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Le indagini della Guardia di Finanza hanno consentito di denunciare otto persone di nazionalità cinese per esercizio abusivo dell’attività finanziaria, riciclaggio, sfruttamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina. Sequestrati anche 1500 euro e un appartamento a Casalgrande di proprietà di un reggiano.

REGGIO EMILIA –

Formalmente, si trattava di un esercizio commerciale in cui avveniva la spedizione di pacchi. Tuttavia, le indagini condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dalla Procura di Reggio Emilia, hanno consentito di appurare che quei locali situati nei pressi della stazione e gestiti da cinesi erano diventati un punto di riferimento per una fitta rete di connazionali, dediti alla raccolta abusiva di somme di denaro, derivante da attività illecite commesse nel territorio della provincia e in altre regioni. Attraverso l’attività di spedizioni, in pratica, veniva riciclato il denaro “sporco”, proveniente, per la maggior parte da attività di sfruttamento della prostituzione.

L’operazione, denominata China Town, ha anche consentito di individuare un appartamento a Casalgrande, di proprietà di un uomo residente a Scandiano, in cui venivano fatte prostituire ragazze di nazionalità cinese. Durante la perquisizione dell’appartamento erano presenti alcune ragazze non in regola con il permesso di soggiorno, che sono state in seguito destinatarie di un provvedimento di espulsione emesso dal Prefetto di Reggio Emilia. Nell’appartamento sono stati rinvenuti anche 1500 euro, nascosti nei cuscini, probabili proventi dell’attività illecita, che sono stati sequestrati insieme all’abitazione dello scandianese.

Otto persone, tutte di nazionalità cinese, sono infine state denunciate per esercizio abusivo dell’attività finanziaria, riciclaggio, sfruttamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina. 

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I cagnolini arrivavano dall’Est Europa, spesso trasportati in piccole scatole o stipati nelle automobili, trovati anche documenti sanitari e pedigree falsificati. 

CORREGGIO (RE) –

Un copione purtroppo già visto, che vede ancora una volta come vittime cuccioli di cane indifesi, spesso separati troppo presto dalle madri, costretti a viaggi estenuanti, stipati nelle gabbie e in condizioni alle quali, spesso, non sopravvivono.

I Carabinieri di Correggio, insieme ai colleghi della Forestale, dopo mesi di indagine, sono riusciti a porre fine ai traffici di cuccioli provenienti dall’Est Europa messi in piedi da due donne, titolari di un allevamento con sede nella provincia di Brescia, un meccanismo rodato e illecito che si basava su documenti falsi e microchip detenuti illegalmente.

Le indagini hanno portato al sequestro di 56 cuccioli di chihuahua, trovati in seguito alle perquisizioni nella sede legale dell’allevamento e di altri siti nella disponibilità delle due indagate a Luzzara, Correggio, Pavullo nel Frignano (MO) e Ponte San Marco Calcinato (BS). 

Oltre ai cuccioli, sono state sequestrate anche 150 pedigree di cui tre già abbinati a microchip non ancora inoculati, diverse confezioni di farmaci e medicazioni a uso ospedaliero, passaporti rilasciati da autorità straniere a favore di cani non presenti nell’allevamento, libretti veterinari in bianco e un blocco di carta intestata “Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna - Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena, presumibilmente utilizzato per falsificare le certificazioni. 

Le indagini hanno anche consentito di appurare che i cani arrivavano in Italia dall’Est Europa stipati in piccole scatole di cartone, mentre le stesse allevatrici noleggiavano auto per trasportare personalmente i cagnolini. 

Le due titolari dell’allevamento sono quindi state denunciate per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, esercizio abusivo della professione e frode nell’esercizio del commercio. 

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A Modena e provincia sono stati segnalati diversi casi di utenti che si sono rivolti a Federconsumatori per esercitare il diritto di recesso. La pratica di vendita, infatti, è al limite della legalità e non consente un intervento diretto delle Forze dell’Ordine.

MODENA –

Cartellino bene in vista, sorriso d’ordinanza, nome altisonante dell’azienda e comunicazione, tutta verbale, dell’obbligo di dotarsi di un rilevatore per le fughe di gas. Qualche altro bel giro di parole e al malcapitato viene fatto firmare un contratto di acquisto di un rilevatore dal costo di 399 euro. Un prezzo venti volte superiore agli analoghi strumenti in commercio, considerando quelli più economici.  

Solo dopo aver firmato e pagato, spesso attraverso un pos di cui questi “venditori” sono dotati per rendere il pagamento più facile e indolore, le persone si accorgono di essere state raggirate. Già diversi casi sono stati segnalati a Modena e provincia da Federconsumatori, l’associazione di categoria a cui si sono rivolte numerose persone al fine di esercitare il diritto di recesso e sperare di recuperare il denaro speso.

Da Federconsumatori fanno sapere che la ditta a cui fa capo la truffa è sempre la stessa, Meta Gas, senza una ragione sociale specificata e con sede a Calcinate, nel bresciano, zona nota per concentrare, anche in passato, aziende segnalate e inquisite proprio per le pratiche scorrette di vendita di rilevatori gas, ditte intestate e gestite da stranieri, probabilmente prestanome.

Oltre alla truffa, tuttavia, c’è anche la beffa, perché le pratiche di vendita sono al limite della legalità: gli accordi che vengono fatti firmare, infatti, non consentono un intervento immediato delle Forze dell’Ordine.  

Federconsumatori mette quindi in guardia contro queste pratiche, ribadendo che dotarsi di rilevatori di gas non è affatto obbligatorio, come non lo è aprire la porta di casa a chi suona il campanello. Prima di firmare qualsiasi cosa, poi, prendersi il tempo necessario per riflettere, leggere anche le clausole scritte a caratteri più piccole e informarsi prima su quanto si sta per acquistare. 

 

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Giovani ambasciatori provenienti da tutto il mondo, ospiti a Reggio Emilia del Camp organizzato dai Lions del Distretto 108 Tb, accolti in Sala del Tricolore dal sindaco Luca Vecchi. Tra loro, anche due giovani ipovendenti italiani e una giovane non vedente di Hong Kong

Reggio Emilia -

Il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi ha dato il benvenuto in Sala del Tricoloreai 28 giovani provenienti da tutto il mondo – 19 ragazze e 9 ragazzi di età compresa tra i 16 e i 22 anni –del Campo Internazionale della gioventù “Emilia”, promosso dal Distretto Lions 108 Tb, che per il secondo anno consecutivo è ospitato, fino al 21 luglio, nella città di Reggio Emilia.

Per dieci giorni, i giovani ambasciatori sono ospiti, presso l’Ostello della Gioventù del Castello di Rossena, dei soci Lions che li accompagnano alla scoperta della cultura, della storia e della gastronomia del nostro territorio, in un percorso partecipativo fatto di sport, divertimento e attività di gruppo finalizzate all’inclusione, alla conoscenza e al confronto fra culture differenti nella condivisione di iniziative comuni. 

“La nostra città ha da sempre una forte vocazione internazionale, confermata anche da questa iniziativa realizzata grazie ai Lions – ha detto il sindaco Luca Vecchi, nella solennità della Sala del Tricolore – la presenza di questi giovani contribuisce ad arricchire la nostra città e getta le basi per un nuovo futuro fondato sull’amicizia e lo scambio di culture differenti”. Il sindaco ha poi concluso il suo intervento mettendo in evidenza il “forte messaggio inclusivo del Campo Emilia che coinvolge e unisce ragazzi vedenti e non vedenti, aggiungendo valore a una iniziativa già meritevole”.

Il direttore del Campo Daniela Gardini, a nome di tutto il Distretto Lions 108 Tb, ha quindi ringraziato il sindaco Vecchi per la calorosa accoglienza nella storica Sala del Tricolore “che consente ai nostri giovani ospiti di conoscere e vivere da protagonisti per un giorno la storia del nostro territorio, caratterizzata da forti valori improntati alla solidarietà e all’uguaglianza”.

Istituito circa venti anni fa dal Distretto Lions 108 Tb, il programma “Scambi giovanili e Campi per la gioventù” promuove infatti la cittadinanza globale, l’amicizia e l’intesa tra i popoli.

L’associazione internazionale, nota in tutto il mondo anche per la realizzazione di programmi volti ad eliminare la cecità prevenibile e reversibile, nell’organizzazione del Campo Emilia, grazie alla collaborazione con la Sezione provinciale di Reggio Emilia dell’Unione Italiana Ciechi, unisce la forte vocazione all’amicizia internazionale all’attività di servizio ai non-vedenti e a quanti soffrono di gravi problemi alla vista.

Dopo la positiva esperienza dello scorso anno, che ha registrato per la prima volta in un Campo Lions la partecipazione di alcuni ragazzi ipovedenti – i quali non solo hanno partecipato pienamente a tutte le attività in programma, ma anzi hanno aiutato gli amici vedenti ad acquisire nuove sensibilità esperienziali – quest’anno il Campo Emilia ospita due giovani ipovedenti italiani e una giovane non vedente straniera

I ragazzi partecipanti al Lions Campo Emilia arrivano da 19 Paesi diversi: Australia, Austria, Bielorussia, Canada, Cina - Hong Kong, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, India, Israele, Italia, Messico, Norvegia, Olanda, Spagna, Turchia, Ungheria e Stati Uniti d’America.

I giovani, dopo essere stati ospiti per due settimane presso famiglie di Reggio, Modena, Bologna e Ferrara, sono stati accompagnati al Campo della Gioventù di Reggio Emilia dal responsabile distrettuale degli scambi Loris Baraldi e sono seguiti dal direttore del Campo Daniela Gardini, dai camp leader Liel Hameiri Gessler, Marco Tioli, Lorenzo Prati, Matteo Cantadori, Francesco Rossi, Federico Nasi e Laura Vacchetti. Insieme a loro anche il tesoriere Laura Lasagna, il segretario Sergio Vaiani e il medico del Campo Vincenzo Faraci.

I Lions Club che stanno sostenendo questa straordinaria esperienza umana ed educativa sono: nove della provincia di Reggio Emilia (Canossa Val d’Enza, Correggio “Antonio Allegri”, Fabbrico Rocca Falcona, Guastalla Ferrante Gonzaga, Reggio Emilia Host Città del Tricolore, Regium Lepidi e Cispadana, Reggio Emilia La Guglia-Matilde di Canossa, Sant’Ilario d’Enza, Scandiano); tre della provincia di Parma (Parma Ducale, Colorno La Reggia, Parma Maria Luigia); uno della provincia di Bologna (Bologna “I Portici”); dieci della provincia di Ferrara (Ferrara Host, Codigoro, Bondeno, Santa Maria Maddalena Alto Polesine, Ferrara Europa, Poggio Renatico, Ferrara Estense, Malalbergo Lyda Borelli, Ferrara Diamanti, Ferrara Ercole I D’Este).

Tra i sostenitori anche l’Associazione culturale “Matilde di Canossa - Castello di Canossa, Castello di Rossena”. 

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Nel pomeriggio di ieri, una Volante della Questura di Parma è intervenuta presso l’OVS di Via Mazzini, dove gli addetti alla sicurezza interna avevano fermato tre giovanissime ragazze che poco prima avevano tentato di rubare alcuni capi d’abbigliamento. Fra le tre, di origine maghrebina, anche una bambina di soli 10 anni.

Sul posto sono state raccolte le dichiarazioni dell’addetto alla sicurezza del negozio, che ha dichiarato di aver visto una di loro, con una borsa al seguito, entrare in un camerino con dei capi d’abbigliamento per poi uscire con meno capi in mano e la borsa più piena. 

Anche la più piccola aveva tentato di asportare della merce, staccandone il cartellino e nascondendosela indosso. Uscite dal negozio senza pagare nulla, le tre erano state fermate dagli addetti alla sicurezza. La più piccola delle tre ha subito consegnato la merce ed è stata “punita” dalla più grande con uno schiaffo al volto ed un rimprovero nella propria lingua madre.

Sono state quindi condotte in Questura e qui identificate. Tutte e tre sono di origine tunisina, nate in Italia e residenti a Parma: una di loro, 15enne, è cittadina tunisina, le altre due, sorelle e cittadine italiane, hanno 16 e 10 anni.

Le due più grandi sono state segnalate alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni per furto aggravato in concorso, con l’aggravante di aver determinato a commettere il reato la più piccola, minorenne non imputabile. Al termine degli accertamenti, tutte e tre sono state affidate ai rispettivi familiari.

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Il conducente avrebbe fatto tutto da solo. Lo schianto contro un muretto di una casa privata ha causato l’incendio del mezzo. In corso l’identificazione della vittima.

MONTESE (MO) –

Tragico incidente questa mattina attorno alle 12 in località Ponte Docciola di Montese, sull’Appennino modenese. Un automobilista stava viaggiando lungo la Fondovalle Panaro (SP 4) quando, per cause in corso di accertamento, ha perso il controllo della sua Fiat Panda 4x4 e si è schiantato contro il muretto di una casa privata.

L’auto ha preso fuoco e in conducente è morto carbonizzato. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco e il 118 con l’elisoccorso e un’ambulanza, ma il conducente era purtroppo già deceduto. Secondo i primi rilievi effettuati dai Carabinieri non risulterebbero altri mezzi coinvolti. Non è escluso nemmeno che il conducente sia stato colto da un malore. L’identificazione della vittima è in corso.

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La XXX edizione si è svolta nella prestigiosa cornice del Palazzo Ducale, sede dell’Accademia Militare, tra mostre, concerti, performance e diretta TV. Con protagoniste assolute le donne.

Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi 

MODENA –

Un compleanno importante, quello festeggiato lo scorso 12 luglio da Profilo Donna, il Premio Internazionale ideato da Cristina Bicciocchi che ogni anno, dal 1989, conferisce il prestigioso riconoscimento a donne che si sono distinte a livello nazionale e internazionale per il loro talento, personalità e professionalità, diventando, per questo un esempio per le giovani generazione. Tra le mission del Premio anche la valorizzazione del ruolo della donna nella società, attraverso testimonianze e approfondimento di temi di attualità, tra cui l’emancipazione femminile e la parità di genere. Dall’anno della sua fondazione, il Premio è stato conferito a 300 donne.

Per questo compleanno importante, ci voleva una location d’effetto. Come il Palazzo Ducale, sede dell’Accademia Militare di Modena, che ha fatto da splendida cornice alla giornata. 

 

Una mattinata tra mostre e convegni

L’apertura dei lavori alle 9.30, presso l’Aula Magna dell’Accademia Militare, con il convegno “L’importanza dell’informazione e il contributo femminile nello sviluppo della società”. A seguire, per i partecipanti, è seguita una visita alla mostra “Antichi menù”, curata da Marika Lion, con una selezione di menù “storici” provenienti da archivi e collezioni private, databili tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento. Uno spaccato di vita che consente di comprendere non solo come si mangiava e quali erano i piatti “delle grandi occasioni”, ma anche di ammirare piccoli capolavori, tra filigrane, vedute artistiche riprodotte sui menù, eventi storici in occasione dei quali venivano preparati gli stessi menù. 

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In esposizione presso il Palazzo Ducale anche alcune delle 42 opere incluse nel volume “Ritratti impossibili di Dame Estensi”, un progetto di Profilo Donna realizzato in collaborazione con il Centro di Formazione l’Atelier che ha visto alcune protagoniste del Premio Profilo Donna prestare il loro volto nei ritratti di personaggi storici della Casa d’Este. 

Sempre dal Centro di Formazione l’Atelier arrivano le opere degli allievi che hanno partecipato ai corsi, “avanzato di pastelli morbidi” e “avanzato di pastelli morbidi e pittura a olio”, in occasione delle celebrazioni per i cinquecento anni della morte di Leonardo da Vinci, cimentandosi nello studio della celebre tecnica dello “sfumato” attraverso la riproduzione di celebri opere del genio rinascimentale. Le opere migliori e quelle che si sono distinte per qualità esecutiva, già oggetto di una mostra lo scorso 15 giugno presso il Club La Meridiana, sono state esposte durante la serata.

 

Il Galà nel Cortile d’Onore

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La serata si è aperta alle 19 con la partecipazione della banda cittadina “Andrea Ferri” e un aperitivo a base di sapori tipici, dalle tartine alla spuma di mortadella alla “pappa con il pomodoro”, dai salumi nostrani al Parmigiano Reggiano.

Alle 20.50 sul palco allestito nel Cortile d’Onore sono saliti Cristina Bicciocchi, Presidente del Premio Internazionale Profilo Donna, e il presentatore Marco Senise, accompagnati dalla colonna sonora eseguita dall’Orchestra Sinfonica Città di Cervia, condotta del Mastro Fulvio Pénso e composta da oltre 40 giovani musicisti professionisti e non.  Durante la serata si sono esibiti anche i danzatori della Società di Danza diretta dal Maestro Fabio Mollica in abiti dell’Ottocento estense.

Via poi alle premiate della XXX edizione del Premio Profilo Donna, che quest’anno è stato realizzato da Elisa Pellacani, artista di fama internazionale nata a Reggio Emilia. Per le premiate, ha realizzato un gioiello d’autore ispirato ai fiori, uno diverso dall’altro.

Il Premio Speciale “Giovani Creative Crescono” è andato quest’anno alla giovanissima violinista Elizaveta Malysheva, nata a Mosca nel 2008 in una famiglia di musicisti e vincitrici di numerosi premi a livello internazionale, che ha dato prova del suo talento eseguendo una sonata. 

Ecco poi le premiate 2019: la prima a salire sul palco è la giornalista Paola Zanoni, volto televisivo, Ufficiale al Merito della Repubblica e Ambasciatrice di Pace. Profilo Donna premia anche un’eccellenza modenese, Micaela Piccoli, Direttore di Chirurgia Generale presso l’Ospedale di Baggiovara, tra le cinque donne primario d’Italia. Altro volto noto della TV, Roberta Bruzzone, psicologa forense, Criminologa Investigativa e docente di Criminologia, presidente dell’Accademia Internazionale di Scienze Forensi e vicepresidente della Onlus “La caramella buona” per il sostegno delle vittime della pedofilia. 

Dopo un break suggestivo con la lettura di un brano di Shakespeare dedicato alle donne da parte dell’attrice e fotografa modenese Franca Lovino, la serata riprende con la premiazione di Veronica De Romanis, docente di Politica Economica Europea alla Stanford University a Firenze e alla Luiss di Roma e membro del Comitato direttivo dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani presso l’Università Cattolica di Milano. 

Tra le premiate 2019 anche Barbara Jatta, prima donna a dirigere i Musei Vaticani, nominata da Papa Francesco nel 2017, e Lella Golfo, Presidente della Fondazione Marisa Bellisario, giornalista pubblicista, Commendatore e Cavaliere della Repubblica, fondatrice del Premio “Marisa Bellisario” dedicato al valore delle imprenditrici, manager e professioniste, ma anche a donne impegnate nella conquista dei diritti umani e civili. In Parlamento dal 2008, ha presentato diverse proposte di legge incentrate sulla questione femminile e sulle quote di genere nei CdA delle società quotate e controllate, divenuta poi Legge dello Stato. 

Settima premiata, Lara Gilmore, americana di Washington, ma modenese d’adozione. Moglie dello chef stellato Massimo Bottura, grazie al suo costante impegno nella comunicazione e nel marketing ha contribuito a fare dell’Osteria Francescana, nel 2016, il miglior ristorante del mondo. È presidente della Onlus “Food for Soul” che ha fondato insieme al marito, che si occupa di recuperare spazi sociali e, attraverso la collaborazione con architetti, designer, artisti, chef e volontari, “recupera” alimenti destinati altrimenti allo spreco, facendone piatti gustosi da offrire a persone in difficoltà o in situazioni di disagio economico e sociale. Finora sono sette i refettori aperti nel mondo: in Italia a Milano, Modena, Napoli, e poi Parigi, Londra, Parigi e Rio de Janeiro.

Gran finale con l’immancabile foto di gruppo, a cui si sono unite alcune delle protagoniste delle trenta edizioni del Premio Internazionale Profilo Donna. La serata è proseguita poi fino a tarda notte con la cena gourmet, tra la musica dell’Orchestra Sinfonica di Cervia e i suggestivi giochi di luce che hanno donato al Palazzo Ducale una veste davvero inedita. Appuntamento al prossimo anno. 

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Crocetta Baseball e Softball in campo per Giocamico. Donazione all’associazione che si occupa delle attività ludico ricreative per i piccoli pazienti dell’Ospedale dei bambini.

Parma -

Gli atleti del Crocetta Baseball e Softball hanno voluto condividere il successo di pubblico e di entusiasmo del XVII Torneo Crocetta con gli amici e coetanei ricoverati all’Ospedale dei bambini. E’ a loro infatti che hanno deciso di destinare il ricavato della lotteria organizzata durante il Torneo estivo attraverso l’associazione Giocamico, da oltre vent’anni al fianco dei reparti pediatrici del Maggiore per le attività ludico ricreative. 

Alla consegna avvenuta questa mattina al “Pietro Barilla” era infatti presente una delegazione degli atleti del Crocetta Baseball accompagnati da Vania Sghia, consigliere della società, Jacopo Zinelli vicepresidente e Ivan Ferrarini presidente del Crocetta BC che così hanno spiegato il motivo della loro scelta: “Il nostro intento è quello di infondere nei nostri ragazzi un positivo spirito di gruppo che veda nello sport un momento di gioco e di allegria che coinvolga tutti con una particolare attenzione agli altri. E Giocamico incarna questi due valori, il gioco e la solidarietà”.

Sinceri ringraziamenti sono arrivati dal presidente dell’associazione Corrado Vecchi che da sempre crede nella forza dello sport quando è vissuto come gioco. “L’attività ludica praticata in campo si sposa con l’attività di gioco che viene svolta in Ospedale con chi sta attraversando un periodo difficile della sua vita. E ogni incoraggiamento è prezioso nelle speranza che tutti possano tornare prima possibile a calcare quei campi di gioco”.

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Ieri pomeriggio, i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Imola hanno intercettato due malviventi bolognesi che stavano escogitando qualcosa di losco ai danni di un’anziana automobilista che avevano fermato mentre stava percorrendo via Montericco. Fortunatamente, il piano criminale delle due donne, una 25enne e una 27enne, è stato interrotto subito da una pattuglia dei Carabinieri che alla vista delle due auto ferme lungo la strada si è affiancata per capire cosa fosse successo.

Dopo aver scoperto che le due giovani, socialmente pericolose e specializzate in reati contro il patrimonio, in particolare ricettazioni, truffe, furti di ogni genere e rapine, avevano bloccato l’anziana automobilista, 72enne del luogo, facendole credere di essere due appartenenti alle Forze dell’ordine, i militari, quelli veri, oltre a denunciarle per sostituzione di persona in concorso, le hanno proposte all’Autorità competente per il foglio di via obbligatorio dal Comune di Imola.

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Una morte arrivata all’improvviso, sulla quale ora la Procura vuole fare chiarezza per capire se sia stata diretta conseguenza di un incidente stradale avvenuto due mesi e mezzo prima. Stando a quanto ricostruito, un uomo di 79 anni, Claudio Lanzoni, residente a Reggio Emilia, era in sella alla bici quando, il 26 aprile scorso, ha attraversato la strada in viale Umberto I, all’altezza dell’ufficio postale, imboccando le strisce pedonali.

In quel momento, al volante di un Suv, è sopraggiunto un uomo di 48 anni, un medico, che stava procedendo dal ponte San Pellegrino verso il centro città. L’anziano, che si è mosso dal lato destro della strada a quello opposto, è stato urtato dallo spigolo della macchina ed è caduto a terra. Lanzoni è stato portato all’ospedale Santa Maria Nuova, mentre gli agenti della polizia municipale hanno fatto i rilievi per ricostruire la dinamica dell’incidente.

Al 79enne, ricoverato, è stata diagnosticata la rottura del femore, con una prognosi di sessanta giorni: nulla di troppo grave, almeno all’inizio, considerando anche l’età avanzata dell’uomo. Lanzoni si è sottoposto alla fisioterapia, ma poi ha avuto alcune complicazioni che lo hanno portato al decesso, avvenuto il 2 luglio, all’ospedale. Il pm Giacomo Forte ha deciso di fare alcuni accertamenti, per stabilire se vi sia un nesso causale tra il motivo della morte e lo schianto. Così ha disposto l’autopsia, che si è svolta ieri mattina al Santa Maria Nuova, e ha iscritto il medico nel registro degli indagati per omicidio colposo stradale, con l’aggravante della violazione del codice della strada, perché il 48enne non avrebbe tenuto una velocità consona a quel tratto di carreggiata, non riuscendo così a frenare in tempo per evitare l’impatto.

L’esame sulla salma si è svolto alla presenza del magistrato, che ha dato l’incarico al proprio consulente medico legale, così come hanno fatto anche gli avvocati Giuseppe Caldarola che assiste l’indagato (nominato il medico Maria Cristina Davolio) e Roberta Ugolotti che segue la famiglia della vittima (con il medico Bonfiglio Gambarini).

Il dottore nominato dal pm ha preso novanta giorni di tempo per depositare l’esito dell’esame, in base al quale si dovrà capire se è stata la frattura del femore, conseguenza dell’incidente, a causare la morte. L’avvocato Caldarola afferma che il suo assistito «è affranto per la morte dell’uomo, che gli è apparso accanto alla macchina all’improvviso, senza che purtroppo lui riuscisse a fare qualcosa per evitarlo». Ma il legale vuole denunciare anche lo stato in cui versa viale Umberto I, chiedendo alla nuova giunta che si prendano provvedimenti per mettere la strada in sicurezza: "È une delle strade della città in cui si verificano più incidenti: in alcuni punti la visibilità non è ottimale, anche a causa dell’ombra degli alberi".

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
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