di Jacopo Ugolini Parma 4 novembre 2020 - Da atlantisti dobbiamo guardare con attenzione all’elezioni americane, che potrebbero rappresentare una continuazione della politica stampo Trump oppure uno spartiacque che condurrà probabilmente il mondo occidentale in una posizione subalterna rispetto al Dragone cinese.
In programma il 27 ottobre un confronto tra banca, imprese e professionisti volto ad illustrare le misure nazionali, regionali ed europee a supporto delle aziende italiane a seguito della crisi causata dalla pandemia. Tra i temi in evidenza, le opportunità legate al Superbonus 110%
L’accordo promuoverà lo sviluppo commerciale e rafforzerà la cooperazione nei mercati di riferimento di UniCredit
La donazione, frutto dell’attivazione di un network internazionale Italia-Cina, comprendeva anche 200mila mascherine chirurgiche consegnate nei giorni scorsi.
A distanza di alcuni giorni dalla consegna delle 200mila mascherine chirurgiche, sono arrivati ieri anche i 70 dispositivi medici provenienti dalla Cina facenti parte della donazione che Xiaomi Foundation e Xiaomi Technologies hanno voluto fare all’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia per supportarla nella fase di emergenza epidemica.
La donazione era nata grazie all'appello personale di Marco Bizzarri, Presidente e CEO di Gucci, che ha coinvolto le due realtà cinesi per sostenere il sistema sanitario reggiano.
I dispositivi medici sono utili per il supporto respiratorio ai pazienti più gravi e consistono in 20 ventilatori polmonari, 20 pompe per infusione, 20 ossimetri a impulsi, 10 monitor portatili.
Ad accompagnarli erano frasi di amicizia e incoraggiamento tratte dai classici latini e italiani incollate sulle casse di imballaggio.
Il Direttore generale Fausto Nicolini dichiara “Rinnovo i ringraziamenti a Xiaomi Foundation e Xiaomi Technologies per questa donazione ai nostri ospedali e sono grato a Marco Bizzarri, cittadino reggiano da sempre affezionato al suo territorio che, oltre ad aver fatto una cospicua donazione personale, ha voluto coinvolgere il proprio network internazionale per aiutarci nuovamente”.
L’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia desidera, inoltre, rinnovare il ringraziamento al Professor Ernesto Caffo e a Mr Haisong Tang per i loro fattivi contributi.
L’operazione è stata possibile anche grazie all'applicazione della direttiva dell'Agenzia delle Dogane che sin dall'inizio dell'epidemia offre la possibilità di far entrare nel nostro Paese, gratuitamente e da qualsiasi parte del mondo, le merci donate a sostegno dell’assistenza sanitaria Covid-19.
In Cina il bilancio dei morti causati dal coronavirus sale a 81. E l’Oms modifica da ‘moderato’ ad ‘alto’ il rischio di contagio a livello globale.
di LGC Parma 28 gennaio 2020 - Nonostante le opportune cautele e l'aumentato livello di rischio globale dichiarato dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il tasso di psicosi globale da coronavirus è fuori misura.
Anche in Europa la paura si sta trasformando in intolleranza. Se ne sentono di tutti i colori: «Non voglio cinesi nel mio ristorante».
È la notizia globale degli ultimi giorni quella dell’epidemia di coronavirus che a partire dai primi del dicembre scorso da Wuhan in Cina si è diffusa rapidamente nella provincia di Hubei dove si contano la maggior parte dei contagiati. Perché, quindi, di epidemia si tratta e non di pandemia, stante la localizzazione che al momento, dati scientifici alla mano porta ad escludere una diffusione su scala più ampia o addirittura globale così come erroneamente il tam tam sui media e poi sui social ha portato a far credere. Non la pensano così molti dei residenti in Europa per i quali dal timore, più o meno infondato, si è passati a vere e proprie manifestazioni d’intolleranza nei confronti di cittadini asiatici anche propri concittadini.
Dopo gli episodi riportati dalla stampa italiana, anche in Svizzera, per esempio, alcune comitive di cinesi non sarebbero state fatte entrare nei ristoranti. La proprietaria di un ristorante cinese di Zurigo, lei stessa di origine cinese ha candidamente dichiarato alla stampa elvetica:«Il virus mi inquieta. In questo periodo i gruppi in viaggio dalla Cina non sono i benvenuti qui». Nonostante si tratti di una scelta discutibile, la donna si dice costretta a rifiutare gli ospiti asiatici «per motivi di sicurezza»: «Voglio proteggere il personale e gli altri ospiti».
E non si fida minimamente dei controlli introdotti in alcuni aeroporti. «Ho la sensazione che le autorità non stiano prendendo abbastanza seriamente questo virus». Sulla stessa linea un’altra ristoratrice cinese di Lucerna: «Se mi arrivasse la richiesta di riservazione da parte di un gruppo di turisti cinesi, credo che rifiuterei». Sulla stessa linea un altro di Opfikon (ZH), che ammette: «se arrivasse una comitiva che non è stata sottoposta a controlli», la manderebbe prima in ospedale. «Poi potrebbero cenare qui». Secondo lui, «è meglio un controllo in più», prima di poter mangiare nel suo ristorante. Il locale si è già munito di una scorta di mascherine, che i dipendenti hanno anche a casa. Il dato comune che si tratti di Svizzera o Italia è che molti, alla sola vista di persone di origine asiatica, non solo cinese, pensano subito al coronavirus.
La psicosi, quindi, è tuttora in corso. Si dice persino che vi sia stato un boom di vendite di mascherine protettive. Tutti elementi che, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ci portano ad affermare l’esigenza che le autorità competenti a partire dal Ministero della Salute all’Istituto Superiore di Sanità, diano la più ampia informazione possibile e, dati scientifici e statistici alla mano, comunichino che in Europa non vi è nessun allarme e che i controlli agli aeroporti e, quindi, alle frontiere sono e resteranno rigorosi finché l’emergenza in Cina sarà conclusa.
Si è conclusa con successo la missione imprenditoriale ed istituzionale, che si è svolta dal 25 al 27 settembre 2019 a Tianjin, una delle quattro municipalità cinesi - insieme a Pechino, Shanghai e Chongqing - poste sotto il diretto controllo del governo centrale. Mulino Formaggi in prima fila nel comparto Food & Beverage.
di Redazione Parma 6 Ottobre 2019 - L’edizione del 2019 di ITALY-CHINA SME TRADE AND INVESTMENT FORUM, che si è tenuto nella città di Tianjin (15 milioni di abitanti) dal 25 al 27 settembre ha visto la partecipazione di Federico Donati, Sales Manager di Mulino Formaggi srl, uno degli attori più autorevoli nell’export del Parmigiano Reggiano e altre eccellenze casearie nazionali.
Al forum, patrocinato da Bank of China, CDP, ICE, CONFINDUSTRIA, e ABI, hanno preso parte circa 50 aziende italiane appartenenti a diversi settori, agroalimentare, meccatronica, biomedicale, automotive e helthcare.
Il Business Forum Italia Cina (BFIC), l’organismo fondato dai Governi Italiano e Cinese nel 2014 con l'obiettivo di promuovere le relazioni economiche tra i due Paesi, co-presieduto sul lato italiano dall’AD di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Fabrizio Palermo, e su quello cinese dal Chairman di Bank of China, Liu Liange.
La missione si é composta sostanzialmente di due parti:
- la quinta edizione del Business Forum Italia-Cina che si terrà alla presenza dei vertici politici del Ministero dello Sviluppo economico (MISE) e dell’omologo cinese MOFCOM;
una sessione di incontri bilaterali (Match) tra aziende italiane e cinesi, con l’obiettivo di supportare la nascita di possibili collaborazioni.
“Un Forum molto ben organizzato, ha precisato Federico Donati, e particolarmente qualificanti gli incontri con gli operatori cinesi, almeno quelli che a noi maggiormente interessano e connessi all’ampio settore del Food & Beverage”.
Al forum sono intervenute figure di spicco di entrambe le delegazioni e val la pena citare gli interventi di Ma Chalong (General Manager BANK OF CHINA), Liu Liange ( Chairman Bank of China) Jin Xiangjun ( Vice sindaco Tianjin), Stefano Buffagni (Viceministro MISE), Fabrizio Palermo (CEO Cassa Depositi e Prestiti), Qian Keming (Vice Ministro del commercio cinese), Giuseppe Fedele (Ambasciatore italiano in Cina), Carlo Ferro (Presidente ICE), Qian Hongshan (Vice ministro cinese affari internazionali) senza contare innumerevoli rappresentanti del partito comunista cinese locali e nazionali.
(A destra Federico Donati Sales Manager Mulino Formaggi srl e a sinistra un importante importatore cinese di food & beverage)
UniCredit e la Export-Import Bank of China (CEXIM) promuovono la collaborazione tra le imprese in Cina, Italia e nei Paesi della Cee
UniCredit ha annunciato la sigla di un Memorandum d'intesa (MoU) con la Export-Import Bank of China (CEXIM), con l'obiettivo di creare e sviluppare relazioni di lungo termine per promuovere la collaborazione tra imprese cinesi, italiane e dell'Europa centro-orientale (CEE).
L'accordo mira a incentivare lo sviluppo commerciale e di soluzioni per i clienti nelle aree del project finance (inclusi i finanziamenti garantiti dalle ECA - Export Credit Agencies), dei progetti nel settore energetico e delle infrastrutture, del global transaction banking (in particolare dei servizi di liquidazione e dei finanziamenti a breve termine), dei mercati dei capitali di debito, dei mercati finanziari globali, del sostegno finanziario nei mercati locali di Italia e CEE e della consulenza finanziaria (inclusi. M&A).
L'accordo si fonda sul rafforzamento della cooperazione economica e commerciale tra Cina ed Europa: secondo l'Eurostat, infatti, alla fine del 2018 la Cina era il partner numero due per le esportazioni e il partner principale per le importazioni di merci nell'Ue.
L'obiettivo principale del MoU consiste nel promuovere la partecipazione congiunta ai finanziamenti, inclusi il project financing e i finanziamenti garantiti dalle ECA e nell'agevolare la partecipazione ai progetti da parte di imprese italiane, cinesi e dell'Europa centro-orientale. In questo modo, l'accordo sosterrà il commercio tra la Cina e i principali mercati di UniCredit nei settori della meccanica e dell'elettronica, dell'high e new tech, dell'energia e delle materie prime.
Il Memorandum agevolerà inoltre la sinergia nell'ambito di progetti nel settore energetico e delle infrastrutture realizzati in Cina, in Italia e nella CEE, che saranno sostenuti e sviluppati da imprese cinesi e/o che operano nei principali mercati di UniCredit.
L'accordo è stato firmato il 10 luglio a Milano da Fabrizio Saccomanni, Presidente di UniCredit e Hu Xiaolian, Presidente di CEXIM.
Commentando il Memorandum, il Presidente di UniCredit Saccomanni ha dichiarato: "Questo Memorandum è un concreto passo avanti nel sostegno alla crescita economica delle imprese europee in Cina. Come banca paneuropea di successo, UniCredit vanta una posizione unica per promuovere la cooperazione tra imprese cinesi ed europee."
Il MoU sosterrà le aziende, gli sponsor di progetto e le istituzioni nelle rispettive attività internazionali, in particolare nelle operazioni condotte sui mercati principali di UniCredit, ovvero l'Europa centro-orientale e l'Italia. Grazie al Memorandum, UniCredit potrà rafforzare i legami con le imprese e le istituzioni finanziarie cinesi, diventando la via d'accesso dei clienti che stanno espandendo la loro attività nei mercati chiave della Banca.
Milano, 10 Luglio, 2019
CEXIM
La Export-Import Bank of China, come banca di Stato, ha il compito di sostenere il commercio estero, gli investimenti e la cooperazione economica internazionale della Cina. La Cexim ha un ruolo cruciale nella promozione della crescita costante e dell'adeguamento strutturale, nel sostegno del commercio estero, nell'implementazione della strategia di globalizzazione e nell'incentivazione dello sviluppo sano e sostenibile del Paese.
UniCredit
UniCredit è un solido Gruppo Pan-Europeo, con un modello di banca commerciale semplice e una piattaforma di Corporate & Investment Banking perfettamente integrata, che mette a disposizione dei suoi 26 milioni di clienti una rete unica in Europa Occidentale e Centro Orientale. UniCredit offre competenze locali nonché una rete internazionale unica, in grado di accompagnare e supportare la propria ampia base di clientela a livello globale attraverso banche leader in 14 Paesi e un network bancario europeo: Italia, Germania, Austria, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria e Turchia. Grazie a una rete internazionale di uffici di rappresentanza e filiali, UniCredit è presente in altri 18 Paesi di tutto il mondo.
Molte sono state le dichiarazioni di soddisfazione per l'approvazione della direttiva europea riguardo la tutela del diritto d'autore, ma il percorso per vedere applicata la norma è ancora lungo e gli ultimi buoi faranno in tempo a scappare dalla stalla lasciata aperta "colpevolmente".
di Lamberto Colla Parma 31 marzo 2019 -
Ebbene sì, partiamo dall'ultima affermazione, "la stalla lasciata aperta colpevolmente".
Autori e editori, di ogni categoria professionale e artistica, erano, in un passato ormai remoto, molto soddisfatti dell'aiutino che derivava al loro business da queste strane "piattaforme", d'origine prevalentemente statunitense, che senza nulla chiedere consentivano di divulgare il loro prodotto.
La carta stampata tirava, i dischi dal vinile passarono al cd e poi dvd quando le case discografiche iniziarono a associare storielle alla canzone, e i prodotti primari incrementavano le vendite o la popolarità in altre fasce demografiche.
Grazie a queste nuove tecnologie, piattaforme aggregatrici (Wikipedia, e Youtube ad esempio) ai motori di ricerca (Google ad esempio) e infine ai social media (Facebook ecc...), il lancio dei dischi e la campagna di promozione riceveva sostanziosi aiuti senza intaccare il portafoglio così come pure i quotidiani potevano anticipare le notizie che il lettore avrebbe trovato il giorno seguente sui sui affezionati giornali freschi di stampa.
Il business dell'hardware tirava e, grazie a queste strane attrezzature digitali che si muovevano nel mondo sommerso di internet, gli affari prosperavano senza la necessità di ampliare il budget della comunicazione.
Uno sfruttamento che sembrava una manna dal cielo sino a quando ci si accorse che quegli strumenti tanto stupidi non erano e avevano iniziato a diventare i punti di riferimento del consumatore di informazioni, di musica e di libri ben oltre l'immaginazione e puntavano a competere o addirittura a sostituirsi ai negozi di musica, alle librerie e alle edicole.
Nonostante tutto, la miopia dei nostri industriali del settore si faceva sempre più grave e, per quanto i ricavi cominciassero a crollare, nessuno pensò a qualche strada alternativa da percorrere , magari investendo in tecnologie analoghe ma di fattura nazionale.
Niente di tutto questo!
Si preferì fare aumenti di capitali alle testate giornalistiche piuttosto che investire nel nuovo.
E così i nuovi costumi presero il sopravvento. Quello che siano a pochissimi anni fa era lo status symbol per eccellenza, ovvero i tre quotidiani (due rosa e un locale) sotto l'ascella, è stato sostituito dallo smartphone di ultima generazione capace di far leggere, ascoltare musica, guardare video e Tv in qualsiasi ora e senza lasciare macchie di stampa sui polpastrelli.
Ora che i buoi sono scappati e i giornali sono a meno di un terzo di lettori e il mondo musicale tradizionale sta per venire travolto dai musicisti underground nati e cresciuti nel sommerso mondo del web (da Achille Lauro a Sfera Ebbasta e al circuito dei trapper ad esempio) ecco che ci si sveglia e si decide che è ora di far pagare i contenuti che sino a ieri venivano offerti gratuiti pensando di averne un giovamento eterno.
Comunque, anche questa è solo propaganda!
Intanto perché dalla direttiva approvata dal Parlamento Europeo lo scorso 26 marzo, necessita della approvazione della identica proposta da parte del Consiglio Europeo (l'organo di rappresentanza degli Stati membri) e infine i singoli Stati, tra cui anche l'Italia, avranno due anni di tempo per recepire la direttiva, decidendo la strada da percorrere per raggiungere gli obiettivi che questa fissa. Insomma un percorso lungo quasi tre anni per arrivare all'applicazione della tanto decantata direttiva sul "Copyright", che, per i tempi dell'era digitale, sono una eternità.
Durante questi tre anni i "mostri" del web pian piano aumenteranno i prezzi di advertising e di accesso alle loro piattaforme incrementando ancor più il loro tornaconto a scapito del portafoglio degli autori e editori più piccoli che si vedranno costretti a limitare la loro visibilità a scapito della libertà di espressione.
Perciò, quando la direttiva entrerà in vigore il mondo sarà totalmente cambiato e la norma entrerà direttamente, senza passare dal "Via", nel cassetto dei ricordi inutili di questa Europa che non vuole modernizzarsi.
La morale: a fare i furbetti non sempre, anzi quasi mai, ci si guadagna... a lungo!
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Editoriale: - La via della seta, perché no? I soliti splendidi Alleati! - Lattiero caseari. Latte spot e burro in discesa, crema in aumento - Cereali e dintorni. Variazioni sorprendenti del grano a Chica - Filippine, trovata balena morta con 40 kg di plastica nello stomaco. - "C'è un'erba velenosa nei fagiolini finissimi surgelati -
SOMMARIO Anno 18 - n° 12 24 marzo 2019
1.1 editoriale
La via della seta, perché no? I soliti splendidi Alleati!
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte spot e burro in discesa, crema in aumento.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. GRAFICI TENDENZA
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Variazioni sorprendenti del grano a Chicago.
3.1 bis cereali e dintorni Cereali e dintorni: tendenze
5.1 il valore dell'acqua piacenza Il 22 marzo si parla di Acqua e di Futuro all'Università Cattolica di Piacenza
5.2 ambiente e plastiche Filippine, trovata balena morta con 40 kg di plastica nello stomaco.
6.1 Food incubator "Parma Food Business Incubator". Dalla Regione 1 milione di euro
6.2 sicurezza alimentare "C'è un'erba velenosa nei fagiolini finissimi surgelati
7.1 agroalimentare emilia romagna L'Emilie
8.1 agroalimentare e export Forum delle Economie: UniCredit per l'Agroalimentare
9.1 ambiente e acqua Un videoprogetto sul Canale Lupi unisce i piccoli reporter d'acque della "riccio da parma" di Soragna alla Bonifica Parmense
9.2 parmigiano reggiano Nature: il Parmigiano Reggiano non solo è sano e naturale, fa anche bene all'apparato digerente
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners
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(Scarica il PDF alla sezione allegati)
L'Unione Europea teme che l'Italia diventi il "Cavallo di Troia" per l'invasione gialla. Dalla linea ferroviaria Zhengzhou -Amburgo (Germania) nessuna preoccupazione invece? E no, sulla Germania non si può!
di Lamberto Colla Parma 24 marzo 2019 -
L'Italia, come al solito, non ne fa una giusta, soprattutto quando pensa per sé stessa e non per la comunità.
Sino a ieri ci si raccontava la favola che il turismo (uno dei 19 accordi sottoscritti per un totale di 20 miliardi) potrebbe essere il "petrolio" dell'Italia e oggi, grazie al memorandum sottoscritto tra Italia e Cina, che potrebbe diventare una realtà, non va più bene. Chissà cosa potrà mai nascondere l'accordo Italia Cina di tanto pericoloso!
Intanto è da apprezzare la trasparenza. E' lo stesso presidente Xi Jinping che si è mosso per porre la firma a un memorandum che regolerà gli scambi e le acquisizioni. Un accordo che ovviamente prevede che l'Italia possa giocare la Golden Share nel caso in cui venisse compromesso il controllo nazionale su imprese e siti considerati di interesse strategico.
Ma non basta, e allora i nostri cari alleati e i loro fiduciari in Italia, sempre attenti a che l'Italia non cresca troppo rapidamente, ecco che scendono in campo con una ipotesi di Super Golden Power europea per bloccare la "Belt and Road Initiative" cinese, ovvero il programma infrastrutturale che i cinesi stanno "esportando" dal 2013 un po' in tutto il mondo, a partire dal continente africano, per arrivare ai paesi dell'est europa e ora, compiendo un notevole salto di qualità, sottoscrivendo un'intesa con il primo governo appartenente ai G7, l'Italia appunto.
Di questo piano infrastrutturale così pericoloso non si discusse quando venne progettata e infine inaugurata la linea ferroviaria più lunga al mondo che copriva la distanza commerciale tra Zhengzhou e guarda caso, Amburgo, un "paesino" della Germania, in soli 15 giorni.
Obiettivo, era il 2013, consisteva nel colmare la distanza di oltre 10.200 chilometri che separa le due città in 15 giorni con collegamenti periodici (la metà del tempo navale). Un flusso inesorabile di merci che dalla Cina approdano nel cuore dell'Europa. Ma lì tutti zitti, era coinvolta la DB Schenker, divisione Trasporti e Logistica di Deutsche Bahn (ferrovie tedesche), e... sulla Germania non si può!
D'altro canto la Germania è il più importante partner commerciale europeo e mondiale con la Cina per un valore di interscambio di 170 miliardi di euro nel 2017, contro 167 della Francia e 165 degli Usa. I 40 attuali di Italia sono una vera miseria, ma Junker, Macron e Merkel hanno avuto il coraggio di affermare che la Cina è un concorrente con il quale "non possiamo costruire qualcosa di stabile". Così, In tutta risposta al bilaterale Roma - Pechino, a dimostrazione che l'UE vuol dire Francia e Germania con l'assist della Commissione UE, mercoledi il triumvirato ha invitato Xi Jinping a Parigi per un incontro, 15 giorni in anticipo sul vertice UE/Cina del 9 aprile e subito a ridosso del vertice Italia Cina appena concluso, per riaffermare l'asse di ferro Parigi-Berlino.
I soliti splendidi alleati. Loro possono intervenire in Libia bombardando senza alcuna autorizzazione preventiva dell'ONU, pur di prendere i nostri contratti petroliferi, mentre noi non possiamo fare nulla senza il visto della UE.
(foto di copertina: Great Wall of China near Jinshanling - Jakub Hałun - 29 may 2009)
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