Ex Mercatone Uno. Nuovo incontro al Ministero, nulla di fatto ancora per l'amministrazione straordinaria. La Regione chiede al Governo di mantenere l'impegno affinchè le procedure previste per la tutela dei lavoratori sia attivata prima possibile.
Bologna –
L’amministrazione straordinaria di Mercatone Uno non ha ancora presentato istanza al Tribunale di Bologna per chiedere di tornare a gestire la compagine aziendale di Shernon Holding, la società che aveva acquisito il marchio che è stata dichiarata fallita nei giorni scorsi dal Tribunale di Milano.
La notizia si è appresa ieri pomeriggio, nel corso di un incontro che si è svolto presso il Ministero dello Sviluppo economico, presenti oltre ai rappresentanti dell’amministrazione straordinaria di Mercatone Uno anche rappresentanti del Ministero e delle Regioni coinvolte per la presenza di punti vendita sul loro territorio e dell’associazione dei fornitori di Mercatone Uno e di Shernon Holding.
L’assessore regionale alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna ha rimarcato come il riavvio della amministrazione straordinaria sia ad oggi l’unico modo attraverso il quale è possibile salvaguardare il reddito dei lavoratori attivando ammortizzatori sociali e riprendere le attività commerciali. Sempre secondo l’assessore, è necessario che il Governo, come peraltro si era impegnato a fare nel corso dell’incontro di lunedì scorso, ponga il massimo impegno affinché si proceda celermente per riattivare l’amministrazione straordinaria, unico modo per garantire il sostegno al reddito ai 1.800 lavoratori dei 55 punti vendita in tutta Italia. /BM
Fonte: Regione ER
Presso il campo di softball “Stuard 2” del complesso sportivo di San Pancrazio Parmense, ieri sera si è svolta la partita tra giocatori ed ex giocatoriche si sono avvicinati al baseball grazie a Don Sergio. La squadra di softball amatoriale Virales ha promosso l’iniziativa perchè "non esiste giocatore di baseball cresciuto sportivamente a Parma che non abbia, direttamente o indirettamente, un debito di riconoscenza nei confronti di Don Sergio Sacchi”.
Farlo sul campo è il modo migliore per ricordare Don Sergio Sacchi.
L’incontro è stato disputato dalle due simboliche squadre di “San Vitale” e “Santa Maria del Rosario”, ovvero tra le rappresentative di due tra le parrocchie cittadine dove Don Sergio ha lasciato un segno indelebile. La Parrocchia di Santa Maria del Rosario capitanata da Michele, il nipote di Don Sergio, quella della Parrocchia di San Vitale, selezionata da Gianluca Agoletti, presidente della Cooperativa il Giardino.
Il ricavato dell'evento sarà destinato a sostenere la Cooperativa Il Giardino.
Don Sergio Sacchi
Nato nel 1935 e Sacerdote dal 1960, Don Sergio Sacchi è stato Cappellano di Ognissanti e Santa Maria del Rosario dal 1960 al 1966; Santa Maria del Rosario ha sede in via Aristo e Giuseppe Isola. Grazie a Don Sergio, crescerà giocando nei cortili della Parrocchia in quegli anni una generazione di futuri campioni il cui simbolo è il grande Giorgio Castelli.
Don Sacchi tornerà a Santa Maria del Rosario come Parroco nel 1978, non prima di essere stato Parroco a Baganzola (1966-1971) e a San Vitale (1971-1978), in via della Repubblica.
Lasciata la Parrocchia di Santa Maria del Rosario nel 2000 Don Sergio Sacchi, che nel frattempo (1983-1986) era stato anche Vicario Episcopale, divenne Canonico della Cattedrale nel 2000 e lo rimase fino al 2005. Successivamente è stato Parroco moderatore a Fontanellato (2005-2010) e Parroco moderatore a Gaiano (2010-2016).
Don Sergio Sacchi si è spento, dopo una strenua lotta con la malattia, il 7 giugno del 2018. Il sito della Diocesi di Parma lo ha voluto ricordare per le rivoluzioni che sapeva mettere in atto grazie alla “dolcezza del suo volto sorridente”.
Foto a cura di Francesca Bocchia
Si avvicina il 40esimo dallo scoppio del Cattani: dedicata ai famigliari delle vittime l’inchiesta degli studenti del corso di laurea in giornalismo, guidati dal cronista Gabriele Balestrazzi.
Parma -
Un martedì nero rivisto con gli occhi di oggi: è la presentazione della ricerca che gli studenti del Corso di Laurea in giornalismo Carmine Albanese, Martina Alfieri, Giulia Gessa, Karin Piffer, Pier Paolo Polimeno, Eleonora Puggioni e Giorgia Tecchiati regalano al Maggiore di Parma e alla città intera.
Il lavoro amalgama gli aspetti storici del resoconto con gli occhi della stampa e dell’opinione pubblica, offrendo all’Ospedale l’identità di luogo simbolo, e portando alla luce numerose storie di persone e famiglie, legate da un’esperienza fortissima. Per questo la ricerca è il risultato dell’incrocio del lavoro di cronista con un grande evento, come ha sottolineato Gabriele Balestrazzi, guida del corso di Laurea.
La ricostruzione tratteggia i momenti dello scoppio del padiglione Cattani, la più grande strage civica del dopoguerra ad oggi a Parma, la descrizione delle ore successive -con i primi soccorsi e lo strazio per le vittime - e i mesi a seguire - con la ricerca delle cause e la ricostruzione. “Avete colto il senso della rivisitazione collettiva di un evento di cui si può perdere la memoria, ma non la traccia emotiva”, ha sottolineato il direttore generale del Maggiore Massimo Fabi, ringraziando gli studenti. La ricerca, pronta per la stampa, sarà donata alle famiglie delle vittime in occasione della prossima cerimonia di commemorazione, in calendario per il mese di novembre, promossa dall’associazione Sodales e dal suo presidente Fabrizio Savani che in queste settimane predispone un nuovo lavoro di rivisitazione emotiva dell’evento.
Per questo, si offre ai famigliari o amici delle vittime l’opportunità di segnalare all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. il desiderio di partecipare alla cerimonia o di contribuire con una testimonianza, o di partecipare all’attività dell’associazione nella cura del “Bosco del Ricordo” messo a dimora, davanti alla Torre Medicine, per onorare le vittime della tragedia.
La lobectomia videotoracoscopica consente di intervenire attraverso tre piccole incisioni toraciche. Nel mese di maggio 2019 la Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, diretta dal prof. Uliano Morandi, ha raggiunto il traguardo dei 100 interventi di lobectomia polmonare eseguiti in videotoracoscopia, affermandosi come centro di riferimento per l'applicazione di questa metodica.
La lobectomia videotoracoscopica o VATS (video-assisted thoracoscopic) lobectomy è una tecnica mini-invasiva di avanguardia che consente di eseguire l'asportazione di un lobo polmonare attraverso 3 piccole incisioni sulla parete del torace, senza divaricazione delle coste, mediante l'utilizzo di un sistema video e di strumenti chirurgici dedicati. Un'ottica collegata a una telecamera è introdotta nel cavo pleurico e il chirurgo opera a torace chiuso basandosi sulle immagini proiettate su un monitor. La lobectomia polmonare in videotoracoscopia è indicata per i pazienti affetti da tumore del polmone allo stadio precoce, per i quali rappresenta un intervento meno invasivo rispetto alla toracotomia e con identici risultati sul piano oncologico. Rispetto all'approccio tradizionale in toracotomia, che prevede un'incisione più ampia della parete toracica con divaricazione delle coste, la videotoracoscopia comporta infatti una serie di vantaggi, quali minor dolore postoperatorio, minori complicanze postoperatorie, tempi di drenaggio e di degenza postoperatoria più brevi, recupero più rapido della funzione respiratoria e, in generale, un miglioramento della qualità della vita dopo l'intervento.
Questa tecnica si è diffusa largamente in tutto il mondo negli ultimi 5-10 anni ed è oggi considerata il gold standard per l'esecuzione della lobectomia nei pazienti portatori di tumore del polmone allo stadio I. La Chirurgia Toracica di Modena ha avviato il programma di lobectomia videotoracoscopica nel 2015 e attualmente la metodica viene utilizzata routinariamente nei casi in cui vi sia l'indicazione.
"Dopo le perplessità iniziali relative alla affidabilità oncologica della metodica mini-invasiva polmonare – ha commentato il prof. Uliano Morandi, Direttore della Chirurgia Toracica - superate dalle ripetute verifiche della letteratura mondiale sulla parità di risultati in chirurgia open vs VATS, anche la Chirurgia Toracica di Modena ha brillantemente adottato nelle giuste indicazioni questa metodica. L'impegno di tutta l'Equipe di Chirurgia Toracica del Policlinico ed in particolare del prof. Alessandro Stefani, oltre che ad essere in grado di garantire la corretta applicazione della metodica, è già in grado di procedere alla formazione di altri chirurghi per garantire un futuro a questa chirurgia. Naturalmente non ci fermeremo qui. La possibilità di accedere al robot in dotazione alla Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ci consentirà di estendere la chirurgia oncologica mininvasiva polmonare anche in questo contesto. Stiamo lavorando anche per il futuro e di questo sono veramente orgoglioso e riconoscente a tutti i componenti della nostra Equipe."
La VATS lobectomy si inserisce a pieno titolo nell'insieme dei trattamenti chirurgici praticati presso la Chirurgia Toracica del Policlinico e contribuisce ulteriormente a orientare l'offerta chirurgica dell'AOU di Modena verso quella mini-invasività che ormai rappresenta uno dei principali obbiettivi della moderna chirurgia.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma hanno dato esecuzione all'ordinanza con cui il Gip di Parma ha disposto la custodia cautelare in carcere per Francesco Greco (già ristretto per altra causa) e Giuseppe Gigliotti, per il il reato di estorsione aggravata in concorso.
L’attività investigativa è iniziata a luglio 2017 quando l’imprenditore parmigiano Alberto Aschieri, operante nel settore dell’impiantistica alimentare, ha denunciato ai Carabinieri della Stazione di Vigatto il rinvenimento, nella cassetta postale dell’azienda, con sede a Corcagnano, di tre cartucce per revolver calibro 40.
Pochi giorni dopo, il 31 luglio, un’altra grave intimidazione colpiva l’imprenditore: nel corso della notte, ignoti incendiavano una porta vetrata dell’azienda dopo averla cosparsa di liquido infiammabile.
I primi accertamenti condotti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno consentivano di rinvenire, nelle immediate adiacenze della porta data alle fiamme, un sacchetto in plastica con il logo “Brico Center” contenente carta assorbente intrisa di combustibile, verosimilmente gasolio ed un sacco di cellophane nero (del tipo solitamente utilizzato per contenere la spazzatura) predisposto con fori per gli occhi e la bocca.
Attraverso le telecamere della videosorveglianza, i Carabinieri hanno potuto appurare, che, poco dopo la mezzanotte, un individuo con il capo coperto dal sacco in cellophane nero aveva dapprima cosparso di liquido infiammabile la porta della sede aziendale e poi appiccato il fuoco. Le immagini evidenziavano l’utilizzo di una tanica di colore rosso con il tappo nero per il trasporto del combustibile.
Il tipo di reato e le peculiari modalità di esecuzione -inconsuete per questo territorio- inducevano la Procura della Repubblica di Parma ed i Carabinieri del Nucleo Investigativo ad orientare le indagini verso gli affari dell’imprenditore. Emergeva così che nel mese di aprile 2017 l’azienda aveva partecipato ad una gara d’appalto per una cospicua commessa di lavoro in Danimarca: unica concorrente la “G.F. Nuove Tecnologie” riconducibile all’imprenditore calabrese Gigliotti Franco (coinvolto nell’ambito dell’operazione “Stige” della Procura Distrettuale di Catanzaro).
La gara era stata vinta dal suddetto imprenditore ma Aschieri aveva esternato dubbi sulla linearità della licitazione, sospettando che gli importi della propria proposta commerciale fossero stati preventivamente comunicati a Gigliotti.
Vi era stata anche un’altra occasione di frizione tra le due imprese: in particolare, a fronte di un credito per oltre 300 mila euro che entrambe le aziende vantavano verso una ditta parmigiana, la “G.F. Laser” ne voleva acquisire il patrimonio aziendale per rientrare nel credito: occasione sfumata per l’ingiunzione di pagamento presentata da Aschieri che, nel settembre 2017, aveva determinato il fallimento dell’impresa insolvente. Nella circostanza a condurre la trattativa per la “G.F. Laser”, anche con Aschieri per indurlo a non richiedere l’ingiunzione di pagamento, era stato Gigliotti Giuseppe, cugino di Franco ed attuale indagato.
Le indagini proseguivano sul fronte dell’individuazione dell’esecutore materiale del delitto: partendo dalla busta rinvenuta la mattina seguente l’incendio, i militari hanno accertato che presso il Bricoman di San Leonardo, il 30 luglio, cioè il giorno prima dell’incendio, era stata acquistata una tanica da cinque litri del tutto simile a quella utilizzata dall’autore del reato (nera con il tappo rosso). I Carabinieri del RIS di Parma, inoltre, rilevavano sul sacco nero utilizzato dal reo tre impronte digitali riconducibili all’indagato Greco Francesco.
L’analisi dei dati di traffico telefonico relativi ai predetti Gigliotti e Greco evidenziava non solo che i due si conoscevano (essendo emersi diversi contatti telefonici tra le rispettive utenze), ma che tali contatti erano avvenuti nei giorni prossimi ai due eventi criminosi subiti dall’Aschieri, interrompendosi poi bruscamente per alcuni mesi subito dopo la consumazione degli stessi. Inoltre, la geolocalizzazione delle conversazioni evidenziava la presenza di entrambi, il giorno e nell’ora dell’acquisto della tanica, in luogo compatibile con il Bricoman.
Il 13 marzo 2018 la Gazzetta di Parma riportava la notizia che, relativamente all’incendio subito da una ditta di Corcagnano nella notte del 31 aprile 2017, i Carabinieri del RIS di Parma avevano evidenziato un’impronta su uno degli oggetti rinvenuti sul luogo dell’incendio. La pubblicazione suscitava preoccupazione nei soggetti monitorati, inducendoli evidentemente ad iniziative che hanno dato manforte alle ipotesi investigstivi, facendo ricondurre il danneggiamento dei locali della sede dell’impresa Aschieri a Greci Francesco ed a Gigliotti Giuseppe, il primo quale esecutore materiale, il secondo quale ispiratore e mandante.
La finalità emersa dalle indagini appare quella estorsiva, essendo diretta a costringere Aschieri a rinunciare al lavoro in Danimarca (che l’imprenditore avrebbe potuto conseguire in ragione delle elevate competenze aziendali), permettendo alla “G.F. Nuove Tecnologie” di aggiudicarselo.
Dopo le intimidazioni, in sede di ribasso, Aschieri aveva infatti ridotto la propria offerta di solo 10 mila euro (pur potendo praticare uno sconto maggiore per essere competitivo), così di fatto rinunciando ad aggiudicarsi il lavoro e l’appalto se l’era aggiudicato la “G.F. Nuove Tecnologie”.
Marco Vissani e il suo socio Lo Verde Nicolò dal 2002 gestiscono il chiosco di via Toscana, che da quarant’anni è un punto di ritrovo per gli studenti dell’istituto Itis Leonardo da Vinci di Parma e delle scuole della zona.
Un grande dispiacere per i tanti giovani affezionati a questo storico punto ristoro, dove trovarsi a scambiare due chiacchiere fra un panino e una coca. Una scelta obbligata purtroppo. Essendo prevista la riqualificazione dell’area cortilizia, il Chiosco verrà demolito e i due gestori andranno in pensione.
Gli studenti dispiaciuti hanno anche fatto una racconta firma per prorogare almeno di un paio d’anni la decisione, ma purtroppo domani, 31 maggio, l’attività del Chiosco volgerà al termine.
I gestori salutano tutti con affetto.
Foto a cura di Francesca Bocchia
Nella Sala Consiglio del Municipio, il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti e Nicoletta Paci assessora alle Pari Opportunità hanno consegnano il Premio “Le Parmigiane” ad Angelica Dallara.
Parma -
Il Premio, alla prima edizione, è un riconoscimento delle capacità e dei talenti delle donne. Voluto dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Parma il Premio “le Parmigiane” è destinato a donne parmigiane impegnate a favore della comunità o che si sono distinte per capacità professionale, intraprendenza, creatività, talento nel lavoro, nelle arti, nell’impegno sociale e politico.
La vincitrice per l’anno 2019 è Angelica Dallara, ingegnera, vicepresidente della Dallara Automobili. Le motivazioni del premio sono state lette dal Presidente del Consiglio Comunale Alessandro Tassi Carboni.
“Per la straordinaria capacità di applicare le sue competenze professionali all’impresa di Varano Melegari. Angelica è ingegnera aeronautica, inizia il suo percorso professionale occupandosi dell’aerodinamica applicata in galleria del vento, per passare all’analisi strutturale dei telai delle auto da corsa. Il suo intuito e la sua passione hanno determinato anche la creazione della Dallara Accademy la nuova struttura aziendale, centro di formazione per le nuove generazioni. La sua esemplare carriera è di monito e stimolo per le ragazze affinché cresca la consapevolezza della possibilità e capacità d’intraprendere studi tecnici e scientifici. La sua attività manageriale si è prodigata, inoltre, per realizzare un modello organizzativo che coniughi tempi di vita e di lavoro contribuendo a realizzare un percorso virtuoso per le famiglie di un distretto di giovani che sta conquistando il futuro. Il miracolo della vallata senza disoccupazione creato dal “contadino dei sogni” Giampaolo Dallara, famoso nel mondo.” Questa la motivazione di un premio che svela la donna che insieme a Giampaolo Dallara è al timone di un’eccellenza italiana.
Angelica Dallara è nata a Modena e dall’età di 6 anni vive a Parma, dove ha frequentato le scuole fino alla maturità scientifica. Frequenta il biennio di Ingegneria a Parma, e poi prosegue il corso di Studi in Ingegneria Aeronautica al Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1988 a pieni voti. Subito dopo inizia a lavorare nella società fondata dal padre, la Dallara Automobili con sede a Varano de’ Melegari (PR), che progetta e costruisce auto da competizioni e ad alte prestazioni. Nel suo percorso professionale si è occupata in successione di diversi àmbiti, iniziando dall’aerodinamica applicata in galleria del vento, passando poi all’analisi strutturale dei telai, al settore risorse umane, ed in ultimo alla gestione nel consiglio di amministrazione della Dallara. Insieme al padre, è socia di maggioranza della Dallara Group, holding e capogruppo delle diverse società a brand Dallara. In questo ruolo, si occupa anche delle attività culturali e benefiche sostenute dall’azienda a favore del territorio. Nell’ultimo anno ha collaborato al progetto e alla messa in opera della Dallara Academy, la nuova struttura aziendale sorta a fianco della sede principale dell’azienda, che svolge le funzioni di polo museale e centro di formazione, con laboratori didattici per le scuole e corsi universitari.
Bruciato il portone della sede di un’importante azienda di Parma, recapitati proiettili all’imprenditore vittima, in corsa per l’aggiudicazione di un cospicuo appalto.
Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo emiliano hanno consentito di ricostruire la grave vicenda estorsiva e di far luce sull’intimidazione subita.
I Carabinieri di Parma hanno tratto in arresto due persone per estorsione aggravata.
Queste sono le prime informazioni trapelate sull’importante fatto di cronaca in danno ad un’impresa parmigiana. Maggiori dettagli si avranno nella giornata di oggi.
Nella mattinata di ieri, la Polizia di Stato ha tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Modena il 27 maggio scorso, un cittadino italiano di 47 anni, ritenuto responsabile di due rapine.
Il 10 dicembre e il 24 gennaio scorsi a Modena erano state perpetrate due rapine, ai danni delle farmacie di corso Canalchiaro e di piazzale degli Erri, entrambe commesse da un uomo che armato di un cutter aveva intimato alle dipendenti di consegnargli l’intero incasso, circa 1000 euro nel primo esercizio e 200 euro nel secondo.
Una scrupolosa attività di indagine effettuata dalla Squadra Mobile con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, ha permesso di individuare l’autore delle due rapine.
Indispensabili per gli investigatori sono state le dettagliate descrizioni del soggetto da parte delle vittime, l’analisi dei fotogrammi delle immagini della video sorveglianza interna e le individuazioni fotografiche. Altrettanto fondamentale per il prosieguo delle indagini è stato l’esito dell’esame dattiloscopico effettuato dal locale Gabinetto di Polizia Scientifica sulla confezione di un medicinale, che il malvivente durante una delle rapine aveva toccato a mani nude, nonostante gli accorgimenti adottati dallo stesso per non lasciare impronte (dalle riprese video si vede chiaramente che nel corso delle rapine il 47enne ha sempre evitato di toccare con le mani il bancone e una volta uscito dal locale ha provveduto a pulire la maniglia della porta d’ingresso al fine di rimuovere qualsiasi traccia).
L’uomo, gravato da precedenti penali e di Polizia per reati contro il patrimonio, tra i quali furti e rapine, è stato associato presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità giudiziaria.