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L’assessore ai Servizi Educativi, Ines Seletti, ha preso parte ad un laboratorio del progetto “L’inglese nei servizi per l’infanzia”, rivolto ai bambini dai 4 mesi ai 6 anni, condotto da una insegnante madrelingua, nella Scuola d’Infanzia Soleluna. Il progetto, in continuità con il percorso intrapreso nelle scuole dell’infanzia da una quindicina di anni, coinvolge 2.200 bambini tra nidi d'infanzia, scuole dell'infanzia e servizi sperimentali. Si tratta di un progetto condiviso che ha registrato la soddisfazione dei genitori per un'offerta formativa sempre più al passo con i tempi.

“Prosegue il progetto di valorizzazione della lingua inglese nelle scuole dell'infanzia, nei nidi d'infanzia e nei servizi sperimentali – ha sottolineato l'Assessore alla Scuola, Ines Seletti – il valore aggiunto al progetto è quello di sostenere i bambini attraverso il lavoro di gruppo e individuale con insegnanti madrelingua inglesi offrendo opportunità di apprendimento ludiche e laboratoriali”.

Il progetto è stato esteso ai servizi sperimentali 0/6 e ai nidi d’infanzia, abbassando di molto la fascia anagrafica e di fatto ampliando l’offerta formativa ad un target infantile più vasto. Elemento, quest’ultimo, che si configura come profondamente innovativo. 

Il progetto si inserisce con naturalezza nella progettazione generale dei servizi: l’insegnate o l’educatore di sezione sono affiancati da una Insegnante madrelingua nei laboratori, che si svolgono la mattina, caratterizzati da esperienze ludiche e di scoperta: un modo efficace e formativo per avvicinare i bambini alla conoscenza ed all'apprendimento di una nuova lingua. La presenza di insegnanti madrelingua favorisce la realizzazione di un contesto linguistico immersivo e globale di tutte le esperienze che il bambino vive all’interno dei servizi, garanzia di un processo di apprendimento alla lingua efficace e naturale. Viene, così, favorito l'apprendimento della lingua inglese sollecitando la curiosità dei bambini e sostenendo la loro voglia di conoscere e di comunicare privilegiando il gioco e la relazione tra bambini, insegnanti ed educatori in condivisione con l’insegnate madrelingua per favorire l'apprendimento, attraverso i meccanismi di identificazione e proiezione, in grado di stimolare la creatività e l’immaginario dei bambini e delle bambine.

 

Fonte: Comune di Parma

 

A Modena un centinaio di studenti si sono dati appuntamento davanti all'istituto Barozzi con la chiara intenzione di darsele di santa ragione. L'agente che stava regolando il traffico ha chiamato subito i rinforzi, scongiurando il peggio.

di Manuela Fiorini Modena 9 maggio 2018- Quel raduno insolito di studenti che sembravano essersi dati appuntamento davanti all'Istituto Barozzi di Modena allo squillo dell'ultima campanella aveva qualcosa di anomalo. Quando poi il numero ha raggiunto il centinaio e si sono formate due fazioni, con il chiaro intento di fronteggiarsi a suon di botte, l'agente della Polizia Municipale che era in servizio per regolare il traffico ha capito che di lì a poco sarebbe scoppiata una maxi rissa e ha chiamato i rinforzi.

Dal comando di via Galilei sono quindi arrivate sul posto alcune pattuglie, che hanno ricevuto anche il supporto dei Carabinieri. Alla vista delle Forze dell'Ordine pronte a intervenire, gli studenti hanno preferito mettere da parte le ostilità. Le due fazioni hanno cominciato a sciamare verso il Parco Novi Sad, per poi disperdersi.

Non si conoscono le cause che hanno portato i ragazzi a fronteggiarsi, ma a fare scattare l'intuito dell'agente della Municipale c'è stato forse un precedente, che risale allo scorso mese di ottobre. Allora, davanti all'area di fronte all'istituto Barozzi, davanti ai frequentatori del mercato del lunedì, qualche decina di studenti era stata coinvolta in una maxi rissa, un regolamento di conti che aveva a che fare con il cyberbullismo.

Pare, infatti, che alcuni ragazzi avessero creato sui social network un gruppo nel quale venivano messi alla berlina, con tanto di foto e commenti acidi, i loro coetanei e compagni che non potendosi permettere abiti "griffati", cercavano comunque di seguire la moda con vestiti e accessori non firmati o imitazioni dei brand più in voga.

Pubblicato in Cronaca Modena
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