Riceviamo e pubblichiamo da Arcangelo Macedonio segretario di Radicali Bologna -
Oggi 14 ottobre abbiamo organizzato un sit-in di Presidio nonviolento contro l'odio, a seguito dell'aggressione subita dalla sede di Radicali Italiani e sede del comitato per il sì per il referendum sul trasporto pubblico a Roma, in via Bargoni.
L'attacco, rivendicato da un gruppo studentesco chiamato "OSA", ci ha spinti a dimostrare per il rispetto, il dialogo e la nonviolenza.
Al nostro presidio, tuttavia, si è affiancata una contromanifestazione dell'organizzazione "Noi Restiamo", vicina ad OSA, che si è pretestuosamente avvicinata al nostro tavolo con slogan, insulti e attacchi verbali, rivendicando la negazione del nostro diritto di manifestare.
I fatti recenti, tra cui l'attacco alla sede della Lega a Trento, i manichini bruciati in piazza a Torino ci fanno riflettere sul clima d'odio crescente nel nostro paese, a prescindere dagli schieramenti politici e partitici.
Il nostro evento intendeva sottolineare proprio l'importanza della tolleranza, del dialogo nonviolento e del rispetto del dissenso politico.
Purtroppo abbiamo subito un'azione di disturbo della nostra libertà d'espressione con metodi a nostro avviso non rispettosi della normale dialettica democratica.
"La decisione di intensificare il controllo del territorio e di dare corso a un giro di vite, annunciata oggi dal questore di Reggio Emilia, Antonio Sbordone, dopo l'ennesimo episodio di violenza verificatosi in città, va nella giusta direzione".
Ad affermarlo è Benedetta Fiorini (FI), deputata di Forza Italia e vicecommissario regionale del partito con delega all'Emilia.
"La situazione è gravissima. Quanto accaduto dimostra ancora una volta che le politiche per l'integrazione del PD e del centrosinistra hanno fallito, da un lato. Dall'altro e' necessario rinforzare gli organici delle forze dell'ordine. Abbiamo cercato più volte di richiamare l'attenzione su quella che è ormai una vera e propria emergenza ma per il sindaco Luca Vecchi i problemi sono evidentemente altri", aggiunge Fiorini.
"Non solo i reggiani ma tutti meritano una città più vivibile e sicura. Non possono esistere aree o zone off-limits, 'governate' di fatto dalla criminalità. I cittadini chiedono a gran voce di essere ascoltati e di mettere un freno a queste politiche che hanno portato a limitare la libertà e i diritti di ciascuno di noi", conclude la nota.
Dall'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, sezione di Parma, riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni del referente provinciale Domenico Muollo, in merito al fatto di cronaca, venuto alla luce nelle scorse ore, che ha visto come vittima una ventunenne parmigiana, ferocemente dilaniata nel corpo e nell'anima da due uomini.
"Sullo stupro e le sevizie perpetrate a una giovane e che hanno sconvolto la città di Parma interviene Domenico Muollo, referente provinciale dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime. "In un pomeriggio di fine agosto, Parma viene scossa da una notizia tanto brutta quanto squallida: uno stupro perpetrato ai danni di una ventunenne, per il quale sono stati arrestati un imprenditore noto e appartenente "Parma Bene ", molto conosciuto, facoltoso, e frequentatore di locali in voga della città, e un suo "amico" nigeriano. L'approccio avvenuto a circa metà luglio con questa ragazza, forse lusingata da tali attenzioni, che si trasforma presto in un incubo che farà fatica a dimenticare.
I particolari che emergono sono raccapriccianti, e se le responsabilità ascritte saranno accertate, la realtà è che assai difficilmente la giustizia riconoscerà adeguata tutela a questa vittima. Perché tanti e tali sono i benefici cui l'imputato può accedere, che la pena inflitta nella maggior parte dei casi è inadeguata alla gravità del fatto commesso. Mentre per la vittima le lacerazioni del corpo e dell'anima non guariranno mai. Quello che è successo non ha nulla a che vedere con un atto sessuale ma è solo un inenarrabile atto di violenza compiuto con feroce bestialità e assunzione di droga per tutto il tempo (oltre cinque ore) dello stupro, per poi chiamare un taxi che riportasse a casa la povera vittima. Come se nulla fosse. Come se quella violenza fosse un atto dovuto da parte di una "femmina" verso un "maschio".
È fondamentale, a mio avviso", conclude Muollo, "mantenere alta l'attenzione non sui particolari scabrosi di questo gravissimo reato, non sui tentativi di carpire l'identità della vittima, ma sul fatto in quanto tale e sulla quasi certa sproporzione della pena che sarà inflitta a chi ne sarà giudicato responsabile. E in quest'ottica, di cambiamento di norme troppo permissive coi delinquenti e punitive con le Vittime, vanno le battaglie dell'Osservatorio.
Perché il problema non sta nelle Vittime. MAI. Ma sempre nei carnefici."
Domenico Muollo
Osservatorio Nazionale Sosteno Vittime
referente provinciale Parma
www.osservatoriosostegnovittime.com
L'episodio è accaduto alla periferia di Bologna, al culmine di una lite che ha visto protagonista un 56 enne modenese e l'ormai ex compagna, una bolognese di 21 anni
di Manuela Fiorini Bologna 5 giugno 2018 – La notizia richiama alla mente la scena in cui Mike Tyson stacca a morsi l'orecchio del rivale Evander Holyfield durante il match per aggiudicarsi il titolo dei pesi massimi.
La protagonista, invece, questa volta è una 21 enne bolognese e, a fare da sfondo alla vicenda, non il ring ma via Piave, alla periferia di Bologna.
Qui, infatti, la scorsa notte, al culmine dell'ennesima lite, la ragazza ha aggredito il compagno, un modenese di 56 anni, che intendeva porre fine alla loro relazione, dopo sette mesi piuttosto burrascosi.
Richiamati dalle grida che provenivano dalla strada, i residenti hanno avvertito la Polizia che, intervenuta sul luogo, ha trovato la ragazza in lacrime, forse pentita di quello che aveva fatto. Poco dopo, è sopraggiunto anche il compagno, sanguinante e sotto choc.
È stata quindi avvertita anche un'ambulanza. Nel frattempo, il pezzo di orecchio staccato, una parte del padiglione auricolare destro, è stato ritrovato a terra e recuperato.
L'uomo è stato ricoverato all'Ospedale Maggiore di Bologna, dove il frammento di orecchio gli è stato riattaccato.
L'uomo ha poi deciso di sporgere denuncia nei confronti dell'ormai ex compagna, che ha precedenti per droga, reati contro il patrimonio e resistenza da pubblico ufficiale.
La donna, nel frattempo, di fronte all'evidenza dei fatti, era già stata arrestata con l'accusa di lesioni aggravate da crudeltà.
E' raro che tra allievo e insegnante corra buon sangue, salvo qualche rara eccezione come ad esempio gli ultimi ospiti dell'Eliseo, ma gli eccessi di cui siamo quotidianamente testimoni devono finire.
di Lamberto Colla Parma 22 aprile 2018 -
Fatto salvo qualche raro caso, la matita blu e rossa è stato il simbolo del potere, lo scettro in mano al sovrano assoluto, il "prof." Quello stesso che salutavamo coralmente e diligentemente in piedi, sull'attenti e che per contestarlo occorrevano certezze molto ben documentate altrimenti la punizione arrivava ancor più pesante, direttamente dai genitori.
Ma questo è passato remoto. Oggi l'insegnante non fa più paura. Viene aggredito dai genitori dentro e fuori la scuola, viene deriso o bullizzato dagli allievi senza che nessuno intervenga, anzi, come nell'ultimo caso di Lucca, i compagni ridono, filmano e postano su web la registrazione (Video).
Ma i casi sono purtroppo all'ordine del giorno e perfettamente ben distribuiti geograficamente sulla penisola.
Negli ultimi 20 giorni nelle civilissime Piacenza e Parma si sono verificati due casi di violenza ai danni di insegnanti o educatori. Come non essere d'accordo con Salvatore Pizzo, coordinatore di Gilda insegnanti di Parma e Piacenza, quando pretende "il rispetto del codice penale e del codice civile: i cittadini che hanno superato gli anni 14 sono penalmente perseguibili, i responsabili dell'Amministrazione scolastica sono tenuti a segnalare questi comportamenti alle competenti autorità giudiziarie, è bene ricordare che qualora ciò non avvenisse sarebbe una grave omissione e non solo la magistratura, ma anche l'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna sarebbe chiamato a dover agire contro eventuali omissioni.
La Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza, visto che si tratta di un cittadino minorenne, pretende che l'Amministrazione scolastica per il tramite dell'Avvocatura dello Stato di Bologna agisca anche civilmente contro chi è responsabile delle azioni e dei danni compiuti dal soggetto violento, che nel caso di un minore sono i genitori o chi esercita la potestà genitoriale".
Gli insegnanti devono riprendere in mano le redini dell'educazione dei giovani e l'Istituzione scolastica tornare a fare rispettare le regole, prima ancora dell'autorità giudiziaria ove dovesse venir coinvolta.
A sorprendere non è solo la frequenza di episodi di violenza scolastica ma anche quella riservata ai più indifesi da parte di educatori o assistenti sanitari. Con esagerata frequenza le cronache mostrano testimonianze filmate di pura e gratuita violenza, verbale e fisica, rivolta a bambini dell'asilo o anziani in case di riposo. Strutture protette e anche ben remunerate che si trasformano in lager.
Anche qui ci troviamo di fronte a professionisti che scaricano, vigliaccamente, le loro frustrazioni su chi devono assistere, custodire e in alcuni casi proteggere e educare. Sempre in questa settimana che si è appena conclusa, ad Arezzo ad esser presi di mira erano gli anziani, mentre a Varese i bambini di un asilo come, drammaticamente mostra il video pubblicato da Il Giorno, raggiunti dagli zoccoli dell'"educatrice" e un altro sollevato come uno straccio e portato in altra stanza.
Ma perché tanta violenza? Una domanda che non può trovare risposta solo dalla crisi economica e sociale. Un rimedio però va trovato per non andare totalmente e rapidamente alla deriva sociale e dare spazio all'illusione che la violenza, o la giustizia, privata sia la soluzione unica rimasta per ricevere soddisfazione dei presunti o reali danni subiti.
(Video "Prof bullizzato a Lucca": https://youtu.be/B77ggMgXaAM - Video Varese: https://qnvideo-s1.hwucdn.it/v/1/2/7/127479/65e9c89e70288e50d4d4acf09743e2ca028b8b8c.mp4
Video Arezzo: https://www.huffingtonpost.it/2018/04/18/6-dipendenti-di-una-casa-di-riposo-di-castel-san-niccolo-arezzo-sono-stati-arrestati-per-violenze-su-anziani_a_23414017/ )
(per restare sempre informati sugli editoriali)
Il 2 marzo 2018, presso il front-office dell'Ufficio Immigrazione, al termine delle operazioni di sportello, rimaneva nel salone di attesa un solo cittadino straniero, il quale riferiva al personale di polizia di dover ritirare il proprio passaporto, a suo dire trattenuto dagli agenti dell'Ufficio.
Dagli accertamenti si appurava che il passaporto di cui egli era titolare era depositato presso l'Ufficio Immigrazione per effetto di ordinanza del Questore di Parma, pertanto non poteva essere restituito se non per effetto di un'ordinanza della stessa Autorità Amministrativa.
Gli operatori di polizia invitavano pertanto il Sig. D.E.H.D a liberare l'Ufficio per permettere la chiusura del front-office, incontrando la resistenza dello stesso e, nel tentativo di accompagnarlo verso la porta di uscita, gli Operatori lo tenevano per entrambe le braccia. Improvvisamente, dopo essersi divincolato dalla presa, il soggetto colpiva al volto un operatore di polizia.
Vista la sua reazione violenta, il cittadino senegalese veniva immobilizzato dagli agenti, grazie anche all'ausilio di una pattuglia della volante giunta sul posto, e quindi veniva tratto in arresto e tradotto presso le camere di sicurezza della Questura di Parma, in attesa delle determinazioni dell'A.G. la quale disponeva che, in attesa della decisione sulla misura precautelare applicata, l'arrestato fosse condotto presso l'abitazione della madre in Salsomaggiore Terme (PR).
Per i fatti di cui sopra l'agente di polizia colpito al volto ricorreva alle cure mediche presso il pronto soccorso del locale ospedale Maggiore, ove veniva dimesso con prognosi di gg. 7.
Nel corso della serata, durante le operazioni di identificazione e la redazione dei verbali, anche il sig. D.E.H.D chiedeva di ricorrere alle cure mediche in quanto avvertiva segni di malessere e, nell'immediato, veniva fatta intervenire un'ambulanza della Pubblica Assistenza, i cui operatori provvedevano a condurlo al pronto soccorso del locale nosocomio.
Dopo le dimissioni dall'ospedale, il sig. D.E.H.D veniva condotto presso l'Ufficio Immigrazione e durante il trasporto con i piedi e la testa tentava di sfondare il finestrino posteriore della Volante che lo accompagnava.
Il cittadino straniero autore dei sopradescritti fatti, veniva sottoposto ai rilievi dattiloscopici e segnaletici, dai quali emergevano altri precedenti di polizia per reati della stessa indole.
Si riscontrava, altresì, che lo stesso veniva rintracciato in Svizzera in condizione di irregolarità secondo la normativa di quello Stato, ed era stato, pertanto, riammesso in Italia.
Quale conseguenza della irregolarità in materia di soggiorno per cittadini stranieri, il sig. D.E.H.D veniva colpito dal decreto di espulsione dallo Stato nel 2017 emesso il dal Prefetto di Parma con concessione, prevista legislativamente, di allontanarsi volontariamente nel termine di 15 giorni. Il Questore di Parma, dispose talune delle misure indicate dal Testo Unico Immigrazione, successivamente convalidate dal G.d.P. di Parma, ovvero la consegna del passaporto e l'obbligo di presentazione presso un Ufficio di Polizia, in attesa del volontario allontanamento dallo Stato.
Dagli accertamenti eseguiti, è emerso che il cittadino straniero D.E.H.D non aveva mai ottemperato all'obbligo di presentazione alla forza pubblica, disposto nei suoi confronti dal Questore; egli non aveva neppure ottemperato all'ordine di espulsione dallo Stato, disposto dal Prefetto di Parma.
Ieri, il sig. D.E.H.D è stato quindi condotto presso questi Uffici per partecipare all'udienza di convalida del provvedimento questorile di accompagnamento alla frontiera per mezzo della forza pubblica, e, in seguito all'intervenuta convalida, è stato accompagnato presso la Frontiera aerea di Bologna per essere imbarcato in un volo diretto a Dakar.
Studenti violenti: per i minori degli anni 14 azioni legali contro le famiglie, per gli altri azione penale obbligatoria senza indugiare. L'Avvocatura dello Stato di Bologna non si copra gli occhi!
Cinque dipendenti dell'amministrazione scolastica, ex docenti poi reclutati come dirigenti scolastici, interpellati dalla stampa locale di Parma hanno dato la loro posizione relativa ai crescenti comportamenti violenti di minori all'interno delle scuole.
Ancora una volta siamo costretti a rilevare che una forte dose di "buonismo" che affligge la categoria, per questo la Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza vuole ricordare che aggredire le persone è sempre reato e quando gli autori delle violenze sono minori di 14 anni, le loro famiglie devono essere chiamate in causa per la responsabilità civile, specialmente quando la vittima è un pubblico ufficiale e l'insegnante è tale.
Solitamente i dirigenti scolastici, che in quanto dirigenti della pubblica amministrazione dovrebbero essere uomini e donne di legge, spesso usano come loro "faro" l'Avvocatura dello Stato di Bologna, istituzione che pare essere particolarmente efficace ed efficiente solo quando c'è da contrastare i docenti, i quali in quanto tali sono rappresentanti dell'Amministrazione Statale e non degli avversari da contrastare, nulla avviene quando gli insegnanti sono vittime.
"Tutto ciò oltre ad essere illegale - commenta Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, è l'effetto collaterale del continuo prostrarsi di certa dirigenza scolastica verso i capricci di certe famiglie e certi alunni, comportamenti che hanno minato l'autorità dei docenti mettendoli alla mercè di maleducati e delinquenti – conclude Pizzo – pretendiamo dall'Avvocatura dello Stato di Bologna la stessa puntualità che la caratterizza quando essa agisce contro i docenti".
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Gilda degli Insegnanti
Via Verdi 25 - 43121 Parma
Coordinatore: SALVATORE PIZZO
Tel. Fax 0521 235547 - Cell. 338 810382
Fatti violenti contro insegnanti di Piacenza, chiediamo di perseguire duramente i responsabili: i genitori rispondano delle azioni dei figli.
E' grave il fatto che uno studente aggredisca il proprio insegnante che in quanto tale rappresenta anche l'Autorità Statale, trattandosi di un soggetto minore dei 14 anni egli non è perseguibile penalmente ma certamente i genitori (o chi per essi) rispondono verso terzi dei danni prodotti dai loro figli, specialmente quando essi sono compiuti verso pubblici ufficiali quali sono i docenti statali nell'esercizio delle loro funzioni.
La Gilda degli Insegnanti di Piacenza e Parma inviterà formalmente l'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna e l'Avvocatura dello Stato di Bologna ad agire nelle competenti sedi giudiziarie, solitamente lo fanno solo quando si tratta di "andare contro gli insegnanti" mai quando c'è da agire per tutelarli.
Non siamo disposti a tollerare oltre questo buonismo dell'Amministrazione scolastica, la cui scarsa reattività andrebbe meglio sanzionata. I cittadini che hanno compiuto 14 anni sono perseguibili penalmente e l'azione penale nel nostro Paese è obbligatoria, quando sono infraquattordicenni seppur non imputabili i loro genitori vanno chiamati a risarcire.
Oltre alla violenza fisica subita da un docente piacentino, apprendiamo anche che un altro insegnante della provincia di Piacenza sarebbe stato vittima di comportamenti lesivi da parte di minori, anche in quel caso chiediamo azioni urgenti contro le famiglie, pretendendo che i dirigenti scolastici ed i vertici territoriali dell'Amministrazione scolastica creino le condizioni affinchè ci sia un atteggiamento compunto verso l'Autorità che gli insegnanti rappresentano.
Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Piacenza e Parma, rivolgendosi ai colleghi vilipesi afferma: "Anche se non dovessero essere nostri iscritti siamo disposti a sostenerli e ad assisterli per quanto è nelle nostre possibilità"
Gilda degli insegnanti - sede di Piacenza
Coordinatore: SALVATORE PIZZO
Tel. 0523 314046 - 338 8103820
Le Nazioni Unite stimano che una donna su tre sul pianeta sarà picchiata o stuprata nel corso della vita: questo significa un miliardo di donne e bambine. Anche quest'anno, One Billion Rising vuole far sentire la propria voce contro la violenza. Un evento mondiale, che si esprime e trova forma nel flash mob internazionale ideato Dalla drammaturga e attivista femminista Eve Ensler e si svolge in 200 paesi del pianeta, mobilitando un miliardo di persone unite nell'affermare una cultura del rispetto e della solidarietà. Ed è proprio questo il messaggio di OneBillion Rising 2018 che si tiene il 14 febbraio: sottolineare l'importanza della solidarietà come linfa vitale per una rivoluzione pacifica e arma contro ogni violenza.
In Italia la rivoluzione a passi di danza si svolge in circa 100 città. Il Coordinamento dei Centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna aderisce alla manifestazione con una serie di iniziative ed eventi organizzati dai centri territoriali. Si balla tutti insieme per porre fine ad ogni forma di abuso contro le donne e per riportare al centro del dibattito pubblico i diritti e la parità di genere.
Di Seguito alcune delle Iniziative organizzate Dai Centri aderenti al Coordinamento.
L'appuntamento a Bologna
Casa delle donne per non subito violenza Onlus (Bologna): Ore 15:00 Piazza Nettuno - Bologna Flash mob Ripercussioni brasiliane Afroeira. Ore 16:00 Flash mob drum circle con tamburi sciamanici e con il Laboratorio Sociale Afrobeat. Ore 17.00 Flash mob Lezione aperta di samba con il gruppo di musica brasiliana Sambaradàn. Ore 18.00 Flash mob Parata da Piazza Maggiore al Parco della Montagnola (via Indipendenza).
L'appuntamento a Reggio Emilia
Associazione Non da sola: ore 16.00 - p.za Prampolini - Reggio Emilia: Flash mob.
L'appuntamento a Parma
Il Centro Antiviolenza, 17 febbraio alle ore 16:30 in Piazza Garibaldi - link all'evento su Facebook. Le prove del Centro Antiviolenza di Parma si terranno giovedì 8 e mercoledì 14 alle ore 18:00 presso il Centro Esprit, in via Emilia Ovest, 18/A.
A questo link troverete la mappa con tutte le iniziative organizzate in Italia.
Nella giornata del 15 dicembre, si è svolta la preannunciata manifestazione contro lo IUS SOLI, a cui hanno partecipato circa 150 persone, provenienti anche da altre regioni, dei movimenti di Forza Nuova, Casa Pound, la Terra dei Padri e del Veneto Fonte Skin Heads.
Il presidio si è svolto in viale Martiri della Libertà nei pressi del monumento ai Caduti senza alcuna problematica.
Nel contempo si sono tenute nel centro cittadino altre quattro contromanifestazioni preavvisate dal PD, dal movimento TAM TAM per la Legalità, dal movimento anarchico Stella Nera e dal Movimento libertario U.S.I..
Grazie all'impegno degli operatori della Polizia Municipale sono stati ridotti al minimo i disagi concernenti la mobilità dei cittadini.
In fase di esecuzione delle bonifiche preventive sono stati rivenuti, nascosti sotto un cespuglio nel retro di un chiosco di Largo Porta Bologna, numerosi sanpietrini, mazze, tondini in ferro e altro materiale utilizzabile impropriamente, occultati verosimilmente per la manifestazione.
Presso Largo Porta Bologna, nel pieno centro cittadino, sono giunti alla spicciolata circa 250 appartenenti a gruppi antagonisti, provenienti anche da altri centri, numerosi dei quali con volto travisato, che hanno cercato di oltrepassare i blocchi di sicurezza delle Forze di polizia al fine di entrare in contatto con i manifestanti di destra.
Dopo una lunga fase di fronteggiamento, gli autonomi improvvisamente sono indietreggiati di una decina di metri per poi iniziare un fitto lancio di petardi, bottiglie, fumogeni e bombe carte contro gli agenti, fatto che ha richiesto una carica di alleggerimento nel corso della quale sei operatori della Polizia di Stato sono rimasti lievemente feriti.
Un trentenne incensurato, militante nel movimento autonomo bolognese, è stato denunciato per violenza e resistenza a P.U. Ufficiale.
È stato, invece, tratto in arresto per il reato di violenza e resistenza a P.U. e porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere C.S., ventottenne nato a Parma, appartenente al movimento autonomo di quella città. Il predetto, giudicato con rito direttissimo questa mattina, è stato condannato a sei mesi di reclusione, pena sospesa.
Nei confronti di entrambe i soggetti è stato emesso a cura della Divisione Polizia Anticrimine un Foglio di via obbligatorio con divieto di fare ritorno nel Comune di Modena per un periodo di tre anni.
Altri due esponenti del movimento autonomo modenese sono stati identificati presso il Pronto Soccorso del locale Policlinico, ove si erano recati per ricorrere alle cure dei sanitari per contusioni gravi, e saranno segnalati alla Autorità Giudiziaria per i reati commessi in occasione degli eventi.
Sono in corso attive indagine da parte della locale DIGOS, finalizzate ad accertare le responsabilità penali di altri manifestanti (resistenza e violenza a P.U., lancio pericolosi di oggetti, imbrattamento e danneggiamento) anche attraverso le immagini delle telecamere di video sorveglianza cittadine, i video e le riprese dei numerosi operatori della Polizia Scientifica presenti in strada e le valutazioni dei rapporti redatti dalle Forze dell'Ordine e dagli operatori della Polizia Municipale.
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Redazione