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Domenica, 08 Luglio 2018 19:27

F1: Vettel, re d'Inghilterra

Vettel e la Ferrari vincono nel fortino Mercedes. Hamilton, in testacoda al primo giro dopo un contatto con Raikkonen, viene battuto in patria da una grande Ferrari. Il finlandese è comunque gran terzo e va a completare la festa Ferrari.

di Matteo Landi

"A casa loro!" e ci aggiunge una lunga risata. A fine gara Vettel non sta nella pelle. Nonostante le famigerate gomme con battistrada ribassato, favorevoli alle Mercedes, nonostante un preoccupante problema al collo che lo ha costretto a saltare parte delle libere del sabato, la Ferrari vince a casa del nemico. Tedesco, di nome, ma inglese di fatto visto che ha sede a Brackley, nel Northamptonshire. Alla fine delle qualifiche Hamilton facevano lo sbruffone, forte della pole position conquistata. Come le star si faceva attendere da Vettel e Raikkonen, già posizionati davanti ai fotografi per le operazioni di rito. Vettel si era indispettito e gliel'aveva promessa, la vittoria. Il tedesco se la conquista nei primi metri di gara, scattando, dalla seconda posizione in griglia, meglio di Hamilton, superato anche da Bottas e quasi da Raikkonen. Quasi, perchè il pilota Ferrari nel primo giro tenta l'attacco all'idolo di casa inglese, non gli riesce, arriva lungo e lo tocca. Abbastanza da mandarlo in testacoda e spedirlo in ultima posizione. Da lì in poi per Hamilton sarà una lunga rimonta, aiutata dall'entrata in pista di ben due safety car, che culminerà nella seconda posizione finale, conquistata con un sorpasso su Bottas che sa di ordine di scuderia. Approccio differente rispetto a quanto fatto da Ferrari in Austria che ha lasciato Raikkonen e Vettel liberi di lottare in pista. Adesso veniteci ancora a raccontare che in Mercedes sono "sportivi" ed in Ferrari giocano "sporco" con le carriere dei propri piloti, non avrete credito.

Raikkonen penalizzato oltre misura va comunque sul podio. Hamilton, partenza da incubo e gran rimonta. Mercedes, strategia sbagliata?

Non ha giocato sporco Raikkonen, a fine gara felice per un terzo posto conquistato nonostante una penalità di 10 secondi che, ultime sanzioni alla mano, non ci stava. Per niente. Qual'è il metro di giudizio dei commissari? Normalmente per un errore del genere - perchè di errore si tratta - un pilota viene sanzionato con 5 secondi di penalità. In questo caso va raddoppiato perchè il pilota che ha subito il danno è l'uomo Mercedes Hamilton acclamato dalla folla? Restano tanti dubbi su certi giudizi dei commissari, pochi, pochissimi sul rendimento della Ferrari. Oggi faceva l'ultima apparizione la gomma con battistrada ribassato di 0,4 mm. Pneumatico che nelle altre due partecipazioni stagionali aveva dato una grossa mano alle prestazioni Mercedes. Stavolta neanche questo ha aiutato l'armata teutonica con sede in Inghilterra. La pole position conquistata sabato era farina del sacco di Hamilton, autentico specialista del giro veloce, il quale ha però malamente sbagliato la partenza ed è per questo che, viste le prestazioni Ferrari, non era affatto scontato che potesse vincere. Vettel ha gestito molto bene le gomme nella prima parte di gara, approfittando della safety car, entrata in pista al 33esimo giro per rimuovere la vettura incidentata di Ericsson, per cambiare una seconda volta le gomme così da averle fresche per la parte finale della corsa. Strategia non copiata dal duo Mercedes: si rafforza la teoria che gli uomini di Toto Wolff, abituati a vincere indisturbati, non siano pronti a lottare con gli altri. Al contrario, ad esempio, di Raikkonen, a quasi 39 anni ancora voglioso di lottare: nonostante i 10 secondi di penalità scontati durante la gara il pilota finlandese ha rimontato, lottato con piloti come Verstappen, che potrebbe essere suo figlio, e nel finale ha superato il connazionale Bottas cogliendo un insperato podio. Il sorpasso della giornata resta comunque quello inferto a Bottas, sempre lui, da Vettel, che ha permesso al tedesco di tornare in testa dopo la seconda safety car, entrata in pista in seguito all'incidente fra Grosjean e Sainz.

Silverstone: quante emozioni!

Silverstone ha offerto emozioni nella lotta al vertice come a centro gruppo, fra sorpassi, errori, ruotate ed incidenti. Una gara "vecchio stile" su un circuito che ha fatto la storia della Formula 1. A dimostrazione che la ricerca ossessiva dei sorpassi, tradotta nei nuovi tracciati progettati da Tilke, è futile e fine a se stessa. A ben guardare gli ingredienti che assicurano spettacolo sono sempre gli stessi: prestazioni vicine fra i top, uno dei "grandi" costretto alla rimonta e presenza di giovani vogliosi di farsi notare ed eccellere. Peccato per Leclerc: il monegasco prodotto del Ferrari Driver Academy si trovava agilmente in zona punti prima di effettuare il suo pit stop. Al rientro in pista ha percorso pochi metri prima di dover parcheggiare la sua Alfa Romeo-Sauber a bordo pista per problemi tecnici. Oggi la squadra svizzera con motore e finanziamenti italiani poteva brillare ma ha collezionato un doppio ritiro, visto anche il già citato incidente di Ericsson. La lotta fra le vetture di centro gruppo è stata vinta da Hulkenberg, gran sesto con la sua Renault, dietro a Ricciardo su Red Bull.

Ricciardo, quinto, tiene su la baracca Red Bull

La squadra austriaca stavolta non ha messo in pista due vetture veloci come in altre occasioni. Solo la penalità subita da Raikkonen e la rimonta obbligata di Hamilton hanno permesso alle vetture del marchio austriaco di lottare con Ferrari e Mercedes. Verstappen ha ancora una volta mostrato le unghie, resistendo in ogni modo agli avversari, prima di incappare nell'ennesimo errore che, prima del ritiro per problemi tecnici, lo aveva portato nella via di fuga. L'olandese, fresco vincitore in Austria, non riesce ad essere costante ma verrà ancora una volta esaltato dalla sua squadra e dai media appena tornerà alla vittoria. Dimenticando che i trofei importanti si vincono con i punti e non con le vittorie sporadiche a sensazione.

Vettel e Ferrari: leadership rafforzata

Al termine del Gran Premio di Gran Bretagna la classifica recita Vettel 171, Hamilton 163. Otto punti di vantaggio per il tedesco dopo 10 gare. La Ferrari ne ha venti di margine sulla Mercedes nel costruttori. Una doppia leadership rafforzata dopo il weekend austriaco. Adesso il grande Circus si prende due settimane di pausa e rivedremo i piloti in pista per le prove libere del Gp di Germania venerdì 20 luglio. A Maranello dopo aver vinto nella tana del nemico proveranno a fare la voce grossa anche nella patria del leader del mondiale Vettel. "Testa bassa e piedi per terra" è lo storico motto di Arrivabene. Stavolta Maurizio lasciali prima festeggiare, ne hanno ben donde.

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Vince Verstappen, Raikkonen secondo davanti a Vettel. Per la Ferrari è un doppio podio veramente dolce che la proietta in testa alle due classifiche mondiali. Debacle Mercedes: problemi tecnici appiedano Hamilton e Bottas.

di Matteo Landi

Alla fine del primo giro il campionato della Ferrari sembrava irrimediabilmente compromesso. Vettel sprofondato nella pancia del gruppo, Raikkonen - dopo uno spunto fenomenale allo start - passato in pochi km dall'attacco della prima posizione di Hamilton alla quarta, grazie anche ad una divagazione nella via di fuga ed una piccola ruotata subita da Verstappen. Inutile invocare una sanzione per l'olandese, quelle vengono comminate con facilità alla Ferrari e con difficoltà ad altri, vedi le tre posizioni di penalità rimediate da Vettel dopo le qualifiche per un presunto impedimento a Sainz. Basta riavvolgere il nastro della memoria alla qualifica del Gp di Silverstone 2017 per notare come un impedimento di Hamilton ai danni di Grojean non venne sanzionato dai commissari. Gli esempi di lecite penalità non affibbiate a Verstappen si sprecherebbero e per la verità oggi merita risalto ben altro. Come la grande gara dello stesso giovane olandese, rude nel sorpasso su Raikkonen ma docile quanto basta con gomme che hanno avuto un rendimento disastroso sulla Red Bull gemella di Ricciardo, costretto ad un pit stop aggiuntivo prima della resa per problemi tecnici. Quest'oggi Verstappen è stato fra i migliori protagonisti della gara che ha avuto la svolta decisiva al 14esimo giro. Quando le facce degli uomini Mercedes, gioiosi per la doppietta che sembrava profilarsi, hanno iniziato a scurirsi: succede anche ai migliori di fare flop ogni tanto ed ecco che Bottas è costretto a ritirarsi a causa di un problema idraulico.

Bottas si ferma e cambia tutto

La direzione gara decide di intervenire con una virtual safety car, Red Bull e Ferrari giocano la carta del cambio gomme in un momento in cui l'andatura è obbligatoriamente lenta. Hamilton non lo fa e nel momento in cui viene esposta la green flag in Mercedes sono convinti che il campione del mondo possa allungare sugli inseguitori, abbastanza da poter rientrare, dopo la sosta ai box, ancora leader. Così facendo i tedeschi compiono il primo grande errore di valutazione del campionato: Hamilton dopo la sosta si ritrova quarto. Subisce poi il sorpasso del rimontante Vettel: il tedesco mostra il suo lato più aggressivo e prevaricatore e, con due ruote sull'erba, realizza uno dei più bei sorpassi della stagione. Con Verstappen in testa davanti ad un grintoso Raikkonen, per Vettel sembra avvicinarsi un podio positivo per come era partita la gara, ma non esaltante: con Hamilton alle sue spalle la sua classifica mondiale ne avrebbe giovato poco. A pochi giri dalla fine si ammutolisce anche la Mercedes di Hamilton ed ecco che per la Ferrari la trasferta austriaca si trasforma nella sconfitta meno amara della sua storia recente: Raikkonen secondo, Vettel terzo e la squadra di Maranello torna in testa al mondiale costruttori oltre a quello piloti con il quattro volte iridato tedesco.

Arrivabene: "Uno può portare un pacchetto interessante ma se scalda troppo ti fermi a destra"

A fine gara Arrivabene gongolava come mai aveva fatto per un doppio podio non concretizzato con una vittoria. Ne aveva ben donde. Sei motori Ferrari nelle prime dieci posizioni grazie anche al 4° e 5° posto conquistato dalle Haas ed al 9° e 10° dai due alfieri della Sauber tinta Alfa Romeo. Sabato la Ferrari aveva subito una brutta batosta, impossibilitata a contrastare le prestazioni monstre del duo Mercedes, nonostante le più, per Ferrari, congeniali gomme "tradizionali" in luogo degli pneumatici con battistrada ribassato che torneranno per l'ultima volta nella prossima gara di Silverstone. Domenica la doccia fredda è diventata decisamente più tiepida: con l'andare avanti della gara, le Ferrari di Raikkonen e Vettel sono riuscite a tenere il passo della concorrenza gestendo meglio gli pneumatici. E sfiorando la vittoria. La tanto decantata superiorità del nuovo pacchetto di sviluppi portato in pista dall'armata teutonica condotta da Toto Wolff è di colpo divenuta quanto mai fragile, ed a questo punto diventano chiari i motivi che avevano obbligato i tedeschi a posticipare il più possibile il debutto della power unit versione 2.1. Per la prima volta dall'avvento dell'era turbo ibrida la Mercedes è spalle al muro: hanno fra le mani la monoposto più veloce del lotto ma qualcosa si è inceppato. Un problema che, con sole tre power unit a stagione a disposizione, si fa esponenziale per Hamilton e Bottas. L'inglese ha adesso un solo punto di svantaggio in classifica nei confronti di Vettel, in Mercedes hanno tutte le risorse necessarie per risolvere qualsivoglia problema ma quanto tempo ci impiegheranno? A Maranello sapranno sfruttare l'inatteso momento difficile degli uomini di Wolff? Ci attende un campionato incredibilmente incerto che, alla fine del primo giro del Gp d'Austria sembrava già chiuso.

Raikkonen sbaglia, delude, esalta: le mille sfaccettature di un latino Iceman

In una classifica piloti rivoluzionata, che vede Vettel davanti ad Hamilton di un soffio, balza agli occhi il terzo posto adesso occupato da Raikkonen. "Bollito", "ha fatto il suo tempo", dicono. Eppure eccolo lì, terzo e con 101 punti che proiettano la Ferrari in testa alla classifica costruttori. In Austria ha mostrato tutto il suo repertorio: partenza monstre, errori inattesi da un veterano come lui, grinta a pacchi quando nella seconda parte di gara si mette a rimontare dopo un bel sorpasso su Ricciardo. Negli ultimi giri Vettel è terzo, in Ferrari potrebbero dare il team order che regalerebbe al tedesco altri tre punti su Hamilton. Ma Arrivabene stavolta non se la sente di rovinare la festa al finlandese. Il tempo di Raikkonen alla Ferrari finirà. Leclerc sarà il degno sostituto ma siamo sicuri che adesso la Ferrari con un altro pilota sarebbe in testa al mondiale riservato ai costruttori?

Leclerc, ancora a punti, non sorprende più

Detto della gara dei top team non si può non rimarcare l'ennesima bella prova del giovane monegasco Leclerc. Stavolta ha faticato, subito il sorpasso del campione Alonso, ma ancora una volta ha centrato la zona punti. Fanno 13 dall'inizio di questo campionato, quasi il doppio di quanto conquistato dall'intero team Sauber fra il 2016 ed il 2017. Non male per un debuttante. Il suo futuro sarà in Ferrari, ma sapranno Arrivabene e soci attendere la sua maturazione prima di portarlo a Maranello?

McLaren e Williams: come eravamo

Il Gran Premio d'Austria ci ha consegnato una McLaren capace di riaffacciarsi in zona punti con Alonso ottavo. Un risultato che quasi fa gioire gli uomini di Woking e proprio questo rende bene l'idea del baratro in cui è finita la gloriosa squadra fondata da Bruce McLaren. Incredibilmente peggio va alla Williams: squadra capace di vincere ben 9 campionati costruttori ed ora fanalino di coda della classifica. In Austria Stroll e Sirotkin hanno concluso in fondo al gruppo, in 13esima e 14esima posizione. Un risultato che non è frutto di una gara sfortunata ma riflette il livello prestazionale della vettura inglese, pur dotata del potente motore Mercedes. In Williams più dei rubli russi portati in dote da Sirotkin avrebbe fatto comodo l'esperienza di un pilota che può dare una direzione allo sviluppo. Questo 2018 rischia di diventare l'annus horribilis della storia della prestigiosa squadra inglese, in attesa di vedere anche di peggio se, come ventilato, importanti sponsor se ne andranno.

Silverstone chiude il rush di 3 gran premi consecutivi

Neanche una settimana ed il Circus torna in pista sullo storico tracciato di Silverstone. Ci si attende un dominio Mercedes, grazie anche al ritorno delle famigerate gomme con battistrada ridotto di 0,4 mm. In Austria la Ferrari ha giovato dei problemi di affidabilità patiti dai rivali ma a Maranello urge una reazione "prestazionale": in qualifica, su una pista teoricamente favorevole alla Ferrari, Vettel e Raikkonen hanno subito il progresso dagli ultimi sviluppi Mercedes. Se in Mercedes è arrivato un preoccupante allarme affidabilità gli uomini di Maranello non possono cullarsi sugli allori. Guardare il mondo dall'alto della prima posizione in classifica, però, dev'essere un bell'effetto.

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Hamilton domina, Vettel inciampa. Il tedesco arriva quinto dopo una partenza da incubo ed una rimonta da favola. Raikkonen terzo, tiene alto l'onore Ferrari. Ma è un mondiale deciso anche dalle scelte Pirelli.

di Matteo Landi

Appena sceso dalla sua Mercedes Hamilton indica la stella a 3 punte stampata sul cofano motore della vettura. In Francia i tedeschi hanno finalmente portato l'evoluzione della power unit che, salvo problemi di affidabilità riscontrati in fase di collaudo, avrebbe dovuto debuttare in Canada. Il nuovo leader del campionato si è tuttavia dimenticato di indicare anche il marchio Pirelli in evidenza sugli pneumatici. Al circuito Paul Ricard l'azienda italiana ha portato le gomme con battistrada ribassato di 0,4 mm ed ecco che, come d'incanto, le frecce d'argento tornano a sfrecciare più veloci di tutti. Hamilton fa bene a sorridere dopo la sua roboante vittoria ma la prima fila tutta grigia conquistata sabato davanti alla Ferrari, dominatrice in Canada ma qui sofferente sul giro veloce, fa pensare. Poteva essere una cavalcata solitaria delle due Mercedes, con Vettel intento a tenere il loro passo ed invece il tedesco della Ferrari ha abboccato all'amo lanciato da Hamilton e Bottas: allo start Vettel, qualificatosi terzo, si è ritrovato chiuso nella morsa dei due avversari ed invece di accontentarsi della terza piazza ha colpito la gomma posteriore sinistra di Bottas. Il finlandese aveva lasciato veramente poco spazio all'interno curva, occupato da Vettel, ma se dobbiamo trovare un colpevole del patatrack che ha condizionato pesantemente la gara di Bottas e dello stesso Vettel, quello è proprio il tedesco di casa Ferrari. Il quale ha scontato durante la gara un'ininfluente penalità di 5 secondi. Il bello della giornata Vettel l'ha prodotto nella sua rimonta che ha animato il Gran Premio di Francia. Ritrovatosi penultimo al termine del primo giro, a causa della sosta ai box per sostituire l'ala anteriore della sua vettura, con alle spalle il solo Bottas, anch'egli costretto al pit-stop dopo la foratura conseguente allo scontro iniziale, Vettel è velocemente risalito fino alla quinta posizione.

Vettel, partenza da incubo e grande rimonta. Pirelli, due indizi ancora non fanno una prova ma...

I quasi 20 secondi finali che separano la quinta piazza del tedesco dalla settima di Bottas testimoniano la cattiveria agonistica che Vettel ha messo in mostra durante la sua furiosa rimonta. Come sarebbe andata senza il contatto iniziale? Non lo sapremo mai ma la terza posizione finale di Raikkonen lascia pensare che Vettel avrebbe sicuramente conquistato il podio, obiettivo realistico per Ferrari quando in pista tornano le ormai famose Pirelli "modificate". Fortunatamente le rivedremo ancora una volta soltanto, in Gran Bretagna, perchè di gare falsate da pneumatici creati ad hoc per un costruttore, Mercedes, che più di tutti aveva palesato in pre-stagione problemi con le gomme previste per la stagione 2018, ne abbiamo le scatole piene. In un campionato in cui competono i migliori piloti del mondo, al volante di vetture su cui i costruttori investono ingenti capitali, non è corretto che a modificare i valori in campo siano le gomme portate in pista dall'unico costruttore, Pirelli, che non compete con nessuno in quanto unico fornitore del Circus. Detto questo la gara di Vettel vale appena la sufficienza in quanto il valore della sua bellissima rimonta cozza pesantemente con una partenza da incubo. Adesso il tedesco è secondo nel mondiale, a 14 punti dal leader Hamilton, poteva andare molto peggio visto lo scontro del primo giro, poco meglio considerando che oggi le due Mercedes sarebbero state difficili da battere.

Red Bull e Verstappen, gara concreta e podio

Degli screzi Mercedes-Ferrari ne ha approfittato una velocissima Red Bull. Verstappen ha corso in modo impeccabile e la seconda posizione finale è più che meritata. Ricciardo gli si era avvicinato prima di accusare, negli ultimi giri di gara, imprecisati problemi tecnici che l'hanno costretto a lasciare il podio ad un Raikkonen velocissimo solo a tratti. Il weekend del finlandese merita una sufficienza abbondante ma non basterà per allontanare le voci che indicano un Leclerc pronto a soffiargli il posto in Rosso nel 2019.

Leclerc: attento Raikkonen, questo è da Ferrari

Il giovane monegasco ancora una volta ha svolto un fine settimana da urlo. Se il decimo posto finale, che gli assicura l'11esimo punto in campionato, può sembrare un risultato modesto, basta pensare a quel poco che combina l'esperto compagno di squadra Ericsson, solo 13esimo sul Paul Ricard, fermo a 2 punti come bottino stagionale, per cambiare opinione. La Sauber del 2018 è una vettura da fondo griglia, come lo sono state le vetture svizzere degli anni scorsi, ma Leclerc riesce a trascinarla a livelli per lei "inappropriati". La sponsorizzazione/collaborazione tecnica con Alfa Romeo sta portando i suoi frutti, vedi i costanti sviluppi a stagione in corso, assenti negli scorsi anni a causa di una mancanza di solidità economica che adesso la squadra (italo)elvetica non ha più. Se Leclerc continua così ad Hinwil, nel 2019, dovranno far a meno di lui nell'ipotesi che il ritiro di Raikkonen dovesse concretizzarsi.

Il ritorno del Gp di Francia. Bello, ma adesso torniamo alle piste vere

In F1 si è davvero concretizzato il ritorno del Gp di Francia, assente dal 2008, anno della doppietta Ferrari con Massa davanti a Raikkonen. All'ora si correva a Magny Cours, oggi sul circuito di Le Castellet intitolato a Paul Ricard, noto imprenditore francese nel settore degli alcolici. A Le Castellet non si disputava un Gran Premio dal lontano 1990, anno del trionfo della Ferrari e di Prost, su una pista molto diversa rispetto a quella odierna. Oggi è un tracciato nato per i test, utilizzabile in più di 160 configurazioni visto che, di fatto, non è altro che una distesa di asfalto su cui vengono verniciati i limiti della careggiata. Le vie di fuga sono riconoscibili per le grandi strisce colorate che evidenziano i diversi gradi di grip del fondo che "ospita" le vie di fuga. Se la gara che si è corsa oggi è stata divertente il merito è delle rincorse di Vettel e Bottas, non certamente di una pista, sì fenomenale per i test di sviluppo di qualsiasi tipologia di vettura, ma inadatta alla competizione: errori continuamente perdonati dalla mancanza di vie di fuga in ghiaia, tagli di tracciato tradotti in guadagni di tempo ed un tracciato difficile da "comprendere" per gli stessi piloti. Addirittura durante le prove c'è chi, come Vettel, ha rischiato di imboccare la curva sbagliata. Se questo è il motorsport del 2018, beh, teniamoci strette Montecarlo, Montreal ed i tracciati "tradizionali". Buon per noi che adesso il grande Circus non si ferma e si ripresenta questo venerdì con le prove libere del Gp d'Austria. Subito dopo, dal 6 all'8 luglio avremo il weekend del Gp di Gran Bretagna. Considerando la gara odierna un trittico micidiale che potrebbe dare un indirizzo deciso a questo mondiale.

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Domenica, 10 Giugno 2018 23:58

F1, Canada: il Fiume Rosso

A Montreal la Ferrari è un fiume in piena che abbatte qualsiasi avversario. Vettel domina, Hamilton è solo quinto. Raikkonen, sesto, non partecipa alla festa Ferrari ma Vettel, adesso, è primo nel mondiale.

di Matteo Landi

Durante l'inno italiano Vettel si improvvisa direttore d'orchesta, scandisce il ritmo ai suoi meccanici che, ai piedi del podio, cantano a squarciagola. Era una bella abitudine del grande Schumacher, portata avanti durante la sua permanenza in Ferrari fino a quando, ingiustamente, fu bacchettato dai politici italiani. Al termine del Gp del Canada Vettel fa bene ad essere felice. Un dominio totale il suo, iniziato con la pole position conquistata sabato. Tutti i giri al comando, altra analogia con le gare della Ferrari dei tempi d'oro del sette volte iridato che ha fatto la storia della Formula 1. Una noia mortale per qualcuno, bellissima per i tifosi Ferrari sparsi in tutto il mondo. Come le tribune di Montreal, tinte di rosso, ricordano. "Non c'è due senza tre" recita il detto che i fan del Cavallino attendevano si traducesse in fatti da più di due mesi. Dopo le due vittorie consecutive di inizio mondiale il campionato degli uomini di Maranello aveva preso una strana piega: incidenti, calo di rendimento dovuto alle ormai famose gomme con battistrada dallo spessore ridotto impiegate in Spagna, il ritorno alla competitività della Red Bull. In Canada la Ferrari torna a festeggiare, interrompendo un digiuno di vittorie che sulla pista intitolata a Gilles Villeneuve durava dall'ormai lontano 2004 quando a trionfare fu, manco a dirlo, Michael Schumacher. Se la cavalcata vincente di Vettel è sembrata fin troppo facile il merito è proprio del tedesco, ben coadiuvato dagli ultimi sviluppi della power unit Ferrari. Dopo essersi conquistato una combattutissima pole position al via non ha lasciato alcuna speranza a Bottas e Verstappen, partiti rispettivamente dalla seconda e terza posizione. L'avvio fulmineo di Vettel è stato tuttavia subito stoppato dall'ingresso in pista della safety car, necessaria affinchè i commissari potessero rimuovere le vetture incidentate di Hartley e Stroll. Al rientro ai box della vettura di sicurezza, avvenuto al termine del quarto giro, Vettel ha ben gestito la ripartenza e, da quel momento, Bottas non ha mai costituito una reale minaccia per le ambizioni di successo del tedesco. Il quale lascia il Nord America in testa alla classifica mondiale, con un punto di vantaggio su Hamilton.

Hamilton: nella "sua" Montreal dalle stelle alle stalle

L'inglese attendeva con impazienza la pista canadese, sulla quale aveva già trionfato ben sei volte. Una pista che avrebbe dovuto favorire il suo stile di guida e la potenza della power unit Mercedes. La prima delusione di Hamilton è arrivata addirittura prima del weekend, quando Mercedes ha deciso di non portare in pista una nuova power unit dotata degli ultimi sviluppi: affidabilità non certa per il motorone tedesco e tutto rimandato al Gran Premio di Francia. Per Hamilton l'inerzia negativa è poi proseguita sabato, quando non è riuscito a far meglio di una mediocre quarta posizione. In gara gli è andata anche peggio: verso il decimo giro ha accusato una presunta perdita di potenza ed a fine gara non è riuscito ad avere la meglio su un Ricciardo azzoppato da un motore stanco e dall'affidabilità ballerina trascinatasi dallo scorso Gran Premio di Monaco. Al termine la classifica di gara recita: Vettel, Bottas, Verstappen, Ricciardo, Hamilton e Raikkonen. Quasi una battuta d'arresto, quindi, per l'inglese campione del mondo in carica che adesso, come detto, si vede sopravanzato nel mondiale dal rivale Vettel.

Che Bottas! Raikkonen opaco

Detto dei "grandi" di Ferrari e Mercedes è bene rimarcare il superlativo weekend di Bottas, per una volta indiscusso leader all'interno del box grigio. Un solo errore ha macchiato la gara del finlandese: al 56esimo giro ha intraversato la sua vettura pagando 1,5 secondi circa al leader ma, ad onor del vero, quanto successo non ha inficiato sul risultato finale. Prestazione incolore invece per il connazionale Raikkonen. Il ferrarista ha corso con la power unit priva degli aggiornamenti che hanno dato una spinta in più a Vettel ma il sesto posto finale e soprattutto il suo passo gara altalenante non convincono.

Leclerc: il futuro che avanza

Tralasciando la gara dei tre top team merita risalto la gara di Leclerc. Il monegasco ha condotto ancora una volta a punti l'Alfa Romeo-Sauber grazie alla sua decima posizione finale. Il pilota del Ferrari Driver Academy ormai non stupisce più e conferma le doti mostrate durante questo scorcio di campionato e soprattutto nelle formule propedeutiche. Con le sue gesta il giovane Leclerc fa navigare la Sauber dipinta Alfa Romeo in posizioni che, per prestazioni, non le competono. Vedere i risultati del più esperto compagno Ericsson per credere. Un altro motivo di gioia per gli uomini di Marchionne che attendono il prossimo gran premio per confermare le ottime prestazioni della SF71-H: in Francia la Pirelli porterà le gomme con spessore del battistrada ridotto di 0,4 mm, la prova del fuoco per Vettel e Raikkonen. Sarà l'occasione per scacciare certi fantasmi o per confermare che, comunque vada, sarà dura fino alla fine.

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Domenica, 27 Maggio 2018 19:42

F1, Monaco: Ricciardo principesco!

L'australiano domina tutto il weekend. In gara resiste a Vettel andando oltre i problemi tecnici che ne limitano l'andatura. Oggi il Principe di Monaco è lui! Vettel è secondo: dopo la sciagurata Barcellona la Ferrari torna sul podio. Un Verstappen da incubo rovina la festa Red Bull.

di Matteo Landi

La Red Bull torna in alto. Lo fa su un tracciato cittadino che premia la guida dei piloti ed il carico aerodinamico. In regime di monopolio gomme, a Monaco, pista in un cui la potenza del motore trova un'importanza limitata, Ricciardo domina in un lungo ed in largo l'intero weekend. Una gara che ha consacrato fra i grandi della categoria un pilota troppo spesso sottovalutato, anche dalla stessa Red Bull. Gli austriaci hanno sempre creduto in lui ma, appena il presunto campione del futuro baby Verstappen ha fatto capolino nella massima Formula, le priorità del loro management sono cambiate. E mentre l'australiano macinava punti e chilometri dall'alto della sua affidabilità condita da una brillantezza mai accompagnata dall'irruenza, tallone d'Achille del compagno Verstappen, quest'ultimo firmava un rinnovo plurimilionario con il team fondato da Dietrich Mateschitz. Ricciardo è stato alla finestra, ad osservare i tanti errori compiuti quest'anno dal compagno di squadra, ed a Monaco ha piazzato la mazzata al morale del figlio d'arte Verstappen, il quale nel frattempo sprecava ogni chance di doppietta, altamente probabile viste le prestazioni delle vetture Red Bull sul budello di Montecarlo, andandosi a schiantare in prova.

Verstappen, quando cresci? Red Bull, ci pensa Ricciardo.

Costretto a partire ultimo, Verstappen è risalito fino al nono posto finale, con sorpassi puliti e mai fuori dalle righe. Una domenica positiva per il processo di maturazione del giovane olandese (che ricordiamo avere in F1 già 65 gare sulle spalle), negativa dal punto di vista del risultato perchè con una Red Bull così, per qualsiasi pilota, l'obiettivo minimo deve essere il podio. Ricciardo invece non ha sbagliato niente, domando un problema alla power unit che lo ha costretto, dopo solo un terzo di gara, ad un ritmo blando dettato anche dall'esigenza di dover effettuare l'intero Gp con un solo cambio gomme. Vettel, partito secondo, è stato l'ombra dell'australiano per l'intera gara. A Monaco difendersi è molto più semplice di attaccare. Lo sa Vettel, che ha sperato nella sbavatura che Ricciardo non ha mai fatto.

Una Mercedes altalenante soffre Monaco e le ritrovate Pirelli "tradizionali"

E Hamilton? Dopo la gara spagnola Pirelli è tornata alla versione "standard" delle gomme, il battistrada ridotto tornerà per il GP di Francia e quello di Gran Bretagna, e la Mercedes è tornata a soffrire, più della vetture concorrenti, di un graining che ha limitato non poco le performance di Hamilton. L'inglese, nonostante il problema occorso a Ricciardo che limitava il ritmo dei primi due, non ha mai costituito una seria minaccia per Vettel ed alla fine della corsa ha dovuto difendere il podio dal rientrante Raikkonen e da Bottas. I finlandesi sono giunti al traguardo in quarta e quinta posizione, con l'alfiere Ferrari davanti al pilota Mercedes.

Leclerc sfortunato. Ocon, vergogna!

In generale è stata una gara a tratti soporifera per gli spettatori, svegliati solo dal botto terrificante che Leclerc, in crisi con i freni, ha inflitto al posteriore della Toro Rosso di Hartley. Il monegasco di casa Alfa Romeo-Sauber è stato autore di una gara convincente, seppur sfortunata. Un bel voto zero va a Esteban Ocon. Il sesto posto finale ottenuto dal francese è un ottimo risultato per la Force India che tuttavia avrebbe potuto conquistare qualche prezioso punto in più. Il pilota francese, che corre con "cartellino" Mercedes, durante la gara è stato tutto tranne che un ostacolo per Hamilton e Bottas. Quando l'inglese ed il finlandese hanno avuto la necessità di sopravanzarlo, nonostante le note difficoltà di sorpasso che l'angusto tracciato cittadino del Principato offre ai piloti, Ocon si è smaterializzato. Che brutta immagine! Se si pensa a tutte le critiche che Ferrari ha dovuto sopportare per i "giochi di squadra" di cui ha beneficiato in alcune occasioni il suo pilota leader, beh, allora che dire della poco "trasparente" situazione creatasi nel Gran Premio di Monaco fra i piloti Mercedes ed il pupillo Force India, fra l'altro motorizzata proprio dal costruttore tedesco?

Gasly regala ossigeno a Toro Rosso

Oltre a Daniel Ricciardo, eroe di giornata, ha brillato Pierre Gasly. Il francese ha conquistato una settima posizione che rappresenta oro per la classifica del team Toro Rosso, adesso 7imo nel mondiale costruttori al pari di Haas, quest'ultima impalpabile a Monaco. Nell'universo Red Bull, mentre tengono banco le vicende contrattuali di Ricciardo e le vicissitudini di Verstappen, si sta facendo spazio a suon di sprazzi prestazionali molto convincenti il 22enne di Rouen. Se Verstappen non dovesse fare pace con se stesso, e con il mondo,gli uomini di Horner hanno già la soluzione pronta. Intanto in Toro Rosso si godono lui ed una power unit Honda clamorosamente affidabile alla faccia di una McLaren che, nonostante il cambio di fornitura, continua ad accusare problemi di tenuta. Ma non era Honda l'origine di tutti i mali?

Dopo la claustrofobica Montecarlo si va in Nord America

Con Monaco già alle spalle la classifica piloti recita Hamilton a quota 110 punti, davanti a Vettel, secondo con 96 punti e Ricciardo terzo a 72. Il campionato è ancora lunghissimo e parlare di lotta per il mondiale, reduci da quanto successo nella passata stagione, è prematuro. Il campionato 2018 era iniziato con due vittorie consecutive della Rossa e di Vettel. Il tedesco è poi rimasto a secco per 4 gare di fila, lasciando spazio a Ricciardo ed Hamilton. I tre leader del mondiale hanno ottenuto 2 vittorie ciascuno. Se il campionato sarà una lotta a tre prepariamoci ad una calda estate. Fra due settimane il Circus sbarcherà in Canada, su un tracciato in cui conterà trazione e potenza. Un ottimo banco di prova per capire il reale potenziale di Ferrari e Mercedes e se Red Bull è uscita definitivamente dal ruolo di outsider di lusso.

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Domenica, 13 Maggio 2018 19:56

F1, Spagna: Pirelli show per Hamilton

Pirelli cambia le gomme prima del weekend di gara e la Mercedes domina. Ferrari sprofonda. Campionato falsato? A Maranello adesso devono alzare la voce.

di Matteo Landi

A fine gara Hamilton ha ringraziato la squadra che gli ha fornito una vettura velocissima, dimenticando volontariamente di menzionare Pirelli. Durante i test invernali, disputati proprio sulla pista catalana, la Mercedes non riusciva a gestire adeguatamente le sue gomme: la vettura tedesca portava al blistering le Pirelli evidenziando una formazione di vesciche che andava a compromettere le prestazioni delle frecce d'argento e la durata delle gomme stesse. Per contro Ferrari aveva lavorato bene sul proprio telaio raggiungendo un feeling ideale fra esso e gli pneumatici. Dopo 4 gare bellissime, vissute con una lotta al vertice che ha fornito risultati eccellenti per Ferrari, a Barcellona lo spettacolo subisce una pesante battuta d'arresto con Hamilton che domina una gara soporifera. Merito di Pirelli che prima della gara, nonostante le squadre avessero già scelto la combinazione di mescole da portare in pista in Catalogna, decide di far debuttare uno pneumatico dal battistrada ridotto nello spessore di 0,4 mm. Una scelta che rende più difficile il surriscaldamento della gomma e la formazione di blistering. Ed in Spagna il campionato volta faccia. La Ferrari perde la sua superiorità prestazionale e già in qualifica si ritrova dietro alle due Mercedes. Non solo, questa modifica improvvisa portata dalla Pirelli stravolge il proverbiale equilibrio mostrato fino a Baku dalle vetture Rosse, e Vettel deve addirittura disputare il suo giro veloce con le teoricamente meno prestazionali gomme soft in luogo delle supersoft. In gara Ferrari sprofonda, lontana parente della formidabile Rossa vista nell'inizio di mondiale e Vettel, secondo ma ben lontano dal leader Hamilton, si ritrova costretto ad eseguire una sosta in più rispetto a Bottas e Verstappen che alla fine gli terminano davanti. Risultato: Hamilton si invola nel mondiale, Vettel giunge solamente quarto al traguardo e campionato decisamente falsato da una scelta discutibile di Pirelli.

Mercedes-Pirelli, la storia si ripete. Ferrari, adesso alza la voce!

Nel 2013 proprio Mercedes e Pirelli eseguirono un vietatissimo test privato. La squadra tedesca risolse i suoi problemi di gestione degli pneumatici e, nonostante fu palese la violazione, la Federazione di fatto non comminò alcuna sanzione al team teutonico. Maggio 2018, il rapporto Mercedes-Pirelli sembra più....saldo che mai. Con la complicità della Federazione Internazionale. Queste gomme con battistrada ribassato saranno protagoniste di altre due gare quest'anno e Ferrari può già mettere in bilancio una minus valenza inattesa fino a pochi giorni fa. A Maranello adesso devono alzare la voce. In caso contrario il peso politico Mercedes, di questo passo, schiaccerà ancora le ambizioni iridate degli uomini di Marchionne. Fra due settimane Pirelli tornerà agli pneumatici "convenzionali" e le vetture, su una pista storica e particolare come quella di Montecarlo, torneranno a mostrare le loro "reali" prestazioni.

Raikkonen si ritira: ben 2 problemi di affidabilità in solo weekend

In Ferrari devono comunque fare mea culpa per i preoccupanti problemi di affidabilità mostrati dalla monoposto di Raikkonen. Il finlandese ha vissuto una battuta d'arresto che mina le sue chance iridate e le ambizioni di classifica costruttori di Ferrari, adesso seconda e lontana da Mercedes. Alla Ferrari n. 7, durante le prove, avevano già dovuto sostiture il motore termico: adesso risulta impensabile per Raikkonen arrivare al termine del campionato senza incorrere in penalità. E siamo solo alla quinta gara.

Verstappen sul podio ma ancora graziato. Grosjean da pazzi!

Nessuna sanzione per Verstappen, ottimo terzo in Spagna, ma ancora protagonista di episodi negativi come la tamponata rifilata a Sirotkin che ha compromesso l'integrità dell'ala anteriore della Red Bull. Il danno non ha rallentato l'olandese, fortunato e graziato, ancora, dai commissari. Evidentemente le lotte della seconda parte dello schieramento assorbono le energie degli stewart, pronti a sanzionare Vandoorne per un banale e irrilevante taglio di curva ma insensibili alle manovre del pupillo Red Bull. Si spera invece che diano una punizione esemplare a Grosjean: al primo giro il pilota Haas ha perso la vettura ed è andato in testacoda, rigettandosi pericolosamente in pista in mezzo al gruppo delle monoposto. Per Hulkenberg e Gasly il contatto con la monoposto americana è stato inevitabile, con ritiro per le 3 vetture. Poteva andare molto peggio. Nel 2012 il pilota francese venne squalificato per una gara in seguito all'incidente al via del Gp del Belgio. Sei anni dopo si meriterebbe un'analoga sanzione.

Ferrari: tieniti stretto Leclerc! Magnussen: gran sesto posto

In Ferrari, nonostante un Gran Premio decisamente amaro, possono sorridere per le prestazioni di Leclerc, pilota dell'Academy in forza al team Alfa Romeo-Sauber. Il monegasco è andato ancora una volta a punti dopo una gara in cui ha duellato con piloti ben più esperti di lui ed il decimo posto fa seguito all'incredibile sesto di Baku. Gran gara anche di Magnussen: il danese ogni tanto spegne il cervello, come in prova quando ha ostacolato in pieno rettilineo proprio Leclerc, ed è un peccato perche l'ottimo feeling con la sua Haas gli permette prestazioni notevoli come il sesto posto al traguardo della gara odierna.

Williams, crisi infinita

Crisi nera invece per la Williams: il glorioso e plurititolato team inglese non riesce ad abbandonare le zone meno nobili della classifica. In qualifica occupa costantemente le ultimissime posizioni ed in gara non è che vada molto meglio. Il debuttante Sirotkin non può certo fornire indicazioni alla squadra tali da farle risalire la classifica. Stroll è al secondo anno in F1, l'anno scorso beneficiava della presenza in squadra del maturo Massa. Il 2018 rischia di diventare l'anno nero della storia della squadra inglese e le prospettive future appaiono ben poco rassicuranti, con sponsor sul piede di partenza. Vedere in pista il terzo pilota Kubica sarebbe bellissimo, ma non a queste condizioni: le scarse prestazioni offuscherebbero inevitabilmente gli sforzi compiuti dal polacco per tornare al volante di una F1 in un Gran Premio. Fra due settimane Monaco ospiterà il grande Circus iridato. Con gomme dal battistrada "ordinario" e sullo storico tracciato cittadino ne vedremo delle belle. Dopo la pagina nera scritta in Spagna la Formula 1 ne ha terribilmente bisogno.

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Domenica, 29 Aprile 2018 20:06

F1, Azerbaijan: botta e risposta

Vettel domina fino all'ultima safety car, provocata da un brutto incidente fra i piloti Red Bull. Poi il tedesco sbaglia e ne approfitta un opaco Hamilton. Campionato incerto, ma il tema è: chi fermerà Verstappen?

di Matteo Landi

Nel 2016, per molto meno, il povero Daniil Kvyat fu licenziato in tronco dalla Red Bull e retrocesso in Toro Rosso. Era il Gp di Russia ed aveva costretto al ritiro Vettel dopo due contatti nel corso del primo giro di gara. La sostituzione del pilota russo con il giovane Max Verstappen era nell'aria da tempo e Red Bull prese l'occasione al balzo per promuovere l'olandese in "prima squadra". Chissà cosa avrà pensato Kvyat questa domenica, guardando in tv un Gp d'Azerbaijan stravolto dall'incidente fra Verstappen e Ricciardo che ha obbligato la race direction a neutralizzare la gara con l'intervento della safety car. A pochi giri dalla fine Bottas era in testa, ma doveva ancora fermarsi per il suo pit stop, Vettel avrebbe riconquistato la testa di una gara che aveva dominato fin dal sabato con una pole position autoritaria ed annichilente per la concorrenza.

La safety car stravolge la gara. Vettel fa un solo piccolo errore, Hamilton ne approfitta e vince.

Nella prima parte di gara il pilota Ferrari ha corso in modo magistrale, nessuna sbavatura, mentre Hamilton arrivava lungo un paio di volte perdendo secondi preziosi e Bottas arrancava. Al 30esimo giro, al momento del pit stop di Vettel, il finlandese conquistava la leadership e, mostrando un passo decisamente veloce, riusciva a mantenere invariato il vantaggio di circa 12 secondi sul tedesco. In Ferrari attendevano la sosta del pilota Mercedes per riconquistare la testa della gara ma la safety car, entrata in pista al 40esimo giro, ha permesso a Bottas di mantenere comunque la prima posizione. Vettel ed Hamilton non potevano far altro che copiare la scelta del finlandese in modo da avere pneumatici freschi per gli ultimi giri di gara.

Al 48esimo giro, all'uscita della safety car, è stato scontro diretto fra i due Mercedes e Vettel.

Il tedesco ha tentato il sorpasso sul leader Bottas, arrivando leggermente lungo e ritrovandosi addirittura quarto con un pneumatico "spiattellato". L'unico errore di un weekend altrimenti perfetto per il quattro volte campione del mondo. Non chiamiamo in causa la dea bendata: la sfortuna non c'entra. A Baku cause e conseguenze sono parse chiare a tutti. Anche ad Hamilton, che sornione ha approfittato dell'errore di Vettel e della foratura che ha privato Bottas di una meritatissima vittoria. Quest'ultimo aveva appena pestato un detrito rimasto in pista dopo in numerosi scontri accaduti in una domenica ricca di colpi di scena. L'ultimo dei quali, l'incidente fra Ricciardo e Verstappen, a dire il vero piuttosto prevedibile.

Qualcuno fermi Verstappen

Al di là della vittoria di un Hamilton non incisivo, della foratura di Bottas e del piccolo ma determinante errore di un Vettel quasi perfetto, a Baku è bene che gli addetti ai lavori pongano l'attenzione sul "problema Verstappen". L'olandese, coccolato dagli uomini Red Bull, eletto a nuova star senza troppi meriti sportivi, ravviverà anche le gare ma è un pericolo per l'incolumità degli altri piloti. Per "Versbatten" è stata una gara condotta con il coltello fra i denti ed il suo avversario principale stavolta è stato il compagno di squadra Ricciardo: sorpassi e controsorpassi decisi, difese strenue ai limiti del consentito. Un limite che ha ampiamente varcato a pochi giri dalla fine della gara quando Ricciardo si apprestava ad un facile sorpasso in pieno rettilineo: l'olandese ha cambiato traiettoria due volte, a più di 320 km/h e Ricciardo non ha potuto evitare lo scontro con il compagno. Risultato per Red Bull: zero punti. Dispiace dirlo ma la casa austriaca si è volontariamente procurata una situazione che la sta privando di risultati importanti, difendendo, fino ad ora, l'operato di un Verstappen giovane, promettente e veloce, ma troppo arrogante ed ultimamente incline ad errori che addirittura declassano la percezione del valore di un pilota che al suo arrivo in Red Bull, nel 2016, colse una stupefacente vittoria che lasciò sbalordito l'universo della massima Formula. Dalle stelle alle stalle, è proprio il caso di dirlo. Adesso in Red Bull si leccano le ferite e Ricciardo farà bene a trovarsi, per i prossimi anni, una sistemazione fuori dalla sua attuale squadra, in un team che riconoscerà il suo valore più di quanto (poco) stanno facendo adesso i "bibitari".

Raikkonen e Perez benedicono la safety car

Oltre ad Hamilton, hanno approfittato dell'ultima safety car Raikkonen e Perez. Il primo ha dato un senso ad un weekend ricco di sbavature ed errori, dai "lunghi" del sabato che lo hanno relegato alla sesta posizione in griglia di partenza, ad un primo giro di gara poco convincente in cui si è, senza colpa, scontrato con Ocon. Dopo il contatto con il giovane pilota francese Raikkonen è sprofondato in fondo al gruppo per poi risalire fino al sesto posto, divenuto secondo al traguardo grazie a fatti di gara già citati. Un podio che portato un piccolo sorriso amaro alla Ferrari, altrimenti solo quarta con Vettel, superato negli ultimi km di gara da un consistente Perez che, al volante della sua Force India, non sarebbe mai arrivato così avanti in caso di gara lineare. Ma tant'è.

Charles Leclerc, eroe di giornata, fa brillare la sua classe

L'eroe di giornata è Charles Leclerc, addirittura sesto con la sua Sauber marchiata Alfa Romeo e spinta dalla power unit Ferrari. Dopo un inizio di stagione interlocutorio è venuta fuori tutta la classe del giovane monegasco. Un risultato maturato grazie all'ottimo passo mostrato durante tutta la gara, tenendosi lontano dai guai e sfoderando gli artigli quando serviva, vedi l'autoritario sorpasso sul due volte campione del mondo Fernando Alonso. La Sauber, nelle mani di Leclerc, è parsa una vettura ben più veloce di quello che è. Il pilota del Ferrari Driver Academy c'ha messo del suo per portarla in alto ed il compagno Ericsson stavolta ha decisamente sfigurato nei confronti del giovane debuttante.

Ferrari veloce ma non ne approfitta. Quanto peserà?

Fra due settimane la Formula 1 tornerà in Europa per il Gp di Spagna, solitamente tappa per tutte le squadre dei primi importanti aggiornamenti tecnici. La Ferrari ha fino ad ora mostrato di essere la vettura più veloce in qualifica e la più consistente in gara. A Maranello però non ne hanno approfittato a dovere e vedremo se a fine campionato pagheranno queste piccole incertezze. La lotta fra Mercedes e Ferrari è apertissima, Hamilton adesso è leader del mondiale, con solo 4 punti di vantaggio su Vettel, mentre la Ferrari torna in testa nel costruttori sempre per 4 lunghezze. Fino ad ora il computo delle vittorie recita un 2 a 1 a favore del tedesco. Ne vedremo delle belle.

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Domenica, 15 Aprile 2018 18:00

F1, Cina: Ricciardo show! Verstappen crack!

Ricciardo vince con sorpassi da urlo. Vettel speronato da Verstappen, ancora una volta. Solo ottavo il campione tedesco che resta leader del mondiale. Raikkonen va sul podio e tiene alto l'onore Ferrari ma è un'occasione persa.

di Matteo Landi

La Formula 1 torna in Asia Orientale e la Ferrari ritrova i suoi fantasmi. Lo scorso anno la trasferta asiatica segnò la resa della squadra di Maranello e Vettel perse per motivi tecnici, ed incidenti, quei punti necessari a tenere aperto il sogno iridato. Anno nuovo, vita nuova. Ed invece no. Il Circus va in Cina e si materializza lo spauracchio Ferrari, quel Max Verstappen che sarà pure un predestinato, un futuro campione, ma intanto è capace di collezionare, quest'anno, figuracce epiche tornando anche alla sua specialità: non i sorpassi spettacolari, a farli ci pensa il sottovalutato compagno di squadra Ricciardo, ma l'autoscontro. Ed ancora una volta la sua vittima preferita è, da buon torello, la Rossa di Vettel. A fine gara i due si sono parlati ed il 4 volte campione del mondo, con quella calma zen che gli era mancata lo scorso anno, ha preferito tenere toni bassi nonostante l'evidente, enorme, delusione. Perchè in Ferrari ci avevano creduto. Soprattutto dopo l'ennesima prima fila tutta Rossa conquistata in un sabato da ricordare che, a livello prestazionale, ha segnato la svolta in questa Formula Hybrid: due Ferrari in lotta per la pole position, conquistata di un soffio da Vettel, con le Mercedes, incapaci di contrastare l'armata Rossa, staccate di mezzo secondo. Poco davanti alle due Red Bull, con Verstappen e Ricciardo nell'ordine quinto e sesto. Mettere a confronto la classifica del sabato pomeriggio con quella di fine gara è uno shock: Raikkonen terzo a tenere alto l'onore del Cavallino mentre Vettel, giunto solamente ottavo al traguardo, non ha potuto far altro che raggiungere in qualche modo il traguardo nonostante una vettura mal ridotta nel contatto con Verstappen. Eppure nella prima parte di gara tutto lasciava pensare che avremmo assistito alla terza vittoria consecutiva della casa di Maranello.

Ferrari sbaglia strategia. Verstappen pericolo ambulante

Al via il tedesco aveva difeso, con forse troppa "cattiveria", la posizione su Raikkonen e si era involato in prima posizione, mentre il compagno, rallentato dalla manovra di Vettel, veniva sfilato prima Bottas e poi da Verstappen. Dopo due gare vinte "di strategia" la Ferrari, al 19esimo giro, effettuava il primo errore della stagione lasciando a Bottas la possibilità di entrare ai box prima del tedesco della Scuderia italiana, offrendo il fianco all'undercut. Un giro dopo Vettel è entrato a sostituire gli pneumatici ma tanto gli è bastato per perdere la leadership. Il ferrarista aveva ancora la possibilità di dire la sua per la vittoria ma quando è entrata la safety car, necessaria per permettere la rimozione dei detriti frutto del contatto fratricida fra Gasly, penalizzato poi di 10 secondi, e Hartley, la Ferrari non ha azzardato quell'ulteriore cambio gomme fatto invece dai due Red Bull Ricciardo e Verstappen. In Red Bull hanno colto l'occasione d'oro, come Arrivabene e compagni avevano fatto a Melbourne, quando meno consapevoli dei loro mezzi avevano consegnato la vittoria a Vettel sfruttando la Virtual Safety Car. Chi di strategia ferisce, di strategia perisce e stavolta a Maranello hanno lasciato agli altri le carte migliori da giocare. Ma il patatrack è avvenuto dopo e porta, come detto, la firma di Max "Versbatten". Per Vettel la vittoria era divenuta un miraggio, forse poteva sbarazzarsi di Bottas ma difficilmente sarebbe riuscito a tenere dietro le due Red Bull che, con i freschi pneumatici soft montati durante il regime di Safety Car, erano pronte a conquistare un'inaspettata doppietta. Per concretizzare una buona strategia servono comunque degli ottimi piloti, come evidenziato da Vettel in Australia e Bahrain e come mostrato da Ricciardo in Cina. L'australiano ha rimontato caparbiamente, con sorpassi stupendi ma sempre nel rispetto degli avversari. Tutto il contrario del compagno Verstappen, il quale ha prima rischiato la collisione con Hamilton e poi ha speronato malamente Vettel: il tedesco stava già percorrendo la curva quando Verstappen alle sue spalle lo ha centrato danneggiando la fiancata della Ferrari e costringendo il ferrarista alla misera ottava posizione finale. I dieci secondi di penalità comminati al giovane olandese suonano come un insulto al buon senso: il pilota Red Bull ha perso una sola posizione finale, a vantaggio di Hamilton.

Hamilton, che succede?

L'inglese ha vissuto un fine settimana sottotono. Le ha prese da Bottas in qualifica, poco incisivo in gara, ha colto la quarta posizione finale, portandosi a 9 lunghezze nella classifica mondiale dal leader Vettel. "Ho voluto toglierti il sorriso", erano le parole che Hamilton pronunciò all'indirizzo del pilota Ferrari nella conferenza stampa post qualifiche di Melbourne: da allora è l'inglese quello che ha gioito di meno.

Red Bull, è Ricciardo il caposquadra

Chi stavolta era felice alla follia, sconfinando in una dolce commozione, era Ricciardo. Sul podio non ha retto le lacrime, prima di bere lo champagne dalla sua scarpa. E' quasi clamoroso come i vertici Red Bull continuino ad appoggiare incondizionatamente Verstappen, per inciso in questo 2018 è un pilota che neanche merita la massima Formula, rimanendo vaghi sull'eventuale rinnovo contrattuale con il forte pilota australiano. Eppure, in questo momento, è l'unico diamante che brilla fra i quattro piloti Red Bull presenti nel mondiale, tenendo in considerazione anche Gasly e Hartley, alfieri Toro Rosso. Oggi i due futuri fenomeni Verstappen e Gasly hanno compiuto errori analoghi. Se quest'ultimo può appellarsi alla sua scarsa esperienza, ricordiamoci che in Bahrain aveva ottenuto una prestazione "monstre", Verstappen ha disputato più di 60 gran premi, viene sempre osannato quando conquista un podio o una vittoria ma mai troppo criticato dalla squadra quando commette errori che privano la stessa di preziosi punti mondiali. Per contro Ricciardo da quando corre in F1 vanta una costanza impressionante, limitata quando da scarse prestazioni del mezzo, quando da problemi di affidabilità ma raramente da suoi errori. Qualunque sia la squadra che si assicurerà i suoi servigi farà un ottimo affare.

Leclerc ancora in fase tirocinio e la Sauber arranca. Renault è la prima degli altri

Top team a parte c'è da sottilineare il passo indietro compiuto in Cina dall'Alfa Romeo-Sauber: Ericsson e Leclerc hanno occupato costantemente i bassifondi della classifica, la nona posizione conquistata dallo svedese solo una settimana fa è uno sbiadito ricordo. Appiccicare sul cofano motore un marchio prestigioso non aiuta ad andare più forte e nessuno si aspettava un balzo in avanti della squadra svizzera dopo anni di vacche magre. Tuttavia ci si attendeva una spinta in più da parte del giovane Leclerc, campione in carica di F2. Questa generazione di vetture è estremamente veloce e difficile da portare al limite, lo stesso Gasly inizia solamente ora a mostrare sprazzi della sua classe, alternandoli ad errori pacchiani come quello compiuto in Cina. Hartley, velocissimo nel mondiale endurance, fatica a trovare il ritmo giusto. Vedremo quando Leclerc riuscirà ad uscire da questa impasse iniziale. Si è fatto vedere invece nelle posizioni che contano della top ten Nico Hulkenberg: il tedesco è giunto al traguardo in sesta posizione, approfittando dei problemi di Vettel e battendo Alonso e Sainz. Lo spagnolo della Renault ha conquistato la nona piazza, a pochi decimi dal sofferente Vettel, non lontano da Alonso che ha terminato in settima posizione. La zona punti non è più irraggiungile per il due volte campione del mondo che, tuttavia, rimane lontano dalle posizioni che lui e McLaren vogliono tornare ad occupare.

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Domenica, 08 Aprile 2018 21:56

F1, Bahrain: Vettel nella storia!

Ferrari vince ancora grazie ad una magia del pilota tedesco: riscritta la storia delle corse. Bottas e Hamilton battuti. Sfortuna per Raikkonen. Che gara stupenda!

di Matteo Landi

Domenica 08 aprile 2018, uno di quei giorni che, sportivamente parlando, ringrazi Dio di aver vissuto. Una gara che rimarrà per sempre negli annali della Formula 1, come Jarama 1981 o Montreal 2003, con Villeneuve nel primo caso e Schumacher nell'altro, eroicamente vincenti nonostante il pressante fiato sul collo dei rivali giunti al traguardo a pochi metri di distacco. Bahrain 2018, la gara che consacra definitivamente Vettel nell'Olimpo dei grandi, così da fugare ogni dubbio anche a chi lo ha sempre visto pluricampione solo grazie ai mezzi che ha guidato. Il tedesco così fa due su due e dopo un Gran Premio d'Australia vinto di strategia, con anche un pizzico di fortuna, vince oggi nonostante la strategia, folle, dell'unico pit stop, portando a compiere alle sue gomme soft quasi 40 giri. A dire il vero l'azzardo era divenuto l'unico modo per vincere la gara quando si è visto il passo velocissimo delle due Mercedes, ma per concretizzare il risultato serviva un vero maestro della guida e Vettel lo è stato. A pochi giri dalla fine la vittoria di Bottas sembrava quasi scontata, poi sono venute fuori le doti da campionissimo di Vettel e la Ferrari ha potuto ancora una volta festeggiare nonostante i pronostici fossero tutti a favore dello squadrone Mercedes e di Hamilton.

Pole position e vittoria: Ferrari e Vettel danzano nel deserto del Bahrain

Ma in qualifica era già evidente come la Ferrari, dopo lo scherzetto australe, fosse pronta a giocare ancora in attacco, con Vettel e Raikkonen capaci di strappare una clamorosa doppietta. Riuscirci poi su una pista "completa" in cui la potenza della power unit, l'efficienza aerodinamica ed una buona trazione sono caratteristiche necessarie per ben figurare aveva gettato scompiglio nel box Mercedes. Inoltre l'armata tedesca era dovuta ricorrere alla sostituzione del cambio sulla vettura di Hamilton, costretto in gara a scattare solamente in nona piazza in seguito alla penalità di 5 posizioni prevista da regolamento. Allo spegnersi dei semafori Vettel è riuscito a mantenere la testa mentre Raikkonen, partito dal lato sporco, si è visto sfilare da Bottas. Intanto Hamilton iniziava una furiosa rimonta capace di portarlo in pochi giri in top 4. Ad un certo punto la gara sembrava andare incontro all'inglese, su una strategia che prevedeva una sola sosta consapevole dell'ottima velocità della sua vettura con le più durevoli gomme medie. Chissà come sarebbe andata a Raikkonen se gli avessero montato adeguatamente le supersoft per l'ultimo stint. Non lo sapremo mai, perchè lo sfortunato finlandese alla ripartenza dalla piazzola di sosta ha incompevolmente investito un meccanico che ancora non era riuscito a sostituire la posteriore sinistra. Risultato: ritiro per Raikkonen e gamba fratturata per il tecnico Ferrari. La casa del Cavallino si è così ritrovata nel finale di gara con una sola freccia nel suo arco contro le due Mercedes che dotate di gomme più fresche sembravano potersi sbarazzare facilmente della Ferrari leader della corsa. Forse solo a Vettel poteva riuscire la prodezza di cui si è reso protagonista. Con Hamilton più staccato Bottas ha provato all'ultimo giro l'attacco decisivo ma Vettel, quasi sulle tele, lo ha respinto andando a vincere ed entrando nella storia delle corse.

Ferrari-Mercedes: 2 a 0

Due vittorie su due gare per la Ferrari, su piste totalmente diverse: il cittadino di Melbourne ed una tracciato "vero" come quello costruito nella periferia di Manama. Vincendo "di rapina" in Australia, partendo dalla pole position in Bahrain. Per ora sta vincendo sui rivali anche sul piano dell'affidabilità, vista la necessità di Hamilton di dover sostituire il cambio dopo solamente un evento e la debacle personale di Bottas quando durante le qualifiche del Gp d'Australia è andato a muro. E' presto per parlare di "lotta mondiale" ma intanto godiamoci questa Ferrari e....grazie Vettel!

Toro Rosso fa festa e Sauber porta in top ten il marchio Alfa Romeo. Red Bull, che disastro!

Tralasciando Ferrari e Mercedes il secondo Gp della stagione ci consegna tre sorprese, di cui una in negativo. E' infatti andata malissimo a Red Bull, annunciata protagonista di questo mondiale. Nei fatti non sta concretizzando. Le vetture austriache nelle prove libere avevano mostrato un passo da primato ma già sabato Verstappen ha rovinato i piani della compagine di Mateschitz andandosi a schiantare contro le barriere, determinando così la sua 15esima posizione sulla griglia di partenza. In gara non è andata meglio al giovane pilota, ritiratosi dopo un contatto con l'incolpevole Hamilton. Dopo la pessima prestazione australiana un altro passo falso per il giovane olandese che rinverdisce così il soprannome "Versbatten" a suo tempo attribuito al padre. Peccato per Ricciardo, buon quarto sabato, vittima domenica di un presunto problema elettrico dopo pochi km. Zero in casella così per Red Bull in una gara che ha visto sorridere, eccome, i cugini di Toro Rosso: primi punti in F1 per Gasly che ha caparbiamente condotto al quarto posto finale la sua vettura dotata di una rinvigorita power unit Honda che ha permesso al francese di difendersi senza problemi sugli allunghi del circuito di Manama. Chissà come si sentiranno in McLaren: anni passati ad incolpare il costruttore nipponico per gli scarsi risultati ottenuti ed ora che hanno i motori Renault si beccano manciate di secondi dal piccolo costruttore faentino. Detto di Toro Rosso l'altra bella sorpresa è la buona prestazione della Sauber colorata Alfa Romeo, addirittura a punti con il meno blasonato Ericsson. Lo svedese si è reso protagonista di una gara solida, giungendo nono al termine di una gara che non ha visto brillare il compagno di squadra, campione di F2, Leclerc. Considerando anche la quinta posizione finale della Haas di Magnussen si può pensare che in Sauber abbiano ricevuto una bella mano dalla power unit Ferrari. Un altro vanto per la casa di Maranello in un giorno che ha riscritto la storia della Formula 1.

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Domenica, 25 Marzo 2018 13:24

F1, Australia: Alba Rossa

Bentornata Formula 1, bentornata Ferrari! Vince Vettel, davanti ad un Hamilton velocissimo. Raikkonen va sul podio. A Maranello hanno tanto lavoro da fare ma intanto cominciano con una bella sbornia australe.

di Matteo Landi

Il tempo dei fatti è arrivato. Fiumi di parole si sono sprecati durante un inverno di ipotesi, speranze, opportunità. Ma non a Maranello. Il silenzio "assordante" dei mesi che hanno separato l'ultima gara 2017 dalla prima di questa nuova stagione, è stato rotto solo da qualche dichiarazione di Marchionne riguardo la gestione della Formula 1 da parte dei nuovi padroni di Liberty Media, tenendosi invece abbottonato quando c'era da esprimersi sulla riscossa Ferrari che i tifosi tanto invocavano. Alle parole di Vettel ed Hamilton nel dopo qualifica del sabato, con l'inglese baldanzoso e sorridente che quasi si faceva burla della mimica facciale assente di Raikkonen, il più serio dei tre durante la press conference, sono seguiti i fatti. Ed i fatti ci hanno consegnato una Ferrari protagonista, festosa con Vettel vincitore e Raikkonen terzo dietro ad un cupo Hamilton che, arpionata la prima pole position dell'anno, sperava in qualcosa di meglio. Saranno tante le pole Mercedes quest'anno, perchè è la specialità di casa Hamilton e la Mercedes va forte, tanto forte. E' senza dubbio la vettura più veloce del lotto, ma la gara si gioca domenica e con queste nuove velocissime vetture dotate di un'aerodinamica estrema, sensibile in negativo alle scie, con le quali superare è divenuto ancor più difficile, la strategia è divenuta determinante. Al termine di questo Gran Premio d'Australia si contano pochi sorpassi, ma lo spettacolo, scaturito da una lotta sui decimi di secondo, da una tensione costante, da una lotta fra uomini, non è venuto meno. Quel tipo di spettacolo che è la vera essenza della Formula 1. La pista di Melbourne è particolare, un cittadino piuttosto veloce, atipico. I responsi di questa domenica non sono da prendere come oro colato e la vittoria Ferrari non significa che a Maranello lotteranno per il mondiale ma quant'è bello vedere la Rossa tagliare il traguardo davanti a tutti, quant'è stato bello sentire l'inno italiano cantanto a squarciagola dai meccanici della Scuderia. Bentornata Formula 1, bentornata Ferrari!

Vettel veloce, fortunato e più solido di Hamilton. Mercedes superiore ma non basta

La gara di oggi è stata l'ulteriore dimostrazione di quanto i risultati dei test invernali vadano presi con le molle. Dopo le prove di Barcellona gli addetti ai lavori vedevano favorita la solita Mercedes, con la Red Bull pronta a contendere il successo allo squadrone tedesco e la Ferrari terza incomoda. Vettel e Raikkonen avevano sparato dei temponi ma tanti davano merito del risultato all'utilizzo delle gomme più morbide della vasta gamma Pirelli di quest'anno e ad un carico di carburante irrisorio. La pole position stratosferica di Hamiton sembrava dar ragione all'opinione comune. L'inglese era riuscito a stare davanti ai due piloti Ferrari di 6 decimi, un distacco abissale per la Formula 1 odierna. Ma quanto lo specialista della pole aveva messo del suo e quanto era dovuto alla velocità della sua Mercedes? Difficile da dire, considerando che è venuta meno la prestazione del compagno Bottas, a muro nell'ultima parte delle qualifiche dopo un errore pacchiano, inaccettabile da uno che guida per i campioni del mondo in carica, dominatori dell'era power unit. Sicuramente i tanti che vedevano una Red Bull in palla si erano sbagliati riguardo alle performance Red Bull, ottime ma appena inferiori a quelle Ferrari: Verstappen si è dovuto accontentare della quarta posizione ad un soffio da Vettel, Ricciardo, penalizzato di tre posizioni in griglia per non aver rallentato a dovere in prova quand'era esposta la bandiera rossa, addirittura dell'ottava posizione. Ed in gara per gli alfieri della squadra austriaca è andata anche peggio. Verstappen, poco lucido fin dal via quando ha perso la posizione nei confronti della Haas di Magnussen, nel tentativo di sopravanzare il danese ha esagerato ed è finito in testacoda. Per lui tante sbavature in una gara che ha terminato sesto. Due posizioni dietro al compagno Ricciardo: solido, veloce, mai sopra le righe, l'australiano ha cercato di artigliare il podio, ma nel finale non è riuscito a superare un Raikkonen che ha fatto le spalle larghe, facendo valere la sua grande esperienza. Il finlandese è stato il vero asso nella manica Ferrari. Ad una Mercedes che ha corso con una sola punta, Bottas è partito quindicesimo ed ha tagliato il traguardo mestamente ottavo, ha fatto contraltare una Ferrari forte della presenza al vertice di entrambi i piloti. Raikkonen è partito bene ed ha lungamente tenuto il passo del leader Hamilton. Quando il pilota Ferrari è entrato ai box per il suo cambio gomme la Mercedes ha reagito immediatamente chiamando alla medesima operazione Hamilton. Vettel, fino a quel momento terzo, si è così ritrovato in testa. Il tedesco ha tenuto un buon ritmo ma la sua sosta ai box lo avrebbe fatto finire inevitabilmente alle spalle dell'inglese e del finlandese. Questo sarebbe successo in una gara "lineare" ma Melbourne riserva spesso sorprese, e l'imprevisto, la Haas di Grosjean ferma a bordo pista in posizione scomoda dopo un pit stop maldestro, è arrivato nel momento migliore per la Ferrari. Vettel ha potuto compiere il pit stop in regime di Virtual Safety Car, e l'obbligo per tutti a procedere ad andatura limitata gli ha permesso di uscire dai box davanti ad Hamilton.

Che finale! Bentornata Formula 1!

L'ultima parte di gara è stata un concetrato di emozioni. Il tedesco è rimasto lucido mentre Hamilton gli fiatava sul collo. L'inglese non poteva credere ai suoi occhi, davanti aveva la Rossa del rivale Vettel. Forte di una Mercedes ultracompetitiva aveva ancora molti giri per compiere quel sorpasso che non gli è poi riuscito. E' rimasto costantemente negli scarichi del leader ma nel momento di massima pressione è uscito di pista perdendo due preziosi secondi. Hamilton si è messo nuovamente alla caccia di Vettel ricucendo lo strappo in pochi giri. Nel finale è arrivata la resa dell'inglese, chiamato dal suo box a tirare i remi in barca per salvaguardare gli stanchi pneumatici (questo ufficialmente, ma si ipotizza un piccolo "problema" di motore) e la gara è finita con un Vettel festoso, a pugno alto nonostante uno scomodo ed invadente Halo, con i meccanici gioiosi al muretto ed un'alba rossa quasi insperata. A Maranello dovranno lavorare molto, c'è comunque da chiudere un innegabile gap prestazionale con Mercedes, ma gli strateghi ed i meccanici del box Rosso, ed i piloti Vettel e Raikkonen, hanno dimostrato che si può indurre all'errore Hamilton, per non parlare di Bottas, e sfruttare l'ostentata sicurezza di Wolff e compagni a proprio vantaggio.

Haas è la quarta forza del mondiale, ma spreca tutto. McLaren ne approfitta ed Alonso torna a sorridere

Oltre alla lotta al vertice è da rilevare la prestazione messa in mostra da due outsiders, di cui uno di lusso: Haas e McLaren. I primi hanno conquistato in qualifica una strepitosa terza fila, con Magnussen davanti a Grosjean. In gara entrambi i piloti sono partiti alla grande: Magnussen ha lungamente occupato la quarta posizione dando filo da torcere a Verstappen, inducendolo ad un errore da principiante. L'olandese non ha perso la sua proverbiale velocità ma resta un baby fenomeno, più baby che fenomeno. Anche Grosjean al via è scattato bene e si è fatto sempre più grande negli specchietti del compagno Magnussen quando Verstappen si è tolto di mezzo. Sembrava una gran domenica da ricordare per il team americano ma è divenuta un vero incubo: al box entrambi i piloti hanno vissuto la stessa sventura con i meccanici che hanno avvitato male un pneumatico. Tradotto: ritiro per entrambi ed enorme occasione gettata al vento. Grazie anche alle disavventure Haas in casa McLaren si è vissuto il ritorno nelle posizioni che contano: i vertici sono ancora un miraggio ma, come dice Alonso, con la power unit Renault adesso possono lottare. Quinto lo spagnolo, nono Vandoorne, due vetture a punti: bene così. Male invece la ex collaboratrice degli inglesi, la Honda, nuova partner della Scuderia Toro Rosso: nei test invernali sembrava aver trovato quell'affidabilità e quella prestazione che ancora non aveva raggiunto dal suo ritorno in Formula 1 ma la prima gara del 2018 riporta i giapponesi alle tensioni vissute negli ultimi anni. Hartley ha terminato la gara in ultima posizione, 15esimo, Gasly si è ritirato. In queste condizioni è impossibile comprendere quale sia il reale valore della vettura progettata da Toro Rosso. E' certo invece che in Honda dovranno lavorare alacremente se non vogliono deteriorare il loro rapporto con il gruppo Red Bull, considerando che la possibile futura join venture con la "squadra madre" sarà fatta solo se in questo 2018 performance ed affidabilità saranno a livelli accettabili.

Prossima tappa Bahrain

Con il primo Gran Premio alle spalle si dovrà attendere due settimane per vedere all'opera le nuove monoposto sul circuito del Bahrain: una pista completamente diversa da quella australiana. Lì ci faremo un'idea più precisa riguardo le prestazioni delle diverse vetture. Mercedes sarà sicuramente competitiva, impossibile non tenere conto di quanto visto a Melbourne. In Ferrari rimangono con i piedi per terra ma adesso sono sicuri di poterli battere. Intanto godiamoci questo dolce risveglio in Rosso.

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