Si avvicina il periodo natalizio al termine di un anno impegnativo su più fronti per il piccolo commercio. Comune di Parma, Ascom Confcommercio Parma e Confesercenti Parma fanno sistema e lanciano un grande campagna di comunicazione a supporto dei negozi del territorio.
Parma 17 novembre 2020 - L’ingresso repentino e inaspettato dell’Emilia-Romagna in zona arancione, che si somma alle misure restrittive imposte dall’ordinanza regionale del 12 novembre us, produce ulteriori devastanti effetti per le imprese del commercio, per i pubblici esercizi e, più in generale, per tutte le filiere a monte che vedono nei fatti la propria attività fortemente limitata pur non essendo direttamente coinvolta dai provvedimenti.
Nel maggio scorso, Confcommercio -con il suo Ufficio Studi- mise in guardia sulle reali difficoltà che avrebbero incontrato imprese e commercianti, lanciando un drammatico appello alle autorità governative: senza una piena riapertura in autunno le imprese a rischio sarebbero state circa 270.000, con annessi posti di lavoro.
Oggi, in pieno autunno e con la seconda ondata di coronavirus che sta travolgendo il nostro paese, le condizioni auspicate da Confcommercio per salvare le aziende non possono per ovvie ragioni realizzarsi e il rischio chiusura si fa sempre più alto.
Crollo del clima di fiducia del terziario a Parma: l’andamento dell’attività è peggiorata per quasi il 90% delle imprese nel primo semestre del 2020
Il Comitato Regionale di SILB-FIPE Confcommercio Emilia-Romagna, che riunisce i locali da ballo aderenti a Confcommercio, in cui ha partecipato anche Ernesto Mendola, Presidente Silb Parma, ha incontrato l’Assessore regionale Andrea Corsini per rappresentare la situazione drammatica in cui versa il settore dell’intrattenimento a fronte dell’emergenza COVID-19 ed iniziare ad impostare un percorso che porti quanto prima alla riapertura dei locali, sempre ovviamente nel totale rispetto delle prescrizioni sanitarie.
Assocamp prende spunto dal caso verificatosi a Parma per ribadire la necessità di una burocrazia che agevoli la ripresa delle attività: “Le aziende chiamate a riaprire stanno facendo la loro parte, ma è necessario che gli uffici preposti diano il proprio contributo alleggerendo la burocrazia e aggiungendo un po’ di buona volontà… e questo a Parma non sta accadendo.” – ha commentato Vittorio Dall’Aglio titolare di una concessionaria locale e Presidente Nazionale Assocamp Confcommercio.
Confcommercio: "Con questa fase 2 danni gravissimi a imprese e lavoro" Secondo il presidente Sangalli, "il rinvio della riapertura degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e di tante attività del turismo e dei servizi produce danni gravissimi". "Chiediamo un incontro urgente al premier Conte".
''La Fase 2 rinvia la riapertura degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e di tante attività del turismo e dei servizi. Ogni giorno di chiusura in più produce danni gravissimi e mette a rischio imprese e lavoro". Così il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commenta le disposizioni annunciate dal Presidente del Consiglio.
"In queste condizioni - sottolinea - diventa vitale il sostegno finanziario alle aziende con indennizzi a fondo perduto che per adesso non sono ancora stati decisi. Bisogna invece agire subito e in sicurezza per evitare il collasso economico di migliaia di imprese". "Chiediamo - conclude Sangalli - al Presidente Conte un incontro urgente, anzi urgentissimo per discutere di due punti: riaprire prima e in sicurezza; mettere in campo indennizzi e contributi a fondo perduto a favore delle imprese''.
L’impatto della pandemia Coronavirus sulle attività commerciali e turistiche del nostro territorio è purtroppo in linea con i dati registrati a livello nazionale.
Parma 16 aprile 2020 - Se escludiamo il settore degli alimentari, che ha visto un aumento del fatturato e al contempo anche un rilancio dei piccoli negozi di vicinato, tutti i restanti comparti del terziario, dal commercio, ai servizi al turismo, hanno subito una pesante battuta d’arresto con conseguenti danni enormi per le aziende.
Nello specifico le attività legate al turismo e alla somministrazione di alimenti e bevande sono di fatto ferme dagli inizi di marzo: da allora la stragrande maggioranza degli alberghi è chiusa (i pochi aperti si sono messi a supporto del servizio sanitario) e le attività di somministrazione effettuano esclusivamente il servizio a domicilio, registrando cali del fatturato che vanno da un massimo del 100% ad un “minimo” del 70% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Risulta conseguentemente chiaro che saranno soprattutto questi i settori più penalizzati nelle prossime settimane, perché, come ampiamente anticipato dal Governo, saranno anche gli ultimi a rivedere la riapertura e saranno comunque anch’essi soggetti ad importanti limitazioni per rispettare le norme sanitarie sul distanziamento.
Il settore di beni durevoli (abbigliamento, orafi, profumerie, etc) pur essendo concessa in alcuni casi l’apertura, ha di fatto visto la chiusura di molti esercizi dovuta alla limitazione degli spostamenti concessi per lo più, come sappiamo, per questioni lavorative o di prima necessità.
Alla luce di quanto sopra il danno economico venutosi a creare è enorme. Molte aziende hanno cercato, ove possibile, di sopperire alla chiusura temporanea attivandosi con la consegna a domicilio: sono tante infatti le richieste che ci sono pervenute sulle modalità per poter effettuare tale servizio oltre a quelle di chiarimenti tecnici e ammnistrativi in generale tra cui anche la vendita on line. In quest’ottica la nostra Associazione è di fondamentale importanza per aiutare le imprese a districarsi fra le mille regole imposte dal Governo e dalla Regione, alcune volte anche in contrasto fra loro, per offrire opportunità concrete quali ad esempio il sito ilnegoziovicino.it o la piattaforma ebay che grazie alla partnership con confcommercio offrono condizioni agevolate e per dare infine risposte tempestive alle molte richieste di una maggiore liquidità da erogare con modalità semplici e in tempi veloci.
A tal proposito come ribadito anche a livello Nazionale, in aggiunta ai sistemi di finanziamento studiati dal Governo servirebbero sistemi di contributi a fondo perduto, non restituibili, che vadano ben oltre i 600 Euro mensili ad oggi definiti.
A livello locale, tale fabbisogno di liquidità è stato soddisfatto grazie alla Cooperativa di Garanzia, in cui Ascom è socio fondatore, che ha permesso di erogare quasi 2 milioni di Euro, in due mesi, a favore delle aziende, ma come detto molto resta ancora da fare.
Grazie all’intervento del Sistema delle Camere di Commercio e della Regione Emilia Romagna si stanno inoltre perfezionando finanziamenti studiati appositamente per aiutare le aziende in difficoltà attraverso l’abbattimento dei tassi di interesse e dei costi bancari per somme fino a 150.000 Euro.
Da ultimo ma non per importanza abbiamo chiesto, in buona parte già recepito da molte amministrazioni comunali della provincia, lo slittamento nonché la riduzione della tassazione comunale.
Infine quello che chiediamo, e lo stiamo già facendo a livello regionale e nazionale è che, contestualmente ad un necessario allentamento delle restrizioni sugli spostamenti delle persone, venga definita, già a partire dal prossimo 4 maggio una preventiva programmazione della riapertura delle attività, che preveda modalità e regole certe, effettivamente realizzabili per le aziende di piccole e medie dimensioni che per dimensioni e caratteristiche risultano essere quelli che più facilmente potranno ottemperare alle norme di sicurezza.
Il Presidente Ascom Vittorio Dall’Aglio