Nome SF16-H. Obiettivo vittoria. La squadra di Maranello presenta la nuova creatura che quest'anno punterà al mondiale. Colori che si rifanno al passato glorioso per un presente ricco di speranza. Vi sveliamo la nuova monoposto.
Di Matteo Landi
Parma, 20 febbario 2016
Bianco, nero e tanto rosso, ovviamente. Sono i colori della nuova Ferrari ed erano i colori della Ferrari che tornò al mondiale nel 1975 con Lauda dopo un digiuno che durava dal 1964, quando la rossa vinse il mondiale con Surtees. Per certi aspetti, quelli che forse contano meno, a Maranello si torna al passato. Come l'aspetto visivo. Una colorazione che inoltre strizza l'occhio a Philip Morris, invisibile ed ormai storico sponsor Ferrari, richiamato anche nel logo che campeggia sul cofano motore della nuova creatura.
Nella sostanza però si guarda avanti, a partire dal nome della vettura: SF16-H, abbreviazione di Hybrid. Per la prima volta dal 2014 la nuova formula ibrida si trova anche nel nome, forse a voler evidenziare la definitiva maturazione Ferrari nell'utilizzo di questa tecnologia. Il passo avanti fatto dagli uomini di Maranello è stato enorme. Non volendosi soffermare sulla seppur bella colorazione si nota da subito il lavoro di miniaturizzazione e ricollocamento delle componenti della power unit, evidenziato da un posteriore snello e filante degno di una top model. E per tornare al top, senza puntare solamente alle vittorie di tappa, è stata rivista completamente l'aerodinamica non solo posteriore ma anche anteriore, con un muso più corto che raggiunge le dimensioni e l'altezza da terra imposte dal regolamento grazie ad una piccola proboscide, intelligente artifizio "copiato" dalla Williams 2015, che tuttavia non rende più brutta la vettura.
La presentazione sul web è stata introdotta dal Team Principal Arrivabene, lo Chief Designer Simone Resta, il Power Unit Director Mattia Binotto, dal Direttore Tecnico James Allison e dai due piloti Vettel e Raikkonen. Con il promotore del "cambiamento" Marchionne che stavolta si è fatto da parte, dopo aver nei giorni scorsi dichiarato l'obiettivo del 2016: la conquista del mondiale. L'anno scorso, di questi tempi, il presidente auspicava di poter tornare a vincere qualche gran premio. Due, possibilmente tre. Un anno dopo, centrato l'obiettivo, si spera più che mai che possa mantenere l'ennesima promessa. Per farlo si affida ad una monoposto finalmente creata sulle indicazioni di James Allison. La seppur vincente SF15-T in realtà era figlia della precedente gestione Tombazis, sviluppata poi dall'ingegnere inglese oggi direttore tecnico Ferrari. Quest'ultimo ha innanzitutto riportato la semplicità laddove la complessità aveva creato più danni che benefici, vedi la sospensione anteriore che da pull-rod è tornata allo schema push-rod. Consapevole poi della raggiunta competitività della power unit Ferrari ha quindi spinto sull'aerodinamica e considerando le "sue" Lotus, particolarmente "gentili" con le gomme, con le quali tornò alla vittoria Raikkonen, c'è da credere che tale caratteristica possa essere un pregio della nuova nata e che anche il finlandese possa riportarsi costantemente in alto, pronto a vincere quando possibile ed a fungere da importante supporto a Vettel, punta di diamante della Scuderia.
Dopo un 2014 disgraziato ed il ritorno al sorriso nella scorsa stagione con tre vittorie, alla Ferrari l'euforia è alta. Indiscrezioni indicano dati delle simulazioni particolarmente positivi. Vediamo se si tradurranno in vittorie e se l'obiettivo mondiale verrà centrato. Da quei coriandoli che quasi soffocavano Raikkonen campione del mondo sul podio di Interlagos sono passati quasi nove anni. I tempi della riscossa sono maturi. Mercedes e Hamilton sono avvertiti.