Visualizza articoli per tag: economia

Reggio Emilia, 21 novembre 2013 -
 
Interessante giornata di confronto al Centro Impiego su staffetta generazionale, cassintegrati che si comprano (e rilanciano) l'azienda e disoccupati che si inventano un nuovo lavoro -

Ancora un momento di confronto ad alto livello con le aziende del territorio, questa mattina al Centro per l'Impiego della Provincia di Reggio Emilia, grazie al nuovo appuntamento proposto dalla Provincia di Reggio Emilia per riflettere sulla crisi ed elaborare strategie ed azioni comuni. "Vogliamo che i servizi pubblici per l'Impiego siano anche luogo di incontro e di confronto di esperienze significative del territorio, sia per allargare e migliorare la qualità delle nostre relazioni con cittadini e imprese, sia per favorire e stimolare l'innovazione e la crescita a livello locale - ha detto il vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia, Pierluigi Saccardi, in apertura di lavori - Queste occasioni di confronto, che la Provincia promuove periodicamente, sono di ancora maggiore utilità nei momenti di crisi economica, produttiva e sociale, come il periodo che purtroppo stiamo oggi vivendo".

Ad aprire la giornata è stato Vincenzo Ricciari dell'Osservatorio regionale del mercato del lavoro e della formazione Èupolis Lombardia, che ha proposto una interessante riflessione sui giovani e l'innovazione. Dopo aver tra l'altro ricordato come nei tempi di crisi i parasubordinati e gli atipici abbiano una probabilità di perdere il lavoro rispettivamente superiore di 9 e di 5 volte rispetto agli altri lavoratori, Ricciari ha espresso forti perplessità sia sul funzionamento dell'apprendistato, sia sui risultati delle riforme del lavoro succedutesi dal 1997 ad oggi, invitando i territori a investire sui settori innovativi, "perché una assunzione qui ne crea altre 5 nei servizi, mentre una assunzione nel manifatturiero solo altre 2".

Ancora più drastico è stato Andrea Gandini, docente di Economia aziendale dell'Università di Ferrara, chiamato a parlare di staffetta generazionale e buone pratiche per aumentare l'efficienza nell'impresa. Addirittura impietoso il raffronto con la Germania e in generale in Paesi del Nord Europa dipinto attraverso una serie di dati che davvero parlano da soli. Dalla percezione dei nostri adolescenti sul lavoro che li attende (solo il 5% lo prevede di tipo manuale, anche se il 40% finirà per farlo, contro un 40% di tedeschi che se lo immagina così, e nel 42% dei casi lo farà davvero) al tipo di scuole professionali: 4 anni passati a lavorare per 3 giorni e studiare per 2 in Germania, 5 anni a studiare e basta (e con sempre meno ore di laboratorio) da noi, "ma se tu passi quattro anni a lavorare 3 giorni la settimana come orafo, e a studiare da orafo per due, ci sono molte probabilità che alla fine tu l'orafo lo sappia fare davvero...".

Per non parlare di pensioni (in Germania, dove certamente non si guadagna meno, solo il 7% delle pensioni supera i 3.500 euro netti mensili, in Italia ben il 17%) e di politiche del lavoro, da noi fondamentalmente passive più che attive: "Noi abbiamo questo baraccone della cassa integrazione che ci è costata 80 miliardi dal 2008, in Germania se cala il lavoro, riducono magari l'orario di 6 ore, 2 ore le paga l'azienda, 2 il lavoratore, solo 2 lo Stato che così ha molte più risorse per le politiche attive", ha detto Gandini giudicando molto negativamente "certe contrattazioni sindacali degli anni Ottanta e Novanta che chissà per quanto tempo ancora pagheremo...".
 
Venendo alla staffetta generazionale , "ora possibile anche in Emilia-Romagna dopo che la Regione ha finalmente provveduto", può essere una soluzione: "Prevede che se un lavoratore over 55 passa per gli ultimi due anni al part-time, e l'azienda contestualmente assume un under 30, l'Inps paga ugualmente i due anni di oneri contributivi e questo può in effetti aiutare a portare innovazione nelle imprese e risolvere il problema di esuberi e personale obsoleto meglio che con la cassa integrazione o i prepensionamenti - ha aggiunto - E poi a oltre i 60 anni la gente cambia, sul lavoro dovrebbe avere un ruolo essenzialmente formativo, occuparsi di quello che sa fare bene e non dell'ordinaria amministrazione...".

Simona Caselli, presidente di Legacoop, ha quindi illustrato il fenomeno dell' acquisizione di aziende in crisi da parte dei dipendenti e di quanto sia efficace per creare e mantenere la rete d'impresa locale. Il workers buyout - in pratica il riacquisto da parte di dipendenti in cassa integrazione di aziende per lo più in procedura concorsuale – proprio grazie alla cooperazione, e dunque proprio a Reggio Emilia, sta diventando oggetto di studio un po' in tutta Europa. Già quattro le esperienze positive: dall'azienda di nicchia che lavora il legno in montagna, al cravattificio di Sant'Ilario per griffes famose rilevato dalle donne dipendenti, all'impresa che rischiava di saltare non tanto per la crisi, ma per la morte del titolare, fino al caso più emblematico, l'ex ceramica Magica oggi Greslab di Scandiano. "Era una ceramica in fallimento che da 60 lavoratori era scesa a 33 e ora, grazie all'impegno degli ex dipendenti e alle innovazioni introdotte, nonostante la crisi del settore è arrivata a dare lavoro a 66 persone, ma con una fatica incredibile", ha sottolineato Caselli. "Perché se non ci fosse stato il sistema cooperativo ad affiancarli nella fase iniziale, così come avviene per tutte le start-up, e se non ci fosse stata la Banca etica a credere in loro, questa impresa meravigliosa non sarebbe mai nata – ha detto – Ancora oggi un sistema bancario atavico e privo di una cultura di startup, stenta a dare fiducia a questa azienda che pure ha fatto tutto quello che i testi di economia insegnano si debba fare: ha innovato il prodotto, comprato un nuovo forno, ha cambiato mercati e raddoppiato il fatturato. Ma non ottengono nessun aumento del fido bancario a breve, perché ancora non producono utili...".

A chiudere l'interessante mattina, il caso della cooperativa sociale "Tutte le porte", fondata da un gruppo di persone iscritte al collocamento mirato dopo un'azione di formazione professionale co-finanziata dalla Provincia di Reggio Emilia. "Abbiamo deciso di crearci da soli quel lavoro che all'esterno non riuscivamo a trovare, mettendoci insieme e offrendo qualcosa che sul mercato non c'era - ha spiegato il presidente Daniele Cavalchi - Dopo aver bussato appunto a tutte le porte per rientrare nel mondo del lavoro, abbiamo deciso di unirci in una cooperativa in modo da valorizzare le loro professionalità e oggi offriamo ai privati, alle aziende ed agli enti servizi accurati, professionali ed a prezzi concorrenziali per quanto riguarda tutti i cosiddetti lavori di casa, dal'idraulico al muratore all'elettricista".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Reggio Emilia, 19 novebre 2013
 
LA STRADA PER LA RIPRESA NON PASSA SOLO DA RIGORE E RINVII: SERVONO MISURE CONCRETE IN TEMPI RAPIDI -

Di Nunzio Dallari, Presidente CNA Reggio Emilia

Ripresa sì, ripresa no. C'è chi l'annuncia, chi la vede e c'è chi la nega. Noi imprenditori non la vediamo affatto, in compenso in questi giorni siamo alle prese con il pagamento dell'IVA, a fine mese dovremo pagare IRES ed IRAP e a dicembre l'anticipo dell'IVA, senza dimenticare i vari balzelli piuttosto salati come la TARES. Insomma, ci prepariamo ad un 2014 ancora nel segno della flessione per quanto riguarda redditività e credito.

La cosa più sconcertante è che sembra che siamo i soli ad accorgerci della situazione, drammatica, che stiamo vivendo come imprenditori e come cittadini di questo paese: il Governo fa dichiarazioni di "buona volontà" ma sembra colpito da una "sindrome del rinvio" mentre si fa strada un costante aumento delle tasse, più o meno mascherate.

Il Governo dà l'impressione di non trovare il bandolo della matassa: invece di dare segnali concreti attraverso soluzioni e riforme semplici e incisive per rilanciare investimenti e consumi, pare impegnato a cercare i fondi mancanti direttamente dalle tasche di cittadini e imprese. Ecco, che ci ritroviamo in una specie di "gioco delle tre carte", con le tasse scaricate sugli enti locali, che diventano gabellieri per conto dello Stato, come nel caso dei 0,30 cent. al metro quadro calcolati nella Tares e destinati alle casse dello Stato.

Alla fine dei conti, chi paga sono sempre imprese e famiglie, le stesse che dovrebbero godere di maggiore liquidità e facilità nell'accesso al credito e che, invece, sembrano le uniche ad essere colpite dal regime di austerity imposto dall'Unione Europea. Il rigore è doveroso, ma da solo non basta. E soprattutto deve riguardare tutti, Pubblica Amministrazione in primis. É facile parlare di spending review e dei sacrifici che gli italiani sono chiamati a fare per il bene comune. Di certo, c'è che non ci sono stati tagli concreti alla spesa pubblica, mentre continua il malcostume inaccettabile delle spese pazze e dei rimborsi esorbitanti nelle giunte regionali. Una vergogna intollerabile che danneggia il nostro Paese tanto all'interno quanto in ambito internazionale.

Come CNA Reggio Emilia ha sostenuto più volte, servono misure concrete in tempi rapidi, il Governo deve avere il coraggio di adottare un cambio di rotta deciso nel sostegno al sistema economico, coniugando crescita, rigore ed equità. Non è impossibile: occorre però mettere in campo le risorse adatte per sostenere la ripresa. L'attuale Legge di Stabilità è una manovra insufficiente, lascia irrisolte moltissime questioni dal punto di vista del rilancio della produttività e competitività delle Pmi.

È tempo di soluzioni efficaci e tempestive, di puntare a un efficientamento reale della spesa pubblica, di facilitare l'accesso al credito per le imprese e il recupero dei debiti della Pubblica Amministrazione in maniera semplice e rapida, non con procedimenti machiavellici che lasciano tutti di stucco.

Per essere ottimisti e sperare davvero in una ripresa economica le piccole e medie imprese italiane, che sono il motore dell'economia, hanno urgente bisogno di interventi tangibili: non "di solo rigore si muore", anche di inerzia.

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)
Mercoledì, 13 Novembre 2013 08:03

Lattiero Caseario: prezzi stabili

lattiero caseario.


In aumento solo il Parmigiano 12 mesi di stagionatura. Quarta settimana di declino per il burro.
Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Reggio Emilia, 7 novembre 2013

Nell'ambito delle iniziative di promozione economica, la Camera di Commercio organizza un incontro sugli scambi commerciali con l'estero, con particolare riferimento alle condizioni di vendita riguardanti le caratteristiche dei prodotti, i termini di consegna, le condizioni di pagamento, le garanzie e tutti gli altri elementi che consentono una corretta relazione commerciale.

L'incontro si avvale del patrocinio e dell'accreditamento dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Reggio Emilia e dell'accreditamento da parte dell'Ordine Forense di Reggio Emilia.

Il seminario non è rivolto solo ai responsabili aziendali, ma anche agli iscritti ai due Ordini professionali, per i quali sono previsti crediti formativi.

L'incontro è in programma il 13 novembre dalle 9,00 alle 13,00 nella Sala Grasselli della Camera di Commercio; relatore sarà l'avv. Alessandro Albicini, dello Studio Legale Avv. Albicini di Bologna, che condurrà un approfondimento su un testo di condizioni generali di vendita per l'estero, per estendere poi l'analisi a casi specifici, rispondendo anche ai quesiti dei partecipanti.

Per la partecipazione è prevista una quota individuale pari ad € 40,00 (+IVA 22%).

La partecipazione è subordinata alla registrazione on-line alla pagina "Convegni, Eventi, Incontri e seminari" del sito www.re.camcom.gov.it


(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Reggio Emilia, 4 novembre 2013
 
Si parlerà di competitività, e soprattutto di internazionalizzazione, nel convegno programmato per oggi, lunedì 4 novembre alle 15,30, dalla Camera di Commercio.
"Mentre cresce la propensione all'export del territorio reggiano, ormai prossima al 60% e tale da collocare la nostra provincia al primo posto a livello regionale e al quinto nella graduatoria nazionale – sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini – vogliamo offrire alle imprese del nostro territorio nuove analisi, conoscenze ed indicazioni utili a rafforzare le relazioni con i mercati esteri, che vanno ad affiancarsi agli ingenti contributi camerali destinati nel 2013 proprio alla competitività e all'internazionalizzazione, con un investimento complessivo pari a 2,2 milioni di euro".
"La crescita della competitività – aggiunge Bini – è peraltro strettamente funzionale anche alle esportazioni, specie in quei Paesi europei che rappresentano, da soli, oltre il 71% delle nostre esportazioni e nei quali anche nel primo semestre 2013 abbiamo perso un po' di terreno, con un export in calo del 2,1% nell'ambito di un andamento complessivamente stabile, legato ad un buon recupero avvenuto nel secondo trimestre, con un valore di 2,2 miliardi che ci ha riportato sostanzialmente ai dati pre-crisi".
"E se da una parte è urgente rilanciare la nostra competitività e consolidare le posizioni nel Vecchio Continente – prosegue il presidente della Camera di Commercio – dall'altra è necessario rafforzare le azioni verso tutti i Paesi extra Europa, che nel primo semestre 2013 hanno fatto segnare un aumento delle esportazioni del 5%".
Di questo, dunque, si parlerà oggi alle 15,30 nella "Sala Grasselli" della Camera di Commercio (P.zza della Vittoria, 3), con interventi di Tiziano Bursi del dipartimento di Economia "Marco Biagi" dell'Università di Modena e Reggio Emilia ("Strategie di internazionalizzazione nei mercati tradizionali ed emergenti"), Paolo Di Toma del dipartimento di Comunicazione ed Economia di Unimore ("Il contributo della corporate governance all'internazionalizzazione delle imprese") e di Guido Caselli, direttore del Centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna ("Saper cogliere le opportunità che il mondo offre").
I lavori saranno introdotti da Giovanni Teneggi, componente la Giunta della Camera di Commercio con incarico per la ricerca economica.
 
(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Domenica, 03 Novembre 2013 12:09

Il Re è nudo?

di Lamberto Colla ---

E' finita l'epoca romantica dello spionaggio.

Non sarà più reato spiare il telefonino del marito o della moglie, si tratterà solo di monitoraggio delle chiamate.

Parma, 03 novembre 2013 -

I grandi giallisti non avranno più spunti dai quali trarre le trame dei loro libri di spionaggio e addio alle stupende Bond Girl. Con la democrazia universale esportata dal neo liberismo statunitense l'epoca dello spionaggio è terminata e il monitoraggio ha preso il sopravvento.

- Parenti serpenti -

Alleati e nemici storici degli americani scoprono di non essere stati spiati ma solo monitorati dall'intelligence americana e nonostante ciò insistono a chiedere spiegazioni pubbliche. Tra "parenti serpenti" non ci si può ovviamente spiare. La difesa dei "servizi" americani è inattaccabile. L'hanno fatto per la loro e la nostra incolumità.

Ogni tanto rimonta il caso delle intercettazioni elettroniche e il datagate torna clamorosamente alla ribalta chiamando in causa, questa volta, persino il Papa giusto per fare notizia. Chissà quali segreti Francesco avrà tenuto nascosti alla Santissima Trinità.

Fatto sta che, dopo l'esplosione del caso nel luglio scorso, le cronache mondiali tornano a occuparsi incessantemente di questo "non caso" e l'indignazione dei vertici dei vari Paesi appare addirittura ridicola se non strumentale a non so bene quale scopo. Da cosa vorranno distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica?

- Servizi segreti o agenzie di pubblicità? -

I servizi segreti, che poi tanto segreti non sono più, dovrebbero fare pubblica ammenda per avere svolto il loro compito. KGB e CIA si sono da sempre contesi il primato di migliore e più spietato servizio di informazione segreto al mondo. L'MI5, con James Bond, il più amichevolmente popolare mentre il MOSSAD israeliano il più efficace e infiltrato nel mondo arabo. Da sempre i servizi di intelligence sono stati alle dirette dipendenze delle Signorie prima e dei Capi di Stato dopo. Poco controllati e molto controllori con licenze operative spesso infinite. L'importante era ed è non farsi "beccare".

Se sono segrete le loro azioni per quale motivo invocare la loro pubblicizzazione o stabilire dei protocolli di "rispetto reciproco" quando già si sa che non saranno rispettati? E' nella natura dei "servizi" operare fuori ogni standard. Una palese contraddizione, una richiesta infantile o il mascheramento del reale e anche questo segreto negoziato politico?

- Da Mata Hari agli avvelenamenti al plutonio. -

Intrighi, doppiogiochisti e testimonial.

Molti personaggi dello spettacolo si narra siano stati a più riprese utilizzati coscientemente o incoscientemente come "spie" o "testimonial" di certa politica e governati dai servizi segreti. Mata Hari è stata forse la più famosa e molti dubbi sono riposti nella figura del re del Rock and Roll Elvis Presley. Ma anche il "Mario" con il quale Livtinenko consumò la cena al polonio era un civile.

Eclatante, originale e di difficile esecuzione, fu la metodologia utilizzata per eliminare l'ex 007 Livtinenko mentre indagava sull'assassinio della sua amica giornalista Anna Politkovskaia.

L'ex colonnello russo si sentì male dopo una cena con un "contatto" italiano, un certo Mario.

Secondo il Mail on Sunday, il Mario in questione si sarebbe chiamato, di cognome, Scaramella, sarebbe stato "un accademico dell'università di Napoli e consulente della commissione Mitrokhin istituita dal Parlamento italiano per indagare sulle attività del Kgb in Italia durante la Guerra Fredda".

Insomma tutti gli elementi classici di un vero e proprio romanzo giallo.

Purtroppo però le morti furono reali e gli scenari neanche troppo distanti nel tempo poiché i fatti si riferiscono al 2005 e 2006. Morti ammazzati in modo plateale forse per dare dei segnali a alcuni che, probabilmente, hanno compreso il messaggio o sono spariti nel silenzio eterno.

- Conclusioni -

Da che mondo é mondo la guerra la vince chi conta meno morti dalla propria parte e i servizi di intelligence sono sempre stati determinanti per la vittoria finale motivo per cui continueranno ad esistere e a controllare tutto e tutti.

L'indignazione dei leader europei appare sempre più una mossa per prendere altro tempo sulla più importante decisione strategica che è l'accordo bilaterale USA UE.

Il datagate è stato gettato, ancora una volta, in pasto alla pubblica opinione del sensazionalismo per mascherare la vera natura del contendere. In gioco è la trattativa del più importante mercato mondiale. Quell'ipotesi di negoziato sul libero scambio Ue-Usa, approvato da parte europea al consiglio dei ministri del commercio del 13 giugno scorso ma che ancora non trova concordi gli Stati Europei su alcuni settori.

Ad esempio, alcuni punti ancora da focalizzare sono la Cultura, quindi tutto il settore cinematografico, l'agroalimentare e l'allentamento delle protezioni al libero trasferimento di capitali e investimenti.

Della privacy non interessa nulla a nessuno anche perché, se potenti sono i servizi di spionaggio, altrettanto potenti e sofisticatamente attrezzati sono i servizi dediti al controspionaggio e alla difesa elettronica. Difficile credere che questi ultimi non siano riusciti proteggere le ipiù riservate conversazioni della Merkel o di Napolitano e magari fare trapelare solo quelle di poco conto se non addirittura con contributi informativi devianti.

Anche noi dovremmo attrezzarci con sistemi di controspionaggio e difesa elettronica per decriptare la massa di distorte, subliminali e contraddittorie informazioni che scientificamente ci propinano e piano piano entrano dentro di noi modificandoci i riferimenti etici tradizionali.

Per ora apprezziamo il fatto che spiare  i nostri partner potrebbe non essere più un reato se ci limitassimo a monitorare le telefonate.

ECHELON RAF-GB- Menwith Hill  Mills - 800px-Menwith-hill-radomes gde

Pubblicato in Politica Emilia



Presentata alla 68esima Fiera Internazionale del Bovino da Latte l'indagine ISMEA-CremonaFiere ...

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
L' ideale di bellezza tra sostanza e forma della grande azienda Davines, fonte d' ispirazione per la realtà locale di E.Cut: il benessere a Parma tra natura, innovazione e sostenibilità -
 
Di Sara/B - Parma, 2 novembre 2013
 
Ospite d' eccezione durante l' evento di presentazione del Bilancio Sociale 2012 di CNA Parma presso palazzo San Vitale è stato Davide Bollati, Presidente di Davines. Incalzato dalle domande del Prof. Maurizio Morini, è stata raccontata la straordinaria storia di successo dell'azienda, la cui fonte primaria di ispirazione nel business è la passione per la bellezza sostenibile, una combinazione di tecnologia e rispetto per l'ambiente che è diventata il Mantra per il gruppo Davines.
Un vero talk show dal titolo " Natura. Innovazione. Sostenibilità. Quando la bellezza salverà il mondo" condotto da Maurizio Morini, Professore di Cultura d'Impresa e Gestione della Qualità all'Università di Bologna e Presidente di Best Advance, con la partecipa del filosofo Alberto Peretti.
"Un' azienda famigliare con origini artigiane" l' ha definita così, Davide Bollati iniziando a raccontare una storia che iniziò a Parma, nel 1983 quando fu fondata Davines. Tanto impegno e tanta passione l'hanno portata ad arrivare ad un alto livello internazionale che fornisce 20.000 saloni e 3.000 Spa in 40 Paesi del mondo. Fin dall' inizio il lavoro dell' azienda è stato caratterizzato da una grande attenzione alla qualità dei prodotti. Una meticolosa cura accompagnata dal rispetto per l'ambiente, utilizzando ingredienti pregiati, naturali e adottando un rigore scientifico, al fine di garantire la sicurezza dei clienti. Linea guida fondamentale è stata ed è la qualità di vita dello staff, l' attenzione ai partner ed al benessere dei clienti.
 
PA280118rid
 
Con i prodotti Davines "Si acquista uno stile di vita e il progetto che lo sottende" ha affermato Alberto Peretti sottolineando ripetutamente come questa azienda sia riuscita a trasportare nei prodotti un progetto di qualità di vita, che l' ha resa un modello capace di mettere il benessere dell' uomo al centro. La missione di Davines, ha spiegato Davide Bollati, è creare progetti capaci di ispirare e migliorare la qualità della vita lavorativa dei professionisti della bellezza in tutto il mondo attraverso concetti, prodotti e servizi.
Un brand di bellezza non può prescindere da sforzi pratici e sostenibili, minimizzando l' impatto ambientale e privilegiando ingredienti di origine naturale elaborati con spirito artigianale attraverso le tecnologie cosmetiche più avanzate. Una "sostenibilità" come "etica" che passa anche da un ambiente lavorativo adeguato che si avvicina al concetto di "casa" ; affinché sia un luogo in cui realizzarsi e intrecciare sincere relazioni con gli altri.
Un' etica green che l' azienda promuove anche attraverso la campagna Impatto Zero per Saloni, parte integrante del suo impegno verso la sostenibilità ambientale.
Davide Bollati ha poi illustrato la Carta Etica dell' azienda; uno strumento che aiuta a descrivere come sia concepito e percepito il modo di lavorare in Davines. Ispirata in parte da un concetto di bellezza che attinge da un'antica filosofia, che accosta inequivocabilmente la "bellezza" al "bene" persegue valori professionali, relativi al comportamento e all'etica sul lavoro, nonché al modo in cui i piccoli gesti della vita di tutti i giorni possono migliorare l'ambiente lavorativo.
L' azienda è stato modello di ispirazione anche per le giovani imprenditrici del settore benessere, titolari di E.CUT, che hanno svelato i segreti sulla creazione della propria attività, basata sul rispetto della natura e sul valore e la cura del benessere e della bellezza. Utilizzando i prodotti Davines quindi a km "0", creati senza test sugli animali, realizzati senza parabeni e conservanti e con l'autenticità delle materie prime utilizzate hanno abbracciato la filosofia dell' azienda. Valeria Trovò e Michela Basoni con E.CUT vogliono garantire alla clientela un trattamento sempre attento alla salute e in armonia con l'ambiente. "Una filosofia di vita - ha sottolineato Alberto Peretti - che diviene un modo di lavorare, capace di trasmettere se stessi in ciò che si fa".
Un filosofia di vita che si tocca con mano anche nel loro locale, grazie all'utilizzo di materiali naturali, lasciati grezzi e di vari elementi di recupero, che la maestria  dell' architetto di Parma Luigi Pizzuti ha elaborato per un re-styling "ad hoc" con il loro motto: "Be eco, Be happy, Be creative!"
Bologna, 30 ottobre 2013
 
Si è conclusa con grande successo di partecipazione l'edizione 2013 di "Lezioni d'Europa: pensare oltre i confini". All'Università Alma Mater di Bologna oltre trecento persone hanno preso parte alla lezione di Andrea Renda, Senior Research Fellow of Centre for European Policy Studies e Direttore dell'Istituto Affari Internazionali Global Outlook, dedicata al tema "L'Italia e il mercato unico: prospettive e opportunità". A gremire l'Aula A dell'Università Alma mater di Bologna sono stati soprattutto giovani, per la maggior parte studenti universitari e degli ultimi anni delle scuole medie superiori.
La lezione, seguita in diretta streaming via web anche dalle Università di Bari, Perugia, Rimini, Roma, Sassari e Torino e moderata dal giornalista Giampiero Gramaglia, si è innanzitutto concentrata sull'analisi delle cause profonde della crisi che colpisce il Vecchio Continente in genere e il nostro Paese in particolare. Il declino che ci colpisce – ha spiegato Renda – non è "congiunturale" ma "strutturale" e la ricetta per invertire la rotta deve essere questa: "più Italia in Europa" e, assieme, "più Europa in Italia".
Per uscire dall'impasse – ha argomentato il ricercatore del Centro di studi politici europei - il nostro Paese deve farsi promotore di una spinta verso una governance dell'Unione migliore e più coesa e verso un recupero dei valori contenuti nella strategia Europa 2020, con l'obiettivo di una politica capace di sviluppare benessere e coesione sociale, imperativi ancora più urgenti in vista del semestre di Presidenza italiano del Consiglio dell'Unione.
L'Italia - questo l'auspicio-esortazione delineato da Renda - deve riuscire a trasformare in opportunità di sviluppo futuro le sue incapacità di sfruttare i vantaggi dell'essere un Paese UE e i conseguenti ritardi, che vanno dalla qualità delle infrastrutture al livello dell'educazione, dalla competitività delle PMI al digital divide e alla diffusione dell'economia sommersa.
Alle centinaia di ragazzi in ascolto Andrea Renda ha indicato un caso molto concreto, quello dei fondi europei – gli stessi che alcune regioni italiane sono state recentemente costrette a restituire perché non hanno saputo come impegnarli in progetti di sviluppo - individuandoli come l'ultima e più propizia occasione per il rilancio italiano. I fondi di coesione dell'Unione Europea stanziati per il periodo 2014-2020 saranno un fondamentale banco di prova. Da lì l'Italia deve ripartire per colmare innanzitutto il divario regionale che la penalizza. E deve farlo prima che sia troppo tardi.
 
(Fonte: ufficio stampa Lezioni D' Europa)
È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"