Il Parmigiano Reggiano è il formaggio Dop che vanta la più elevata produzione in montagna: buoni riscontri economici e di adesioni al "Progetto Qualita'" Del Consorzio.
Reggio Emilia, 24 marzo 2016
Si sta facendo strada tra i caseifici di montagna - ma anche in termini di riscontri commerciali ed economici - il nuovo "Progetto qualità" messo a punto dal Consorzio del Parmigiano Reggiano e dedicato in modo specifico al formaggio prodotto nelle aree appenniniche di montagna.
In queste aree si concentra una produzione che si attesta oltre le 700.000 forme su un totale di 3.300.000, ed è una cifra che evidenzia che il Parmigiano Reggiano è il formaggio Dop che vanta la più elevata produzione in montagna, per un valore al consumo superiore ai 380 milioni di euro e 3,5 milioni di quintali di latte destinati alla trasformazione.
"Proprio grazie a questi valori - sottolinea il direttore dell'Ente di tutela, Riccardo Deserti - le zone appenniniche delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e parte del bolognese hanno mantenuto un sistema agroalimentare dinamico e in grado di garantire reddito a 1.200 allevatori e attività a 102 caseifici che assicurano migliaia di posti di lavoro in aree tra le più svantaggiate proprio in termini di economia e occupazione". "Questo sistema, tuttavia, sopporta condizioni di fragilità e costi produttivi superiori, che mettono a rischio la filiera di montagna al confronto della nuova concorrenza globale".
"Proprio per assicurare possibilità di tenuta e di ulteriore sviluppo a questo sistema - spiega Deserti - dopo aver ottenuto dalla UE (regolamento comunitario 1151) la possibilità di utilizzare la denominazione "prodotto di montagna", il Consorzio ha definito lo scorso anno "Progetto qualità", che mira a selezionare le migliori forme di Parmigiano Reggiano prodotte dai caseifici certificati e proporle al consumatore puntando ad ottenere un riscontro di valore e, quindi, di reddito, andando così a colmare quel gap sui costi che oggi è a svantaggio di questa produzione".
"Il Progetto - prosegue il direttore del Consorzio - ha assunto una rilevanza ulteriore dopo la liberalizzazione delle quote comunitarie e la crisi del latte sia a livello nazionale che internazionale, che espone proprio le produzioni di montagna al rischio di essere "spazzate via" da una concorrenza che, sui prodotti generici, è sicuramente avvantaggiata da costi di produzione decisamente più contenuti".
La risposta dei caseifici non si è fatta attendere. A marzo 2016 hanno aderito al "Progetto qualità" varato dal Consorzio del Parmigiano Reggiano per il prodotto di montagna già 14 caseifici, e ben 100.000 forme di "prodotto di montagna" sono già state prodotte nel 2015 e saranno disponibili per la commercializzazione e stagionate almeno 24 mesi nel 2017.
"Un risultato - sottolinea Deserti - decisamente importante, anche perchè l'adesione al progetto comporta importanti impegni da parte dei produttori, che si traducono proprio in quel valore aggiunto che viene assicurato ai consumatori e che può generare una maggiore redditività al prodotto di montagna".
Per ottenere la certificazione il latte trasformato deve provenire esclusivamente dagli allevamenti della montagna, le bovine debbono essere alimentate prevalentemente con erba e fieno (vale anche qui il divieto assoluto dell'uso di insilati e additivi) che per oltre il 60% debbono avere un'origine locale (la parte rimanente può comunque essere acquisita esclusivamente in altre aree del comprensorio del Parmigiano Reggiano), e al ventiquattresimo mese di stagionatura (cioè un anno dopo la prima espertizzazione con la quale si classifica ufficialmente il prodotto come "Parmigiano Reggiano") il formaggio è oggetto di una ulteriore selezione qualitativa che include anche un panel di assaggio che ne verifica l'identità sensoriale".
"L'adesione dei caseifici - sottolinea Deserti - è un chiaro indice della volontà di investire su questa differenziazione e valorizzazione, rispetto alla quale vi sono anche i primi riscontri commerciali ed economici. Alcune primarie catene distributive hanno già manifestato un interesso specifico per la vendita di questa produzione certificata di montagna, e il prodotto che già rientra nel percorso di certificazione del "Progetto qualità" del Consorzio nell'ultimo mese ha ricevuto un riconoscimento di 40 centesimi in più al kg rispetto alle quotazioni ordinarie, apportando un incremento di circa 3 centesimi in più sul valore di un quintale di latte".
"Si tratta - conclude Deserti - di una spinta in più sul reddito dei produttori che già indistintamente si sono visti riconoscere un nuovo valore dall'attribuzione delle quote latte da destinare a Parmigiano Reggiano dopo la cessazione del regime e che ora, in queste aree svantaggiate, possono avvalersi di una nuova opportunità rispetto ai problemi che scontano coloro che mantengono viva tanta parte dell'economia dell'Appennino tra Parma e Bologna".
Sul sito www.parmigianoreggiano.it è presente la pagina Progetto Qualità - Prodotto di Montagna, in cui vengono fornite le informazioni sul progetto e l'elenco aggiornato dei caseifici certificati.
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Continua il crollo del valore del latte spot. Si arresta la caduta del burro ma il Grana Padano cede 5 centesimi, forse di riflesso al problema aflatossine. Si arresta la risalita del "parmigiano".
di Virgilio Parma 23 marzo 2016
LATTE SPOT Ormai la strada della crisi del latte non ha ritorno salvo qualche intervento d'emergenza che venga messo a disposizione degli allevatori. L'ipotesi di un nuovo piano di battimento, si racconta di circa 3.500 euro per animale abbattuto, potrà mettere in sicurezza qualche azienda che avrà l'opportunità di "pensionarsi" con il minor danno ma non sarà certo la miglior soluzione per il settore lattiero nazionale già di per sé deficitario del prezioso prodotto alimentare. Ancora una settimana di passione si deve registrare per il latte spot. Nello specifico il latte crudo spot nazionale cede il 5,46% atterrando, nella settimana che precede la Pasqua tra 25,26 e 27,32 €/100 litri di latte. Non è di molto inferiore il cedimento dell'intero pastorizzato estero che scende sotto i 23 € (tra 22,68 e 23,71€/100 litri latte) lasciando sul campo il 4,26%.
BURRO E PANNA Settimana di tregua per il burro che vede confermati tutti i listini milanesi. unica eccezione il calo, peraltro prevedibile dello zangolato parmense (0,85€/kg). I listini delle creme a uso alimentare hanno registrato la tenuta della milanese e il cedimento della panna alla borsa di Verona.
Borsa di Milano 21 marzo: (=)
BURRO CEE: 2,30€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,45€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,45€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,25€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,20€/Kg. (=)
Borsa Verona 21 marzo:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,12-1,17 €/Kg. (-)
Borsa di Parma 18 marzo 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 22 marzo 2016 (=)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 - 0,85€/kg.
GRANA PADANO Parrebbe finito il periodo di stasi dei listini del Grana Padano. Un cedimento di 5 centesimi alla borsa di Milano, forse da mettere in relazione all'emersione del problema "Aflatossine", che certamente non farà bene a tutto il comparto caseario. In particolare il 9 mesi di stagionatura si colloca tra 6,45 e 6,55€/kg mentre il 15 mesi e oltre tra 7,20 e 7,85 €/Kg.
PARMIGIANO REGGIANO Non arretra ma si arresta il prezzo del Parmigiano Reggiano. Dopo la lunga e poderosa cavalcata, avviata lo scorso ottobre, alla borsa di Parma i listini non hanno subito variazioni rispetto l'ottava precedente, nonostante una buona vivacità del mercato. Nello specifico il 12 mesi è stato confermato tra 8,35 e 8,70€/kg e il 24 mesi tra 9,30 e 9,70 €/Kg
(Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)
De Castro: la loro tutela in ambito TTIP è interesse comune in Europa e Stati Uniti. Una forma di inganno che il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha nuovamente denunciato oggi nella sede del Parlamento Europeo.
Reggio Emilia, 15 marzo 2016 - "Questa ricerca non lascia dubbi: oltre i due terzi dei consumatori americani sono indotti in inganno, ed è proprio sul comune terreno della tutela del consumatore che è allora necessario si orientino gli impegni delle delegazioni europea e statunitense in ambito TTIP, perché se sul versante produttivo si possono scontare interessi diversi e contrapposti, la difesa del consumatore, invece, è sicuramente un oggetto di lavoro comune".
Paolo De Castro, parlamentare europeo e relatore per il TTIP (il negoziato aperto tra Usa e UE che trova nella tutela delle Dop uno dei temi più scottanti) al Parlamento Europeo, si è espresso così a Bruxelles nell'ambito della presentazione della ricerca (curata da Aicod) dalla quale emerge con chiarezza che per la stragrande maggioranza dei consumatori americani il "parmesan"caratterizzato nelle confezioni da elementi di "italian sounding" è di sicura provenienza italiana, anche quando, in realtà, non ha nulla a che vedere né con il nostro Paese né con il vero Parmigiano Reggiano.
Una forma di inganno che il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha nuovamente denunciato oggi nella sede del Parlamento Europeo, parlando di un fenomeno che interessa 100.000 tonnellate di prodotto americano (piùdi 10 volte il volume delle importazioni di Parmigiano Reggiano originale dall'Italia) e costituisce –ha detto il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti –"un pesante pregiudizio rispetto all'aumento delle esportazioni ed un intollerabile inganno a carico di consumatori che, al contrario, stanno sensibilmente aumentando la richiesta di prodotti originali e di alta qualità". Oltre 130 tra parlamentari europei, esponenti del mondo delle Dop e rappresentanti Usa hanno partecipato al confronto, dal quale è emerso un fronte compatto del sistema europeo delle indicazioni geografiche a sostegno della proposta lanciata dal Consorzio finalizzata ad un maggiore coinvolgimento dei consumatori nel dibattito sugli accordi TTIP.
Esplicito, al proposito, Paolo De Castro: "con un saldo attivo di 6 miliardi di euro nell'agroalimentare, l'Europa ha interessi rilevantissimi, e proprio per questo va rilanciata un'azione autorevole nell'ambito dei negoziati con gli Usa, per realizzare un'alleanza fondamentale con i consumatori americani, ai quali l'accordo deve offrire garanzie e informazioni corrette sui prodotti per evitare gli inganni di cui sono oggi vittime".
"Proprio il portare l'attenzione sui consumatori –ha aggiunto De Castro –rappresenta un terreno di dialogo di reciproco interesse sul quale realizzare un accordo che ci consenta di compiere un passo in avanti importante sul rispetto e sulla tutela delle Indicazioni Geografiche, perché senza questo risultato centrale è evidente, come più volte ha ricordato la Commissaria Cecilia Malstrom, che non sarà possibile alcuna intesa".
Nella sede del Parlamento Europeo, tra l'altro, il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti, ha ricordato che già il formaggio made in Usa e denominato "parmesan" è considerato "italiano"dal 38% dei consumatori americani. "La situazione –ha puntualizzato Deserti –si aggrava poi decisamente quando le confezioni sono caratterizzate da elementi di "italian sounding"(ad esempio la bandiera tricolore o monumenti e opere d'arte italiane): in tal caso, infatti, il 67% degli acquirenti americani è convinto di trovarsi di fronte ad autentico prodotto italiano".
(Fonte CFPR)
Continua la scalata del Parmigiano Reggiano nonostante la crescita produttiva. Il burro zangolato di Reggio Emilia scende ben al di sotto del valore della margarina.
di Virgilio, Parma 16 marzo 2016
LATTE SPOT Settimana di tregua per il latte spot. Nel complesso il calo realizzato nel corso di questo primo trimestre è del 14,31% per il crudo nazionale e addirittura del 21% per il pastorizzato spot estero.
In specifico, alla borsa di Verona, il latte crudo spot nazionale è quotato tra 26,81 e 28,87 €/100 litri di latte, l'intero spot pastorizzato tra 23,71 e 24,74€/100 litri di latte mentre lo scremato pastorizzato estero si attesta nell'intervallo 10,35 - 11,39 €/ 100 litri di latte.
BURRO E PANNA Rallenta ma pur sempre rimane in fase discendente il burro. 3 centesimi persi alla piazza milanese. Continua la fase discendente dei derivati del latte talmente evidente che il lo zangolato alle borse di Parma e Reggio si colloca ben al di sotto del prezzo della Margarina (0,95 - 1,1€/kg.)
Borsa di Milano 14 marzo: (-)
BURRO CEE: 2,30€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,45€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,45€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,25€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,20€/Kg. (=)
Borsa Verona 14 marzo:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,17-1,22 €/Kg. (=)
Borsa di Parma 11 marzo 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,88 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 15 marzo 2016 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 - 0,85€/kg.
GRANA PADANO Ancora stabile il Grana Padano. Listini invariati dallo scorso 11 gennaio. Sono confermati perciò i prezzi compresi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Continua la scalata del prezzo del Parmigiano Reggiano, nonostante l'incremento produttivo, e nonostante il crollo del burro zangolato di derivazione del medesimo latte.
Guadagnati perciò altri 5 centesimi per entrambe le stagionature. Nello specifico il 12 mesi è quotato tra 8,35 e 8,70€/kg e il 24 mesi tra 9,30 e 9,70 €/Kg centesimi sia per sul 12 mesi di stagionatura sia per il 24 mesi di invecchiamento.
(Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)
Presentati al Mipaaf i dati del progetto di monitoraggio collettivo in Europa per DOP e IGP. Verifiche effettuate in Danimarca, Germania, Inghilterra, Francia, Austria, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca. I Consorzi di Tutela fanno sistema per far crescere e tutelare le produzioni certificate, uno dei settori trainanti del Sistema Italia, in due anni oltre 1.250 punti vendita monitorati per 6.500 controlli su oltre 30.000 referenze stimate.
Parma, 11 marzo 2016
L'export dell'agroalimentare di qualità cresce ed apre a nuovi mercati, rendendo di fatto necessario un intervento compatto a difesa delle produzioni certificate che rappresentano l'eccellenza del Made in Italy a tavola. Se ne è parlato ieri mattina a Roma, nella Sala Cavour del Mipaaf, nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto di monitoraggio collettivo in Europa per DOP e IGP. Moderati dal Direttore di Qualivita Mauro Rosati, alla presenza di esponenti del mondo consortile afferenti ad AICIG e dei Consorzi partecipanti al progetto sono intervenuti oltre al Presidente dell'Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche Giuseppe Liberatore, il Direttore del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP avvocato Federico Desimoni, che ha illustrato il progetto in qualità di coordinatore e il Direttore del Consorzio Grana Padano DOP Stefano Berni, oltre al Dirigente dell'ICQRF Oreste Gerini e il Capo Dipartimento delle Politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca del Mipaaf Luca Bianchi al quale sono state affidate le conclusioni dell'incontro.
Nel corso dell'anno 2015 sono stati effettuati in Europa circa 800 verifiche da un minimo di 4.000 ad una stima di oltre 20.000 controlli sulle Denominazioni Aceto Balsamico di Modena IGP, Grana Padano DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Prosciutto di Parma DOP, Prosciutto di San Daniele DOP in Danimarca, Germania, Inghilterra, Francia, Austria, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Polonia e Repubblica Ceca.
"Solo facendo sistema in questo modo - ha aggiunto il Presidente di AICIG, Giuseppe Liberatore- ovvero sviluppando strategie trasversali e collettive si possono tutelare i prodotti di bandiera, anche e soprattutto fuori dai confini nazionali, dove il mercato cresce e si apre a nuove realtà. E a fare sistema dovranno essere non solo le aziende, ma tutti i diversi mondi produttivi attraverso i Consorzi e i soggetti istituzionali aventi tale scopo e, in primis, il Mipaaf, senza il quale tutto questo non sarebbe possibile".
Se il comparto agroalimentare vuole raggiungere l'obiettivo di 50 miliardi di esportazioni indicato dal Ministro Martina - ha premesso il Direttore del Consorzio Grana Padano DOP Stefano Berni - si rende necessario trovare nuove modalità di promozione e stabilizzazione della crescita del settore nel suo complesso. Una crescita che si deve accompagnare di pari passo con una accurata conoscenza del mercato, attività di formazione, di monitoraggio e tutela, per evitare che il "settore" delle imitazioni si avvantaggi del trend positivo".
Quello presentato questa mattina nella Sala Cavour del Mipaaf è un monitoraggio congiunto dei cinque prodotti DOP e IGP tra i più rappresentativi dell'agroalimentare italiano ovvero Aceto Balsamico di Modena IGP, Grana Padano DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Prosciutto di Parma DOP e Prosciutto di San Daniele DOP. A presentarne i risultati, a nome di tutti i Consorzi, il Direttore del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP Federico Desimoni, il quale ha sottolineato come "Il sistema che abbiamo ideato e' reso possibile dal sostegno economico del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che da sempre è fortemente favorevole ad attività collettive e coordinate tra diversi Consorzi di Tutela, e trova la sua naturale conclusione negli interventi di tutela ex officio che, in modo sempre più efficace e puntuale, l'Ispettorato Controllo Qualità e Repressioni delle Frodi attiva in tutta Europa. Il progetto prevede una presenza e un'azione diretta sui mercati, che permette la rilevazione di molte informazioni relative ai prodotti originali e genuini, a quelli imitazioni ed evocativi, o addirittura in merito a casi di contraffazioni vere e proprie. Inoltre, anche attraverso l'ausilio di rilievi fotografici specifici, aiuta a costruire un quadro realistico circa il fenomeno dell'Italian sounding, sia dal punto di vista economico che di comunicazione commerciale. Un lavoro che permette di conoscere meglio e presidiare il mercato reale ed incidere su di esso, non solo con azioni repressive, ma pure sviluppando dinamiche positive di maggior conoscenza dei prodotti e di collaborazione con il mondo della distribuzione. Questa è una prima versione del progetto, ma come gruppo di consorzi abbiamo già messo a fuoco alcuni aspetti che nei prossimi anni arricchiranno le nostre azioni, pensiamo soprattutto al mondo dell'e-commerce, a quello della ristorazione, dell' ho.re.ca. e dei prodotti trasformati".
Nel 2016 sono state pianificate verifiche su 5 Denominazioni: Aceto Balsamico di Modena, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma in Francia, Inghilterra, Germania, Austria, Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Svizzera su circa 450 punti vendita da visitare per un totale di minimo 2500 controlli fino ad una stima di oltre 10.000 referenze.
Sono intervenuti altresì il Direttore generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agro-alimentari - ICQRF, Oreste Gerini sul tema dell'attività ex officio dell'ispettorato, e il Capodipartimento delle Politiche competitive della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca, Luca Bianchi sull'attività del Mipaaf a sostegno delle DOP e IGP, il quale - nel portare le conclusioni dell'incontro - ha sottolineato che "quello presentato questa mattina è un progetto importante ma soprattutto rappresenta una best practice di azione a tutela del prodotto e del consumatore. Anche gli orientamenti del Ministero riguardo i fondi del nuovo decreto saranno orientati a valorizzare progetti in cui più Consorzi svolgano azioni di tutela coordinate anche a livello internazionale. Il tema delle aggregazioni dei Consorzi sarà infatti molto valorizzato perché facendo sistema si potranno raggiungere obiettivi più concreti".
"Il progetto di monitoraggio collettivo presentato ieri – dichiara Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano – è un importante passo per fare sistema. Oltre a dare continuità a questa nuova modalità operativa, ora occorre agire anche a livello comunitario. Infatti, con il "pacchetto qualità" abbiamo ottenuto la protezione ex-officio come principio giuridico, e occorre adesso lavorare per far sì che in tutti gli Stati membri le Autorità nazionali assicurino concreta ed efficace azione di tutela per i tanti casi che il sistema delle filiere Dop/Igp è attualmente in grado di rintracciare e notificare grazie al monitoraggio puntuale dei mercati".
(Fonte: Ufficio Stampa AICIG - Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche)
C'è chi urla di avere sconfitto le multinazionali, ma intanto il latte spot continua la corsa verso baratro. Non c'é fine al peggio. Intanto il burro cede altri 7 centesimi e il pregiato burro parmense vale quanto la margarina (0,95€/kg). Al contrario, vola il Parmigiano.
di Virgilio Parma 9 marzo 2016
LATTE SPOT Crisi nera per il latte che prosegue la sua corsa verso il baratro. Alla borsa di Verona il latte crudo spot nazionale scende tra 26,81 e 28,87 €/100 litri di latte, l'intero spot pastorizzato tra 23,71 e 24,74€/100 litri di latte mentre lo scremato pastorizzato estero perde l'8,70% e scende nell'intervallo 10,35 - 11,39 €/ 100 litri di latte. E qualcuno ha il coraggio di gridare di avere sconfitto le "multinazionali"?
BURRO E PANNA Perdono 7 centesimi anche le referenze di Burro quotate a Milano. Cede anche lo zangolato di Parma che scende sotto la soglia dell'euro al chilo (0,95€). Ma Reggio Emilia anticipa la tendenza settimanale con un nuovo cedimento di altri 7 centesimi fissando il prezzo a 0,88 €/kg e il suo valore si colloca ben al di sotto alla margarina (0,95€/kg)
Borsa di Milano 07 marzo: (-)
BURRO CEE: 2,33€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,48€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,48€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,28€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,20€/Kg. (=)
Borsa Verona 07 marzo:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,17-1,22 €/Kg. (=)
Borsa di Parma 04 marzo 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,95 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 08 marzo 2016 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,88 - 0,88€/kg.
GRANA PADANO Ancora nessuna variazione sul fronte del Grana Padano. Listini invariati dallo scorso 11 gennaio. Sono confermati perciò i prezzi compresi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO L'asta record andata in onda a Suzzara (MN) la scorsa settimana ha galvanizzato ancor più il mercato del Parmigiano Reggiano che recupera altri 5 centesimi sia per sul 12 mesi di stagionatura sia per il 24 mesi di invecchiamento. Nello specifico, a Parma, il più fresco è quotato 8,30-8,70€/Kg e tra 9,25 e 9,75€/kg. il 24 mesi.
(In galleria immagini i grafici CLAL)
(Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)
In un comparto lattiero caseario che sta attraversando uno stato di crisi fortemente preoccupante, il Parmigiano Reggiano prosegue la sua corsa al rialzo trascinando però un aumento della produzione che potrebbe, il condizionale è d'obbligo, compromettere la durata del periodo di positività se la domanda non fosse in grado di assorbire la maggior disponibilità di prodotto.
di Virgilio Parma, 05 marzo 2016 – (grafici in galleria immagini)
Il comparto lattiero caseario non sta certamente attraversando uno delle suoi più floridi periodi.
La prima campagna lattiera (aprile 2015- marzo 2016) oefana dal "pendizio" delle quote latte è stata contraddistinta dal crollo del valore del latte e dei suoi derivati.
Una caduta libera che ha contribuito a consolidare la crisi delle due principali DOP, Grana Padano e Parmigiano Reggiano in particolare.
Questo almeno sino a ottobre scorso quando, sorprendendo un po' tutti gli operatori ormai scoraggiati, i mercati delle due eccellenze si sono lievemente distaccati dalla curva flessiva invertendo la tendenza negativa.
Mentre il Parmigiano Reggiano non ha più interrotto il costante percorso di risalita, il Padano si è mosso molto più modestamente.
Dove andrà a finire il prezzo del Parmigiano Reggiano è difficile da prevedere, tant'è che tutte le volte che qualcuno ha tentato delle previsioni si è infranto contro la dura legge del mercato.
In questi giorni due sono gli elementi che fanno pensare e che teoricamente sarebbero in conflitto soprattutto per un prodotto assoggettato a domanda pressoché rigida:
1. le quotazioni rialziste;
2. l'incremento produttivo.
E' dei giorni scorsi la notizia (26 febbraio) che i grandi player del comparto si sono dati battaglia nell'aggiudicarsi i 19 lotti in cui erano suddivise le 40mila forme andate all'asta a seguito della procedura concordataria dei Magazzini Emiliani e della Bergamaschi di Suzzara.
Alla fine dalla vendita all'incanto si è realizzato un ricavo sensibilmente più alto delle previsioni portando all'incasso ben 22 milioni di euro che potranno soddisfare il ristoro dei crediti delle aziende in concordato. Presenti direttamente all'asta erano infatti i rappresentanti dei Big del settore, della Boni spa di Parma, della Zanetti Spa di Bergamo, della Mulino Alimentare spa anch'essa di Parma seppure la proprietà del reggiano Claudio Guidetti, la Parma Reggio Spa di Reggio e Modena, la Nuova Castelli di Reggio e la Colla Spa di Piacenza. Nessuno ha voluto sottrarsi allo scontro per assicurarsi una quota del prezioso prodotto.
Proprio la massiccia presenza dei grandi commercianti, che hanno battuto prezzi con punte anche superiori ai 10 euro (media 9€/Kg.), lascia intendere che la curva discendente non si dovrebbe innescare troppo presto.
Se questo episodio, che vede tutti i grandi operatori disponibili a mantenere elevato il prezzo, non vi fosse stato sarebbe invece il caso di cominciare a allarmarsi per l'incremento produttivo che il risveglio del mercato ha stimolato. Già dai primi segnali di ripresa - come può evincersi dal grafico CLAL in galleria immagini - dello scorso mese di ottobre, gli allevatori hanno ricominciato a incrementare sensibilmente la produzione.
+2,7%, +3,3%, 5,2% e +5,7% la scala di crescita da ottobre a dicembre 2015 per giungere a gennaio 2016 (ultimi dati ufficiali) mese nel quale si sono registrate 297.493 forme di Parmigiano Reggiano, quasi 16.000 più del gennaio 2015 e quasi 40.000 in più rispetto al novembre 2014.
Un'euforia che potrebbe essere pagata a caro prezzo se il mercato domestico non dovesse riprendersi e soprattutto se i Big Player non riuscissero a incrementare le esportazioni.
Su quest'ultimo fronte i segnali sono positivi, dal Canada alla Cina il Parmigiano è nei sogni di tanti consumatori e sarebbe sufficiente erodere una piccola quota di mercato al "Parmigiano Fake" (solo negli USA sono 100.000 le tonnellate di prodotto prodotti venduti con il termine "parmesan" e in confezioni che palesemente richiamano l'Italia) per annullare ogni timore di una prossima pesante crisi.
Latte spot e burro in costante perdita. Grana stazionario dall'inizio del 2016 mentre il Parmigiano prosegue la corsa al rialzo avviata lo scorso mese di ottobre
di Virgilio Parma 02 marzo 2016
LATTE SPOT Chiude con una perdita anche il mese di febbraio che cede, complessivamente, circa 2 euro rispetto a gennaio. Nello specifico il latte spot crudo nazionale è sceso, solo nell'ultima settimana, da 29,90-31,96 €/100 litri a 28,87-30,93 €/100 litri di latte (-3,33%), il pastorizzato estero (Germania e Austria) ha ceduto il 2,57% chiudendo il mese tra 24,23 e 25,78 €/100 litri di latte. Infine lo scremato pastorizzato estero ha ceduto il 4,17% posizionando i listini tra 11,39 e 12,42 €/100 litri (-4,17%).
BURRO E PANNA Anche questa ultima settimana il burro ha lasciato 5 centesimi sul campo della crisi del settore. L'unico prodotto che ha mantenuto inalterato il valore, almeno per questa settimana, è la crema a uso alimentare quotata all'ombra della Madonnina.
Borsa di Milano 29 febbraio: (-)
BURRO CEE: 2,40€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,55€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,55€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,35€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,20€/Kg. (=)
Borsa Verona 29 febbraio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,17-1,22 €/Kg. (-)
Borsa di Parma 26 febbraio 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,00 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 1 marzo 2016 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,95 - 0,95€/kg.
GRANA PADANO ancora nessuna variazione sul fronte del Grana Padano e listini invariati dallo scorso 11 gennaio. Sono confermati perciò i prezzi compresi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Sempre in isolata controtendenza l'andamento del Parmigiano Reggiano che guadagna ulteriori 10 centesimi sulla quotazione della precedente ottava seppure limitatamente al 12 mesi di stagionatura. Listini inalterati per il 24 mesi che invece ha confermato la quotazione precedente. Tra 8,25 e 8,65 è il nuovo range di prezzo assegnato al 12 mesi di stagionatura registrato alla borsa merci di Parma che ha visto confermare le quotazioni del 24 mesi comprese tra 9,20 e 9,55 €/Kg,
(In galleria immagini i grafici CLAL)
(Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)
Sabato 27 febbraio in centinaia di punti vendila della catena Whole Foods si apriranno a mano oltre 438 forme. Il Consorzio: "Grande iniziativa per la difesa dei consumatori". Intanto volano le esportazioni negli Usa: +28% nel 2015.
Reggio Emilia, 26 febbraio 2016
"Tutti pazzi per il Parmigiano Reggiano"; così potrebbe anche chiamarsi la Parm Crack, il taglio contemporaneo di oltre 400 forme che avverrà domani, 27 febbraio, nei punti vendita della catena distributiva Whole Foods. Una vera e propria festa, che coinvolgerà il Parmigiano Reggiano in un evento che si svolgerà nei principali Paesi anglosassoni, dove a migliaia i clienti di Whole Foods potranno assistere ad una usanza decisamente comune e frequente nei nostri caseifici: il taglio a mano della forma di Parmigiano Reggiano con i tradizionali coltelli. Una consuetudine che, fatta con i dovuti modi e procedure, aspettando i tempi giusti per consentire la corretta apertura della forma, non sempre è facile osservare nei punti vendita alimentari sparsi per il mondo e lontani dal nostro Paese.
"La catena Whole Foods già da qualche anno organizza in collaborazione con il Consorzio questa apertura spettacolarizzata delle forme – dichiara Riccardo Deserti, direttore del Consorzio – per portare l'attenzione dei propri consumatori e clienti sul tema della qualità degli alimenti. Infatti, la catena Whole Foods, che nel 2015 ha totalizzato un fatturato per 15,4 miliardi di dollari e che nei paesi anglosassoni si colloca come un distributore particolarmente attento alla qualità e alla salubrità dei prodotti, privilegia alimenti che hanno certezza sui metodi produttivi e sull'origine territoriale riconosciuta e certificata, come possono essere i prodotti dop e quelli biologici". E' così che da diversi anni la catena investe particolarmente sulla valorizzazione del formaggio Parmigiano Reggiano, promuovendo viaggi di formazione nella zona di origine per i propri tagliatori, attuando una selezione attenta dei caseifici produttori, ed anche organizzando questa coinvolgente ed entusiasmante manifestazione di apertura contemporanea delle forme; addirittura nel prossimo fine settimana l'apertura delle forme avverrà in 438 punti vendita della catena (418 in USA, 11 in Canada e 9 in Gran Bretagna).
"Campagne come questa a favore della qualità – sottolinea il direttore Deserti – appaiono ancora più importanti all'indomani della scoperta, avvenuta proprio sul mercato Usa, da parte della FDA (Food and Drugs Administartion, ente governativo degli Usa che si occupa della regolamentazione degli alimenti e dei farmaci) del cosiddetto "parmesan americano alla segatura", con cellulosa oltre i limiti consentiti, un prodotto che nulla ha a che fare con il vero Parmigiano Reggiano, che invece è fatto senza alcun additivo e coadiuvante tecnologico". "La denuncia della produzione di questo falso Parmigiano Reggiano è di pochi giorni fa – conclude Deserti – ed ha riportato all'attenzione del grande pubblico quanto sia dannoso lasciare alle pure logiche di mercato la produzione dei prodotti alimentari, senza il rispetto delle più elementari regole di produzione e delle corrette indicazioni sull'origine dei prodotti, lasciando che il consumatore sia ingannato, senza che sia possibile tutelare i prodotti a denominazioni di origine e senza poter contrastare così l'uso improprio di nomi con evocazioni che ingannano il consumatore. In particolare in un mercato come quello Usa in cui è in crescita sia l'attenzione da parte dei consumatori, sia la domanda dei prodotti di alta gamma, come testimonia il +28% di esportazioni di Parmigiano Reggiano nel 2015".
(Fonte: Centro Stampa Comunicazione Integrata Consorzio del Parmgiano Reggiano)
Nel comparto lattiero caseario solo il Parmigiano Reggiano mostra segnali di vivacità guadagnando terreno settimana dopo settimana. Il Burro e la panna sono in caduta libera e il latte spot alterna settimane di stasi con flessioni negative.
di Virgilio Parma 24 febbraio 2016
LATTE SPOT La settimana che si è appena conclusa ha lasciato invariati i listini del latte spot confermando un tracciato a scale alternando flessioni negative e conferme di valori quasi ogni settimana.
"Il mercato del latte è in piena défaillance - ha commentato il 19 febbraio scorso Giorgio Mercuri (Alleanza Cooperative). Perché non ce la fa ad assorbire l'eccesso di produzione del 5%, determinato dalla fine delle quote latte, e perché contemporaneamente ha subito gli shock dell'embargo russo, la diminuzione dell'export verso la Cina e la caduta dei consumi nazionali che a gennaio ha fatto registrare un -10%."
Il crudo nazionale conferma perciò i listini precedenti (29,90 - 31,96€/100 litri di latte) così come pure il latte intero pastorizzato estero (Germania Austria) con prezzo compreso tra 24,74 - 26,29€ /100 litri di latte mentre ha registrato una sensibile riduzione del 7,69% il latte scremato pastorizzato estero (11,90-12,94/ 100 litri di latte)
BURRO E PANNA Non c'è pace per il burro che continua inesorabilmente a perdere quotazione settimana dopo settimana. Altri 5 centesimi ceduti alla borsa milanese in quest'ultima settimana di febbraio per tutte le tipologie trattate e 6 cent per la crema a uso alimentare (40% mg). 5 centesimi perduti anche a Parma dallo zangolato che toccherà verosimilmente quota 1€/kg il prossimo venerdì seguendo quanto registrato alla borsa merci reggiana nella seduta di ieri mattina..
Borsa di Milano 22 febbraio: (-)
BURRO CEE: 2,45€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,60€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,60€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,20€/Kg.
Borsa Verona 22 febbraio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,22-1,27 €/Kg. (-)
Borsa di Parma 19 febbraio 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,05 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 23 febbraio 2016 (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,00 - 1,00€/kg.
GRANA PADANO Inalterati da sei settimane consecutive i listini del Grana Padano. Confermati perciò i prezzi tra 7,25 e 7,90 €/Kg per il 15 mesi di stagionatura e oltre e tra 6,50 e 6,60 €/kg per il 9 mesi di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO In totale controtendenza il Parmigiano Reggiano che, settimana dopo settimana, guadagna qualche centesimo. Addirittura il 24 mesi di stagionatura, dopo quattro settimane di stasi, ha ripreso quota anch'esso guadagnando 5 centesimi alla pari del 12 mesi.
Nello specifico quindi il 12 mesi si è riposizionato tra 8,15 e 8,55€/Kg. e il 24 mesi si è mosso tra 9,20 e 9,55€/Kg
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