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Sabato, 07 Settembre 2019 09:59

Anziano ucciso dal cinghiale nel suo orto

Anziano ucciso dal cinghiale nel suo orto in Liguria. Un 78enne di Lavagna è stato ferito mortalmente all'arteria femorale da un ungulato

Lavagna 7 settebre 2019 - Anziano ucciso da un cinghiale che lo ha attaccato nel suo orto. La vittima è Antonio Mazzoni, un pensionato di 78 anni di Lavagna che d’estate si trasferiva sempre nella casa di famiglia nell’entroterra Ligure a Rovegno, in provincia di Genova, per curare l’orto.

Ad uccidere l'uomo una ferita mortale procurata da un cinghiale: è questa, probabilmente, la causa del decesso. A far scattare le ricerche era stato il nipote che aveva allertato le forze dell'ordine non riuscendo a mettersi in contatto con l'anziano. A trovare il corpo poco prima di mezzanotte è stato un parente dell'uomo, che lavora come vigile urbano nella cittadina. Mazzoni è stato trovato in un lago di sangue nei pressi del suo orto. Sul posto intervenuti i medici del 118 di Genova: ma ogni tentativo di rianimare l’anziano è stato inutile. In un primo momento era stato ipotizzato che l’anziano fosse stato centrato da un colpo di fucile da lui esploso accidentalmente mentre cacciava i cinghiali. Ma l’eventualità è stata esclusa dal medico legale che non ha trovato ferite da arma da fuoco sul corpo. I Carabinieri di Chiavari stanno ricostruendo la vicenda.

Tra le ipotesi al vaglio, quella secondo la quale l'uomo abbia ferito inavvertitamente l'ungulato che ha poi furiosamente attaccato l'uomo lacerandogli l’arteria femorale ieri notte. L'altra ipotesi suggerita dai parenti è che il 78enne abbia cercato di allontanare un gruppo di cinghiali che stava provocando danni al suo orto. Il Mazzoni era ossessionato dal continuo passaggio dei cinghiali nel suo orto.

Gli stessi carabinieri giunti sul posto durante il sopralluogo hanno avvistato numerosi ungulati nelle radure della zona. Sul web, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è scatenata una violenta polemica alimentata anche da forti dichiarazioni di “animalisti” per i quali Il pensionato se l’è cercata”,difendendo di fatto l’ungulato. Dall’estremo opposto della Regione, a Camporosso, nell’Imperiese, un uomo che ha sparato col suo fucile da caccia ad un cinghiale che era entrato nel suo orto, è stato denunciato dai carabinieri forestali perche’ accusato di esercizio della caccia in periodo vietato.

(7 settembre 2019)

Pubblicato in Cronaca Emilia

"Nella nostra città l’emergenza sicurezza è ancora una volta  protagonista della cronaca nera. Purtroppo sono sempre le donne a pagare il prezzo più alto, anche se per  fortuna in questo caso tutto si è risolto senza gravi conseguenze, ma  solamente con tanta paura". Lo scrive in una nota Alessandro Corvi,  presidente dell'associazione culturale Forza Civica.


"L’aggressione con scippo ad una donna in Via Palermo è l’ennesimo  esempio di una situazione che caratterizza oramai da due anni Parma e  dintorni. La città reale non è quella che ci fa vedere il sindaco, c'è
anche una città che ha paura e che ogni giorno deve fare i conti con il  degrado, la delinquenza e lo spaccio. Auspico che il nuovo Governo non revochi i decreti sicurezza perchè  sarebbe come consegnare la città a ladri, spacciatori e balordi".

(Parma 6 settembre 2019) 

Pubblicato in Cronaca Parma
Venerdì, 06 Settembre 2019 06:31

Intensa attività di controlli

Ieri intensa attività di controlli. 5 pattuglie polizia, municipale, ispettorato del lavoro, ausl e personale della divisione amministrativa, hanno passato al setaccio vari della zona del San Leonardo del oltretorrente.

Alla fine sono state controllate circa 80 persone, 20 veicoli e 8 i locali.

Pubblicato in Cronaca Parma

Parma 5 settembre 2019 - I carabinieri di Parma centro hanno denunciato, per tentato furto aggravato in concorso, due minorenni classe 2003 e 2004, italiane originarie e residenti a Parma. Le giovani, peraltro incensurate, sono state fermate, nella tarda serata di ieri, mentre tentavano di oltrepassare i varchi di uscita del negozio Oviesse di via Mazzini con vari prodotti cosmetici, non pagati , per un valore complessivo pari a circa 150 €. Refurtiva recuperata e restituita.

Sempre nella giornata di ieri, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile hanno denunciato a piede libero, per il reato di tentato furto aggravato, un moldavo classe 88, in Italia senza fissa dimora e già censurato, per aver tentato di asportare i generi alimentari ai danni del supermercato sito nel centro cittadino. Anche in questo caso la refurtiva è stata recuperata e restituita alla proprietà.

 

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Pubblicato in Cronaca Parma

Oltre 10 unità dei Carabinieri della compagnia di Parma hanno svolto un servizio coordinato nelle zone di Piazzale Pablo, Parco Ducale, Piazzale della Pace e viale Piacenza

Parma 4 settembre 2019 - È stato arrestato un cittadino nigeriano classe '90 in Italia senza fissa dimora. Fermato in via Emilia Est per un controllo il nigeriano, censurato, nel tentativo di sottrarsi ai militari, pur reagendo con violenza, è stato trattenuto dagli opertaori e arrestato. Con rito per direttissima sono state confermate le accuse e tradotto in carcere in attesa dei termini a difesa.

I risultati dell'operazione sono così riassunti:
⁃ denunciati ai sensi dell’art 73 del dpr 309/90 (testo unico stupefacenti)
Un cittadino parmigiano classe 85 trovato in possesso di 10 gr di marijuana
Un cittadino nigeriano classe 82 trovato in possesso di 10 gr di cocaina
Un cittadino filippino classe 93 trovato in possesso di 3 gr di metanfetamina “shaboo”
Un cittadino italiano classe 85 trovato in possesso di 10 gr di marijuana,14 gr di hashish e 0,5 gr di eroina
⁃ segnalati alla locale prefettura per uso di sostanze stupefacenti ai sensi dell’art 75 del dpr309/90 (tossicodipendenza)
Due cittadini tunisini classe 95/96
Un cittadino Giordano classe 93

Sono state identificate 50 persone di cui 20 extracomunitari e sono state effettuate oltre 6 perquisizioni.

 

Pubblicato in Cronaca Parma

Errori giudiziari. Scandalo clamoroso in Danimarca: imprecisioni nel tracciamento dei telefoni cellulari potrebbero aver influito su 10.000 casi giudiziari. Possibile revisione di tutte le sentenze coinvolte. Lo “Sportello dei Diritti”: il nostro Ministero della Giustizia chiarisca se analoghi problemi possano riguardare anche e solo potenzialmente le indagini in Italia 

Nessuno è infallibile quando si parla di Giustizia né tantomeno la tecnologia. E quanto sta accadendo in Danimarca ci spinge sempre più verso la via del garantismo e nel ribadire l’importanza di approfondimenti giudiziari che devono scandagliare a 360 gradi i fatti criminosi, perché di mezzo ci vanno possibili innocenti, ma anche le vittime. Per comprendere meglio la valenza di quanto stiamo affermando è sufficiente riportare che in questi giorni le autorità danesi hanno dichiarato di voler rivedere oltre 10.000 sentenze giudiziarie a causa di errori nei dati di localizzazione dei cellulari offerti come prova. Lunedì il direttore delle pubbliche accuse del paese ha anche ordinato una sospensione di due mesi nell'uso dei dati del cellulare da parte dei pubblici ministeri nei casi penali mentre vengono indagati i difetti e le loro potenziali conseguenze.

"Sta scuotendo la nostra fiducia nel sistema legale", ha dichiarato il ministro della giustizia Nick Haekkerup in una nota. Il primo errore è stato riscontrato in un sistema informatico che converte i dati grezzi delle compagnie telefoniche in prove che la polizia e i pubblici ministeri possono utilizzare per individuare la posizione di una persona ed eventualmente se la stessa si trovasse o meno sulla scena di un crimine. Durante le conversioni, il sistema ha omesso alcuni dati, creando un riferimento meno dettagliato di quanto si pensasse di dove fosse geolocalizzato un cellulare. L'errore è stato corretto a marzo dopo che la polizia nazionale l'ha scoperto. In altri casi, alcuni dati di localizzazione dei cellulari hanno collegato i telefoni alle torri sbagliate, associando potenzialmente persone innocenti a scene del crimine, ha affermato Jan Reckendorff, direttore delle accuse pubbliche.

"È un caso molto, ma molto serio", ha dichiarato Reckendorff all'emittente statale danese. "Non possiamo convivere con informazioni errate che possono mandare le persone in prigione." Le autorità hanno affermato che i problemi derivavano in parte dai sistemi informatici della polizia e in parte dai sistemi delle compagnie telefoniche, sebbene un rappresentante del settore delle telecomunicazioni affermasse di non essere in grado di capire come le compagnie telefoniche avrebbero potuto causare gli errori. La polizia nazionale ha stabilito che i difetti sono riferibili a 10.700 casi giudiziari risalenti sino al 2012, ma non è chiaro se i dati errati siano stati un fattore decisivo in qualsiasi verdetto. Il ministro della giustizia danese ha, quindi, istituito un gruppo direttivo per tenere traccia dell'entità dei problemi legali che potrebbero aver causato e monitorare le revisioni dei casi che potrebbero essere stati inficiati da questi problemi.

Tali revisioni inizieranno con i procedimenti pendenti innanzi ai tribunali, i verdetti collegati alle persone che attualmente scontano pene detentive e i casi sottoposti dagli avvocati difensori, ha dichiarato il ministero della Giustizia in una lettera al Parlamento. Un rapporto su ogni revisione sarà trasmesso al tribunale e all'avvocato difensore del caso e i procedimenti saranno revisionati, se necessario, secondo la legge vigente. Un portavoce del direttore delle procure ha dichiarato che la Danimarca sta informando le autorità europee degli errori, ma che non era a conoscenza di eventuali implicazioni per processi o indagini in altri paesi. L'idea che gli errori nei dati possano aver portato a procedimenti penali errati in Danimarca è inquietante, ha affermato Mikael Sjoberg, capo dell'Associazione dei giudici danesi, omologa della nostrana ANM.

"Ci mette in una situazione molto spiacevole che la base delle nostre decisioni venga messa in discussione", ha precisato. Non sono disponibili statistiche sul numero di verdetti raggiunti sulla base dei dati relativi alle torri dei telefoni cellulari nel paese, ma i dati vengono spesso utilizzati in combinazione con altre prove e potrebbero aiutare a dare una decisione al tribunale in entrambe le direzioni - di assoluzione o condanna - affermano gli esperti. Karoline Normann, che dirige il comitato di diritto penale della Danish Bar and Law Society, ha affermato che mentre gli avvocati avrebbero potuto discutere sul significato dei dati dei cellulari, in genere non ne avevano messo in dubbio l'accuratezza prima che venissero alla luce gli errori di sistema. Ora, ha detto, gli avvocati dovranno essere consapevoli del fatto che "le prove che possono apparire oggettive e tecniche non equivalgono necessariamente a un alto valore di prova".

Perfino il direttore della Telecom Industry Association del paese ha affermato che mentre le compagnie telefoniche erano disposte ad assistere la polizia nelle indagini, l'uso dei dati delle torri dei cellulari nelle cause giudiziarie andava oltre il suo scopo originale. "Non abbiamo creato la rete per realizzare sistemi di sorveglianza, ma per creare reti telefoniche", ha dichiarato il direttore Jakob Willer. "I nostri dati sono per i nostri scopi in modo che le persone possano comunicare tra di loro." Ci vorrà un certo sforzo per ristabilire l'affidabilità di tali dati in tribunale, ha affermato Sjoberg dell'associazione dei giudici. "La tecnologia è pericolosa, lo sappiamo tutti", ha detto. "Devo presumere che la polizia si stia concentrando sui loro sistemi IT, quindi questo non accadrà più".

Tuttavia, riconquistare la fiducia è fondamentale, ha affermato l’avvocato Normann. "I dati relativi ai telefoni cellulari sono stati, nel bene o nel male, una parte significativa dei casi criminali, poiché hanno anche contribuito a documentare che le persone non si trovavano in una determinata scena del crimine", ha detto. "Tutti hanno beneficiato dell'elevato valore di evidenza ed è nell'interesse di tutti che ritorni." Tuttavia, al di là di queste giuste riflessioni, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” questo vero e proprio scandalo a dir poco clamoroso e che a detta degli stessi operatori giudiziari colpisce alla base la fiducia dei cittadini in una Giustizia “Giusta”, pone un serio problema globale circa l’affidabilità dei dati in questione per i casi precedenti allo scoppiare di questo enorme problema. E poiché non è dato sapere, sempre per quanto riferito anche dalle autorità danesi, se il problema sia globale o riguardi solo la Danimarca, è assolutamente imprescindibile ed urgente che il nostro Ministero della Giustizia, anche se in sede d’insediamento in ragione della formazione del nuovo governo, chiarisca se analoghi problemi possano riguardare anche e solo potenzialmente le indagini in Italia.

(29 agosto 2019)

Pubblicato in Cronaca Emilia

Controlli straordinari della Polizia di Stato presso negozi e attività commerciali siti nel comune di Carpi. 

Nella giornata del 27 agosto scorso, personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Carpi, unitamente a personale della Polizia Municipale di Carpi, nell'ambito dei servizi straordinari di controllo del territorio, hanno proceduto a controlli e verifiche di alcuni negozi etnici e altre attività commerciali.

I controlli hanno interessato la stazione ferroviaria, quella delle autocorriere, 3 phone center ubicati in via Galilei, via Santa Chiara e via Ugo da Carpi, 3 bar e 2 esercizi commerciali.

L'attività ha portato all'identificazione di 79 persone di cui 34 stranieri extracomunitari, tutti in possesso di regolare permesso di soggiorno, 8 dei quali con precedenti di Polizia.

Dagli accertamenti svolti sono state altresì riscontrate alcune violazioni amministrative a carico di alcuni esercizi commerciali controllati, che non rispettavano le norme sulla etichettatura dei prodotti alimentari, esposizione dei prezzi ed occupazione di suolo pubblico senza autorizzazione.

 

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Pubblicato in Cronaca Modena

Dopo le positive esperienze nel quartiere San Leonardo e in Piazza Garibaldi, dove si è registrato un riscontro positivo in termini di sicurezza, da parte della cittadinanza, da oggi sarà attiva anche in via Bixio una postazione fissa della Polizia Locale.

“Oggi concretizziamo un altro punto del progetto che avevamo promesso sul tema sicurezza che si concluderà nei prossimi mesi con l’apertura dell’ultimo presidio in Piazza Ghiaia. Siamo partiti dai quartieri che evidenziavano un maggior bisogno di intervento offrendo una risposta concreta, i cittadini del San Leonardo e del Centro hanno rilevato la positività di questo tipo di risorsa attivata sul territorio che ci conferma la validità e l’efficacia del progetto. Stiamo in ascolto dei cittadini e rispondiamo attivando servizi” ha introdotto il Sindaco Federico Pizzarotti.

L’obiettivo dei presidi è stare in ascolto dei cittadini, accogliere le loro istanze e dare protezione alla cittadinanza. In questi ultimi anni abbiamo implementato il sistema di video sorveglianza, abbiamo introdotto già dallo scorso anno il turno notturno che è stato riconfermato quest’anno. I distaccamenti sul territorio ci permettono di essere ancora più vicini ai cittadini e rispondere in maniera ancora più tempestiva alle richieste.  A San Leonardo e in Piazza è migliorata la vivibilità e la sicurezza sia dei cittadini che dei commercianti” ha sottolineato l’assessore alla Sicurezza Cristiano Casa.

Il comandante della Polizia Municipale Roberto Riva Cambrino ha illustrato le funzioni del presidio: “ E’ un vero e proprio distaccamento della Polizia Municipale con la presenza di agenti e con tutte le funzioni di Polizia Locale. Saremo presenti sia sul territorio con attività di presidio, controllo e pattugliamento che in questo locale pronti ad accogliere le segnalazioni dei cittadini e a dare indicazioni. Il distaccamento sarà aperto dalle 13.30 alle 15.00 dal lunedì al venerdì”.

I distaccamenti della Polizia Locale sul territorio vogliono essere un primo segnale tangibile per i residenti dei quartieri che potranno contare sulla presenza concreta di agenti che provvederanno ad effettuare attività di presidio, controllo e pattugliamento.

La sede distaccata della Polizia Municipale è stata individuata al civico 114/B di via Nino Bixio in "Oltretorrente" e ha l’obiettivo di fornire sia un maggior presidio della zona sia essere da deterrente per le situazioni problematiche che segnalate dai cittadini offrendo così soluzioni concrete e sarà un luogo in cui i cittadini troveranno ascolto e personale a disposizione insieme a tutti i reparti della Polizia Locale.

Le azioni di presidio si intrecciano con ai controlli messi in atto dai sistemi di video sorveglianza presenti nelle zone e che verranno potenziati ulteriormente sul territorio cittadino in corso d'anno.

Fonte: Comune di Parma

Inseguimento nelle vie cittadine. È successo ieri sera intorno alle ore 22.00, mentre i militari del Norm stavano transitando in via San Leonardo, notavano un soggetto extracomunitario a bordo di una bici e decisero di sottoporlo a un controllarlo.

Parma 25 agosto 2019 - Dopo avergli intimato di fermarsi, l’uomo ha invertito il senso di marcia e scendendo dalla bicicletta la scagliava in direzione dell’autovettura di servizio per poi darsi alla fuga a piedi percorrendo via San Leonardo in direzione via Rosselli. A questo punto uno dei militari iniziò l'inseguimento a piedi mentre l'altro proseguiva con la vettura di servizio. Il soggetto veniva raggiunto in breve tempo ma non si dava per vinto continuando a scagliare pugni e calci e colpendo i militari operanti alle gambe, alla spalle e al petto.

Con non poca difficoltà quest’ultimi riuscivano finalmente a bloccarlo, cadendo tutti e tre rovinosamente a terra. Finalmente il soggetto veniva bloccato con le manette e accompagnato in caserma.

Il nigeriano, classe 95, in Italia senza fissa dimora e senza precedenti a seguito della perquisizione non sono state rinvenute sostanze stupefacenti e rimangono quindi gli interrogativi per circa la sua fuga alla vista dei militari.
Arrestato per resistenza a pubblico Ufficiale e deferito in stato di libertà per lesioni è stato trattenuto nelle celle di sicurezza di via delle Fonderie in attesa del rito per direttissima.

I due militari intervenuti sono stati giudicati guaribili da personale sanitario del pronto soccorso di Parma con una prognosi di 10 giorni, il primo per una contusione alla mano e spalla destra e il secondo per un trauma alla spalla, mano e ginocchio destro.

Pubblicato in Cronaca Parma

Reggio Emilia 23 agosto 2019 - Denunciati alcuni cittadini stranieri che il 25 luglio, dopo il decesso del giovane gambiano investito il giorno precedente da un treno mentre si aggirava sui binari, avevano inscenato un'animata protesta nei pressi di Piazzale Europa. Identificati e denunciati all'Autorità Giudiziaria 11 cittadini stranieri di nazionalità Gambiana, Maliana e del Burkina Faso, per radunata sediziosa, lesioni personali e violenza privata, a seguito delle animate proteste del 25 luglio a favore di BADJIE Illyasa, il gambiano investito dal treno Intercity Notte proveniente da Torino Porta Nuova e diretto a Lecce.


(Nella foto un momento della Conferenza Stampa del Capo di Gabinetto del Questore dr. Domenico De Iesu)

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
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