Erano circa le 17.00 di ieri, quando, un commerciante di oggetti preziosi che si stava dirigendo alla sua auto si è visto infrangere il vetro da due malviventi che sono scappati con un lauto bottino.
Dopo aver effettuato durante la giornata vari giri tra le gioiellerie di Mantova e Parma per valutare alcuni orologi preziosi si è concesso un caffè in un bar di via Repubblica, lasciando incostudita in auto la sua valigetta. Tempo della sosta e l'uomo ha notato che vicino alla sua auto vi erano due uomini: uno a bordo di una moto, l'altro dal lato passeggero. Neanche il tempo di avvicinarsi al suo veicolo che il secondo, con un'abile mossa repentina, ha infranto il vetro prelevando la valigetta posizionata sul sedile, per poi fuggire col complice a bordo della moto in direzione di barriera Repubblica.
All'arrivo della volante il commerciante ha dichiarato che all'interno della valigetta vi erano preziosi per un valore approssimativo di circa 6000 euro.
Alle ore 16.45 circa del 03 ottobre scorso, personale della Polizia Ferroviaria di Parma, nel corso del consueto servizio di vigilanza allo scalo ferroviario notava, in lontananza, nel Piazzale Esterno - Lato Nord - della stazione, una persona piegata sopra una bicicletta parcheggiata su una ringhiera posta a protezione degli accessi dei parcheggi sotterranei presenti tra i viali Falcone e Bosellino. Nella corcosanza gli agenti notavano che il giovane, dopo alcuni istanti introduceva un oggetto voluminoso all'interno dalla parte anteriore dei calzoni che indossava.
Gli agenti riconoscevano il giovane, già noto come tossicodipendente con dimora a Reggio Emilia e perciò ancor più insospettiti, lo hanno seguito mentre si dirigeva verso un treno in partenza per Bolona. L'uomo veniva perciò bloccato nel sottopassaggio, mentre portava con sè anche una bicicletta. Dopo aver notato che nel cestino anteriore del mezzo c'era un lucchetto tranciato gli agenti, esguendo una perquisizione, hanno rinvenuto un tronchese di metallo di 35 centimetri.
A questo punto il ragazzo, ventisettenne di nazionalità indiana, in posizione irregolare nel territorio nazionale in quanto destinatario di un recente provvedimento di espulsione emesso dal Prefetto di Reggio Emilia, veniva condotto presso gli uffici della PolFer ove, mentre proseguivano gli accertamenti a suo carico, giungeva sul posto la proprietaria della bicicletta che riconosceva sia la bici e anche il lucchetto tranciato. A dimostrazione della proprietà la signora ha aperto il lucchetto con le hiavi in suo possesso.
Lo straniero, veniva perciò tratto in arresto per furto aggravato di bene esposto alla pubblica fede, commesso con violenza sulle cose e di possesso ingiustificato di arnesi atto allo scasso, la tronchese in metallo veniva sequestrata mentre la bicicletta, del valore di circa 100,00 euro, con il consenso dell'A.G. procedente, veniva immediatamente restituita alla proprietaria.
Il giorno seguente l'arrestato veniva condotto all'udienza di convalida d'arresto e conseguente giudizio, con rito direttissimo, dinanzi al Giudice in Composizione Monocratica che condannava il soggetto alla pena di mesi quattro applicando la misura cautelare personale coercitiva del divieto di dimora nel comune di Parma e disponendo la confisca e distruzione di quanto sequestrato.
Il cittadino indiano, a carico del quale risultavano numerosi precedenti di polizia per vari reati, veniva inoltre denunciato per l'inosservanza all'ordine del Questore di Reggio Emilia disposto nei suoi confronti conseguentemente all'espulsione descritta e venivano avviate le procedure finalizzate all'esecuzione materiale di tale provvedimento.
Nel corso degli accertamenti eseguiti, in base ad elementi raccolti nell'immediatezza dei fatti, veniva rinvenuta nei pressi di un convoglio regionale in partenza per Bologna, una seconda bicicletta, da uomo, tipo city bike, seminuova che, analogamente a casi accertati in precedenza, si sospetta fosse stato analogamente poco prima sottratto in zona per essere poi trasportato, unitamente a quello restituito, in altra provincia per essere rivenduti sul mercato illegale.
Al riguardo, sono in corso ulteriori accertamenti, mediante l'utilizzo delle registrazioni del circuito di video sorveglianza della stazione, finalizzati alla conferma di tale ipotesi investigativa.
La bicicletta da uomo così rinvenuta si trova presso gli uffici della Polizia Ferroviaria a disposizione di eventuali vittime che ne abbiano subito il furto nelle circostanze di tempo descritte.
La Polizia Stradale di Modena, la notte del 25 settembre, ha individuato un italiano E.V. di 49 anni e A.F. senegalese di 33 anni alla guida di una Range Rover Sport mentre transitavano sull'A1 direzione Milano.
L'auto fermata per un controllo è risultata clonata con utilizzo fraudolento dei dati di un'autovettura rubata in Francia.
Anche i documenti esibiti dai due sono risultati provento di furto presso la Motorizzazione di Caltanissetta nel 2014.
Ad insospettire gli agenti della stradale è stata anche la circostanza che il conduttore, il senegalese, fosse arrivato a Fiumicino con aereo il giorno precedente ed aveva già in un biglietto di ritorno per il 27 settembre.
Entrambi i soggetti sono stati indagati per ricettazione di autoveicolo e di documenti.
L'autovettura è stata sottoposta a sequestro per gli accertamenti finalizzati all'individuazione del legittimo proprietario.
Secondo gli investigatori della Polizia Stradale l'auto era destinata al mercato estero, luogo ove i due si stavano dirigendo.
La scorsa notte, personale della Squadra Volante è intervenuto in via della Chiesa presso l'azienda B.V.M., sventando il furto di un ingente quantitativo di diverso materiale tra cui scale, compressori, utensili di vario tipo, seghe e calzature, già caricate all'interno di un furgone cassonato marca Nissan, risultato a sua volta oggetto di furto.
La merce, per un valore complessivo di oltre 20.000 euro, è stata restituita al titolare che l'ha ritenuta rivendibile, mentre il furgone è stato sottoposto a sequestro penale.
Al fine di perpetrare il furto, i malviventi si sono introdotti nel capannone forzando una finestra posizionata sul tetto per poi aprire dall'interno il portone principale.
Sono in corso accertamenti per risalire all'identità degli autori del tentato furto.
La scorsa notte, alle ore 04.25, la volante veniva inviata in un condominio di borgo Fornovo in quanto un residente, tramite il videocitofono, aveva visto uno straniero che stava prelevando alcune biciclette dai garages condominiali.
I poliziotti, giunti rapidamente sul posto, effettuavano un controllo interno sorprendendo, nascosto sotto ad una autovettura il ladro che, vistosi scoperto, tentava di fuggire ma veniva raggiunto e bloccato dagli agenti. Durante il sopralluogo gli agenti accertavano che quasi tutti i garages condominiali erano stati forzati e diverse bici erano state rubate e portate via dal luogo.
La successiva perquisizione domiciliare, eseguita a carico dello straniero dava esito positivo permettendo il rinvenimento di svariato materiale di probabile provenienza illecita nonché altra bicicletta, ancora chiusa con il lucchetto, provento di furto consumato in altra circostanza.
Condotto in Questura lo straniero veniva identificato per J.F. marocchino 24 enne con precedenti di Polizia, regolare sul territorio nazionale, e tratto in arresto per il reato di furto aggravato.
All'apertura del negozio, ieri mattina, il titolare del negozio "Cellular Parma" si è trovato di fronte a una spiacevole sorpresa. Smartphone e tablet si erano volatilizzati. Immediatamente ha contattato la Questura che faceva intervenire una pattuglia per i rilievi.
Gli agenti, effettuando un controllo all'interno del negozio, notavano varie confezioni di smartphone gettate in terra e tutti i cassetti e gli espositori aperti; dal sopralluogo effettuato accertavano che i ladri erano riusciti ad accedere al negozio tramite una finestra posta sul retro, che risultava forzata e che le inferriate tagliate.
Il titolare del negozio, da un controllo sommario, riferiva che erano stato portati via circa 50 smartphone di varie marche e due talblet, uno marca Apple ed uno Samsung, specificando che tutti gli oggetti erano nuovi e custoditi in varie parti del negozio.
Oltre ai telefonini ed ai tablet, i ladri si sono impossessati anche di denaro contenuto nel registratore di cassa pari a circa 300 euro in contanti suddivisi in banconote di vario taglio.
Sul posto è intervenuta la Polizia Scientifica che ha provveduto a effettuare i rilievi del caso.
Rapina aggravata in danno di una coppia di 23enni avvenuta in piazza del Duomo ad opera di tre individui. Due dei tre venivano fermati dalle volanti e tratti in arresto.
In data 03.09.2017, verso le ore 00.10, la volante interveniva su richiesta di una coppia di fidanzati in quanto avevano subito un furto.
La coppia riferiva che mentre si trovava in piazza duomo, si accorgeva che un gruppo di tre ragazzi, due uomini ed una donna, avevano rubato la borsa della ragazza contenente un iphone 6, 175 euro oltre a documenti vari. La coppia di fidanzati si avvicinava quindi ai tre sospetti notando che avevano tra le mani la borsa e gli oggetti della ragazza e ne chiedevano la restituzione.
Per tutta risposta, venivano invitati ad allontanarsi altrimenti sarebbero stati picchiati.
I tre ladri, visto che la coppia di giovani non desisteva, cercava di allontanarsi dalla piazza ma seguiti costantemente dalla coppia che nel frattempo contattala il 113.
I tre malfattori, resisi contro che la coppia era ancora sulle loro tracce, affrontavano i due e senza proferire parola li aggredivano fisicamente (cagionando loro ferite guaribili in 3 giorni), dopodichè li minacciavano con una bottiglie di birra.
Nel frattempo giungeva sul posto la pattuglia della polizia ed i tre si davano quindi a precipitosa fuga inseguiti dai poliziotti. Gli agenti riuscivano a fermare solo due degli autori, B. O. ragazzo algerino classe 1990, incensurato e regolare sul territorio e T.F. ragazza di 17 anni di origini marocchine titolare di permesso di soggiorno con precedenti di Polizia. I due venivano quindi accompagnati in Questura e tratti in arresto per il reato di rapina aggravata in concorso.
Il 15 febbraio scorso, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro eseguivano un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di alcuni soggetti, ritenuti responsabili di una rapina in abitazione consumata il 26 ottobre 2016, ai danni di un'anziana coppia residente in via Roberto Ardigò a Bologna (v. comunicato stampa del 15 febbraio 2017).
Nel corso delle perquisizioni domiciliari, eseguite a carico dei soggetti arrestati, venivano rinvenuti e sottoposti a sequestro penale diversi monili in oro, oggettistica da bigiotteria, orologi e parti di esse, spilla a crocifisso ed alcune medaglie del 50° anniversario della vittoria 1918/1968.
La refurtiva non è stata ancora restituita e i Carabinieri stanno cercando i legittimi proprietari. I cittadini che hanno subito un furto analogo, nel periodo antecedente all'esecuzione delle misure e desiderano prendere visione degli oggetti sequestrati, possono farlo tranquillamente, recandosi presso la Caserma della Compagnia Carabinieri Bologna Centro, situata in Piazza dei Tribunali nr. 2 a Bologna, tel. 051/2006265.
All: Foto – Nucleo Operativo Carabinieri Bologna - formato pdf scaricabile.
Bologna, 15 febbraio 2017 – Arrestati i responsabili di rapina in villa.
Nella nottata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Bologna Centro, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna, nei confronti di [...], tutti noti alle Forze di Polizia per varie denunce a loro carico, ritenuti responsabili di una rapina in abitazione consumata il 26 ottobre del 2016, ai danni di un'anziana coppia, abitante nella zona collinare di via Ardigò di Bologna. L'articolata attività investigativa condotta dai militari si è sviluppata nel corso dei mesi successivi al fatto, ed ha permesso di raccogliere gravi e concordanti elementi di responsabilità in capo ai predetti. Dai controlli stradali a cui erano stati sottoposti gli odierni arrestati si è documentato che uno di loro si trovava nelle vicinanze dell'abitazione in cui si è svolta la rapina poco dopo che la stessa era avvenuta. Partendo da qui gli investigatori hanno ricostruito la rete di frequentazioni ed amicizie, individuando anche un rapporto di parentela tra la badante dell'anziana coppia e uno di loro. La badante al momento della rapina si trovava nel suo paese d'origine, ma inconsapevolmente aveva fornito loro gli elementi essenziali per consentire la commissione del reato.
I quattro uomini erano penetrati nell'abitazione nel corso della notte e hanno immobilizzato l'anziana coppia legando loro i polsi con fascette da elettricista. Hanno quindi avuto tutto il tempo per rovistare all'interno dell'abitazione alla ricerca di denaro ed oggetti preziosi. Dopo circa 3 ore i rapinatori si sono allontanati indisturbati. Solo a distanza di tempo l'uomo immobilizzato è riuscito a liberarsi dalle fascette in plastica e a liberare anche la moglie, dando quindi l'allarme.
Nel corso delle perquisizioni presso le abitazioni dei 4 arrestati sono stati rinvenuti circa 5.000 euro in contanti non giustificati dalle attività lavorative degli stessi. Inoltre sono stati sequestrati numerosi oggetti preziosi sulla cui provenienza sono in corso accertamenti. I gioielli rubati all'anziana coppia non sono stati reperiti e verosimilmente sono stati portati e rivenduti nei paesi d'origine dei rapinatori.
Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, venivano associati presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell'A.G..
(In allegato PDF tutte le immagini degli oggetti sequestrati)
Bologna – Wuppertal, 24 agosto 2017 – Arrestata in Germania dalla Polizia tedesca una delle nigeriane coinvolte nell'operazione "Falsa speranza".
La Polizia tedesca ha eseguito un mandato di arresto europeo nei confronti di una ventisettenne nigeriana, destinataria del provvedimento emesso a seguito dell'operazione "Falsa speranza", un'indagine dei Carabinieri della Compagnia Bologna Centro, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bologna, tesa a smantellare un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione
In attesa dell'estradizione, la donna, individuata a Wuppertal (una città extra circondariale tedesca situata nel Land della Renania Settentrionale-Vestfalia), su indicazione degli stessi Carabinieri di Bologna, è stata rinchiusa in carcere.
Bologna, 25 luglio 2017 – Alimentavano tratta di giovani nigeriane per sfruttarle: "Operazione falsa speranza" smantellata dai Carabinieri della Compagnia Bologna Centro un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.
Un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione ed all'ingresso illegale sul territorio nazionale, avente base operativa a Bologna e composta da 11 soggetti nigeriani, è il risultato dell' "Operazione Falsa Speranza" del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro che questa notte ha eseguito un "Fermo di indiziato di delitto" nei confronti di tutti gli appartenenti all'agguerrito sodalizio criminale, interessando le Procure di Bologna, Modena, Bolzano e Crotone.
Il gruppo criminale investigato, cui vengono contestati numerosi reati ed interamente composto da nigeriani, aveva nel tempo creato un fiorente mercato degli schiavi in danno di ragazze nigeriane, minorenni e non, che venivano attirate in Italia attraverso la falsa speranza di un futuro migliore, salvo poi, attraverso ripetute violenze e minacce trovarsi ad essere sfruttate per esercitare il meretricio in varie città italiane ed estere. L'indagine è stata avviata nel luglio del 2016, a seguito della denuncia di una giovane donna nigeriana la quale, ingannata in patria da colei che è poi emerso essere la promotrice dell'organizzazione criminale investigata, giunta in Italia con la promessa di trovare una vita migliore, al rifiuto di esercitare il meretricio, era stata violentata da alcuni. Le violenze subite avevano cagionato alla giovane lesioni permanenti agli organi genitali, determinando l'asportazione di parte degli stessi, e la contrazione del virus del HIV.
L'attività investigativa dei militari del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Bologna, ha portato all'individuazione di un'organizzazione criminale dedita ai trasferimenti clandestini di giovani donne africane che una volta giunte in Italia venivano obbligate con violenza a prostituirsi per ricomprarsi la libertà.
All'interno dell'associazione al cui vertice vi era una donna, trentottenne nigeriana, residente a Bologna, vi era una netta ripartizione dei ruoli tra coloro i quali erano deputati all'individuazione in Nigeria delle potenziali vittime, all'organizzazione del viaggio in Italia via Libia, alla fuga dai centri di accoglienza fino al trasferimento a Bologna nonché sodali deputati all'attività contabile ed alle "punizioni" delle vittime in caso di resistenze a vendere il proprio corpo per ripagare il debito contratto. A supporto dell'organizzazione una struttura presente nel continente africano per alimentare il flusso delle nuove schiave. Le illecite finalità procuravano ingenti guadagni all'associazione criminale, proventi che venivano reinvestiti nell'acquisto di nuove schiave ed in parte illecitamente reintrodotti nelle nazioni di origine.
Cattura
LEGENDA: 1) Nigeria – Benin City 2) Niger – Agadez 3) Libia – Sabha 4) Libia – Tripoli 5) Italia
Percorso totale di circa 6500 km
Le indagini hanno consentito altresì di dimostrare che la donna a capo dell'associazione oltre ad occuparsi di prostituzione, era una sorta di autorità parallela nella comunità nigeriana bolognese, a cui rivolgersi per entrare clandestinamente in Italia.
Verosimili attriti nella gestione delle illecite attività condotte, aveva portato il gruppo a dividersi in un'ulteriore cellula criminale dedita agli stessi traffici e gestita da un'altra nigeriana che si avvaleva a seconda delle necessità dell'associazione madre.
In sintesi, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro hanno scoperto un vero e proprio racket milionario della tratta di esseri umani destinati alla prostituzione, i cui proventi illeciti permettevano di alimentare il circolo vizioso della sottomissione e della violenza. L'importo del debito contratto, incrementato a dismisura rispetto a quanto realmente investito, è compreso tra i 40.000 e i 70.000 euro. L'estinzione dello stesso, garantito da ancestrali e temutissimi rituali di vuduismo, poteva richiedere anche parecchi anni, dipendendo dall'esercizio dell'attività di meretricio per decine di ore al giorno, spesso condotta anche senza protezioni. Ad attendere le donne sfruttate, dopo ore da incubo a prostituirsi vi erano alloggi disumani che condividevano nel cuore di Bologna.
La fase esecutiva ha determinato l'esecuzione di n. 11 fermi d'iniziativa a carico di altrettanti soggetti. Le operazioni di Polizia giudiziaria hanno coinvolto n. 4 Procure della Repubblica:
- Bologna (n. 8 fermi eseguiti – disposte n. 4 custodie cautelare in carcere/3 arresti domiciliari);
- Modena (n. 1 fermo eseguito – n. 1 convalidato – disposta n. 1 custodia cautelare in carcere)
- Crotone (n. 1 fermo eseguito – n. 1 convalidato – disposta n. 1 custodia cautelare in carcere)
- Bolzano (misura cautelare della custodia cautelare in carcere disposta da parte del G.I.P. di Bologna).
Attualmente localizzate e tratte in salvo n. 6 giovani malcapitate vittime di tratta e/o attualmente sfruttate.
Attività di perquisizione, condotte su Bologna – Modena – Crotone – Bolzano - Cesena – Torino, hanno determinato il sequestro di circa 15.000 euro, di denaro contante nigeriano ed inglese, nonché di documentazione di interesse.
All: Foto conferenza stampa – Comando Provinciale Carabinieri Bologna.
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Marzabotto, 24 agosto 2017 – Ladri e ricettatori: coppia di coniugi denunciati dai Carabinieri.
I Carabinieri della Stazione di Marzabotto hanno denunciato una coppia di coniugi bolognesi, trentasettenni, per tentato furto aggravato e ricettazione in concorso. I due soggetti sono stati identificati durante un servizio di controllo finalizzato al contrasto dei reati predatori che i militari stavano effettuando in via dell'Industria, nei pressi dell'officina "Felci Gomme". All'arrivo dei Carabinieri, la coppia si trovava all'interno dell'azienda e stava caricando dei cerchi per auto nel vano di carico di un furgone in uso agli stessi. Dopo aver escluso che i due stessero lavorando onestamente, i militari hanno scoperto che si trattava di una coppia di ladri professionisti con precedenti di polizia per reati specifici. La donna era stata arrestata il 21 febbraio 2015 dai Carabinieri di Zola Predosa mentre stava rubando assieme al figlio di 8 anni (v. comunicato stampa del 23 febbraio 2015 – all'epoca trentacinquenne). I cerchi per auto, asportati da uno scaffale dell'azienda, sono stati restituiti al legittimo proprietario, mentre all'interno del furgone sono stati rinvenuti una trentina di kg di oggetti in rame ed ottone, la cui provenienza è sospetta.
Zola Predosa, 23 febbraio 2015 – A 8 anni aiuta la madre a rubare. Trentacinquenne arrestata dai Carabinieri.
I Carabinieri della Stazione di Zola Predosa hanno arrestato una 35enne di Bologna per furto aggravato in concorso. Alle ore 19:00 di sabato, la Centrale Operativa del 112 ha ricevuto la segnalazione di un furto in atto all'interno dell'isola ecologica, per la raccolta differenziata dei rifiuti, situata in via Roma. Giunti sul posto, i militari hanno visto tre persone e un bambino allontanarsi da un mucchio di materiale elettrico accatastato all'esterno dell'isola ecologica e scappare in direzione dei campi. Dopo una decina di minuti, fallito il tentativo di rintracciare i soggetti, i Carabinieri sono tornati sulla scena del delitto e hanno trovato la 35enne che, aiutata dal figlio di 8 anni, era tornata sul posto per caricare la refurtiva nel furgone: due scatole di cartone contenenti 100 sacchi di immondizia nuovi e del materiale elettrico. Come disposto dall'Autorità Giudiziaria, la donna, gravata da numerosi precedenti di polizia, è stata accompagnata a casa unitamente al figlio, in attesa di essere tradotta in Tribunale per l'udienza di convalida dell'arresto prevista per questa mattina.
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Castel San Pietro Terme, 24 agosto 2017 – Fumare fa male: sei giovani segnalati alla Prefettura per droga.
I Carabinieri della Compagnia di Imola, durante un servizio antidroga eseguito per le strade di Castel di San Pietro Terme, hanno segnalato sei giovani alla Prefettura di Bologna per detenzione per uso personale di stupefacenti, perché trovati in possesso di alcuni grammi tra hashish e marijuana. Si tratta di un illecito di tipo amministrativo, quello che i militari hanno contestato ai ragazzi, in particolare a quattro di loro, perché nei confronti degli altri due, essendo minorenni, è stato necessario l'intervento dei genitori. La droga è stata sequestrata dai Carabinieri.
Di seguito, una nota informativa dei Carabinieri di Imola, in particolare rivolta ai giovani, sulle conseguenze provocate dall'uso delle sostanze stupefacenti:
Violazioni amministrative
Nel corso dei vari controlli antidroga si è chiaramente percepito che i giovani controllati, oltre ad ignorare gli effetti dannosi per la loro salute, solitamente non hanno neanche cognizione delle sanzioni amministrative conseguenti all'uso personale di sostanze stupefacenti. Il Testo unico sulla droga (D.Lgv.309/1990) prevede: "Chi, per uso personale, acquista, possiede riceve o comunque detiene stupefacenti è sottoposto, per un periodo da un mese ad un anno, secondo la tipologia dello stupefacente, alla sospensione della patente di guida o del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o al divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni; alla sospensione della licenza di porto d'armi o divieto di conseguirla; sospensione del passaporto e di ogni altro documento equipollente o divieto di conseguirli; sospensione del permesso di soggiorno per motivi di turismo o divieto di conseguirlo se cittadino extracomunitario. Le sanzioni sono cumulabili tra loro.
Inoltre, qualora ricorrano i presupposti, il Prefetto invita la persona trovata in possesso di stupefacenti a seguire appositi programmi terapeutici e socio-riabilitativi.
Se l'interessato è persona minore di età, il Prefetto, qualora ciò non contrasti con le esigenze educative, convoca i genitori o chi ne esercita la potestà, li rende edotti delle circostanze di fatto e dà loro notizia circa le strutture per i programmi terapeutici. Se è straniero il questore ne tiene conto per le valutazioni di competenza in sede di rinnovo del permesso di soggiorno.
Particolare tenuità
Solo nei casi di particolare tenuità della violazione ed in presenza di elementi tali da far presumere che la persona si asterrà, per il futuro, dal commettere nuovamente la violazione, in luogo della sanzione, e limitatamente alla prima volta, il Prefetto può definire il procedimento con il formale invito a non fare più uso delle sostanze stesse, avvertendo il soggetto delle conseguenze a suo danno.
Disponibilità dei veicoli a motore
Ove, al momento dell'accertamento, la persona trovata in possesso di stupefacente per uso personale abbia la diretta e immediata disponibilità di veicoli a motore (quindi, anche nel caso in cui non sta guidando ed il mezzo è parcheggiato), gli organi di polizia procedono altresì all'immediato ritiro della patente di guida. Qualora la disponibilità sia riferita ad un ciclomotore, gli organi accertatori ritirano anche il certificato di idoneità tecnica, sottoponendo il veicolo a fermo amministrativo. Il ritiro della patente di guida, nonché del certificato di idoneità tecnica e il fermo amministrativo del ciclomotore hanno durata di giorni trenta.
Potenziale pericolo per la sicurezza pubblica
Inoltre "qualora in relazione alle modalità od alle circostanze dell'uso" si ritenga che dall'uso personale "possa derivare pericolo per la sicurezza pubblica", qualora l'interessato risulti già condannato, anche non definitivamente, per reati contro la persona, contro il patrimonio, per fatti inerenti gli stupefacenti o per violazione alle norme sulla circolazione stradale, può essere inoltre sottoposto ad una o più delle seguenti misure (per una durata massima di due anni):
- obbligo di presentarsi almeno due volte a settimana presso il locale ufficio della Polizia di Stato o presso il comando dell'Arma dei carabinieri territorialmente competente;
- obbligo di rientrare nella propria abitazione, o in altro luogo di privata dimora, entro una determinata ora e di non uscirne prima di altra ora prefissata;
- divieto di frequentare determinati locali pubblici;
- divieto di allontanarsi dal comune di residenza;
- obbligo di comparire in un ufficio o comando di polizia specificamente indicato, negli orari di entrata ed uscita dagli istituti scolastici;
- divieto di condurre qualsiasi veicolo a motore (questa per una durata massima di anni quattro).
Il furto è stato compiuto nella notte al Day hospital pneumologico. Sul posto la Polizia per gli accertamenti del caso
Parma 23 agosto 2017 - E stato denunciato questa mattina dal personale del Day hospital pneumologico il furto di diversi computer tra palmari, tablet e portatili, avvenuto nella notte tra martedì 22 e mercoledì 23 agosto al piano rialzato del padiglione Rasori. I ladri sono entrati, presumibilmente, forzando la porta finestra nel retro del padiglione, trovata aperta questa mattina dal personale in servizio, presente sul posto insieme alle Forze di Polizia che stanno conducendo le indagini.
L'Azienda ospedaliera, con l'aiuto di tutti i servizi e le strutture aziendali, ha già alzato il livello di attenzione e sta proseguendo il piano di potenziamento dei sistemi di sicurezza all'interno dell'ospedale, rafforzando contemporaneamente il servizio di vigilanza in capo alla ditta specializzata. Servizio di sorveglianza che ha aumentato il numero dei giri di pattugliamento notturno e ha avviato un presidio fisso in diverse zone dell'area ospedaliera. Quanto avvenuto ha investito il Rasori, storico padiglione del Maggiore, dove a parte il Day hospital, non sono ospitate altre strutture sanitarie ma uffici tecnici e ammnistrativi di Azienda ospedaliero-universitaria e Azienda Usl, oltre alle sedi di alcune associazioni di volontariato. Le unità operative di Pneumologia e Clinica Pneumologia erano infatti state trasferite a fine giugno 2015 nei nuovi spazi dell'Ala sud e dell'Ala Est.