringraziato a sua volta “i tecnici della Provincia, che hanno in questi anni messo in campo soluzioni anche innovative per migliorare la viabilità, ma anche le imprese che si sono succedute in questa opera davvero complessa, che ha richiesto un grande sforzo alla Provincia non solo dal punto di vista tecnico, ma anche, in un periodo così prolungato di tagli di finanziamenti agli enti locali , per il reperimento delle risorse”. “Con questa nuova rotatoria, oltre ad incrementare la sicurezza degli automobilisti, abbiamo anche voluto rivolgerci alla mobilità sostenibile con la realizzazione della pista ciclopedonale che consente di spostarsi a piedi o in bicicletta”, ha concluso.

I lavori della rotatoria di sono stati realizzati in due tranche: il primo da maggio all’autunno 2012, il secondo da settembre 2013 allo scorso mese di marzo.

Complessivamente l’opera è costata 849.400 euro a cui vanno aggiunti i costi del percorso ciclopedonale pari a 184.000 euro, per un totale che supera il milione di euro, coperti con 300mila euro di fondi della Provincia, 487 mila reperiti da Palazzo Allende su linee di finanziamento regionali o nazionali, 100.000 euro dal Comune di Poviglio e i rimanenti, in base a un precedente accordo, da altri Comuni della Val d’Enza.

La progettazione e la direzione dei lavori è stata curata dal servizio infrastrutture della Provincia di Reggio Emilia.

 


(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

 

Questa mattina in Provincia l’incontro con la delegazione guidata da Su Su Nway, attivista nel movimento del Nobel Aung San Suu Kyi, che ha fondato un’associazione di agricoltori -

 

Reggio Emilia, 11 aprile 2014 -

È stata definita la coraggiosa erede del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, guida il lavoro e la crescita di un’associazione di agricoltori in Birmania con l’obiettivo di dare loro gli strumenti per liberarsi da una dittatura militare lunga 50 anni. E proprio per studiare da vicino l'agricoltura reggiana, la sua funzione sociale ed economica, l'organizzazione produttiva delle aziende che operano nei principali comparti della provincia Su Su Nway è oggi e domani a Reggio Emilia, a capo della delegazione della Birmania/Myanmar ospite della Provincia di Reggio Emilia.

Questa mattina  la delegazione è stata accolta a palazzo Allende dall’assessore provinciale all'Agricoltura Roberta Rivi. Erano presenti il prefetto Antonella De Miro, la senatrice Leana Pignedoli, l’assessore del Comune di Reggio Emilia Iuna Sassi, il presidente della Camera di commercio Stefano Landi e Albertina Soliani, già presidente dell’associazione parlamentare “Amici della Birmania”.

 “Sono orgogliosa di dare il benvenuto a Su Su Nway, una donna che ha lottato e continua a lottare per la democrazia del suo Paese - ha affermato l'assessore Rivi - È stata più volte in carcere per aver combattuto e aver preteso il rispetto dei diritti civili. A suo favore ci sono state prese di posizione da parte di Stati di tutto il mondo. Sappiamo che difende la causa degli agricoltori, la nostra è una provincia agricola, per questo siamo lieti di offrire amicizia e collaborazione”.

Albertina Soliani ha poi ripercorso le tappe che hanno portato al viaggio di Su Su Nway in Italia: “Oggi lei è qui anche per ritirare la cittadinanza onoraria che il comune di Agrate Brianza le ha conferito quando era in carcere. È molto giovane, ha già fatto molto per il suo Paese, ma ha ancora tanto da fare. È una combattente per la libertà, nella tradizione delle donne leader in Birmania: la sua storia è dentro la vita di un popolo sottoposto a una durissima dittatura militare”.

“Una dittatura che ha calpestato le nostre famiglie – spiega Su Su Nway, che viaggia assieme al marito – il 70% dei birmani sono contadini, io sono figlia di contadini e con il tempo ho imparato tante cose che ora voglio condividere. È fondamentale che la mia gente comprenda cosa è la democrazia, in questi anni il Governo ci ha tolto ogni possibilità, non sappiamo cosa sono diritti e doveri, per questo io ho cominciato il mio lavoro a partire dai più deboli. Appena ho avuto la possibilità di farlo sono entrata nel movimento di  Aung San Suu Kyi. Il mio obiettivo è cambiare e migliorare la condizione degli agricoltori, ho cercato di capire dove potevo essere utile e quindi ho iniziato a lavorare per l'agricoltura. Nel 2012 ho fondato un’associazione di agricoltori, per questo ho avuto dal Governo minacce e pressioni e ho rischiato nuovamente il carcere. Ciò di cui sono certa è che continuerò a fare il mio lavoro con determinazione”.

“Riceverla è per noi un onore, per tutto ciò che lei rappresenta – ha affermato nel suo saluto Iuna Sassi – La nostra città è medaglia d’oro della Resistenza ed è da sempre a fianco di chi combatte per la libertà e la democrazia".

Sull'importanza dell’agricoltura ha invece focalizzato l’attenzione il presidente della Camera di commercio Stefano Landi: “Il comparto agricolo ha da noi grandissima importanza, abbiamo 6500 imprese agricole e dall'agricoltura nascono due prodotti di grandissimo valore come il lambrusco e il Parmigiano Reggiano. La forza della nostra economia si basa sul tessuto delle piccole imprese che la rendono forte. Vi auguro davvero di cuore di riuscire a conquistare libertà e diritti senza i quali non vi è alcuna possibilità di sviluppo”.

Dopo l’incontro con le istituzioni, la delegazione birmana ha incontrato i rappresentanti delle associazioni agricole, della cooperazione, dei consorzi dei prodotti tipici e gli esponenti del mondo dell'università, della scuola e della ricerca. La giornata di domani, sabato 12 aprile, sarà, invece, dedicata alla visita di caseifici, cantine, allevamenti e vivai reggiani.

 


(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

 

Sabato pomeriggio a Gualtieri un convegno sul rischio idrogeologico della nostra provincia e una mostra fotografica per celebrare l'associazione che oggi conta ben 159 volontari -

 

Reggio Emilia, 10 aprile 2014 -

Festa grande, a Gualtieri, per i vent’anni d’attività di una delle prime associazioni di volontariato di Protezione civile della nostra provincia, la Bentivoglio di Gualtieri. Una ricorrenza che verrà celebrata sabato 12 aprile con un convegno su “Il rischio idraulico ed idrogeologico nella nostra provincia”.  A partire dalle 16.30, nella Sala dei Falegnami a Palazzo Bentivoglio, ne parleranno il sindaco di Gualtieri Massimiliano Maestri, l’assessore alla Protezione civile della Regione Emilia-Romagna Paola Gazzolo, la presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini, Massimo Valente di Aipo, Paola Zanetti del Consorzio di bonifica Emilia centrale e il progettista del Piano comunale di Protezione civile Stefano Castagnetti: a moderare l’incontro, al quale sono stati invitati il Dipartimento nazionale di Protezione civile e l’Unità operativa della Provincia guidata da Federica Manenti,  sarà Franco Pasargiklian, direttore della rivista nazionale “La Protezione civile italiana”.

Nata il 23 giugno del 1994 grazie a dodici soci fondatori, la Bentivoglio – presieduta da Roberto “Bobo” Soliani e dai vice Raffaele Reggiani  e Iaures Malagoli - conta oggi ben 159 volontari, tra cui 4 coordinatori e 2 cuochi in emergenza, 9 capisquadra, 26 volontari con idoneità antincendio e 5 volontari con la patente da radioamatore. Grazie a questa competenze, a partire dall’alluvione del Tanaro ad Alessandria proprio nel 1994, in questi vent’anni di attività i volontari gualtieresi hanno prestato la propria opera in una ventina di emergenze, molte delle quali anche fuori provincia: dai terremoti in Umbria, Molise e Abruzzo alle alluvioni in Veneto e Toscana, dai funerali di Papa Giovanni Paolo II al terremoto di Haiti, all’emergenza profughi del 2011, ricoprendo anche ruoli importanti come capo-campo, responsabili della logistica e della cucina, addetti alla segreteria presso la Direzione comando e controllo (Dicomac) allestita dal Dipartimento nazionale di Protezione civile a Bologna nel 2012 in occasione del sisma. L’alluvione di Modena e la recente attività di verifica di 440 chilometri argini del territorio reggiano, voluta dal Tavolo istituzionale in Prefettura e coordinata dalla Provincia, le due più recenti missioni di un’associazione che si distingue anche per il fruttuoso gemellaggio con Longarone per il Vajont e il grande impegno profuso nello sport, in particolare agli annuali campionati di sci della Protezione civile. Nell'atrio di Palazzo Bentivoglio sarà allestita una mostra fotografica proprio sui principali eventi cui hanno partecipato i volontari reggiani.

Ricca, e soprattutto preziosa, anche la dotazione di mezzi e attrezzature che in questi venti anni la Bentivoglio ha realizzato e che sarà certamente utile anche alla Colonna mobile provinciale da poco allestita dalla Protezione civile della Provincia di Reggio Emilia, con la collaborazione del Coordinamento delle associazioni di volontariato: tra gli altri, un camper adibito a segreteria mobile, un autocarro, 2 pick-up, una cucina mobile carrellata, una tensostruttura adibita principalmente a mensa e 6 gazebo con tavole e per 160 posti, un carrello officina attrezzato per emergenza, con motopompe, generatore di corrente, decespugliatori e motoseghe, 3 torri faro, 40 radio portatili, un modulo bagno e 4 docce a riscaldamento solare da campo.

 

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

 

Ieri il primo dei tre appuntamenti con gli esperti dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili per illustrare i vari aspetti dell’avvio di attività imprenditoriali -

 

Reggio Emilia, 9 aprile 2014 -

Dopo il successo dello scorso anno, ritorna il ciclo di incontri dedicati ad approfondire tutti gli elementi legati all’avvio di un’attività d'impresa, promosso dai Centri per l'Impiego della Provincia di Reggio Emilia, in collaborazione con l'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Reggio Emilia. Tre gli appuntamenti: il primo si è svolto ieri alle 16, gli altri sono in programma martedì 15 e martedì 22 aprile.

La collaborazione avviata lo scorso anno tra Centri per l'Impiego di Reggio Emilia e l’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Reggio Emilia si è consolidata per dare riposte ad una richiesta sempre maggiore di risorse per contrastare la crisi che continua ad infierire sulla nostra economia.

Nel corso degli incontri verrà fornita ai partecipanti una presentazione analitica, con il supporto di slides e materiale scientifico, dei vari elementi caratterizzanti la costituzione e la gestione dell’azienda, fornendo la massima panoramica tra le diverse opzioni possibili, dalla ditta individuale alla società. Si tratta di un ciclo di approfondimenti dedicati a chi, come gli utenti dello Sportello Autoimprenditoria della Provincia, è interessato all’avvio di una propria attività imprenditoriale.

Lo sportello, che è operativo presso i Centri per l'Impiego di Reggio Emilia e Montecchio, offre infatti consulenza e accompagnamento a tutti coloro che desiderano analizzare motivazioni, obiettivi e fattibilità di un'attività d'impresa.

Dato il numero di posti limitato, per partecipare e verificare la disponibilità inviare mail di richiesta al seguente indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 


(fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

L'incontro con la presidente Masini e l'autrice del libro Monica Maccafferri nella sala del Consiglio provinciale -

 

Reggio Emilia, 9 aprile 2014 -

È stato presentato ieri mattina nella sala del Consiglio provinciale “Il libro di Leonard”, un libro multisensoriale per bambini con disabilità neurosensoriale e neuropsicologica. All’incontro, organizzato dalla Provincia di Reggio Emilia, hanno partecipato la presidente della Provincia Sonia Masini e l’autrice del libro Monica Maccaferri, assieme a loro insegnanti, associazioni di volontariato e alcuni consiglieri provinciali.

 “Volevo un “gioco” in grado di rendere più semplice la comunicazione con i soggetti gravemente compromessi – ha spiegato Monica Maccaferri - per i quali, spesso, risulta difficile associare o riconoscere un oggetto, un’azione, una persona, o collocare nel tempo la sequenza delle azioni e degli eventi. In una personalità, infatti, che presenta deficit a livello sensoriale e/o a livello cognitivo è spesso evidente un’incapacità di utilizzo o una completa assenza di quei processi che “normalmente” sono impiegati per facilitare la conoscenza e la comprensione della realtà che ci circonda A ciò si aggiunge spesso la difficoltà di collocare gli eventi e gli oggetti nella dimensione temporale”.

Il primo studio su questo progetto risale al 2008. La presentazione ufficiale del prototipo risale all’ottobre del 2011 al teatro di Novellara. Quest’anno, dopo la messa a punto definitiva, si è passati alla produzione industriale.

 

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

Enti locali a confronto, su iniziativa della Provincia di Reggio Emilia, per raggiungere l'obiettivo europeo di riduzione del 20%, entro il 2020, delle emissioni di Co2 -

 

Reggio Emilia, 7 aprile 2014 -

Un patto dei sindaci, promosso dalla Provincia, per ridurre le emissioni di gas serra del 20% al 2020. L’impegno è stato formalizzato giovedì scorso, dopo che negli ultimi mesi in pratica la totalità dei Comuni del territorio, nell'ambito delle diverse Unioni, aveva aderito all'iniziativa europea per ridurre le emissioni di gas serra. I sindaci, insieme alle relative strutture organizzative, sono ora chiamati ad intraprendere il percorso che li porterà alla definizione del quadro conoscitivo energetico-emissivo sia a livello di ente sia di territorio amministrato, all'attivazione di processi partecipativi e di coinvolgimento di stakeholders e cittadini per la definizione di azioni concrete per il raggiungimento degli obiettivi che troveranno sintesi in un Piano di azione per l'energia sostenibile, da sottoporre all'approvazione dell'UE.

Come ha evidenziato l'assessore Mirko Tutino, le singole iniziative locali si aggiungono ed integrano le politiche provinciali in tema di energia e contenimento delle emissioni, che trovano sintesi nel Piano energetico provinciale (Pep) approvato dalla Giunta nel corso del 2013 e ad oggi in fase di conclusione del percorso di approvazione definitiva. Nello spirito della stessa iniziativa del “Patto dei sindaci”, per il quale la Provincia di Reggio  rappresenterà la struttura di coordinamento territoriale con funzioni di supporto e sostegno ai Comuni, il Pep – a sua volta frutto di una elaborazione partecipata e condivisa con cittadini e portatori di interesse - individua linee strategiche di azione specifiche del nostro territorio, indicando come prioritari gli interventi di risparmio e riqualificazione energetica nel settore civile ed industriale.

Proprio dalla riduzione dei consumi e quindi dei costi energetici si possono infatti ottenere risparmi che costituiscono la prima fonte di finanziamento per nuovi investimenti sull’efficientamento, che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi. Questo è quanto ricordato anche da Alessandro Rossi di Anci-Emilia Romagna, che ai sindaci ha illustrato le numerose possibilità di forme finanziamento attualmente presenti a livello nazionale e anticipato indirizzi a livello regionale.

Tra gli strumenti da utilizzare da parte delle amministrazioni pubbliche vi sono certamente anche i contratti di Epc (Energy Performance Contract) con ricorso alle Esco (Energy Service Company), sperimentati con successo a livello provinciale da Acer Reggio Emilia, dei quali ha parlato il presidente Marco Corradi insieme all'esperienza maturata negli ultimi anni sui temi dell'efficientamento energetico del patrimonio residenziale.

Le Unioni di Val d'Enza, Terre Matildiche e Bassa Reggiana hanno rappresentato le proprie esperienze di Unioni in termini di organizzazione politico-tecnica nel percorso intrapreso con il Patto dei sindaci, dimostrando come sia fondamentale innanzitutto la creazione di consapevolezza e la formazione preliminare di risorse umane degli enti, e quanto sia altrettanto importante definire una rete di soggetti che si confrontano e condividono a livello di Unione metodi e strumenti. Una sinergia necessaria in tutte le possibili iniziative proposte sul territorio, al fine di garantire risposte efficaci da parte degli stakeholders coinvolti per il rispetto degli impegni presi in termini di riduzione delle emissioni.

La mattinata si è conclusa con l'illustrazione di alcuni strumenti operativi indispensabili per la definizione dei Piani d’azione per l’energia sostenibile, messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Arpa ed Ervet, rispettivamente per la redazione dell'inventario base delle emissioni (Ipsi) e per l'individuazione -nonché futuro monitoraggio - delle azioni di piano (Clexi), conformi a quanto richiesto dal soggetto europeo di validazione dei Paes. Anna Zappoli del Servizio Energia ed economia verde ha in particolare evidenziato l'azione di sostegno della Regione nell'ambito dell'iniziativa del Patto dei Sindaci, in attuazione del Piano energetico regionale, e ha illustrato le proposte di futuri assi di intervento per l'assegnazione dei fondi Por-Fesr 2014-2020, mentre Michele Sansoni di Arpa e Francesco Tanzillo di Ervet hanno presentato gli strumenti che consentiranno di rendere omogenei, quindi confrontabili tra i diversi territori, i dati dei bilanci energetico-emissivi e la quantificazione dei contributi di riduzione derivanti dalle azioni di piano.

 


(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

Sono le proposte lanciate dal sostituto procuratore di Palermo e dalla presidente della Provincia nel corso dell'ultima giornata del Festival della legalità di Reggio Emilia -

 

Reggio Emilia, 7 aprile 2014 -

Leggi più severe per i reati di corruzione, rivedendo anche un regime di prescrizione che “oggi produce una sostanziale impunità”, e la richiesta di un “giuramento antimafia” da parte dei candidati a tutte le prossime, imminenti elezioni. Sono le proposte lanciate sabato mattina da Reggio Emilia - nel corso della giornata conclusiva di “Noicontrolemfaie 2014”, il Festival della legalità proposto per il quarto anno dalla Provincia - dal magistrato Antonino Di Matteo, il sostituto procuratore della Repubblica al Tribunale di Palermo titolare dell’inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia, e dalla presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini

“La repressione contro l’ala militare di Cosa nostra è stata fatta, grazie anche a leggi severe,  ma oggi che molti boss sono in carcere serve un passo in avanti per recidere i rapporti tra mafia e politica – ha detto Antonino Di Matteo -  Non possiamo più accettare un regime normativo che non sanziona adeguatamente i reati contro la pubblica amministrazione, dalla corruzione alla turbative d’asta negli appalti pubblici. E bisogna rivedere un regime della prescrizione che porta a una sostanziale impunità. E’, questo, lo scatto in avanti che dobbiamo compiere, perché è proprio attraverso questi reati che la mafia riesce a penetrare la politica.  Dobbiamo cominciare a pensare che lotta alla mafia e alla corruzione sono due facce della stessa medaglia, non possiamo più accettare due velocità diverse“.

La presidente Sonia Masini ha invece lanciato un appello affinché "la lotta alla mafia non venga delegata solo a chi vive sotto scorta", indirizzando a partiti, movimenti e candidati, in vista della composizione delle liste per le elezioni del 25 maggio, una richiesta ben precisa: "Vorrei che i candidati – ha detto - giurassero sulla Costituzione di non aver mai avuto consapevolmente legami con la malavita organizzata, di impegnarsi a non averli in futuro e di denunciare fatti di cui eventualmente verranno a conoscenza nell'ambito della loro attività amministrativa".

Condotto dal giornalista Cesare Giuzzi del Corriere della Sera, il dibattito su “Sconfiggere le mafie: una sfida possibile?” è stato aperto dall’assessore provinciale all’Istruzione, Ilenia Malavasi: “E’ un grande onore ospitare magistrati così impegnati contro la mafia in questa ultima giornata di un Festival della legalità molto impegnativo, che ci ha permesso di ascoltare testimonianze importanti e ha rappresentato un momento di crescita per tutti, a partire da tantissimi studenti, ai quali ricordiamo sempre che conoscenza, memoria e impegno diano sono valori fondamentali e che non dobbiamo mai arrenderci all’indifferenza”, ha detto.

Non è andato per il sottile, come sempre, il direttore scientifico del Festival della legalità, lo studioso di organizzazioni criminali Antonio Nicaso: “Le mafie sono un male da cui ancora non riusciamo a guarire, ammorbano l’aria con un tanfo di stalla, ma per paura o convenienza molti non lo sentono. Come possiamo sconfiggerla? Imparando, e lo dico soprattutto a voi studenti, a dire no alle tante scorciatoie che la vita ci offre ogni giorno: solo i sacrifici rendono liberi, solo la conoscenza, e per questo è fondamentale studiare, porta a essere consapevoli.  Non fatevi rubare il futuro da persone che non valgono un soldo bucato e sparano alle spalle di don Puglisi perché non hanno nemmeno il coraggio di guardare in faccia le loro vittime: sogniamo un mondo senza mafie e cominciamo a costruirlo, giorno dopo giorno, con i nostri comportamenti e insieme a persone come Conte, Di Matteo e Gratteri”.


“Sono veramente felice di essere qui a confronto con tanti cittadini, soprattutto giovani studenti, perché questi incontri, per noi magistrati, rappresentano una boccata d’ossigeno e ci ricordano lo spirito che deve animare il nostro lavoro: essere al servizio della collettività, a partire da più deboli e indifesi”, ha esordito Antonino Di Matteo. Che, riferendosi alla delicata indagine che sta coordinando e sulla quale ovviamente non ha potuto sbilanciarsi, ha detto: “Nel nostro Paese, negli ultimi 30 anni, facendo saltare in aria palazzi e pezzi di autostrada sono stati uccisi magistrati,uomini politici, prefetti della repubblica, forze dell’ordine, sacerdoti, giornalisti, imprenditori e, con le bombe di  Firenze e Milano, inermi cittadini: come si fa a rimanere indifferenti, a non avere la pretesa di conoscere tutta la verità su quei fatti?  L'indifferenze uccide quanto il tritolo, significa rassegnarsi a un futuro da sudditi inconsapevoli e non da cittadini partecipi. 
Lo sforzo di verità è compito di tutti, non di pochi magistrati e investigatori : dobbiamo capire se accanto ai boss mafiosi c’erano altri che hanno collaborato, ispirato, o semplicemente fatto capire che certe stragi facevano piacere al potere”.

Di fronte a questa ricerca della verità, ovviamente, non ha alcun senso parlare di “spreco di risorse pubbliche o di strumentalizzazioni politiche della magistratura, anche  perché
queste investigazioni che hanno portato ai processi di Palermo sono indicate come necessarie in sentenze definitive dei giudici di Caltanissetta e Firenze che, condannando gli esecutori mafiosi delle stragi, hanno accertato ulteriori fatti da indagare”.

Circa i rapporti tra Stato e mafia, Di Matteo ha aggiunto:  “Dobbiamo renderci conto che ogni volta che lo Stato o parte delle istituzioni hanno cercato il dialogo con i mafiosi, come subito dopo lo sbarco delle truppe alleate o ai tempi del bandito Giuliano, si è enormemente rafforzato il prestigio e la potenza mafiosa. Perché dialogare con la mafia significa riconoscerla come interlocutrice, aumentarne il potere verso i cittadini e gli strumenti di ricatto verso le istituzioni stesse. La storia ci insegna che senza agganci e rapporti con la politica e il potere in generale Cosa nostra non sarebbe Cosa nostra e non avrebbe mai potuto pensare di attaccare lo Stato. Lo stesso Riina, stando alle parole del collaboratore di giustizia Salvatore Cancemi, diceva che senza agganci con  la politica la mafia sarebbe stata “una banda qualunque di sciacalli destinata a essere sopraffatta”. Dunque anche lo Stato deve essere altrettanto consapevole della necessità di recidere alla radice ogni possibile rapporto o contatto  con la mafia”. Da qui la richiesta di leggi più severe contro la corruzione e di un diverso regime della prescrizione, perché “proprio  attraverso questi reati contro la pubblica amministrazione riesce a penetrare la politica”.

“Io ci credo – ha concluso il magistrato di Palermo rivolto agli studenti - perché comincio respirare nell'opinione pubblica, specie tra voi giovani, quella voglia di giustizia che certe volte non colgo quando penso alla realtà istituzionale . Voi potete fare moltissimo per sconfiggere definitivamente la mafia, innanzitutto rifiutando la mentalità mafiosa del favore e della raccomandazione, così diffusa in tutto il Paese e che pervade pezzi anche delle istituzioni: vi troverete di fronte a un bivio, con la strada breve che passa dalla richiesta di favori per trovare lavoro o accedere all’università a numero chiuso, dall’altra una strada più lunga, ma più dritta, che  passa solo attraverso il vostro impegno e le vostre capacità. Se, di fronte a quel bivio, compirete una scelta di legalità vera, e non semplicemente declamata, darete un calcio nel sedere alla mafia”.

L’importanza degli studenti e della scuola nella lotta alla mafia, è stata ribadita da Mario Conte, consigliere di Corte d’appello a Palermo, che ha esordito ricordando la citazione di Gesualdo Bufalino con la quale Giovanni Falcone aveva deciso di rispondere a chi, per l’ennesima volta, gli domandava quando e da chi sarebbe stata sconfitta la mafia: “Da un esercito di insegnanti elementari…”. “Questo per capire cosa possono fare i giovani, e la scuola, per combattere le mafie”, ha aggiunto Conte, riportando poi l’esempio di Libero Grassi e, soprattutto, di “quei quattro ragazzi, tra 20 e 25 anni, che una mattina tappezzarono Palermo con adesivi con su scritto “un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. “Terminati gli studi e non trovando lavoro, quei ragazzi avevano deciso di aprire un pub, erano andati da un ragioniere chiedendo di conoscere le cifre che sarebbe servite, e quello tra le varie voci avevano candidamente inserito ‘mille euro al mese per pizzo’: da lì è nato il comitato “Addiopizzo”, che oggi conta migliaia di iscritti, più di duemila solo fuori Palermo”.

“Siamo stanchi di commemorare gente che faceva il proprio dovere, dobbiamo capire che solo con il gioco di squadra la mafia può essere sconfitta”, ha concluso Conte  invitando gli studenti a essere “i primi garanti della legalità nel quotidiano” e definendo il “bullismo utile, perché se voi ragazzi vi alleate a combattere il bullo, che altro non è che un mafioso in erba, da grandi sarete bravissimi a combattere la mafia…”.

Dalla Sicilia alla Calabria, da Cosa nostra alla ‘ndrangheta – “che ha il monopolio dell’importazione di cocaina ed è diventata la mafia più ricca e potente perché ha utilizzato una strategia diversa” - attraverso l’intervento di Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria: "Le mafie per esistere hanno bisogno del consenso popolare", ha osservato, citando importanti intercettazioni in cui gli stessi capimafia ammettevano che,sparando alle serrande e bruciando le macchine, il popolo li avrebbe abbandonati. Da qui il cambio di strategia. Ma sconfiggere le mafie è possibile? "Nel breve periodo – ha detto Gratteri - abbiamo bisogno di un codice penale, di un codice di procedura penale e di un ordinamento penitenziario diversi. Che rendano non conveniente delinquere".

Ha concluso i lavori la presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini, rivolgendo un messaggio ai magistrati in prima linea nella lotta contro la mafia: "Soffriamo nel vedere persone, uomini dello Stato, condurre una vita da prigionieri, mentre i delinquenti sono liberi. La lotta alla mafia non si può delegare solo a chi vive sotto scorta. Credo che dobbiamo unirci in questa difficile battaglia. Grazie al lavoro dei magistrati, delle forze dell'ordine, dei rappresentanti dello Stato oggi abbiamo nuovi strumenti per leggere il fenomeno mafioso. Da parte nostra, come Provincia di Reggio Emilia, abbiamo rigettato licenze per l'autotrasporto e revocato autorizzazioni a ditte colpite da interdittive del prefetto.Tuttavia è ancora difficile capire fin dove arriva la zona grigia: ci vuole il coraggio di denunciare e dire la verità”.

 


(fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

Finanziato dalla Provincia di Reggio Emilia ha come obiettivo la riqualificazione dell’offerta commerciale del centro storico -

 

Reggio Emilia, 7 aprile 2014 - 

La Provincia di Reggio Emilia ha finanziato, in base alla legge regionale 41/97, il progetto di “centro commerciale naturale” di Rubiera, che prevede la riqualificazione dell’offerta commerciale del centro storico attraverso attività di promozione e animazione, in particolare la creazione e l’utilizzo di un logo, campagne di comunicazione pubblicitaria, strumenti di marketing, definizione di un piano di miglioramento dell’accessibilità al centro, servizi comuni come la copertura wifi in tutta l’area.

“Dal 2000 ad oggi – ha spiegato il vicepresidente della Provincia Pierluigi Saccardi – la Provincia ha gestito 33 interventi per un valore di circa sei milioni di euro rivolti proprio alla riqualificazione dei centri storici. Si tratta di azioni per ridare vitalità ai nostri centri. Rubiera e Quattro Castella sono stati protagonisti, in questo ambito, di due progetti sperimentali”.

“L’obiettivo – ha aggiunto il vicesindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro -  è quello di costruire strumenti e occasioni che consentano di restituire l’immagine dell’offerta commerciale di Rubiera proprio come si trattasse di un centro commerciale: “naturale”, però, con le meravigliose forme secolari dei suoi portici e delle sue piazze. E l’offerta disponibile – in termini di marchi, differenziazione e qualità – è certamente di altissimo livello”.

È nato così il progetto Rubiera Centro, attraverso la coprogettazione con le associazioni di categoria – Confesercenti, Confcommercio, CNA – che ha programmato una serie di iniziative già a partire da quest’anno, anche attraverso la creazione di innovativi sistemi di partecipazione, a partire dalla “Comunity” del centro storico che riunisce gli attori di quel particolarissimo e qualificato spazio: dalle attività commerciali ai pubblici esercizi, sino alle associazioni di volontariato.

 Primo step del progetto, la creazione di un logo che identifichi “Rubiera Centro”, anche qui con modalità coinvolgenti e innovative.

Il logo è stato creato e selezionato attraverso la piattaforma web Starbytes, grazie alla quale, sono stati coinvolti grafici e appassionati, mettendo in palio, per il più creativo, la somma di quattrocento euro. Una iniziativa innovativa e ambiziosa che ha portato risultati sorprendenti: in soli dieci giorni la pagina del progetto ha registrato più di 600 proposte da tutta l’Italia.

Quella selezionata è la proposta della community rubierese composta da commercianti e associazioni locali, Amministrazione comunale, Associazioni di categoria. I commercianti hanno votato attribuendo un punteggio da 1 a 10 a 15 proposte selezionate.

Domani, domenica 6 aprile, il logo verrà presentato ufficialmente alle 11.00 a Rubiera  durante la sagra “Fior Fior di Salame”.

Il logo scelto racchiude le peculiarità che contraddistinguono il centro di Rubiera: la torre dell’orologio, simbolo storico del paese, i portici, principale collegamento tra le attività presenti in centro, la shopper, ovvero il richiamo alle tante attività di livello presenti, oltre ad un naming chiaro e preciso, “Rubiera Centro”, che da oggi contraddistinguerà tutte le attività del progetto.

Il logo non è altro che la punta dell’Iceberg di un progetto che vede coinvolta tutta la community rubierese per realizzare iniziative volte al rilancio del centro storico, con un occhio di riguardo al commercio.

A partire dal mese di Giugno inizieranno due campagne promozionali che faranno da cornice a tutti gli eventi già stabiliti nella ricca agenda dell’Amministrazione Comunale.

Proprio da Giugno, attraverso il meccanismo della “collect card” verranno premiati coloro che avranno come abitudine quella di fare acquisti nei negozi di Rubiera Centro, con carnet di buoni da rispendere a Rubiera. La seconda promozione, prevista a Dicembre, sarà un concorso a premi che metterà in palio un fantastico viaggio per due persone in una delle città più rinomate per lo shopping.

Rubiera Centro sarà sempre in contatto con il grande pubblico attraverso la pagina www.facebook.com/rubiera.centro, oltre che attraverso campagne pubblicitarie di tipo tradizionale.

 

Tra le prossime iniziative possiamo anticipare che l’immagine del centro storico sarà ravvivata attraverso allestimenti coordinati e sarà indetta una vera e propria gara tra commercianti, i quali, dopo aver seguito un corso di “visual merchandising”, si metteranno in gioco nell’allestimento della vetrina più bella. I giudici saranno proprio i clienti che attraverso Facebook voteranno, appunto, la miglior vetrina. 

 

(Fonte: ufficio stampa Provincia Reggio Emilia)

 

Al Festival della legalità consegnato il Premio nazionale "Libero Grassi" alla Filippo Re. Dalla Provincia riconoscimenti speciali a Galvani-Iodi, Chierici e Zanelli e libri a 4 istituti -

 

Reggio Emilia, 5 aprile 2014 -

L’impegno antimafia delle scuole reggiane merita davvero di essere premiato. E ieri pomeriggio, nella penultima giornata del Festival della legalità, ben 8 scuole hanno ricevuto un riconoscimento per l’attività svolta. Nella Sala del Consiglio provinciale, la Filippo Re  ha ricevuto da Salvatore Cernigliaro di Solidaria il Premio nazionale “Libero Grassi” per la sceneggiatura che, a breve, insieme ai lavori di altre due scuole italiane, verrà trasformata in uno spot.

Nell’occasione, la Provincia di Reggio Emilia, insieme all’”anima” di “Noicontrolemafie” Rosa Frammartino, ha voluto a sua volta premiare altri 7 istituti scolastici per il loro impegno. “State facendo un lavoro davvero splendido e importante”, ha detto la presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini, aprendo la cerimonia invitando in ragazzi a proseguire su questa strada e, soprattutto, a far seguire alle parole i fatti. “ Vengo da un importante convegno su corruzione e giustizia, ma mi domando e vi domando: le nostre parole hanno gesti conseguenti? A volte è facile andare a una manifestazione o un convegno sulla mafia, l’importante è essere ogni giorno coerenti tra parole e azioni, sennò le parole, anche le più belle, sono inutili”.

La presidente Masini ha quindi consegnato il Premio speciale Provincia di Reggio Emilia alle delegazioni di Galvani-Iodi, Chierici e Zanelli, che avranno l’opportunità di inviare un insegnante e due docenti a Palermo. Altri riconoscimenti – 12 volumi per la biblioteca della legalità – sono andati a Scaruffi, Matilde di Canossa, Secchi e scuola media Manzoni.

In precedenza, sempre nella Sala del Consiglio provinciale, l’assessore provinciale all’Istruzione Ilenia Malavasi e il direttore scientifico di “Noicontrolemafie”, Antonio Nicaso, hanno condotto il dibattito “Mafie al Nord, ovvero territori violati”. I giornalisti Cesare Giuzzi del Corriere della Sera e Giuseppe Legato de La Stampa e il vicepresidente del Gruppo antimafia Pio La Torre Patrick Wild hanno illustrato rispettivamente “la colonizzazione - perché purtroppo oggi parlare di infiltrazioni è riduttivo”, come ha sottolineato Nicaso - rispettivamente della Lombardia, del Piemonte e in generale del Nord-Ovest e dell’Emilia-Romagna.

“Del resto, le mafie sono un modello esportabile, sennò sarebbero rimaste al Sud: dunque sono arrivate anche qui al Nord,   dove sono funzionali a certe distorte logiche di potere”, ha premesso Nicaso prima di passare la parola ai relatori, “persone che per professione leggono carte giudiziarie, documenti e informative, si informano e riescono dunque a ricostruire le storie di mafia, permettendoci di capire questa colonizzazione: un lavoro fondamentale, perché proprio la conoscenza, la consapevolezza è l'arma più importante per sconfiggere le mafie”.

Cesare Giuzzi ha quindi illustrato la ‘colonizzazione’ da parte dei calabresi della Lombardia, “offrendo di tutti i livelli a imprenditori, dalla sicurezza in discoteche e cantieri, e politici privi di scrupoli che vogliono mantenere il potere”. “Ma soprattutto, in Lombardia la mafia supplisce allo Stato, garantendo il recupero dei crediti, e alle banche, concedendo finanziamenti, e così le imprese finiscono per essere cannibalizzate”.

Patrick Wild ha invece parlato del radicamento nella nostra regione e San Marino, “soprattutto grazie a lavoro nero ed economia grigia”, mettendo in guardia sui cantieri per la ricostruzione del dopo-terremoto. Sui cantieri pubblici, in particolare quelli della Tav e soprattutto delle Olimpiadi invernali a Torino del 2006, si è soffermato anche Giuseppe Legato, spiegando come “i soldi ‘guadagnati’ coi sequestri di persona  e poi investiti nella droga vengano principalmente riciclati attraverso le grandi commesse pubbliche: solo con le Olimpiadi, attraverso una ditta apparentemente ‘pulita’, la mafia è riuscita a riciclare per tre anni 1 milioni di euro al mese”.

 


(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

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