Hai bisogno del tuo spazio? Hai bisogno di tempo? Ti piace lavorare in “compagnia” senza rinunciare ad essere indipendente?
Se hai risposto si anche alla terza domanda, allora il coworking fa per te.
By Walter, Emilia 14 settembre 2013 -
In fondo diciamolo, chi davvero vuole lavorare da solo? La mia risposta è nessuno. Da soli si finisce per impazzire lentamente. Si diventa estranei al mondo esterno per eccesso di autorefrenzialità. Però non sono certo questi gli unici motivi che orientano a scegliere di lavorare in uno spazio comune con postazioni di lavoro pronte e servizi di segreteria da grande azienda. Anche un giovane freelance vuole sognare. Chi già conosce il coworking sa perfettamente che non si tratta di sogni ma di una realtà che potrà solo espandersi. Nelle principali città metropolitane italiane l’utilizzo di spazi condivisi sono una realtà sin dal 2005 mentre, nelle città cosiddette di provincia, questo metodo di lavoro è una realtà in espansione negli ultimi due anni.
Ecco la voce di un coworker:
“Prima lavoravo a casa, alla fine mi sembrava di essere ai domiciliari”
Tra le voci sentite ho trovato sempre frasi aperte e la parola che ho sentito inneggiare di più è stata: Creatività.
Una certa percentuale di Effetti positivi.
Ricordo di un articolo di qualche tempo fa su di un settimanale che aveva effettuato diverse interviste su soggetti che lavoravano da tempo in una soluzione condivisa.
Età media degli intervistati 25-35 anni. Nel 94% dei casi il lavoro in coworking ha avuto effetti positivi sulla vita privata. Nel 53% in modo lieve e nel 43% molto evidente. In molti casi ha fatto leva il meno stress nella gestione della propria attività e il far parte di una comunità che, non di rado, si muove per risolvere un problema “singolare” usando la comune pluralità del coworking.
Per quanto riguarda invece la situazione lavorativa, la quasi totalità degli intervistati ha parlato di un incremento dei propri guadagni e maggiore visibilità nel mercato, la possibilità di spazi ad uso flessibile in base alle proprie necessità, l’economicità, la possibilità di avere risposte in tempo reale da diverse figure professionali e diverse occasioni di scambio e sviluppo di nuove idee.
Ovviamente non sono tutte rose e fiori, ma l’articolo che ho citato prima è servito come base per gli sviluppi dei nuovi spazi di coworking i quali, ormai da tempo, sono tutti dotati di spazi comuni dedicati a scopi diversi d’utilizzazione. Spazi lavorativi, creati da scrivanie, zone più riservate per ricevere clienti o fare telefonate senza essere disturbati (o disturbare), sale riunioni e area relax dove pranzare e socializzare.
Pillole di coworking
I coworker possono, scambiarsi sevizi: io faccio il sito a te tu fai la consulenza a me!Condividere contatti: l’ingresso in un coworking amplifica istantaneamente il bacino di potenziali clienti. Progettare in comune: all’interno dello spazio comune si possono trovare professioni in grado di sviluppare proposte e progetti comuni.
I coworker sono portatori di conoscenza, i coworking possono divenire luoghi di condivisione di questa conoscenza, luoghi dove i coworkers diventano docenti.
Spesso i coworker sono startupper, per cui il coworking può diventare anche incubatore d’aziende.
Riassumendo, cos’è il coworking?
Un opzione sostenibile da tutti i freelance, una postazione per lavoratori nomadi come, freelance, consulenti, manager, progettisti, scrittori, ecc.
Sei un lavoratore nomade? Unisciti sotto il segno del coworking ed espandi il tuo network. Collaborare conviene!