Il Progetto "Educare alle differenze" ha messo in scena gli spettacoli dei ragazzi e le ragazze delle scuole di Parma per portare un messaggio di rispetto e accoglienza delle diversità.
Educare alle differenze, promosso dall'Assessorato all'Educazione e Inclusione, ha coinvolto in un percorso di laboratori teatrali 350 ragazzi e ragazze di 13 Scuole del primo ciclo del Comune di Parma (Adorni, Albertelli, Anna Frank, Don Milani, Maria Luigia, Micheli, Racagni, Ferrari, Parmigianino, Salvo D'Acquisto, Verdi, Vicini).
I laboratori sono stati condotti da una rete di Teatri di Parma, ZonaFranca, Teatro del Cerchio, Teatro delle Briciole, Europa Teatri Teatro Lenz Rifrazioni, Teatro del Tempo, che hanno messo a disposizione del progetto la loro professionalità.
Educare alle differenze nasce con l'obiettivo di aiutare i giovani a riconoscere e rispettare ogni differenza - sia essa di genere, di cultura, di appartenenza religiosa, di provenienza geografica - a renderli consapevoli degli stereotipi che ci condizionano e a superare i pregiudizi.
Tra i banchi di scuola si vivono esperienze fondamentali, si maturano scelte e aspettative che influenzano il futuro. A scuola ci si confronta e ci si misura con le diversità di ciascuno. Questo confronto spesso è vissuto con difficoltà, diffidenza, pregiudizio.
Per prevenire fenomeni di discriminazione ed esclusione, bullismo, cyber bullismo, razzismo, omofobia e violenza di genere è necessario mettere in atto una strategia educativa precoce: in questa direzione si è mosso Educare alle differenze.
I ragazzi sono stati coinvolti in un percorso di avvicinamento al linguaggio del teatro, attraverso la creatività, il lavoro di gruppo, i giochi di improvvisazione, la danza. Hanno fatto un percorso di crescita, riconoscendo che ognuno è unico e speciale e che le diversità non sono un limite ma una ricchezza.
Attraverso la scrittura creativa, i ragazzi stessi hanno elaborato i testi che sono stati presentati il 18-19-20 aprile 2018 presso il Teatro al Parco di Parma. In ogni giornata, a partire dalle ore 17.00 sono state impegnate cinque classi che, guidate dagli insegnanti di teatro, hanno messo in scena l'esito del lavoro scaturito dai laboratori. All'esito finale ha partecipato anche una classe della Scuola Salvo D'Acquisto che ha condotto un percorso di Teatro con il supporto degli educatori del Gruppo Scuola.
Educare alle differenze si è concluso il 5 maggio 2018 con la "Camminata per educare alle differenze". Tutti i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato al progetto, insieme ai loro insegnanti, hanno percorso il centro della città in un corteo colorato e festoso, fermandosi in vari punti per brevi azioni sceniche che richiamavano i loro spettacoli: sono volati in aria palloncini carichi di desideri, si è data la parola a burattini costruiti in classe, sono stati offerti ai passanti poesie e bulbi di fiori per far crescere il rispetto, si è ballato in gruppo tenendosi per mano, ci si è stretti un grande abbraccio, avvolti in una lunghissima sciarpa colorata, ripetendo in coro lo slogan "Batti le mani, schiocca le dita, rispetto per le differenze tutta la vita".
Le dichiarazioni dell'Assessora Ines Seletti, alla fine della camminata: "Abbiamo chiuso con una bellissima camminata finale questo fantastico progetto, che è stato presente nelle scuole per tutto l'anno scolastico, portando nelle classi l'esperienza del teatro. L'importanza di "Educare alle differenze" sta nel voler aiutare tutti i nostri bambini e nostri ragazzi ad accettare qualsiasi tipo di differenza. Gli argomenti affrontati sono stati diversi e sono stati scelti dagli stessi insegnanti delle scuole insieme ai propri alunni: ognuno ha deciso di mettere in scena a teatro quella che riteneva fosse la tematica sulle differenze più interessante per la propria classe".
Le dichiarazioni di Graziana Morini, Dirigente di due delle (Scuole Ferrari e Anna Frank) che hanno partecipato al Progetto: "Educare alle differenze" ha suscitato un notevole apprezzamento sia da parte dei ragazzi che degli insegnanti e delle famiglie. Quel che ha dato valore educativo al progetto è stata la modalità con cui si è arrivati a definire i contenuti degli spettacoli: i ragazzi sono stati i veri protagonisti del lavoro in ogni sua fase. Quello che abbiamo visto in scena è la sintesi di un'elaborazione fatta in classe, una riflessione originale e costruita insieme, non un testo calato dall'alto"
Le dichiarazioni di Franca Tragni, di Zona Franca che è stata capofila tra i teatri coordinando il progetto: "Alla fine del progetto possiamo dire che "Educare alle differenze" anche quest'anno è stato in grado di creare dei legami profondi tra il mondo della scuola e il mondo del teatro. Si è lavorato a fianco dei ragazzi e dei loro insegnanti, portando ognuno il proprio linguaggio, la propria storia, la propria sensibilità e costruendo insieme un testo che esprimesse le emozioni e le riflessioni emerse in classe".
Fonte: Comune di Parma
I politici locali si rivolgano ai "capi" e si facciano rispettare a Roma. Un docente dirottato da San Nicolò al comune montano
I parametri per calcolare il numero di docenti da assegnare alle singole scuole sono frutto di norme nazionali, volute dalla politica, alle quali gli organi amministrativi periferici devono meramente adempiere e sono noti. A tal proposito aggiungiamo che negli ultimi 10-15 anni hanno governato un po' tutti gli schieramenti, i quali hanno concorso a determinare la situazione attuale.
Ci sembra strumentale che dopo la notizia del calo di un docente alla scuola dell'infanzia di Marsaglia, certi i politici del territorio, alcuni dei quali fanno anche parte di partiti che tuttora concorrono alle decisioni nazionali, protestano a livello locale come se i parametri sugli organici li avesse decisi qualcuno a Piacenza e non i loro "capi" a Roma.
Protestano e presentano interrogazioni praticamente contro i loro stessi referenti nazionali, si rivolgano al Ministero dell'Istruzione ed ai segretari nazionali dei loro partiti, pretendano in quelle sedi assegnazioni straordinarie di organico, tenendo sempre bene a mente che nella Scuola Statale le decisioni non spettano agli amministratori locali (le scuole non sono comunali).
La Gilda degli insegnanti vuole ricordare a qualche amministratore del territorio che nemmeno i rappresentanti dei docenti, che sono eletti da migliaia di professori e maestri della scuola Statale, hanno titolo a concorrere alle decisioni relative agli organici, non si capisce perché ciò dovrebbe essere concesso a chi ha ruoli in enti che sono estranei al Ministero dell'Istruzione.
Tuttavia le recriminazioni di Marsaglia producono solo scontri tra fraticidi sul territorio, precisa Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti: "Per cercare di aiutare la scuola dell'infanzia di Marsaglia oggi è stato eliminato un posto di docente elementare assegnato all'Istituto Comprensivo di San Nicolò, che pure ne aveva bisogno, ciò perché la politica a Roma non è in grado di trovare risorse per la nostra montagna" continua il dirigente sindacale – "per quanto riguarda la politica scolastica, dopo l'insediamento del nuovo governo, urge una cabina di regia tra parlamentari eletti del territorio e sindacati rappresentativi, affinchè si possano condividere strategie comuni, nell'interesse di tutte le componenti interessate, dando ai tecnici maggiori certezze per poter operare serenamente nella gestione di un settore vitale qual è quello scolastico"
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"Forme d'arte. Capriccio reggiano" è il titolo della prima edizione del concorso, promosso dal consorzio del Parmigiano Reggiano, Provincia, Liceo artistico statale Gaetano Chierici, con La collaborazione del consorzio di Bibbiano La Culla e l'associazione Linea Comunicazione. Il concorso è sfociato in una mostra e nel relativo catalogo, prodotto con i lavori di 32 studenti di della classe VD e VF del liceo Gaetano Chierici, indirizzo figurativo.
L'evento si è collocato all'interno della manifestazione Caseifici aperti e si è tenuto nella sede del consorzio del Parmigiano Reggiano da sabato 28 a ieri, domenica 29 aprile, e alle 11 c'è stata la premiazione dei migliori lavori prodotti dagli studenti.
I ragazzi del Chierici, coordinati dai docenti Savina Lombardo e Sergio Zancoghi hanno trasformato simil forme di Parmigiano Reggiano in prodotti che, pur ricordando la forma classica del re dei formaggi, rievocano la storia, le tradizioni, l'ambiente di questo prodotto, che è l'oro della nostra terra, con tecniche miste: collage polimaterico, acrilico, olio, pastello, acquerello, carboncino, matite colorate.
Lorenzo Pinetti (presidente della sezione reggiana del consorzio del Parmigiano Reggiano) afferma: "L'arte è bellezza e tecnica che parte dalle mani, come per la preparazione del re dei formaggi poi c'è il gusto, che lega la forma e l'arte: vogliamo creare una sinergia sempre più profonda e proficua tra le eccellenze del nostro territorio. Ogni forma di forma di Parmigiano Reggiano è una forma d'arte, l'una diversa dall'altra proprio come quelle artistiche realizzate dagli studenti di VD e VF, indirizzo Figurativo, del liceo artistico Chierici, per questa I edizione del concorso: Forme d'arte. Capriccio reggiano'. Sono tutte belle, ognuna meritevole di essere premiata. Si sono unite 2 forme d'arte, che creano un felice connubio che dovrà durare a lungo".
Michele Medici, curatore della mostra e del relativo catalogo, aggiunge: "Forme d'arte è frutto di un sogno realizzato con Linea di Comunicazione, il consorzio del Parmigiano Reggiano e, soprattutto, gli studenti che hanno sviluppato la loro creatività sul tema del capriccio, che nella storia dell'arte mostra i capolavori più intesi di diversi autori, da Tiepolo a Goya. Lo stesso hanno fatto i ragazzi del Chierici e le loro opere si innestano nella realtà unica dell'Italia per cultura e arte, che questo progetto promuove".
Negli interventi del catalogo anche quelli della dirigente Maria Grazia Diana, che scrive: "Gli studenti dell'indirizzo figurativo del Chierici hanno operato sul fronte della fascia circolare e sulla parte rotonda, e le forme colorate e rese con tecniche varie sono diventate un mezzo nuovo di comunicazione per evidenziare la reggianità e l'eccellenza di un prodotto grazie all'immaginazione ed allo sguardo nuovo degli studenti del liceo artistico".
E, sullo stesso tenore l'intervento scritto di Ilenia Malavsi (vicepresidente Provincia), che chiosa: "Gli studenti del Chierici si sono già cimentati nella promozione del Parmigiano Reggiano, il prodotto reggiano più conosciuto al mondo nel quale emergono le abilità del fare, ciò che ha consentito di produrre delle splendide forme, che è la stessa abilità che ritroviamo nei ragazzi del Chierici ai quali abbiamo chiesto di reinterpretare quelle stesse forme e loro, con i docenti, hanno fatto dei capolavori unici al mondo, che raccontano la tradizione e la cultura reggiana".
Ed ecco sfilare, fra le opere degli studenti del Chierici, una forma che rispecchia di sottinsù il Valli e la cattedrale, un antico casello di mattoni a gelosie e il ponte di Calatrava, il Tricolore con i cappelletti, il rito delle mungitura, forme a spirale con paesaggi abbozzati a matita, un diario di viaggio, Astolfo sulla luna, Orlando furioso, l'esagono della città di Reggio, una famiglia, un girasole, la pietra di Bismantova.
Presenti alla premiazione: tre giocatori della squadra di Rugby reggiana: Davide Farolini, Armand Du Preez, Enrico Manghi.
Ha premiato il presidente Pinetti che ha donato, a nome del consorzio, una forma interna di Parmigiano Reggiano come primo premio, una mezza al secondo classificato, un quarto al terzo e, rispettivamente, un ottavo l'uno alle due menzioni speciali.
Gli studenti che hanno vinto, I° premio Noemi Ferri con Scaglia reggiana (VF); II° Leonardo Crotti (il paesaggio del re dei formaggi, V D); III° Viola Tasselli ( Principio di realtà, VF); menzioni speciali: Angelo Cagnazzo, Alberto Gibertoni.
Gli studenti che hanno partecipato. VD: Chiara Bertelli, Giorgia Conte, Leonardo Crotti, Valeria Davoli, Stefano Gibertoni. Carmela Irrissito, Lisa Leoncini, Davide Pelullo, Francesca Saccardi, Alice Tosi, Fabio Sandrin.
VF: Arianna Aldrigo, Michele Armani, Nicole Bonori, Angelo Cagnazzo, Sara Caruso Sara, Alessia Clemente, Safia El Abdaoui, Elisa Fantesini, Noemi Ferri, Maicol Fontana, Maicol Franceschi, Laura Guzzi, Sara Lusetti, Antonio Marchese, Federica Minutoli, Sofia Parrinelli, Alessandro Pelullo, Francesco Rustichelli, Matteo Sandrin, Eleonora Saverino, Davide Storchi, Viola Tasselli.
Dipendenti parmigiani del Ministero dell'Istruzione inquadrati con la qualifica di dirigente scolastico, esternando le loro preoccupazioni relative ai crescenti comportamenti aggressivi da parte degli studenti, si sono dimenticati di ricordare che loro stessi in quanto funzionari dello Stato hanno anche l'obbligo (non la facoltà!) di tutelare la pubblica amministrazione nelle opportune sedi giudiziarie: quando dei minori infraquattordicenni aggrediscono ed offendono le persone o commettono danneggiamenti, vanno chiamati a risponderne i genitori nelle opportune sedi giudiziarie; quando gli studenti hanno superato i 14 anni sono anche perseguibili penalmente, anche in questo caso non si tratta di una scelta ma di un'azione obbligatoria.
Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda di Parma e Piacenza, a tal fine precisa: "I dirigenti delle scuole, nell'esercizio delle loro funzioni, sono per legge assistiti dall'Avvocatura dello Stato di Bologna, che a quanto pare per il settore scolastico funziona solo quando si ritiene che a sbagliare sono i docenti"
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Alcuni dirigenti scolastici parmensi nei giorni scorsi hanno espresso considerazioni relative allo svolgimento delle prove dell'ente Invalsi nella scuola secondaria di 1° grado (ex medie), tacendo sul fatto che lo stesso Invalsi è un ente che sfrutta il lavoro nero.
Sono anni che la Gilda degli Insegnanti di Piacenza e Parma denuncia pubblicamente che l'Invalsi, ente statistico preposto alla rilevazione dei livelli scolastici di apprendimento, è l'unica amministrazione pubblica che pretende dalle persone prestazioni lavorative gratuite, uno vero e proprio sfruttamento che viene imposto al personale scolastico, docente e non docente.
Ci riferiamo alle complesse operazioni di data entry che servono all'Invalsi e che i suoi dirigenti, meritoriamente nominati dalla politica, per nulla organizzano. Quest'anno il fenomeno dovrebbe riguardare solo la scuola primaria, pare che per gli altri ordini di scuola l'Invalsi finalmente si sia in qualche modo attrezzato.
La Gilda di Parma e Piacenza ha chiesto più volte all'Invalsi di sedersi ad un tavolo per negoziare questo lavoro extra, uno sfruttamento a "nero" talvolta imposto con metodi da vero e proprio caporalato: certi dirigenti scolastici, fortunatamente non tutti, pretendono di reclutare manovalanza intellettuale a costo zero per un ente che non ha sottoscritto alcun contratto con il personale delle scuole.
Dice Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Piacenza e Parma: "E' grave che in un contesto scolastico educativo dei dirigenti scolastici, come se nulla fosse, tollerino un'entità che non concepisce la remunerazione del lavoro dando un esempio illegalità e lavoro nero ai ragazzi ".
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Gilda degli Insegnanti
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Coordinatore: SALVATORE PIZZO
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La Commissione Regionale Scuola e Territorio si riunisce e detta il passo anche in Emilia-Romagna.
Si è svolta in settimana, presso l'Istituto per Ciechi di Bologna, Francesco Cavazza, un'interessante conferenza sul tema dell'inclusione a scuola di bambini e ragazzi portatori di handicap e, più nello specifico, di coloro i quali vivono una situazione di cecità e ipovisus grave.
A fare da gran cerimoniere per l'incontro aperto alle famiglie e al personale scolastico di ogni ordine e grado, ma anche agli addetti del settore informatico che si occupano di supporti, il Presidente Regionale dell'UICI Emilia-Romagna, Marco Trombini; sue le prime parole, che hanno accolto ospiti e astanti: "Il cammino che ci porta qui oggi si sta compiendo in tutte le sedi della nostra associazione e parte da lontano. Le varie Commissioni Regionali che si occupano di Scuola e Istruzione si sono insediate qualche anno fa e fanno da specchio a quella Nazionale – Spiega proprio il dottor Trombini – Lavoriamo tutti per permettere ai ragazzi portatori di disabilità visiva una vita scolastica alla stregua dei loro compagni normodotati, che sia piacevole e fruttuosa".
Questo concetto è stato ripetuto anche dallo stesso Presidente della Commissione Nazionale, inerente Scuola e Istruzione; Marco Condidorio, docente di Storia e Filosofia e membro della Direzione Nazionale della Onlus, ha infatti rimarcato quanto strumenti efficaci e mentalità aperta siano indispensabili a chi ha un handicap sensoriale, per integrarsi all'interno del mondo della scuola, ma non solo: "Per bambini e ragazzi ciechi, il primo approccio con ciò che esiste all'esterno delle mura di casa è rappresentato proprio dagli insegnati e dai compagni di classe. Abbiamo in Italia molti validi Istituti per Ciechi – e due di questi, il Garibaldi ed il Cavazza, proprio in Emilia – sono istituzioni essenziali per la formazione non solo dei nostri alunni, ma anche di tutte quelle figure, familiari e professionali che girano loro intorno".
Come fare, allora, perché la forbice fra le possibilità offerte ad un allievo normodotato e quelle disponibili per un cieco o per un ipovedente grave sia sempre più piccola? Annullarla è complesso, sarebbe ipocrita dire il contrario e lo sottolinea anche la dottoressa Chiara Brescanini, oggi coordinatrice dell'Ufficio Scolastico Regionale che si occupa di handicap e istruzione, ma a sua volta, docente e dirigente scolastico. "Dal 2002, in Emilia-Romagna – ci assicura la dottoressa - si svolge una ricognizione riguardante i dati degli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92 nelle scuole statali; il sistema scolastico nazionale si impegna ad investire risorse nei posti di sostegno per accompagnare la vita educativa e formativa degli studenti con disabilità al fine di rimuovere le condizioni invalidanti della persona, favorirne il recupero funzionale e sociale, e superare stati di emarginazione ed esclusione sociale".
Tante parole che poi, nel concreto, si riducono ad una sola, per tutti quei soggetti, veri attori di questa vicenda: quotidianità. Trasporti casa-scuola-casa, supporti allo studio (più o meno tecnologici), formazione dei docenti, disponibilità di personale preparato: "È proprio questa - la formazione in tema di inclusione, dice ancora la Brescianini - la priorità del piano nazionale di formazione, di cui alla Legge 107/2015. E tutte le scuole-polo dell'Emilia-Romagna sono chiamate ad assicurare percorsi in grado di dare risposte concrete alle richieste che vengono dagli insegnanti e dalle famiglie". Anche la crescente richiesta di assegnazione di docenti al sostegno è supportata, a livello regionale, da una concentrazione delle risorse disponibili. Oltre al sostegno fornito dagli insegnanti, sono da aggiungere i servizi (e i relativi costi) degli Enti Locali per l'organizzazione di ore educativo-assistenziali (corsi per la letto scrittura del Braille, autoderteminazione di sé e delle possibilità di ciascuno, conoscenze spazio-sensoriali), dei trasporti e per le attività extra-scolastiche.
È, invece, del dicembre del 2017 la normativa che prevede la creazione dei Centri tecnici di Supporto, recepita ed attuata solo in Emilia-Romagna e in Lazio: "Sono scuole, o poli scolastici – ci spiega ancora il dottor Trombini – presenti in ogni provincia. Loro compito è quello di garantire un servizio di consulenza esperta alle altre scuole e alle stesse famiglia, nel caso in cui debbano affrontare particolari problemi riguardanti l'integrazione scolastica di un ipovedente o di un cieco totale. Negli uffici dei vari CTS, genitori ed insegnati potranno trovare professionisti capaci potranno suggerire le metodologie di insegnamento e gli strumenti più idonei all'interazione ottimale di ogni ragazzo, sia con l'apprendimento, sia con il mondo-classe (e non solo) che lo circonda.
"Molto importante – conclude il dottor Condidorio – è, infatti, la rete di conoscenze che si crea intorno al bambino con handicap. Non possiamo vedere, ma possiamo ben renderci visibili e assistere chi vive questo svantaggio."
Di Mara Boselli
Parma, operatore scolastico aggredito da studente, pretendiamo che il violento e la famiglia vengano perseguiti penalmente e civilmente
E' gravissimo che un cittadino maggiore degli anni 14, quindi penalmente perseguibile, nella sua qualità di studente aggredisca un operatore scolastico (in questo caso un educatore) mandandolo in ospedale, fatto che è avvenuto nei giorni scorsi in un istituto scolastico di Parma, provocando lesioni giudicate guaribili in 15 giorni ad un educatore.
La Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza pretende il rispetto del codice penale e del codice civile: i cittadini che hanno superato gli anni 14 sono penalmente perseguibili, i responsabili dell'Amministrazione scolastica sono tenuti a segnalare questi comportamenti alle competenti autorità giudiziarie, è bene ricordare che qualora ciò non avvenisse sarebbe una grave omissione e non solo la magistratura, ma anche l'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna sarebbe chiamato a dover agire contro eventuali omissioni.
La Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza, visto che si tratta di un cittadino minorenne, pretende che l'Amministrazione scolastica per il tramite dell'Avvocatura dello Stato di Bologna agisca anche civilmente contro chi è responsabile delle azioni e dei danni compiuti dal soggetto violento, che nel caso di un minore sono i genitori o chi esercita la potestà genitoriale.
Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza, a tal proposito afferma: "La scuola non può essere un porto franco dove non si applicano le leggi, in questo caso il Codice Penale ed il Codice Civile" – continua – "quando a sbagliare sono i docenti, giustamente, l'Amministrazione consigliata dall'Avvocatura dello Stato si sforza di essere puntuale ed inflessibile, quando si tratta di altri soggetti che aggrediscono ed offendono docenti o altro personale scolastico riscontriamo una scarsa reattività" – conclude il coordinatore della Gilda degli Insegnanti – "pretendiamo di sapere pubblicamente quali azioni hanno compiuto l'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna e l'Avvocatura dello Stato di Bologna, se non ci fossero riscontri il problema oltre ad essere giudiziario è anche politico, è ora di dire basta al buonismo".
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Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza
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Rientrato a metà dicembre dall'ultima missione sulla stazione orbitante, Paolo Nespoli è la testimonianza che volere è potere e i sogni possono diventare realtà.
Di Lamberto Colla
Parma 20 marzo 2018 -
Nel 2007 la prima missione sullo Shuttle Discovery e poi nel 2010, nel 2015 e infine nel 2017 "AstroPaolo" è stato ospite della Stazione Spaziale Orbitante (ISS), quello straordinario "laboratorio" di ricerca che da 400 chilometri sopra le nostre teste osserva lo spazio, controlla i fenomeni terrestri e conduce dai 200 ai 300 esperimenti per ogni turno di permanenza.
Sin da bambino, ha confidato Paolo Nespoli, ospite dell'Università di Parma, sognava di fare l'astronauta e grazie la caparbietà, determinazione e studio il sogno si è avverato e all'età di sessant'anni ha partecipato alla sua terza missione spaziale, restando per 139 giorni all'interno dell'ISS come "gruista spaziale", ovvero addetto al braccio meccanico esterno, come "cavia" e come scienziato partecipando all'attività di ricerca programmata dall'ESA (Agenzia Spaziale Europea) e dall'ASI (Agenzia Spaziale Italiana).
Ai molti studenti delle scuole superiori, presenti al Centro Polifunzionale del Campus universitario, Paolo Nespoli ha dimostrato come il proprio futuro lo si possa costruire trasformando così i propri sogni in realtà.
Paolo Nespoli è intervenuto in Ateneo grazie alla collaborazione del fumettista di Parma Leo Ortolani con ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e ESA (European Space Agency), dalla quale è nato il volume a fumetti C'è Spazio per Tutti (Panini comics 2017) dedicato alla vita sulla Stazione Spaziale Internazionale e alla storia dell'uomo nello spazio. C'è Spazio per Tutti, che ha per protagonista Rat-Man, il topo-supereroe creato da Leo Ortolani, è stato portato nello spazio proprio da Paolo Nespoli, che l'ha mostrato in un video dalla Stazione spaziale Internazionale. È stato il primo fumetto a raggiungere lo spazio.
E Ortolani stesso è un altro testimone della passione che si trasforma in esperienza d'eccellenza così come per Tommaso Ghidini, anch'egli intervenuto a illustrare i progressi della ricerca per arrivare a costruire una base lunare per poi affrontare la "bonifica" di Marte per rendere fattibile la sua colonizzazione. Partito dall'ateneo di Parma, dove si è laureato in facoltà Ingegneria, oggi Ghidini si trova a dirigere la Divisione Strutture, Meccanismi e Materiali di ESA che sta sperimentando, ad esempio, la costruzione della base lunare attraverso l'utilizzo di stampanti 3D e la ricostruzione di organi umani (pelle, reni, ossa ecc...), perfetta replica funzionante dei pionieri che si avventureranno nello spazio per posizionare la prima pietra della civiltà terrestre su Marte.
Grande successo quindi ieri mattina all'Auditorium del Campus Scienze e Tecnologie dell'Università di Parma per "Spazio all'ingegno". A raccontare delle esperienze "spaziali", oltre a Tommaso Ghidini e Paolo Nespoli, è intervenuto anche Claudio Sollazzo, Mission Manager VITA, di ASI -Agenzia Spaziale Italiana che ha raccontato della "difficoltà" di vivere nello spazio e quindi della organizzazione e programmazione che da terra occorre predisporre per assistere gli equipaggi in missione spaziale.
La mattinata è stata aperta dalla Pro Rettrice alla Didattica e servizi agli studenti Sara Rainieri e da Annamaria Cucinotta, docente del Dipartimento di Ingegneria e Architettura; il Rettore dell'Università di Parma Paolo Andrei ha invece introdotto l'intervento di Paolo Nespoli.
Foto di Francesca Bocchia
VIDEO: https://youtu.be/vrOWlAQrqkc
Legalità, bullismo e cyberbullismo: La Polizia di Stato incontra i giovani alunni delle seconde Medie dell'Istituto Puccini.
Continuano gli incontri in materia di educazione alla legalità promossi dalla Polizia di Stato. Il Commissario Capo Federico Mastorci e l'Assistente Capo Diego Margari, dopo la Scuola elementare Bottego, giovedì 15 marzo hanno incontrato i giovani ragazzi delle classi seconde medie dell'Istituto Puccini.
Il personale della Questura di Parma, ha fornito gli elementi principali per far sì che i giovani adolescenti, definiti da molti come "nativi digitali", meglio comprendano i rischi e le conseguenze collegate all'uso distorto dei nuovi media digitali e alla rete, troppo spesso sconosciute.
Il tutto non prima di aver dato alcuni input sul ruolo della Scuola, in quanto Istituzione del nostro paese e alla funzione degli insegnanti, quali riferimento per eventuali episodi spiacevoli connessi e non all'uso delle nuove tecnologie.
Alle classi incontrate è stato proiettato un filmato, che ha permesso di riflettere sulle conseguenze negative di cui si può essere vittima a seguito dello scorretto uso dei social media e dei social network.
In primo luogo si è affrontata la tematica della riservatezza dei dati e della semplicità con cui questi possono essere carpiti da terzi malintenzionati e, pertanto, della necessità di dover, non solo conoscere le regole sulla privacy del social su cui sto navigando, ma anche di riflettere seriamente sulle conseguenze della condivisione di dati sensibili.
Si è parlato inoltre dell'anonimato, e del fatto che le forze dell'ordine possono risalire all'autore di una condotta criminosa, anche se commessa attraverso un mezzo telematico, ancorché si possa aver usato un nickname falso o false immagini.
Sono state approfondite anche le conseguenze delle proprie condotte sotto il profilo legale, che possono arrivare ad integrare dei reati, quali la diffamazione, l'accesso abusivo, l'illecito trattamento di dati personali, l'istigazione al suicidio e la sostituzione di persona.
È stato ricordato, inoltre, che si può essere vittime di diversi episodi penalmente punibili, quali l'adescamento di minori, la pornografia minorile, ecc.; tutti reati perpetrati attraverso la rete, con l'uso di smartphone e pc e rispetto ai quali le nostre difese possono essere più deboli mentre quelle del criminali molto più forti.
Riscontrando da parte dei ragazzi una grande partecipazione ed un notevole interesse sul tema, gli esperti della Polizia di Stato hanno messo in guardia i giovanissimi anche sui giochi online: scegliere sempre il "clan" di compagni e amici che si conoscono per non incorrere nella "trappola" di malintenzionati.
Il personale della Polizia di Stato proseguirà nell'iniziativa in altre Scuole della Provincia di Parma.
Legalità, bullismo e cyberbullismo: La Polizia di Stato incontra i giovani alunni delle seconde Medie dell'Istituto Puccini.
Continuano gli incontri in materia di educazione alla legalità promossi dalla Polizia di Stato. Il Commissario Capo Federico Mastorci e l'Assistente Capo Diego Margari, dopo la Scuola elementare Bottego, giovedì 15 marzo hanno incontrato i giovani ragazzi delle classi seconde medie dell'Istituto Puccini.
Il personale della Questura di Parma, ha fornito gli elementi principali per far sì che i giovani adolescenti, definiti da molti come "nativi digitali", meglio comprendano i rischi e le conseguenze collegate all'uso distorto dei nuovi media digitali e alla rete, troppo spesso sconosciute.
Il tutto non prima di aver dato alcuni input sul ruolo della Scuola, in quanto Istituzione del nostro paese e alla funzione degli insegnanti, quali riferimento per eventuali episodi spiacevoli connessi e non all'uso delle nuove tecnologie.
Alle classi incontrate è stato proiettato un filmato, che ha permesso di riflettere sulle conseguenze negative di cui si può essere vittima a seguito dello scorretto uso dei social media e dei social network.
In primo luogo si è affrontata la tematica della riservatezza dei dati e della semplicità con cui questi possono essere carpiti da terzi malintenzionati e, pertanto, della necessità di dover, non solo conoscere le regole sulla privacy del social su cui sto navigando, ma anche di riflettere seriamente sulle conseguenze della condivisione di dati sensibili.
Si è parlato inoltre dell'anonimato, e del fatto che le forze dell'ordine possono risalire all'autore di una condotta criminosa, anche se commessa attraverso un mezzo telematico, ancorché si possa aver usato un nickname falso o false immagini.
Sono state approfondite anche le conseguenze delle proprie condotte sotto il profilo legale, che possono arrivare ad integrare dei reati, quali la diffamazione, l'accesso abusivo, l'illecito trattamento di dati personali, l'istigazione al suicidio e la sostituzione di persona.
È stato ricordato, inoltre, che si può essere vittime di diversi episodi penalmente punibili, quali l'adescamento di minori, la pornografia minorile, ecc.; tutti reati perpetrati attraverso la rete, con l'uso di smartphone e pc e rispetto ai quali le nostre difese possono essere più deboli mentre quelle del criminali molto più forti.
Riscontrando da parte dei ragazzi una grande partecipazione ed un notevole interesse sul tema, gli esperti della Polizia di Stato hanno messo in guardia i giovanissimi anche sui giochi online: scegliere sempre il "clan" di compagni e amici che si conoscono per non incorrere nella "trappola" di malintenzionati.
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