Ancora il petrolio al centro delle dispute tra paesi e in particolare questa volta è la tensione tra USA e IRAN a mettere paura.
di Lamberto Colla Parma 16 giugno 2019 - Da quando, lo scorso 23 aprile, gli Stati Uniti hanno posto l'embargo sul petrolio iraniano e obbligando i propri alleati strategici e commerciali a fare altrettanto, già diverse navi petroliere sono andate a fuoco.
Era il 12 maggio, quando quattro navi furono attaccare al largo degli Emirati Arabi Uniti, da un "attore statale" non meglio identificato, secondo le autorità di Abu Dhabi.
Mentre giovedi scorso due le petroliere sono andate in fiamme nel golfo di Ormuz e una sembra proprio sia stata colpita da un siluro, fortunatamente sopra il livello di galleggiamento, consentendo quindi all'equipaggio di essere portato in salvo.
Navi iraniane e della quinta flotta americana, in zona da alcuni mesi, proprio a seguito delle aumentate tensioni con Teheran e il timore di una escalation nella sempre calda area africana, hanno tratto in salvo tutti i membri dell'equipaggio.
Salvo gli USA, che chiamano in causa specificatamente l'IRAN per gli attacchi alle 6 navi, nessun altro Stato, assegna le responsabilità a Teheran ma tutti convengono che gli "incidenti" , come la prima indagine ONU ha disposto, sulle prime 4 navi fossero avvenuti in modo "sofisticato e coordinato", ad opera di un attore "dotato di forti capacità operazionali, probabilmente un attore statale".
Fin dall'inizio gli Stati Uniti hanno invece accusato Teheran, che avrebbe l'obbiettivo di far salire il prezzo del petrolio, essendo colpita dalle pesanti sanzioni Usa. Anche per l'ambasciatore saudita all'Onu, Abdallah al-Mouallimi, "l'Iran porta sulle sue spalle la responsabilità degli attacchi", mentre per il rappresentante russo non è opportuno "precipitare a delle conclusioni" e che le inchieste proseguiranno.
E infatti, dopo gli attacchi del 12 maggio il prezzo del greggio aumentò sensibilmente per poi altrettanto rapidamente scendere nuovamente agli attuali 53$/barile, limite minimo che non veniva toccato da molti mesi.
L'attacco delle ore scorse inasprirà enormemente le tensioni nonostante la concomitanza della visita del premier giapponese Abe a Teheran, nel tentativo di conciliare un improbabile accordo tra USA e Iran.
Non c'è pace per questa regione orientale appoggiata sulle polveriere terroristiche e su quell'oro nero che non passa mai di moda ed è motivo di frequenti conflitti, quindi di drammi umani connessi, quando va bene, alla povertà e alla perdita di dignità e agli estremi di perdita anche della stessa vita.
E infine, una nuova guerra sarà l'ennesimo motivo per una rialzata di testa del terrorismo internazionale ai danni di un occidente diviso su tutto, persino sull'etica.
(frame da video gazzetta del sud - corriereTV)
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Editoriale: - Battaglia navale. Il dramma siriano senza fine - Lattiero caseari. Formaggi stabili e derivati in ripresa - Parma City of Gastronomy, calendario delle attività e degli eventi 2018. - Piacenza - Bonifica e Iren insieme per colmare il fabbisogno idrico - Cereali e dintorni. Da USDA forte calo del seme di soia. - Festival Franciacorta a Bologna – La Franciacorta si mette a nudo - Pomodoro Nascita Italtom, Rabboni: "Risultato importante
1.1 editoriale
Battaglia navale. Il dramma siriano senza fine
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Formaggi stabili e derivati in ripresa
3.1 Vinitaly Vinitaly 2018: il Parmigiano Reggiano a Sol & Agrifood
3.2 burro Il burro: un inibitore dell'ictus
5.1 City of Gastronomy Parma City of Gastronomy, calendario delle attività e degli eventi 2018.
6.1 sicurezza alimentare Sfogliatine chips e patatine Multipack Chips richiamate dal mercato
6.2 fabbisogno idrico Piacenza - Bonifica e Iren insieme per colmare il fabbisogno idrico
7.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Da USDA forte calo del seme di soia.
8.1 eventi franciacorta Festival Franciacorta a Bologna – La Franciacorta si mette a nudo
9.1 POGRANDE PoGrande - Parte l'ultimo miglio della candidatura per ottenere il riconoscimento di riserva MAB Unesco
10.1 pomodoro Nascita Italtom, Rabboni: "Risultato importante
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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15 navi russe nel mediterraneo orientale si fronteggeranno con le navi statunitensi e i sottomarini britannici fatti convergere in zona per "farla pagare" a Assad. La speranza che il "risiko" siriano si consumasse a tavolino si è vanificata questa notte poco dopo le 3,00, quando Trump e la May hanno dato l'annuncio dell'attacco. Manca la dichiarazione di Macron.
di Lamberto Colla Parma 14 aprile 2018 -
Un nuovo presunto attacco delle milizie governative di Assad con gas chimici ha scatenato le ire occidentali e la Russia alza le barriere difensive attorno al suo protetto.
La speranza che, oltre a pavoneggiarsi i "tre dell'Ave Maria" Trump, May e Macron, null'altro avrebbero ordito, si è vanificata stanotte quando, poco dopo le 3,00, Trump e poi la May annunciarono di avere dato ordine di attacco.
120 missili sono caduti sulla Sira su 3 centri "strategici" (un centro di ricerca chimico, un deposito presumibilmente vuoto perché gli arsenali furono consegnati nel 2014 e un posto di comando) allo scopo di salvare la faccia, presumibilmente, ma esponendosi alle ritorsioni di Russia e Iran che hanno immediatamente annunciato che gli alleati non la passeranno liscia.
Appena ieri mattina avevo predisposto un editoriale "ottimista" sulla questione che stava surriscaldando e che avrebbe visto la luce di stampa domattina che in forza delle novità è stato parzialmente bruciato.
A seguire il testo dell'editoriale sfumato ma ancora valido per il contributo di speranza che non può e non deve venir meno.
In fondo il genere umano dovrebbe possedere intelligenza... o no?
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Un nuovo presunto attacco delle milizie governative di Assad con gas chimici ha scatenato le ire occidentali e la Russia alza le barriere difensive attorno al suo protetto.
Macron, che a parte cercare un po' di consenso internazionale, schierandosi sempre con la Merkel in Europa e con Trump nelle vicende globali, non si capisce bene cosa stia combinando, ha dichiarato di avere le prove di un attacco chimico sulla popolazione civile siriana.
La May, la premier britannica "vorrei ma non posso essere la Thatcher", alle prese con una onerosa e sempre più impopolare "Brexit", sposta immediatamente i sottomarini nel teatro potenziale di guerra, in quel mediterraneo orientale dove Trump ha fatto convergere alcune navi da guerra.
Una reazione rapidissima degli alleati franco-britannici che però questa volta non ha ottenuto il sostegno tedesco di Angela Merkel, rallentando, forse, le decisioni interventiste scatenate da un "cinguettio" sibillino di Donald Trump che si dice pronto alla guerra; "Potrebbe essere molto presto o non così presto!"
Intanto in Italia si discute se mettere o meno a disposizione degli alleati le basi militari, in particolare quella di Sigonella. La solita pantomima italica che serve solo a far parare qualche opinionista e che inesorabilmente si conclude con una autorizzazione anche perché non si potrebbe fare diversamente.
Non ha perso tempo Putin a riferire che ogni missile americano sarà abbattuto e che se un attacco fosse giunto a destinazione avrebbe attaccato a sua volta l'origine del fuoco nemico.
Nel caos generale ci ricade anche la Turchia di Erdogan, recente alleata di Putin ma appartenente alla NATO e con una gran voglia di "finire" i curdi, potrebbe paradossalmente uscirne come il vero e proprio negoziatore tra Putin e Trump alla faccia di Macron e May.
E questa sarebbe la sola buona notizia della settimana che si sta concludendo!
Ma la questione centrale è che non c'è pietà per il popolo siriano, obbligato da quasi 10 anni a vivere (si fa per dire) una guerra civile devastante, una diaspora in ogni dove del globo, che lascerà traumi e cicatrici per sempre al popolo che è stato la culla delle civiltà e oggi vittima dell'inciviltà globalizzata.
Traduzione post D.Trump
"Mai detto quando un attacco alla Siria avrebbe avuto luogo. Potrebbe essere molto presto o non così presto! In ogni caso, gli Stati Uniti, sotto la mia amministrazione, hanno fatto un ottimo lavoro nel liberare la regione dall'ISIS. Dov'è il nostro "Grazie America?""
(Foto di copertina: Teatro Romano di Palmira. Foto di Gianfranco Gazzetti - 2004 - Gruppo Archeologico Romano)
(per restare sempre informati sugli editoriali)
Un pianeta infuocato. La temperatura sociale del nostro pianeta continua a salire. Da nord a sul da est a ovest i segnali di tensione e di guerra invece di attenuarsi si inaspriscono.
di Lamberto Colla Parma 16 aprile 2017
Flotte e portaerei che si spostano da un mare all'altro, missili che solcano i cieli dal medio all'estremo oriente.
Bombe umane che esplodono nei centri affollati dell'occidente come dell'oriente. Donne e bambini usati come scudi umani e i luoghi di culto, una volta sacri e inviolabili, diventano target privilegiati sui quali scaricare l'odio incondizionato.
Egoismo e invidia sono i sentimenti più in voga nella civiltà occidentale mentre la pietà e solidarietà stentano a farsi strada nonostante gli accorati appelli di Papa Francesco.
L'umanità rischia di essere prossima al punto di non ritorno se un repentino e diffuso cambio di rotta non verrà intrapreso.
Quindi affidiamoci alla Pasqua.
La Pasqua è la festività religiosa che celebra il grande cambiamento positivo. Nelle diverse tradizioni Pasqua rappresenta il momento del risveglio della natura, della resurrezione, del passaggio da schiavitù a libertà. Pasqua deriva appunto dal nome ebraico Pesah, passaggio, quindi cambiamento.
Buona Pasqua a tutti, con l'augurio che il rinnovamento tocchi per primi chi governa il mondo e chi amministra gli stati. Ma ognuno di noi faccia del suo meglio per migliorare la vita di chi gli sta vicino e forse così ci salveremo.
BUONA PASQUA!
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(Foto di copertina a cura di Francesca Bocchia)
Prime pagine d'effetto, senza i pixel a oscurare i volti dei bambini, raccontano delle ultime vittime della follia globale che si sta consumando in Siria.
di Lamberto Colla Parma 09 aprile 2017
Le coscienze occidentali nuovamente risvegliate dalle immagini agghiaccianti delle decine di bambini, apparentemente addormentati, vittime, insieme a altri circa 40 adulti, di un attacco con armi chimiche nella regione siriana di Idlib.
Ma quali coscienze!
Ancora una volta si cercano pretesti per interventi di urgenza, per giustificare nuove azioni e nuovi ingressi "autorizzati" in campi di battaglia dove fare valere le proprie ragioni, sfruttando norme internazionali che dovrebbero regolamentare le "guerre". E le armi chimiche rientrano tra quegli strumenti bellici che non si dovrebbero utilizzare.
Come se morire per un proiettile, un camion, un SUV o una bomba convenzionale o una bomba chimica fossero morti diverse.
Ciò che cambia è il costo di produzione e l'efficacia e efficienza dell'azione. Infatti, a parità di risultato in termini di vittime, gli ordigni chimici sono enormemente più economici e perciò alla portata di tutti i Paesi e addirittura di qualsiasi fazione, ufficiale o meno, che che operano in un qualche teatro di battaglia.
L'inutile ONU si è convocato d'urgenza, ha subìto il veto della Russia che sostiene la innocenza di ASSAD e gli USA, al contrario, sfruttano l'occasione per entrare direttamente nel conflitto siriano.
Nulla di nuovo sotto il sole. Le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein non hanno ancora insegnato nulla. Prove di dubbia verità che nel 2003 hanno giustificato l'intervento in Iraq e aperto la superstrada al caos mondiale e al terrorismo sempre più qualificato capace di organizzarsi sino a spingersi a creare uno "Stato", il sedicente Califfato, la cui unica regola è l'irregolarità. L'isis è stato capace di muoversi sui campi di battaglia con ogni mezzo e di sferrare attacchi con perfette strategie militari acquisite dai Paesi Gendarmi del mondo e poi di compiere stragi, con coltelli e camion o utilizzando i kamikaze in ogni capitale del mondo, anche in quelli che hanno donato addestramenti e armi, senza guardare la confessione religiosa.
E oggi, per l'ennesima volta, i media di tutto il mondo si sporcano le coscienze per sostenere i "presunti buoni" utilizzando vergognosamente le foto di quei poveri angeli che la furia assurda dell'umanità ha sacrificato e sfrutta post mortem.
Alcuni hanno titolato che "L'Umanità è morta in Siria" ma non è così!
L'umanità era già morta 72 anni fa in Giappone, a Hiroshima dove il calore dell'atomica ha sciolto la pelle dai corpi. Era morta a Sarajevo dove il bimbo che andava a scuola è stato colpito dal cecchino, e altri ridotti a poltiglia di carne perché attratti da giocattoli che altro non erano che ordigni camuffati, l'umanità è morta quando ha consentito la morte per migliaia di bambini annegati nel mediterraneo o sfruttati nel lavoro.
L'umanità è morta e basta!
L'Europa è l'unico esempio di costruzione di Pace ma che gli incapaci UEmanoidi degli ultimi decenni stanno distruggendo, respingendo i valori sottoscritti quel 25 marzo 1957.
A vivere e proliferare invece è sempre l'ipocrisia!
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(FOTO: Hiroshima dopo l'atomica -Original photo taken with handwriting text in upper left corner. SURCE: http://www.chinfo.navy.mil/navpalib/images/historical/hiroshima.jpg
AUTORE: U.S. Navy Public Affairs Resources Website)
Una piccola speranza di Pace potrebbe germogliare dalla decisione del vertice di Bruxelles di eliminare le restrizioni economiche verso la Russia.
di Lamberto Colla Parma 18 dicembre 2016
Il prossimo sarà il fine settimana dedicato al Natale. Un altro anno è volato via, almeno per noi che, nonostante i problemi arrembanti e mai insoluti, abbiamo il privilegio di non condividere il nostro tempo con le bombe e i cecchini. Lo stress di una tregua interrotta ancor prima che inizi e nel frattempo il cecchino ci ammazza il familiare uscito allo scoperto per festeggiare quella che è diventata una drammatica illusione.
Aleppo, come tantissimi altri luoghi di questo infiammato e arido mondo, anche grazie ai suoi coraggiosi e stremati giornalisti, reporter, blogger o improvvisati tali, è diventato il simbolo della disperazione e della assenza di ragione.
Macerie su macerie che sono oggetto di continui bombardamenti, tutti gli ospedali distrutti e i convogli umanitari destinati a portare cibi e bevande piuttosto che a accompagnare i civili fuori dal teatro di guerra colpiti e bombardati e quindi costretti a rientrare all'inferno. Bambini, donne e anziani, nemmeno loro hanno scampo, nemmeno a loro viene concessa una speranza, anzi, loro sono i più preziosi prigionieri, quelli che con la loro disperazione impietosiscono e tengono accese le luci sulla Siria.
Lì, dove USA, Russia, Iran, ribelli, Turchia e chi più ne ha ne metta si esercitano e sfidano per contendersi il primato militare.
Almeno a Natale un pensiero collettivo deve innalzarsi al cielo e fragorosamente bombardare le teste dei potenti con un "Basta".
Basta tragedie umanitarie. I pochi che scampano alle bombe e riescono a fuggire trovano poi le barriere dell'europa, oppure la tragedia in mare e qualcuno, meno sfortunato, l'accoglienza greca o italiana.
Se una nota positiva vogliamo registrare dal vertice dei capi di governo UE - il primo al quale ha partecipato il nuovo premier italiano Paolo Gentiloni - il 13 dicembre scorso, sta nella decisione di eliminare le restrizioni economiche verso la Russia.
Anche se, c'è da scommettere, è molto probabile che sia stata una decisione maturata per convenienza economica, che per ragioni umanitarie, auguriamoci comunque possa essere interpretata da Putin come un invito a negoziare la pace in Ucraina - di cui non si parla più ma è tutt'ora un conflitto dalle atroci conseguenze - e a impegnarsi in Siria per una stabile tregua, che abbia come obiettivo finale la pace.
Un abbraccio ai bambini delle tante Aleppo del mondo e la speranza che la mano divina sfiori le teste dei potenti del mondo per umanizzarli.
Buon Natale a tutti Voi e alle vostre famiglie.
L'Ufficio Cinema dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Parma, in collaborazione con CSC - Cineteca Nazionale propone la rassegna cinematografica "World War II: uomini in guerra. 1943 – 1945": cinque film sul secondo conflitto mondiale, in occasione della mostra dedicata al grande fotoreporter di guerra Robert Capa, in corso fino al 15 gennaio a Palazzo Pigorini.
Le proiezioni, tutte ad ingresso gratuito, si terranno presso il Cinema Astra d'essai ogni lunedì dal 21 novembre al 18 dicembre, alle ore 21.00.
Da La Ciociara di Vittorio de Sica (proposto nella copia restaurata dalla Cineteca Nazionale), fino alle più recenti e originali riletture filmiche del secondo conflitto mondiale, come Bastardi senza gloria e Fury; dall'amara ironia di Tutti a casa di Comencini alla cronaca del crollo del nazismo visto con gli occhi della dattilografa del Führer in La Caduta. Gli ultimi giorni di Hitler.
Tragedia, speranza e tanta azione con il cinema più spettacolare degli ultimi anni in tema bellico, senza dimenticare due pietre miliari della migliore produzione italiana.
PROGRAMMA COMPLETO
Lunedì 21 Novembre h 21
FURY, David Ayer (USA 2014)
Germania, aprile 1945. Il sergente Don Collier detto Wardaddy, sopravvissuto al deserto africano e alle spiagge della Normandia, è inviato in una missione impossibile dietro le linee nemiche all'interno di un carro armato Sherman, con un manipolo di soldati di diversa estrazione e carattere. In evidente inferiorità numerica e mal equipaggiati, dovranno affrontare ogni avversità nel tentativo di colpire al cuore della Germania nazista. Fury fa tabula rasa dell'eroismo classico e restituisce la disperazione, la follia e la violenza del conflitto.
Lunedì 28 Novembre h 21
LA CIOCIARA, Vittorio De Sica (Italia 1960)
Cesira, una donna del popolo, gestisce un negozio di alimentari a Roma, ma quando gli alleati bombardano la capitale si rifugia, insieme con la figlia adolescente, nel suo paese d'origine, in Ciociaria. Quando il pericolo sembra scongiurato le due donne tornano a Roma; lungo il cammino alcuni soldati marocchini le violentano. De Sica, insieme a Cesare Zavattini, traduce il romanzo di Moravia con sensibilità e vigore.
Una memorabile Sofia Loren, premiata con l'Oscar e a Cannes, interpreta con passione la madre.
Copia restaurata - Cineteca Nazionale
Lunedì 5 Dicembre h 21
LA CADUTA. GLI ULTIMI GIORNI DI HITLER, Oliver Hirschbiegel (Der Untergang, Ger/Ita/Aus 2004)
20 aprile 1945. Berlino sta per essere assediata dalle truppe russe. Adolf Hitler si è rifugiato con gli altri capi del regime nazista nel bunker sotto la Cancelleria: la sua dattilografa Traudl Junge assiste al crollo del nazismo e alla cronaca "in diretta" della fine, tra gli spazi angusti di un rifugio sotterraneo. Hitler vorrebbe spingere la Germania a resistere, ma il 30 aprile si suiciderà con Eva Braun.... Molto indovinata la scelta degli attori con la strepitosa mimesi di Bruno Ganz nei panni del Führer.
Lunedì 12 Dicembre h 21
TUTTI A CASA, Luigi Comencini (Italia 1960)
Il sottotenente Innocenzi, travolto come tutti i suoi commilitoni dall'armistizio dell'8 settembre 1943, cerca di tornare a casa insieme a tre militari del suo reparto. Un classico del nostro cinema, una grande commedia con una morale amarissima. Comencini realizza un film in cui si fondono con eccellente equilibrio i toni della
commedia con quelli della tragedia storica. Né retorico né buonista, con una delle migliori interpretazioni di Alberto Sordi. Sceneggiatura di Comencini, Age, Scarpelli e Marcello Fondato
Lunedì 19 Dicembre h 21
BASTARDI SENZA GLORIA, Quentin Tarantino (Inglorious Basterds, USA/Germania 2009)
Un gruppo di soldati americani ebrei, conosciuto come "The Basterds" viene inviato nella Francia occupata dai tedeschi, con il preciso compito di assassinare brutalmente qualsiasi nazista sul suo cammino. Tarantino al suo meglio, tra momenti ludici, dialoghi folli e deflagrazioni improvvise dell'azione, riscrive la Storia raccontando un attentato a Hitler collocato nell'unico luogo per lui possibile: un cinema. Oscar miglior attore non protagonista e Palma d'Oro miglior attore a Christoph Waltz.
INGRESSO LIBERO
Inizio spettacoli h 21
Ufficio Cinema 0521 031035
Cinema Astra d'essai, P.le Volta 3 – 0521 960554
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.ufficiocinema.it
Robert Capa in Italia 1943-44
Palazzo Pigorini ospita la mostra fotografica dedicata al grande fotoreporter ungherese con 78 fotografie in bianco e nero che raccontano gli anni della seconda guerra mondiale in Italia.
Palazzo Pigorini, Strada della Repubblica 29/A, Parma
Orari: da martedì a domenica dalle 10 alle 18.
Ingresso: intero €8, ridotto €6, scuole €4
Info e biglietteria: 0521 218967
Cereali in pausa. Scende ancora il latte spot. 3 milioni dall'UE per la promozione di parmigiano, Gorgonzola e Asiago. Alleanza Cooperative, intervengono Martina e Calenda. Sono cambiate le proiezioni del Mais dopo i dati diffusi di USDA. La Guerra è Guerra.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 47 22 novembre 2015
1.1 editoriale La guerra è guerra.
3.1 cereali Cereali, poche le novità sui mercati id base
4.1 Lattiero caseario Il Latte spot torna a scendere
5.1 Latte e leadership Martina. Sul latte la cooperazione può assumere la leadership
5.2 promozione estera Calenda, eventi internazionali di promozione totale sono sperpero di denaro pubblico
6.1 vino e export cina Vinitaly 2016: Vinitaly e la Cina, un presidio lungo vent'anni. Nuove iniziative per la 50^ edizione
6.2 latte Oceania: scendono i prezzi delle commodity lattiero-casearie
7.1 export formaggi Parmigiano, Asiago e Gorgonzola. Dall'UE 3 milioni per la promozione
7.2 latte oceania UE: export in continuo aumento ma a prezzi bassi
8.1 agromercati Ismea, Overview sui mercati.
9.1 mais e soia Mais e Soia dati previsionali novembre 2015
10.1 promozioni "vino" e partners
Un tunnel dal quale sarà difficile uscire in fondo al quale non si vede la luce. La guerra è arrivata in casa nostra e adesso ci accorgeremo che non è un videogame e non esistono bombe buone e bombe cattive. Giù la maschera delle ipocrisie e affrontiamo con lucidità e cinismo la realtà. E' guerra globale, dall'aereo civile russo abbattuto lo scorso 31 ottobre, agli attentati simultanei di Parigi di venerdi 13, all'assalto in Mali di venerdi scorso.
di Lamberto Colla - Parma, 22 novembre 2015 -
Al peggio non c'è mai fine. In meno di un anno abbiamo pianto le vittime parigine di due attentati ma tra i due fatti a sorprendere è il salto di qualità militare a dimostrare che il progetto di guerra dell'autoproclamato Stato Islamico sta prendendo forma e non soltanto propagandato utilizzando, peraltro in maniera molto professionale, gli strumenti di informazione più diffusi a livello globale.
Stiamo piangendo le vittime parigine mentre per quelle russe decedute meno di 15 giorni prima nell'esplosione di un aereo civile il nulla. Solo la cronaca delle indagini per determinare le cause dell'incidente o le modalità dell'attentato.
Due pesi e due misure. Sembra quasi che il nostro cervello sia stato, in quest'ultimo quarto di secolo, manipolato per diventare insensibile a quanto accade in cielo o in mare aperto mentre è ancora molto sensibile alle morti in terra, a quanto accade sul "campo di battaglia".
Cielo e mare, due zone "franche" da emozioni?
La Guerra del Golfo (la prima è del 1990) ha fatto scuola e attirato audience e share senza che nessuno pensasse che, alla fine della parabola di quelle migliaia di luci che tracciavano i cieli di Bagdad, ci sarebbero state delle vittime ovvero uomini, militari o civili ma pur sempre uomini, donne, bambini.
E la maggior parte delle vittime, c'è da giurare, erano innocenti.
E noi tutti, qui in occidente, comodamente rilassati sulla Frau a attendere il collegamento di Emilio Fede (video) per l'aggiornamento del numero e del tipo di missile utilizzato durante la giornata, il numero di missioni aeree, il tipo di velivolo impiegato nell'incursione protetta ovviamente dai fenomenali aerei radar che presidiavano il teatro di guerra.
Già, il teatro di guerra.
Da quel giorno i teatri di guerra si sono moltiplicati a dismisura ma non tutti interessanti per la pubblica opinione e perciò dimenticati dai circuiti informativi mentre altri, ben più accattivanti e telegenici ci vengono propinati con dovizia di particolari a ogni ora, alla pari delle trasmissioni sula cucina. E così, tra un fornello e un mousse l'aggiornamento di cronaca nera è il "riempipista" catodico preferito.
E ora siamo al dunque...
La guerra è arrivata in casa e ora tocca a noi piangere i nostri morti in casa nostra. Un momento che non avremmo voluto ma che era nell'aria e nella logica delle cose, senza dover necessariamente tirare in ballo le profezie di Nostradamus, da molto tempo con segnali forti e chiari.
D'ora in poi, non attendiamoci perciò verità dall'informazione perché anch'essa è strumento tattico e strategico al servizio delle parti.
Ormai dovremmo essere abbastanza sgamati per capirlo da soli e l'aforisma di Arthur Schnitzler (dal libro dei motti e delle riflessioni, 1927) promuoverlo a teorema "Ogni guerra viene iniziata con i pretesti più futili, portata avanti con buone ragioni e conclusa con le giustificazioni più false."
Così è stato per tutte le guerre, antiche e moderne, da Saddam Hussein a Gheddafi per citare solo quelle del nuovo millennio.
In guerra, perché volenti o nolenti siamo in guerra come la gran parte del pianeta lo è in una miriade di conflitti locali, l'informazione e la contro-informazione diventa strategica per il raggiungimento dell'obiettivo, per la vittoria sul campo e la morte dell'intelligenza.
Ma ormai siamo all'estrema ratio e non si può più tornare indietro. L'occidente, l'Europa in particolare, si è lasciato stupidamente affascinare da Bush senior che voleva esportare la democrazia e oggi, nell'era della globalizzazione, importa guerra e morte. Che Al Baghdadi voglia emulare Bush esportando l'Islamismo?
Prepariamoci, anche psicologicamente, a difenderci, a difendere le nostre vite e i nostri cari, a difendere i nostri valori.
Pensiamo alla guerra come una realtà e non ascoltiamo chi dice che noi siamo i buoni e gli altri i cattivi. La guerra è guerra e ogni logica e codice civile viene sopraffatto dalla logica e dal codice, scritto e non scritto, di guerra.
Dobbiamo essere pure noi cattivi se vogliamo sopravvivere. Senza ipocrisie. Giusta o sbagliata (è sempre sbagliata) ma pur sempre guerra rimane.
La guerra è guerra e in guerra non c'è pietà e misericordia ma solo sopraffazione.
Si è perduto il tempo del negoziato, il tempo in cui si poteva rimodellare lo scacchiere internazionale con maggiore equità. Quel tempo è scaduto e adesso i "barbari" si devono affrontare da "barbari", all'arma bianca: la più cruenta delle lotte, quelle che si fa a terra e che vede il sangue del nostro nemico.
Nessuna illusione. Così è!
Quel che è peggio è che, a mio personalissimo parere, in Europa, non abbiamo nessun premier all'altezza di affrontare questa crisi e condurci alla vittoria. Possiamo solo confidare in un miracolo e che tutto quanto sopra esposto sia stato il frutto di una mia allucinazione notturna.
____________________________________
(Descrizione foto di copertina: A US Air Force (USAF) F-117A Nighthawk Stealth Fighter aircraft flies over Nellis Air Force Base (AFB), Nevada (NV), during the joint service experimentation process dubbed Millennium Challenge 2002 (MC02). Sponsored by the US Joint Forces Command (USJFCOM), the MC02 experiment explores how Effects Based Operations (EBO) can provide an integrated joint context for conducting rapid, decisive operations (RDO).
Date: 6 August 2002
Source: http://www.defenselink.mil/
Author: Staff Sgt. Aaron Allmon II)
__________________________
I due Video introdotti
Emilio Fede annuncia la guerra del golfo
https://www.youtube.com/watch?v=yPF_AEG8kMY
_________________________________
CNN / Rai3 Bagdad
https://www.youtube.com/watch?v=8uCrNbu0aGs
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17-12-2023 Salute e Benessere
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