Una piccola speranza di Pace potrebbe germogliare dalla decisione del vertice di Bruxelles di eliminare le restrizioni economiche verso la Russia.
di Lamberto Colla Parma 18 dicembre 2016
Il prossimo sarà il fine settimana dedicato al Natale. Un altro anno è volato via, almeno per noi che, nonostante i problemi arrembanti e mai insoluti, abbiamo il privilegio di non condividere il nostro tempo con le bombe e i cecchini. Lo stress di una tregua interrotta ancor prima che inizi e nel frattempo il cecchino ci ammazza il familiare uscito allo scoperto per festeggiare quella che è diventata una drammatica illusione.
Aleppo, come tantissimi altri luoghi di questo infiammato e arido mondo, anche grazie ai suoi coraggiosi e stremati giornalisti, reporter, blogger o improvvisati tali, è diventato il simbolo della disperazione e della assenza di ragione.
Macerie su macerie che sono oggetto di continui bombardamenti, tutti gli ospedali distrutti e i convogli umanitari destinati a portare cibi e bevande piuttosto che a accompagnare i civili fuori dal teatro di guerra colpiti e bombardati e quindi costretti a rientrare all'inferno. Bambini, donne e anziani, nemmeno loro hanno scampo, nemmeno a loro viene concessa una speranza, anzi, loro sono i più preziosi prigionieri, quelli che con la loro disperazione impietosiscono e tengono accese le luci sulla Siria.
Lì, dove USA, Russia, Iran, ribelli, Turchia e chi più ne ha ne metta si esercitano e sfidano per contendersi il primato militare.
Almeno a Natale un pensiero collettivo deve innalzarsi al cielo e fragorosamente bombardare le teste dei potenti con un "Basta".
Basta tragedie umanitarie. I pochi che scampano alle bombe e riescono a fuggire trovano poi le barriere dell'europa, oppure la tragedia in mare e qualcuno, meno sfortunato, l'accoglienza greca o italiana.
Se una nota positiva vogliamo registrare dal vertice dei capi di governo UE - il primo al quale ha partecipato il nuovo premier italiano Paolo Gentiloni - il 13 dicembre scorso, sta nella decisione di eliminare le restrizioni economiche verso la Russia.
Anche se, c'è da scommettere, è molto probabile che sia stata una decisione maturata per convenienza economica, che per ragioni umanitarie, auguriamoci comunque possa essere interpretata da Putin come un invito a negoziare la pace in Ucraina - di cui non si parla più ma è tutt'ora un conflitto dalle atroci conseguenze - e a impegnarsi in Siria per una stabile tregua, che abbia come obiettivo finale la pace.
Un abbraccio ai bambini delle tante Aleppo del mondo e la speranza che la mano divina sfiori le teste dei potenti del mondo per umanizzarli.
Buon Natale a tutti Voi e alle vostre famiglie.