Verstappen trionfa ed allunga nel mondiale. La Ferrari fa scelte insensate e distrugge la gara di Leclerc, solo sesto al traguardo. Sainz è quarto. Sorridono i piloti Mercedes, con Hamilton secondo davanti a Russell.
di Matteo Landi
Scuse. Alle fine di una gara disastrosa, a causa principalmente di terribili errori strategici che hanno spento le ambizioni di Leclerc e reso difficile la vita di Sainz, sono mancate ancora una volta loro, le scuse. Moderato, equilibrato, il team principal Binotto, nelle dichiarazioni. Nonostante una batosta non da poco, subìta proprio nella gara che avrebbe potuto, nelle previsioni dell'ingegnere di Losanna, segnare una sonante doppietta Rossa. Mattia non si tira mai indietro, ed è sempre pronto a metterci la faccia. Però mancano sempre loro, quelle scuse che dovrebbe rivolgere ai tifosi e soprattutto ai suoi piloti. La Ferrari ha affrontato oggi le condizioni peggiori per le caratteristiche della sua vettura. Venerdì la F1-75 volava, mentre con temperature più basse è assai vulnerabile. Nonostante questo Leclerc è riuscito, al 31esimo giro, ad infilare Russell, e portarsi in testa alla gara. Ma al secondo pit stop del monegasco il box Rosso ha deciso di montare sulla n°16 le gomme più dure. Gli pneumatici che persino Pirelli non credeva che le squadre avrebbero usato, tanto più in condizioni di asfalto freddo, e con una leggera pioggia che andava ad intensificarsi. La gara di Charles è naufragata in quel momento. Costretto pure ad un'ulteriore sosta, per montare le gomme più morbide, preso dalla disperazione. La Ferrari aveva l'opportunità di colpire, nel giorno in cui Verstappen scattava solamente decimo, a causa di problemi tecnici patiti dalla sua Red Bull in qualifica. Ma neache Sainz è riuscito a contenere la rimonta di Mad Max. Lo spagnolo, partito come Leclerc con pneumatici a mescola media, al contrario dei principali rivali, non ha dovuto compiere alcun giro con gomme dure, ma non è riuscito comunque a brillare. Nel complesso è parso comunque distante dalle prestazioni di Leclerc (nonostante la grande prima fila in griglia conquistata), fino a quando il monegasco ha potuto rendere al meglio. Quarto Sainz, sesto Leclerc, sul podio hanno festeggiato Verstappen, Hamilton e Russell. E mentre in Red Bull festeggiano la grande rimonta del campione del mondo in carica, ed in Mercedes gioiscono per una ritrovata competitività, in Ferrari si leccano le ferite. Ed adesso in classifica costruttori la squadra della Stella a Tre Punte soffia sul collo del Cavallino Rampante. Nonostante il team di Maranello abbia potuto disporre per la maggior parte del campionato della migliore vettura. Ed illuso che questo potesse bastare per sognare il titolo.
Verstappen: un uomo solo al comando
Ancora vincente. Sempre più al comando. Verstappen ha trionfato anche oggi. Il Max sconsolato di Melbourne, abbattuto dal secondo arresto a vuoto subìto nelle prime tre gare, è un lontano ricordo. Ottanta punti adesso lo separano dal secondo in classifica. I tifosi orange sono pronti a godersi una lunga cavalcata finale, all'interno di un campionato dominato nonostante non abbia spesso disposto della migliore monoposto. Ed oggi Max ha pure sbagliato, quando è malamente finito in testacoda subito dopo aver superato Leclerc. L'olandese ha però mantenuto il sangue freddo ed ha immediatamente infilato nuovamente il pilota Ferrari, in crisi con la mancanza di aderenza generata dagli pneumatici duri. A Verstappen tutto gira bene, anche quando sembra nella giornata più difficile. E questo grazie alle capacità sue, ed agli errori compiuti dal box Ferrari.
Mercedes seconda e terza
Rinata. Non sanno esattamente perché, ma in alcune circostanze la Mercedes si trasforma da ranocchio a principe. Sabato Russell ha segnato un'incredibile pole position, la prima della sua carriera, asfaltando il compagno Hamilton. Il sette volte iridato si è rifatto oggi, nel giorno in cui si assegnano i punti, superando nel finale il team mate. Seconda e terza, Toto Wolff, considerando le difficoltà fin qui incontrate quest'anno, ha festeggiato il doppio podio con la stessa enfasi con cui negli scorsi anni salutava una vittoria. La "lunga" pausa estiva, il mondiale tornerà l'ultimo weekend di agosto in Belgio sulla stupenda pista di Spa, arriva nel momento più sereno per Red Bull e Mercedes, ed in quello più tormentato per la Ferrari, messa di fronte all'impossibilità di chiarirsi i tanti dubbi, a causa dello stop obbligatorio delle attività aziendali.
Grazie di tutto Seb
La stupenda vittoria di Mansell ottenuta nel 1989 dopo una rimonta da antologia, il trionfo di Schumacher del 1998, arrivato con una strategia applicabile solo dal Campione tedesco, sono solo due delle tante soddisfazioni che sull'Hungaroring la Ferrari si è tolta. L'ultimo successo del Cavallino avvenne nel 2017, grazie a Vettel. Un pilota che tanto ha dato alla Scuderia italiana, seppur non riuscendo a cogliere con essa quel titolo iridato che ha artigliato ben 4 volte con Red Bull. Oggi il campione tedesco ha corso per l'ultima volta con una F1 sul tracciato ungherese, terminando decimo ed a punti nonostante un'Aston Martin recalcitrante. Pochi giorni fa ha infatti annunciato il ritiro dal Circus, che avverrà al termine di questa stagione. La gioia sua e del box Toro Rosso dopo la prima vittoria a Monza 2008, i trionfi in serie ottenuti su Red Bull, il suo salto sul podio, a replicare quanto faceva il suo idolo Michael Schumacher, vestito di Rosso. Ci mancherai. Così come sentiremo le mancanze di quell'Uomo capace di alzare la voce contro le ingiustizie, pronto a prendere una chiara posizione, a differenza di tanti più timidi colleghi. Ti attendono le ultime nove gare della tua gloriosa carriera, e noi sogniamo un tuo ultimo lampo. Intanto, grazie di tutto Seb!
Dopo aver realizzato la sua 16esima pole position, Leclerc sbaglia. Verstappen vince ed allunga in classifica. Ferrari, serve continuità di risultati. Bella rimonta di Sainz, costretto a partire dal fondo. Mercedes risorge.
Sulla pista Red Bull trionfa la Ferrari con Leclerc, che finalmente ritrova il successo al termine di una gara emozionante. Sainz si ritira con il motore in fiamme. Mick Schumacher, eletto pilota del giorno, è gran sesto.
A Silverstone Sainz arpiona il primo successo in carriera. In Ferrari la gioia però è contenuta: Leclerc viene fermato da una pessima strategia, nel giorno nero di Verstappen.
Verstappen è implacabile, non sbaglia e resiste ad un grande Sainz, per una volta nelle vesti del caposquadra. Leclerc rimonta, dopo essere scattato dal fondo della griglia, e termina in quinta posizione. Hamilton torna sul podio.
Al muretto azzeccano la strategia giusta ma la power unit tradisce Leclerc. Anche Sainz stoppato da un problema tecnico. La classifica Rossa ora piange. A Baku trionfa la Red Bull, che si invola nel mondiale.
di Matteo Landi
In casa Ferrari temevano la maggiore velocità delle Red Bull sul rettilineo di Baku. Ma con la meravigliosa pole position conquistata sabato da Leclerc, l'ennesima, si dimostra la velocità del pilota, senza dubbio il più rapido fra i venti del massimo campionato, e la performance di una vettura nata veramente bene. Binotto e soci, prima della gara, sapevano che sarebbe stata dura contro Verstappen e Perez, entrambi in forma smagliante e al volante di una monoposto sul giro forse appena inferiore alla Rossa, ma tendenzialmente più veloce sul dritto. Al via lo scatto di Leclerc non è stato impeccabile, e Perez è riuscito agevolmente ad involarsi in prima posizione. Paradossalmente Charles si è ritrovato nella posizione ideale per potersi difendere dagli attacchi del giovane olandese: sul dritto il monegasco ha sfruttato la scia offerta dalla Red Bull leader e Max non è mai riuscito ad avvicinarsi troppo. La prima doccia fredda per il box Ferrari arriva al nono giro, quando la vettura di Sainz si ammutolisce per un problema idraulico. La sfortuna dello spagnolo si trasforma però in un assist prezioso per Leclerc che imbocca la corsia box appena la direzione gara congela la corsa con una virtual safety car. I due piloti Red Bull invece perdono l'attimo, o semplicemente optano per una diversa strategia. Al termine del primo giro di soste box dei leaders Charles si ritrova primo, con ampio margine, avendo il monegasco effettuato il cambio gomme mentre gli altri erano costretti ad un'andatura a velocità ridotta. Nonostante un tentennamento dei meccanici nell'esecuzione delle operazioni ai box (Binotto garantisce che i tecnici eseguono moltissime prove, ma gli errori, sotto pressione, non mancano) finalmente Leclerc sembrava poter concretizzare in punti quanto ottenuto al sabato, ed il team di Maranello poter gioire per una strategia corretta, dopo gli errori compiuti nel Principato di Monaco. Una soddisfazione durata solo una manciata di giri. Al 20esimo una fumata bianca è uscita dal posteriore della F1-75 di Leclerc. Una nuvola che oscura pesantemente le ambizioni iridate del monegasco. L'ennesima doccia fredda per la Ferrari, mai così inaffidabile negli ultimi 13 anni circa.
Leclerc, a quota 15 pole position, meriterebbe di meglio
Una furia quando contano concentrazione, velocità ed instinto. Fra i migliori sul passo gara. Raramente Leclerc sbaglia, eppure adesso si ritrova a 34 punti di distacco dal leader del mondiale Verstappen. Avrebbe potuto vincere quasi tutte le gare di questa prima parte di stagione. Ed invece, a fronte di ben 6 (!) pole position, può vantare "solo" due successi di tappa. Sono numeri che avrebbero fatto gioire Binotto e compagni la scorsa stagione, quando con una vettura zoppicante e poco sviluppata Leclerc e Sainz sono riusciti ad issare in terza piazza fra i costruttori il team di Maranello, ma che gettano nello sconforto l'intera Scuderia nel tanto atteso 2022, l'anno "della riscossa". Ancora è presto per gettare la spugna (con una monoposto del genere sarebbe un errore incredibile) ma in Ferrari qualche domanda dovranno pur farsela. Che fine ha fatto la tanto osannata affidabilità, dimostrata sul campo, delle prime gare? Gli sviluppi hanno consentito alla Rossa di rimanere al top in termini di prestazioni, a discapito però della tenuta? Quanto erano evitabili queste battute d'arresto?
Red Bull, non vincono i più rapidi (forse) ma, ai fini della classifica, che importa?
Ride bene chi ride ultimo, mai detto è stato così calzante per Verstappen e Perez! Di poco dietro al compagno in qualifica, Max in gara, beneficiando di qualche pasticcio del box del messicano e di una maggiore costanza nel passo, è riuscito a far meglio del vicino di garage e tanto gli è bastato per portare a casa l'ennesima coppa riservata al primatista di tappa. Fortunati, forse, ma in fondo che colpe hanno gli anglo-austriaci se i fortissimi rivali sgretolano le loro ambizioni sulla distanza? Ed adesso entrambi comandano il mondiale guardando tutti dall'alto. Le uniche preoccupazioni per Horner potrebbero derivare dalle lecite ambizioni di Perez, mai così vicino alle prestazioni del campione del mondo in carica, mentre i team radio sembrano confermare delle gerarchie di squadra che vedono in Verstappen il pilota di punta. Una lotta interna che in Red Bull proveranno a rimandare, in attesa degli sviluppi del campionato. Problemi che, al momento, Binotto vorrebbe avere.
Mercedes inguardabile, ma Russell va ancora a podio!
Alle spalle del duo vincente è arrivato un incredibile George Russell. Vero, guida una Mercedes, ancora non in grado di vincere ma pur sempre una monoposto prodotta dagli ultimi trionfatori seriali. Ma basta guardare le immagini in televisione per renderci conto di quanto sia difficile da domare questo mostro di inefficienza, un progetto stranamente sbagliato da una compagine abituata a vincere dal 2014, ovvero dall'inizio dell'Era turbo-ibrida. Una vettura che sta distruggendo fisicamente (non ancora psicologicamente) Hamilton, in difficoltà a fine gara (quarto al traguardo) a scendere dalla sua auto. Una monoposto che fatica a stare in strada in rettilineo, protagonista di una successione di saltelli così accentuata da non consentire ai piloti che la guidano di comunicare con il loro box sul dritto.
Gasly e Vettel i migliori degli altri. Ferrari, anche i clienti soffrono
Alle spalle del duo Mercedes è arrivato quinto Gasly, che ha portato alla classifica AlphaTauri un ottimo bottino di punti, e sesto l'inossidabile Vettel, autore di una prestazione convincente e arcigna al volante della sua Aston Martin. Sorpassi, staccate a ruote fumanti, dritti nelle vie di fuga, il tedesco ci ha fatto divertire. Dietro al quattro volte iridato è arrivato Alonso, la sua Alpine è parsa imprendibile in rettilineo, ed il duo McLaren, con Ricciardo (bella prova dell'australiano!) davanti a Norris. Nessuna gioia per i colori del Cavallino: neanche una monoposto cliente è riuscita a cogliere punti. Bottas, 11esimo, e Mick Schumacher, 14esimo, sono stati gli unici piloti motorizzati Ferrari a vedere il traguardo.
Ferrari a due facce: errori di strategia penalizzano Leclerc, solo quarto al traguardo dopo una pole position magistrale. Sainz non riesce a passare Perez, che trionfa. Terzo Verstappen. Ferrari, c'è sempre qualcosa che impedisce di gioire.
GP di Spagna: Leclerc domina, dopo una pole position da urlo, ma la sua Ferrari lo tradisce. Vince un fortunato (ed aiutato) Verstappen, davanti a Perez e Russell. Sainz sbaglia e non va oltre un amaro quarto posto.
di Matteo Landi
Un pugno nello stomaco. Leclerc non vuole crederci, la realtà da dolce si fa amara, tutto d'un tratto. Il monegasco è solo davanti a tutti, con ampio margine, quando al 27esimo giro all'improvviso rallenta. Si ripresentano i fantasmi del Bahrain 2019, quando vicino alla sua prima vittoria in carriera, dopo una gara magistrale, si ritrovò costretto alla resa a causa di inaspettati problemi di affidabilità. La Ferrari, quest'anno, sotto questo punto di vista aveva rasentato la perfezione. Red Bull no, ed infatti il team condotto da Mattia Binotto era riuscito a costruire un cospicuo vantaggio in classifica. Che adesso non c'è più. Poteva, doveva, essere la gara della riscossa per Leclerc, dopo i mezzi passi falsi di Imola e Miami. Charles ce l'ha messa tutta. Ha emozionato in qualifica, artigliando una pole position leggendaria. Ha dominato fin quando ha potuto. Fin quando la sua Rossa ha emesso l'ultimo respiro. Ed adesso, a pochi giorni dalla gara di casa, a Monaco, Leclerc si ritrova staccato di sei punti in classifica, passato da un Verstappen fortunato ed aiutato.
Verstappen vince grazie al sacrificio di Perez
Nel giorno in cui Max si rivela meno perfetto del solito, paradossalmente, piazza un destro micidiale alle ambizioni Ferrari. C'ha creduto, come sempre, eppure questa vittoria ha i suoi lati oscuri. Dall'errore che lo ha portato nella sabbia (spinto dal vento, bravo a gestire la vettura nella ghiaia), alle due volte in cui ha avuto bisogno del sacrificio del compagno Perez, costretto a farsi passare per ordine di squadra. Il messicano sognava altro quando pensava a cosa avrebbe vissuto al volante di una vettura al top. La Red Bull l'ha salvato dalla pensione, quando Racing Point gli ha preferito Vettel, adesso però la sta ripagando con interessi. Ad un tasso altissimo. Quando nel 2002 Barrichello si fece da parte in favore di Michael Schumacher successe il finimondo. E l'alterazione della cerimonia del podio fu la ciliegina su una torta montata male. Successivamente la Federazione vietò gli ordini di squadra. Poi riammessi dato che i team li celavano dietro ad indicazioni "criptate". Adesso l'ordine di scuderia pare normale, una qualcosa che fa parte del gioco. E così ormai è. A rimetterci è la dignità di un pilota che in carriera ha comunque vinto due gare, e tenuto sul filo del rasoio con rinnovi annuali (ne ricordate altri?). Va sicuramente peggio ad un operaio metalmeccanico con contratto a tempo determinato, ovvio, ma l'alterazione dei risultati delle gare lasciano sempre l'amaro in bocca. Al sacrificato di turno, oggi Perez, ed agli appassionati che si aspettano gare vere, sincere ed avvincenti. Congratulazioni comunque a Verstappen, in grado di vincere nonostante qualche problema tecnico, come un DRS funzionante a tratti.
Russell, che gara!
Detto di Leclerc, l'altro eroe di giornata è indubbiamente George Russell. Prima dell'inizio del mondiale lo davano sfavorito nel confronto con il pluridecorato Hamilton. Destinato ad essere il Bottas versione 2.0, in attesa di vederlo crescere. L'inglesino invece ha già messo in dubbio le gerarchie all'interno del box anglo-teutonico, riuscendo costantemente a stare davanti ad Hamilton. Il sette volte iridato ha certamente corso bene, risalendo dal fondo dopo uno sfortunato contatto con la Haas di Magnussen al primo giro. Ha tuttavia ben più impressionato la tremenda lotta in pista fra il suo team mate e Verstappen. In seguito al già citato fuoripista l'olandese si è ritrovato dietro alla Mercedes n°63, a lungo ha provato a passarlo, ma Russell ha rintuzzato alla grande ogni tentativo di Mad Max. Solo differenziando la strategia Verstappen è riuscito ad avere la meglio, ma siamo certi che sognerà a lungo il posteriore della W13. È evidente che in Mercedes hanno portato degli sviluppi importanti, e questi hanno permesso ai piloti di lottare con Red Bull e con Sainz. Lo spagnolo ha avuto la meglio su Hamilton solo grazie ad un problema tecnico subìto dalla vettura di Lewis. Se il quinto posto del pilota n°44 ha il sapore della rinascita, il quarto di Carlos è da catalogare fra i suoi peggiori risultati in carriera.
Sainz, urge una riscossa
Sarebbe dovuto essere là davanti, pronto ad approfittare della sfortuna che ha colpito il compagno di squadra. Davanti al suo pubblico, Sainz è stato autore di una prestazione veramente opaca. Una folata di vento lo ha indotto all'errore ma, a differenza di quella di Verstappen, la sua è stata un'uscita rovinosa. Entrato troppo veloce nella ghiaia ha probabilmente danneggiato il fondo della sua vettura, e per lui è piovuto sul bagnato. Qual'è il vero Sainz? Quello che nella scorsa stagione ottiene più punti di Leclerc, o il pilota poco concreto che, finalmente al volante di una vettura da vertice, sbaglia qualcosa ogni weekend di gara? I 26 punti che Ferrari accusa di distacco dalla Red Bull fotografano male una situazione che per la Rossa potrebbe essere ben più florida, se solo lo spagnolo si fosse rivelato più concreto. Il talento ce l'ha, la fiducia in sé stesso anche. Ancora non ha il giusto feeling con la monoposto 2022. Deve trovarlo, velocemente.
Bottas-Alfa Romeo, un binomio che funziona
Avete presente quel pilota lo scorso anno al centro delle critiche in quanto bastonato dal compagno Hamilton? Bollito, buono solo a fare il maggiordomo di Sir Lewis. Ne abbiamo lette di tutti i colori nei suoi confronti. Eccolo là, oggi, capace di issare in zona podio quell'Alfa Romeo che la scorsa stagione pascolava nelle retrovie. Negli ultimi giri non ha potuto far altro che arrendersi alle migliori prestazioni di Ferrari e Mercedes, transitando sesto sotto alla bandiera a scacchi. I suoi giri in top three rimarranno però ben impressi nelle menti dei tifosi alfisti. Quanto è stato bello rivedere il marchio del Biscione lassù, dove merita! Ed in classifica Alfa Romeo rimane ben salda in quinta posizione. Grazie al finlandese. Chapeau Valtteri!
Mick, che peccato!
Ha fatto sognare. Dopo una partenza lampo era addirittura sesto. Leggere "MSC" nelle prime posizioni è stata emozione pura. Mick Schumacher aveva bisogno come il pane di un risultato in top ten e lungamente è sembrato potesse riuscirci. Dopo una bella qualifica, allo spegnimento dei semafori, ha approfittato, appunto, di un bello scatto da fermo per issarsi in posizioni a lui non abituali. Ben presto ha dovuto arrendersi alla maggiore velocità dell'Alfa Romeo di Bottas. Fra sorpassi subìti ed effettuati è comunque riuscito a rimanere costantemente intorno alla decima posizione, prima della resa definitiva nel finale, quando con gomme usurate nulla ha potuto contro avversari con pneumatici più freschi. Così è andata per lui in archivio un'altra gara in cui non è riuscito a muovere la classifica. Peccato.
Signore e Signori, Monaco!
Adesso tocca a Monaco. Non c'è pausa per i piloti del Circus che nel prossimo fine settimana scenderanno in pista sul cittadino di Montecarlo. La Ferrari ha mostrato a Barcellona di trovarsi particolarmente a suo agio nell'ultimo settore, quello più lento della pista catalana. I presupposti per vedere la Rossa al vertice anche domenica 29 maggio ci sono tutti. Sperando che la Ferrari ritrovi la necessaria affidabilità. Monaco, teatro di gare pazze, come quella del 1996 vinta dall'outsider Panis, e di molte gare soporifere. La qualifica sarà determinante, superare sarà difficilissimo. Le strategie e gli errori possono sempre stravolgere una gara che si svolge fra guard rail e tombini. Il mondiale 2022 si sta rivelando tutt'altro che monocorde e scontato. Ed anche a Monaco, probabilmente, ne vedremo delle belle (o delle brutte, dipende dai punti di vista).
Verstappen e Leclerc danno spettacolo. Quello vero. Vince l'olandese, che si aggiudica il primo GP di Miami. Sainz completa il podio dopo una bella lotta con Perez.
Disastro Rosso. Leclerc solo sesto, trionfa Verstappen davanti a Perez. Il pubblico, nonostante il freddo, la pioggia ed il fango, è tornato a regalare le emozioni più grandi