Nell'imminenza della Giornata nazionale del Gatto che ricorre il 17 febbraio, il Comune di Piacenza organizza, in collaborazione con Leap, due incontri pubblici dedicati all'universo dei felini.
Indagata la donna che li deteneva. Ferrarini: «Chiediamo di segnalarci situazioni di degrado e maltrattamento»
Appuntamento al gattile comunale di Le Mose (Piacenza), nel pomeriggio di domenica 27 ottobre dalle 15.30, con un laboratorio rivolto ai bambini dai 4 ai 10 anni: “Con il gatto alla scoperta dei libri”.
Il progetto, promosso dalla pedagogista Francesca Ronchetti in collaborazione con il responsabile della struttura di ricovero per i felini, Paolo Repetti, prevede l’interazione tra i piccoli partecipanti e gli amici a quattro zampe, di cui sono stati selezionati, tra gli ospiti del gattile, gli esemplari ritenuti più idonei – per condizioni di salute e attitudine alla socializzazione – a svolgere un’attività assistita con i bambini.
La partecipazione è gratuita, ma i posti disponibili sono limitati: occorre prenotare contattando gli organizzatori al 392-6972211 o scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Si tratta di un vero e proprio percorso di pet therapy, a cura di Leap e associazione “ La collina dei ciuchini”, che attraverso il rapporto con gli animali valorizza, in modo coinvolgente, l’approccio alla lettura e alla curiosità culturale.
L’appuntamento del 27 ottobre potrebbe essere il primo di una serie di eventi che, sottolinea l’assessore alla Tutela Animali Elena Baio, “al di là della positiva valenza sociale, favorirebbero la relazione tra la città e una struttura preziosa come il gattile, gestita con cura e con passione dai volontari che vi prestano servizio, contribuendo magari ad accrescere le opportunità di adozione per i felini in cerca di famiglia”.
A causa dell’altissimo numero di ingressi e di alcuni decessi causati da malattia infettiva, fino a data da destinare, la struttura del gattile di Parma non potrà più accogliere gatti sani di qualsiasi età.
Il provvedimento inizia oggi, lunedì 29 luglio 2019, con successiva comunicazione verranno dati aggiornamenti sulla riapertura delle accoglienze. Si potrà prestare soccorso solo ai gatti incidentati o gravemente malati.
E' tempo di nascite per le mamme gatto. Nell'aula didattica del Canile Comunale Lilli e il Vagabondo di Parma, un corso per allattamento e svezzamento. Ogni anno il Polo Integrato degli Animali d'Affezione Lilli e il Vagabondo, in cui è collocato il gattile "Gli Aristogatti" del Comune di Parma, accoglie un elevato numero di gattini appena nati o di pochi giorni, che non sopravviverebbero senza il soccorso umano.
Per far fronte a questa periodica emergenza il Comune propone un corso per l'allattamento e lo svezzamento dei gattini rivolto ai cittadini di Parma, da sempre molto sensibili alle problematiche animali e che volontariamente possono dare la propria disponibilità.
Dopo la prima visita effettuata dallo staff sanitario del Polo, i gattini verranno affidati alle cure delle persone volontarie che avranno acquisito attraverso il corso, le competenze richieste per l'allattamento e la cura fino allo svezzamento.
Il corso, gratuito e aperto a tutti i cittadini maggiorenni, si svolgerà, nell'aula didattica del Canile Comunale Lilli e il Vagabondo lunedì 27 maggio alle ore 17.
Per partecipare al corso è sufficiente chiamare il numero 349/6602596. Il corso sarà tenuto dal direttore sanitario del canile Lidia Ferdani e da un operatore del gattile della Coop. Avalon.
Tra i partecipanti al corso che daranno volontaria adesione e disponibilità verrà stilata una lista di nominativi a disposizione dei micini che possano aver bisogno.
Ai cittadini che volontariamente decideranno di occuparsi a titolo gratuito dei piccoli verrà fornito il cibo e garantita l'assistenza veterinaria e la consulenza da parte dello staff sanitario del Polo Integrato degli Animali d'Affezione del Comune.
Al completamento dello svezzamento i cuccioli verranno accolti in struttura ed inseriti nel protocollo di adozioni del Polo.
Sabato 13 aprile presso la Clinica Veterinaria di Parma, in via del Taglio, é possibile mettere gratuitamente il microchip al vostro gatto. Un gesto d'amore verso il vostro amico a quattro zampe.
Parma -
Sì, anche ai gatti è possibile mettere il microchip, esattamente come ai cani! Per i gatti non è una disposizione obbligatoria di legge: al contrario dei cani, per i quali è obbligatorio, il microchip per i gatti è una scelta volontaria e individuale ma è sicuramente una scelta di grande amore e responsabilità verso il nostro micio.
Se si intende portare il gatto all’estero sono necessari il passaporto animale e la vaccinazione antirabbica, che avviene solo dopo l’identificazione del gatto tramite microchip ma soprattutto anche per chi non si sposta da Parma è strumento fondamentale per il riconoscimento per quei gatti abituati a gironzolare nel vicinato e che possono rischiare di perdersi e che, grazie al chip possono essere riconsegnati immediatamente al loro proprietario.
Per questo motivo ''torna'' la giornata dedicata ai nostri amici gatti: Comune di Parma, Ordine dei Veterinari e Clinica Universitaria nuovamente uniti nella campagna ‘Porte aperte al microchip’, offrendo la possibilità ai proprietari di effettuare la microcippatura gratuitamente nella mattinata di sabato 13 aprile.
“Il microchip rappresenta lo strumento più efficace per il ritrovamento del proprio animale smarrito ed è tra i migliori sistemi di identificazione ad oggi disponibili” sottolinea l’Assessora al Benessere Animale Nicoletta Paci che promuove la campagna insieme ad Università di Parma Dipartimento Scienze Medico Veterinarie. Il Direttore del Dipartimento di Veterinaria Giacomo Gnudi commenta questa iniziativa come “importante momento di inizio per un maggior controllo della popolazione felina e di collaborazione tra enti in tema di benessere animale”. Anche il Presidente dell’Ordine dei Veterinari di Parma Alberto Brizzi sottolinea come: ”Fare campagne per sensibilizzare l’importanza del microchip anche per i gatti permette uno scatto culturale che fa la differenza, i nostri gatti sono animali d’affezione tanto quanto i cani e poter identificare il proprio animale e restituirlo al proprio padrone è molto importante”.
Ecco dunque l’appuntamento per il 13 aprile dove Università degli Studi, Comune di Parma e Ordine dei Medici Veterinari si metteranno a disposizione di quanti vorranno far applicare gratuitamente il microchip identificativo al proprio gatto ed attivare contestualmente la sua iscrizione presso l’anagrafe degli animali d’affezione.
QUANDO E COME FARE
I cittadini dovranno presentarsi con i propri gatti presso il Dipartimento di Scienze Medico Veterinarie, in via del Taglio a Parma (autobus n.6), sabato 13 aprile dalle ore 9,30 alle ore 12,30 muniti di un documento di identità valido.
Dalla mezzanotte di venerdì il gatto non dovrà aver assunto cibi solidi né latte. Questa precauzione si rende necessaria perché in qualche caso potrebbe essere utile la somministrazione di un tranquillante, cosa che non si potrà fare se il gatto non sarà digiuno.
COS'É IL MICROCHIP PER GATTI
Il microchip per gatti ha le dimensioni di un chicco di riso e la sua inoculazione avviene con una siringa apposita: l’operazione è indolore e avviene senza sedazione dell’animale. In caso però di qualche gatto particolarmente agitato potrebbe essere necessaria una piccola sedazione per cui, per precauzione si chiede di portare il proprio a animale a digiuno: dalla mezzanotte di venerdì il gatto non dovrà aver assunto cibi solidi né latte
L’unica persona autorizzata all’inserimento del microchip nei gatti è il veterinario, in questo modo il gatto aderisce all’Anagrafe Felina Nazionale.
Contestualmente all’inoculazione del chip il veterinario compilerà una scheda con i dati identificativi dell’animale: nomi e recapiti del proprietario o detentore, segni distintivi dell’animale (nome, razza, sesso, età, colore del mantello, eventuale sterilizzazione), variazioni di sede anagrafica etc.
Fonte: Comune di Parma
Il cane "gioca in squadra", il gatto è un solista e vede il mondo in verticale. In ogni caso, la convivenza con un animale cambia la vita. Ecco perché conoscerli meglio vuol dire rispettare la loro natura, ma anche arricchire la propria esistenza con uno scambio reciproco.
Di Manuela Fiorini
"Sono come cane e gatto", si dice di due persone che proprio non riescono ad andare d'accordo. E, in parte è vero, perché il cane e il gatto hanno "stili" di vita completamente diversi, spesso speculari, sotto certi aspetti, agli antipodi. Oltre alle differenze insite nella specie, poi, a influenzare il carattere del singolo soggetto c'è anche l'esperienza, il vissuto, il carattere. E anche noi, da esseri umani, spesso commettiamo degli errori nei loro confronti, riversando su di loro i nostri bisogni affettivi, oppure aspettative che vengono prontamente disattese. Ecco perché conoscere la natura dei nostri amici a quattro zampe e rispettarla significa arricchire l'esperienza di vita in comune con uno scambio reciproco.
Nel suo ultimo libro Cane & Gatto. Due stili a confronto, Roberto Marchesini, etologo, antropologo e filosofo bolognese, analizza la natura del cane e del gatto e offre preziosi consigli per una convivenza arricchente. Lo abbiamo incontrato.
Alcune persone amano i gatti per la loro "discrezione", altri i cani per la loro vivacità, empatia, invadenza e forza di relazione. Davvero ci rispecchiamo nell'animale che scegliamo come compagno di vita?
"Non sempre. Talvolta la scelta è riconducibile alle nostre esperienze d'infanzia, sia nel caso abbiamo convissuto con un gatto piuttosto che con un cane sia perché lo abbiamo tanto desiderato. Detto questo, è evidente che il tipo di relazione che ispira un gatto, molto più basata sul piacere estetico e talvolta comico, più conviviale e incentrata sulla dimensione domestica, è assai differente dal coinvolgimento affettivo e collaborativo nonché dall'apertura al mondo esterno, alla dimensione pubblica che, viceversa, caratterizza il cane".
Il cane spinge alla relazione, il gatto alla riflessione. Quali sono le cose fondamentali che dobbiamo conoscere di loro, prima di decidere se siamo più adatti a un cane o a un gatto?
"Personalmente amo la compagnia sia del gatto che del cane, ma riconosco che vi è una profonda diversità tra loro e di conseguenza le relazioni non sono minimamente sovrapponibili. Non dico che bisogna scegliere necessariamente tra le due, in fondo nella vita di tutti i giorni abbiamo relazioni molto diverse. Si pensi solo all'amicizia rispetto all'amore. Del resto è fondamentale saper sempre quello che ci si può aspettare da una relazione, ma anche cosa essa richieda. Il gatto è un ottimo compagno che condivide in modo conviviale la nostra intimità arricchendola di aspetti che le conferiscono calore e fantasia, ma chiede a noi discrezione e sicurezza. Il cane è un grande compagno di attività, capace di seguirci in ogni avventura e di plasmarsi sul nostro stile, ma chiede complicità e autorevolezza".
La nostra casa diventerà anche la loro casa. Il cane o il gatto che accoglieremo non sarà solo un accessorio, ma un ospite, anzi, un coinquilino. Come preparare la nostra casa al meglio per accogliere un cane o un gatto?
"La casa è la dimensione di vita del gatto e in questo senso spesso più che un coinquilino sembra diventare lui il padrone e noi degli ospiti tollerati. Ma, a parte gli scherzi, per il gatto la casa è una sorta di utero, un'espansione del sé. La casa pertanto deve rappresentarlo e per questo il gatto ne marca i limiti e i passaggi sfregandovisi contro. Il gatto è molto geloso della sua dimora, che gli assicura la sicurezza, per cui non ama gli intrusi. D'altro canto il gatto vive la casa in verticale a differenza del cane e dell'uomo, per cui talvolta potrebbe essere utile un arredamento che prevede passerelle e punti per arrampicarsi e spesso queste soluzioni danno un tocco in più alla nostra casa. Per il cane la casa siamo noi. Non voglio dire che non ci tenga, ma lui ha un carattere più nomade e la sua dimensione di vita è il gruppo".
Quante volte ci sentiamo dire da chi da tempo convive con un animale domestico: "Ti cambierà la vita!". Come cambierà con un cane o con un gatto?
"Non saprei dire perché stiamo parlando di relazione, vale a dire di esperienze che si declinano in modo singolare a seconda del vissuto della persona. Di certo una relazione con un cane ci sollecita a uscire dal nostro mondo e aprirci alle occasioni esterne. Non si può vivere con il cane è rimanere chiusi in se stessi perché il cane ti sfoglia come se tu fossi un giornale e ti rende visibile agli altri. Il cane è un vero e proprio collante sociale per cui di colpo la tua vita diventerà in un certo modo più pubblica e più partecipativa. La vita con il gatto è una sorpresa continua, la scusa ma direi più la sollecitazione a prendersi degli spazi e dei momenti per se'. Il gatto è il grande compagno degli scrittori e degli artisti in genere ed è facile capire perché".
Nel libro mette in guardia contro il rischio di eccessiva antropomorfizzazione del cane o del gatto. È vero che oggi vediamo sempre più spesso cani e gatti trattati come peluches, o come figli, con accessori costosi e montagne di giocattoli. Qual è il confine da rispettare affinché l'amore nei loro confronti non sfoci nel "troppo" e rischi di snaturarli?
"Non si tratta di troppo amore verso di loro perché, quando non si rispetta la natura di qualcuno, più che amare l'altro stiamo amando noi stessi attraverso l'altro. Le persone che umanizzano non si accorgono di perdere una grande opportunità, vale a dire di costruire una relazione che ci può insegnare qualcosa proprio perché diamo facoltà di espressione all'altro e perché noi stessi ci poniamo in ascolto. Detto questo è però utile capire che esistono immedesimazioni sbagliate come quando pensiamo di avere la stessa comunicazione, percezione e interessi verso il mondo, e poi ci sono somiglianze che non si possono negare perché siamo tutti e tre mammiferi, e come tali proviamo emozioni, abbiamo legami affettivi, siamo curiosi e impariamo dalle esperienze, ci piace giocare".
"Sono come cane e gatto", si dice di due persone che non vanno per nulla d'accordo. Sfatiamo questo mito? Cane e gatto possono convivere?
"Se cresciuti fin da piccoli insieme, cani e gatti vanno perfettamente d'accordo perché imparano l'uno dall'altro, altrimenti fanno un po' di fatica e talvolta proprio non ce la fanno perché sono molto differenti. Hanno gesti che vogliono dire cose opposte nei due linguaggi per cui il fraintendimento, se non c'è stata la frequentazione precoce che porta a una sorta di bilinguismo, è sempre in agguato. Ma non si tratta solo di linguaggio, hanno proprio caratteri differenti. Il gatto è silenzioso, discreto, ama i suoi spazi, al contrario del cane che è rumoroso, eccessivo, sempre pronto a saltarti addosso con irruenza. Detto questo esistono tantissime situazioni di convivenza e molto spesso cane e gatto diventano gemellini siamesi, sempre attaccati l'uno all'altro".
Cani e gatti sempre più spesso sono costretti a condividere con l'uomo spazi urbani, che cosa possiamo fare per soddisfare la loro natura? (Giochi, passeggiate, mettere loro a disposizione spazi dedicati ecc...)
"Credo sia indispensabile conoscere bene la loro etologia, farsi aiutare da un esperto e soprattutto chiedersi prima di adottarli se saremo in grado di dar loro ciò che si aspettano. Non possiamo adottare un gatto e lasciare fuori dalla porta la felinità e così è per il cane. Non si tratta di giocattoli ma di modi di relazionarsi con loro, qui il più delle volte si sbaglia confondendoli con dei bambini cui si debbano acquistare oggetti per renderli felici. Ma la loro felicità non sta negli oggetti bensì nel modo in cui ci rapportiamo con loro".
L'autore
Roberto Marchesini (Bologna 1959) è filosofo, etologo e zooantropologo. È Direttore del Centro Studi Filosofia Postumanista e di Siua, Istituto di Formazione Zooantropologica. Insegna in diversi atenei italiani e ha all'attivo oltre un centinaio di pubblicazioni del campo della bioetica, della filosofia postumanista e dell'etologia filosofica.Tra queste: Intelligenze plurime (2008), Modelli cognitivi e comportamento animale (2011), Etologia filosofica. Alla ricerca della soggettività animale (2016). Scrive per diverse testate nazionali e tiene conferenze in tutto il mondo sul rapporto uomo-animale.
SCHEDA DEL LIBRO
Roberto Marchesini
Cane & Gatto. Due stili a confronto
Edizioni Apeiron
Pag 184 - € 15
Da secoli conviviamo con questa piccola "tigre" subendone il fascino, l'eleganza e la magia. Troppo spesso, però, proiettiamo su di lui sentimenti e pregiudizi troppo umani. L'etologo e filosofo Roberto Marchesini nella sua ultima opera ne fa un ritratto inedito (per la maggior parte di noi)
Di Manuela Fiorini
BOLOGNA – "Egoista", "edonista", "si affeziona solo alla casa", "opportunista", ma anche elegante, giocherellone, affascinante, magico...in una parola "gatto". Sono tante le idee che, nel corso dei secoli, ci siamo fatti del micio, subendone comunque il fascino innato. Perché in quattro chili di felino si nasconde una vera "tigre in miniatura", con tutte le caratteristiche della sua specie. In passato, invece, il pregiudizio si è spesso rivolto contro di lui, facendone un simbolo di magia e servo del male. Tuttavia, da quando è iniziata la sua convivenza con l'uomo, nata quando da cacciatori i nostri progenitori sono diventati agricoltori e si sono accorti che i gatti potevano essere un valido aiuto per tenere lontano i roditori che infestavano il raccolto e portavano malattie, ha conquistato un posto speciale nel nostro cuore, al punto che, oggi, il numero dei gatti che vivono nelle case degli italiani ha superato quello dei cani. Tuttavia, spesso la scarsa conoscenza della sua indole e della sua natura ci portano a commettere errori, di comportamento, di cura ed educazione del micio, che rischiano di compromettere il nostro rapporto con lui.
Nel libro L'identità del gatto (Apeiron, 2017) l'etologo, zooantropologo e filosofo Roberto Marchesini, ne traccia un ritratto veritiero e inedito (per la maggior parte di noi), sfatando miti, pregiudizi e restituendoci una visione del micio diversa da quella ideale e idealizzata. Lo abbiamo intervistato.
Perché questo libro?
"Ho sempre pensato che vi sia molto di non detto sul gatto e i libri che in questi anni ho avuto modo di leggere, per quanto utili e interessanti, mi sembravano non cogliere un aspetto fondamentale del piccolo felino, vale a dire l'area motivazionale. In poche parole: quali sono le attività che piacciono in genere ai gatti, qual è la loro dimensione del desiderio? L'essere umano ama fare raccolte, i cani muoiono dalla voglia di collaborare con noi... e i gatti? Sì, perché solo conoscendo i loro desideri di base potremmo veramente costruire una relazione di coinvolgimento e non solo di convivenza o addirittura di tolleranza. Molti si lamentano dell'individualismo distaccato del proprio gatto, ma difficilmente si mettono realmente in discussione, vale a dire si chiedono se sono in grado di entrare convenientemente nei luoghi del loro desiderio. Il gatto ha una sua identità, molto specifica e particolare, non può essere trattato come controfigura del cane e, tanto meno, assimilato a un peluche bello da vedere e piacevole da accarezzare. Ho voluto perciò partire da questa identità che desidera, che viene al mondo con già degli obiettivi tutti suoi che meritano di essere presi in seria considerazione se si vuol costruire una relazione reciprocamente appagante".
Nel libro analizza la specificità del gatto e la relazione con l'uomo. Analizza anche diversi "luoghi comuni" sorti attorno al piccolo felino. Partiamo da uno dei più gettonati: il gatto non si affeziona all'uomo?
"Il gatto ha una disposizione sociale molto differente dall'essere umano, che spesso costruisce legami basandosi esclusivamente sull'affettività, e altrettanto differente dal cane, che al contrario basa il suo stare insieme nella collaborazione. Il gatto costruisce legami molto profondi e intimi con l'essere umano, ma basati sulla convivialità un po' distratta, sul sentirsi rassicurato, sul piacere della regressione infantile. Insomma il gatto mal sopporta la morbosità affettiva e di certo non desidera fare attività collaborative. Per questo mostra un po' d'indipendenza nella relazione e di certo non ubbidisce ai nostri comandi. Molti dimenticano che il gatto è un solista, cioè è abituato a badare a se stesso in piena autonomia. D'altro canto essere un solista non significa e non coincide con l'essere un solitario. Il gatto si affeziona molto alle persone, crea legami di vera e propria amicizia, ma chiede che il mondo intorno a lui lo rassicuri perché è un animale molto sensibile, grandioso e vulnerabile nello stesso tempo. Anche la casa pertanto dev'essere rassicurante, perché per il gatto essa rappresenta la sua dimensione di vita, il luogo non solo del comfort ma soprattutto della sicurezza. I luoghi comuni che vengono riservati al gatto sono perciò solo frutto di ignoranza e della pretesa, tutta umana, che gli animali si facciano zerbino ai nostri piedi. Beh, il gatto non potrà mai essere un fedele servitore, ma solo un compagno per momenti di relax".
Il gatto ha una tendenza innata all'esplorazione. Questo "bisogno" (e anche altri) viene spesso inibito quando il micio viene costretto a vivere con noi in un appartamento. Quali attenzioni dovremmo mettere in atto per farlo vivere bene secondo la sua natura?
"Dico spesso che un tempo i gatti che vivevano in campagna, magari avevano meno agi, ma in complesso se la passavano molto meglio, perché la vita libera di una corte rurale era proprio perfetta per la costituzione etologica del nostro piccolo quattrozampe. Esplorare un fienile, balzare sul tetto, rincorrere farfalle e lucertole, nascondersi dietro una balla di paglia, fissare per ore un canale per fare la posta a qualche roditore, esprimere il proprio atletismo balzando in verticale tra alberi e balaustre... insomma era sicuramente una vita molto più appagante che rimanere addormentati sul divano. Questo le persone dovrebbero capirlo, quando pensano di dare al proprio gatto la migliore delle esistenze perché basata sul dolce far niente. In realtà il gatto ama riposare, ma dopo aver svolto le attività che fanno parte della sua natura. Spesso non ci si accorge di condannare il gatto alla noia mortale e alla depressione".
I sentimenti del gatto: paura, gioia, tristezza, irritazione, disgusto, curiosità, pazienza, affettività. Il micio è davvero in grado di provare queste emozioni o siamo noi che gli attribuiamo sentimenti "umani"?
"Le emozioni non sono affatto prerogativa umana anzi, rappresentano il pane quotidiano dei mammiferi. Attraverso le emozioni il gatto attribuisce un valore al proprio stato e a quello che lo circonda, cosicché può individuare il miglior comportamento per quella particolare circostanza. Le emozioni rappresentano anche il modo migliore per ricordarsi di eventi: questo è il motivo per cui sconsiglio di utilizzare il trasportino solo per portare il gatto dal veterinario. Così facendo, in breve, il gatto non vorrà più entrare nel trasportino. Se, viceversa, lo lasceremo sempre a disposizione del gatto, magari facendovi trovare dentro ogni tanto qualcosa di piacevole, il gatto vivrà il trasportino con un altro tipo di emozione. Così vale peraltro per tutti gli altri eventi. Dobbiamo perciò ricordare che le sue emozioni possono essere i più importanti alleati per la nostra relazione oppure possono diventare fonti di problema dalla difficile soluzione".
Spesso si tende ad avere più di un gatto "perché si fanno compagnia". Nel libro, invece, spiega come il gatto sia un animale "solista", a differenza del cane che, invece, è un animale sociale. Che cosa dobbiamo fare, allora, quando introduciamo un altro micio nel nostro (e nel suo) ambiente? Quali sono gli errori da evitare?
"Se i gatti sono cresciuti insieme, generalmente non c'è problema: la cosa migliore, per esempio, è che i due provengano dalla stessa cucciolata. Se, al contrario, portiamo a casa un gatto per fare compagnia al nostro micio, le cose quasi puntualmente si mettono male, perché il gatto si trova nelle condizioni di dover dividere il proprio mondo con un estraneo. Attenzione, allora, a non fare questo errore. Ogni successiva adozione va sempre valutata con estrema attenzione, magari attraverso l'aiuto di un esperto di relazione felina. Se il nostro gatto è in grado di accettare un nuovo arrivato, dobbiamo tuttavia preparare l'incontro con estrema attenzione avendo cura di non essere precipitosi e di individuare il luogo migliore per l'incontro".
Quali sono le esigenze del gatto insite nella sua natura che noi dovremo assecondare per il suo well being?
"Come ho scritto nel libro, sarebbe una buona cosa cercare di preparare la casa anche a misura di gatto, consentendogli di fare quell'attività atletica ed esplorativa che sta alla base dell'identità del gatto. Anche su internet ci sono tantissime idee per un arredamento che possa andare incontro alle esigenze del piccolo felino: costano poco e hanno un bellissimo impatto anche sull'estetica umana. A ogni buon conto non si tratta di viziare il gatto, perché come ho detto la casa non è quanto di meglio un felino si possa attendere. Si tratta solo di comprendere che per il gatto ci sono poche cose che sono indispensabili, come poter vivere sulle tre dimensioni dello spazio, avere delle zone sicure dove poter rifugiarsi e riposare, avere delle sorprese, poter fare attività predatoria su piccoli oggetti attraverso cui ci divertiremo a giocare insieme".
Al contrario, quali sono gli atteggiamenti umani che non dovremmo invece riflettere sul gatto, né pretendere da lui?
"Occorre evitare di spaventarlo e di fargli i dispetti. Lo ripeto spesso: il gatto è un animale molto sensibile sia dal punto di vista sensoriale che sotto il profilo emotivo. È indispensabile essere persone discrete, capaci a volte di limitarsi a osservarlo, senza pretendere di averlo sempre in braccio o di accarezzarlo in modo compulsivo. È importante dargli sicurezza, che nel linguaggio felino significa rassicurarlo che il suo mondo non verrà intaccato, invaso, messo a soqquadro. Il gatto ama la moderazione, la coerenza, la serenità. Più di ogni altra cosa desidera essere lui a prendere l'iniziativa del contatto e se sapremo attenerci a queste poche regole lui saprà ricambiarci in modo incredibile".
La soggettività del gatto. Ogni esemplare ha il proprio carattere, al di là delle caratteristiche della specie. Quando in casa arriva un gattino o un gatto adulto, quali sono i "messaggi" a cui fare attenzione e gli atteggiamenti da tenere o non tenere? "Il gatto ha individualità molto spiccata, sembra proprio fare di tutto per rendere la vita difficile all'etologo che vuole tracciarne un profilo di specie. I gatti risentono molto dell'esperienza materna e di cucciolata, rispecchiano il mondo in cui sono cresciuti e soprattutto le esperienze dei primi tre mesi di vita sono fondamentali per influenzare il profilo identitario. La cosa importante è evitare di toglierlo precocemente dalla madre, prima cioè dei due mesi compiuti, perché l'educazione di base è data proprio dal genitore e se questi insegnamenti non verranno correttamente impartiti il gatto ne soffrirà poi successivamente, sarà cioè meno equilibrato. A ogni modo il profilo migliore da tenere subito dopo l'adozione è quello un po' distaccato, in modo tale da dare al micetto l'opportunità di esplorare in santa pace il suo nuovo mondo e di trovare i suoi spazi di vita".
IL LIBRO
Roberto Marchesini
L'identità del gatto
Apeiron, 2017
Pag 272 - € 15
L'autore: Roberto Marchesini, (Bologna 1969) è filosofo, etologo, zooantropologo, Direttore del Centro Studi Filosofia Postumanista e di Siua – Istituto di Formazione Zooantropologica. Insegna in diversi atenei italiani e ha all'attivo oltre un centinaio di pubblicazioni nei campi della bioetica, della filosofia post umanista, dell'etologia filosofica. Tra queste Intelligenze plurime (2008), Modelli cognitivi e comportamento animale (2011), Etologia filosofica. Alla ricerca della soggettività animale (2016). Scrive per diverse testate nazionali e tiene conferenze in tutto il mondo sul rapporto uomo-animale. È membro di diversi comitati scientifici tra cui il network di ricerca Minding Animals International. Nel 2015, il Corriere della Sera lo ha segnalato tra i dieci italiani che stanno cambiando il paese per i suoi contributi nel campo della zooantropologia.
Ogni anno il Polo Integrato degli Animali d'Affezione Lilli e il Vagabondo, in cui è collocato il gattile "Gli Aristogatti" del Comune di Parma, accoglie un elevato numero di gattini appena nati o di pochi giorni, che, se non soccorsi, non riuscirebbero a sopravvivere.
Per far fronte a questa periodica emergenza il Comune propone un corso per l'allattamento e lo svezzamento dei gattini rivolto ai cittadini di Parma, da sempre molto sensibili alle problematiche animali e che volontariamente possono dare la propria disponibilità.
Dopo la prima visita effettuata dallo staff sanitario del Polo per valutare che i piccoli non presentino particolari patologie, i gattini verranno quindi affidati alle cure delle persone volontarie che avranno acquisito attraverso il corso le competenze richieste per l'allattamento e la cura fino allo svezzamento.
Il corso, gratuito e aperto a tutti i cittadini maggiorenni, si svolgerà, nell'aula didattica del Canile Comunale Lilli e il Vagabondo, mercoledì 3 maggio, dalle 17 alle 20, e domenica 7 maggio, dalle 9 alle 12. Per partecipare al corso è sufficiente chiamare il numero 349/6602596. Sarà tenuto dal direttore sanitario del canile Lidia Ferdani e da un operatore della Coop. Avalon. Tra i partecipanti al corso che daranno volontaria adesione e disponibilità verrà stilata una lista di nominativi a cui il Gestore della struttura si rivolgerà in caso si verifichi una situazione emergenziale.
Ai cittadini che volontariamente decideranno di occuparsi a titolo gratuito dei piccoli verrà fornito il cibo e garantita l'assistenza veterinaria e la consulenza da parte dello staff sanitario del Polo Integrato degli Animali d'Affezione del Comune. Al completamento dello svezzamento i cuccioli verranno accolti in struttura ed inseriti nel protocollo di adozioni del Polo.
(Fonte: Comune di Parma)
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