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Parma, 6 dicembre 2013 -

La Provincia ha risposto all’Unione Agricoltori di Parma, che nei giorni scorsi ha scritto all’ente per segnalare la presenza di “troppi ungulati che ogni giorno causano danni all’agricoltura” in particolar modo nei territori della Valtaro e della Valceno e, nello specifico, nelle zone di Albareto, Bedonia, Borgotaro, Compiano, Tornolo, Bardi e Varsi, ricadenti negli Atc Pr 9 e Pr 6. “Gli ungulati –aveva scritto Confagricoltura - quotidianamente invadono le coltivazioni a foraggiere e cereali, inquinando i foraggi destinati all’alimentazione dei bovini da latte con la loro opera di stravolgimento del cotico erboso e con i loro escrementi. Rappresentano inoltre una possibile fonte di infezioni agli allevamenti dei bovini destinati alla produzione tipica del parmigiano. Siamo pertanto a richiedere con urgenza seri interventi di abbattimento degli ungulati in quanto gli interventi finora effettuati sono risultati spesso inefficaci”.

Pubblicato in Cronaca Emilia
Domenica, 01 Dicembre 2013 08:21

Varsavia, chiusa con un flop la conferenza sul clima



Colpevole mancanza di responsabilità da parte dei Governi che continuano a sottovalutare la gravità della crisi climatica

Legambiente,  novembre 2013 - -

A Varsavia si è imposta ancora una volta la pericolosa politica del rinvio. Rimandata alla primavera del 2015 la prima formulazione degli impegni di riduzione delle emissioni in preparazione della Conferenza di Parigi del dicembre 2015 dove si dovrà sottoscrivere il nuovo accordo globale sul clima.

Ci stiamo avventurando verso un surriscaldamento del pianeta di oltre 4°C con scenari apocalittici. Serve un'inversione di rotta. E' il grido di allarme lanciato nelle scorse settimane dal nuovo rapporto dell'IPCC. Gli scienziati del panel intergovernativo dell'Onu sui cambiamenti climatici avvertono che non è più possibile continuare su questa strada. E' il tempo di agire. Il livello di ambizione comunitario degli obiettivi climatici ed energetici deve essere coerente con la traiettoria di riduzione delle emissioni di gas-serra di almeno il 95% al 2050, in grado di contribuire a contenere il riscaldamento del pianeta almeno al di sotto della soglia critica dei 2°C. "Pertanto l'Unione europea entro il 2030 deve impegnarsi almeno al 55% di riduzione delle emissioni interne come contributo ad un accordo globale ambizioso e giusto, ispirato al pieno rispetto dei principi di equità e delle comuni ma differenziate responsabilità e capacità tra paesi industrializzati emergenti e in via di sviluppo. Nello stesso tempo per una reale transizione verso un sistema energetico a zero emissioni di carbonio, l'Europa entro il 2030 deve impegnarsi a raggiungere il 45% di energia rinnovabile e tagliare il consumo di energia del 40%.

Presentata nel corso della Conferenza la classifica di Germanwatch, il rapporto annuale sulla performance climatica. Nessun paese sino ad ora ha messo in campo politiche in grado di contribuire seriamente a vincere la sfida climatica. Le emissioni hanno raggiunto un nuovo picco a livello globale. Tuttavia il rapporto evidenzia un segnale di speranza. Per la prima volta si registra un rallentamento della crescita delle emissioni. Leggi tutto

(fonte Legambiente)



Ridotti i contributi alle aziende che ricevono più di 150.000€ per favorire quelle di minori dimensioni. Esclusi i Club Sportivi e gli aeroporti.

Parma, 20 Novembre 2013 -

Approvato dal Parlamento europeo l'accordo raggiunto con il Consiglio sulla riforma della politica agricola europea. La nuova politica agricola comune (PAC) licenziata dal Parlamento il 20 novembre, mira a preservare la tutela ambientale, garantire una più equa distribuzione dei fondi UE. Alcune norme dovrebbero consentire di meglio affrontare i mercati.

Equa distribuzione dei fondi UE
Per garantire che i pagamenti diretti siano destinati agli agricoltori in attività, sono stati esclusi dai finanziamenti automatici UE i Club Sportivi e gli Aeroporti a meno che l'agricoltura non contribuisca al reddito.
Il Parlamento ha reso obbligatorio un sistema per fornire ai giovani agricoltori un ulteriore 25% in più nei pagamenti aggiuntivi per i primi 25-90 ettari.

I piccoli agricoltori potrebbero inoltre ricevere maggiori provviste, mentre le aziende agricole di maggiori dimensioni e che ricevono più di 150.000 euro, vedranno i loro contributi che superano tale soglia ridotti di almeno il 5%.

Politica agricola più ecologica e senza doppio finanziamento
In base alla nuova politica agricola comune, il 30% dei bilanci degli Stati membri destinati ai pagamenti diretti possono essere spesi solo se le misure ecologiche ora obbligatorie, come la diversificazione delle colture, il mantenimento di prati permanenti e la creazione di aree ecologicamente orientate, sono rispettate.
Il "doppio finanziamento", ovvero pagare due volte gli agricoltori per aver applicato le stesse misure per l'ambiente, non sarà consentito. Inoltre, chi non rispetta le misure ecologiche obbligatorie incorrerà in ulteriori sanzioni e perderà i nuovi sussidi "ambientali", che saranno reintrodotti gradualmente nei primi quattro anni della nuova PAC.

Agricoltori più forti e gestione della crisi
Il Parlamento garantisce ulteriori strumenti per aiutare gli agricoltori ad affrontare la volatilità dei mercati e a rafforzare la loro posizione contrattuale.

(Fonte AIOL)

UE parlamento01

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Mercoledì, 20 Novembre 2013 16:15

Cippato, un concime prezioso per la terra

Come coltivare bio risparmiando acqua, petrolio e posti di lavoro di Gianluigi Salvador -
 
Parma, 20 novembre 2013 -
 
Il sottotitolo del libro "L'orto senz'acqua", coltivare bio con il cippato per risparmiare acqua, petrolio e lavoro, è un'ottima indicazione per dare una svolta efficace ai metodi di coltivazione senza protesi chimiche, rispettando la sostenibilità dei cicli chiusi e ottenere anche dei risultati economici.
L'autore è Jacky Dupety, l'editore Terranuova.
Era noto l'utilizzo del cippato come ammendante compostato in casa, o nei centri di compostaggio come complemento ai rifiuti organici urbani.
Forse non è noto che soprattutto in Francia, (ma anche in Canada, Belgio, Italia) esiste una rete organizzata di agricoltori che utilizzano il metodo di coltivazione a BRF (Bois de Raméaux Fragmentés) ovvero a cippato di ramaglie fresche, metodo oramai sperimentato di autofertilizzazione del terreno, efficace soprattutto dove c'è poca piovosità.
Un approccio innovativo che prende in considerazione la pedogenesi dei terreni e la vitalità del suolo. Un recupero della desertificazione dei suoli che, nelle nostre pianure, è accentuata dal disboscamento, dalla distruzione di siepi, dall'irresponsabile incentivazione alla costruzione di centrali a biomassa di cippato che, su migliaia di ettari di terreno, utilizzano protesi chimiche e lasciano dopo qualche decina d'anni i terreni completamente desertificati.
Qualche centimetro di cippato BRF sul suolo agricolo o sul terreno orticolo ogni tre-quattro anni, e sotto gli alberi, anche 10-12 centimetri di spessore. Ed i risultati si vedono.
Quanti sono disposti a fare il passo della novità, quanti sarebbero oggi pronti a rinnegare il sacrosanto compost?
Il cippato non mette solo in discussione le tecniche consuete, ma sconvolge la nostra filosofia dell'agricoltura, costringendo a pensare gli attuali rapporti "perversi" che intratteniamo con la madre terra.
Proprio mentre l'agricoltura attraversa una delle sue crisi più gravi, questo nuovo approccio agronomico mette in luce una speranza, fino a poco tempo fa impensabile: l'agricoltura è in grado di produrre più energia di quella che consuma piantando siepi e boschi a supporto e complemento della produzione di cibo.
L'agricoltura del resto è l'unico settore produttivo che è in grado di creare il moto perpetuo attraverso le eccedenze agricole, grazie all'energia solare, è in grado di gestire il suo fabbisogno idrico, di essere rispettosa dell'ambiente, e produrre cibi di qualità e sani se utilizza processi di produzione sani.
L'antropocene, l'epoca delle energie fossili a basso prezzo sta per finire, ma ci ha dato la grande occasione per capire che esistono processi naturali efficaci e sostenibili che noi possiamo utilizzare e sfruttare entro i cicli chiusi.
Uno di questi è l'approccio dell'utilizzo del BRF.
Tutte le civiltà del passato del resto sono state sostenute da tre sole potenti fonti energetiche veramente rinnovabili: papà sole, mamme piante (legno e carbone di legna) e sorella energia muscolare (animale e umana), quest'ultima sempre dimenticata nell'elencazione delle energie rinnovabili. Esse infatti sono tre vere fonti rinnovabili ed in alternativa alle consuete rinnovabili tecnocratiche (eolico, fotovoltaico, geotermico, etc) tutte dipendenti dal petrolio per la costruzione degli impianti.
 
(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)


A preoccupare la Coldiretti è la fragilità idrogeologica di un territorio dove sono a rischio di frane ed alluvioni circa 280 comuni

ROMA, 22 ottobre 2013 - Ammonta a milioni di euro il primo bilancio provvisorio dei danni provocati dell'ondata di maltempo che ha colpito duramente Liguria e Toscana con frane e allagamenti. E' quanto emerge da un primo monitoraggio della Coldiretti sul territorio dove la situazione sta tornando alla normalità e si contano le perdite. Stalle e terreni allagati, smottamenti e frane che hanno interrotto l'accesso ai terreni agricoli con le bombe di acqua che si sono abbattute a macchia di leopardo, dai vivai del Pistoiese alle olive del Senese ma anche ortaggi mentre a Lucca - precisa la Coldiretti - sono finiti sott'acqua anche gli allevamenti così come nel Pisano dove ad essere allagati sono stati 200 ettari a cereali e alcuni fienili. A preoccupare la Coldiretti è la fragilità idrogeologica di un territorio dove sono a rischio di frane ed alluvioni circa 280 comuni che rappresentano il 98 per cento del totale della Toscana. Sui 10 capoluoghi presenti, ben sette (Firenze, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Prato e Pistoia) – conclude la Coldiretti - presentano addirittura il 100 per 100 dei comuni a rischio.

(codiretti)
Pubblicato in Ambiente Emilia
Domenica, 13 Ottobre 2013 08:52

Inquinamento da fitofarmaci, le proposte di UNIMA.



Presentate a Roma le linee guida per la prevenzione dell'inquinamento dei corsi d'acqua dovuto a deriva e ruscellamento – Le proposte del Presidente di Unima, Silvano Ramadori, per la formazione degli operatori professionali.

Roma,  Ottobre 2013 -

Nel "Parlamentino" del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, nella mattinata del 3 ottobre è stato presentato al pubblico il Progetto Topps-Prowadis, contro la contaminazione delle acque da agrofarmaci; il progetto, cofinanziato dall'Unione Europea, è partito nel 2005 ed ha visto la partecipazione di 15 Paesi, con ben 12 partners scientifici, suddivisi in 4 gruppi di lavoro.

Quello relativo al Sud Europa è stato coordinato dall'Università di Torino, nelle persone dei professori Paolo Balsari e Aldo Ferrero, che hanno illustrato al qualificato pubblico presente i risultati del lungo lavoro, conclusosi con l'elaborazione delle linee guida che completeranno in chiave operativa il quadro normativo delineato dalla direttiva comunitaria sull'uso sostenibile degli agrofarmaci.

Durante lo svolgersi della ricerca è stato costituito un tavolo tecnico, aperto alle Organizzazioni dei soggetti coinvolti: dai produttori di fitofarmaci e di macchine agricole, fino agli utilizzatori finali, agricoltori e imprese agromeccaniche; in tale ambito operativo, Unima ha portato fin dall'inizio il proprio contributo di idee e di proposte per le diverse fasi del progetto.

Queste hanno riguardato la riduzione dell'inquinamento localizzato, che si verifica in fase di manipolazione e miscelazione, conclusasi nel 2008; la valutazione ambientale dell'irroratrice, terminata nel 2011; la mitigazione dell'inquinamento diffuso, determinato dalla deriva e dal ruscellamento superficiale, le cui conclusioni sono state oggetto della presentazione di oggi.

Nel dibattito che ne è seguito, il Presidente di Unima, Silvano Ramadori, ringraziando i relatori per il taglio pratico impartito alle linee guida, ha detto di condividere lo spirito e gli obiettivi del progetto, nella consapevolezza che le imprese agromeccaniche sono portatrici di una innovazione che si rivolge ad un'agricoltura che, pur essendo sostenibile, deve rimanere competitiva sul mercato globale.

Sarebbe auspicabile, ha proposto Ramadori, giungere ad una classificazione delle macchine in relazione alla propria capacità di rispettare i parametri ambientali, in grado di orientare l'utilizzatore nell'acquisto della macchina o in sede di valutazione del contoterzista.

Il Presidente, rendendosi conto della necessità di trasferire i concetti ispiratori del progetto alla base associativa, ha proposto la realizzazione di corsi a livello regionale per la formazione dei tecnici formatori per il trasferimento delle idee per l'applicazione dei contenuti a livello pratico.

Riguardo al finanziamento di queste iniziative, Ramadori ha suggerito di ricorrere ai fondi derivanti dal prelievo operato sul prezzo dei prodotti fitosanitari, auspicando che la riforma del Fondo europeo per lo sviluppo rurale preveda un sistema di formazione regionale aperto a tutti i soggetti protagonisti nel sistema agroalimentare, dove il ruolo più importante nella tutela del territorio, almeno sulle grandi colture, è oggi appannaggio delle imprese agromeccaniche.

U.N.I.M.A.
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