Hamilton vince contro tutto e tutti. Vettel solo quarto dopo una pessima qualifica. Grande Raikkonen da 14esimo a sesto: solo le scorrettezze di Verstappen lo fermano.
di Matteo Landi
Parma, 25 luglio 2016
Il Gp d'Ungheria ci consegna un nuovo leader del mondiale: Lewis Hamilton. Dominatore incontrastato di una gara vinta alla prima curva superando il compagno Rosberg partito in pole position. Una volta Hamilton era il "furbetto del quartiere", ora vince anche partendo ingiustamente dalla seconda piazza dietro ad un Rosberg astuto e graziato dai commissari che non hanno ravvisato infrazioni nella sua condotta durante le qualifiche, quando in barba alle bandiere gialle esposte ha segnato la pole position. A sua difesa il tedesco ha dichiarato davanti ai commissari di aver sufficientemente rallentato. Viene in mente quanto accaduto dopo l'incidente che ha condotto alla morte Jules Bianchi: un'inchiesta interna della Federazione Internazionale Automobilistica scaricò tutte le colpe sul pilota francese, reo di non aver rallentato significativamente nonostante le bandiere gialle in movimento obblighino il pilota a mettersi nella condizione di trovarsi pronto ad arrestarsi in vista di una situazione di pericolo.
Regole ferree e regole che, per qualcuno, non valgono: il teatro dell'assurdo
I commissari stavolta hanno scagionato il pilota Mercedes, preferendo ricordare allo sfinimento che i piloti non devono oltrepassare i cordoli con tutte e quattro le ruote e bandire la maggior parte delle comunicazioni radio fra box e pilota. Il teatro dell'assurdo. Come la mancata penalizzazione di Verstappen. Accade che Raikkonen, partito 14esimo per un errore strategico compiuto dal suo box durante le qualifiche e autore di una fantastica rimonta si ritrova a lottare con la Red Bull del giovane pilota. Il finlandese, più veloce in virtù delle gomme supersoft di cui disponeva in quel momento, trova un valico insuperabile nell'olandese, altro "furbetto del quartiere", che per proteggersi si sposta più volte in rettilineo, danneggiando Raikkonen che si ritrova senza una parte di ala anteriore. Da una parte la Federazione ricorda costantemente che la sicurezza ha la precedenza sullo spettacolo e sulla competizione, dall'altra fa di tutto per rendersi inattendibile, non sanzionando il comportamento di Verstappen, come già fatto con Rosberg.
Ricciardo, che gara! Ferrari veloce ma errori gli negano il podio
Credibile è stata invece la gara di Ricciardo, abile in qualifica e concreto in gara fino al terzo posto finale dietro al duo Mercedes. Nel finale un rimontante Vettel gli ha messo il fiato sul collo senza riuscire a superarlo. Con il loro "passo" i ferraristi hanno confermato che la squadra di Maranello rimane la seconda forza del mondiale, nonostante il podio sfumato, ma adesso la Red Bull è la principale avversaria delle Rosse, più vicine a loro che ai vincitori. Nel 2015 la pista magiara fu teatro della seconda vittoria stagionale di Vettel che con la sua Ferrari dominò senza indugi i rivali austriaci ed i primi della classe tedeschi. Quello che doveva essere un 2016 a tinte rosse si sta rivelando come l'ennesimo purgatorio per una squadra che, al di là delle deficenze spesso mostrate dalla vettura di cui dispone, si rende protagosta di frequenti "errori umani" che lasciano intendere che la squadra di Maranello non sia ancora pronta per il definitivo salto in avanti. Il quarto e sesto posto ottenuti da Vettel e Raikkonen non devono preoccupare i fans della Ferrari, almeno non quanto le scelte del box italiano e la mancanza di significativi sviluppi portati in pista dai progettisti.
McLaren in progresso: da centro gruppo spunta Alonso
Un timido salto avanti lo ha compiuto la McLaren: su una pista in cui telaio ed aerodinamica la fanno da padrone Alonso ha potuto contare su un mezzo più veloce del solito, anche se non all'altezza del blasone McLaren. Il settimo posto ottenuto correndo costantemente nei primi dieci da più di una speranza alla squadra anglo-nipponica, ancora a secco di podii. Il prossimo weekend il Circus tornerà in Germania, ci auguriamo che la Formula 1 ritrovi il bandolo della matassa che ha definitivamente smarrito in Ungheria.