Nuovo decreto Minniti: 19milioni per garantire l'espulsione. Ecco cosa prevedono le norme. "Parlamento approva le nuove norme su immigrazione. Tempi più rapidi per diritto asilo. Strumenti più efficaci per accoglienza e integrazione". Così il premier Paolo Gentiloni dopo l'approvazione del decreto alla Camera.
di Alexa Kuhne
Roma, 12 aprile 2017
Si chiama 'Decreto migranti' e contiene 23 articoli che regoleranno l'immigrazione nel nostro Paese, nelle regioni maggiormente toccate dal problema, come l'Emilia-Romagna.
Tra i punti del decreto ci sono quelli che riguarderanno i nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio, il taglio dei tempi di esame per le domande di asilo, l'eliminazione di un grado di giudizio per i ricorsi, la possibilità per i richiedenti di svolgere lavori di pubblica utilità gratuiti e volontari e la gestione dei 19 milioni di euro previsti per garantire l'esecuzione delle espulsioni.
Il documento è stato appena firmato dai ministri Marco Minniti ed Andrea Orlando e ha avuto il sì definitivo dell'Aula della Camera con 240 voti favorevoli, 176 i contrari, 12 astenuti. Sul testo ieri il governo aveva incassato la fiducia a Montecitorio.
I cittadini extracomunitari, in base a quanto emerge dal decreto, stazioneranno nei centri di riconoscimento, altri anni nei centri per richiedenti asilo, altri anni nei centri per il rimpatrio.
In sintesi le norme:
CPR AL POSTO DEI CIE - Al posto dei vecchi Cie saranno creati in ogni regione i Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), 1.600 posti in tutto, preferibilmente fuori dai centri urbani e vicino ad infrastrutture di trasporto. Queste strutture ospiteranno i migranti da rimandare in patria. Per garantire l'esecuzione delle procedure di espulsione vengono stanziati 19 milioni di euro. Le disposizioni escludono il trattenimento nei Centri di persone "in condizioni di vulnerabilità". Previsto l'accesso ai Centri, senza previa autorizzazione, per i parlamentari e gli altri soggetti ammessi a visitare le carceri.
TAGLIO TEMPI RICORSI SU ASILO - Altro punto fondamentale è il taglio dei tempi di trattazione delle domande di asilo, aumentate nel 2016 del 47% rispetto all'anno precedente (in tutto sono state 123mila). Ci sarà l'assunzione straordinaria di 250 specialisti per rafforzare le commissioni di esame delle richieste. Vengono poi istituite 26 sezioni specializzate in materia di immigrazione ed asilo presso ciascun tribunale ordinario del luogo in cui hanno sede le Corti d'appello. Deciso inoltre il taglio dell'appello per i ricorsi contro il diniego dello status di rifugiato, che diventa ricorribile solo in Cassazione.
LAVORI PUBBLICA UTILITA' PER RICHIEDENTI ASILO - Il decreto prevede la promozione dell'impiego di richiedenti asilo in lavori di pubblica utilità gratuiti e volontari, ad opera dei prefetti, d'intesa con Comuni e Regioni.
PROROGA SOSPENSIONE TRIBUTI PER LAMPEDUSA - Nell'articolato è stata infine inserita la proroga fino al 15 dicembre 2017 della sospensione dei versamenti tributari a favore dei contribuenti di Lampedusa.
Dal convegno dell'Amrer - associazione dei malati reumatici - informazioni corrette sull'uso della cannabis a scopo terapeutico, già utilizzata ampiamente in Emilia-Romagna.
di Alexa Kuhne
Bologna, 10 aprile 2017
Chiarezza sull'uso della cannabis a scopo terapeutico. E' quello che si chiede per sfatare pregiudizi che non permettono di rendere agevole l'accesso a terapie alternative ai farmaci.
In Emilia-Romagna sono 200 i pazienti - per la maggior parte si tratta di donne sui 56 anni - che ricorrono alla cannabis terapeutica, con buoni risultati su dolori cronici derivanti da malattie come la sclerosi multipla ed i dolori neuropatici. I pazienti affetti da patologie reumatiche sono sempre più coscienti delle possibilità offerte da cure diverse da quelle classiche e vogliono che se ne parli per fare chiarezza e per avere accesso a terapie alternative.
Di pregiudizi e di informazioni errate ne circolano ancora tanti, è stato detto al convegno Amrer, l'associazione dei malati reumatici dell'Emilia-Romagna, all'ospedale Maggiore di Bologna.
Tra le testimonianze, quella di Elisabetta Biavati, fondatrice del "Gruppo dolore e cannabis terapeutica", una associazione nata proprio per dare consigli utili a chi vuole intraprendere la strada della terapia alternativa.
Facciamo un po' di luce su questa possibilità. La cannabis terapeutica è legale in Italia dal 2013 e quindi può essere prescritta.
In regione è stata regolamentata con una legge e una delibera che ne definisce gli usi: in particolare è utilizzata per la riduzione del dolore associato a spasticità nella sclerosi multipla e per la riduzione del dolore neuropatico cronico, solo nei casi resistenti alle terapie convenzionali. In questi casi, il costo è coperto dal servizio sanitario, in tutti gli altri usi clinici il paziente può avere la prescrizione, ma a suo carico.
A mancare, fino ad ora, è l'informazione istituzionale. La possibilità di accedere a questo tipo di terapia è data dal medico di famiglia.
Attualmente, in Emilia-Romagna, sono 195 i pazienti in cura, 140 fra i 19 e i 65 anni, 54 persone con più di 65 anni.
La somministrazione avviene per via orale (decotto da preparare a domicilio ed estratti oleosi in gocce) o per via inalatoria, tramite vaporizzazione. La cannabis per uso medico non può essere fumata.
I pazienti reumatici rientrano a pieno titolo nella categoria di malati cronici che vuole avvicinarsi alla cannabis terapeutica: persone affette da fibromialgia, artriti, neuropatie. La cannabis non è la panacea di tutti i mali, ma rappresenta una grande opportunità e speranza.
"I dati scientifici sull'efficacia nel trattamento di artriti e osteoartrosi sono ancora scarsi e le sperimentazioni cliniche sono pochissime", avverte Riccardo Meliconi, dell'Istituto Rizzoli.
Grazie al Progetto Carta Etica di UniCredit, ieri è stato donato alla Croce Gialla di Parma un pulmino dedicato al trasporto di pazienti disabili.
L'organizzazione di volontariato ONLUS, da tempo impegnata sul territorio, ha potuto acquistare il mezzo dotato di defibrillatore DAE, radio ricetrasmittenti, zaino di soccorso, navigatore satellitare, kit di primo soccorso e due carrozzine con accessori di sicurezza.
Il Progetto Carta Etica di UniCredit si realizza grazie a UniCreditCard Flexia Etica, la carta di credito che senza costi aggiuntivi per il titolare, destina il 2 per mille di ogni spesa effettuata ad un fondo destinato a iniziative e progetti di solidarietà sociale. Un segno concreto di come UniCredit sia una banca vicina anche alle istanze sociali del territorio.
Sfoglia qui sotto tutte le foto della presentazione, ph. Francesca Bocchia
Ieri a Parma è arrivato il leader della Lega Nord Matteo Salvini per presentare la candidata, avvocato parmigiano, in lizza alle prossime elezioni comunali. Grande spiegamento di forse dell'ordine, per l'incontrato con i cittadini che si è svolto all'hotel Stendhal di via Verdi, al termine del quale il segretario della Lega Nord e Laura Cavandoli si sono prestati a foto con i presenti.
"Vivo a Parma, una città che è cambiata tanto nel tempo. Da piccola andavo a scuola a piedi da sola, oggi non è più possibile" esordisce la Cavandoli. "Non può succedere che un medico venga picchiato nel suo ambulatorio per rubargli l'orologio, o che a una ragazza venga scippata la borsa in pieno pomeriggio in via Farini. Le Ztl hanno desertificato il centro storico, con conseguenti problematiche sulla sicurezza e il degrado. Per quanto riguarda i servizi, essi devono andare ai parmigiani, a chi vive nel territorio. Ci sono delle sentenze che stabiliscono che si può fare. Non può essere sfrattato chi ha sempre pagato le tasse, e assegnata la casa a uno che è appena arrivato, magari con otto figli. Poi c'è tutto il discorso della cultura e del Festival Verdi. Ma non c'è solo Verdi. Possiamo iniziare a fare rete con altre realtà".
"Oggi accetto questa indicazione ad essere candidata che mi onora. – conclude la Cavandoli – Vogliamo dialogare con i comitati civici e i cittadini che vogliono occuparsi della loro città. Puntiamo ad una coalizione il più ampia possibile. Vogliamo essere trasversali e rappresentare tutta la città".
Sfoglia tutte le foto qui sotto, ph. Francesca Bocchia
Anima del Principato di Francia Corta, si è spento a Verona il 28 marzo all'età di 68 anni dopo un malore. I funerali si terranno il 31 marzo, alle ore 10.30, nella Chiesa di via Posta a Mirandola.
Mirandola, 30 marzo 2017
Doti da manager e spirito da fanciullo, Enrico Castellazzi, 68 anni, era l'"anima" della Società Principato di Francia Corta, di cui era tesoriere, amministratore e organizzatore dei numerosi eventi che ogni anno, si tenevano a Mirandola, come la Festa di Primavera, in programma il prossimo 23 aprile, la Fiera Mercato di novembre, la Festa di Fine anno, spettacoli e sfilate storiche che Castellazzi portava in trasferta in tutta Italia. Regalava sogni e faceva sentire un po' tutti principi e principesse, ma anche dame, nobili e cavalieri, vestendo il suo "popolo" con sottogonne, parrucche e crinoline. Compreso lui, il cui sguardo si accendeva di una luce speciale ogni volta che si calava nei panni di un uomo d'altri tempi. Se ne è andato all'improvviso, a 68 anni, lo scorso 28 marzo, a Verona, dove era ricoverato dopo essere essersi sentito male durante la partecipazione al Carnevale di Lugagnano. I funerali di Enrico Castellazzi si terranno domani 31 marzo, alle 10.30 presso la Chiesa in via Posta 55 (Parrocchia di Santa Maria Maggiore) con partenza da Terracielo Funeral Home.
Lotta al contrabbando di sigarette: scoperti due depositi di stoccaggio nel nord italia, uno a Parma e uno a Bologna. Sequestrate circa 10 tonnellate di tabacchi illeciti e arrestate 3 persone.
Parma, 30 marzo 2017
Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli continua ad assestare durissimi colpi alle organizzazioni criminali che gestiscono, nell'hinterland napoletano, il traffico illecito di sigarette di contrabbando.
In particolare, nell'ultimo intervento sono state sequestrate circa 10 tonnellate di sigarette, recanti il marchio "Regina", "D&B" e "Diana" - per un valore di mercato stimabile in oltre 2 milioni di euro, consentendo l'arresto di 3 soggetti, uno di nazionalità rumena e due italiani.
L'operazione ha ulteriormente confermato la tendenza delle consorterie contrabbandiere, manifestatasi più volte negli ultimi tempi, di "delocalizzare" la loro attività illecita appoggiandosi a depositi situati nell'Italia del Nord.
I magazzini scoperti si trovavano nel Bolognese e in provincia di Parma con la funzione di depositi dove far confluire grosse quantità di tabacchi di contrabbando - prevalentemente provenienti dai Paesi dell'Europa dell'Est - lontano dalla sempre più monitorata zona partenopea. Una volta accumulata una grossa quantità di merce, il sodalizio criminale avrebbe certamente iniziato a frazionare i tabacchi in carichi di piccole dimensioni, in modo tale da ridurre al minimo le eventuali perdite legate a potenziali sequestri delle Forze dell'ordine.
Questo nuovo canale di approvvigionamento e tale rinnovata rotta illecita sono stati bloccati sul nascere dal GICO del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli che ha evitato l'immissione sul mercato illegale di una notevole partita di sigarette di contrabbando, la quale - oltre ad alimentare ulteriormente la già florida rete di smercio partenopea - avrebbe comportato un danno per le casse erariali di oltre 1,5 milioni di euro.
I militari della Guardia di Finanza, grazie alla collaborazione fornita dai Reparti del Corpo territorialmente competenti, hanno individuato i depositi di stoccaggio ubicati nei comuni di Colorno (PR) e Argelato (BO).
All'interno di questi magazzini, infatti, sono stati sorpresi tre soggetti, tutti tratti in arresto in flagranza di reato, intenti a preparare per la consegna l'ingente quantitativo di tabacchi di contrabbando, abilmente occultato all'interno di oltre 100 bobine di cartone compresso e incastonata in diverse decine di grossi bancali di mattoni.
La descritta operazione, oltre a infliggere un'altra severa battuta d'arresto alle fonti di approvvigionamento del mercato illecito di sigarette in territorio campano e, di conseguenza, alle finanze delle organizzazioni che ne gestiscono i relativi traffici, testimonia le straordinarie "capacità di adattamento" di un sistema criminale che, oltre a disporre di notevoli risorse finanziarie e logistiche, è in grado di muoversi su tutto il territorio nazionale senza difficoltà, trovando punti di appoggio e di penetrazione in ogni parte del nostro Paese.
A trovare i corpi senza vita dei due coniugi sono stati i figli. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo avrebbe ucciso la moglie con alcune coltellate.
Parma, 29 marzo 2017
Tragico ritrovamento questa mattina a Felegara, in provincia di Parma. I corpi senza vita di due coniugi di 75 anni, sono stati scoperti all'interno della loro abitazione. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo avrebbe ucciso la moglie con alcune coltellate, forse spinto dalla grave malattia di cui soffriva la moglie, e poi si sarebbe tolto la vita. Un gesto estremo dettato dalla disperazione. Su entrambi i corpi i segni di ferite procurate probabilmente con un coltello da cucina. La donna pare fosse da tempo costretta a letto in gravi condizioni di salute. Sul posto i carabinieri della stazione di Medesano che hanno eseguito i rilievi e la Compagnia di Salsomaggiore, alla presenza del pm Andrea Bianchi.
Sgominata la scorsa notte dai Carabinieri banda che trafficava in armi, droga e che organizzava sequestri e rapine. Trovate nel Parmense oltre 100 armi da guerra. 45 le persone coinvolte fra quelle arrestate, ai domiciliari, con obbligo di dimora e denunciate. La banda stava progettando di rubare la salma di Enzo Ferrari
di Alexa Kuhne
Parma, 28 marzo 2017
Il canale grazie al quale si smistavano armi da guerra e droga e si organizzavano sequestri era quello che partiva dalla Sardegna e arrivava a Parma, centro nevralgico del traffico, fino a raggiungere Lombardia, Veneto e Calabria.
Un filo diretto continuo, da anni, quello che collegava 45 persone, cadute ieri notte nella rete dei carabinieri, dedite al traffico illegale di mitragliatrici, fucili, bombe a mano e sostanze stupefacenti. Più di un centinaio sono state le armi sequestrate, stipate in abitazioni del Parmense, soprattutto a Traversetolo.
L'indagine è partita nel 2007 dalla Sardegna e ha coinvolto cittadini dell'isola residenti nella nostra provincia.
Cinque le persone finite in manette, uno ai domiciliari, due con obbligo di dimora, ma sono 45, complessivamente, i coinvolti fra arrestati, ai domiciliari, con obbligo di dimora e denunciati.
La banda si era specializzata in spaccio di droga ed estorsioni, con il Parmense come nodo cruciale di smistamento e la Sardegna come luogo effettivo dello spaccio. I protagonisti, finiti agli arresti, sono alcuni pregiudicati barbaricini che si sono stabiliti da tempo, per ragioni di lavoro, in Emilia Romagna ma che non hanno mai interrotto i rapporti con i sodali residenti sull'Isola.
Figura di spicco Giovanni Antonio Mereu, 47 anni, di Orgosolo, ma da anni trapiantato a Parma.
Mereu si era legato con personaggi della criminalità calabrese - per quanto attiene il traffico di stupefacenti - e con trafficanti di armi operanti tra il Veneto, la Lombardia e l'Emilia-Romagna.
La banda stava progettando anche il furto a scopo di estorsione della salma del costruttore automobilistico Enzo Ferrari, sepolta nel cimitero monumentale di Modena. Era già stato tutto definito: modalità di custodia della salma e gestione dei contatti con i familiari.
Un disegno criminale impedito in tempo dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di Nuoro che si è coordinato con la Compagnia dell'Arma di Modena.
L'organizzazione era anche specializzata in rapine a portavalori, istituti di credito ed attività commerciali. In particolare, nel 2013, è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Nuoro e della Compagnia di Viadana (Mantova) il latitante Severino Satta, di 39 anni, residente a Lula (Nuoro), sorpreso all'interno di un appartamento con altri due pregiudicati di ordine sarda. Gli inquirenti hanno accertato che stava pianificando una rapina a mano armata. L'obiettivo dei malviventi era l'assalto ad un furgone portavalori o il caveau di un istituto di vigilanza privata.
Il filone investigativo era partito nel 2007 con il sequestro-lampo, a scopo di rapina, dei coniugi Giampaolo Cosseddu e Pietrina Secce, conclusosi con un bottino di 50mila euro portati via dalla filiale della Banca Intesa di Orosei di cui Cosseddu era direttore e nella quale venne accompagnato dai banditi per il prelievo. I tre malviventi, dopo aver intascato i soldi, fuggirono liberando gli ostaggi. Le successive indagini portarono gli inquirenti a mettere sotto controllo alcuni sospettati che sono risultati anche legati a traffico di droga.
Dall'attività investigativa dei carabinieri sono emersi, sostanzialmente, due distinti (seppure tra loro collegati) filoni d'indagine: da un lato quello riguardante le attività illecite di Graziano Mesina (condannato a 30 anni nel dicembre scorso per essere a capo di una banda di trafficanti di droga), dall'altro i traffici sempre di stupefacenti di esponenti campidanesi e barbaricini. Sequestrate, in tutti questi anni, ingenti quantità di cocaina e marijuana.
Dello smercio delle armi, in particolare, si occupava la figura di spicco dalla banda, Antonio Mereu, di Orgosolo. Tutto arrivava tramite un noto armaiolo/perito balistico che a sua volta, sfruttando la sua professionalità e le sue conoscenze, era riuscito a attivare un ininterrotto canale di approvvigionamento di armi da una struttura dell'Esercito, grazie alla complicità di un militare ed un impiegato civile del ministero della Difesa. Il sistema criminale - hanno sottolineato i carabinieri - era incentrato sulle procedure di rottamazione delle armi del 15/o Ce.Ri.Mat. (Centro Rifornimenti e Manutenzione) dell'Esercito di stanza a Padova. L'armaiolo Renato Bazzan e suo figlio Willy (entrambi arrestati), il primo capo squadra dei Vigili del Fuoco di Padova ed il secondo pompiere, attraverso il luogotenente Giuseppe Mattei ed il dipendente Paolo Paris, entrambi in servizio al 15/o Ce.Ri.Mat., trafugavano armi intere o parti che poi venivano consegnate a Renato Bazzan. Questi a sua volta le rendeva clandestine modificando la matricola. Successivamente le armi venivano cedute anche a Mereu che a sua volta le immetteva nel mercato clandestino sardo e calabrese. Le armi venivano utilizzate anche quale corrispettivo per il pagamento di partite di droga acquistate dalla 'Ndrangheta ed inviate per lo smercio in Sardegna.
Sabato 25 marzo, nell'ambito dell'operazione "Scorpione", la Polizia Municipale ha effettuato ulteriori attività di controllo mirate a contrastare l'abusivismo commerciale e il degrado in occasione del mercato bisettimanale. Cinque pattuglie – tre in divisa e due in borghese – sono state impegnate in piazza Duomo e nelle limitrofe via Chiapponi, via XX Settembre e via Legnano, provvedendo non solo al servizio antitaccheggio ma anche a quattro sequestri di merce venduta senza regolare licenza.
In piazza Duomo sono stati sequestrati 5 portafogli, 73 tra marsupi e pochette, 7 borse in pelle, 72 paia di occhiali da sole, 8 bastoni da selfie, 2 power bank e 11 cuffiette audio. L'apparecchiatura elettronica e gli occhiali da sole erano privi del marchio CE, comportando potenziale pericolo per la salute.
Sono stati inoltre sequestrati 15 kg di carciofi e 3 kg di limoni, il tutto privo di tracciabilità.
I venditori, di nazionalità extracomunitaria, si sono dati alla fuga.
Piacenza, 28 marzo 2017
La raccolta di firme per installare telecamere nei parchi e nelle aree cani di Parma, che ha raggiunto quota 500, è stata lanciata sulla popolare piattaforma Change.org alla luce delle recenti vittime tra i nostri amici a quattro zampe. Ecco come riconoscere i sintomi, come correre ai ripari e presentare denuncia.
Di Manuela Fiorini
Parma, 23 marzo 2017
"Considerando la gravissima situazione relativa alla diffusione estremamente allarmante di bocconi avvelenati nella gran parte delle aree verdi della città di Parma, molto spesso in prossimità di scuole e asili, chiediamo che vengano al più presto installate telecamere di sorveglianza nei parchi e nelle aree cani. Ricordiamo che gli animali che ingeriscono le esche avvelenate subiscono una morte atroce o, nel migliore dei casi, danni fisiologici permanenti. Ci sono già state numerose vittime, quindi la situazione è di estrema grave urgenza, capace di mettere a rischio anche l'incolumità dei bambini. Consideriamo quindi come unico deterrente l'installazione di telecamere a sorveglianza continua".
Ha raggiunto ormai oltre 1.000 firme la petizione lanciata sulla popolare piattaforma Change.org indirizzata al Sindaco di Parma per arginare il crudele fenomeno dei bocconi avvelenati, spesso lasciati nei parchi o, addirittura, nelle aree cani, quando poi non vengono gettati direttamente nei giardini dei privati con l'intento di nuocere non solo agli animali domestici, le principali vittime, ma anche alla fauna selvatica.
Cosa fare in caso di sospetto avvelenamento
Se si sospetta che il proprio cane o gatto abbia ingerito un boccone avvelenato, la prima cosa da fare è allertare il veterinario o la Guardia Veterinaria, se presente, in modo che si prepari al vostro arrivo. Si devo poi cercare di far vomitare l'animale per cercare di limitare i danni, somministrandogli con l'aiuto di una siringa priva di ago abbondante acqua ossigenata o salata per indurre il vomito. In nessun caso si deve somministrare il latte. I veleni utilizzati nei "bocconi" agiscono tra i 30 minuti e le 2 ore, anche se alcuni possono avere un effetto più lento, anche di un paio di giorni. Per questo è fondamentale riconoscere i sintomi che possono essere diversi a seconda della sostanza ingerita.
polpette con veleno per topi
I tipi di veleno e e i sintomi del cane
Uno dei veleni più utilizzati per confezionare le "polpette" è il topicida che si acquista facilmente in numerosi esercizi e si può trovare in granuli, in pasta, in cialde o liquido. Il suo effetto è molto subdolo, perché i sintomi possono manifestarsi anche non immediatamente, inducendo il proprietario a tergiversare o a ritardare l'intervento del veterinario. L'animale presenta una respirazione difficoltosa, ha le mucose pallide e versa in stato di grande prostrazione. Se non si interviene, muore a causa di emorragie interne.
Un altro veleno molto utilizzato è la stricnina, che si trova sotto forma di polvere bianca e viene in genere utilizzata contro i topi. Agisce sul sistema nervoso centrale e provoca la morte in pochi minuti. I sintomi da avvelenamento sono: convulsioni, irrigidimento degli arti, pupille dilatate, guaiti esagitati che compaiono circa 10 minuti dopo l'ingestione. Fondamentale è cercare di far vomitare l'animale e precipitarsi dal veterinario.
Sintomi assai simili, ma possono anche comparire diarrea, tremori e soffocamento, sono dati dalla metaldeide un fitofarmaco lumachicida che ha l'aspetto di granuli colorati. I sintomi si manifestano un paio d'ore dopo l'ingestione ed è l'unico veleno per cui ancora non esiste un antidoto specifico. Il veterinario può intervenire con un cocktail di farmaci per ogni sintomo. Infine, nei bocconi si può trovare anche dell'antigelo, nome con cui si identifica il glicole etilenico. Si trova in forma liquida e incolore e provoca nausea e vomito dopo circa 30 minuti dall'ingestione. L'animale tende a bere e urinare di più. Dopo 12 ore possono insorgere difficoltà di respirazione, tachicardia, complicazioni renali che portano alla morte. È necessario intervenire nel giro di poche ore affinché l'antidoto possa fare effetto.
L'importanza di denunciare l'episodio
È poi importante denunciare la presenza di bocconi avvelenati rivolgendosi alla Polizia Municipale, ai Carabinieri, alla Polizia di Stato, alla Polizia Provinciale, al Corpo Forestale dello Stato o alla Guardia di Finanza, indipendentemente dall'avvenuto avvelenamento. Si devono allegare alla denuncia delle prove, per esempio la fotografia del boccone, oppure il boccone stesso, dopo averlo prelevato con le dovute cautele (guanti monouso, sacchetto). La denuncia in forma scritta può essere fatta anche contro ignoti e consentirà alle Forze dell'Ordine di bonificare la zona. Se il proprio animale è invece stato avvelenato, sarà utile allegare il referto del veterinario che include l'identificazione della sostanza. Si può denunciare, infine, anche la minaccia di avvelenamento.
Clicca qui per firmare la petizione
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