DELUSIONE DI CNA - L'aggiornamento della disciplina manca dal 1928. Importante creare percorsi formativi ad hoc, avere maggiori controlli sulle protesi e più contrasto all'abusivismo
Reggio Emilia, 3 gennaio 2018. CNA esprime forte delusione per il mancato riconoscimento della figura di odontotecnico tra le professioni tecnico-sanitarie. "Rimane l'amarezza della bocciatura dell'emendamento presentato e discusso da CNA, che aveva raccolto il consenso di molti senatori. Riordinare le professioni sanitarie senza riconoscere gli odontotecnici tra le figure tecnico-sanitarie non solo mortifica una categoria che non si sente tutelata e vede limitate le proprie capacità professionali da una legislazione che non e' piu' al passo con le esigenze degli operatori e degli utenti finali, ma neppure risponde alle esigenze di adeguare i profili professionali del settore all'evoluzione normativa e alle mutate necessità del mercato". E' il commento di Debora Bondavalli, vicepresidente CNA Reggio Emilia e portavoce regionale e componente della presidenza nazionale degli odontotecnici, a margine dei lavori conclusivi della 12esima commissione Igiene e Sanità del Senato.
Secondo l'Associazione, si è persa l'occasione di dare una concreta risposta a una categoria, quella degli odontotecnici, che da molti decenni attende uno specifico inquadramento professionale costruito su un percorso formativo ad hoc per i nuovi operatori, riconoscendo nel contempo agli operatori già in attività i titoli equipollenti per l'esercizio di questa professione, a tutela delle imprese del territorio e della salute dei cittadini.
"L'attivita' dell'odontotecnico si e' sempre piu' evoluta negli anni soprattutto spinta dalle disposizioni comunitarie in materia di dispositivi medici che hanno portato tale figura a una maggiore specializzazione. A Reggio Emilia ad esempio – prosegue Bondavalli – esiste una scuola di formazione professionale come l'Istituto tecnico Galvani, il cui percorso porta ad una qualifica professionale dopo 3 anni e al diploma di odontotecnico dopo 5 anni, che si conclude con un esame di stato per ottenere l'abilitazione. Tuttavia, le condizioni di accesso alla professione non sono armonizzate a livello europeo".
"Dopo quasi novant'anni anni – conclude la portavoce CNA - sarebbe il momento di aggiornare la disciplina dell'attività di odontotecnico, in vigore dal 1928, un'eternità. Un anacronismo che penalizza oltre 13mila imprese con più di 25mila addetti. Chiediamo, inoltre, maggiori controlli sulla fabbricazione e sulla provenienza delle protesi e un più efficace contrasto all'abusivismo, purtroppo diffuso nel settore, a tutela della salute dei pazienti".