Liste d’attesa infinite negli ospedali dell’ER: la denuncia della Fials
L’Assessore Regionale alla Sanità, Raffaele Donini, ha annunciato un piano per ridurre le liste d’attesa, coinvolgendo le strutture private accreditate. Una scelta sui generis, con conseguenze sotto gli occhi di tutti: pagare i privati per recuperare le prestazioni arretrate che, di fatto, dovrebbero essere svolte dalla sanità pubblica. Tutto ciò sarebbe risolvibile potenziando le assunzioni ed investendo su nuove attrezzature e tecnologie.
Liste d’attesa sempre più lunghe inducono i cittadini ad affidarsi alla libera professione intramoenia oppure alle strutture private, ma a quale prezzo? Alto sicuramente, visto che su un campione di
31.000 richieste ben il 4,4% dei finanziamenti concessi dalle banche è dovuto a spese mediche.
Spese record per incarichi e consulenze
Al Governatore Bonaccini, invece, spetta un primato non proprio positivo. La Regione, infatti, ha speso ben 5,1 milioni di euro nel 2022 per le consulenze e per gli incarichi libero-professionali. Un oneroso investimento che, però, non ha dato i frutti sperati, visto che l’Emilia-Romagna è in coda alla classifica italiana delle regioni in termini di performance. Una performance risulta, infatti, positiva in caso di spesa inferiore o uguale alla media, poi a seguire scostamento lieve dei livelli di spesa, considerevole o spesa fuori controllo, come accaduto sotto la gestione Bonaccini.
Tempi d’attesa nei PS
Nella nostra regione un codice rosso può attendere fino a 370 minuti nei PS. C’è un dato in particolare che fa riflettere: 1.709.778 persone si sono recate in pronto soccorso nel 2022, ma il 6% ha lasciato il nosocomio prima di effettuare la visita medica, visti i tempi d’attesa elevati.
Le condizioni di lavoro degli operatori della sanità
Lavoratori e lavoratrici sono costretti a fronteggiare, quotidianamente, altissimi carichi di lavoro e situazioni di stress psico-fisico per sostenere turni asfissianti. Continui i salti di riposo, numerose le ferie pregresse ancora da smaltire, mentre sempre più spesso si destreggiano in mezzo ad aggressioni verbali e fisiche. Esplode il monte ore dello straordinario e della pronta disponibilità, le malattie e gli infortuni sul lavoro. Tutto questo è insostenibile sia fisicamente che emotivamente. Gli operatori sono allo stremo delle forze, gli ospedali al collasso: il sistema pubblico rischia di saltare.
Discorso a parte meritano le P.O.A., ovvero l’utilizzo di rientri aggiuntivi in regime di Prestazione Orario Aggiuntivo. L’O. S., nello specifico, chiede che l’istituto delle P.O.A. venga applicato a tutte le figure professionali operanti all’interno degli ospedali.
Il fallimento del sistema emergenza-urgenza
La nascita dei Cau non ha dato ancora risposte concrete ai cittadini emiliano-romagnoli, dovevano diluire le attese ai pronto soccorso gestendo i casi di bassa complessità, ma ai pronto soccorso si attende ancora delle ore ed il problema dell’affollamento sembra tutt’altro che risolto.
La riforma del sistema di emergenza-urgenza in Emilia-Romagna è stata al centro della bufera mediatica per molti mesi, trovando la contrarietà di molte associazioni, di tanti sindaci e delle organizzazioni sindacali di categoria. Polemiche che non hanno fermato l’Assessore alla Sanità Raffaele Donini, che ha tirato dritto per la sua strada ignorando tutto e tutti, e che oggi si trova al centro di un terremoto mediatico.
La posizione della Fials
La Fials Emilia-Romagna non sta a guardare, anzi scende in campo al fianco dei lavoratori del comparto sanità. L’O.S. ha proclamato lo Sciopero di tutte le professioni sanitarie e dei medici in data giovedì 23 maggio dalle ore 15:00 alle ore 18:00, come sottolinea il Segretario Regionale Alfredo Sepe: “Saremo lì, all’esterno della sede della regione Emilia-Romagna per scioperare. Abbiamo chiesto un incontro pubblico al Governatore Bonaccini. Se quest’ultimo non dovesse presentarsi, allora provvederemo ad occupare la sede in Viale Aldo Moro”.