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La nota stampa dei sindacati Cgil-Cisl-Uil di Modena e i rispettivi patronati Inca, Inas e Ital contro il taglio di 150 milioni di euro ai fondi per i patronati contenuto nella legge di Stabilità -

Modena, 23 ottobre 2014 -

Se il governo conferma il taglio ai fondi, i patronati dovranno chiudere oppure far pagare ai cittadini pratiche e servizi finora gratuiti. L'allarme è lanciato da Cgil-Cisl-Uil di Modena e dai rispettivi patronati Inca, Inas e Ital, preoccupati per il taglio di 150 milioni di euro ai fondi per i patronati contenuto nella legge di Stabilità.

«I patronati sono organismi, previsti dalla Costituzione, che assistono gratuitamente le persone in materia previdenziale e socio-assistenziale, su malattie e infortuni sul lavoro, per i permessi di soggiorno e per molte altre questioni burocratiche della vita di tutti i giorni – ricordano i sindacati – Se confermato, il taglio dei fondi per i patronati costituirebbe un inaccettabile e incomprensibile attentato alla tutela e ai diritti dei cittadini».

Cgil-Cisl-Uil sottolineano che i milioni di pratiche e servizi gestiti dai patronati (a Modena quest'anno sono state aperte finora oltre 120 mila pratiche) consente alla pubblica amministrazione di risparmiare quasi 600 milioni di euro all'anno. «La sola telematizzazione e riorganizzazione del personale Inps ha limitato molto la consulenza agli sportelli dell'istituto; per avere risposte i cittadini devono presentarsi ai patronati. Con la regolarizzazione dei permessi di soggiorno degli stranieri, gestita dai patronati, - aggiungono Cgil-Cisl-Uil - sono sparite le file davanti alle questure. I cittadini devono sapere che con questi tagli, che immaginiamo non saranno compensati da servizi aggiuntivi erogati direttamente dallo Stato, si mettono in ginocchio servizi e opportunità di tutela, specie per le persone più colpite dalla crisi e per le fasce più deboli della popolazione, cioè proprio quelle che, a parole, il governo dice di voler favorire. Senza il sostegno dei patronati i diritti dei cittadini rischiano di essere sulla carta, ma non esigibili, e di diventare un affare per commercialisti, consulenti del lavoro o, peggio, faccendieri».

Per questo i patronati Inca, Inas e Ital, insieme alle tre confederazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil, saranno impegnati nelle prossime settimane in una campagna di comunicazione e mobilitazione per illustrare ai cittadini il valore sociale dei patronati sia a livello locale che nazionale.

(Fonte: ufficio stampa Cisl Modena)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 42 20 ottobre 14

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SOMMARIO Anno 13 - n° 42 20 Ottobre 2014

1.1 editoriale Ebola, è vero allarme?
2.1 mercati agricoli Ismea, prezzi agricoli in ripresa a settembre
3.1 Lattiero caseario Il Parmigiano scende più del Padano
4.1 mipaaf MIPAAF, 40 milioni di intervento a sostegno degli indigeti.
5.1 export vini Le Eccellenze vitivinicole a Melbourne
5.2 norme sementiere ASSOSEMENTI: per la selezione del seme aziendale occorre la licenza sementiera
6.1 eventi Speriamo ci sia la nebbia. Tutti pronti per il November Porc.
7.1 turismo Vacanze Slow sul Grande Fiume

Domenica, 19 Ottobre 2014 19:12

Ebola, è vero allarme?

Delle due l'una. O l'epidemia Ebola è solo presunta e il costante e sensazionalistico aggiornamento mediatico è esagerato o il contrasto all'espansione del virus è inadeguato.

di Lamberto Colla -
Parma, 19 ottobre 2014
Non siamo a livello di psicosi collettiva ma poco ci manca. Tra gli argomenti più discussi tra la gente, oltre alle lamentele per la crisi economica, è il rischio di contagio da virus Ebola.
Come potrebbe essere diversamente con il martellante bollettino dei casi di morte o di sospetto che a ogni edizione, ridotta o integrale, dei vari TG stanno propinando da aprile.
Immagini di uomini e donne "scafandrati" come nelle peggiori sceneggiature di film horror, piuttosto che interviste a luminari ospedalieri che tranquillizzano sui protocolli adottati dalle nostre strutture sanitarie, e la quotidiana conta dei morti e degli infettati è tutto un fiorire di informazioni. Come è ovvio che sia l'apprensione degli ascoltatori aumenta e l'immaginazione corre ai più apocalittici scenari.
E allora viene la tentazione di fare ricerche autonome e, digitando la parola chiave "ebola", all'interno della finestrella di Google scoprire due mondi completamente diversi.
Cliccando "immagini" si entra all'inferno!
Gli effetti della malattia sugli uomini, donne e bambini che si mostrano raccolte nelle anteprime sullo schermo del Pc sono raccapriccianti. Gli scatti raccolti tra le strade dei Paesi africani ove la malattia ha veramente preso il sopravvento sono assolutamente durissime da digerire a conferma della pericolosità del virus del quale si è scoperto non muoia nei soggetti guariti ma sia ancora attivo e contaminante nello sperma e nel latte materno dei sopravvissuti. Rimanendo invece nella sezione "web" e cercando approfondimenti e notizie più recenti si scopre che all'allarme mediatico non corrisponderebbe un altrettanto allarme politico.
Perciò, 8 mesi dopo l'allarme mondiale, siamo ancora alla mercé di iniziative sporadiche con due potenziali falle:
Lampedusa, con lo sbarco delle migliaia di profughi sulle coste italiane e la relativa semplicità con la quale molti riescono poi a allontanarsi dai centri di accoglienza per poi dirigersi in qualsiasi paese europeo, a piedi o in taxi.
Gli aeroporti, e in particolare quello di Bruxelles nei quali non sembra siano state adottate particolari e severe misure precauzionali.
Due falle enormi attraverso le quali il virus potrebbe contaminare tutto il vecchio continente in men che non si dica.

A fronte di tutto ciò, soltanto lo scorso lunedi (13 ottobre) è stata convocata una riunione di coordinamento europeo per decidere sulle misure da adottare nei diversi Paesi UE e che comunque resterà discrezionalità dello Stato sovrano applicarle o meno.
Una domanda sorge spontanea: "sul rispetto dei parametri finanziari scassano i "cosiddetti" tutti i giorni mentre, per il rischio di contaminazione da parte del più pericoloso virus a oggi noto, l'UE lascerebbe decidere ai singoli partner?"
Il divario tra quantità d''informazione trasmessa e il reale livello di allarme sanitario è tale che, per l'ennesima volta, non si sa a chi credere e la sensazione di sicurezza sociale tende a diminuire sempre più.

A livello locale i nostri amministratori sono troppo impegnati sul fronte dei matrimoni gay e sulla nomina dei due membri della Corte Costituzionale (ventitreesimo tentativo registrato al 17 ottobre) per concentrarsi sull'Ebola che, non stenterei a credere, qualcuno di essi possa riconoscerla come un'isola, forse dell'arcipelago greco.

Pubblicato in Politica Emilia

Il premier, ospite dell'azienda Menù, ricostruita dopo il sisma del 2012, sostiene il candidato modenese del PD alla Presidenza della Regione. Elogia la tenacia degli imprenditori modenesi, glissa sul Patto di Stabilità, tiene a bada i contestatori del Movimento 5 Stelle e dialoga con la Fiom. Applaudito l'ex governatore della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, grande assente Matteo Richetti.

Di Manuela Fiorini – Modena, 11 ottobre 2014 - 
I fischi e le contestazioni del presidio Fiom e degli attivisti No Triv, No Cispadana, Un'altra Europa con Tsipras e Sisma 12 non rovinano la festa di Matteo Renzi, che ieri ha scelto l'azienda Menù di Medolla per sostenere la candidatura a Presidente della Regione Emilia Romagna del modenese Stefano Bonaccini. Non una scelta a caso quella della Menù, impresa leader nel ramo dell'agroalimentare, assunta a simbolo dell'Italia che ce la fa. Lo stabilimento, infatti, è stato ricostruito dopo il sisma del maggio 2012 che ha compito la Bassa modenese e non ha mai smesso la sua attività, nonostante le difficoltà.

IN PAGINA rid Gde

"Voi qui siete un esempio. Ve lo dico a nome del Governo" – ha detto il premier. – Se quello che è accaduto qui fosse successo in altre parti d'Italia e d'Europa non avremmo visto ricrescere una comunità così forte e ricca".
Dopo il benvenuto di Rodolfo Barbieri, patron della Menù, tocca al sindaco di Medolla Filippo Molinari consegnare idealmente a Renzi e al candidato Pd alla presidenza regionale Bonaccini alcuni dei temi più urgenti che toccano il territorio. Tra questi "la proroga dello stato di emergenza, che scade a fine anno e che implica il mantenimento delle misure straordinarie, come il contributo di autonoma sistemazione". Molinari ha poi ricordato, anche alla luce della recente alluvione che ha colpito i genovesi, come sia "urgente una legge nazionale sulle grandi calamità, che indichi in modo chiaro quali procedure, risorse e prospettive devono essere messe in campo".
E' il turno di Stefano Bonaccini , che sale sul palco ringraziando Renzi per l'opportunità.
"Se sarò eletto, il mio slogan sarà "Lavoro per l'Emilia Romagna" – ha detto il candidato PD – il lavoro deve essere la nostra ossessione dalle 7 di mattina all'1 di notte. In questa regione ci sono 112.000 giovani che non lavorano e non studiano. Una delle prime cose che farò sarà quella di convocare le parti sociali, gli amministratori e i rappresentanti del Terzo Settore per scrivere un "Patto per il lavoro".

Tra i capisaldi della campagna elettorale di Bonaccini c'è anche la riduzione dei tempi di attesa della Sanità, la semplificazione della burocrazia, che "toglie tempo, che è denaro, nell'ottica di un paese più moderno ed europeo". Parla dell'abolizione degli enti inutili e della riduzione delle società partecipate. Promette anche più rispetto per il suolo e, parlando di infrastrutture, auspica di essere, il prossimo anno, "il presidente che inaugurerà il primo cantiere della Cispadana".
"Gli amministratori – continua- la chiedono perché servirà a mantenere il lavoro. Finalmente il Governo si è preso l'impegno". Prima di lasciare la parola a Renzi, Bonaccini chiede la collaborazione dei suoi sfidanti alle primarie: "Ho bisogno di una mano da tutti, lo dico a Balzani, Richetti, Manca, che hanno qualità, intelligenza e idee che servono alla regione. Abbiamo bisogno di lavorare tutti insieme". Un invito che non sappiamo sarà accolto. Tra i grandi assenti infatti, c'era proprio Matteo Richetti, renziano della prima ora, che durante la trasmissione "In ½ ora" di Raitre del 5 ottobre ha dichiarato di essersi ritirato per "una contrarietà totale del Pd alla mia candidatura, sia locale che nazionale", non risparmiando qualche frecciata al premier.

L'intervento più atteso è quello di Matteo Renzi, che scherza con Bonaccini. "E' bello tosto" e "Assomiglia a Bruce Willis", dice prima di prendere la parola.
Ringrazia l'ex presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, al quale già al suo arrivo erano andati gli applausi del pubblico, che ora fa il bis con tanto di standing ovation.
"Noi abbiamo molto apprezzato il tuo gesto di dignità e orgoglio -ha detto Renzi riferendosi alle dimissioni di Errani in seguito alla condanna in appello per falso ideologico nella vicenda Terremerse – Siamo contenti che tu abbia vissuto questo momento con il rigore e la tenacia che ti riconosciamo. Mentre ti diciamo grazie ti diciamo anche che avremo ancora bisogno di te a Roma. Questo Paese e questo partito avranno bisogno di te nelle forme che un po' ti lasceremo scegliere e un po' le sceglieremo noi".

Il premier non entra invece nei dettagli sulla nuova Legge di Stabilità, ex Finanziaria, che sarà presentata il prossimo 15 ottobre.
"Ci sarà una misura di riduzione del costo del lavoro per le imprese, perché per i lavoratori c'è già stata con gli 80 euro. Si tratta di verificare le compatibilità perche non vogliamo aumentare le tasse"

Parla anche di ridurre il Patto di stabilità, "che farebbe arrabbiare anche i santi". "Se riusciremo a eliminarlo – ha concluso Renzi – daremo ai Comuni il 75% in più di risorse".

Non è mancato nemmeno un momento di contestazione, quando un esponente del Movimento Cinque Stelle ha interrotto l' intervento del Presidente del Consiglio per ricordandogli la soppressione della Cassa Integrazione in deroga prevista dal Jobs Act.
"Noi non veniamo al Circo Massimo a interrompere le vostre iniziative – lo ha zittito il Capo del Governo - Ricordo che voi siete quelli che avete rinfacciato sui social, dopo la sconfitta alle elezioni comunali, la donazione per la palestra di Mirandola. Questa è la brutta politica. Se vuole ne parliamo dopo davanti a un caffè o a una bottiglia di lambrusco".

E Renzi rimanda a un secondo momento anche l'incontro con i delegati Fiom, con i quali si intrattiene per 20 minuti una volta sceso dal palco. Il motivo di discussione è la cancellazione dell' Articolo 18 prevista da Jobs Act. "Rivediamoci tra due anni – è la sfida del premier – Tireremo le somme e vedrete che non sarà quel disastro che voi sostenete".

Presidio Fiom Gde

(Foto di Claudio Vincenzi)

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 12 Ottobre 2014 12:09

La portinaia del condominio Europa

Non se ne può più. Possibile che la Cancelliera tedesca abbia costantemente da mettere becco su ogni cosa? Ma nessuno riesce a tapparle la bocca?

di Lamberto Colla - Parma, 12 ottobre 2014
Insopportabile. Non vi è dubbio che faccia bene il suo mestiere di politico sempre attenta a ogni fiore del suo e altrui giardino.
Una accanita osservatrice di ciò che accade a casa altrui sempre pronta a commentare e bacchettare chiunque senza averne il ben che minimo diritto.
Sarebbe ora che qualcuno cominciasse a cantargliene in faccia.

Già perché questa sua sfacciata e frequente esternazione sulle vicende interne dei diversi Paesi dell'Unione non solo è irritante ma distrae l'attenzione dell'opinione pubblica dai fatti tedeschi, dalle loro magagne anche finanziarie.
Una comunicazione attiva tutta orientata a inculcare nella testa di tutti che la Germania è solida, perfetta e irreprensibile.
L'ultimo in termine di tempo a essere preso di mira è stato quel povero sciagurato di Hollande reo di avere chiesto il rinvio del pareggio di bilancio. Per fortuna e parcondicio la Cancelliera d'europa ha replicato negli stessi toni utilizzati tante e tante volte per l'Italia, ma questo non è consolante.

Abilissima a utilizzare la comunicazione come se fosse il fuoco di sbarramento di una batteria antiaerea e soprattutto capace di sfruttare il concetto di Europa Unita per farsi gli affaracci suoi.
Abili, anzi abilissimi i tedeschi a far sì che gli enormi costi della riunificazione delle due germanie fossero sostenuti da tutti i paesi membri dell'Unione e al contempo a inondare il mercato continentale coi suoi prodotti e lentamente, ma inesorabilmente cercare di strangolare i rivali, come l'Italia, che quanto a qualità della industria pesante avrebbero potuto essere pericolosi concorrenti.
Onnipresente nei bilaterali di pace ma con il braccino corto. Mai un euro è uscito dalle casse teutoniche per operazioni di di mantenimento della pace, quelle stesse che a noi sono costate sangue e euro.

Determinata e ferrea a imporre un'austerità soffocante alla Grecia, senza però dimenticare di continuare a venderle costosissimi armamenti, della cui utilità ci sarebbe da domandarsi, e di ottenere che i primi rimborsi fossero per le banche tedesche indebitate ovviamente.
Ma non è tutto, molto ci sarebbe da dire sulla solidità degli istituti di credito tedeschi e sul bilancio nazionale che, molto probabilmente, non è così solido come vorrebbero far credere.
E in questa crisi che sta strangolando quasi tutta europa la Germania invece non sembra mostrare cedimenti, anzi, stando all'Istituto per l'economia mondiale dell'università di Kiel che ha analizzato i dati relativi ai titoli tedeschi ha calcolato che per il periodo 2009-2013, c'è stato un beneficio di circa 80 miliardi di euro.
"Nel fondo erroneamente definito come "salvastati" o Mes, scrive Bastian Brinkmann su Süddeutsche Zeitung e riportato da l'Antidiplomatico.it, la Germania ha finora versato 21,7 miliardi di euro. In futuro dovrebbero diventare 190 miliardi: questo denaro viene conteggiato nel bilancio come uscita, ma non sono soldi persi - vengono solo erogati in prestito agli Stati in crisi. Finora, alla Repubblica federale tedesca è stato restituito ogni centesimo di quanto è stato trasferito come prestito d'emergenza alla Grecia ed agli altri euro-partner".

Cara Angela Dorothea Kasner - questo è il suo nome completo da nubile - nel condominio europeo non c'è necessità di una portinaia. Sarebbe ora che qualcuno la informasse.

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Il risultato alle urne per il nuovo Presidente della Provincia di Parma ha dato Filippo Fritelli in netto vantaggio sullo sfidante Fausto Ralli con 296 voti contro 155 -

Parma, 10 ottobre 2014 -

Lo spoglio per il nuovo Presidente della Provicia di Parma si è concluso con il netto vantaggio alle urne di Filippo Fritelli, sindaco di Salsomaggiore, sullo sfidante Fausto Ralli, sindaco di Bore, con 296 voti contro 155. Le elezioni di ieri, aperte solamente a sindaci e consiglieri comunali dei comuni della Provincia si sono concluse con 451 voti validi - un' affluenza dell' 81,6% e 46 schede bianche o nulle - e uno scarto tra Fritelli e Ralli di 141 voti.

Filippo Fritelli, nato il 24 maggio 1984, si è laureato in Giurisprudenza nel 2009. Ha lavorato per quasi tre anni nell'ufficio legale di una società autostradale. E' stato eletto consigliere comunale nel maggio 2011, nella scorsa Amministrazione, con 129 voti di preferenza e il 17 dicembre 2011 è eletto Segretario del Partito Democratico di Salsomaggiore e Tabiano Terme.
Nel febbraio del 2013 si è candidato alle primarie "Salsomaggiore e Tabiano Bene Comune" per scegliere il candidato Sindaco del Centrosinistra, vincendole con oltre il 65% dei voti.
Candidato Sindaco del Pd e della lista "A sinistra per Fritelli Sindaco" viene eletto il 10 giugno 2013 con 4.323 preferenze.

(Fonte dati Comune di Salsomaggiore)

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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del consigliere della Lega Nord Mauro Melli sulla riforma del lavoro e sul "silenzio della sinistra" -

Reggio Emilia, 8 ottobre 2014 -

il tema caldo di queste settimane è senza dubbio la riforma del lavoro; lo fu per un breve periodo anche nel 2002 quando i consigli comunali di Novellara, Bagnolo in Piano, Cadelbosco Sopra e Castelnovo Sotto si riunirono per approvare un ordine del giorno contro la paventata modifica (e mai attuata dal governo in carica) dell'art.18.
Allora tutto il mondo della sinistra si mosse contro il governo come pure gli amministratori novellaresi, alcuni di essi sono attualmente in carica come la sindaca Carletti, l'assessore Veneroni, la consigliera Scottini.
Ora che il pericolo e l'attacco ai diritti dei lavoratori è reale il silenzio della sinistra è assordante.
Allego una pagina del periodico Novellara notizie di febbraio 2002 per ricordare agli attuali amministratori come è cambiato il loro atteggiamento riguardo allo Statuto dei Lavoratori; in quella sede anche Rifondazione Comunista come la Lega Nord si astenne dall'approvare l'ordine del giorno riportato sul giornalino comunale.

Mauro Melli
consigliere Lega Nord Novellara

Pubblicato in Politica Reggio Emilia

Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 40 06 ottobre 14

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SOMMARIO Anno 13 - n° 40 06 Ottobre 2014

1.1 editoriale Grammatica: Avvocata e Architetta o *?
2.1 export SOL D'ORO emisfero sud. La sfida dell'olio diventa planetaria.
3.1 Lattiero caseario Preoccupa la perdita dei listini del Parmigiano Reggiano.
4.1 Parsut e Persut Parma e Comacchio, un gemellaggio di sapori e tradizioni
5.1 vini degustazioni Degustazioni: a Castell'Arquato è di scena «Mont'Arquato Rosso»
5.2 nomine Federalimentare, le congratulazioni di Agrinsieme al neo presidente Scordamaglia
6.1 crisi Coldiretti, crollo -4,4% prezzi frutta spinge a deflazione

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 05 Ottobre 2014 12:26

Grammatica: Avvocata e Architetta o *?

L'utilizzo dei titoli professionali al femminile è una questione non solo grammaticale ma anche politicamente corretta. Tra i vari problemi di una società che lotta per la parificazione dei diritti di genere c'è anche quello dell'espressione verbale e scritta.

di Lamberto Colla -
Parma, 05 ottobre 2014
A riportare attenzione sulla questione di genere anche nella grammatica italiana è stata la stessa Presidente (o Presidentessa?) della Camera Laura Boldrini, lo scorso luglio invitando i giornalisti a utilizzare i titoli di genere nella loro forma femminile senza la desinenza "essa" collegata al titolo d'origine maschile.
Ecco quindi che la Sindaca, l'Avvocata e l'Architetta entrano di buon diritto nel linguaggio comune e corretto per indicare il professionista di genere femminile.
Già qualche tempo fa l'Accademia della Crusca auspicava un largo uso di queste parole. Adesso, a supportare la battaglia dell'Accademia ci hanno pensato anche l'Università di Trieste, quella di Udine e la Scuola Superiore di Studi Avanzati di Trieste. che hanno stipulato una "Dichiarazione d'intenti per la condivisione di buone pratiche per un uso non discriminatorio della lingua italiana".
Il linguaggio usato dalle persone comuni, si sa, indica il rispetto reciproco. La lingua è uno strumento fondamentale perché rispecchia l'identità, la cultura, il pensiero di chi la usa ma anche di chi l'ascolta. Le parole hanno anche molto potere sulla mente sia nella vita privata e sia nel campo del lavoro. Non è quindi irrilevante l'omologazione di un linguaggio che discrimini i generi e soprattutto che entri nel comune pensiero e nel linguaggio di strada e non soltanto nel vocabolario dei più dotti.
Probabilmente, con l'introduzione nell'uso comune dei titoli declinati al femminile, un poco della musicalità della nostra ricchissima lingua verrà meno ma ne guadagnerà senz'altro in forma e correttezza, "politically correct" direbbero in molti contribuendo a inquinare la lingua di dante con neologismi e parole di derivazione anglosassone.
Molto meglio della proposta, a mio personale avviso, estremistica che vedrebbe il genere, assegnato a una parola, identificato con un'asterisco (*). A Zurigo, infatti, nei mesi scorsi si è svolto un seminario sull'asterisco. La frase, con l'asterisco, diventerebbe "sono stat* sgridat*". Una formula perciò che permetterebbe di evitare ambiguità di ogni genere.
Certamente si potrebbe obiettare che di ben altri problemi la nostra Italia ha da affrontare e risolvere. Ma dall'utilizzo di un linguaggio corretto molti conflitti potrebbero essere evitati. Sempre che alla base ci sia l'onestà e la reale volontà di farsi ben intendere e comprendere.
Quindi via libera all'Architetta, all'Ingegnera e alla Sindaca. Dalle piccole cose si possono ottenere grandi risultati.

Pubblicato in Politica Emilia
Giovedì, 02 Ottobre 2014 12:11

Parma - Si è spento l’ex sindaco Elvio Ubaldi

Sindaco dal 1998 al 2007 e poi Presidente del Consiglio Comunale. Elvio Ubaldi si è spento a causa di una grave malattia -

Parma, 2 ottobre 2014 -

La città piange l'ex sindaco Elvio Ubaldi che si è spento all'età di 67 anni a causa di una grave malattia.

Protagonista della vita politica cittadina già dagli anni ottanta quando venne eletto nel 1980 in Consiglio Comunale, come rappresentante della Democrazia Cristiana, assunse poi la carica di Vicesindaco di Parma dal 1985 al 1990 nell'amministrazione di pentapartito.

Fondatore del movimento "Civiltà Parmigiana", nel 1994 che inaugura la stagione del civismo parmigiano. Dal 1998 ha rappresentato la città in veste di Primo Cittadino, sino al 2007, poiché venne rieletto nel 2002 al primo turno con il 54% dei consensi.

Il suo nome è legato a un periodo di grande trasformazione vissuta dalla città di Parma. Sono gli anni della "Città Cantiere" in cui Parma diventa sede dell'Authority europea per la sicurezza alimentare e in cui prendono vita diversi progetti importanti e aumentano i servizi alla persona e attività culturali, oltre a importanti opere tra cui la ristrutturazione del Palazzo del Governatore.

Con le elezioni amministrative del 2007 la lista civica "Per Parma con Ubaldi" vince le elezioni e nella prima seduta del Consiglio Comunale Elvio Ubaldi viene votato all'unanimità Presidente del Consiglio Comunale.

Una figura che ha segnato profondamente la storia politica della città dimostrandole amore e dedizione.

Pubblicato in Cronaca Parma
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