Il mondiale va in archivio con un'altra vittoria Mercedes. La Ferrari ancora sul podio conferma di essere tornata grande. Raikkonen ritrova il sorriso, Vettel rimonta dal fondo dopo un sabato da incubo. Per la Ferrari inizia l'inverno della rimonta. -
Parma, 30 novembre 2015 - di Matteo Landi -
Nella fine il principio. Otto mesi dopo la Ferrari chiude come aveva aperto: a Melbourne Vettel riportò il sorriso ed il podio alla Ferrari, questa domenica un consistente Kimi Raikkonen torna sul podio e chiude un'annata che vede il ritorno della Ferrari alle posizioni che merita per storia e blasone. Al termine della stagione 2014 a Maranello si leccavano le ferite dopo un'ultima gara terminata mestamente in 9a e 10ima posizione a quasi un minuto e mezzo dalla Mercedes. In un anno la squadra italiana ha rosicchiato gran parte di quel distacco ed il risultato di Yas Marina le va pure stretto perchè con qualche errore in meno, uno colossale, la Ferrari avrebbe concluso ancor più vicina alle Mercedes di Rosberg ed Hamilton, giunti nell'ordine al traguardo.
Ferrari: manca poco ma basta errori
Se Raikkonen ha da recriminare su un pit stop più lento di circa 4 secondi che tuttavia non ha compromesso il suo risultato finale, per Vettel il discorso è diverso: un grave errore di valutazione del box Ferrari non ha permesso al tedesco di accedere alla seconda manche di qualificazione relegandolo alla 15esima posizione della griglia. La stagione di Vettel si è così conclusa con una bellissima rimonta che lo ha portato alla quarta posizione finale, ma il passo del tedesco, spesso al livello dei primi, lascia pensare che per lui sia stata un'occasione persa. Forse non avrebbe vinto, e non è scontato che avrebbe fatto meglio del compagno Raikkonen ma se la Ferrari il prossimo anno vorrà lottare per il titolo e non solo per le vittorie di tappa dovrà fare tesoro di certi errori perchè per superare questa Mercedes, all'apparenza imbattibile, c'è bisogno della perfezione. La squadra tedesca ha ancora una volta vinto e siglato una doppietta ma in questo inverno dovrà ritrovare quella serenità nel box che sembra andata persa e che, in vista di una sfida più accesa con le Rosse, sarà necessaria per vincere ancora.
Mercedes: successo e tensioni
A fronte di una vettura infallibile a scricchiolare sembra essere il lato umano della squadra teutonica: il fatto che Rosberg vinca tre gare di fila, ma solo a titolo ormai acquisito dal compagno Hamilton, lascia intendere che il tedesco rende al meglio solo quando è senza pressione, caratteristica non certo dei grandi campioni. Ed Hamilton durante la gara entra ancora in conflitto con il proprio box ed in mondo visione mostra tutta la sua attitudine prevaricatrice salvo poi assecondare le indicazioni del team, che a sua volta ingessa i piloti all'interno di strategie conservative ed assolutamente allineate. Grave errore quando hai in squadra un pilota che non accetta mai la sconfitta a costo di sembrare arrogante.
Alonso: il campione senza sorriso
Il primato dell'arroganza spetta tuttavia ad Alonso: un anno vissuto al volante di una delle peggiori vetture del lotto lo ha reso ancora più ingestibile per una squadra come la McLaren che ha bisogno di professionalità e serenità per poter risalire la china. Quando il pilota spagnolo, in fondo alla classifica dopo essere franato alla partenza contro l'incolpevole Maldonado, ha proposto al proprio ingegnere il ritiro volontario, all'interno del box devono essere cadute le braccia a tecnici ed ingegneri che hanno bisogno di più km possibili per poter immagazzinare dati utili allo sviluppo. Già in prova Alonso aveva mostrato del preoccupante nervosismo dando via radio degli idioti ai colleghi Grosjean e Stevens. A tanti avrà ricordato l'analogo team radio rivolto ai suoi ingegneri ai tempi che correva per il cavallino rampante, a dimostrazione che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
McLaren: la grande in disgrazia ringrazia Button
La McLaren al momento può tuttavia contare sulla serietà e dedizione mostrate da Button: il campione del mondo 2009 in gara non si è mai tirato indietro nei duelli ruota a ruota contro vetture molto più veloci della sua in rettilineo facendo dell'esperienza la sua arma di forza. Il 12esimo posto finale non premia la sua tenacia ma rispecchia tutto il potenziale di una vettura che ha portato la McLaren al penultimo posto della classifica costruttori, dietro a team dal budget nettamente inferiore come Force India, quinta e mai così il alto, ad una Lotus sull'orlo del fallimento ma giunta sesta, ad un piccolo team come la Toro Rosso, settima e persino ad una squadra fortemente indebitata e dal futuro incerto come la Sauber.
I riflettori di Abu Dhabi salutano il mondiale 2015
Con Abu Dhabi si chiude un altro anno di Formula 1. La stagione della conferma Mercedes e del ritorno Ferrari, con Vettel vincente in tre gare e terzo in classifica finale davanti al compagno Raikkonen che col terzo posto di Yas Marina vince la lotta col connazionale Bottas e si aggiudica la quarta posizione nel mondiale. Fra i riflettori di Abu Dhabi ed il sole di Melbourne passeranno poco più di tre mesi. Vedremo se basteranno agli uomini di Maranello per completare la rimonta.