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Parma, 08 agosto 2013 - -
Parma si "distingue" per il 40% di dispersione idrica. A Ravenna le tariffe più alte, 439 euro annui a famiglia.

Costi più elevati della media si registrano in Emilia Romagna, dove una famiglia tipo ha speso nel 2012 388 euro, rispetto ai 310 del resto d'Italia, con l'eccezione positiva di Piacenza dove si spendono 296 euro e il limite massimo di Forlì dove si è arrivati a 431 euro. In regione l'incremento più alto fra 2011 e 2012 si è registrato a Bologna (294 euro nel 2011, 324 nel 2012, +10,2%), mentre è Parma la città con l'incremento più elevato considerando il periodo 2007-2012, ossia +56,8%. E sempre Parma si distingue per il triste primato del 40% di dispersione idrica, contro il 25% della media regionale e il 33% di quella nazionale.
Nell'annuale indagine realizzata dall'Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva, le contraddizioni del Servizio Idrico Integrato nel nostro Paese, con dati anche sulla dispersione idrica. On line su www.cittadinanzattiva.it il dossier con gli approfondimenti regionali.
L'indagine è stata realizzata in tutti i capoluoghi di provincia, relativamente all'anno 2012. L'attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori). I dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva al 10%.

Cara acqua. In un anno una famiglia sostiene in media una spesa di 310€ per il servizio idrico integrato. In generale, il caro bollette viaggia più spedito al Centro (+47,1% rispetto al 2007, +9% rispetto al 2011). Seguono le regioni del Nord (+32,1% rispetto al 2007, +5,2% rispetto al 2011) e il Sud (+23,8% rispetto al 2007, +8,5% rispetto al 2011).

ER ACQUA

(Cittadinanzattiva fonte)

Pubblicato in Ambiente Emilia
Martedì, 06 Agosto 2013 07:36

Iren può (deve) cambiare. E noi con essa


Comunicato stampa GCR -
Parma, 06 Agosto 2013 - -
Parma e Torino, due grandi città sulla linea del fuoco.
Il fuoco delle fornaci gestite da Iren attraverso impianti pericolosi e anti-moderni.
Non che sia tutta colpa del gestore, che ha colto l'invito delle amministrazioni locali, sostenitrici dei cancro-valorizzatori nonostante le evidenze scientifiche sempre più emergenti, e nonostante sia possibile e realizzabile a costi inferiori una alternativa di gestione efficace.
Reggio Emilia è lì a dimostrare la tesi del cambiamento. Spento il vecchio forno, la politica locale ha portato Iren a ragionare sul trattamento a freddo e si sta sviluppando su quel territorio la fabbrica dei materiali, per recuperare gran parte degli scarti.
L'incenerimento appartiene al passato.
E' una visione miope e parziale della realtà, è vedere i rifiuti solo come scarto da distruggere e nascondere, invece che considerarli una miniera urbana di materiali da recuperare e riciclare fino all'ultima briciola.
Incenerire comporta anche la finzione che non ci siano comunque scarti e che la procedura non comporti inquinamento ulteriore. Un terzo dei materiali bruciati diventa cenere (come in tutte le stufe del mondo) e il processo comporta l'emissione di gas tossici (significa trasferire la discarica dalla terra al cielo).
Quindi occorre che si guardi avanti, si cambi strada, si recuperi il tempo perduto.
E' l'unica via percorribile per la spa.
Una società che deve ri-nascere. Recepire appieno le indicazioni dell'Europa, che al 2020 ha previsto il divieto di incenerimento per i materiali riciclabili e/o compostabili.
Se l'incenerimento fosse davvero la soluzione ideale, come i sostenitori dei forni continuano incessantemente a ribadire, non si capirebbe la preoccupazione dell'Europa, che ha intuito il sovradimensionamento impiantistico e i rischi sanitari legati all'incremento delle micro polveri nell'aria.
E' una rivoluzione, da attuare perché l'unica possibilità per affrontare il presente e il futuro da protagonisti.
Intanto il territorio: Iren deve recuperare il rapporto perduto con i cittadini, oggi ai minimi termini.
Significa dialogare e non scontrarsi, significa ascoltare e non chiudersi nella torre d'avorio.
Significa soprattutto offrire i servizi che i cittadini si attendono e che senza la collaborazione convinta del gestore è difficile far loro giungere.
Tutto ruota attorno al porta a porta, ma non solo.
Intanto una gestione corretta della Rd è il passo iniziale.
Raccolta dell'organico al 100% delle utenze, sia private, che aziendali, che comunitarie.
Significa avere a disposizione un fertilizzante naturale, di alta qualità, per riportare ricchezza ai nostri campi sempre più impoveriti da pratiche agricolturali pressanti e ricche di sostanze chimiche.
Portare a 100 l'organico ha un importante riflesso positivo: consente di ottenere un residuo senza odori, senza liquidi che colano, con un netto calo del peso specifico, un residuo che riducendosi e diventando stabile può essere raccolto con una frequenza inferiore, anche solo una volta alla settimana.
Comparto delle plastiche.
Tutte le plastiche vanno recuperate, anche quelle che non rientrano nell'accordo Conai.
Quindi non solo imballaggi per liquidi ma anche tutta quella serie di plastiche dure e/o eterogenee che oggi finiscono in discarica o negli inceneritori.
Perché non è una questione di sostanza ma solo un fatto squisitamente economico. Un vaso da fiori anche se fatto di Pvc oggi non viene riciclato perché non paga il contributo imballaggi. Che senso ha? Gli esempi virtuosi oggi ci sono. Come quello di Pontedera dove Revet recupera e ricicla ogni anno migliaia tonnellate di plasmix, il termine con il quale vengono identificate le plastiche eterogenee. Con questi materiali si producono panchine, vasi, scope, dissuasori, un'infinita serie di manufatti plastici, con materiali che altrimenti sarebbero sprecati. Revet serve 195 amministrazioni comunali con la sua capillare raccolta differenziata. Iren non può copiare?
Senza cambiamenti e innovazioni il mondo sarebbe indietro di secoli.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

 

Pavullo, 05 agosto 2013 - -
Il Comune di Pavullo contro la pratica di abbandonarli in zone isolate. 
"Si evitano sanzioni e si risparmia tempo e fatica"

Da alcuni giorni pervengono agli uffici del Comune di Pavullo numerose comunicazioni che segnalano la presenza di elettrodomestici abbandonati, in diversi punti del territorio. Si ricorda che per smaltire elettrodomestici e altro materiale ingombrante, è sufficiente prenotare il ritiro gratuito al Servizio clienti di Hera, telefonando al numero verde 800999500. Oltre ad evitare di incorrere in sanzioni, si risparmiano anche tempo e fatica, perché che non occorre caricarli in auto e abbandonarli in scomodi angoli della campagna. Molto più facile e, soprattutto, molto più civile.

(fonte comune di pavullo nel frignano)

Giovedì, 01 Agosto 2013 09:31

Frane, ripresi i lavori sulle strade


Modena, 01 agosto 2013 -
CANTIERI PER 3 MLN DI EURO, RIAPRE LA SP 28 A PALAGANO

 

Roma, luglio 2013 –.
MIGLIAIA DI TONNELLATE DI RIFIUTI FINTAMENTE RECUPERATI PROVENIENTI MAGGIORMENTE DA RACCOLTE UMANITARIE EFFETTUATE DA ORGANIZZAZIONI SENZA SCOPO DI LUCRO VENIVANO COMMERCIALIZZATI ILLECITAMENTE, SENZA RISPETTARE LA NORMATIVA CHE REGOLA IL TRAFFICO TRANSFRONTALIERO. 450 UOMINI IMPEGNATI IN 10 REGIONI, ESEGUITE OLTRE 100 PERQUISIZIONI

Sono state disposte due misure di custodia cautelare per due uomini, padre e figlio, esponenti della criminalità organizzata di tipo mafioso con base operativa su Prato. Il figlio è stato condotto presso il carcere di Prato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato e dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, mentre il padre, si trova all'estero. 
Questo è il risultato delle indagini, ancora in corso, che hanno portato alla scoperta di una fitta rete di associazioni a delinquere operanti in varie parti d'Italia, in particolare nel territorio toscano, e con un traffico stimato in migliaia di tonnellate di rifiuti plastici e tessili, commercializzati illecitamente in violazione del D.Lgs. 152 del 2006. Gli stessi venivano altresì dichiarati essere materie prime secondarie, a seguito di operazioni di recupero solo simulate. 
Sono stati individuati diversi gruppi organizzati e strutturati in base ad una precisa ripartizione dei ruoli dei singoli associati volta a realizzare, in maniera continuata e professionale con finalità di ingiusto profitto, attraverso la reiterata violazione degli obblighi e delle garanzie previste dalla legge, un traffico ingente di rifiuti verso paesi come la Cina e la Tunisia. Tutte spedizioni illecite per le quali è stata contestata l' aggravante del reato transnazionale (legge 146/2006). Oltre al traffico illecito di rifiuti di cui all' art. 260 del Testo Unico Ambientale è stato contestato anche l' art. 416 associazione a delinquere.
Le indagini, inoltre, hanno fatto emergere la coesistenza di un'attività di usura ed estorsione, condotta parallelamente alla gestione illecita di rifiuti, consumatasi a danno di imprenditori locali, trovatisi in serie difficoltà finanziarie per il perdurare della crisi economica. Pertanto la Polizia Giudiziaria ha proceduto anche per il reato di cui all'art. 644 del codice penale per usura pluriaggravata e con le finalità mafiosa. Durante le attività oltre ai reati oggetto della misura cautelare ovvero usura e tentata estorsione, sono emersi ulteriori reati dello stesso tipo in danno di imprenditori in condizioni economiche difficili.
La vasta operazione di perquisizione di oltre 100 siti tra aziende e domicili privati, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Firenze, ha visto dall'alba di oggi impegnati 450 uomini del Corpo forestale dello Stato e dell' Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con la collaborazione della Polizia delle Comunicazioni, della Polizia Provinciale e del personale dell'Agenzia Regionale per la protezione ambientale della Toscana (ARPAT).
Le attività, tuttora in corso, in 10 regioni: Toscana, Abruzzo, Campania, Veneto, Lombardia, Umbria, Lazio, Trentino, Liguria ed Emilia Romagna hanno interessato oltre 100 siti tra aziende, sedi di società e domicili privati, tutti facenti capo a soggetti coinvolti in un ampio traffico internazionale di rifiuti provenienti, in gran parte da raccolte umanitaria effettuate da organizzazioni senza scopo di lucro. 
In violazione della normativa che disciplina il traffico transfrontaliero di rifiuti, le spedizioni intercettate avevano come destinazione paesi del nord Africa, dell'estremo oriente e dell'Est Europa. Una parte dei rifiuti trovava invece collocazione sul mercato nazionale degli indumenti usati (c.d. "vintage"), in violazione delle norme di settore, comportando rischi per la salute e l'incolumità degli ignari acquirenti.

Pubblicato in Ambiente Emilia



Roma,  Luglio 2013 --
Superano i 570 milioni i metri quadri di verde disponibile nel 2012 nei comuni capoluogo di provincia in Italia con un aumento di circa l'uno per cento rispetto all'anno precedente. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sula base del rapporto Istat sulla qualità ambientale nelle città italiane nel 2012. Se in media a livello nazionale la disponibilità è di circa 31,4 metri quadrati per abitante nel 2012 in realtà - sottolinea la Coldiretti - in circa due terzi dei comuni la disponibilità è molto più contenuta e in 20 città addirittura non si raggiungono i 9 metri quadrati per abitante. Nelle regioni del Nord – precisa la Coldiretti - circa il 43% dei comuni offre agli abitanti una buona disponibilità di verde (superiore alla media nazionale) e valori particolarmente consistenti a Verbania, Sondrio, Trento, Pordenone e Gorizia (tutte città con valori superiori ai 100 metri quadrati per abitante), e Vercelli, Cuneo, Como, Monza e Reggio nell'Emilia (con dotazioni oltre i 50 metri quadrati pro capite), mentre sono contenute quelle delle città liguri (a Savona e Imperia inferiori ai 9 metri quadrati per abitante e a La Spezia e Genova sotto i 20 metri quadrati). La quota di città con buona dotazione – continua la Coldiretti - scende sotto il 30% al Centro e nel Mezzogiorno, dove in particolare solo alcune città contribuiscono ad elevare il valore medio: i capoluoghi lucani (Matera con 978,2 metri quadrati per abitante è la città a più alta disponibilità pro capite; Potenza, con 361,4 metri quadrati è terza nell'ordinamento), Reggio di Calabria e Iglesias (con valori superiori ai 100 metri quadrati pro capite), Agrigento, Nuoro, Cagliari e Carbonia (tutte con valori superiori ai 50 metri quadrati per abitante). La più contenuta disponibilità pro capite caratterizza il Centro (in media 22,5 metri quadrati per abitante) dove, al netto di Terni (quasi 150 metri quadrati per abitante), tutti i capoluoghi mostrano valori inferiori ai 50 metri quadrati (e ad Ascoli Piceno sotto la soglia dei 9 metri quadrati per abitante). Tra i grandi comuni - conclude la Coldiretti - Venezia, Padova, Trieste e Cagliari fanno registrare disponibilità del verde urbano superiori alla media, mentre profilo opposto caratterizza Palermo, Bari, Napoli e Messina.

Pubblicato in Ambiente Emilia
Martedì, 23 Luglio 2013 13:22

Controlli contro l'abbandono rifiuti

Boretto, 23 luglio 2013 -


Le azioni di monitoraggio rientrano nell’ambito di un accordo firmato con il gruppo delle GEV Lotta al comportamento scorretto di chi abbandona i propri rifiuti indifferenziati nei cassonetti dove si pratica la raccolta Porta a porta: il Comune di Boretto ha deciso di intensificare i controlli sul territorio per limitare il fenomeno grazie alla collaborazione con le GEV, il gruppo delle guardie ecologiche volontarie.

Martedì, 16 Luglio 2013 07:54

Bassa reggiana, "situazione gravissima"


di Virgilio-
Boretto, 16 luglio 2013 --
Quello che rimane della tromba d'aria o "flash storm" di sabato scorso sono molti danni soprattutto al comparto agricolo.

Pubblicato in Ambiente Emilia


di Virgilio -
Modena, 15 Luglio 2013 --

L'intervento, localizzato nei pressi dell'abitato di S. Anna (Comune di S. Cesario), sulla traversa a monte del ponte S. Ambrogio, ha avuto un costo complessivo di 1.980.000 euro.

Pubblicato in Cronaca Emilia
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