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«Ricevere un premio è sempre un’emozione, ricevere un premio a Crotone vale il doppio». Queste le prime parole di Elia Minari, autore del libro-inchiesta “Guardare la mafia negli occhi” sui segreti della ‘ndrangheta in Emilia e nel Nord Italia, nonché coordinatore dell’associazione culturale antimafia Cortocircuito nata nel 2009 a Reggio Emilia
 
«A Crotone – commenta Minari commosso – ho respirato le difficoltà causate dalla forte presenza mafiosa. Ho visitato le ville confiscate alla cosca Grande Aracri e i quartieri più difficili. Ma soprattutto ho conosciuto tantissimi cittadini onesti, con molta voglia di cambiare le cose».
 
La prima edizione del “Premio alla Legalità”, consegnato a Minari, è in memoria di Giuseppe Parretta, un ragazzo di 18 anni ucciso nel gennaio 2018 nel centro storico della città di Crotone: una morte violenta che ha indignato tanti calabresi e ha attirato l'attenzione dei media.
La conduzione del premio è stata curata dalla giornalista Valeria Collevecchio del Tg3 nazionale e tutto l’evento, con molti cittadini presenti, è stato seguito dalle telecamere della Rai.
 
Il premio è stato conferito a Elia Minari per le numerose inchieste che ha realizzato, dal 2009, sulla ‘ndrangheta nel Nord Italia. Dei suoi approfondimenti sono stati proiettati in Tribunale durante il procedimento giudiziario contro Francesco Grande Aracri, condannato in via definitiva per mafia. Inoltre alcune sue inchieste sono state citate nel primo punto della relazione ufficiale di scioglimento del consiglio comunale di Brescello e nel maxi-processo “Aemilia”, oltre ad essere state utilizzate all’interno di cinque indagini della magistratura.
 
Parallelamente all’attività d’inchiesta, negli ultimi dieci anni Minari è intervenuto a oltre 290 convegni, seminari formativi e incontri pubblici in diverse regioni d’Italia e anche all’estero, presso Università, consigli comunali ed enti pubblici
 
Hanno parlato delle attività dell’associazione culturale antimafia Cortocircuito, coordinata da Elia Minari, le principali testate nazionali e anche numerosi giornali e tv esteri: in Germania, Francia, Svizzera, Danimarca, ecc. L’Istituto dell’Enciclopedia Treccani ha dedicato due pagine alle iniziative di Minari.
Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Un nuovo acceleratore lineare per la Radioterapia di Parma. Pienamente operativa la strumentazione di ultima generazione. Trattamenti più accurati per 1300 pazienti. Attività clinica già avviata per il nuovo acceleratore lineare dell’Ospedale di Parma, la nuova fuori serie di ultima generazione installata nella struttura di Radioterapia, diretta dalla dottoressa Nunziata D’Abbiero.

Parma -

L’apparecchiatura consentirà trattamenti più precisi e mirati nella cura dei tumori con un miglioramento dei risultati attesi e una riduzione degli effetti collaterali delle terapie. Promosso a pieni voti dal principale ente europeo di certificazione, accreditato dalla Società europea dei radioterapisti e degli oncologi, il nuovo acceleratore ha già iniziato a lavorare a pieno ritmo a vantaggio dei circa 1300 pazienti che ogni anno ruotano attorno al reparto di Parma.

Abbiamo davvero un gioiello tecnologico –spiega D’Abbiero - che ci offre tra le altre cose la possibilità di sincronizzare l’irradiazione agli atti del respiro, particolarmente utile quando trattiamo il tumore al seno e un lettino robotizzato per correggere gli errori di posizionamento indipendenti dalla volontà del paziente. Investire in salute conviene e questo è largamente dimostrato in letteratura. Basti pensare – precisa il primario -  che circa il 70% delle neoplasie può essere curata utilizzando la Radioterapia da sola o in combinazione con altre tipologie di trattamento”.

La nuova apparecchiatura è dotata di una tomografia computerizzata a fascio conico, una sorta di TAC, che permette di vedere prima di ogni seduta com’è posizionata la massa tumorale a tutto vantaggio di una maggiore precisione.

Software e tecnologie fanno la differenza nella nostra area specialistica  – precisa Girolamo Crisi, direttore del dipartimento Diagnostico – in quanto diagnosi più raffinate ci permettono trattamenti più adeguati”.

Assieme al nuovo acceleratore – aggiunge Caterina Ghetti responsabile della Fisica Sanitaria - abbiamo aggiornato tutta la rete informatica e acquistato nuovi software per la pianificazione di trattamenti innovativi. Questi cambiamenti ci permettono ad esempio di trattare in maniera migliore tutto l’asse cranio-spinale, metodica che può avere particolare rilievo nei tumori pediatrici”.

Il nuovo acceleratore lineare installato a Parma, in sostituzione di una vecchia macchina, è stato finanziato dalla Regione Emilia Romagna con 2,5 milioni di euro, grazie ad un programma di investimenti, dedicato alla sostituzione di ben 8 acceleratori in tutta la regione attraverso la centrale unica di acquisto Intercenter. “Qui a Parma – conclude D’Abbiero - siamo stati i primi a essere operativi, impiegando poco più di 5 mesi tra dismissione del vecchio acceleratore, lavori di adeguamento, installazione e collaudo. È stato un grande lavoro di squadra che ha coinvolto il personale di Radioterapia, Fisica sanitaria, Ingegneria clinica, Attività tecniche ed Economato. Un lavoro impegnativo ed esaltante che ci ha permesso di mettere la tecnologia a disposizione dei pazienti oncologici di questo territorio in tempi da record”.

 

Che cos'è la radioterapia?

E un particolare tipo di terapia che utilizza le radiazioni, in genere i raggi X, nella cura dei tumori. Scoperti più di un secolo fa, in medicina i raggi X sono utilizzati sia a scopo diagnostico, come nel caso delle radiografie, sia a scopo terapeutico, nel caso appunto della radioterapia.

Nella radioterapia si utilizzano proprio per colpire e distruggere le cellule tumorali. Le radiazioni, prodotte da specifiche apparecchiature, gli acceleratori lineari, sono dirette contro la massa tumorale e danneggiano le cellule cancerose che in questo modo non riescono più a proliferare: il tumore così trattato non è più in grado di crescere e si riduce progressivamente.

Pubblicato in Cronaca Parma

Nella giornata di ieri, personale del Commissariato di P.S. di Carpi ha tratto in arresto e tradotto presso la locale Casa Circondariale, su disposizione del Magistrato di Sorveglianza di Modena, un cittadino di 50 anni, pluripregiudicato, già sottoposto alla misura alternativa della detenzione domiciliare.

Il 18 giugno scorso, il 50enne era uscito dal suo appartamento al primo piano di un condominio situato a Carpi ed aveva aggredito, sul pianerottolo del sesto piano, due sanitari del 118 intenti a soccorrere un’anziana che aveva accusato un malore.

Dopo tale aggressione, in evidente stato di alterazione psicofisica, aveva sfondato a pugni e calci la porta d’ingresso di un altro appartamento e danneggiato un veicolo posteggiato in strada; nel rompere poi con un calcio un tavolino in cristallo si era infortunato ad una gamba.

Anche una condomina, al settimo mese di gravidanza, nella confusione e nel parapiglia era stata spintonata dall’uomo. Quest’ultima, i sanitari del 118 e lo stesso pregiudicato erano stati costretti a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso.

Gli agenti intervenuti sul posto erano riusciti a riportare l’ordine. Il Magistrato di Sorveglianza, avvisato di quanto accaduto, ha disposto nei confronti del 50enne l’immediata sospensione della detenzione domiciliare per condotta incompatibile con la prosecuzione della misura alternativa.

Pubblicato in Cronaca Modena

La magia delle Frecce tricolori, che ha attraversato il cielo di Modena oggi, venerdì 21 giugno alle 11 circa, ha rappresentato il momento più atteso della cerimonia d’inaugurazione del monumento restaurato alla memoria della Medaglia d’oro al valor militare colonnello pilota Fulvio Setti e ai caduti dell’aria militari e civili modenesicon un intervento sostenuto da Setti Ferramenta, azienda della famiglia di Fulvio, fondata dal padre Alberto nel 1910.

Modena

“Alla memoria della Medaglia d’oro al valor militare colonnello pilota Fulvio Setti e ai caduti dell’aria militari e civili modenesi. Questa pietra della memoria poniamo dove sorse il primo Aerautodromo. A perenne ricordo. Modena 21 giugno 2019”. Sono queste le parole scritte sulla pietra scoperta ai piedi del monumento, realizzato con un Fiat G46 biposto, all'incrocio tra via Emilia ovest e viale Italia, al limite del parco Ferrari dove si sviluppava l'Aerautodromo di Modena.

L’opera è stata restaurata dalla famiglia Setti, che il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, presente alla cerimonia con autorità civili, militari e religiose e rappresentanti della famiglia, ha ringraziato pubblicamente per aver offerto alla città l’occasione di una giornata tra storia, valori e tecnologia. Non solo: “Per il tramite della memoria del loro caro ci hanno permesso – ha sottolineato Muzzarelli – di ricordare la nostra storia e il sacrificio di tanti per la pace e la libertà. Con l’orgoglio, aspettando il sorvolo della pattuglia acrobatica nazionale, di essere e sentirsi modenesi e italiani”.

La magia delle Frecce tricolori, che ha attraversato il cielo di Modena oggi, venerdì 21 giugno alle 11 circa, ha rappresentato il momento più atteso della cerimonia d’inaugurazione del monumento restaurato con un intervento sostenuto da Setti Ferramenta, azienda della famiglia di Fulvio, fondata dal padre Alberto nel 1910.

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Verde bianco e rosso: un lunghissimo tricolore si è disegnato sull’azzurro del cielo di Modena, inseguito con gli sguardi da diverse centinaia di modenesi con il naso all’insù. Il colonnello pilota Fulvio Setti, scomparso il 19 marzo 1991, ottenne la medaglia d’oro al valor militare a 29 anni, nel maggio del 1943, per aver eroicamente messo in salvo il suo equipaggio e altri militari con il suo aereo da trasporto in un’azione avventurosa tra l’Italia e la Tunisia. Non fu l’unico atto eroico della sua esperienza militare (220 voli) e dopo la guerra è stato per anni presidente del Coni (da campione italiano nei 110 ostacoli aveva partecipato anche alle Olimpiadi del 1936), dell’Aeroclub e dell’Ente provinciale per il turismo. A lui venne intitolato nel 1996 il Deposito centrale dell’Aeronautica militare, mentre dal 2015 gli è co-intitolata la sezione dell’associazione Arma Aeronautica di Modena.

Le Frecce tricolori erano volate su Modena in un’altra occasione, nel 2007, ai funerali di Luciano Pavarotti. In realtà la Pattuglia acrobatica nazionale si esibì a Modena anche il 19 maggio 1955: ma non erano ancora la Frecce, nate nel 1961, si chiamavano “Tigri bianche” ed erano inquadrate nel 51° Stormo di Istrana.

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Pubblicato in Cronaca Modena

Nella giornata del 20 giugno 2019, in diretta dal parco Dorotea Sofia di Colorno (Pr), nei pressi della panchina rossa simbolo della lotta alla violenza sulle donne, è andata in onda la diretta dell’intervista fatta a Rosangela Cataldi, sorella di Filomena, brutalmente assassinata dal vicino di casa di origini cinesi (Guiling Fang). Omicidio avvenuto il 22 agosto dello scorso anno a San Polo di Torrile, a seguito di una premeditazione.

Il brutale mostro ha approfittato dalla figura esile di Filomena, utilizzando la sua forza fisica e aiutandosi con un mortaio. Lo stesso Fang pochi giorni prima si era recato in casa di Filomena e Alessandro (il compagno) per fare due chiacchiere e “bere un caffè”. La stessa famiglia di Fang nel buon rapporto di vicinato di tanto in tanto dialogava rispettosamente con Filomena e Alessandro. Cosa abbia fatto scattare la rabbia del cinese non siamo in grado di saperlo con certezza, ma di certo possiamo comprendere come non avesse paura di loro, così come indicato in alcune perizie, in cui lo stesso Fang diceva di sentire voci nella testa e di temere che Filomena e il suo compagno volessero pagare delle persone di colore per farlo uccidere.

Una storia che ha dell’assurdo che si conclude nel peggiore dei modi con la perdita della vita di una persona buona, generosa, gentile e sempre sorridente. Con il decesso di una donna amorevole e combattiva nella vita. Con una ragazza appena 18enne privata di una madre, e che non potrà più condividere con lei i momenti più importanti della sua vita. Con un dolore ed una ferita immensa che mai la sorella Rosangela, legatissima a Filomena, e la sua famiglia potranno vedere richiusa. Un dolore talmente profondo che ha distrutto anche un’intera comunità che conosceva Filomena, e che oggi si stringe alla famiglia chiedendo a gran voce giustizia. Quella giustizia che anche durante il processo definitivo è stata negata, scrivendo l’ennesima pagina di una sconfitta dello stato e delle sue leggi “uguali per tutti”. Una giustizia che ha assolto l’assassino per incapacità d’intendere e volere e che lo ha visto rinchiudere in una Rems (Residenza per le esecuzioni delle misure di sicurezza). Una struttura che ha lo scopo di reintegrare in società chi commette dei reati, e che ha sostituito gli ex ospedali psichiatrici. Non una Rems qualsiasi, bensì quella di Casale di Mezzani da cui negli ultimi anni in diversi sono riusciti ad evadere. Una struttura che di certo non è un carcere e che vedrà soggiornare l’omicida di Filomena, se tutto va per il verso giusto per dieci anni. Solo in seguito sarà rivalutata la posizione di Fang che dagli stessi giudici è stato giudicato un soggetto di altissima pericolosità sociale. 

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E’ folle sapere che un assassino è stato assolto, e che molto probabilmente riscuoterà pure una pensione d’invalidità ed è altrettanto assurdo che i famigliari della vittima sono costretti a sostenere da soli tutte le spese legali e psicologiche necessarie per tentare di recuperare dal gravissimo trauma subito. Tutto questo purtroppo a causa di leggi obsolete che andrebbero riviste. A nostro avviso un assassino deve finire in galera indipendentemente dalla capacità d’intendere e volere, e anche se ha problemi mentali deve scontare l’ergastolo, senza sconti di pena in un reparto ad hoc dell’istituto penitenziario. Una vita non può essere recuperata e chi si è sporcato le mani di sangue deve passare tutta la sua vita rinchiuso, altro che 10 anni in Rems. 

Amo - Colorno continuerà ad impegnarsi affinché si arrivi a garantire giustizia per le famiglie delle vittime e continuerà a chiedere come già ha fatto con il presidente della repubblica e con alcuni esponenti di questo governo, leggi appropriate (certezza della pena) e reale sostegno economico per chi si trova costretto a vivere situazioni del genere. Lo facciamo per Filomena. Lo facciamo per Rosangela e la sua famiglia. Lo facciamo per tutte quelle che donne che hanno perso la vita a causa di persone che possiamo chiamarle in qualsiasi modo, tranne che uomini.

Il gruppo
Amo Colorno

Pubblicato in Cronaca Parma

Iniziativa resa possibile grazie ai contributi delle aziende Allodi S.r.L., Bormioli Pharma S.p.A., Casappa S.p.A., Chiesi Farmaceutici S.p.A., Gea Procomac S.p.A. e Turbocoating S.p.A.. I vincitori riceveranno un contributo di € 500 e il loro Curriculum Vitae sarà inviato alle aziende.

Parma -

L’Università di Parma comunica che, grazie al finanziamento delle aziende Allodi S.r.L., Bormioli Pharma S.p.A., Casappa S.p.A., Chiesi Farmaceutici S.p.A., Gea Procomac S.p.A. Turbocoating S.p.A., premierà d’ufficio per l’anno accademico 2018-19 23 studenti meritevoli, con un contributo di 500 euro ciascuno.

I premi saranno così distribuiti:

 

Anno di iscrizione

 

Corsi di laurea

NUMERO PREMI

 NUMERO PREMI

LT Ingegneria Meccanica

 

1

LM Biologia Molecolare

1

 

LM Biotecnologie Genomiche Molecolari ed Industriali

2

 

LM Chimica

2

 

LM Chimica Industriale

2

 

LM Fisica

1

 

LM Ingegneria Civile

1

 

LM Ingegneria Elettronica

2

2

LM Ingegneria Gestionale

 

1

LM Ingegneria Meccanica

4

LM Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio

1

 

LMCU Chimica e Tecnologia Farmaceutiche

2

 

La selezione sarà effettuata sulla base dei criteri di anzianità di iscrizione e merito indicati nel bando. Non è necessario fare domanda: l’individuazione dei premiati è fatta direttamente dagli uffici dell’Ateneo sulla base dei criteri indicati. La graduatoria provvisoria sarà pubblicata l’8 agosto 2019. I vincitori dovranno accettare il premio entro il 20 settembre 2019 inviando il Curriculum Vitae che sarà trasmesso alle Aziende.

L’azione è frutto del progetto “Network Università di Parma – Imprese”, mirato a sviluppare un programma di partnership con le aziende e con le associazioni che fanno riferimento al mondo produttivo del territorio. Le convenzioni siglate dall’Università di Parma con le Aziende hanno l’obiettivo di rafforzare il rapporto tra il percorso di studi universitari e le realtà produttive, promuovendo il merito degli studenti e favorendo il loro ingresso in tempi brevi nel mondo del lavoro.

Pubblicato in Cronaca Parma

L’utilizzo da parte degli agenti della Polizia Municipale di Piacenza, del nuovo software TargaSystem, ha portato dopo pochi mesi ad ottimi risultati. Il dispositivo elettronico - collegato alla banca dati del ministero dei Trasporti e dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass), consente di rilevare in tempo reale, attraverso la lettura della targa, la data di scadenza dell’assicurazione e la regolarità della revisione dei veicoli oggetto di attenzione.

Dopo l’entrata in funzione verso metà gennaio, il bilancio al 31 maggio - dopo 399 ore di utilizzo - del software TargaSystem è il seguente: sono stati controllati 31.384 veicoli e accertate e immediatamente contestate 194 violazioni al Codice della Strada, di cui 153 per revisione del veicolo omessa o scaduta, 23 per assicurazione scaduta o mancante, 12 per mancanza di documenti e 6 per patente scaduta.

“L’amministrazione – sottolinea l’assessore alla Sicurezza urbana, Luca Zandonella - ha voluto fortemente potenziare e migliorare tutte le attrezzature in dotazione alla Polizia Locale con acquisti lungimiranti. In particolare, con TargaSystem è possibile controllare in tempo reale la regolarità di assicurazioni e revisioni nonché altri comportamenti scorretti alla guida. Migliorare la sicurezza sulle strade è il nostro primo obiettivo, e l’utilizzo di uno strumento semplice da usare ma tecnologicamente avanzato come Targa System rappresenta un enorme contributo in tal senso. E’, in sintesi, un dispositivo elettronico che, in silenzio, migliora la circolazione stradale e ne aumenta la sicurezza”.

Pubblicato in Cronaca Piacenza

Dopo i corsi di formazione per l’utilizzo, i primi strumenti sono comparsi al “cinturoni” degli agenti. Presto saranno distribuiti a tutto il personale in servizio. Soddisfatto Marco Gagliardi del Sulp (Sindacato di Polizia locale) che aveva avanzato la richiesta già 15 anni fa. 

REGGIO EMILIA –

Poche settimana fa ha spopolato su Facebook il video girato in piazza della Vittoria, nel quale un vigile in difficoltà di fronte a uno straniero che dava in escandescenze e diventava sempre più minaccioso e violento era stato costretto a difendersi con una sedia. Le Forze dell’Ordine avevano poi sudato le proverbiali “sette camicie” per avere ragione sull’esagitato e renderlo inoffensivo. Cosa che, hanno commentato a centinaia sotto al video, sarebbe stata molto più agevole in questa e altre situazioni se gli agenti fossero stati provvisti di spray urticante e altri strumenti di difesa.

Ebbene, gli agenti della Polizia Municipale di Reggio Emilia saranno dotati a breve di bastone estensibile e spray al peperoncino. I primi sono già comparsi “al fianco” degli agenti in servizio al Mercoledì Rosa e al Mapei Stadium in occasione degli Europei Under 21, ma nei prossimi giorni sarà completata la distribuzione a tutti gli agenti in servizio, dopo i corsi di formazioni sull’utilizzo degli strumenti iniziati a metà giugno

I bastoni estensibili sono di colore bianco, pesano 226 gr e sono in fibra di vetro, con una lunghezza che da 28 cm arriva a 58. Lo spray al peperoncino, invece, contiene un boccettino da 20 ml, rispetta la normativa in vigore e provoca un bruciore agli occhi sufficiente a mettere “fuori gioco” un eventuale aggressore, ma del tutto innocuo (passa lavandosi con acqua fresca). Entrambi non sono considerate armi, poiché in libera vendita.

Soddisfatti gli agenti che da tempo sollecitavano la dotazione. Soddisfazione anche da parte di Marco Gagliardi del Sulpl – Sindacato di Polizia Locale, che sottolinea quanto la richiesta di questa dotazione fosse stata avanzata e portata avanti da 15 anni. “Ci hanno deriso e fatto passare per folli e pure fascisti solo perché chiedevamo le giuste tutele”, ha dichiarato Gagliardi, facendo presente che i colleghi modenesi dispongono di “manganello” e spray urticante già da dieci anni. 

Ha voluto sottolineare, tuttavia, che “si tratta di strumenti di difesa e non di offesa”, molto utili durante il servizio pubblico per esempio alle partite di calcio, dove gli agenti sono a rischio di attacchi da parte dei tifosi, ma anche per difendersi da esagitati che perdono le staffe e aggrediscono gli agenti. 

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Da alcune settimane uno dei due era solito “servirsi” dal negozio senza pagare e tenendo atteggiamenti strafottenti e minacciosi. Ieri alle 16, in seguito all’ennesima “incursione” è stato arrestato insieme a un compare. Processati per direttissima, sono stati condannati a 8 mesi di carcere con divieto di dimora nel Comune di Modena. 

MODENA –

Da alcune settimane alcuni giovani malviventi di origine straniera avevano preso l’abitudine di “servirsi” senza pagare dal negozio Scout di via Emilia Centro. Uno di loro, in particolare, durante queste “visite” era solito tenere atteggiamenti sprezzanti e minatori nei confronti dei dipendenti: insulti, sputi e derisioni facevano ormai parte delle visite indesiderate del soggetto. Più volte la situazione era stata segnalata alle Forze dell’Ordine, ma i malviventi erano riusciti sempre a farla franca. Almeno fino a ieri. 

Erano circa le 16 quando il giovane nordafricano si è presentato nuovamente nel punto vendita insieme a un compare, rubando alcuni bermuda e nascondendoli in una borsa schermata con fogli di alluminio per “ingannare” i sistemi antitaccheggio. I due erano poi usciti e si erano diretti verso Porta Sant’Agostino. A questo punto la titolare ha avvertito la centrale operativa della Questura descrivendo dettagliatamente i due “personaggi”.  

La Volante più vicina si è quindi messa sulle loro tracce e li ha intercettati e inseguiti fino in via Sant’Eufemia dove i due, identificati come un 23 enne e un 32 enne di nazionalità marocchina, irregolari sul territorio, sono stati arrestati per furto aggravato. I due, infatti, sono stati trovati in possesso dei pantaloni rubati al negozio Scout e di scarpe sottratte a un altro negozio. Il 32 enne, poi, era già noto alle Forze dell’Ordine per una lunga serie di taccheggi compiuti negli ultimi due anni. 

Entrambi processati per direttissima, sono stati condannati a 8 mesi di reclusione con divieto di dimora nel Comune di Modena. 

 

Pubblicato in Cronaca Modena

LA MODALITÀ è sempre la stessa: suonano alla porta di casa, insistono per entrare, mostrano un catalogo di prodotti per la casa e si fanno firmare una ‘specie’ di ricevuta. Invece è un contratto di acquisto, spesso del valore di alcune migliaia di euro (fino a 10 mila). La famigerata ‘truffa del catalogo’ non passa mai di moda. Negli ultimi giorni una ventina di modenesi ha segnalato ad Adiconsum Emilia Centrale (l’associazione consumatori della Cisl) di esserne rimasta vittima.

“Si tratta di una pratica ingannevole messa in atto da diverse aziende che cambiano continuamente ragione sociale – racconta l’operatrice Adiconsum Emilia Centrale Patrizia Barletta – I commerciali incaricati operano porta a porta, prendendo preferibilmente di mira anziani e persone sole in casa. Una volta entrati nell’abitazione, con pressioni più o meno insistenti, chiedono quella che pare essere un’innocua firma per ricevuta di un catalogo di offerte di mobili, materassi e arredi. Solo in seguito il malcapitato si accorge di aver sottoscritto un vero e proprio contratto, con impegno ad acquistare merce per migliaia di euro per più anni, spesso persino con un oneroso finanziamento accessorio”.

 

COSA FARE SE SI VIENE TRUFFATI

L’Associazione consumatori della Cisl spiega che la via d’uscita dipende soprattutto dall’atteggiamento del venditore, una volta ottenuta la firma. Se la copia del contratto viene immediatamente consegnata all’ignaro acquirente, è sufficiente esercitare il diritto di recesso entro 14 giorni, come di prassi per i contratti conclusi fuori dai locali commerciali.

Se, invece il raggiro viene scoperto solo dopo la scadenza di questo termine, le cose si fanno più complicate, specie se si cede al versamento di una quota a titolo di caparra sotto la promessa di uscire dal circuito con un unico acquisto. Ecco perché è opportuno seguire alcuni consigli, utili per difendersi anche in via preventiva.

"Innanzitutto occorre prestare sempre la massima attenzione a cosa si firma, specie quando si tratta, come in questo caso, di documenti su carta copiativa – spiega Barletta – Se si è firmato, il consiglio è non consegnare alcuna somma di denaro, soprattutto contanti, nemmeno sotto la minaccia di azioni legali da parte dell’azienda venditrice. Siamo di fronte, infatti, a una pratica commerciale scorretta e il vincolo contrattuale è comunque nullo perché affetto da vizio del consenso."

SE SI È RICEVUTA merce a casa, siano campioni pubblicitari o propriamente mobili d’arredo, - continua l’operatrice Adiconsum - è consigliabile lasciarla imballata, immacolata e pronta a essere restituita, anche perché spesso si tratta di vere e proprie “patacche”, o comunque di merce di valore di molto inferiore al prezzo di vendita richiesto. Bisogna ricordarsi che un eventuale finanziamento sottoscritto assieme al contratto di vendita si qualifica come accessorio a quello principale: se quest’ultimo decade, ad esempio perché si è esercitato il diritto di recesso, anche il primo resta privo di effetti».

Pubblicato in Cronaca Emilia
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