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Domenica, 24 Maggio 2015 12:07

Diritti acquisiti, per molti ma non per tutti

La legge è uguale per ... quasi tutti. Già abbiamo visto che tra pensioni e vitalizi (leggi pensioni dei parlamentari) c'è differenza sostanziale e non solo formale ma, alla luce del decreto del governo di restituzione parziale del maltolto "Fornero", lo Stato può ledere i diritti acquisiti dei "poveri" perciò, e questa è logica, può farlo anche per i "ricchi".

di Lamberto Colla - Parma, 24 maggio 2015 -
Non passa giorno che non si scopra quanto sia malleabile e plasmabile il diritto italiano. Emblematico il caso delle pensioni.
La "lacrimosa" Ministra Fornero, complice del professor Monti il teorico dell'austerity, riuscì a fare risparmiare allo Stato oltre 18 miliardi di euro prelevandoli dalle pensioni. Un taglio lineare discutibile ma accettabile alla luce del rischio di default dello Stato.
Un diritto acquisito leso dei pensionati che, secondo la normativa vigente durante il loro periodo lavorativo, avrebbe garantito loro un determinato reddito una volta fuoriusciti dal circuito lavorativo.

Se a suo tempo costoro avessero avuto l'incertezza di realizzare questi ricavi avrebbero potuto decidere di risparmiare maggiormente e magari di destinare parte del risparmio in assicurazioni integrative o investimenti diversi da portare a reddito.

Invece niente. Decisero di fidarsi dello Stato e su di esso investirono anche perché, è bene ricordare che sino a metà anni '90, non vi erano alternative.
Purtroppo scoppia una crisi e lo Stato è a rischio insolvenza. Una motivazione che giustifica operazioni straordinarie e come in precedenza si fecero dei prelievi sui conti correnti dei cittadini e altre malefatte analoghe, con il Governo Monti Robin Hood se la prese con i poveri con buona pace di tutti o quasi. Già perché un buon numero di cittadini, eletti dagli stessi appena tartassati, avendo pensioni che vanno sotto il nome di "vitalizi" non vennero assoggettati ai tagli di cui sopra.

Vabbé passi. Prima o poi, era il pensiero comune, anche loro riusciranno a emanare quelle leggi e leggine che elimineranno questi benedetti privilegi.
Tre anni dopo, e è cronaca di questi giorni, la Consulta dichiara incostituzionale il provvedimento della "Fornero" e lo Stato dovrà restituire il maltolto (quasi 20 miliardi di euro)  a quei pensionati utilizzati per fare cassa da tre anni a questa parte.

Giusto o sbagliato, fatto sta che sarebbe stato sancito il diritto acquisito anche per questa categoria di cittadini ex lavoratori, bene o male, alla pari di quegli altri che percepiscono e percepiranno i "vitalizi".
Invece no. Con una rapidità impressionante, nel giro di poche ore, il Governo è riuscito a firmare un decreto nel quale si sancisce che, invece di 20 miliardi, restituirà poco più di 2 miliardi. Giusto quella quota garantita dal "tesoretto" generato dal minor carico di interessi gravanti sul debito pubblico. L'UE applaude il Governo Renzi, che è riuscito a mantenere entro la soglia del 3% il patto di stabilità, e i pensionati piangono lacrime vere insieme a loro i nipoti disoccupati e figli inoccupati che sulla pensione degli antenati contavano per sopravvivere.

Ricordiamo che questi ex lavoratori sono il vero e più efficace ammortizzatore sociale adottato in questo lungo periodo di crisi e confusione giuridico/istituzionale.

Non tutto il male viene per nuocere.
In sostanza, facendo una rapida escursione sui fatti giuridici, è stato dapprima sancito il principio dei diritti acquisiti ma contestualmente anche normato che, in caso di straordinarietà, questi diritti possono essere revocati addirittura con decreto e non con legge parlamentare.
Lo stesso Presidente della Repubblica ne ha dato il buon esempio imponendo il tetto massimo per sé stesso e per tutti i dipendenti del Quirinale.

Si Può Fare!
Si può perciò, vista la straordinarietà, annullare o almeno rimodulare i principi che regolano i "vitalizi". Giusto per memoria ricordiamo che esistono parlamentari che hanno timbrato il cartellino per un solo giorno ai quali è garantito un vitalizio di circa 2.200€ mensile.
Facendo leva perciò sulle necessità dettate dalla straordinarietà e sulla questione etica, infine sui procedenti legislativi, ultimo dei quali il decreto legge sui rimborsi varato lunedi scorso dal Governo Renzi, ci sarebbero spazi ampissimi di manovra per andare a toccare gli interessi e i "diritti acquisiti" di quei tanti paperoni che hanno avuto il merito e la fortuna di lavorare per la pubblica amministrazione & dintorni.
Tra costoro ci sarebbero anche gli stessi Giudici della Corte Costituzionale; il cui stipendio è sensibilmente superiore a quello del Presidente della Repubblica e quasi il doppio di quello "ufficiale" di Obama. Insomma, sono i più pagati al mondo.

Vero che siamo nella terra del diritto però c'è un limite a tutto, soprattutto ai privilegi in tempi di "carestia".

giudici corte costituzionale N

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Domenica, 17 Maggio 2015 12:49

Lavoro. Diamo i numeri?

A seconda del punto di osservazione l'Italia è in ripresa o in profonda crisi. Ma la realtà è tangibile e inconfutabile ogniqualvolta che occorre metter mano al portafogli, sempre più scontrini e sempre meno banconote.

di Lamberto Colla - Parma, 17 maggio 2015 -
Il balletto dei numeri che quotidianamente ci vengono proposti è quantomeno imbarazzante, almeno per coloro che hanno ancora un po' di libertà di giudizio, e l'enfasi con la quale vengono declamati è a scopo meramente propagandistico.
Il Governo, nonostante gli sforzi e la stragrande maggioranza dei consensi parlamentari, stenta a trovare la strada giusta per ottenere i i risultati promessi, primo fra tutti il rilancio del lavoro e dell'occupazione.

OCCUPAZIONE SI, OCCUPAZIONE NO?
E' proprio sulla questione dell'occupazione che vorrei puntare l'attenzione a partire dalle notizie che si sono rincorse in questi giorni. Una sequenza quasi interminabile di numeri buttati quasi a caso. Dapprima i trionfalistici commenti seguiti alla diffusione dei dati dell'INPS secondo il quale sarebbero 470.785 i nuovi rapporti di lavoro stabili registrati nel primo trimestre dell'anno; il 24,1% in più rispetto all'analogo periodo del 2014. Parrebbe la conferma che l'opera del Governo stia maturando i suoi frutti.
Peccato che al contrario l'ISTAT abbia, nelle stesse ore, certificato che la disoccupazione, invece di scendere, sia ancora salita passando dal 12,7% d febbraio al 13% di marzo. Il tasso più alto dal 13,2% di novembre scorso. Ma la "balla" sta anche nel fatto che quei 470.000 nuovi contratti scendono a poco più di 91.000 se vengono conteggiate le solo nuove assunzioni a tempo indeterminato.

PIL, DEBITO e TASSE, GIU'?
Ciononostante Renzi, basandosi prevalentemente sui primi dati INPS, ha colto al volo l'occasione per affermare che si sono fatti "Passi in avanti" sostenuto anche da quel misero +0,3% d'incremento di PIL realizzato ad aprile. E' bastato questo umiliante indicatore positivo per "urlare" che l'Italia è uscita dalla recessione scordandosi di riconoscere il merito a Mario Draghi e alla manovra di Quantitative Easing varata lo scorso gennaio, dopo quasi un anno di duelli all'arma bianca con tutti i capi di governo e delle banche centrali delle potenti economie germanocentriche.
Le cose stanno andando così bene che, è sempre di questi giorni, che il debito pubblico è nuovamente salito raggiungendo quota 2.184,5 miliardi di Euro (il precedente era di 2169).

Il Codacons tra l'altro stima che il debito pubblico pesa oggi su ogni singolo cittadino addirittura per oltre 36.400 euro, soglia record mai raggiunta prima. In sostanza le tasse per gli italiani continuano a lievitare seppur di poco mentre il debito pubblico non accenna a diminuire.
Ed eccoci giunti a sfiorare l'altro punto dolente e le false riduzioni di tasse, tanto vantate dai vari governi. Come si può evincere dalla tabella (si veda galleria immagini) che segue (tratta da ESPRESSO-REPUBBLICA) gli unici periodi nei quali le tasse sono state ridotte corrisponde ai due periodi Berlusconiani. I Governi di centrosinistra e tecnici invece hanno immediatamente "corretto" l'errore.
E, se lo dice l'Espresso, c'è da crederci.

CONCLUSIONI
Un disastro. L'economia non gira e a decollare, invece del lavoro, sono disoccupazione, debito pubblico e tasse. E come potrebbe essere diversamente se le leve economiche investite per lo sviluppo non raggiungono la base sociale.

Sinora gli incentivi sono stati concessi alle banche che invece di distribuire i vantaggi a imprese e consumatori hanno provveduto a fare cassa per coprire le loro magagne, o a altri soggetti intermediari come dimostra, ad esempio, il progetto cofinanziato dall'UE "Garanzia Giovani".
Un macchinoso quanto astruso meccanismo di selezione, formazione e addestramento di giovani (15-29 anni), privo di coordinamento centrale tanto che le diverse regioni applicano le loro varianti. Prendendo spunto da questo esempio, ancora una volta, invece di incentivare con mezzi semplici, immediati e soprattutto diretti sui beneficiari, l'occupazione giovanile si di fatto sovvenzionati prevalentemente le società interinali e gli enti di formazione professionale senza produrre alcun risultato evidente e tangibile sull'occupazione e sull'economia.
Infatti, questo piano del governo ha generato offerte di lavoro per appena 3 su 100 dei giovani ai quali si rivolgeva.

Un flop talmente evidente da essere ammesso dallo stesso presidente del Consiglio Matteo Renzi in persona nel corso di un incontro all'Università Luiss: «I numeri della Garanzia giovani non sono quella botta di vita che ci aspettavamo, anzi che qualcuno si aspettava. Non a caso, io ne parlo abbastanza poco».

Non meglio però sono le proposte dell'opposizione parlamentare e nello specifico il cavallo, o meglio "asino", di battaglia del M5S: il reddito di cittadinanza. 800 euro da dare a tutti. Una proposta interessante e appetibile solo a livello teorico che porrebbe in contrapposizione, col medesimo reddito, i neo assunti e i disoccupati sovvenzionati.
Una proposta indecente che ben poco incentiverebbe a cercare un lavoro o a investire su una propria attività individuale (artigianale, commerciale o di servizi), narcotizzando ancor più i già storditi e ansiosi disoccupati o inoccupati o sottoccupati sempre più numerosi in questa bell'Italia.

E' ora di dire basta a balle, balline e demagogiche quanto inutili proposte.
Cari signori politici, siate seri e attivate le uniche leve possibili. Se non le conoscete andate a ripassare le teorie dei grandi dell'economia, per primo e applicatele pedissequamente senza alcuna vostra interpretazione o ancor peggio di qualche moderno luminare tecnico.

No Grazie, abbiamo già dato!
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(*) « Il capitalismo non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non mantiene le promesse. In breve, non ci piace e stiamo cominciando a disprezzarlo. Ma quando ci chiediamo cosa mettere al suo posto, restiamo estremamente perplessi. »
(John Maynard Keynes, Autosufficienza nazionale, 1933)

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Fondato da Giampaolo Lavagetto e Cecilia Zanacca con l'obiettivo di partecipazione alle prossime elezioni amministrative del 2017 -

Parma, 14 maggio 2015 -

Nei giorni scorsi i soci fondatori hanno sottoscritto l'atto costitutivo del nuovo movimento civico "Prima Parma -Territorio e Autonomia".
Nato dalla fusione delle due associazioni, la finalità del nuovo movimento civico è la partecipazione alle prossime elezioni amministrative del Comune di Parma del 2017 con l' obiettivo di portare il proprio progetto alla guida della città.

Alla nuova formazione hanno aderito anche diversi neo eletti Consiglieri di Quartiere che, sotto la guida di un relativo coordinatore, costituiranno il primo nucleo di quella nuova classe dirigente che dovrà garantire competenza ed esperienza alla futura guida del Comune di Parma. Il movimento sarà supportato da un Comitato Scientifico costituito da esperti dei diversi settori strategici per la città i quali, avvalendosi della preziosa collaborazione degli eletti e dei club monotematici e territoriali, redigeranno, entro la fine dell' anno, le linee guida sulla base delle quali elaborare il progetto di governo.

Nei prossimi giorni si terrà l' Assemblea dei Soci Fondatori per l'elezione delle cariche all'ufficio di Presidenza e alla Segreteria. Entro la fine di maggio, quindi, presso la sede del Movimento, avvera' la presentazione ufficiale dell' Organigramma e saranno indicate nel dettaglio strategie ed operatività.

(Fonte: ufficio stampa Prima Parma -Territorio e Autonomia)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 19 10 maggio 2015

(File pdf scaricabile)

1.1 editoriale Democrazia 2.0 - Un tool come il coltellino svizzero!
3.1 cereali Materie prime, all'alba della discesa?
4.1 cereali Materie prime, all'alba della discesa?
5.1 Lattiero caseario Profondo rosso per i derivati del latte.
6.1 semplificazione Approvato il decreto del Registro unico dei controlli
6.2 crisi Economia non riparte. Serve riforma fiscale
6.3 difesa suolo Emilia Romagna, chiesti 100 milioni per difesa del suolo
7.1 Parmigiano Reggiano Parmigiano reggiano, assalto alla Grande Muraglia
8.1 pasta All'estero trionfa la pasta made in Italy.
9.1 Expo2015 - vino "Vino-a taste of Italy"
10.1 greenpeace Greenpeace cerca fondi sola da privati.
11.1 promozioni  "vino" e partners

 

Cibus 19 COP 2015

 

 

L'Italia diventerà un esempio mondiale di modello di Democrazia 2.0. Rapidità e efficienza; tutto a portata di mano come in un coltellino svizzero. A proposito dove è finito l'impegno per la spending review?

di Lamberto Colla - Parma, 10 maggio 2015 -
Ormai la maggioranza non sa più cosa fare per convincere il popolo e il resto d'Europa che l'Italia è una repubblica democratica. Maggioranza e opposizione tutto in uno, come un coltellino svizzero.

Lo sciopero per la riforma della scuola è stata l'ultima farsa. Invece di scioperare perché non si prendono provvedimenti urgenti per fare ripartire l'economia, invece di scioperare per il ricorrente uso della fiducia al Governo, invece di mettere in risalto le dispute interne al partito di maggioranza, al solo scopo di dimostrare che in questo Paese esiste una opposizione al lider maximo, gli stessi giornali che chiedevano la galera per Berlusconi a ogni suo respiro, pronti a dichiarare la sua appartenenza fascista a ogni ipotesi di "fiducia" ebbene oggi tacciono.

Fiducia su fiducia e il PD esegue. Basta un tweet di Matteo e tutti in aula come soldatini e, dopo il voto, lo sugartweet di ringraziamento. Già perché Matteo (Renzi) ordina come segretario del partito e come capo di governo e l'orchestra di somari esegue. E se una parte stona è solo una penosa farsa per far credere che siamo in regime democratico.

Nella romantica (per molti e non per tutti per fortuna) ex URRS, o CCCP come meglio piaccia, il Segretario era pure capo del parlamento, delle forze armate ecc... e per questo ci si sta attrezzando anche in Italia.

Si è partiti con l'Italicum e si arriverà all'ItalicURRS?

Premetto che Matteo Renzi mi è piaciuto sin dall'inizio per il suo determinismo e la chiarezza pragmatica di procedere in ordine con il cronogramma teso verso gli obiettivi e con l'idea di rottamare le palle al piede della vecchia nomenclatura attendista.
Però adesso è troppo. Non si può procedere oltre il buonsenso e l'eleganza. L'effetto narcotizzante degli 80€ sta svanendo. Un provvedimento della prima ora, una sorta di premio di benvenuto, viene da sospettare, servito a prender tempo e utile allo scopo di portare a compimento quello che gli italiani attendevano: rottamazione, equità e speranza.

E invece nulla di fatto a partire dai rottamandi. Questi fake-perbenisti della sinistra e della sinistra cattolica più becera sono ancora vivi, vegeti e con molto veleno in corpo, pronti a schizzare, campanellini alla coda, alle parti vitali del premier, chiunque esso sia, che voglia seriamente eliminare quelle sacche di consenso comprate con stipendi immeritati; bacini di voti che fanno capo a una o altra corrente di partito.

La gente si attende delle vere riforme, vuole tastare con mano che i sacrifici indotti da questa terribile crisi sono equamente distribuiti e he la riduzione delle spese non è solo la traduzione in italiano di una frase anglofona usata per riempirsi la bocca.

E' qui la spending review?
Dove è finito il buon intendimento di cancellare quelle centinaia di carrozzoni inattivi tra i quali si erge a simbolo il gran paradosso dell'Istituto per l'alienazione degli Enti Inutili, anch'esso inutile, inattivo e costoso (IGED)?
E del taglio del numero dei parlamentari non se ne fa più nulla?
L'alienazione delle Provincie deve restare incompiuta? Magari, nel frattempo, si potrebbe completare con l'eliminazione delle Provincie e delle Regioni a statuto speciale.
L'assalto alle migliaia di società partecipate da pubbliche amministrazioni non dovevano essere , almeno nella gran parte, liquidate?

Come detto, il simbolo del degrado amministrativo è ben rappresentato dall'Iged (Istituito Generale per gli Affari e per la Gestione del Patrimonio degli Enti Disciolti) carico di 14 sedi, 14 alti dirigenti, quasi 300 funzionari con un costo stimato di circa 50 milioni di euro annui. Costituito nel 1956 (millenovenentocinquantasei), per alienare 600 enti inutili, nel 2002 iniziò un tragicomico processo di autoliquidazione che costò, secondo la Corte dei conti quasi 100 milioni di euro (nel solo inizio millennio) senza nulla ottenere sino a quando fu inglobato nell'Igf (ispettorato Generale della Finanza) quindi solo nascosto, forse per la vergogna.

Varrebbe la pena perdere qualche minuto per riguardarsi una trasmissione di Report del 1998 (10 dicembre 1998) che ripercorreva la storia di quest'ente e delle commissioni di controllo delle commissioni e così via di seguito.

Attento Renzi, se mancassi l'appuntamento della revisione di spesa potresti essere colpito al collo dal tuo stesso boomerang. Se per caso dovrai aumentare l'iva (come previsto dalla manovra finanziaria e preteso dall'UE) il paese si bloccherà per sempre e riprendersi sarà impresa non difficile bensì impossibile.

L'Italia è stremata ma ancora qualche risicata risorsa ce l'ha. Ancora per poco e se non consentirai il restaurarsi di una classe borghese che "consumi" e, da buona formichina, accantoni le riserve, il patrimonio privato e nazionale si esaurirà e con esso l'economia nazionale.

La preghiera a Matteo nostro.
Caro Matteo prendi coraggio e vai contro i parlamentari, i privati interessi dei pochi potenti ma pensa ai tuoi concittadini.
Dacci ancora le provincie, togli le regioni (il vero buco nero nazionale) e applica una "flat tax" per fare riprendere gli investimenti anche esteri. Taglia il numero dei parlamentari e togli i privilegi dei dipendenti pubblici (tranne le forze dell'ordine) che possano finalmente essere parificati ai dipendenti privati. Infine fai applicare la legge e soprattutto la detenzione a chi la merita senza sconti.

La certezza della pena è una garanzia di stabilità sociale quanto la distribuzione del reddito.

Rimetti i puntini al loro posto e l'Italia sarà in grado di riprendersi da sola senza aiuti; è sufficiente che stacchi l'ago della trasfusione dal braccio delle imprese e dei cittadini (quelli che lavorano). Amen.

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Domenica, 03 Maggio 2015 11:14

Festa per il Lavoro. Altro che “choosy”!

Il 1° maggio festeggiato con la disoccupazione galoppante. Unica nota positiva viene dai lavoratori di Expo e la commovente gara di solidarietà (gratuita!) per completare il padiglione del Nepal.

di Lamberto Colla - Parma, 3 maggio 2015 -
Ancora una batosta arriva dai dati Istat. La disoccupazione cresce ancora e a essere maggiormente colpita è la fascia giovanile. I commentatori, giusto per dare un po' di speranza, dicono che siamo alla soglia limite e che comunque è troppo presto per dare un giudizio sul "jobs act" e sulle altre misure messe in campo dal Governo a fine 2014, atte a favorire l'occupazione.

Fatto sta che altri 90.000 posti di lavoro sono stati bruciati. Due grandi imprese commerciali, "Auchan" e "Mercatone Uno" hanno annunciato il loro stato di crisi. La grande catena distributiva francese dovrà ridurre di circa 1.500 unità il proprio organico mentre per il Mercatone Uno i commissari (Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari) stanno tentando di acquisire la fiducia dei fornitori per poter procedere nell'attività; in ballo ci sono 3.700 dipendenti. Sono solo gli ultimi due esempi della settimana in corso, ma l'elenco delle aziende in stato di crisi sul tavolo del Ministero dell'Industria e sui tavoli provinciali sono migliaia e si allungherà sempre più se il Governo non si deciderà a fare una operazione forte non per incentivare l'occupazione ma per stimolare il lavoro.

E' imperativo abbattere le tasse, magari introducendo la flat tax, almeno in un settore a titolo di sperimentarne l'impatto.
Se le imprese non hanno lavoro come possono dare occupazione? Le stesse imprese che hanno la fortuna di avere ordinativi continueranno a fare fronte alle risorse umane in carico senza ulteriori acquisti in manodopera strette come sono nella marginalità e dalla stretta creditizia. A tale proposito, la laborioso Emilia Romagna, stando all'analisi di Confesercenti, è il fanalino di coda nazionale nell'erogazione di credito alle imprese commerciali e del turismo.
In questa situazione di congelamento persistente c'è poco da sperare che un misero incentivo all'assunzione possa stravolgere la situazione dell'occupazione; al limite verranno regolarizzati contratti di lavoro precari, niente più.
Nuova occupazione potrà essere offerta solo se le imprese, soprattutto le micro, piccole e medio imprese, saranno nelle condizioni di tornare a competere sui loro mercati di riferimento. E allora la fantasia , creatività e competenze degli italiani faranno la differenza e l'economia tornerà a volare.

Basta volerlo!

Occorre liberare i "tori infuriati " da eccesso di repressione fiscale e allora il mondo economico si troverà invaso nuovamente di prodotti e servizi tricolore.
Ci vuole coraggio a governare e si deve accettare il rischio di non piacere agli "pseudo alleati europei" come invece fece drammaticamente il governo Monti. I rigurgiti della politica di lacrime e sangue continuano a rialire verso la bocca.

E' proprio di poche ore fa la notizia che la Corte Costituzionale ha stabilito che la norma con cui per il 2012 e il 2013 era stato bloccato l'adeguamento al costo della vita delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo Inps è incostituzionale. Un costo di 5,3 miliardi di euro che va a soffocare il tesoretto appena scoperto di 1,7. La legge, contenuta nel Salva Italia varata dal governo Monti a poche settimane del suo insediamento era stata promulgata "in considerazione della contingente situazione finanziaria".
Una condizione evidentemente non sufficiente per la Consulta che ha sancito nuovamente il principio che "L'interesse dei pensionati, in particolar modo i titolari di trattamenti previdenziali modesti, è teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme percepite, da cui deriva in modo consequenziale il diritto a una prestazione previdenziale adeguata. Tale diritto, costituzionalmente fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio" (sentenza numero 70 depositata giovedì 30 aprile, di cui è relatrice il giudice Silvana Sciarra.)

Ancora una volta i professoroni ci hanno dato dimostrazione di quanto sia distante la pratica dalla teoria.

Infine che dire del tormentone che ha attraversato la stampa più autorevole circa i migliaia di giovani, i choosy per dirla alla Fornero, che avrebbero rifiutato 1.300€/mese offerti da Expo2015. Una campagna di falsità alimentata gratuitamente e senza un apparente scopo se non quello di attrarre lettori affamati di gossip e senzionalismi. Quella stessa stampa autorevole che pur di raccogliere consensi tradotti in "click", "Mi piace" e commenti sgrammaticati, posta quotidianamente articoletti sulle "10 cose da fare per soddisfare una donna o un uomo", piuttosto che selfie desnudi con bacio saffico di starlette dello showbiz internazionale e altre amenità pruriginose.

Ebbene, questa autorevole stampa ha dovuto fare retromarcia solo dopo che la "stampa libera", rappresentata dai social media, ha raccolto le testimonianze di questi "schizzinosi" che invece di 1.300€ ne avrebbero presi 500 dovendo sopportare anche le spese di trasferta o di coloro i quali, dopo mesi spesi in attesa di una risposta da parte della società di selezione, hanno dovuto declinare l'invito perché, nel frattempo fortuna loro, avevano trovato altro impiego.

Così, in un momento di crisi di lavoro, si calpesta la dignità di chi cerca, non trova, e addirittura, piuttosto che restare a casa, lavora gratuitamente solo per acquisire esperienza nella vana speranza che un giorno possa diventare spendibile.
Nel giorno della ricorrenza del 1° maggio, festa del lavoro per chi ce l'ha, sarebbe il caso che Governo facesse un esame di coscienza e prendesse il coraggio di agire, mentre la "stampa", orfana dei governi di Berlusconi, indirizzi i suoi strali verso i detentori di privilegi statali tornando a assumere il ruolo di testimonianza e di critica, indispensabili per alimentare una sana democrazia.

 

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Gilda degli Insegnanti di Parma: "La settima parata del Pd in pochi giorni, questa volta al "Gadda" di Fornovo Taro. -

Parma, 29 aprile 2015 -

Con la scusa di una denominazione ingannevole, "Buona Scuola", il Partito Democratico sta cercando di infliggere agli insegnanti italiani e all'intero sistema scolastico l'approvazione di norme liberticide, indegne di un sistema di istruzione libero e democratico, il tutto senza il minimo confronto con le rappresentanze di categoria che il 5 maggio sciopereranno. A Parma e nel Parmense continua la presenza asfissiante della politica dentro la scuola, in particolare del Pd. L'ultimo episodio, il settimo in pochi giorni, è avvenuto al "Gadda" di Fornovo Taro, dove ancora una volta c'era il parlamentare Romanini. Nel nostro territorio è diventato usuale invitare nelle scuole i rappresentanti di questa forza politica, dalla quale mai ci saremmo mai aspettati azioni così gravi. Gli altri episodi che stanno rendendo evidente la deriva politica della scuola parmense e italiana, sono avvenuti: all'Istituto "Bodoni", dove per consegnare ai ragazzi quella Costituzione, la stessa che la "Buona Scuola" calpesta, erano presenti in pompa magna il parlamentare Pagliari e l'esponente locale Serpagli (entrambi del Pd). Dice Salvatore Pizzo, Coordinatore Provinciale della Gilda degli Insegnanti: "Vogliono dare il mandato ai presidi di scegliersi a piacimento gli insegnanti, questo significherà; clientele, corruzione e malavita". Gli altri casi in ordine di tempo, avvenuti dall'inizio di aprile, riguardano l'Istituto Comprensivo di Traversetolo, il Solari di Fidenza, il Berenini di Fidenza, il Bocchialini di Parma, la media "Zani" di Fidenza e il "Bodoni" di Parma.

(fonte: ufficio stampa Gilda Insegnanti Unams Parma)

La Gilda degli Insegnanti contro la presenza all'Istituto "Bodoni" del parlamentare Romanini e l'esponente locale Serpagli, entrambi del Pd. -

Parma, 27 aprile 2015 -

"Mentre col furbesco nome di "Buona Scuola" il Partito Democratico sta cercando di infliggere agli insegnanti italiani e all'intero sistema scolastico l'approvazione di norme liberticide, che per certi versi sono addirittura peggiori di quelle dell'epoca fascista, il tutto senza il minimo confronto con le rappresentanze di categoria, a Parma e nel Parmense l'aria di regime è sempre più pesante: è diventato usuale invitare nelle scuole i rappresentanti di questa forza politica dalla quale mai ci saremmo mai aspettati azioni così gravi tese a minare uno dei pilastri del sistema democratico. L'ultimo imbarazzante episodio, il sesto in pochi giorni, è avvenuto all'Istituto "Bodoni", dove per consegnare ai ragazzi quella Costituzione, la stessa che con la legge della pseudo "Buona Scuola" si vorrebbe violare, erano presenti in pompa magna il parlamentare Romanini e l'esponente locale Serpagli (entrambi del Pd), il primo in rappresentanza del Senato e l'altro della Provincia. Istituzioni che per motivi di opportunità avrebbero potuto mandare esponenti diversi da quelli del Pd. Un Regio decreto del 1923 disponeva che la scuola era governata dal "preside e dal collegio dei professori", adesso si vuole instaurare una nuova dittatura, reclutando i docenti con scelta discrezionale del preside il quale diverrebbe una sorta di proprietario. Un metodo che introdurrà il clientelismo, l'arbitrio, la corruzione e anche i condizionamenti della malavita organizzata la quale certamente è interessata a manovrare la distribuzione di posti di lavoro. Inoltre si vuole depauperare il Collegio dei docenti, sottraendogli il potere delle scelte didattiche ed affidare tutto al capo."

Dice Salvatore Pizzo, Coordinatore Provinciale della Gilda degli Insegnanti: "Per questo respingiamo la presenza nelle scuole di esponenti di quella parte politica, anche quando rappresentano le istituzioni, fanno parte di un partito che vuole eliminare la libertà della classe docente asservendola a logiche insulse". Gli altri casi in ordine di tempo, avvenuti dall'inizio di aprile, riguardano l'Istituto Comprensivo di Traversetolo, il Solari di Fidenza, il Berenini di Fidenza, il Bocchialini di Parma, la media "Zani" di Fidenza.

(Fonte: ufficio stampa Gilda Insegnanti Unams Parma)

Le atrocità della guerra sono ferite che mai alcuna pratica di chirurgia estetica riuscirà a far sparire. Il terrore delle incursioni notturne di "Pippo" sono ancora limpide nei ricordi di chi è sopravvissuto. Meglio non dimenticare.

di Lamberto Colla - Parma, 26 aprile 2015 -


Meglio non dimenticare. Sono trascorsi solo 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale da quel 25 aprile 1945 in cui vennero liberate Milano e Torino. Via via la resistenza conquistò le città, Bologna il 21 aprile, Genova il 23, Venezia il 28 aprile per concludersi con la Resa di Caserta del 29 aprile, data che sancisce la fine della seconda guerra mondiale.

Vendette e "conti in sospeso" proseguirono ancora per diversi anni a seguire ma chi era stato destinato alla guida provvisoria del Paese lavorò alacremente per condurre la nazione in un processo di rapida democratizzazione e, già il 2 giugno 1946, il referendum popolare decise per repubblica e quindi, via verso l'ultimo passo formale: la stesura della Costituzione.

Non dimenticare quegli anni, per coloro che hanno avuto la fortuna di non viverli, vuol dire andare a indagare, interrogando i nonni e gli amici dei nonni, andando a fare ricerche per comprendere cosa vuol dire vivere sotto bombardamento. Il terrore che i soldati venissero a fare rappresaglia nel cortile o a requisire il cibo e le scorte alimentari. In guerra la vita umana non ha valore salvo quando può essere utilizzata come merce di riscatto.

Sono trascorsi 70 anni, 70 anni di pace, o quasi.

La pace è una conquista che va alimentata con giudizio giorno dopo giorno. Non è un stato di fatto permanente, anzi è una combinazione di fattori altamente instabile. La naturale propensione del genere umano a prevaricare è impossibile da eliminare e può essere governata solo con intelligenza e con il solito ma efficace metodo della carota e del bastone.

70 anni di pace, tra gli ex alleati e gli sconfitti della seconda guerra mondiale, grazie a quei premier, così lungimiranti, che addirittura misero le fondamenta per una patria comune quell'europa che ancora stenta a decollare.

E, all'interno di questa Europa, in questi 70 anni di "quasi" Pace, abbiamo assistito all'erezione del Muro di Berlino e alla sua distruzione, allo smembramento della Jugoslavia e vissuto, da telespettatori, alla guerra in Bosnia. Ai confini invece assistiamo al conflitto ucraino e alla minaccia dell'ISIS ma anche una massa biblica di donne, bambini e uomini che fuggono dalle guerre, prevalentemente civili, nei loro paesi. Tentano una difficile fuga nella speranza di sopravvive vivendo nella certezza che morirebbero nel loro paese.

Si stimano circa 5.000 sbarchi a settimana e è fuori discussione che si debba intervenire nel salvataggio in mare, per norme marittime ma soprattutto per coscienza cristiana.
Il salvataggio però non è sufficiente e l'accoglienza non può essere compito della sola Italia, come invece pretenderebbero i partner europei. Il premier britannico, solo per fare un esempio, ha perentoriamente dichiarato che la marina di Sua Maestà andrà in soccorso, per due mesi, nel mediterraneo ma il Regno Unito non darà asilo a alcuno. Dopodiché David Cameron ha lasciato il vertice straordinario dell'UE mancando di presenziare alla conferenza stampa.

Un vertice dei capi di governo che, ancora una volta, ha dimostrato come l'Europa sia molto lontana dal traguardo di una confederazione tra Stati dimostrando al mondo intero la sua debolezza e la miopia dei premier, di statura ben diversa dai loro predecessori di 70 anni fa.

Non basta l'avere deciso di triplicare l'impegno economico a favore dell'operazione Triton, che da novembre scorso ha preso il posto di mare Nostrum, raggiungendo la medesima quota di spesa (9 milioni al mese) sostenuta dall'Italia durante l'operazione autonoma di salvataggio. Non basta anche per il fatto che la maggiore responsabilità sulla attuale situazione libica è da imputare ai Francesi e agli Inglesi. Non basta perché l'Italia potrà opporsi a sostenere i suoi impegni quando i problemi giungeranno da oriente o dal nord dell'europa.

Non basta perché la pace va conquistata, giorno dopo giorno, con la fiducia e non con il menefreghismo ostentato dall'Europa e dai suoi rappresentanti.

Alla luce di quanto sta accadendo nel mondo ma soprattutto nel vicino medio oriente, nell'est dell'europa e nel continente africano , il 25 aprile deve assumere il significato di proiettare nel futuro la storia, far comprendere e ricordare come gli errori si possono rapidamente trasformare in orrori.

Il 25 aprile, festa nostrana della liberazione, deve perciò trasformarsi nella festa della pace e della tolleranza, della fiducia e dell'orgoglio nazionale, della convinzione che, anche se armata, la pace non è una conquista definitiva ma un regalo per la buona condotta.
Di questo passo l'Europa presto non sarà più in pace!

Pubblicato in Politica Emilia

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 16 19 aprile 2015

SOMMARIO Anno 14 - n° 16 19 aprile 2015
(In allegato la news letter in formato pdf scaricabile)

SOMMARIO

1.1 editoriale Il paese del bengodi cade a pezzi. Ricominciare daccapo!
3.1 Lattiero caseario La caduta dei derivati del latte.
4.1 Expo2015 I Musei del Cibo: le eccellenze di Parma per Expo 2015
4.2 salute e benessere Dimagrire col cioccolato per poi mantenere il peso
5.1 tempi di crisi Fallimenti diminuiti nel primo trimestre 2015
5.2 eventi Torna "Caseifici Aperti"
6.1 aspettando expo2015 La porta d'ingresso di Expo2015, il Padiglione Zero.
7.1 export Esportazioni di formaggi italiani in crescita
8.1 ambiente Greenpeace cerca fondi sola da privati.
9.1 promozioni "vino" e partners

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