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Sabato, 26 Settembre 2015 10:10

Il teatro come formazione e terapia

Recitare per crescere, imparare a conoscere se stessi, prevenire il bullismo e la violenza di genere, ma anche per superare il disagio e acquisire fiducia in se stessi. Ne parliamo con Roberta Spaventa, psicologa clinica, drammaturga e regista della compagnia Peso Specifico Teatro di Modena. -

Modena, 26 settembre 2015 - di Manuela Fiorini – foto Peso Specifico Teatro, Dante Farricella, Valeria Pi. -

Può il teatro aiutare a superare ansie, disagi e paure? Si possono "toccare con mano" e sperimentare esperienze, anche forti, come la violenza sulle donne, il bullismo o la discriminazione di genere, attraverso il filtro rassicurante della recitazione? E, ancora, può il teatro aiutarci a crescere, contribuendo alla nostra formazione personale, rinsaldare l'autostima e la sicurezza di sé?

Ne abbiamo parlato con Roberta Spaventa, psicologa clinica, drammaturga e regista della compagnia Peso Specifico Teatro di Modena, che, dal 2009, porta avanti un lavoro di ricerca prevalentemente basato sulla messa in scena di drammaturgie originali. Gli elementi chiave del lavoro sono la formulazione di una scrittura scenica sempre nuova, l'utilizzo di segni metaforici o archetipici per riferirsi indirettamente alla contemporaneità, il dialogo tra diversi linguaggi, il confronto con elementi provenienti da altre forme artistiche, intesi come fonte di ispirazione e possibilità di indagine tecnica. Tra le attività della compagnia, ci sono anche i laboratori teatrali dedicati ai ragazzi e incontri di Teatro Terapia.

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In che modo la recitazione, il teatro, possono contribuire alla formazione o a superare per esempio, ansie, paure, e altri disagi?

"Gli interventi psicopedagogici a mediazione teatrale sono molto utili con bambini e ragazzi per affrontare tematiche quali il bullismo, la differenza di genere o le dinamiche di gruppo. Inoltre, il laboratorio teatrale può essere un'occasione importante per esplorare il proprio Sè e il rapporto con il gruppo, inteso come fonte di supporto e confronto costante. Il processo creativo è l'elemento fondamentale e costituente del laboratorio, mentre la messa in scena finale, quando è prevista, non è che il corollario del percorso stesso. La scelta di affrontare un tema d'indagine dal quale partire per scrivere i propri testi o proporre le improvvisazioni, diviene essenziale per affrontare il proprio mondo interno nel rapporto con la realtà sociale. Attraverso la drammatizzazione, non solo vengono esternati vissuti e disagi interni, ma si ha la grande opportunità di vedere punti di vista differenti e modalità nuove di interpretazione e reazione. La creatività, così stimolata, diviene l'elemento essenziale per trascendere la vita quotidiana, nella quale l'azione è spesso ripetitiva e automatica. L'Eros, come forza vitale, erompe nella propria vita per fornire soluzioni e ipotesi nuove e contribuire allo sviluppo dell'essere umano, qualunque età anagrafica egli abbia".

Come si svolge la teatro terapia? A chi e per quali disagi è indicata?

"La teatro terapia è un metodo che affianca tecniche psicologiche con elementi teatrali, attraverso un lavoro pre-espressivo, sul personaggio e sull'azione scenica. Si portano "in scena" i propri vissuti per rielaborarli mediante un percorso volto all'armonizzazione di corpo, voce e psiche. Questa metodologia può essere affrontata attraverso sedute individuali o di gruppo ed è uno strumento molto adatto per coloro che desiderano approfondire la conoscenza di parti di Sé e rafforzare il proprio Io, agendo su stress, angosce e blocchi emotivi. Viene integrato spesso a percorsi di psicoterapia ma senza sostituirsi ad essi".

Tu sei psicologa clinica e drammaturga/regista, come si conciliano queste tue "anime"?

"Devo dire che il tempo mi ha permesso di comprendere in profondità i punti di convergenza di queste due aree. Il Teatro si offre come strumento prezioso sia nell'ambito della prevenzione che in quello della terapia, utilizzando la scrittura e la messa in scena come occasione di crescita ed esplorazione delle diverse parti di Sé, in relazione con l'Altro e il proprio contesto sociale. Per questo motivo, oltre a produrre e distribuire gli spettacoli della mia compagnia, lavoro nella formazione, in progetti psicopedagogici a mediazione artistica e nell'ambito della teatro terapia".

Uno dei temi più "sentiti"è quello della violenza, contro le donne, ma anche contro chi è più debole, o diverso, senza contare forme meno eclatanti, come quella psicologica o verbale. A riguardo, ti sei occupata della sceneggiatura originale di Barbablù. Qual è il tema e come l'archetipo della favola si inserisce nella modernità?

"Barbablu è uno spettacolo che attraversa le dinamiche della violenza trasversalmente per aprire a quella parte del Sé a contatto con la ferita e permettere una riflessione prima di tutto emotiva, ma anche cognitiva, delle dinamiche di dipendenza e violenza. Nel finale ho rappresentato un ipotetico tribunale dove il popolo gioca a turno il ruolo di accusato e accusatore, in un eterno ciclo che pare esistenziale. In realtà ho voluto parlare del dolore, dello svilimento e della sfiducia che spesso l'essere umano vive su di sé in prima persona, senza avere strumenti per compensare e trasformare questa mancanza. Così il circolo della violenza si instaura nel rapporto con se stessi e con gli altri, creando dinamiche di difficile scioglimento. Importante è stata per me l'interpretazione di Clarissa Pinkola Estés in "Donne che corrono coi lupi", dove si parla di Barbablu prima di tutto come persecutore interno. Lo spettacolo fa parte di un progetto molto più ampio, composto da diverse azioni volte ad approfondire l'indagine sulle dinamiche della violenza. Abbiamo attivato già da quattro anni un percorso di Educazione alle emozioni a mediazione teatrale per le scuole primarie, sostenuto dall'Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Modena. Prossimamente condurrò un Percorso terapeutico-formativo con donne che hanno subito violenza".

Gli spettacoli della compagnia sono stati rappresentati e accolti con favore in Francia. Pensi che all'estero ci sia più apertura e favore verso forme di teatro e sceneggiature originali rispetto all'Italia?

"Abbiamo avuto la fortuna di partecipare due volte al Festival "Avignon off", una vetrina internazionale importante. Con "Barbablu" credo di aver toccato un archetipo universale che riguarda la ferita e il bisogno d'amore. Il modo in cui abbiamo utilizzato il linguaggio del corpo, l'uso della voce fatta di versi e suoni che pescano nell'infanzia, sono elementi che hanno permesso un riscontro emotivo molto diretto da parte degli spettatori e questo si è tradotto in un successo di pubblico e critica. Avignone ci ha dato la possibilità di verificare il lavoro davanti a persone provenienti da paesi e culture molto diversi tra loro, aiutandoci a comprenderne l'efficacia. Inoltre, il festival può essere una grande occasione di visibilità, se si riesce a suscitare interesse negli operatori che programmano in tutto il mondo. In Italia il sistema è chiuso e involuto su se stesso, spesso i direttori artistici non rispondono neppure agli inviti. Non è facile far vedere il proprio lavoro se non si ha una grossa produzione o dei canali preferenziali".

Progetti per il futuro?

Dopo aver gestito per quattro anni il TeTe - Teatro Tempio di Modena, siamo in attesa di trovare una nuova sede dove continuare il nostro lavoro di produzione e formazione. Per quanto riguarda i nostri spettacoli, siamo impegnati nella distribuzione di "Barbablu" e di "Alice a quel Paese", il nostro lavoro per bambini. In cantiere c'è poi il proseguimento de "Il meritato riposo" presentato l'anno scorso, durante la nostra rassegna "Margini, sotto forma di studio". Si tratta di un mio testo, finalista al premio di drammaturgia "Avamposti d'autore", dedicato alla figura della matematica e filosofa Ipazia. Ci sarà prossimamente anche una nuova produzione per la regia di Santo Marino sul tema del naufragio. Naturalmente, proseguiamo le collaborazioni con scuole, enti pubblici e altre realtà sociali".

INFO
Peso Specifico Teatro
www.pesospecificoteatro.org 
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Pubblicato in Cultura Modena

La qualita' di vita dei pazienti nuova frontiera nella lotta ai tumori. "Sopravvivere al cancro": Sabato 19 settembre un convegno al Policlinico, organizzato da LILT Modena in collaborazione col Policlinico per dare voce non solo ai medici e ai volontari, ma soprattutto a chi dal cancro è guarito e può essere un esempio per chi sta lottando contro la malattia. -

Modena, 18 settembre 2015 -

Sopravvivere al cancro. Questo il tema del convegno che la Lega Italiana per la Lotta ai Tumori (LILT) di Modena organizza sabato 19 settembre 2015 presso il Centro Servizi del Policlinico (dalle ore 9,00, Aula CS 0.2) col patrocinio dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria. È il sottotitolo, però, "La parola a pazienti, medici e volontari" a dare la cifra dell'iniziativa che vuole aprire una finestra di discussione sulla qualità di vita dei pazienti in un contesto dove da molte forme di tumore si guarisce ma in cui spesso le cure hanno effetti molto invasivi sulla vita e la socialità del paziente. Per questo motivo il convegno vuole dare voce non solo ai medici e ai volontari ma soprattutto a chi dal cancro è guarito e può essere un esempio per chi sta lottando contro la malattia.

Il convegno, moderato dalla giornalista Ivana d'Imporzano e da Nicolino D'Autilia, presidente dell'Ordine dei Medici di Modena sarà l'occasione per rilanciare la raccolta finanziamenti per il progetto Casa di Luce e Sorriso "Giovanni Paolo II" che LILT ha già in parte già edificato a Casola di Montefiorino per offrire ai pazienti un luogo dove riprendersi dai periodi di cura.

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"Il rischio di avere diagnosi di tumore durante la vita - spiega il dottor Gabriele Luppi, Oncologo del Policlinico co-organizzatore dell'evento - è di 1 su 2 per gli uomini e 1 su 3 per le donne; a fronte di un'incidenza in aumento, la mortalità per tumori è complessivamente in riduzione e la sopravvivenza a 5 anni è del 53% negli uomini e nel 63% nelle donne. Considerando i dati di prevalenza del 2010, in Italia sono 2.250.000 le persone viventi con una precedente diagnosi di tumore. Grazie ai successi di queste cure, i pazienti guariti da tumore o lungo-sopravviventi con malattia "cronicizzata" sono in costante aumento negli ultimi anni grazie ai risultati di diagnosi più precoci e migliore efficacia dei trattamenti chirurgici, radioterapici e medici".

E' noto come la diagnosi di tumore abbia spesso un impatto devastante nelle persone colpite anche indipendentemente dalla prognosi e dall'esito delle cure. I trattamenti oncologici curativi, dalla chirurgia, alla radioterapia, alla chemioterapia e alle nuove terapie a bersaglio molecolare o immunologiche hanno frequentemente esiti fisici molto rilevanti sulla vita delle persone. Ma altrettanto importanti sono le conseguenze sul vissuto della persona con le inevitabili reazioni di ansia e depressione, frustrazione per perdita di lavoro e sensazioni di smarrimento per le frequenti ricadute negative sul ruolo all'interno della famiglia e della società.

"I miglioramenti negli ultimi anni nella diagnosi e della cura dei tumori - aggiunge Claudio Dugoni Presidente di LILT Modena - non sono stati accompagnati da altrettanta attenzione alla qualità di vita dei pazienti guariti. Lo stesso follow-up oncologico è tradizionalmente mirato alla diagnosi precoce delle recidive neoplastiche o alla semplice rilevazione degli esiti o tossicità dei trattamenti. A questa domanda assistenziale tentiamo di rispondere con questo convegno e soprattutto con il completamento della Casa Luce e Sorriso presso Casola di Montefiorino, dove i pazienti potranno trovare un luogo di riabilitazione e di socialità."

Diversi e di grande interesse i temi del convegno. Dopo il saluto delle autorità, il Gabriele Luppi, assieme ai colleghi Angelo Ghidini (Otorinolaringoiatria del Policlinico), Giovanni Tazzioli (Chirurgia senologica del Policlinico) e Marinella Nasi (Medico di Medicina generale) tratterà il tema: Benefici, tossicità e danni delle cure. Dalle 10,30 alle 11,30 ci sarà spazio alle esperienze dei pazienti e alle 11,30 l'Architetto Ivan Galavotti presenterà il progetto della Casa Luce e Sorriso.

La Casa Luce e Sorriso

Nel 2002 un benefattore ha lasciato in eredità alla LILT di Modena un fabbricato con annesso terreno a Casola di Montefiorino, vicino al luogo dove erano ubicati una scuola del comune di Montefiorino e un grosso fabbricato (Casa di San Martino) della Diocesi di Modena, non più utilizzati per le finalità istituzionali d'origine, che, dopo lunghe procedure ammnistrative, sono stati entrambi ceduti alla LILT per l'attuazione del progetto di riabilitazione oncologica. La struttura non vuole essere un ospedale, un hospice o una residenza sanitaria di lungodegenza, ma ha lo scopo di aiutare i malati di tumore a riprendere, dopo diagnosi, interventi e cure pesantissime, una vita il più vicino possibile alla normalità e a recuperare serenità e fiducia nel futuro. E inoltre perché il progetto ha preso corpo nel 2005, anno della morte di Giovanni Paolo II, di cui era nota la particolare attenzione e sensibilità per i malati, e anche per un atto di deferenza e cortesia verso la Parrocchia e la Diocesi che hanno donato alla LILT la casa di San Martino. È stato portato a termine il fabbricato dotato di 3 appartamenti e un secondo fabbricato con 4 appartamenti (bilocali) con i necessari adeguamenti secondo le norme anti-sismiche. Tutti gli appartamenti sono quindi stati arredati. Dal 2008 gli appartamenti vengono utilizzati per periodi di vacanza estiva da ex malati associati alla LILT di Modena e all'Ass. Modenese La Nostra Voce. Partendo da questo nucleo originario, LILT vuole costruire 30 alloggi per i pazienti e i loro familiari, con piscina coperta e spazi polifunzionali dedicati a palestra, fisioterapia, sala riunioni, ambulatori e servizi. Casa Luce e Sorriso può diventare centro di riferimento nazionale per la riabilitazione dei pazienti laringectomizzati (per le competenze già presenti nella nostra provincia dell'Associazione La Nostra Voce) e centro di riferimento regionale per terapie riabilitative

(Fonte: ufficio stampa Usl MO)

Pubblicato in Dove andiamo? Modena
Sabato, 12 Settembre 2015 09:15

Le terme della birra sono a Praga

Le terapie a base di birra offerte dalla Spa e i loro sorprendenti effetti benefici. Un'idea regalo per una coppia o da proporre a un gruppo di amici affiatati e...fuori dagli schemi! -

Parma, 12 settembre 2015 - di Cigno Nero -

Non vi ispirerebbe un week-end salutare e godereccio nella magica Praga? Non siete convinti di quel 'salutare'? E se significasse chiudersi in una spa dove vi 'trattano' da capo a piedi a pinte di birra ceca, l'idea vi attirerebbe di più?
Perché sono nate le Spa Beerland: il primo centro benessere che ha come ingrediente principale la bevanda fresca e corroborante più antica e bevuta in giro per il mondo.
Nella capitale della Repubblica Ceca, dove di birra se ne produce a fiumi e di qualità, corpo e mente si curano sfruttando le proprietà benefiche del luppolo, del lievito e del malto.
Le principali terapie previste da queste singolari terme sono innumerevoli e per una idea sui prezzi c'è tutto sul sito ufficiale della struttura Spa Beerland.

Si possono fare cure del piacere di coppia, pacchetti regalo, 'immersione' di gruppo.
Sembra divertente, no? Ma non è solo quello, perché le attività rilassanti del centro promettono riposo ed effetti che non ci saremmo mai aspettati dal luppolo e dal lievito.
I principali trattamenti che si possono sperimentare in questo centro sono un meraviglioso bagno alla birra (durante il quale è compreso il consumo illimitato di birra chiara e scura) e l'esperienza del riposo su un letto di vera paglia di grano al tepore del caminetto scoppiettante mentre ci si concede un delizioso e fragrante pane di birra fatto in casa.

Le vasche in cui vengono allestiti i bagni di birra contengono, generalmente, acqua alla temperatura di 35-40 gradi, in cui vengono disciolti dei lieviti, gli stessi utilizzati nella produzione della birra, così da poter, allo stesso tempo, rilassarsi al calore dell'acqua e lasciarsi coccolare dalle bollicine create dai lieviti. L'elevato contenuto di essenza di luppolo, infatti, contribuisce a liberare i pori della pelle, lasciandola liscia e levigata. Durante il bagno viene stimolato il metabolismo, l'espulsione di sostanze nocive dal corpo, il rilassamento della tensione interna ed esterna, della stanchezza e dello stress, e quindi il riposo perfetto del corpo e della mente.
La spa consiglia, come accompagnamento al trattamento, di spillarsi dei boccali di birra artigianale che sono forniti al cliente in maniera illimitata.

Secondo trattamento è la sauna al luppolo: dopo un bagno di 20 minuti in un tino di quercia, segue la sosta in un'originale struttura a forma di botte. Per concludere il ciclo, poi, è indispensabile il riposo nel letto di paglia di grano per favorire l'assorbimento completo di tutti gli estratti del bagno e della sauna precedenti.

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Le terme, in realtà, hanno proprietà ben note da secoli. Le prime comparvero già in Egitto e nell'antica Cina. Si parla di 2000 anni fa. Venivano utilizzate le sorgenti calde per il trattamento delle malattie, per migliorare l'immunità e per l'igiene personale.
Era già risaputo che il lievito di birra, grazie al suo alto contenuto di vitamina B e di enzimi attivi, ha un effetto benefico sulla rigenerazione della pelle. Grazie a questa combinazione unica fra gli ingredienti naturali e l'azione 'magica' della quercia reale, che è sempre stato un simbolo di longevità e resistenza, durante il bagno viene stimolato il metabolismo, l'espulsione di sostanze nocive dal corpo, il rilassamento della tensione interna ed esterna, della stanchezza e dello stress, e quindi il riposo perfetto del corpo e della mente.
La birra ceca utilizzata nella spa contiene, oltre a una piccola quantità di alcol, sostanze medicinali, vitamine come la tiamina e la riboflavina, l'acido folico, carboidrati e proteine.

Il luppolo di Zatec è una pianta che, durante il bagno, ha un forte effetto energizzante, contribuisce alla rigenerazione complessiva. Viene sfruttato anche come peeling naturale e il suo profumo è piacevole.
Gli effetti dei trattamenti alla birra pare, quindi, siano sorprendentemente molteplici.
La pelle ringiovanisce e si assorbono vitamine, carboidrati e proteine – e questo è lampante – ma si ha anche un effetto lenitivo sul cuoi capelluto e sui muscoli.
Inoltre, la tensione muscolare diminuisce e si riduce lo stress, la circolazione sanguigna migliora e ci si disintossica, espellendo le sostanze nocive dal corpo.
La birra è anche terapeutica per il mal di schiena, per i dolori articolari e coadiuva nel trattamento della psoriasi, dell'acne, della cellulite.
Come raccomanda il centro, attenzione per i soggetti allergici alle proteine della birra, al lievito, al malto o al luppolo: è sempre bene consultare un medico prima di sottoporsi ad un bagno di birra, per evitare di incorrere in spiacevoli reazioni allergiche.

L'efficacia dello screening per la diagnosi precoce del tumore del colon retto in provincia di Reggio Emilia è stata verificato per la prima volta con uno studio di grandi dimensioni basato sull'osservazione di quanto è avvenuto in tutta la popolazione della provincia. -

Reggio Emilia, 1 settembre 2015 -

The American Journal of Gastroenterology - Nature, prestigiosa rivista internazionale di gastroenterologia, ha recentemente pubblicato un articolo scritto da ricercatori delle due aziende sanitarie pubbliche della provincia, sull'efficacia dello screening del colon-retto.
L'articolo è uno dei primissimi lavori a livello internazionale che dimostra che lo screening del colon-retto porta alla diminuzione di nuovi casi di cancro, oltre alla già dimostrata riduzione dei decessi dovuti a questo tumore. Infatti lo screening permette di individuare delle lesioni, gli adenomi, che non sono cancri, ma possono diventarlo con il passare degli anni. Gli adenomi possono essere rimossi facilmente durante l'esame endoscopico.
Fino ad oggi la riduzione dei cancri era stata ipotizzata per lo screening del colon-retto con sangue occulto fecale, ma mai dimostrata nella pratica.

Per la prima volta (ed esclusivamente con dati reggiani) uno studio di grandi dimensioni e basato sull'osservazione di quanto è avvenuto in tutta la popolazione della provincia è stato in grado di mostrare una riduzione dei nuovi casi di cancro con lo screening basato sul test del sangue occulto fecale.
Solo grazie a un programma di screening organizzato nei minimi particolari, dall'invito alla popolazione, all'effettuazione del test del sangue occulto, dalle colonscopie ai trattamenti è stato possibile raggiungere questo risultato: tutta la popolazione dai 50 ai 69 anni è invitata regolarmente ogni 2 anni, l'adesione all'invito è fra le più alte d'Italia (64%), così come quella alla colonscopia (92%).
Tutto ciò ha portato, a soli 8 anni dall'attivazione del programma di screening, a una riduzione della mortalità per cancro del colon retto nella popolazione reggiana di circa il 30% e una riduzione del 10% dei nuovi casi di cancro.

Questi dati dimostrano l'efficacia di un programma di salute pubblica ben organizzato a livello regionale e soprattutto reggiano.

(Fonte: ufficio stampa Usl RE)

"Mentre il sindaco Pizzarotti annunciava l'arrivo in via Cavour delle panchine (simili a quelle sedute "tombali" che hanno già trasformato l'adiacente piazza Cesare Battisti nel principale ritrovo delle "baby-gang" nostrane), il mio appello per liberare Parma dall'incubo dei rifiuti raggiungeva e superava largamente le 1.500 firme in meno di una settimana.

Abbiamo atteso invano, dopo avergli offerto ampia e incondizionata ospitalità sulla pagina dell'appello, che il sindaco ci rispondesse sulla situazione dei rifiuti a Parma.

A questo punto, e a nome di tutti i firmatari di "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!", propongo al sindaco Pizzarotti un pubblico confronto. Da tenersi dove e quando riterrà più opportuno e condotto da un soggetto "terzo" di reciproco gradimento.

Libero ovviamente lui di rifiutare l'invito, o di non risponderci neanche stavolta. Ma liberi anche noi di pensare che il suo ostinato silenzio sia dettato dal più totale disprezzo verso la società civile e da una altrettanto totale mancanza di argomenti seri sul tema che più di ogni altro oggi sta a cuore a tutti i parmigiani. Se poi il sindaco preferirà continuare a occuparsi di panchine, faccia pure. Noi intanto andiamo avanti!".

Pino Agnetti, promotore dell'appello "Parma non è una discarica. Rifiutiamoci!"

Numero firmatari dell'appello: 1.574

(comunicto stampa)

Rinnovato appuntamento domenica 20 settembre per la passeggiata lungo il territorio de la Bismantova, assaporando un intero menù a base di parmigiano reggiano, anche senza glutine

Castelnovo Monti (Reggio Emilia) – Vini e prodotti emiliani, con il Re dei formaggi indiscusso protagonista, ambiente, cultura, sport per tutti e intrattenimenti ludici: ingredienti di qualità di un' evento che si svolgerà nei luoghi de La Bismantova, l'area rurale attorno alla celebre Pietra, rupe simbolo dell'Appennino, il 20 settembre prossimo.

Una manifestazione che viene riproposta, la Magnalonga in ricordo di Azzio Benassi, per la sua settima edizione, arricchita di elementi ulteriori che la renderanno ancora più appetibile per i partecipanti, mantenendo invariato il suo obiettivo: quello di rendere piacevole una giornata di scoperta di luoghi, saperi e sapori di Appennino, per famiglie e bambini.

Si ripropone dunque il percorso sulla strada che si dipana tra i borghi rurali alle pendici della Pietra di Bismantova, su un percorso ad "anello" di 12 chilometri complessivi, tra diverse "tappe" gastronomiche basate sulle specialità di punta del territorio.

Affiancata alla Magnalonga vi sarà la prima edizione di un Trail podistico organizzata dallo Stone Trail Team, sempre nel contesto geografico della Bismantova, che partìrà da Piazza Peretti. La Magnalonga prevede, anche quest'anno, la degustazione di un menù senza glutine con la rinnovata sponsorizzazione di materia prima della Barilla Spa, per consentire a tanti di assaporare l'Appennino emiliano nel piatto, grazie all'aiuto di volontari AIC di Reggio Emilia e i piatti cucinati dalla Chef Maria Teresa Bonati. E il Re dei formaggi verrà valorizzato anche attraverso la tradizionale cottura a legna della forma in modo artigianale, e la degustazione di piatti in modo itinerante, a piedi, tra cui l'erbazzone artigianale cotto nel forno a legna, il gelato al Parmigiano Reggiano, l'aceto balsamico, la pasta al forno con ragù tradizionale, gli sformatini alle verdure con fonduta, salumi di appennino, pecorino di Succiso, la torta tipica di tagliatelle, la piccola pasticceria. Il tutto accompagnato dai vini offertici della Cantina Fantesini, dell'azienda agricola Podere Cipolla, della Cantina Albinea Canali, e della Cantina Rinaldini Moro.

Il percorso si snoderà lungo la sentieristica del territorio de La Bismantova allungandosi, per chi volesse, anche nel centro del paese di Castelnovo Monti dove varie attività ludiche agroalimentari sono già programmate.
Diverse le attività previste durante il percorso: la proiezione di immagini relative alla Transumanza legate all'Appennino tosco-emiliano, l'esposizione di fotografie di Giovanni Chesi, la presenza di corner di prodotti agroalimentari, canti de Il Maggio, laboratori del gusto.

L'evento vede la collaborazione del Comune di Castelnovo Monti e del Parco nazionale. Afferma Chiara Borghi, Assessore al Turismo di Castelnovo ne' Monti: "La Magnalonga rappresenta un evento significativo perché racchiude molte sfumature gastronomiche del territorio unite alle bellezze paesaggistiche, architettoniche e naturalistiche.

Quest'anno poi il percorso partirà e arriverà dal centro di Castelnovo, e questo è un modo per valorizzare a far scoprire il centro storico. Inoltre il trial della Pietra sarà un importante appuntamento con lo sport e la natura, un evento che permetterà a turisti di entrare a contatto con il territorio in modo profondo e intimo attraverso un percorso eccezionale che gira intorno a Bismantova, ai Gessi Triassici, per arrivare fino alla sommità della Rupe. Il weekend della Magnalonga sarà importante anche per il commercio: i negozi di Castelnovo apriranno con promozioni e offerte aspettando la Fiera di San Michele di fine settembre, e nella serata di sabato offriranno uno spettacolo pirotecnico. Per questi eventi sarà possibile soggiornare a prezzi convenzionati".

Aggiunge Sara Manfredini, Assessore allo Sport: "La Magnalonga valorizza in modo importante i sentieri ed i percorsi attorno alla zona di Bismantova, che rappresentano per il territorio castelnovese una sorta di grande "infrastruttura sportiva" all'aperto, che ogni giorno viene utilizzata da molte persone per camminare, correre, andare in bicicletta, fare nordic walking, in una cornice ambientale davvero di eccezione, che dimostra anche di essere estremamente versatile con questa bella manifestazione che coniuga il camminare con le eccellenze agroalimentari del territorio".
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La Magnalonga è un evento organizzato da Gusto sapiens ed in particolare da Monica Benassi, in collaborazione con la Pro-loco Casale di Bismantova, Incia Soc. Cooperativa, Il cuore della Montagna, Pro-Loco del Casale di Bismantova, il Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, AIC - Emilia Romagna Onlus sede di RE; C.A.I. Sezione Castelnovo Monti Bismantova; la consulente Emanuela Zannoni; il Ristorante La Grattugia di Montecchio; StrabbaDolcieria di Felina; l'agenzia Viaggiar Teatrando; l'agenzia Food Valley Travel; Legambiente Appennino Reggiano; Comunità Marta Maria; Associazione Italiana Celiachia sezione di Reggio Emilia; l'Associazione Onlus Casina dei Bimbi.
Sponsor della manifestazione con i loro prodotti o servizi, o con contributo economico, sono il Comune di Castelnovo Monti, Assessorato alla promozione del territorio e assessorato allo sport, il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano, il Podere Cipolla di Denny Bini, la Latteria Casale di Bismantova, la Barilla S.p.A., Il Forno Simonazzi, il consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano, le cantine nominate, la Bismantour, la Fattoria Monte Bebbio, il Salumificio Gianferrari, Il vascello del Monsignore, la Gelateria Magnolia, La Valle dei Cavalieri.
E i patrocinatori : GAL Antico Frignano ed Appennino Reggiano, la Strada dei Vini e dei Sapori dei colli di Scandiano e Canossa, la Coldiretti di Reggio Emilia, WE A-RE –Reggio Emilia per Expo 2015, Interconsul s.r.l, Stone Trail Team.
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La partenza è prevista alle 9,30 dalla latteria del Casale di Bismantova dove inizierà il percorso lungo circa 12 km praticabile anche dai bambini (ma non con passeggino, essendo strade sterrate di montagna). Il costo della partecipazione sarà di 19 euro a persona (escluso il costo della assicurazione di 1,50 euro a persona da pagare in loco) 17 euro i bambini dai 3 ai 10 anni .

Il termine ultimo per iscriversi alla Magnalonga è il 17 settembre tramite pagamento anticipato in contanti presso: Viaggiar Teatrando Srl, Via Che Guevara, 55/D - Reggio Emilia, Tel. 0522 284642; Food Valley Travel di Terre Emiliane Srl Viale Fratti 40/A, Parma, Tel. 0521 798515.
Con bonifico: conto corrente n 000102795145 intestato a associazione culturale enogastronomica "In Gustosapiens.it", Agenzia Unicredit di Castelnovo né Monti (RE) Iban: IT25V0200866280000102795145. Invio contabile entro tale data al numero 0522 611582 o il numero di Cro via mail all'indirizzo di seguito indicato.

La manifestazione avrà luogo anche in caso di maltempo.
Per tutte le informazioni ulteriori necessarie: Monica Benassi - Gusto sapiens 339 3965678, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Giovedì, 27 Agosto 2015 10:28

Zanzara killer, nuovi casi in pianura padana

Si rinnova l'allarme per la zanzara killer. Due vittime gravi in pianura padana. Nell'uno per cento dei casi l'infezione può portare la meningite. I sintomi sono simili a una comune influenza. Le raccomandazioni.

di Virgilio, Parma 26 agosto 2015 -
Sono 2 le persone ricoverate nel reparto di malattie infettive e tropicali dell'ospedale di Sant'Angelo Lodigiano. Ai pazienti, che mostravano uno stato confusionale con febbre alta, è stata diagnosticata la febbre del Nilo occidentale, un virus che si trasmette a causa delle zanzare culex pipiens.
La malattia indicata come west nile disease, che è al centro delle attività di sorveglianza e prevenzione della Regione Emilia Romagna ormai da diversi anni (2009), seppure in modo non grave ha colpito, anche recentemente, un cittadino di Reggio Emilia e uno di Scandiano.

West Nile Disease

La West Nile Disease o Malattia del Nilo Occidentale è un'infezione virale trasmessa dalle zanzare, che trova negli uccelli (corvidi) il serbatoio naturale. Può essere contratta dall'uomo e dal cavallo, se punti da una zanzara portatrice del virus. Con maggiore frequenza i vettori della malattia del Nilo occidentale sono le zanzare del genere culex, (zanzara comune), anche se non è possibile escludere che anche le zanzare tigre, che vivono prevalentemente di giorno e che sono considerate i principali vettori delle forme di malattia Chikungunya e Dengue, possano trasmettere la malattia del Nilo Occidentale.


Le zanzare del genere culex pungono più frequentemente nelle ore crepuscolari e serali, e si sviluppano vicino a terreni ricchi di vegetazione in prossimità di grandi raccolte di acqua.
La maggior parte delle persone infette malattia del Nilo occidentale non mostra alcun sintomo.

Circa nel 20% dei casi si manifesta nella forma conclamata con tosse, eruzioni cutanee, diarrea, linfadenopatia (linfonodi ingrossati) e difficoltà a respirare. Questi sintomi durano solitamente 3-5 giorni e possono variare molto a seconda dell'età della persona.
In pochi casi, negli anziani e nei soggetti più deboli (immunodepressi), possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche quali meningite o encefalite; i sintomi più gravi (malattia neuro invasiva di West Nile) si presentano in media in meno dell'1% delle persone infette (1 persona su 150).

Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un'encefalite letale o esiti permanenti. Come già detto la forma grave della malattia interessa principalmente le persone anziane o con ridotta efficienza del sistema immunitario.
Anche gli animali possono essere colpiti da questo virus, in particolare uccelli selvatici e cavalli. Nel cavallo il decorso della malattia è simile a quello dell'uomo: di solito si notano febbre, difficoltà di movimento degli arti posteriori, fino ad arrivare all'impossibilità ad alzarsi da terra. La zanzara rappresenta l'unico vettore del virus e quindi l'unica possibilità di contrarre l'infezione.

Nel 2009 La Regione ha emanato il Piano di sorveglianza e controllo malattia di West Nile Disease, Chikungunya e Dengue e altri arbovirus in Emilia-Romagna. Nel 2015 Il sistema regionale di sorveglianza ha rilevato il virus in zanzare comuni e uccelli selvatici e conseguentemente sono state attivate tutte le misure previste dal Piano regionale.
Ai Comuni è stato chiesto di continuare gli interventi straordinari contro gli insetti adulti, in caso di manifestazioni all'aperto in ore serali che comportino la presenza di molte persone, e di potenziare l'informazione e la comunicazione sulla necessità di proteggersi dalle punture delle zanzare:

- rimuovere con frequenza ogni raccolta di acqua permanente da sottovasi, bidoni, ciotole per animali, teli e quanto altro. L'acqua va gettata nel terreno, dove le larve moriranno, e non nei tombini, dove invece sopravvivono fino a diventare zanzare adulte
- consigliabile trattare ogni 20 giorni con prodotti antilarvali tombini e caditoie di grondaia.
- all'interno degli edifici il metodo più efficace è l'utilizzo di zanzariere, a maglie strette, applicate a porte-finestre e finestre, ma anche direttamente sul letto; in alternativa, è possibile utilizzare, sempre con le finestre aperte, zampironi o apparecchi elettroemanatori di insetticidi liquidi o a piastrine.
- nei luoghi all'aperto dovrebbero essere indossati indumenti di colore chiaro – quelli scuri o colorati sono più attrattivi per gli insetti - che coprano il più possibile (con maniche lunghe e pantaloni lunghi).
- vanno evitati i profumi, le creme e i dopobarba in quanto attraggono gli insetti.
- Un buon livello di protezione è assicurato dall'uso di repellenti cutanei per uso topico (direttamente sulla pelle). Le sostanze repellenti applicate sulla cute ostacolano, infatti, il raggiungimento della pelle da parte della zanzara, impedendo ai sensori delle zanzare di intercettare i vasi sanguigni.
- questi prodotti vanno applicati sulla cute scoperta, compreso il cuoio capelluto. Occorre ripetere il trattamento dato che i prodotti evaporano rapidamente e vengono eliminati con la sudorazione.
- nell'uso di questi prodotti bisogna seguire scrupolosamente le indicazioni riportate sulla confezione e va adottata grande cautela con i bambini o su pelli sensibili. I repellenti non vanno applicati sulle mucose (labbra, bocca), sugli occhi, sulla cute abrasa; possono essere invece spruzzati sui vestiti per aumentarne l'effetto protettivo.

 


Il "Post vacation blues". Tre o quattro settimane lontani dalle consuete abitudini possono risultare sufficienti per acquisire nuova routine. L'Ordine degli Psicologi dell'Emilia Romagna sul "post vacation blues".

Bologna 25 gennaio 2015 -
Le vacanze estive sono il momento in cui, liberi dagli impegni della quotidianità, non solo lavorativi ma anche sociali, si possono cercare nuovi orizzonti, rilassarsi e trovare anche il tempo per riflettere su se stessi. Spezzare la routine contribuisce ad alleggerire il carico di stress e a vedersi sotto una luce diversa. Si tratta di un momento di grande importanza anche per la propria identità personale. Eppure proprio ciò che c'è di buono nelle vacanze è anche un rischio, una volta rientrati al lavoro. Quanto si è fatto in termini di ripresa del benessere psicofisico durante tutto il periodo di ferie, infatti, può essere rapidamente disfatto in pochi giorni di lavoro. È importante, perché ciò non accada, essere gentili con se stessi al rientro e comprendere le cause dell'eventuale insorgere della sindrome da rientro.
La vacanza lunga, tipica del periodo estivo, più facilmente di quella breve può portare a problemi nel momento in cui bisogna riprendere gli impegni lavorativi. A livello psicologico, ciò è dovuto al fatto che un periodo di un tre o quattro settimane lontani dalle proprie abitudini può essere sufficiente ad acquisire una nuova routine. Le difficoltà, chiaramente, nascono dal non volersene distaccare. Questo è uno dei motivi per cui in alcuni casi è preferibile avere magari più momenti di relax un po' più brevi, piuttosto che un'unica lunga vacanza.
Il "post vacation blues", come lo chiamano gli inglesi, è sofferto da tanti italiani, in misura più o meno intensa. Alla ripresa dei ritmi lavorativi, infatti, non è raro provare spossatezza, emicranie, ansia, tachicardia e addirittura depressione. Tale stato di malessere, comunque, viene in genere superato nell'arco di una decina di giorni, ovvero il tempo normalmente richiesto per adattarsi alla nuova routine. Nei casi non patologici, la cosa migliore da fare è affrontare il rientro in modo graduale, dandosi il tempo per acquisire il cambiamento, senza forzature, possibilmente mantenendo vivo qualche elemento di svago proveniente dalla vacanza, come può essere fare del moto, una passeggiata, una nuotata, un giro in bicicletta, magari proprio per andare a lavoro.

Il discorso cambia quando lo stress da rientro è accompagnato da una vacanza non pienamente soddisfacente. Bisognerebbe indagare sulle ragioni della propria insoddisfazione. Alle volte, infatti, le vacanze vengono vissute come una fuga psicologica dalle difficoltà personali e affettive, difficoltà che possono essere trascinate anche nel periodo delle ferie. Le aspettative con cui si parte potrebbero risultare inattese, aumentando il senso di frustrazione e delusione al ritorno. Questi stati d'animo possono aggiungersi al normale stress da rientro amplificandone la sintomatologia e rendendone più difficoltoso il superamento. In questi casi, bisogna valutare ciò che è stato lasciato a casa, irrisolto prima della partenza, che potrebbe andare oltre il semplice stress post-vacanza e cercare di agire sulle reali, e più profonde, cause di malessere.

Infine, non è da trascurare il problema che può derivare da vacanze impegnative e stressanti che alcuni talvolta scelgono di fare, volendo vivere la vacanza come un momento in cui realizzare desideri e progetti accumulati durante l'anno lavorativo. In questi casi la vacanza, riempita da numerosi obiettivi la cui realizzazione non tiene conto del bisogno di riposo accumulato durante l'anno lavorativo, diventa un vero e proprio lavoro che rende ancora più stanchi.

Liguria Portovenere da barca

(Fonte Ordine degli Psicologi dell'Emilia Romagna
a cura di Rizoma | Studio Giornalistico Associato)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 32-33 16 agosto 2015. E' possibile scaricare il formato pdf in allegato. 

SOMMARIO Anno 14 - n° 32-33 16 agosto 2015
1.1 editoriale Ballare o sballare, a noi la scelta

3.1 cereali Dati USDA, in attesa della risposta dei fondi
4.1 cereali In attesa dei dati USDA, listini in aumento
5.1 lattiero caseario Lattiero caseario: tutto giù
6.1 salute Glifosate e Celiachia, una relazione pericolosa
8.1 feste Buon Ferragosto
8.2 vino Importanti riconoscimenti alla Cantina Valtidone
8.3 parmigiano reggiano Spot porno americano. Il consorzio del Parmigiano Reggiano si affida ai legali
9.1 credito Credito più facile per le imprese dell'Emilia Romagna
10.1 prezzi Ismea, rallenta a luglio il calo dei prezzi agricoli
11.2 promozioni "vino" e partners

(in allegato il formato pdf scaricabile)

Cibus 33 16ago15 COP

Sabato, 15 Agosto 2015 10:30

Post vacanza: la pelle chiede aiuto!

Dove non arrivano le creme ci pensa la biorivitalizzazione: il piccolo, efficace trattamento del dopo vacanza. -

Parma, 15 agosto 2015 - di Alexa Kuhne -

Povera pelle! Così esposta, malgrado protezione e idratazione, subisce, nei giorni di vacanza, uno stress non indifferente.
Può apparire spenta, disidratata, macchiata, segnata. Un vero peccato lasciare che questi segni da esposizione solare la lascino sembrare più vecchia e finiscano con il diventare indelebili.
E allora cosa si può fare per avere un risultato immediato? La scienza ci ha già pensato e ha studiato la Biorivitalizzazione.
"Dopo l'estate – spiega Mario Mariotti, medico estetico - il rimedio migliore per la pelle stressata dal sole è quello di eseguire un ciclo di biorivitalizzazione con acido ialuronico, per ridare idratazione, tono e luminosità al viso e al collo. E' un trattamento medico iniettivo che viene eseguito in pochi minuti, una volta al mese per tre mesi".

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In estate, infatti, non è sufficiente proteggere la pelle dai raggi solari, che, anche se regalano un bel colorito, possono provocare danni seri. La fase successiva al periodo di ferie deve essere la cura.
E' pensiero comune che la biorivitalizzazione con acido ialuronico sia in grado di proteggere la pelle prima dell'esposizione al sole. Ma è anche dopo che si possono leggere su di un viso i suoi benefici effetti. "Si tratta di effettuare delle micro iniezioni sulla pelle del volto, del collo e del decolletè con un acido ialuronico di origine naturale e in tutta sicurezza – chiarisce Mariotti -. Questo trattamento è particolarmente efficace per garantire alla pelle del viso maggiore idratazione ed elasticità, favorendo il ringiovanimento ed ottenendo una pelle più luminosa, idratata ed una diminuzione delle rughe. E' come se dessimo acqua ad una rosa disidratata!".

Questa metodica iniettiva è indolore e senza anestesia e permette di agire sul ringiovanimento cutaneo attraverso l'utilizzo di un particolare acido ialuronico stabilizzato (NASHA). "Non è un filler – dice il dott. Mariotti - non corregge le singole rughe, ma idrata la pelle in profondità e le dona luminosità, compattezza e turgore".

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