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Domenica, 14 Dicembre 2014 08:49

Barilla compra italiano.

Accordo di filiera per la pasta Barilla. 120 mila tonnellate di grano duro made in Emilia-Romagna (+30%). Rabboni: è il simbolo di un'agricoltura moderna e la strada per contrastare volatilità dei prezzi e crisi di mercato

di Virgilio - Parma, 08 dicembre 2014 –

La leadership di una impresa si misura dalle quote di mercato ma non solo. Sempre più, anzi, la capacità di relazionarsi sul territorio nativo diviene fattore di apprezzamento da parte del consumatore.
Barilla su questo aspetto ha sempre centrato la propria politica d'impresa, quando era una azienda familiare e anche oggi che è una multinazionale.
Molte grandi imprese italiane, e la prossima potrebbe essere la "Ferrari" hanno scelto di "espatriare" per godere, molto probabilmente di vantaggi fiscali è di minori costi industriali, mentre Barilla persegue la strada del rafforzamento della filiera italiana del grano duro.
Un progetto avviato quando la crisi ancora non era manifesta che fa onore alla dirigenza del gruppo parmense e a tutto il settore agroindustriale emiliano romagnolo.
Una scelta consapevole, condivisa e progettata, evidentemente non solo sulla carta, avendo la stessa Barilla costruito il Mulino più grande del mondo proprio in terra emiliana e non in ameni siti extraeuropei.

Dal seme alla tavola, una filiera tutta emiliano-romagnola per la pasta Barilla.
E' stato firmato a Bologna, lo scorso 3 dicembre, il nuovo accordo quadro, valido per la campagna cerealicola 2014-2015, per fornire al Gruppo di Parma, leader nel mondo per la produzione di pasta, 120 mila tonnellate di grano duro di alta qualità che andranno ad alimentare il mulino più grande d'Europa, realizzato dalla Barilla in provincia di Parma. La superficie agricola interessata sarà di circa 20 mila ettari. Rispetto agli scorsi anni l'aumento supera il 30%.

"Questo accordo , giunto ormai al nono anno di applicazione, è un esempio da promuovere anche in altri comparti – ha detto l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni – il simbolo di come deve essere un'agricoltura moderna: capace di programmare le produzioni, fare accordi con l'industria, investire in innovazione. Solo così è possibile contrastare volatilità dei prezzi e crisi di mercato". L'intesa, promossa dall'Assessorato regionale all'Agricoltura, coinvolge oltre al Gruppo Barilla, la Società Produttori Sementi di Bologna, le organizzazioni dei produttori OP Cereali, OP Grandi Colture Italiane, OP Capa Ferrara e CerealCap.

"Le aspettative dei consumatori nei confronti di un'azienda di marca oggi sono altissime sia sotto il profilo della qualità e che della distintività del prodotto – ha sottolineato per Barilla Luigi Ganazzoli - Questo accordo si è rivelato strategico per crescere anche in questa direzione". La pasta, prodotto simbolo del made in Italy, sta riscuotendo un successo crescente sui mercati mondiali, con un export che si aggira sui 2,2 miliardi di euro e una domanda in crescita. Purtroppo la produzione italiana di frumento duro è deficitaria e il prodotto viene importato in gran parte dal Canada, principale produttore mondiale insieme all'Italia. Questa situazione determina forti tensioni sui mercati globali e una forte volatilità dei prezzi. Anche per questo va sostenuta questa coltura che sempre più si sta rivelando un asset importante dell'agroalimentare italiano.

Emilia-Romagna sempre più polo d'eccellenza del grano duro
 

Il progetto, che rappresenta un modello di organizzazione della filiera - dalla coltivazione alla trasformazione in pasta - ha permesso di creare in regione un bacino produttivo di eccellenza, competitivo rispetto ai grani di alta qualità di importazione e di offrire alle aziende agricole uno sbocco produttivo economicamente e tecnicamente valido. Grazie a questo progetto Barilla può contare su varietà appositamente selezionate particolarmente adatte all'industria pastaria, per ottenere un prodotto di alta qualità; gli agricoltori possono programmare la produzione e avvalersi di un prezzo di vendita vantaggioso (in base alla Borsa merci di Bologna o fisso fino a una quota del 30%) che include anche specifiche premialità legate alla qualità (qualità prodotto, adesione al disciplinare di produzione, assistenza tecnica prestata, durata e modalità di stoccaggio). Tra i punti qualificanti vi è anche l'impegno dei contraenti a rispettare uno specifico disciplinare tecnico per una produzione altamente sostenibile da un punto di vista ambientale (riduzione delle emissioni di carbonio, dell'uso dell'acqua, razionalizzazione delle concimazioni e dell'impiego di prodotti fitosanitari ecc.).

Le novità dell'accordo 2014-2015 


L'Accordo 2014-2015 prevede l'incremento del prezzo garantito a 270 euro/t a cui si aggiunge il premio proteine (il contenuto in proteine e glutine è fondamentale per la qualità della pasta). Viene anche esteso a tutta la superficie il premio legato alla possibilità di avvalersi di un apposito sistema informatico (granoduro.net), che supporta i produttori nell'individuazione delle scelte tecniche per ottenere un prodotto di alta qualità, ma anche pienamente sostenibile da un punto di vista ambientale.
Nel dettaglio, il contratto quadro si articola in singoli accordi firmati dal Gruppo Barilla e dai fornitori. A loro volta questi ultimi – OP Cereali, OP Grandi Colture Italiane, Capa Ferrara OP e CerealCap – stipulano con i singoli agricoltori soci gli impegni di coltivazione, con le specifiche tecniche e le opzioni di valorizzazione del grano duro.
Società Produttori Sementi S.p.A. selezionatrice e costitutrice delle principali varietà identificate dal disciplinare, sviluppate con un'attività di ricerca e sperimentazione in parte sostenuta anche dalla Regione, fornisce il seme necessario alla maggior parte delle coltivazioni.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 46 17 novembre 14

SOMMARIO Anno 13 - n° 46 17 Novembre 2014

SOMMARIO (scaricabile in pdf)

1.1 editoriale "Parma cotta" e "Italia bollita"
3.1 cereali Grano duro, balzo dei prezzi a ottobre
4.1 Lattiero caseario Crescita del Latte Spot e nuovo calo del Parmigiano Reggiano.
5.1 imprese Modena, caseificio Roncoscaglia. Nuovo punto vendita e museo (con video)
5.2 fitosanitari Fitosanitari, nuove disposizioni per il rilascio e rinnovo del "patentino"
5.3 prosciutto Turismo rurale. Da Helsinky alla "Strada del Prosciutto" per un focus d'approfondimento.
6.1 latte norme Parmigiano, istituito il registro delle quote latte.
6.2 turismo e tradizioni November food tour: Parmigiano e Culatello di Zibello DOP
7.1 turismo e tradizioni I Luoghi del "Culatello di Zibello DOP". Seconda parte

Domenica, 16 Novembre 2014 11:28

Cereali. Grano duro, balzo dei prezzi a ottobre

In previsione una contrazione mondiale dell'offerta di grano duro per l'annata 2014-2015 addirittura inferiore al 2007. Sostanziale calo dei raccolti canadesi.

Roma, 10 novembre 2014

Le tensioni sul mercato del grano duro, nonostante l'impennata dei prezzi di queste ultime settimane, si inseriscono in un contesto generale diverso da quello dell'annata shock 2007/08. A spiegarlo è l'Ismea, in un focus dedicato alle dinamiche dei mercati cerealicoli, da cui si evince, per il grano duro, un divario del 30% tra il prezzo medio di 351,24 euro/tonnellata registrato nell'ultima settimana di ottobre e la quotazione record di 494,15 raggiunta nel febbraio 2008.

Le tensioni osservate tra la fine del 2007 e la metà del 2008 avevano interessato l'intero mercato dei cereali, mentre l'attuale consistenza delle scorte globali sia di frumento tenero che mais non prefigura uno scenario di tensione generalizzato. In base alle rilevazioni dell'Ismea, il frumento tenero si è mediamente attestato a ottobre a 191,00 euro/tonnellata, stabile rispetto a settembre e in flessione su base annua, mentre il mais, con un valore medio di 150,48 euro/tonnellata, è sceso ai minimi dal 2011.

Di contro, osserva l'Ismea, la significativa contrazione dell'offerta mondiale di grano duro attesa per l'annata 2014-2015 e il depauperamento delle scorte globali, che nelle proiezioni sono indicate a un livello addirittura inferiore a quello del 2007, hanno innescato una serie di rincari che potrebbero proseguire nei prossimi mesi.

Le ultime stime dell'Igc rivelano una flessione produttiva mondiale del 12%, prevalentemente imputabile al calo dei raccolti canadesi. Per quanto riguarda le scorte, si prevede invece una contrazione di quasi il 40% rispetto alla scorsa campagna.
(Fonte Ismea 10 novembre 2014)

Domenica, 02 Novembre 2014 11:07

In crescita i prezzi di frumento duro e della semola

Ismea pubblica "Tendenze" frumento e mangimistica. Lieve progressione del frumento tenero e una netta contrazione dell'offerta del frumento duro. Particolarmente elevate le quotazioni del "duro".

Roma, 29 ottobre 2014 -

Le più recenti indicazioni sull'evoluzione dell'offerta mondiale di frumento nel 2014 evidenziano una lieve progressione della produzione di frumento tenero a fronte di un netto calo di quella del frumento duro. In Italia, si evince dal report Ismea Tendenze relativo al terzo trimestre dell'anno, le stime dell'Istituto indicano invece per entrambe le tipologie raccolti in aumento. Di riflesso alla contrazione dell'offerta mondiale, il trimestre si è chiuso con le prime tensioni al rialzo per i prezzi del frumento duro nel mercato italiano (+5% su base congiunturale). Solo nelle ultime settimane del corrente mese, tuttavia, il frumento duro ha raggiunto delle quotazione particolarmente alte (328,14 €/t la quotazione media nella settimana dal 20 al 26 ottobre) portandosi di circa il 40% sopra i livelli dello scorso anno.

Per quanto riguarda i consumi delle famiglie italiane, nei primi nove mesi dell'anno si è osservata una ripresa tendenziale degli acquisti domestici di pasta di semola (+1,8%) Sul lato degli scambi con l'estero, gli ultimi dati disponibili aggiornati a luglio evidenziano un peggioramento del deficit strutturale della bilancia commerciale della granella di frumento rispetto ai primi sette mesi del 2013, da imputare al consistente incremento dei volumi importati, seppure a valori medi unitari più bassi. Nello stesso periodo, l'attivo di bilancio del settore pastario ha evidenziato solo una lieve erosione in ragione della contrazione dei prezzi all'export. Migliora infine in maniera significativa, nel trimestre di osservazione, il clima di fiducia sia dell'industria molitoria che nell'industria pastaria.

Per il mais e la soia Ismea stima un incremento produttivo rispettivamente di circa il 14% circa e 33%. Le rilevazioni dell'istituto, indicano per entrambi i prodotti, quotazioni all'origine in calo su base trimestrale e annua, sulla scia delle dinamiche internazionali. Migliora sia per il mais che per la soia il deficit strutturale della bilancia commerciale grazie a minori esborsi per l'import.
(fonte Ismea 29 ottobre 2014)

Domenica, 07 Settembre 2014 15:07

C.A.S.E.A. - SOMMARIO Anno 13 - n° 36 8 settembre 14

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 36 8 settembre 14

SOMMARIO Anno 13 - n° 36 8 settembre 14 (Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)

1.1 editoriale In equilibrio sul precipizio
3.1 alimentazione Il grano khorasan KAMUT® presente al SANA 2014
4.1 crisi pesche e nettarine Crisi Russa: da ripensare a livello europeo
4.2 bonifica CER: attività di ricerca a sostegno dell'agricoltura terremotata
5.1 Lattiero caseario Il difficile momento dei derivati del latte
6.1 crisi russa Una rete di sicurezza UE per il latte
6.2 latte, la rete USA La rete di Protezione USA per il latte
7.1 #myER_KitchenStories Emilia Romagna, dalla tavola al web.
9.1 festival prosciutto Prosciutto e piadina? Sono baci e abbracci
9.2 assica L'evoluzione dei valori nutrizionali dei salumi
10.1 occupazione agricola Aumento record di assunzioni in agricoltura

Domenica, 07 Settembre 2014 11:06

Il grano khorasan KAMUT® presente al SANA 2014

Dal 6 al 9 settembre showcooking con degustazioni a cura del laboratorio Cibosano di Bologna e un incontro sullo studio legato alla sensibilità al glutine, condotto dall'Università di Firenze e pubblicato dal British Journal of Nutrition, con la presenza di Bob Quinn.

Milano, 1 settembre 2014 – Il grano khorasan KAMUT® è fra i protagonisti di SANA 2014, il salone internazionale del biologico e del naturale che si tiene dal 6 al 9 settembre a BolognaFiere. L'azienda Kamut Enterprises of Europe, che coltiva questo antico cereale secondo metodo bio, ha uno stand dedicato (E34) nel padiglione 33 in cui è possibile degustare una gustosa varietà di prodotti garantiti dalla filiera del marchio KAMUT®.
Ogni giorno allo stand del grano khorasan KAMUT® il laboratorio Cibosano di Bologna preparerà piatti vegetariani - dall'antipasto al dolce - con l'utilizzo dell'antico cereale, ideali da riproporre anche a casa, secondo la tradizione mediterranea e con un pizzico di fantasia gastronomica rubata qua e là per il mondo. La protagonista degli showcooking sarà Laura Cacciari, un'appassionata della cucina casalinga, sana, bio e genuina, ma con ispirazione e ingredienti internazionali.
Inoltre, per approfondire i recenti studi scientifici pubblicati sul British Journal of Nutrition, che dimostrano come il consumo di prodotti a base di grano khorasan KAMUT® permetta di alleviare i sintomi di una malattia cronica come la Sindrome del Colon Irritabile, domenica 7 settembre alle ore 11.30 presso la Sala Valzer del padiglione 33, si terrà una conferenza a tema: "I prodotti a base di grano khorasan KAMUT® riducono i sintomi della sensibilità al glutine (IBS)".
All'incontro parteciperanno Bob Quinn, Presidente di Kamut International, e gli autori dello studio: il Prof. Stefano Benedettelli, la Dott.ssa Anne Whittaker e il Dott. Francesco Sofi, dell'Università di Firenze.

Lo sapevi che ... ?
KAMUT® è il nome del marchio registrato per contraddistinguere una specifica ed antica varietà di grano e per garantirne determinate caratteristiche. Lo scopo di questo marchio registrato è "certificare" la pura e antica varietà di grano khorasan, coltivata secondo il metodo dell'agricoltura biologica, mai ibridato né incrociato, e con elevati standard qualitativi. KAMUT®, infatti, significa garanzia di alta qualità in biologico di un antico cereale riscoperto e reintrodotto sul mercato e nelle diete dall'azienda Kamut International.

Kamut brand

Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Kamut Enterprises of Europe
Ketchum
Sonia Silvani – Tel. 02 624119.77 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sara Pecchielan – Tel. 02 624119.22–
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Federica Villa – Tel. 02 624119.31 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Domenica, 29 Giugno 2014 09:00

Cereali. Centri di stoccaggio in Italia.

Ismea ha pubblicato i risultati del primo censimento delle strutture di stoccaggio cerealicole in Italia.

- di Virgilio
Parma 23 Giugno 2014 -
Il centro di stoccaggio dei cereali, il posizionamento e l'adeguatezza delle strutture rappresenta il punto di partenza per orientare future politiche di sviluppo finalizzate ad aumentare la competitività dell'intera filiera cerealicola nazionale.
Nella stesura del Piano Cerealicolo Nazionale predisposto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali sono state individuate le principali criticità riferibili alla filiera cerealicola individuando per ciascuna di esse specifiche azioni operative.
Il "Censimento delle strutture di stoccaggio" è appunto uno delle azioni individuate i cui risultati - scaricabili gratuitamente - sono stati presentati da Ismea nei giorni scorsi.
Il numero dei centri di stoccaggio censiti in Italia ammonta a circa 1200, per un potenziale di oltre 11 milioni di tonnellate, riconducibile per il 55% ai silos e per il restante 45% ai magazzini. Tra le Regioni che si contraddistinguono per una maggiore capacità di stoccaggio spiccano Veneto ed Emilia Romagna, seguite nell'ordine da Lombardia, Puglia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia. E' quanto emerge dalla prima indagine censuaria a livello nazionale effettuata da Ismea nel 2013 e che si inserisce nell'ambito delle attività del Piano cerealicolo nazionale finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. L'indagine ha permesso di ottenere oltre a una mappatura geografica dei centri di magazzinaggio, anche una ricognizione delle caratteristiche strutturali, dotazioni strumentali e modalità di gestione all'interno dei centri, finora disponibile solo in maniera frammentata e limitata solo ad alcune realtà territoriali.
In sintesi i risultati del censimento evidenziano una struttura generalmente inadeguata alle necessità della filiera. La polverizzazione delle strutture e, fatte salve alcune eccezioni, il maggior numero di centri di stoccaggio in Italia si caratterizza, infatti, per una spiccata obsolescenza, una contenuta capacità oraria di lavorazione, un'unica fossa di ricevimento e linea di carico che limita lo stoccaggio differenziato per partite omogenee di prodotto.
Ne consegue, sottolinea l'Ismea nello studio, anche in ragione della spiccata polverizzazione produttiva in Italia, che la produzione nazionale di cereali risulta difficilmente organizzabile in lotti di dimensioni tali da costituire "massa critica", con caratteristiche qualitative omogenee e tali da soddisfare le esigenze delle industria di trasformazione.
I risultati ottenuti dal censimento, conclude l'Ismea, lasciano intravedere ampi margini di miglioramento della filiera, con particolare riferimento alla necessità di incentivare in Italia lo stoccaggio differenziato per standard qualitativi, rispondenti alle necessità della lavorazione industriale, per limitare il ricorso alla materia prima estera e incrementare la crescita competitiva del settore.


DISTRIBUZIONE CENTRI PER NATURA GIURIDICA
Srl: n° 199 per 11.300 tonnellate media stoccaggio
Soc. coop: n° 275 per 10.500 ton.
Spa: n° 93 19.600 ton.
Snc: n° 194 6.200 ton.
impresa ind. n° 108 2.900 ton.
sas: n° 68 6.500 ton
SS: n° 7 63.300 ton
Consorzi agrari: n° 143 6.700 ton
(fonte ISMEA)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

 

La crisi Ucraina si fa sentire anche sui mercati delle materie prime perla produzione di pane, birra e mangimi.

Roma,  marzo 2014 

Il prezzo mondiale del grano è schizzato ai massimo da inizio anno, ma a salire sono anche le quotazioni di orzo e mais per effetto delle tensioni in Ucraina che è considerata il granaio d’Europa e si classifica tra i paesi leader nelle esportazioni a livello internazionale. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti che evidenzia come gli effetti della crisi in Ucraina si sono fatti sentire, oltre che sulla borse, anche sul mercato delle materie prime agricole per la produzione di pane, birra ed anche mangimi per l’allevamento, come dimostra l’andamento delle quotazioni al Chicago Board of trade di grano,e mais . A preoccupare è la situazione sul Mar Nero per gli effetti che potrebbe avere sulle spedizioni navali a  breve termine, ma nel lungo periodo le attuali tensioni rischiano – sottolinea la Coldiretti - di far saltare la creazione in Russia, Ucraina e Kazakistan del Comitato cerealicolo del Mar Nero con l’obiettivo di aumentare la quota di questi Paesi nell'esportazione mondiale dei cereali dall’attuale 20 per cento al 30 per cento, grazie non solo a un nuovo istituto di coordinamento, d'informazione che segue la situazione al mercato di cereali, ma anche una struttura logistica più moderna e più competitiva. Le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime agricole sono sempre piu’ condizionate dalle situazioni economiche e sociali internazionali sulle quali si innestano facilmente le speculazioni che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli dei metalli preziosi come l’oro fino alle materie prime come grano, mais e soia. Garantire la stabilità dei prezzi in un mercato a domanda rigida come quello alimentare è un obiettivo di interesse pubblico che - continua la Coldiretti - va sostenuto con l’introduzione di interventi di mercato innovativi a livello comunitario, ma anche con investimenti a livello nazionale per  sostenere le strutture impegnate a stabilizzare il mercato. In Ucraina nel 2013 - conclude la Coldiretti - sono stati raccolte 63 milioni di tonnellate di cereali, il 36,3% in più rispetto all’anno precedente. In particolare, la terra ucraina ha prodotto 22,27 milioni di tonnellate di grano (+41,3%), 7,56 di orzo (+9%) e 30,9 di granoturco (+47,4%). Sono invece scese le quantità raccolte di miglio (102.000 tonnellate, -35,2%), avena (467.200 tonnellate, -25,8%), grano saraceno (179.000 tonnellate, -25%), riso (145.100 tonnellate, -9,2%) e segale (637.700 tonnellate, -5,8%). Inoltre, sono diminuite le barbabietole da zucchero (10,75 milioni di tonnellate, -41,7%) e sono aumentati i semi di girasole (11,04 milioni di tonnellate). (Coldiretti)

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