Giovedì, 08 Maggio 2014 09:00

Piacenza. Ikea, una forma di protesta violenta e non condivisa In evidenza

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Vicenda Ikea, intervengono l’Amministrazione comunale e  la Filt CGIL. Una situazione preoccupante.

 

 - Piacenza, 8 maggio 2014

Sulla vicenda Ikea e sui blocchi attuati da alcuni manifestanti agli ingressi dello stabilimento piacentino della multinazionale svedese, il sindaco Paolo Dosi e l’assessore allo Sviluppo economico Francesco Timpano dichiarano quanto segue: “Lo stabilimento Ikea di Piacenza stamattina è stato di nuovo bloccato con un'azione di protesta da parte di un gruppo di lavoratori. La protesta fa seguito ad un provvedimento di sospensione che la cooperativa San Martino ha preso a seguito di un recente episodio di blocco dell'impianto. L'azione di protesta è stata promossa anche dai Si Cobas, che si erano già resi protagonisti di azioni simili nei mesi passati.
Infatti, già lo scorso anno l'Amministrazione comunale si era adoperata per ricomporre il conflitto favorendo il raggiungimento di un accordo tra cooperativa e soci lavoratori mirato a riportare serenità operativa all'impianto dove, come provato dagli organi competenti - specificamente, la Direzione del lavoro - non sono state rilevate violazioni di norme a tutela dei lavoratori. Dove, al contrario, come è stato dimostrato recentemente, sono invece praticate condizioni contrattuali migliorative ai lavoratori rispetto ai contratti nazionali. L'Amministrazione comunale chiede pertanto che si metta fine immediatamente al blocco dell'impianto.
L'interruzione dell'attività produttiva è inaccettabile perché limita il diritto al lavoro dei tanti lavoratori occupati presso lo stabilimento Ikea (diretti e indiretti) che non intendono aderire alla protesta. Inoltre, l'interruzione dell'attività produttiva genera un danno inaccettabile all'azienda che può metterne in pericolo la redditività.
La protesta contro i provvedimenti di sospensione è ovviamente legittima, ma esistono tutti gli strumenti per esprimerla nelle dovute sedi istituzionali e con modalità che non danneggino i lavoratori, l'azienda e tutto il sistema territoriale piacentino con un danno di immagine per il polo logistico che non è ulteriormente sostenibile, contrariamente a ciò che sta succedendo in queste ore. L'Amministrazione comunale è determinata nello scongiurare qualsiasi situazione che possa provocare danno all'occupazione ed alle imprese del nostro territorio”.

Una situazione preoccupante che rischia di vanificare i tavoli di trattativa. “Eravamo al tavolo di trattativa per discutere condizioni migliorative per tutti, lì vogliamo tornare. Ma non ci torneremo così. Situazione preoccupante" è il commento di Claudio Chiesa, segretario generale Filt Cgil intervenuto in serata riguardo agli episodi di violenza che hanno visto scontrarsi - ieri mattina - forze dell’ordine e dimostranti affiancati da giovani dei centri sociali.

“Ci sono quattro elementi da considerare in questa vicenda. - prosegue la nota di CGIL - C'è un patrimonio importante per il nostro tessuto occupazionale che appare a rischio, c'è un tema che riguarda la sicurezza interna allo stabilimento Ikea e uno che riguarda la sicurezza fuori da Ikea. E c'è chi getta benzina sul fuoco in un momento in cui si stavano tenendo rapporti industriali per i quali era in corso una trattativa per condizioni contrattuali migliorative, con premi, per tutti”. 

La violenza è sempre da condannare, noi siamo contro ogni genere di violenza” premette Chiesa prima di motivare la sua analisi: “Tutto è nato dalla rimozione d'incarico di un lavoratore che non aveva i requisiti di sicurezza per svolgere una determinata mansione, il carrellista, da qui è partito il putiferio a cui abbiamo assistito in queste ore. Da un lato c'è il diritto di sciopero, dall'altro il diritto dei lavoratori che volevano entrare a lavorare e che invece sono stati costretti a restare fuori dai cancelli. Il clima di minacce intimidazione non è di lotta, ma un clima miope. La situazione oggi è preoccupante, con Ikea che ha deciso la sospensione delle attività sia per i dipendenti diretti che indiretti per domani, 8 maggio. La Cgil insieme alle altre confederazioni era al tavolo nei giorni scorsi per discutere di aspetti contrattuali migliorativi per tutti. E lì a quel punto dobbiamo tornare, e non ci torneremo di certo così”. 

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