Martedì, 24 Ottobre 2023 06:13

Controllo sociale e censura: una questione d’affari, di pochi In evidenza

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Di Andrea Caldart Cagliari, 23 ottobre 2023 (Quotidianoweb.it) - In molte parti del mondo sono in atto intense proteste, ma sembra di vedere che non riescano a scalfire quei paradigmi sociali del transumanesimo, che hanno come complice una politica disumanizzante.

Modelli di sviluppo politico-economici fallimentari che la connivente Big Pharma, sapiente industria che conosce bene come mantenere alto il proprio profitto, continua, come dicono loro per il “bene comune”, ad investire in malattie, distribuendo virus e costosi antidoti.

Una medicina tecnologica che non può risolvere i problemi perché scevra della conoscenza sintomatologica, ma che ha come unico obiettivo, l’efficientamento della produzione della fabbrica delle malattie.

Grazie ad una censura dei potenti padroni finanziari ,che investono i loro capitali incrementando l’uso delle tecnologie, le nostre città si stanno trasformando in veri e propri centri panottici digitali.

Se lasceremo fare le nostre città diventeranno prigioni a cielo aperto dove il rapporto tra singolo individuo e sistema sociale, sarà determinato dall’autonomia dell’organizzazione di pochi, l’élite, per perseguire unicamente i loro obiettivi economici e i loro affari.

Abbiamo già telecamere che vedono tutto e microfoni che ascoltano ogni conversazione in nome di una “giustificata” sicurezza mentre invece, segna l’inizio della compressione delle nostre libertà individuali.

E anche l’opinione pubblica generalista spinge e condiziona sul tema di un allarmismo indefinito della sicurezza del tutti contro tutti, spettacolarizzandone la percezione dell’insicurezza pubblica e generando un consenso politico-giustiziere.

Dalla paura all’insicurezza il passo è cortissimo ed ecco che tutto il mainstream, subito pronto nella moralizzazione strumentalizzatrice delle vittime e, alimentandone l’onda emotiva, rafforza l’intenzionale uso del controllo sociale coatto.

Una nuova normalità che sembra non scalfire lo sviluppo del pensiero critico della massa, sempre con la testa troppo china sulle App, dalle quali fa dipendere la quotidianità moderna della vita tecnologicamente sociale.

È l’affare generato dall’ideologia del Great Reset, quel mostruoso e diabolico meccanismo tecnologico di controllo sociale, che sta svuotando i pensieri, i valori e le scelte della nostra società, a favore del capitalismo di controllo.

Stiamo assistendo al primo passo verso il massacro dell’umanità dove i cittadini crescono in un collasso tecnologico-fisico, in favore di un sistema capitalistico di sfruttamento, censura e controllo sociale coercitivo.

Un inganno che nasce dalla prepotenza narcisista dal cinico gusto di imporre la superiorità di pochi, al prezzo di mettere a repentaglio l'incolumità di tutti.

L’imponente e continuo richiamo al principio di legalità in nome del futuro controllo sociale, è l’anticamera della de-Costituzione della nostra libertà, favorendo la nascita di nuovi giustizialisti tecnologici, legittimando l’eccezione emergenziale depoliticizzando e deresponsabilizzando i cittadini.

Siamo ad un bivio dove dobbiamo scegliere, se rimanere imprigionati in un modello di falsa libertà tecnologica che potrebbe evolvere in crisi molto aggressive e violente, oppure fermare questo nuovo modello tecnologico di controllo sociale, realizzato dal globalismo di un governo di potere non legittimato.

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