Martedì, 16 Marzo 2021 11:02

La pandemia colpisce il lavoro: tasso di disoccupazione al 4,6% In evidenza

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Rialzo di 0,6 punti rispetto al 2019. Migliorano i dati della disoccupazione 15-24 anni e il lavoro femminile resiste meglio agli effetti del Covid

Reggio Emilia 16 marzo 2021 - E’ fortemente influenzato dalla pandemia il mercato del lavoro della provincia di Reggio Emilia che, dopo un inizio d’anno positivo, ha chiuso il 2020 con un tasso di disoccupazione al 4,6%. Dopo anni di costante riduzione – che avevano portato questo valore al 4% nel 2019 – è dunque decisamente mutata la situazione: appena prima dell’esplosione della pandemia e del lockdown, le previsioni stimavano il tasso di disoccupazione 2020 fra il 3,4% il 3,8%.

Il trend osservato – come rileva l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia su dati Istat - fa scendere la provincia reggiana dal quarto all’ottavo posto nella graduatoria nazionale per tasso di disoccupazione.

Sul versante dell'occupazione giovanile reggiana, invece, migliora il tasso di disoccupazione che nel 2020, nella fascia d'età 15-24 anni, si attesta al 9,7% dopo il 12% del 2019. La disaggregazione di genere mostra una percentuale leggermente superiore alla media, e pari al 10%, per la componente femminile, che però registra miglioramenti evidenti (2,3 punti in meno rispetto al 2019, quando era al 12,3%) e sostanzialmente allineati con quelli relativi agli uomini, per i quali il tasso scende dall’11,7% al 9,5%.

In crescita (+7%) si è poi rivelato il numero degli inattivi che, in un anno, sono saliti da 91 mila a 97.000. Le donne rappresentano il 58,7% del totale inattivi reggiani e, nel 2020, hanno registrato un incremento del 3%: il valore, in questo caso, è decisamente migliore di quello riferito agli uomini, che nello stesso periodo sono aumentati del 13,4%, raggiungendo le 40.000 unità.

Sono poi diminuiti di 9.000 unità, nell’anno appena trascorso, gli occupati reggiani, scesi dai 247 mila del 2019 (anno in cui si raggiunse il valore più elevato dal 2008) agli attuali 238.000, con una diminuzione del 3,4%.

Il calo degli occupati osservato nel corso del 2020 è da imputare sia alla componente femminile, che ha registrato una flessione, nel numero delle occupate, del 2,9%, ma ancor più alla contrazione osservata per gli uomini (-3,8%).

Il confronto con la situazione del 2019 mostra una riduzione di oltre due punti percentuali del tasso di occupazione 15-64 anni, che scende dal 70,3% del 2019 al 68% del 2020. Relativamente al dato disaggregato per genere, il tasso di occupazione 15-64 passa, per gli uomini, da 77,5% a 74,2%, mentre quello femminile scende da 62,9% dal 61,6%.

Il calo tendenziale dell’occupazione è determinato quasi esclusivamente dalla componente del lavoro dipendente che, rispetto ad un anno fa, è diminuita di quasi 8.000 unità scendendo a 187 mila occupati (-4%). Sono poco meno di un migliaio in meno, invece, i lavoratori indipendenti, che si attestano a quasi 52 mila (-1,2%).

Il calo generalizzato presenta situazioni differenziate che vanno dal -4,2% dell’industria comprese le costruzioni (in cui gli occupati scendono da 95 a 91 mila unità) al -3,1% dei servizi, comparto che perde 5 mila occupati passando dai 145 mila del 2019 agli attuali 140.000.

L’unico settore che non ha risentito del calo occupazionale è l’agricoltura che rimane stabile a 7 mila unità occupate, di cui 4 mila indipendenti e 3 mila dipendenti.

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