Silverstone in tripudio per Hamilton, veloce in qualifica, perfetto in gara sia sul bagnato che sull'asciutto. Verstappen è secondo. Rosberg graziato. Ferrari impalpabile in uno dei giorni più bui della Formula 1.
Di Matteo Landi
Parma, 11 luglio 2016
Ha vinto Hamilton. Il pilota che ha sbagliato meno, visti i numerosi errori compiuti dai suoi principali concorrenti, ma sarebbe riduttivo trovare nella sua infallibilità le ragioni del successo. Veloce in qualifica, perfetto in gara sia sul bagnato che sull'asciutto. Un'unica sbavatura alla prima curva del 28esimo giro e buon per lui, e per i tanti caduti nello stesso errore, che ormai le vie di fuga di quasi tutti i circuiti del mondiale siano in asfalto. Per il resto, appunto, non sbaglia nulla: azzecca il momento giusto in cui entrare ai box per il cambio gomme, quando la gara va in regime di "virtual safety car",e gioca al gatto col topo con gli avversari alternando giri veloci a tornate più lente per far "respirare" la meccanica e conservare le gomme. Alla fine la folla di Silverstone è tutta per lui, luce splendente, insieme al giovane Verstappen, di una Formula1 che ha toccato, sportivamente parlando, il momento più buio degli ultimi anni.
Safety car padrona della scena: la fine dei cavalieri del rischio
Dopo le qualifiche, dominate dalle Mercedes, la copiosa pioggia occorsa a pochi istanti dallo start pareva il presupposto di una gara vibrante, una situazione che avrebbe potuto regalare spettacolo e rimescolare le carte. Peccato che la direzione gara, nella figura di Charlie Whiting, abbia deciso di far iniziare la gara in regime di safety car. Quando la vettura di sicurezza ha lasciato il tracciato, la pioggia era ormai cessata e l'asfalto solamente umido. Se questa è la politica di chi dirige la Formula1 ci si chiede per quale motivo Pirelli debba fornire alle squadre gomme da pioggia che poi non vengono utilizzate in regime di gara libera. Ma soprattutto ci si chiede dove sia finita la leggenda dei cavalieri del rischio. Sia chiaro, nessuno vuole vedere a rischio l'incolumità dei piloti, ma la differenza fra un onesto mestierante ed un campione viene fuori soprattutto in condizioni di aderenza precaria. La triste processione che ha inaugurato la gara, ha tolto tanto allo spettacolo ed è parsa una precauzione del tutto "gratuita" considerando che erano gli stessi piloti, attraverso i team radio, a chiedere l'entrata ai box della safety car.
Rosberg, graziato: la Mercedes ignora il regolamento ma la pena è lieve
Proprio un team radio ha regalato a Rosberg un podio che stava sfumando. Nel finale, alle prese con vistosi problemi al cambio, il tedesco ha ricevuto preziose istruzioni dal suo box nonostante siano ormai da tempo vietate. Giunto secondo al traguardo ha successivamente ricevuto una penalità di dieci secondi che lo ha vista retrocedere in terza posizione. La decisione dei commissari, scaturita 4 ore dopo il termine della gara, è sembrata assai blanda, considerando che se Rosberg ed il suo team si fossero attenuti alle regole, come fatto proprio dalla Mercedes con Hamilton a Baku, il tedesco probabilmente non avrebbe neanche visto il traguardo. Trovato quindi l'inganno ad una delle tante regole insulse di questa Formula1 improntata ad uno spettacolo artificiale, fatto di "drs" e sorpassi farlocchi dettati da enormi differenze di velocità in rettilineo. Per adesso ancora si parla di sport grazie a piloti come Verstappen, pronto a sorpassare in ogni zona del circuito, come Hamilton, capace di mostrare quella classe superiore che stavolta non ha evidenziato Vettel.
Vettel smarrito. Raikkonen concreto
Sbadato in prova, incostante ed incline all'errore in gara. Il ferrarista non è andato oltre la nona posizione finale dopo essere partito addirittura undicesimo a causa dell'ennesima sostituzione del cambio che, per regolamento, fa slittare di cinque posizioni indietro sulla griglia di partenza il malcapitato pilota. Per la Ferrari si è trattato del peggiore gran premio dell'anno. La vettura ha palesato importanti limiti dal punto di vista telaistico ed aerodinamico. Soprattutto la squadra sta mostrando l'ormai cronica incapacità di sviluppo, non riuscendo a tenere il passo di Mercedes e Red Bull. Con Vettel incline all'errore, ed una squadra in difficoltà, Raikkonen ha invece mostrato che "gallina vecchia fa buon brodo". Il finlandese, quinto al traguardo, ha sfruttato al massimo il potenziale di una vettura non eccelsa, mostrando la serenità di chi ha è stato appena confermato al volante della Rossa anche per la stagione 2017. Dopo tutto adesso è lui che, seppur staccato, insegue in classifica i piloti Mercedes, ora divisi da un solo punto. I problemi della Scuderia di Maranello non derivano certo dalle prestazioni dei suoi piloti. Le prossime gare potrebbero essere meno amare per la Ferrari che dovrà necessariamente arpionare la prima vittoria stagionale se vuole rimanere appesa ad una pur flebile speranza mondiale.