Visualizza articoli per tag: Covid19

La Direzione dell’Azienda USL IRCCS informa che, vista la progressiva evoluzione epidemiologica dell’infezione da Coronavirus, con un significativo incremento di casi che richiedono ospedalizzazione e seguendo le indicazioni regionali, l’Ospedale di Guastalla viene da oggi identificato come Ospedale COVID, con una iniziale disponibilità di 80 posti letto dedicati a pazienti positivi al virus in condizioni non critiche. I posti letto saranno gradualmente collocati in un’area, al momento non utilizzata, in un’ala ospedaliera su 4 piani.

La scelta di Guastalla è motivata dal fatto che l’Ospedale dispone di una terapia intensiva e di servizi di supporto adeguati, quali laboratorio, radiologia e cardiologia; l’attivazione di Guastalla come Ospedale COVID consentirà inoltre di detendere la richiesta di posti letto sull’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, consentendo all’ospedale reggiano di trattare i pazienti più gravi. A Guastalla è previsto anche l’incremento di posti letto di terapia intensiva da 6 a 12.
La temporanea rimodulazione dell’Ospedale richiede, per evidenti motivi di sicurezza, il trasferimento del Punto Nascita di Guastalla all’Ospedale di Montecchio, che non accetta pazienti COVID positivi e dove opera un’Unità Operativa Complessa con personale esperto. Il trasferimento del Punto Nascita si rende infatti necessario per non creare interferenze di percorso delle pazienti e dei neonati con pazienti COVID positivi.

Il Piano prevede inoltre l’integrazione delle due équipe ostetrico-ginecologiche, garantendo al meglio il rispetto dei percorsi clinico-assistenziali in termini di appropriatezza e sicurezza delle cure. E’ prevista l’accettazione diretta in reparto per le donne in stato di gravidanza. Le donne a termine di gravidanza in carico ai servizi ospedalieri e consultoriali del Distretto di Guastalla verranno contattate da un’ostetrica per concordare le modalità di presa in carico e di accompagnamento. Anche la pediatria dell’Ospedale di Guastalla sospende al momento la sua attività ed i pediatri andranno a supporto della guardia h24 di Montecchio e della pediatria di Reggio Emilia.
Contestualmente l’attività di Pronto Soccorso pediatrico verrà trasferita all’ospedale reggiano.

All’Ospedale di Guastalla saranno temporaneamente sospesi i ricoveri programmati (garantendo i ricoveri urgenti, quelli per pazienti oncologici, con codice di priorità A e quelli ritenuti indifferibili) e le attività ambulatoriali programmate (ad eccezione delle prestazioni ambulatoriali U e B e di quelle rivolte a pazienti oncologici, a pazienti che presentino sintomatologie o fortemente riconducibili ad un sospetto oncologico e quelle ritenute indifferibili).
Si ipotizza che dopo una iniziale disponibilità di 80 posti letto, su spazi attualmente liberi, si possa procedere ad un eventuale incremento di ulteriori posti letto sulla base dell’evolversi del quadro epidemiologico provinciale.

La riorganizzazione è stata concertata con il Commissario ad Acta Regionale per l’emergenza coronavirus, nonché approvata dalla Conferenza Territoriale Socio Sanitaria. In relazione alla stretta integrazione e collaborazione inter-istituzionale in corso in questa emergenza sono stati informati il Centro Coordinamento Soccorsi della Prefettura e la Direzione della Protezione Civile.

La Direzione informa inoltre che, in ragione della carenza dell’organico medico della Struttura di Medicina Interna dell’Ospedale di Montecchio Emilia, da lunedì 9 marzo 2020, il Pronto Soccorso dell’ospedale effettuerà servizio dalle 07.30 alle 20.30. Nella fascia oraria 20.30-07.30 il Pronto Soccorso sarà chiuso e i cittadini per i casi urgenti potranno fare riferimento agli Ospedali di Reggio Emilia e di Guastalla. L’urgenza e l’emergenza territoriale continueranno ad essere garantite sulle 24 ore dal Servizio di Automedica, a seguito della chiamata alla Centrale Operativa 118.

 

Con il DPCM 8 marzo 2020 sono state eliminate le iniziali "zone rosse" e introdotte due nuove classificazioni che prendono in esame il tasso di contagio e vengono imposte tutta una serie di restrizioni diversificate per le due aree in esame.

In allegato è possibile scaricare i documenti che illustrano nel dettaglio cosa è possibile fare e cosa sia vietato all'interno della nuova "zona rossa" (Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, e Rimini,) e le misure che vengono invece adottate per il resto d'Italia e quindi valgono per Ferrara, Bologna, Forli Cesena e Ravenna. 

A seguire il Comunicato stampa della Regione Emilia Romagna e in allegato i documenti (DPCM 8 marzo e il documento di sintesi - sinottico - il documento per le aree in zona rossa, il documento per le aree a minor tasso di restrizioni.

Coronavirus in sintesi. Il Decreto del Governo, le misure in vigore in Emilia-Romagna: possibile spostarsi per motivi di lavoro e movimentare le merci. Ordinanza del presidente del presidente della Regione: sospesa l'attività di piscine, palestre, centri ricreativi e diurni in tutto il territorio regionale

Il presidente Bonaccini: "Bene i chiarimenti del Governo. La lotta al virus una priorità, la salute delle persone davanti a tutto". Le misure del provvedimento nazionale in vigore da oggi 8 marzo al 3 aprile. Nelle sole province di Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena, nidi, scuole e Università sospesi fino al 15 marzo. SCHEDE CON TUTTE LE MISURE

Bologna 8 marzo 2020 – Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il nuovo Decreto sulle misure urgenti di contenimento del Coronavirus. L’atto deriva dalle indicazioni del Comitato tecnico scientifico ed è adottato d’intesa con i ministri competenti e sentite le Regioni.

Elimina le precedenti zone rosse, e cioè i Comuni focolaio dell’epidemia della Lombardia e del Veneto, e suddivide il Paese sostanzialmente in due aree.

La prima, per la quale sono previste misure più restrittive a causa della maggiore diffusione del virus, comprende la Lombardia e le province emiliano-romagnole di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini, oltre a quelle di Pesaro e Urbino nelle Marche, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli in Piemonte e Padova, Treviso, Venezia in Veneto.

Altre misure di contenimento del contagio valgono invece su tutto il territorio nazionale, e quindi sulle altre province dell’Emilia-Romagna: Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena.

Le misure contenute nel decreto sono valide da oggi, 8 marzo, al prossimo 3 aprile.

Nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena, la sospensione di nidi, scuole e Università rimane invece in vigore fino al 15 marzo. 

Libertà di spostamento per lavoratori e merci

In merito a una delle misure più importanti, e cioè evitare gli spostamenti di persone nelle aree oggetto delle misure più stringenti, fra cui le cinque province emiliano-romagnole, limitandole a comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute, il Governo, durante una videoconferenza con le Regioni nel pomeriggio, ha chiarito in modo inequivocabile come non esistano restrizioni per la mobilità dei lavoratori e delle merci né all’interno del Paese né tra il nostro Paese e gli altri. Dunque, chi deve spostarsi per ragioni di lavoro, anche fra le province e all’interno di esse, lo possa fare. E’ quindi garantito il diritto a lavorare per chi è in buona salute, non presenta sintomi né debba rispettare il periodo di quarantena. Con l’avvertenza che si tratti sempre di spostamenti per ragioni di lavoro o di necessità.

Ordinanza regionale: sospesa attività piscine, palestre, centri ricreativi e centri diurni in tutta l’Emilia-Romagna

“Bene che il Governo abbia fatto chiarezza su un punto che da ieri sera aveva spinto tantissimi cittadini a chiederci se domattina avrebbero potuto o meno recarsi al lavoro, o imprenditori a porre lo stesso quesito relativo alle merci”, sottolinea il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. “Sia chiaro- prosegue- che il primo impegno è contrastare la diffusione del virus e l’Emilia-Romagna è in prima linea in questo sforzo. A dimostrazione del fatto che non abbiamo alcuna intenzione di indebolire i provvedimenti del Governo, d’accordo con i sindaci dei territori esclusi dalle misure più restrittive, ho appena assunto un’ordinanza che estende la sospensione dell’attività di palestre, piscine, attività ricreative anche alle zone che il Governo aveva escluso e che quindi varranno in tutto il territorio regionale”. Con la stessa ordinanza, “metteremo in protezione quella parte della popolazione più fragile che oggi frequenta i nostri centri diurni: parliamo di persone non autosufficienti che trovano in questi servizi un supporto molto importante per sé e per le proprie famiglie, ma che in questo momento rappresentano un rischio troppo alto per la loro salute. Per questo, sospendiamo l’attività dei centri diurni in tutta l’Emilia-Romagna, chiedendo ai Comuni di rafforzare l’assistenza domiciliare. Come Regione, li sosterremo in questo sforzo”.

 

(In allegato, le misure in vigore in Emilia-Romagna)

 

L'ultima disgustosa infografica della CNN è la conferma di una volontà di affossare l'Italia da parte dei nostri antichi alleati. Ormai, tra le vignette di Charlie Hebdo, piuttosto che del video di Canal+ o delle satire dei media tedeschi, siamo diventati un bersaglio troppo facile. E' ora di svegliarsi e rispondere colpo su colpo e dopo l'emergenza dettata dal coronavirus occorre ripensare seriamente alla nostra posizione nello scacchiere occidentale. Siamo pur sempre la settima potenza mondiale e la seconda manifatturiera europea.
 
Di Lamberto Colla Parma, 8 marzo 2020 - E' indubbio che il nostro Governo, nella questione coronavirus,  si sia mosso in modo assolutamente criticabile; inizialmente intervenendo in ritardo, concentrato come era  a polemizzare su ogni osservazione o provocazione dell'opposizione,  poi muovendosi nella comunicazione con la delicatezza di un elefante in una cristalleria.
 
Una comunicazione altamente distonica tra immagine e testo. Un premier, noto per l'eleganza della sua pochette a 5 punte,  stona e insospettisce quando si presenta in maglioncino tattico (alla Salvini per esempio) e si rivolge alla popolazione italiana dal bunker asettico e tecnologico della Protezione Civile.
 
Il  Bisogna stare calmi, che a molti ha riportato alla memoria il "stai sereno" di Renzi, perché le azioni preventive  messe in atto sarebbero state efficaci a contenere l'espansione del virus è stata percepita come una bufala quando, in  una bella mattina a Codogno in Lombardia, Vo' in Veneto e dintorni, la popolazione  si svegliò nella stessa situazione di Whuan: chiusi nei loro "ghetti" e  cinturati dalle forze dell'ordine. Nessuno più sarebbe potuto uscire e entrare dalle due zona rosse, mentre alle zone gialle, molte delle quali da oggi sono state promosse  a rosse, ovvero Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, vennero imposte rigide prescrizioni in accompagnamento alla chiusura di scuole, teatri, musei, e sospese tutte le manifestazioni pubbliche e private, sportive e laiche.
 
A questo punto la popolazione è naturale che si isterizzi e si polarizzi in due fronti opposti,  entrambi giustificati ma altrettanto pericolosi per l'elevata instabilità sociale:
- Chi accoglie l'invito alla calma e si adegua un po' scettico su tutto questo can-can del governo e tra questi molti però nemmeno prendono in considerazione di adattarsi alla prudenza invocata;
- Chi invece non crede alle parole e si allarma per gli effetti concreti delle frequentissime comparsate di un Giuseppe Conte, impeccabile nel ruolo di "comandante in campo" ma con la pecca di non avere la situazione sotto controllo, troppo attento a giustificare il suo operato "sentiti i tecnici".

Un disastro comunicativo che ha rallentato enormemente l'adeguamento della popolazione alle più sane e responsabili modalità utili a affrontare una emergenza che mette a rischio  la vita di molti e non solo "degli anziani",  come per molti giorni hanno tento di giustificare pensando di ridurre l'allarme, sia navigati politici che giornalisti un po' distratti, come se gli anziani avessero minore dignità e diritto a una vita sana.
 
Insomma meglio gli anzianotti di altri, sembrava il messaggio sottostante.
 
Ma a fronte di questo teatrino ridicolo  c'era un servizio sanitario che si dimostrava impeccabile. Tamponi su tamponi, riorganizzazione di reparti, allargamento delle aree di clinica, apertura di triage esterni, ricerca scientifica sulle molecole del virus, richiamo dei medici e degli infermieri in pensione e inserimento dei medici militari, adattamento a turni infernali del personale medico e paramedico ai quali è stato chiesto sacrificio in termini di salute e di isolamento dagli affetti familiari.
 
Di fatto una reale emergenza improvvisa che ha quindi colto impreparata mezza Italia e gli ospedali stessi che si sono trovati decine e decine di pazienti alle porte, alcuni gravissimi, ai quali dare un'assistenza e nel frattempo a ricercare il fantomatico paziente zero.   Stranamente tutto partiva dal paziente numero 1, peraltro uno sportivo 38enne ancora in terapia intensiva.
 
Mentre gli ospedali si muovevano rapidamente verso il collasso per la concentrazione contemporanea di molti, troppi contagiati, ogni 12 ore un bollettino "di guerra" aggiornava sullo stato del contagi; degli infettati, dei morti e delle nuove zone aggredite dal coronavirus.
 
E così ci accorgiamo che dopo la Cina i malati si contavano praticamente soltanto in Corea del Sud, in Iran, e in Italia.
 
E guarda caso, come d'incanto, l'Italia diventa il bersaglio preferito di mezzo mondo e in tutto questo dall'Unione Europea il nulla, solo silenzio.
 
Un silenzio assordante, spaventosamente chiassoso. Un continente dove al solo contagiato Belga (ovviamente infettato a Lodi) si associavano circa 130 morti e 81000 contagiati tedeschi, ma di sola influenza, si sono preoccupati di dire, e i cuginetti francesi che invece avevano testato la malattia con soli 300 tamponi, gli stessi che nel medesimo periodo in Italia erano stati utilizzati nella sola provincia di Piacenza, si divertivano a schernirci come nella più classica delle tradizioni transalpine.
 
Canal+ se ne è uscito con quel vergognoso spot "Corona Pizza" di dubbia eleganza e nemmeno spiritoso come d'altra parte ben poco spiritose furono le vignette di Charlie Hebdo sul ponte di Genova, sul terremoto del Centro Italia, o di altri fumettisti sia francesi che  tedeschi (vedi la raccolta in gallery).
 
Il nostro tafazzismo è stato perciò accolto a braccia aperte dai nostri splendidi alleati per schiacciarci ancor più economicamente fingendo, con la complicità dei vertici della UE (Gentiloni compreso), di essere praticamente immuni dal coronavirus solo per il fatto di non averlo cercato.
 
Ma adesso l'inganno sta per uscire allo scoperto  in tutta la sua gravità e quel contagiato numero "zero" italiano non si trovava per il solo fatto che era un manager tedesco di 33 anni che aveva ereditato il virus (24 gennaio!!) da una collega di Shangai e poi portato all'interno del nostro territorio. Il sospetto è diventata certezza quando nelle scorse ore finalmente i tedeschi hanno ammesso di avere i focolai come in Italia e Francia e predisposto anch'essi la chiusura delle scuole e individuate le zone rosse nel Nordreno-Vestfalia.
 
E allora adesso basta! Di questa infame Europa non se ne può più. Complice nel silenzio pur di far piacere alla Merkel. Una Unione Europea sempre più simile a uno scassato condominio (Condominio Europa) con una pettegola per portinaia. 
 
Una UE, che sino a pochi giorni prima del virus, tutti sacrosanti giorni mandava in TV qualcuno a raccontare di quanti peli era composto il lato B di chiunque, preferibilmente italiano, che ogni tre per due imponeva nuove regole e sindacava su ogni parola che non fosse inquadrabile perfettamente nella classificazione del "politically correct", da oltre un mese tace su tutti i fronti e soprattutto non ha speso parola per il coronavirus.
 
Ci accorgiamo quindi che l'inutile e costoso apparato burocratico europeo aveva dimenticato di pianificare un protocollo di emergenza sanitaria e quel che è peggio non è intervenuta  a sostegno di una nazione in difficoltà rendendosi complice della negligenza "mortale" dei tedeschi, dei francesi e probabilmente di tutti gli altri paeselli dell'area di influenza germanica.  
 
Ebbene, ancora pochi giorni e il coronavirus si scoprirà diffuso in tutto il mondo e in Europa a portarlo sono stati proprio i tedeschi i quali, solo venerdi 6 marzo, hanno ammesso di avere circa 700 casi in 24 ore e che a portarlo non sono stati gli italiani.
 
Una ammissione tardiva che giunge all'indomani di una inguardabile infografica diffusa dalla CNN in cui vengono elencati i paesi infettati a partire dall'Italia.
 
Un danno di immagine e economico difficile da quantificare e soprattutto un danno alla nostra salute per aver taciuto dei loro focolai e conseguentemente per non essere intervenuti, almeno in misura analoga all'Italia,  a contenere il virus della cui aggressività reale si saprà solo fra qualche anno perché ora sembra classificato "TOP SECRET". Bocche cucite tra i medici e nessun comunicato stampa si è visto pervenire dalle ASL. Di risultati di autopsie non vi è traccia e tuto ciò fa pensare che sotto i ferri dei medici legali si sia trovato qualcosa di molto strano e forse sconosciuto, dalla forza devastante nell'area polmonare e bronchiale.
 
Supposizioni, ovviamente, ma legittimate dal silenzio inquietante che è calato sulla malattia e sugli effetti.
 
Alla fine di questo pesantissimo periodo si dovrà ripensare alla nostra posizione all'interno dello scacchiere occidentale, alla nostra posizione cooperativa nei confronti di una UE inutile e dannosa, arrivando a riposizionarci su posizioni autarchiche almeno per quanto concerne i prodotti strategici: agricoltura (latte compreso) di cui siamo altamente deficitari per avere ottemperato alle direttive socio economiche della CEE 159. 160 e 161 del 1972  e ai "Montanti Compensativi" a favore della Germania che poi diedero origine ai regolamenti sulle quote latte) e quant'altro fosse necessario per la nostra salute e difesa.
 
Infine sarebbe opportuno  fare la conta dei danni e chiedere il risarcimento anche ai vertici UE, per non essere intervenuti sul fronte sanitario e avere assecondato il mimetismo di Germania, Francia e degli altri Paesi  UE che hanno così penosamente mascherato la bomba sanitaria del coronavirus, pregiudicando il contenimento del contagio e favorendo il decesso, presumibilmente, di centinaia di migliaia di persone, anziani o meno che saranno, schernendo gli italiani che invece, con tutti i difetti sopra descritti, hanno affrontato da soli e responsabilmente, una emergenza epocale.

Links:
https://www.welfarenetwork.it/coronavirus-la-germania-ammette-abbiamo-focolai-come-italia-e-francia-20200307/ 
 
https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/18735-anche-il-die-welt-interviene-sull-italia-ma-se-pensassero-ai-problemi-loro.html
 
https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/7331-la-portinaia-del-condominio-europa.html
 
https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/26026-ciaone-italiani-prima-vi-spolpiamo-e-poi-ce-ne-andiamo.html
 
https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/26772-tafazzi-gongola-col-covinps-19-e-dimentica-il-referendum-costituzionale-del-29-marzo.html
 
https://www.gazzettadellemilia.it/cronaca/item/26812-germania,-cade-la-balla-dell-influenza-e-comunque-sono-stati-pi%C3%B9-astuti-o-quantomeno-discreti-di-noi.html
 
 

_____

 

(Per leggere i precedenti editoriali clicca qui)
 

Pubblicato in Politica Emilia

Nella tarda serata di ieri il Presidente del Consiglio ha firmato il decreto che stabilisce l'allargamento della zona rossa a tutta la lombardia e altre 11 province del nord Italia.

di LGC 8 marzo 2020 - Un ulteriore giro di vite alla libertà di movimento è stato adottato dal Governo al fine di tentare di arginare l'espansione del contagio e conseguentemente non portare al collasso il sistema di ricettività e cura del nostro sistema sanitario.  

Giusto ieri, anche dalle nostre colonne a firma di Francesca Caggiati, avevamo invitato tutti a mantenersi scrupolosamente alle raccomandazioni comportamentali, forti dei molteplici suggerimenti che dai medici e paramedici, impegnati in massacranti turni di lavoro, ci continuavano a pervenire.

Ecco quindi che il decreto governativo, nonostante sia il primo Decreto di questa natura nella storia repubblicana, non ci ha sorpresi più di tanto anche se oltre alla Lombardia, son state incluse in zona rossa le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell'Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia.

In breve, il decreto, che troverete in  allegato, vieta gli spostamenti all'interno e per e dalla zona rossa, a meno di gravi e indifferibili motivi, che siano di lavoro, personali o di famiglia. Tutto questo fino al 3 aprile. Inoltre il DPCM prevede: scuole chiuse, sospesi eventi pubblici e attività sciistiche. Chiusi musei, palestre, teatri, piscine e quindi le competizioni sportive; sì agli allenamenti purché si rispettino le regole del decreto attualmente in vigore; sì alle celebrazioni religiose ma con criteri organizzativi che evitino gli assembramenti; sospese tutte le manifestazioni.

Novità anche per i centri commerciali: aperti, ma soltanto nei giorni feriali dal lunedì al venerdì, chiusi nei festivi e pre festivi. Aperti i ristoranti e gli altri esercizi, a patto che sia rispettata la distanza di almeno un metro tra una persona e l’altra.

 

ART.1
(Misure urgenti di contenimento del contagio nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell'Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia)


I. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Panna, Piacenza, Reggio nell'Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria , Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia, sono adottate le seguenti misure:

... scarica il DPCM in allegato.

Pubblicato in Cronaca Parma

Abbiamo ascoltato il presidente della Assistenza Pubblica di Parma per comprendere quale sia la realtà vista da chi opera quotidianamente in una situazione unica e in costante evoluzione.

Di LGC e foto di Francesca Bocchia Parma 7 marzo 2020 - L'emergenza coronavirus sta mettendo sotto pressione tutto il sistema sanitario nazionale. Medici, paramedici, attrezzature  e mezzi devono essere in perfetta efficienza e pronti  24 ore su 24. Uno sforzo organizzativo elevatissimo che spesso si scontra con l'approvvigionamento dei presidi sanitari che non riescono a affluire con la necessaria costanza.

 "Questa emergenza Coronavirus, sottolinea Luca Bellingeri Presidente di Assistenza Pubblica Parma, ci sta impegnando in maniera molto forte, perché i servizi richiesti dalla cittadinanza sono veramente tanti. Per fortuna, grazie alla rete del volontariato, stiamo riuscendo a sopperire, seppure a fatica perché i numeri sono effettivamente elevati, a tutte le richieste.  Un altro nostro obiettivo irrinunciabile è che questi servizi vengano svolti nel maggior grado di sicurezza per i volontari. Una necessità che questo comporta un grande sforzo organizzativo che per fortuna è stato perfettamente percepito da tutti tant'è che nessuno fa mancare il suo apporto e perciò possiamo dire di essere pienamente operativi."

Sono ben tre le ambulanze attrezzate e destinate alla emergenza da Covid-19.  "Corona 1, 2 e 3" sono le loro sigle che ci abitueremo a intercettare lungo le vie della città e della provincia con il loro carico di professionisti , bardati con mascherine, occhiali, tute e guanti, come abbiamo spesso visto nei film di fantascienza,  che oggi invece corrono sulle nostre strade per portare in scurezza l'ultimo di una lunga serie di contagiati.

Donne e uomini, eroi anonimi, che si sacrificano per la nostra e loro comunità. A loro va il GRAZIE di tutti noi, nella speranza di non doverli conoscere di persona, nell'esercizio delle loro missioni, ovviamente.

Pubblicato in Cronaca Parma

Abbiamo sbandierato ai 4 venti ogni caso sospetto sino a diventare gli untori di mezzo mondo. In allegato il volantino distribuito dalla protezione civile tedesca alle famiglie: "la mia checklist" (in allegato il vademecum e una traduzione "casalinga". E oggi si scopre che il primo untore europeo fu un tedesco.

Di Lamberto Colla - Parma 5 marzo 2020 - A reti unificate e in mondo visione il nostro premier, in rigoroso maglioncino sportivo (in perfetto stile Salvini, così tanto deriso) e in diretta dal Bunker della Protezione Civile, invitava a lavarsi le mani e intanto circoscriveva delle zone rosse, per di più blindate dalle forze dell'ordine, in perfetto stile cinese.

In tutta risposta il mondo ci osservava come marziani trovando serviti su un piatto d'argento un bel capro espiatorio. In men che non si dica l'economia italiana, a partire dal turismo, si è blocca e tutti paesi, a partire dai soliti splendidi alleati, si sono sentiti autorizzati a indicarci come untori in tricolore.

In Germania, invece quatti quatti, prima dicono di essere assaliti da una forte influenza stagionale (130 morti in pochi giorni) e poi comunicano alle famiglie di cominciare a fare la spesa per riempire le dispense per ameno 15 giorni. Niente sensazionalismi, solo una informativa casa per casa. Nessun assalto ai supermercati anche se ormai sono vuoti per i traffici gommati praticamente interrotti, soprattutto dagli stabilimenti italiani, da dove non riescono a rifornire sufficientemente le grandi catene tedesche.

Ormai anche in Germania si scoperchierà il bluff e allora leggeremo dei numeri ben diversi, ma intanto gli occhi sono e resteranno puntati solo sull'Italia per il godimento dei Francesi (Canal+ ha già manifestato tutto il suo apprezzamento) che tenteranno di scavalcarci nella classifica manifatturiera, i quali di tamponi ne hanno fatti ben pochi (la scorsa settimana ne avevano fatti tanti quanti noi ne avevamo fatti nella sola Piacenza). Per inciso, è proprio di oggi la notizia, pare che il primo focolaio europeo di coronavirus sia da attribuire alla Germania e risalente al 24 gennaio quando un manager 33enne entrò in contatto con una collega di Shanghai durante un meeting aziendale a Monaco di Baviera!

Intanto godiamoci a lettura del vademecum tedesco, la certificazione che il "virus" è anche nel paese degli austeri germanici, capaci di fare gruppo e di schierarsi sempre dalla parte della loro nazione.

Invece noi, qui giù al sud dell'Europa, siamo incapaci di sbandierare le nostre qualità, soggiogati dal tafazzismo siamo eccellenti nello sbandierare con foga e orgoglio, solo e esclusivamente i difetti.

In allegato il documento tedesco e di seguito una traduzione "casalinga" della checklist.

 

 

Personale_check_list_germania_coronavirus.jpg

TRADUZIONE "Casalinga"

Pag. 1
Ministero della Protezione Civile e aiuto in casi di catastrofi.
  
Guida per la preparazione alle emergenze e la corretta azione in situazioni di emergenza
 
La mia Personale Checklist :
 


Pag.2
Bevande e cibo
In caso di disastro come inondazioni, interruzioni di corrente o tempeste, esiste il rischio che il cibo sia difficile da reperire. Quindi assicurati di avere abbastanza scorta. Il tuo obiettivo deve essere quello di sopravvivere per 10 giorni senza fare shopping. La soluzione è tua responsabilità. Se e quanto “metti da parte” è una decisione personale.
La seguente panoramica mostra un esempio di fornitura di base di 10 giorni per una persona. Ciò corrisponde a circa 2.200 kcal al giorno e di solito copre il fabbisogno energetico totale. Durante la pianificazione, considerare le preferenze personali, i requisiti dietetici e le allergie.
 
NOTA
bevande
2 litri al giorno per persona
20 litri
Nella fornitura di bevande proposta, è stato applicato un supplemento di 0,5 litri oltre al semplice requisito di un adulto di almeno 1,5 litri al giorno per persona al fine di poter utilizzare gli alimenti per la preparazione di alimenti come l'acqua, indipendentemente dall'approvvigionamento pubblico di acqua potabile. B. pasta, riso o patate
 
Alimentari
QUANTITA ' 3,5 kg
NOTA
cereali
Prodotti a base di cereali
Pane, patate, pasta, riso
 
Pag 3.
Verdure, legumi
4,0 kg
Ricorda che verdure e legumi sono già cotti in un barattolo o in lattina e che è necessaria acqua aggiuntiva per i prodotti secchi.
-
-
Frutta, noci
2,5 kg
Conservare la frutta in lattine o bicchieri e utilizzare solo frutta immagazzinata come frutta fresca.
-
latte
Latticini
2,6 kg
Pesce, carne, uova o polvere di uova intere
1,5 kg
Si prega di notare che le uova fresche possono essere conservate solo per un tempo limitato, mentre la polvere di uova intere può essere conservata per diversi anni.
-
Grassi, oli
0,357 kg
Altro a volontà z. B.
Zucchero, dolcificante, miele, marmellata, cioccolato, sale iodato, piatti pronti (ad esempio ravioli, tortellini secchi, zuppe istantanee), prodotti a base di patate secche (ad esempio purè di patate), farina, brodo istantaneo, cacao in polvere, biscotti duri, bastoncini di pretzel
 
è disponibile presso il Ministero federale dell'alimentazione, dell'agricoltura e della protezione dei consumatori all'indirizzo www.ernaehrungsvorsorge.de. Sul sito Web www.ernaehrungsvorsorge.de/private-vorsorge/notvorrat/vorratskalkulator/ puoi calcolare le tue esigenze personali in un calcolatore di azioni.
 
Pag. 4
LA MIA CHECKLIST PERSONALE
Controlla gli articoli esistenti in modo da avere una visione d'insieme!
 
STOCK DI BASE DISPONIBILE
bevande
cibo
 
HOUSEHOLDER DISPONIBILE
Kit di pronto soccorso DIN
farmaco prescritto dal medico
Antidolorifico
Disinfettante per la pelle
Disinfettante per ferite
Rimedi per il raffreddore
Termometro medico
Rimedio per la diarrea
Puntura d'insetto e pomata solare
Pinzette per schegge
 
ARTICOLI PER L'IGIENE DISPONIBILI
Sapone (barra),
Detersivo (kg)
spazzolino da denti,
Dentifricio (pezzo)
Set di stoviglie usa e getta
Set di posate (pezzo)
Carta per uso domestico (rotoli)
Carta igienica (rotoli)
Sacco della spazzatura (pezzo)
WC da campeggio,
Borsa di ricambio (pezzo)
Guanti domestici (paio)
disinfettanti,
Sapone morbido (pezzo)
PROTEZIONE ANTINCENDIO
Svuota la cantina
e
Estintore a soppalco
Spray estinguente
Allarme fumo
Tubo da giardino o autolavaggio
Serbatoi d'acqua antincendio
Secchio d'acqua
Siringa a secchio o siringa di presa
 
DISPONIBILITÀ ENERGETICA DISPONIBILE
Candele, luci da tè
Partite, più leggere
torcia elettrica
Prenota le batterie
Campeggio, stufa ad alcool con carburante
Impianto di riscaldamento
combustibili
 
BROADCAST DISPONIBILE
Radio, adatta per funzionamento a batteria o radio a manovella
Prenota le batterie
 
BLOCCO DOCUMENTO PREPARATO
Hai determinato quali documenti sono assolutamente necessari?
I tuoi documenti sono organizzati correttamente?
Sono disponibili copie di documenti importanti e, se necessario, certificati?
Hai creato una cartella documenti?
Sono a portata di mano documenti o documenti importanti?
 
BAGAGLIO DI EMERGENZA DISPONIBILE
farmaci personali
indumenti protettivi di fortuna
Coperta di lana, sacco a pelo
Biancheria intima,
calze
Wellies, scarpe ruvide
Posate, posate,
thermos,
tazza
Materiale per la cura delle ferite
Apriscatole e
Coltellino tascabile
abbigliamento resistente e caldo
torcia elettrica
Copricapo, cappello duro
Maschera protettiva, protezione respiratoria improvvisata
Guanti da lavoro
Fotocamera o telefono con fotocamera -

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

Coronavirus. L'assessore Donini: "Il sistema sanitario regge bene, disponibili altri posti di terapia intensiva nel piacentino". Crescono i presidi esterni a protezione dei sanitari al lavoro. La Regione riunisce il Tavolo del Patto per il lavoro.

Giustificati i casi di tardiva disdetta delle prenotazioni per visite ed esami. La Regione ha inviato le indicazioni ai direttori delle Ausl

Bologna 2 marzo 2020 - “Il sistema sanitario regionale regge bene- ha affermato l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, nella consueta conferenza stampa in Regione sull’aggiornamento dei dati relativi alla diffusione del Covid-19- ed è in grado di affrontare la situazione. Da stasera saranno disponibili nell’ospedale di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, sei posti in terapia intensiva destinati a chi è positivo al virus e altri 6-8 posti saranno messi a disposizione domani attraverso la riconversione di tre sale operatorie. A Piacenza, dove la situazione è maggiormente critica, oltre agli otto posti dedicati rimarranno a disposizione 8 posti di terapia intensiva per altre patologie”.

I dati, secondo quanto riporta il comunicato già diffuso dalla Regione, dicono che le persone positive al test crescono oggi di 50 unità rispetto a ieri, portando a 335 i casi totali finora registrati.

“E’ ancora presto per prefigurare un trend strutturato- ha sottolineato l’assessore- ma negli ultimi tre giorni i nuovi casi che registriamo ogni giorno sono in calo rispetto al precedente. Facciamo affidamento alla responsabilità dei singoli affinché seguano le norme che vengono loro raccomandate. Naturalmente, non sono lasciati soli, nel senso che le persone chiamate a rispettare il periodo di isolamento a casa vengono contattate due volte al giorno dai servizi sanitari. Ricordo ancora una volta che per chi non avesse le condizioni per gestire il decorso della malattia presso la propria abitazione, siamo in grado di garantire soluzioni alternative”.

I moduli per il triage

Si rafforza il numero dei presidi, a protezione degli operatori sanitari e per la sicurezza dei cittadini che accedono alle strutture sanitarie, che serviranno a dividere già all’ingresso i pazienti con possibili sintomi da Coronavirus dagli altri.

La Protezione civile regionale ha infatti predisposto, oltre ai 3 già allestiti nel piacentino, nuovi moduli provvisori per il triage all’esterno delle strutture, dove poter sottoporre le persone alle prime valutazioni delle condizioni generali e di esposizione prima di accoglierle all’interno dei servizi ospedalieri: 3 nella provincia di Modena (ospedali di Mirandola, Vignola, Pavullo), 1 a Imola (in fase di allestimento, attivo da martedì 3 marzo); 2 nel parmense (Fidenza e Borgo Taro), in aggiunta alle due tende antistanti all’ingresso del Pronto soccorso dell’azienda ospedaliera di Parma; si aggiungono, nella provincia reggiana, 2 a Guastalla e 1 a Montecchio, oltre al presidio in ingresso dell’Ospedale Santa Maria di Reggio Emilia.

In altre strutture ospedaliere (Modena Policlinico e Baggiovara, oltre agli ospedali di Carpi, Sassuolo, Rimini e Riccione) sono già operativi specifici spazi con le medesime funzionalità all’interno delle aree di attesa o di ingresso. Sono infine in corso i sopralluoghi per la verifica del posizionamento di ulteriori punti di pre-triage in tutte le rimanenti strutture della regione, per alcune delle quali si sta prevedendo una modalità di installazione rapida di fronte all’eventuale crescere del numero dei casi (provincia di Ferrara, dove ancora non si registrano positivi, Bologna e altre strutture azienda della Romagna).

Nuove indicazioni per le prenotazioni per le prestazioni diagnostiche

Per uniformare il comportamento delle Aziende sanitarie su tutto il territorio regionale e per venire incontro alle esigenze dei cittadini, l’assessorato regionale alle Politiche per la salute ha fornito ai direttori delle Ausl indicazioni a cui attenersi per gli accessi relativi alle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale (come ad esempio visite specialistiche, esami del sangue o diagnostici) fino al termine di validità dei provvedimenti contenenti le misure di contenimento del Covid-19 valide per il territorio regionale (al momento, almeno fino all’8 marzo prossimo).

Secondo le indicazioni regionali, sono giustificati i casi di mancata o tardiva disdetta di tutti gli appuntamenti programmati per le visite specialistiche ambulatoriali, dal 23 febbraio 2020 e fino a nuova indicazione.

I cittadini sono comunque invitati a disdire o a prenotare un nuovo appuntamento sia per favorire il riutilizzo dei posti, sia per poter utilizzare la stessa ricetta senza ritornare dal medico.

I cittadini sono inoltre invitati, invece che recarsi personalmente nei punti Cup, a prenotare e a disdire gli appuntamenti al telefono o, per chi lo ha attivato, attraverso il Fascicolo sanitario elettronico per evitare i sovraffollamenti nei centri di prenotazione.

 ... Un occhio al sistema economico ferito...

Coronavirus. La Regione riunisce il Tavolo del Patto per il lavoro. Il presidente Bonaccini: "Stiamo gestendo la situazione sanitaria, ma siamo anche attenti ai pesanti risvolti in campo economico. Mercoledì ne parlerò con il presidente Conte"

L'assessore Colla: "Priorità far ripartire il mercato interno, anche con operazioni straordinarie"

Bologna 2 marzo 2020 – Apprezzamento per l’inserimento dello strumento degli ammortizzatori sociali in deroga nel primo decreto governativo, per sostenere lavoratori e imprese. Necessità di offrire un sostegno all’export e all’internazionalizzazione, ma anche facilitare l’accesso al credito per le imprese. Consentire lo sforamento del patto di stabilità e avviare subito nuovi investimenti nazionali ed europei a partire dalle regioni più colpite. Sono alcuni degli interventi che il presidente della Regione Emilia-Romagna,

Stefano Bonaccini, chiederà mercoledì al presidente del Consiglio de Ministri, Giuseppe Conte, presentando un documento che conterrà le misure economiche necessarie per fronteggiare la crisi innescata dal Covid-19, condiviso con tutte le Regioni, a partire da quelle colpite dall’emergenza virus.

Il presidente ne ha parlato nel pomeriggio alla riunione del Tavolo del Patto per il Lavoro, convocata in Regione, che ha riunito i rappresentanti delle organizzazioni d’impresa, dei sindacati, delle professioni, delle Camere di commercio, del Terzo settore. Incontro tenutosi per fare il punto in vista dell’incontro con il Governo.
All’appuntamento, coordinato dall’assessore regionale al Lavoro e alle Attività produttive, Vincenzo Colla, che ha ringraziato per il comportamento responsabile le associazioni economiche e le organizzazioni sindacali, sono intervenuti la vicepresidente Elly Schlein e gli assessori Paola Salomoni, Alessio Mammi, Andrea Corsini, Paolo Calvano.

“Stiamo gestendo l’emergenza con lucidità, responsabilità ed equilibrio- ha spiegato il presidente- Dobbiamo lavorare affinché il contagio non si diffonda, ma anche per rispondere con forza ed efficacia all’impatto economico che questa situazione di emergenza avrà sulle attività produttive, dando priorità agli investimenti materiali e immateriali”.

“Il tema degli ammortizzatori deve essere posto al tavolo di mercoledì, la deroga è lo strumento migliore che possiamo utilizzare in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo- ha sottolineato l’assessore Colla-. Il Governo italiano deve chiedere all’Europa di intervenire per impedire che vengano bloccate le merci e le persone e mostrare grande attenzione anche alla ripresa del mercato interno attraverso operazioni straordinarie”.

Tutte le parti sociali che hanno preso parte al Tavolo odierno hanno espresso apprezzamento al lavoro della Regione e hanno assicurato la più ampia partecipazione alle misure necessarie per accompagnare l’economia regionale, formalizzando proposte utili per l’incontro che si svolgerà con il Governo. /BM

In allegato: due immagini dell'incontro odierno

 

Allegato 1: Tavolo_PattoLavoro_v.jpg
Allegato 2: Tavolo_PattoLavoro_v3.jpg

RER_coronavirus_tavolo_economico-Tavolo_PattoLavoro_v_1.jpg

RER_coronavirus_tavolo_economico-Tavolo_PattoLavoro_v3_1.jpg

 

 

 

 

CORONAVIRUS, ARRIVATO IL DECRETO DEL GOVERNO CON LA MAPPA DEI SERVIZI APERTI E QUELLI CHIUSI (In allegato scaricabile in pdf) -  (foto di Francesca Bocchia)

E’ finalmente arrivato il Decreto della Presidenza Consiglio dei Ministri che dettaglia tutti i servizi che in Emilia-Romagna fino all’8 marzo prossimo saranno chiusi/sospesi, quelli che saranno aperti e quelli – e’ la novità di questo decreto – che potranno funzionare solo senza assembramenti, con presenze limitate e con il rispetto della distanza di sicurezza di 1 metro tra visitatori.  IL PRINCIPIO DEL PROVVEDIMENTO: mantenere aperte le attività economiche ma evitare affollamenti.

Bologna 1 marzo 2020 – Il Governo ha emanato il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dpcm) sulle misure per il contrasto alla diffusione del coronavirus.

Un provvedimento che viene assunto sentito il Comitato Tecnico Scientifico (Cts) nazionale, le cui indicazioni seguono l’evolversi della situazione epidemiologica. E considerate le dimensioni sovranazionali del fenomeno e l’interessamento di più ambiti sul territorio nazionale, l’obiettivo è quello di garantire uniformità nell’attuazione dei programmi di profilassi elaborati in sede internazionale ed europea. Con l’ausilio costante della comunità scientifica: oltre all’Istituto superiore di sanità, il Cts è stato potenziato con il coinvolgimento delle Società scientifiche coinvolte per materia sul Coronavirus.

Il Decreto è adottato sentite le Regioni.

Le misure previste sono valide dall’2 all’8 marzo.

Il Decreto contiene norme che valgono per i soli Comuni delle Zone rosse, altre per tutte le tre le regioni del Nord Italia maggiormente colpite dalla diffusione del virus (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna a cui si aggiungono le province di Pesaro-Urbino e Savona) e altre ancora per l’intero territorio nazionale. Alcune si applicano per la sola provincia di Piacenza - in analogia con la Lombardia - dove si concentra la grande maggioranza dei casi positivi in Emilia-Romagna, a causa della contiguità con l’area del Lodigiano, il focolaio più attivo nel Paese.

“Si persegue l’obiettivo di dare un’applicazione omogenea delle misure sull’intero territorio nazionale, tenendo presente il grado di diffusione del virus nelle singole aree, con il contributo decisivo di tutta la comunità scientifica- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Misure necessarie per gestire la situazione sanitaria e poterlo fare con senso di responsabilità, lucidità e sobrietà. Perché adesso servono anche misure economiche per tutelare imprese e lavoro nei diversi comparti più colpiti ed esposti, a partire da turismo, cultura e servizi. Ne parleremo mercoledì a Roma col presidente Conte insieme alle altre Regioni e con tutte le parti sociali: non possiamo permettere che i nostri imprenditori e i nostri lavoratori paghino il prezzo di questa vicenda senza adeguati ammortizzatori. E su questo l’Europa ci deve ascoltare, perché, sia chiaro, il problema è comune e servono fondi straordinari. Su questo, il Paese sia unito e la politica non si divida”.

“Mi pare- osserva l’assessore alla Salute, Raffaele Donini- che il lavoro che abbiamo fatto assieme al Governo e, soprattutto, alle Regioni Lombardia e Veneto sia stato positivo, soprattutto necessario. Un lavoro finalizzato a garantire, da un lato, la sicurezza sanitaria delle persone e, dall’altro, la possibilità per le nostre comunità di mantenere una socialità necessaria, come dimostra la riapertura, seppur parziale, dei luoghi della cultura. E lo abbiamo fatto facendo anzitutto parlare la scienza, seguendo le indicazioni che esperti e professionisti della sanità ci hanno dato, senza guardare ad altro che non fosse la tutela della salute pubblica e delle persone”.

 

LE MISURE VALIDE PER L’EMILIA-ROMAGNA

Rispetto alla previgente ordinanza del ministro della Salute d’intesa col presidente della Regione, il decreto contiene conferme e novità, è auto applicativo e non richiederà ulteriori provvedimenti da parte di Regione ed Enti Locali. Nel merito, si conferma la sospensione di tutte le manifestazioni organizzate, di carattere non ordinario, nonché degli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose. In questo senso il decreto replica sostanzialmente i contenuti della precedente ordinanza Speranza-Bonaccini.

L’apertura dei luoghi di culto trova ora una disciplina più specifica rispetto alla settimana che si conclude, essendo prevista ma condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro

Prevista invece, come novità del decreto rispetto all’ordinanza, l’apertura al pubblico dei musei, delle biblioteche e degli archivi, delle aree e dei parchi archeologici, i complessi monumentali (e cioè i luoghi della cultura ricompresi all’articolo 101 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42). Aperture, però, a condizione che vengano assicurate modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro.

Confermata anche la sospensione dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani. Sono esclusi i corsi per i medici in formazione specialistica e dei corsi di formazione specifica in medicina generale, nonché delle attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza. Da rilevare che, rispetto all’ordinanza vigente fino ad oggi, il decreto parla ora di sospensione e non più di chiusura, rendendo così possibile l’accesso alle scuole per il personale Ata.

E’ permesso lo svolgimento delle attività di ristorazione, bar e pub a condizione che il servizio sia espletato per i soli posti a sedere e che, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali, gli avventori siano messi nelle condizioni di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Le attività commerciali diverse da quelle appena menzionate, possono aprire adottando misure organizzative tali da consentire un accesso con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra i visitatori. Tali precisazioni e limitazioni non erano previste nella precedente ordinanza e sono state inserite su indicazione del Comitato Tecnico Scientifico.

Sempre in Emilia-Romagna, sono sospesi eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento di tali eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse. Questa misura replica nella sostanza quella già prevista la settimana scorsa, a cui ora se ne aggiunge un’altra: ai tifosi residenti in nella nostra regione, Lombardia e Veneto e delle province di Pesaro-Urbino e Savona è vietata la trasferta, ovvero la partecipazione ad eventi e competizioni sportive che si svolgono nelle restanti regioni e province.

E’ consentito lo svolgimento delle attività nei comprensori sciistici a condizione che il gestore provveda alla limitazione dell’accesso agli impianti di trasporto chiusi assicurando la presenza di un massimo di persone pari ad un terzo della capienza (funicolari, funivie, cabinovie, ecc.). Anche questa previsione è stata inserita dal decreto rispetto al previgente testo.

Ancora: vengono sospese le procedure concorsuali pubbliche e private ad esclusione dei casi in cui venga effettuata la valutazione dei candidati esclusivamente su basi curriculari e/o in maniera telematica. Sono esclusi i concorsi per il personale sanitario, ivi compresi gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo, e di quelli per il personale della Protezione civile. Tali deroghe sono state inserite su richiesta degli Atenei e delle Regioni.

Altre misure. Limitazione dell’accesso dei visitatori alle aree di degenza, da parte delle direzioni sanitarie ospedaliere.

Rigorosa limitazione dell’accesso dei visitatori agli ospiti nelle residenze sanitarie assistenziali per non autosufficienti.

Vengono sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, nonché del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale.

Inoltre, nello svolgimento di incontri o riunioni vanno privilegiate le modalità di collegamento da remoto con particolare riferimento a strutture sanitarie e sociosanitarie, servizi di pubblica utilità e coordinamenti attivati nell’ambito dell’emergenza COVID-19.

 

MISURE VALIDE PER PIACENZA

Nella sola provincia di Piacenza, è prevista la chiusura nelle giornate di sabato e domenica delle medie e grandi strutture di vendita e degli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, ad esclusione delle farmacie, delle parafarmacie e dei punti vendita di generi alimentari. (Questa misura è valida per le province ricomprese nell’Allegato 4: Bergamo, Lodi, Cremona e, appunto, Piacenza).

E sempre nella sola provincia di Piacenza, sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali - fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei Livelli essenziali di assistenza - centri culturali, centri sociali, centri ricreativi. (Misura che riguarda le aree dell’Allegato 2: Regione Lombardia e provincia di Piacenza).

 

MISURE VALIDE SULL’INTERO TERRITORIO NAZIONALE

Il Decreto prevede poi misure valide sull’intero territorio nazionale, quindi, ovviamente, anche in Emilia-Romagna, dove in ogni caso erano già in vigore.

Fra queste, il favorire il più possibile la modalità di lavoro agile e la sospensione dei viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.

Università: agli studenti non è consentita la partecipazione alle attività didattiche o curriculari. Questo anche nelle Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica. Attività che possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime Università e Istituzioni, avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità.

 

Questa la mappa aggiornata in sintesi di cosa può funzionare e cosa no (alcune specifiche sono valide per la provincia di PARMA e SISSA TRECASALI):

COSA E’ SOSPESO
⛔Scuole di ogni ordine e grado
⛔Asili nido
⛔Università
⛔Università della terza età
⛔Corsi professionali
⛔Viaggi di istruzione (in Italia e all’estero)
⛔Cinema, teatri, discoteche/sale da ballo.
⛔Tutte le GRANDI manifestazioni e tutti i GRANDI eventi organizzati in luogo pubblico e privato (compresi gli eventi culturali, sportivi e religiosi) anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico.
⛔Trasferte di tifosi in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna e nelle province di Pesaro-Urbino e Savona
⛔Concorsi pubblici e privati
⛔Musei e luoghi culturali A MENO CHE ASSICURINO:
➡Fruizione contingentata / no assembramenti di persone
➡(numero limitato di utenti) tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico
➡il rispetto della distanza di almeno un metro tra visitatori

COSA FUNZIONA

✅Ristoranti, bar e pub A CONDIZIONE CHE:
➡il servizio sia fatto solo per i posti a sedere
➡i clienti siano nelle condizioni di stare a distanza di almeno un metro tra loro (la distanza di un braccio steso)

✅Tutte le altri attività commerciali A CONDIZIONE CHE:
➡Consentano accesso ai locali Fruizione contingentata / no assembramenti di persone (cioè numero limitato di utenti dentro agli spazi) tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico
➡Mantengano la distanza di un metro tra visitatori

✅Eventi e competizioni sportive DI ROUTINE di ogni ordine e disciplina in luoghi pubblici o privati + sedute di allenamento in impianti sportivi A PORTE CHIUSE
✅Mercati ordinari
✅Luoghi di culto A CONDIZIONE CHE:
➡Evitino assembramenti di persone tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi
➡Mantengano la distanza di un metro tra frequentatori

✅Musei e luoghi culturali SOLO A CONDIZIONE CHE assicurino
➡Pubblico contingentato / No assembramento di persone (sulla base della dimensione e delle caratteristiche di locali aperti al pubblico)
➡il mantenimento di 1 metro di distanza tra i visitatori

✅Visite alle aree di degenza MA SOLO CON ACCESSO LIMITATO DI VISITATORI (una persona al giorno per ogni paziente)

✅Visite alla Casa protetta di Sissa Don Prandocchi-Cavalli e di Trecasali Villa Gaj Corradi MA SOLO CON RIGOROSA LIMITAZIONE DELL’ACCESSO DEI VISITATORI (una persona al giorno, fascia oraria 9-11 e 14-17)

?IN EVIDENZA?
?Privilegiare per incontri e riunioni collegamenti da remoto (cioè: senza presenza fisica, usando telefono, videoconferenze, call ecc.)

?Chi è stato in Cina o nei comuni lombardi e veneti di
?Bertonico
?Casalpusterlengo
?Castiglione D’Adda
?Codogno
?Fombio
?Maleo
?San Fiorano
?Somaglia
?Terranova dei Passerini
?Vò

deve avvisare il suo medico di famiglia/pediatra E chiamare il numero Ausl Parma 3396862220

Pubblicato in Cronaca Emilia

Una interminabile crisi economica, sociale e politica, aggravata dal micidiale e selettivo coronavirus, è stata presa per mano dal Tafazzi di turno, che gongola sull’esportazione nel mondo (già 20 paesi infettati da connazionali o autoctoni rientrati da Codogno, la Chernobyl italiana. Con un messaggio rassicurante, trasmesso in diretta a reti unificate dal bunker antinucleare della protezione civile, di sincero invito a mantenere la calma. Un messaggio accolto immediatamente dagli italiani che hanno saccheggiati i supermarket e dall’estero chiudendo le frontiere o invitando a non trasferirsi in Italia se non strettamente necessario.

Intanto il referendum del 29 marzo è andato nel dimenticatoio.
 
Di Lamberto Colla Parma 1 marzo 2020 -

La tragedia del coronavirus si tinge pericolosamente di ridicolo!

Dopo una battuta d’arresto totale dell’economia italiana colpita al cuore turistico col 90% di disdette sulle prenotazioni alberghiere, tanto per dirne una a Parma, Capitale Italiana della Cultura, sono giunte le disdette pesino per il festival Verdiano del prossimo ottobre, dopo che i militari sono a presidio di Codogno come da due mesi sta accadendo a Whuan, dopo che è stata data disposizione di chiudere i teatri, le palestre, i campi da calcio, i circoli, le manifestazioni e le sfilate dei carri allegorici, le gite scolastiche, le chiese ma di tenere aperti i mercati rionali, dopo che i cinesi sono stati oggetto di aggressioni verbali e non, dopo che mezzo mondo ha chiuso le frontiere agli italiani (a dire il vero anche il Molise nei confronti dei lombardi, veneti e emiliani!) rei di avere infettato almeno 20 paesi, stando alla ufficialità di sabato mattina, ecco arrivare il contro ordine.

“Fare appello alla scienza e alla conoscenza”, tuona il presidente Sergio Mattarella, un po’ tardivamente e, immagino, parafrasando il Dante, quello della Divina Commedia, il quale sosteneva, inascoltato ai tempi moderni, “Fatti non foste a viver come bruti ma a servir virtute e canoscenza”.

Gli fa eco il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rigorosamente ripreso nel “bunker” della protezione civile dove sembra avere pernottato da almeno una settimana, per dire che occorre abbassare i toni.

E per dimostrare che tutto è sotto controllo viene consentito ai bar di Milano di essere nuovamente frequentati a partire dalle 18,30 (presumibilmente l’orario di sosta del coronavirus), il Domm de Milan, protetto dalla sua Madonnina, verrà riaperto lunedi prossimo ma solo su prenotazione online, al contrario le scuole e gli asili resteranno ancora off-limits nelle tre regioni più contagiose ma verrà derogato sulle giornate minime (200) di frequenza delle lezioni scolastiche per non rischiare di far perdere l’anno a troppi incolpevoli e felici studenti.

Un disastro per di più ridicolo.
Giusto per non smentirsi, dopo l’andare e venire di notizie, le più assurde e ridicole, che sembravano create a vanvera per occupare il 90% dei TG da un mese a questa parte, ecco che per attenuare i toni, dal Sole 24 Ore, giusto per raccontarne una molto recente, esce la notizia che la Grecia vuole la certificazione “Virus Free” per una partita di Grana Padano.
Immediatamente il Presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano Cesare Baldrighi si è preoccupato di apparire sui canali nazionali sostenendo essere noto il fatto che la trasmissione del virus non avviene per mezzo di cose, mentre il Direttore Generale dello stesso Consorzio, Stefano Berni, si occupava di invitare, per mezzo di una nota stampa, alla “responsabilità dei media per ripristinare la verità a tutela del consumatore del mercato e delle filiere del Grana Padano”. Un appello subito accolto tanto é che alle 7,30 di sabato mattina, il giorno seguente, il TG5 riportava ancora la notizia del blocco greco.

Noi, piccola testata locale, probabilmente tacciata di esser una generatrice di fake news solo per il fatto di esser digitali, avevamo responsabilmente deciso di non rilanciare la notizia, per tutta una sequenza di ragioni che di seguito elenco:
- generare inutile allarmismo che avrebbe potuto ridondare su altri prodotti d’eccellenza. Ad esempio il FRANCIACORTA, confezionato nel bresciano, sarà pur stato infettato da qualche malsano lombardo, o no?
- era da verificare la legalità di una tale azione da parte della Grecia;
- era da accertare la effettiva trasmissibilità del virus tra cose e persone. Infatti, nonostante l’affermazione del Presidente Baldrighi, nei primi giorni della crisi da Coronavirus, e il tutto sostenuto da immagini di schiere di cinesi, “intutati” da capo a piedi come marziani, erano intenti a pulire i corrimani delle scale di una edificio pubblico con l’accuratezza di tanti bradipi, venne data la straordinaria informazione che il terribile coronavirus era capace di resistere sulle superfici per oltre 7 giorni a differenza delle poche ore dei più convenzionali e familiari virus influenzali che annualmente sterminano migliaia di persone e che avrebbe recentemente già stroncato 130 tedeschi (influenza dicono loro).

Quindi delle due l’una: il coronavirus resiste sulle superfici e resta perciò contagioso per oltre una settimana o è una fake news e ha ragione Baldrighi che non vi è trasmissione tra cose e persone?.

Comunque, proprio per rispetto dei nostri prodotti e in accoglimento degli inviti a stemperare i toni, che tra l’altro noi abbiamo sempre mantenuto bassissimi, e nonostante non abbiamo alcun vantaggio economico, a differenza delle grandi testate che possono godere di milioni di euro di pubblicità investiti dal Consorzio del Grana Padano, mentre a noi non vien regalato nemmeno uno snack, abbiamo responsabilmente ritenuto di perdere un po’ di like pur di non contribuire a una cattiva informazione verso una delle eccellenze nazionali, per quanto la succulenta notizia o fake news fosse stata diffusa dall’autorevole organo economico confindustriale.

Rispetto e prudenza che noi piccoli abbiamo adottato ma che invece i grandi e “autorevoli” organi di informazione non hanno voluto onorare.

referendum.jpgProbabilmente la scelta dei media nazionali è stata dettata dall’opportunità di non lasciare spazi a altre informazioni non si sa mai che resti qualche colonna per informare del 29 marzo data di chiamata alle urne per il referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari. Un referendum tanto sentito che nemmeno da parte grillina sembra ci sia tanta smania di promuoverlo. Anzi potrebbe essere che venga sospeso anch’esso in forza del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, che ha come orizzonte proprio il 29/3/2020 come limite all’interdizione alla realizzazione di manifestazioni pubbliche.

Ma un altro fatto sconcertante che val la pena di registrare in questo primo periodo di crisi virale è l’aspetto deontologico più volte calpestato.
Giustappunto per non creare allarmismi infondati, esimi giornalisti, uno dei quali il direttore di Sky Tg24 Giuseppe De Bellis mostrando chiari segni di debolezza, forse da influenza, ha chiosato che “il COVID19 (da oggi lo chiameremo CovINPS-19 ndr) non è nocivo, colpisce solo gli anziani o quelli che sono già malati”.
Il puntuale e sarcastico Vittorio Feltri ha immediatamente colto lo scivolone del collega e, attraverso un tweet, ha così commentato: "Contrordine: non è vero che non esista il razzismo. C’è e colpisce i vecchi. La prova consiste nel fatto che il virus uccide le persone su di età e ciò sembra consolare chi ha paura di Corona. Finché crepano i Matusalemme non è il caso di allarmarsi” 

Purtroppo il Tafazzismo è entrato di diritto nel costume (o mutanda) italico, e non ce ne libereremo mai più!


--------------
Neologismo: Tafazzismo. Tafazzi, definito dallo stesso trio Aldo, Giovanni e Giacomo, come privo di comicità e pieno di insulsaggine, da tanta inutilità è nato addirittura innalzato a un modo di comportarsi e di pensare il tafazzismo appunto, ovvero quello stile di vita che fa del masochismo il fulcro del suo esistere.
_____

 Grecia_Acropoli.jpg

(Per leggere i precedenti editoriali clicca qui)
 

Pubblicato in Politica Emilia

In arrivo un Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, sulla base delle indicazioni del Comitato Scientifico Nazionale. Informazioni precise e dettagliate su tutte le misure saranno date domani una volta approvato il Decreto governativo

Bologna 29 febbraio 2020 - E’ in arrivo un Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) sulle misure anti-Coronavirus, che, fra le altre misure, conferma la sospensione delle attività di asili nido, scuole di ogni ordine e grado e Università in Emilia-Romagna e nelle regioni maggiormente colpite, Lombardia e Veneto.

Il Decreto riguarda l’intero territorio nazionale. I provvedimenti sono suddivisi su tre aree: i Comuni all’interno delle Zone rosse (10 in Lombardia e uno in Veneto), le tre Regioni maggiormente interessate: Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna; tutte le altre Regioni. Le misure previste valgono dal 2 all’8 marzo e l’atto governativo viene adottato sentite le Regioni stesse.

A differenza di una settimana fa, non ci sarà quindi una nuova Ordinanza del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, come quella firmata insieme al ministro della Salute, Roberto Speranza, e valida fino a domenica 1^ marzo.

Ma, soprattutto, Il Dpcm viene assunto sentito il Comitato Tecnico Scientifico nazionale, da cui derivano le indicazioni contenute.

In esso, dovrebbero essere sospese tutte le manifestazioni organizzate, di carattere non ordinario nonché degli eventi in luogo pubblico o privato, compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico.

Così come dovrebbero essere sospesi i servizi di apertura al pubblico dei musei, biblioteche e archivi, salva la possibilità di adottare misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi nel rispetto della distanza di sicurezza “droplet”.

La Regione Emilia-Romagna ha chiesto che tali misure organizzative possano essere permesse anche a cinema e teatri, con possibili ingressi limitati e contingentati, rispettando criteri di salvaguardia legati alla distanza di protezione tra le persone. Su questo, si attende una risposta del Governo, sulla base delle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico.

In ogni caso, informazioni precise e dettagliate su tutte le misure saranno date domani una volta approvato il Decreto governativo.

 

 

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"