Ritorno alla vittoria per la rossa dopo quasi due anni. Gara perfetta del campione tedesco che riporta in alto i colori di Maranello. -
Parma, 30 marzo 2015 - di Matteo Landi -
Primo ottobre del 2006, Michael Schumacher vinceva in Cina la sua ultima gara in rosso, sul podio risuonavano l'inno tedesco e quello italiano, uno di seguito all'altro. 29 marzo 2015: sul podio, in lacrime, commosso dalla gioia, quello che per tanti e' il suo erede riporta alla mente degli appassionati quel giorno di ottobre ormai lontano. In questo lasso di tempo solo una volta i due inni erano suonati insieme, nel 2008, sempre grazie a Vettel, quando vestiva i colori Toro Rosso. Già allora si era capito che quel ragazzino aveva qualcosa di speciale. Con quel ragazzo che nel frattempo, a suon di titoli mondiali, si è fatto uomo, la Ferrari torna alla vittoria dopo quasi due anni.
Dal Gran Premio d'Australia si era intuito che quest'anno la musica sarebbe stata diversa, ma nessuno, neanche al box Ferrari, avrebbe immaginato di vincere già alla seconda gara stagionale e per di più senza il bisogno di dover approfittare di debacle altrui. Vettel non solo ha vinto ma ha dominato una Mercedes che evidentemente non si aspettava una crescita Ferrari così rapida. A Maranello hanno costruito una vettura che, al primo importante banco di prova, non ha deluso in quanto a velocità e guidabilità. La prima Ferrari che porta la firma di James Allison si è dimostrata "tenera" con gli pneumatici, come e anche più di quanto lo erano le Lotus da lui progettate che avevano dato due vittorie a Kimi Raikkonen. Il finlandese, dopo un sabato sfortunato che lo ha relegato all'undicesima posizione in griglia, nelle prime fasi di gara è stato costretto al rientro anticipato ai box dopo un intero giro condotto su tre ruote in seguito ad una violenta toccata ricevuta dal brasiliano Nasr. Se è vero che la fortuna è una ruota che gira il turno buono di Kimi sembra non arrivare mai. Costretto alle retrovie ha dato il la ad una rimonta entusiasmante, mettendosi spesso in evidenza come il pilota più veloce in pista, che lo ha portato ad una buona quarta posizione finale. Peccato che, nel giorno della rinascita Ferrari, non sia riuscito a salire sul podio, occupato oltre che dal vincitore Vettel anche dai due uomini in grigio Hamilton e Rosberg.
Mercedes: resta veloce ma la Ferrari la riporta sulla terra
I due alfieri Mercedes hanno potuto ancora una volta contare su una vettura velocissima, ma non su una squadra pronta a gestire situazioni di competizione serrata non solo fra i due compagni di squadra. Al box Ferrari, invece, le hanno azzeccate tutte, prendendo le decisioni opportune con estrema freddezza, come quando nei primi giri di gara, entrata in pista la safety car, non hanno fatto rientrare ai box Vettel al contrario del duo Mercedes. Hamilton e Rosberg, dopo il pit stop, si sono ritrovati nell'insolita situazione di dover sorpassare vetture meno veloci sul giro ma non in rettilineo, perdendo di fatto quei secondi che sono risultati determinanti per il risultato finale. Vettel si è reso autore di una gara magistrale: sempre concentrato, mai una sbavatura, veloce e determinato nei tanti doppiaggi effettuati. Compreso quello delle due Red Bull: fotografia perfetta del momento finalmente roseo della Ferrari ed incredibilmente nero della squadra austriaca fino a poco tempo fa dominatrice dei gran premi proprio con Sebastian Vettel.
Red Bull e Toro Rosso: i piccoli si fanno grandi e viceversa
Se i vertici Red Bull si sono resi protagonisti di un'accesa polemica nei confronti sia della Federazione Internazionale che del loro stesso fornitore di motori Renault, minacciando anche il ritiro a causa di una Formula 1 che a loro dire è troppo condizionata dalla competitività dei motori, rendendo Mercedes protagonista indiscussa, cosa diranno adesso che sono giunti al traguardo dietro persino ai "cugini" della Toro Rosso? Dopo Ferrari, Mercedes e Williams, quinta e sesta rispettivamente con Bottas e Massa, adesso, in quanto a competitività hanno mostrato esserci le monoposto costruite a Faenza.
Il rientro di Alonso
In fondo al gruppo ha mostrato qualche progresso la Mclaren Honda: ancora alle prese con la scarsa potenza della power unit giapponese le due monoposto argento si sono affacciate in zona punti prima di doversi ritirare per problemi tecnici. C'è stato quindi un piccolo passo avanti rispetto alla completa debacle australiana ma dalle Mclaren, condotte per altro da due campioni del mondo, ci si aspetta molto di più. Alonso, tornato finalmente alla guida, ha fatto quello che ha potuto con una vettura che in rettilineo paga anche 15 km/h dalle vetture più veloci. Chissà che effetto ha fatto allo spagnolo vedere "la sua ex" trionfare, dopo che aveva dichiarato di averla lasciata alla ricerca della vittoria.
Ferrari: cambiano gli obiettivi?
Dopo la deludente stagione 2014, in cui Alonso e Raikkonen lottavano per qualche punto, per questo 2015 Marchionne avrebbe messo la firma su due vittorie della Scuderia. Adesso che, dopo due gare, il cammino delle rosse segna un podio ed una vittoria chissà che il Presidente non inizi veramente a pensare in grande. Intanto i tifosi della rossa stanno assistendo ad una realtà che supera i sogni e riporta la memoria agli anni d'oro della cavallino. Quelli in cui un altro tedesco, il pilota più vincente di tutti i tempi, condusse la Ferrari al mondiale dopo 21 anni di astinenza. Se Vettel sarà capace di altrettanto è presto per dirlo. Intanto godiamoci una rossa ritrovata ed un mondiale di Formula 1 finalmente vivo. Chissà che qualche lacrima, davanti al televisore, non sia scesa anche al campionissimo di Kerpen.