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Martedì, 25 Novembre 2014 17:27

Novellara - A teatro un documentario su Andy Warhol

Venerdì 28 novembre alle ore 21.00 il Centro teatrale europeo Etòile sarà sul palcoscenico del Teatro della Rocca "Franco Tagliavini" con "Andy" documentario teatrale sulla vita, la sensibilità umana ed artistica di Andy Warhol, uno dei personaggi mito dell' arte americana -

Novellara, 25 novembre 2014 –

La performance ci introdurrà nel sottobosco culturale newyorkese dagli anni '60 agli anni '80 quando Andy era il protagonista assoluto ed indiscusso della Pop Art. Artista, pittore, scultore e regista, Warhol legò indissolubilmente il suo nome anche alla produzione cinematografica e musicale dell'epoca. Ad accompagnare musicalmente la narrazione saranno proprio alcune delle sue scoperte e degli eclettici personaggi che passavano per la sua Factory e per la sua fervida mente: Velvet Underground, Brian Eno, The Doors, David Bowie.

Uno spettacolo che vuol essere un omaggio all'immaginifica ed estrosa visione del mondo di un creativo sopra le righe, capace di fare della banalizzazione un capolavoro e di Mao Tse Tung una icona americana.

Biglietti: intero 15.00 euro – ridotto 13.00 euro

Prenotazioni solo via email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Servizio Vendita:
Dalla settimana prima dello spettacolo è possibile acquistare i biglietti presso la Biblioteca comunale nei seguenti orari di apertura al pubblico: dal martedì – giovedì - sabato ore 9.00 – 13.00 e dal martedì al sabato ore 15.00 – 19.00. Per maggiori informazioni URP 0522-655454 o Biblioteca 0522-655419.

Teatro comunale: un'ora prima dello spettacolo.

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(Fonte: ufficio stampa Comune di Novellara)

Sabato, 22 Novembre 2014 10:20

No al sisma, sì al teatro

È possibile esorcizzare la paura del terremoto attraverso il teatro? Sembra proprio di sì. Accade a Concordia sulla Secchia (MO), paese violentemente colpito dal sisma del 2012, e in altri paesi del cratere, dove è nato il progetto "Beni Comuni" -

Modena, 22 novembre 2014 - di Federico Bonati -

Il progetto, realizzato grazie al finanziamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e alla promozione del Comune di Carpi in collaborazione con ERT Fondazione e ATER, raduna ben undici comuni, i cosiddetti "comuni del cratere" colpiti dal terremoto dell'Emilia di due anni fa. Oltre a Concordia sulla Secchia, i paesi interessati sono Campogalliano, Carpi, Cavezzo, Finale Emilia, Mirandola, Novi di Modena, San Felice sul Panaro, San Possidonio, Soliera ed anche Cento, provincia di Ferrara. Lo scopo di "Beni Comuni" è quello di rinsaldare e ricostruire le identità delle comunità colpite sisma. Ma come viene realizzato tutto ciò? Il tutto prende vita con la partecipazione attiva dei cittadini alla realizzazione di eventi artistici che hanno come cardine il senso della condivisione e dello stare in comune. Dalle parole, il passaggio ai fatti è breve, ne sono una dimostrazione i progetti realizzati a Concordia da "Beni Comuni" www.progettobenicomuni.it.

Si tratta di laboratori teatrali partecipati che si tengono tutti i mercoledì dalle 18 alle 21 nella saletta attigua alla biblioteca, letture per la scuola primaria ed infine lo spettacolo "Beni Quadrati".
Lo spettacolo, che andrà in scena sabato 29 novembre 2014, ore 21, presso la Sala Conferenze del Municipio in Piazza 29 Maggio, 2 a Concordia sulla Secchia ha come tema centrale tre parole: abitare, vivere, esistere.
Tre parole dal significato distinto eppure indissolubilmente legate nella percezione comune. In una casa si abita, in una casa viviamo assieme, in una casa si esiste in rapporto a una comunità. Molte case formano una città e un indirizzo rappresenta prima di tutto la possibilità di trovare una persona. Ma la "casa" intesa nello spettacolo è molto più di questo.

Lo spettacolo intende aprire una finestra sul mondo, interrogandosi su cosa sia oggi abitare, su cosa la casa rappresenti per ognuno e sulla preziosità della casa come bene comune. In particolar modo in una zona che, nel 2012, ha imparato a vedere la propria abitazione in alcuni casi come un nemico, con la paura di entrare nelle mura domestiche a causa del terremoto, in altri casi come un bene prezioso che non c'è più, per chi la casa, a causa delle scosse, l'ha persa.

Lo spettacolo, realizzato da Giulia Cailotto, Giulia Diomede, Marzia Gallo, Gabriele Genovese, Roberto Marinelli, Michele Mariniello, Irma Ridolfini, Michele Segreto, Isacco Tognon, Matteo Vignati e con Olimpia Greco alla fisarmonica, è ad ingresso gratuito, ed aperto a tutta la cittadinanza.
Se da un lato il ricordo del sisma resta indelebile in chiunque abbia vissuto quella tragica esperienza, dall'altro è possibile esorcizzarne la paura, attraverso svariati modi come, appunto, il teatro. E "Beni Comuni" ne è la dimostrazione.

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Di Chiara Marando – Domenica 23 Novembre 2014

La storia non è fatta solo di grandi uomini e delle loro imprese, esiste da sempre un mondo silenzioso e brulicante di energia senza il quale nulla sarebbe potuto accadere, pilastri  fatti di semplice quotidianità vissuta da gente  altrettanto semplice. Guareschi lo definiva “Il mondo piccolo”, una realtà apparentemente insignificante della quale è facile ignorare l’esistenza.

Ma è proprio questo il filo conduttore che lega i personaggi indaffarati con le loro vite tra le pagine scritte da Guido Fontechiari, pittore e restauratore, nel suo primo romanzo  “il Tesoro del Taro” (Ed. Fermento), presentato davanti ad un folto pubblico nella cornice della Libreria Feltrinelli di Parma.

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Un volo della memoria al suo passato di bambino, tra ricordi ed aneddoti della piccola comunità contadina di Guado, grazioso borgo a metà strada tra San Secondo e Fontanellato, nella Bassa Parmense.  Un angolo di mondo dove si intrecciano, tra passato e presente, le vite dell’autore e di persone comuni: dal sagrestano, al molinaro, alla maestra, fino  ad un cantante lirico a dir poco originale. Poi c’è il “Tesoro”, forse perduto o forse no.

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Una narrazione che si adagia sulle note musicali e si inoltra tra le nebbie della Bassa, tra le sue abitudini e tradizioni, in una vena malinconica di quel passato che fu e si è perso per sempre. Quello che traspare è l’acuta osservazione delle passioni intense, delle stranezze e delle brutture a cui viene sottoposta l’Arte, ovvero la limpida rappresentazione della dignità umana costruita sul lavoro, sulla cultura e sulle emozioni. Per farlo il linguaggio cambia, a tratti diventa ironico, quasi scurrile, con vicende a volte piccanti altre più bizzarre. Quello che si intraprende è un viaggio alla scoperta di questo “Tesoro”, un percorso che passa attraverso storia e fantasia, tra personaggi che sembrano solo frutto della mente ed altri più concreti, una strada che avvicina ad un tempo lontano, in un luogo reale fatto da persone reali. Certo, il nome “Guado” non lo troverete sulla cartina, ma se guarderete attentamente  ne riconoscerete il suggestivo paesaggio

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Il musical "Don Milani" debutta con una doppia data al Teatro della Rocca Franco Tagliavini di Novellara sabato 22 novembre alle ore 21.00 e domenica 23 alle ore 17.00 -

Novellara, 20 novembre 2014 –

Tratto da un episodio realmente accaduto, lo spettacolo esalta la potente parola di Don Milani, prete scomodo e controverso, contrapponendola alle spensieratezze adolescenziali di alcune ragazze che si recano a lezione a Barbiana. A questo si intreccia la vicenda di un ragazzo, un musicista di una band, che decide di disertare. Il musical risalta le parole del priore cercando però di partire dall'ascolto dei sentimenti e dei problemi dei giovani di allora che, comunque, ancora oggi sono attuali, come d'altra parte lo è la parola di Don Milani.

Voluto dall'oratorio Cristo Re di Novellara per celebrare il 50° anniversario dalla sua nascita, questa del musical è diventata una produzione che è riuscita a convogliare le energie di tanti giovani locali nella realizzazione di un evento straordinario.
Sono coinvolti oltre 30 ragazzi, tra cui ballerine, cantanti, attori e musicisti che esibiranno dal vivo le canzoni originali firmate da Cristian Cattini e Simone Oliva. A loro infatti, dopo l'apprezzamento dei tre precedenti musical, è stato affidato il compito di scrittura del libretto e dei brani musicali. L'attesa è grande, tanto che le prime due date sono quasi sold out e l'Oratorio sta già ipotizzando di accontentare i tantissimi interessati allo spettacolo programmando una terza data teatrale.

Informazioni e prevendite: www.musicaldonmilani.it

(Fonte: Comune di Novellara)

Giovedì, 20 Novembre 2014 10:54

Modena -"Il Duomo ritrovato"

In piazza Grande si "scopre" ufficialmente l'abside, con la presentazione degli interventi di restauro realizzati sulla Cattedrale patrimonio dell' Unesco -

Modena, 20 novembre 2014 -

Domani, Venerdì 21 novembre alle 15.30, in piazza Grande a Modena si presentano alla città gli interventi di restauro realizzati sulla Cattedrale con un'iniziativa pubblica dal titolo "Il Duomo ritrovato". L'iniziativa è promossa dall'Arcidiocesi di Modena e Nonantola, dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici, dal Comune di Modena, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e da Unicredit.

Nel corso della presentazione verrà scoperta ufficialmente la porzione dell'abside su cui è stato effettuato l'ultimo di un ciclo di interventi che, a partire dal 2006, sono stati realizzati per consentire di apprezzare nella sua migliore veste il bene monumentale più importante della città, patrimonio dell'Unesco insieme a piazza Grande e Ghirlandina.

All'iniziativa intervengono il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, l'Arcivescovo monsignor Antonio Lanfranchi, il presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Modena Andrea Landi, il Direttore regionale del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo Carla Di Francesco, il vicario generale dell'Arcidiocesi monsignor Giacomo Morandi e il responsabile di Area Commerciale Modena di UniCredit Giuseppe Zanardi.

Pubblicato in Dove andiamo? Modena

E’ iniziato il conto alla rovescia per il Web Show 2014, il convegno annuale organizzato da Zenzero Comunicazione, che quest’anno si snoderà  intorno al tema dell’ e-commerce e delle strategie di marketing per vendere online.

Il 28 Novembre 2014 presso l’Hotel San Marco di Pontetaro, dalle 10.00 alle 17.30, prenderà il via il Web Show 2014, la 6ˆ edizionedell’ormai consueto convegno autunnale organizzato da Zenzero Comunicazione dedicato a tutte quelle aziende ed esperti  del settore che desiderano ampliare le proprie conoscenze sull’argomento.

“WEB SHOW: E-COMMERCE EVOLUTION. Il cliente al centro della tua strategia di vendita. Trend, idee e casi pratici”, questo è il titolo dell’appuntamento di quest’anno il cui ricco programma sarà interamente indirizzato verso il tema dell’e-commerce, ed in particolare verso le strategie di marketing utili per sviluppare la fiducia nel cliente e vendere online.

Durante la giornata, gli esperti di Zenzero Comunicazione forniranno un quadro completo sull’andamento del mercato online anche attraverso case history di successo nel mondo dell’e-commerce. Nello specifico Valentina Pasquali, Digital Strategic Planner Zenzero Comunicazione, esporrà l’esperienza di Andrew’s Ties e della sua Chat Online, ovvero la voce del nuovo commesso digitale in grado di seguire il cliente esattamente come farebbe quello tradizionale.

Tanti gli interventi tenuti da relatori nazionali ed internazionali previsti nel corso della giornata, nomi di spicco come quello di Mario G. Messina, Presidente e Chief Creative Officer MgM Gold Communications di New York, che in call conference dal Texas prenderà in esame le possibili strategie per essere innovativi ed ottenere il massimo dal proprio e-commerce, soffermandosi sulle differenze di approccio e strategia tra mercato Italia e mercato USA.

Inoltre, si parlerà di multicanalità attraverso l’innovativo progetto promosso da OVS di integrare il mondo online e offline per reinventare il rapporto con i clienti, ed illustrando l’esperienza di Davines e della sua nuova filosofia omnichannel volta adaumentare la conoscenza del brand e le occasioni di visita al punto vendita.

Ma il successo di un e-commerce deriva anche dal suo sistema di pagamento e proprio per questo saranno presentate alcuni sistemi di pagamento alternativi, sicuri e certificati, capaci di  ampliare le opportunità di business. Anche l’indicizzazione sui motori di ricerca si conferma fondamentale per la buona riuscita di un’attività online e Giorgio Taverniti, Esperto SEO e fondatore Forum GT, spiegherà come poter raggiungere la Prima Pagina di Google. Infine, si esaminerà l’importanza della suggestione e del passaparola nella fase decisionale di acquisto e quanto questo possa essere determinante per la notorietà del brand.

La partecipazione al Web Show 2014 è gratuita per aziende, docenti, liberi professionisti ed enti. 
Per le Web Agency e gli operatori del settore è previsto un costo di partecipazione che comprende, oltre agli interventi in programma, un coffee break ed un light lunch a buffet.

E’ possibile iscriversi, scoprire tutti i dettagli ed il programma completo dell’evento visitando il sito ufficiale http://webshow.zenzerocomunicazione.it/

 

(Fonte: Ufficio Stampa Zenzero Comunicazione)

Sabato 22 novembre alle 15.30 alla Galleria civica di corso Canalgrande 103. Esposti foto, disegni e installazioni del grafico che creò le icone punk dei Sex Pistols -

Modena, 19 novembre 2014 -

Visita guidata gratuita sabato 22 novembre alle 15.30 alla mostra "Jamie Reid. Ragged Kingdom", allestita fino al 6 gennaio 2015 nelle sale espositive della Galleria civica a Palazzo Santa Margherita in corso Canalgrande 103.
Per partecipare alla visita, condotta da Giovanna Maria dell'Acqua non è necessaria la prenotazione. È sufficiente presentarsi al bookshop qualche minuto prima dell'inizio.

Dedicata a Jamie Reid (1947), artista britannico legato al Situazionismo e ai movimenti anarchici, responsabile della grafica dei Sex Pistols, per i quali dette vita a immagini radicalmente rivoluzionarie divenute simbolo della prima ondata del punk inglese, la mostra, realizzata dalla Galleria civica di Modena con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena in collaborazione con la Isis Gallery di Brighton e la partecipazione di ONO arte contemporanea, è sponsorizzata da Gruppo Hera.

In mostra disegni, dipinti, collage, fotografie per raccontare i migliori esiti del talento di un artista da sempre contrario al potere costituito, che ha aperto nuove strade nel mondo dell'immagine e della comunicazione.
L'esposizione è visitabile gratuitamente dal mercoledì al venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle18; sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 19 a orario continuato; lunedì e martedì chiuso.
Per informazioni: tel. 059 2032911 www.galleriacivicadimodena.it

(Fonte: ufficio stampa Comune di Modena)

 

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La rassegna a Campegine analizza quali sfumature e quali caratteristiche sono trasposte nel passaggio dai testi letterari ai film ad essi ispirati -

Reggio Emilia, 18 novembre 2014 - di Federico Bonati -

Organizzato dal Circolo di Lettura della biblioteca di Campegine, questo ciclo di incontri ha come scopo valutare e considerare le sfaccettature narrative dei libri nella loro trasposizione sul grande schermo, appunto dal libro al film.
Relatore dell'occasione è il Dott. Enzo Motta, che parte analizzando la figura del cinema, nato come spettacolo di puro intrattenimento fino ad arrivare alla completa espressione di quelle potenzialità che la letteratura non può far ottenere.

Un tipo di film, quelli presi in considerazione in questi incontri, che hanno tratto grande ispirazione dalla letteratura.
In questo incontro sono stati analizzati Piccole Donne, di Louisa May Alcott, anno 1868, con i seguenti film del 1933 con Katharine Hepburn, del 1948 con Liz Taylor e del 1994 con Winona Ryder, Kirsten Dust e Susan Sarandon. Si è passato poi a Lolita di Vladimir Nabokov (1955) cui seguì il film di Stanley Kubrick del 1962, concludendo con Doppio Sogno di Athur Schintzler (1926) che ispirò un altro capolavoro di Kubrick, Eyes Wide Shut (1999) con Tom Cruise e Nicole Kidman.

Risulta evidente come la figura centrale del tema in questione sia la figura della donna.
Figure, quelle delle protagoniste, con connotanti differenti: si parte dalla classicità delle protagoniste di Piccole Donne, passando poi ad una Lolita ribelle, spregiudicata e maliziosa, concludendo con Eyes Wide Shut in cui le donne, di qualunque tipo, sono le autentiche protagoniste legate al Tom Cruise filo conduttore della trama.
Oltre alle figure in questione, si è analizzato anche l'uso delle pause e della musica nei film, sempre diverse in ogni lungometraggio, figlie di un'evoluzione cinematografica costante.

Il Dott. Motta analizza poi la figura dei doppiatori. Il doppiaggio è da sempre un'arte che contraddistingue l'Italia rispetto al mondo; sono difatti italiani i migliori doppiatori nel corso della storia (Ferruccio Amendola e Oreste Lionello per citarne alcuni) sino ai giorni nostri (Tonino Accolla, scomparso recentemente, Luca Ward, Pino Insegno, Francesco Pannofino).
"Sono i doppiatori- aggiunge Motta- a creare il carattere, il contorno e le sfumature dei personaggi, attraverso le loro voci", ed è interessante notare come questa considerazione sia vera e reale nei film proposti nell'incontro.
Una serata interessante su un tema che ha appassionato il pubblico in sala.

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Lunedì, 17 Novembre 2014 16:42

Magazzino 18: una storia a lungo dimenticata

"Magazzino 18", spettacolo di e con Simone Cristicchi, per la regia di Antonio Calenda narra la storia profonda e toccante del "Servizio Esodo", vissuto da quasi trecentomila persone -

Reggio Emilia, 17 novembre 2014 - di Federico Bonati -

Esiste, al Porto Vecchio di Trieste, un luogo che conserva al suo interno una storia toccante, ma che pochissime persone ricordano. Una storia che coincide con una pagina dolorosa della storia del nostro Paese, mai abbastanza approfondita, della quale sono rimasti soltanto pochi oggetti del quotidiano a raccontarla.
La storia è quella del "Servizio Esodo", vissuto da quasi trecentomila persone. Fu, infatti, con il trattato di pace del 1947 che l'Italia perdette vasti territori dell'Istria e della fascia costiera a est dell'Adriatico e in quel momento quelle persone scelsero di lasciare il suolo natio, divenuto poi suolo jugoslavo, e di proseguire la loro esistenza in Italia. Ciò che ne seguì è narrato nelle parole e nelle canzoni di "Magazzino 18", spettacolo di e con Simone Cristicchi, per la regia di Antonio Calenda.

È lo stesso artista romano a spiegare il bisogno di raccontare questa storia: "Si tratta di una storia avvolta da una cappa di silenzio che dura da decenni. Come cittadino sentivo il dovere di approfondire questa storia, mentre come artista sento il bisogno di portare in scena uno spunto di riflessione per la comunità".
Uno spettacolo che non ha colore politico, ma è solo narrazione storica come aggiunge Cristicchi: "Io sono schierato dalla parte di chi non ha voce. Questo spettacolo è stato travisato come una sorta di j'accuse nei confronti della lotta partigiana, ma non è così. A chi contesta, rivolgo l'invito di parlare di persona con i testimoni".

Una storia profonda e toccante quella narrata da Cristicchi, con protagonista il buffo archivista Persichetti, chiamato a catalogare ed archiviare tutti gli oggetti del Magazzino 18. Ma, una volta all'interno di esso, il protagonista dovrà fare i conti con i fantasmi di un passato a lungo taciuto, spiriti che raccontano, attraverso gli oggetti, storie di esuli e di "rimasti", storie di operai monfalconesi migrati in Jugoslavia e di prigionieri dei lager comunisti di Goli Otok.

Eventi vissuti sulla pelle da una diretta testimone della vicenda, la signora Elsa, che con parole dolci e un linguaggio cortese, racconta pochi minuti prima dello spettacolo, come Cristicchi l'abbia commossa facendo quest'opera teatrale. Esserci, questa sera, ha per lei un significato diverso. Possiamo solo provare ad immaginarlo, ma non ci riusciremmo mai del tutto.
Una storia mai banale, diretta e potente. Una storia come tante di quelle raccontate da Cristicchi nel corso degli anni, attraverso le sue canzoni, i documentari, le opere teatrali.

Questo fa sentire Simone Cristicchi un artista non convenzionale nel panorama musicale italiano? "Effettivamente mi sono sempre sentito un outsider cercando sempre di reinventarmi, ma questa è una mia attitudine, non è essere snob. La musica permette di comunicare velocemente un messaggio, ed ho sempre cercato di comunicare messaggi che spingessero l'ascoltatore a riflettere".
E se Cristicchi dovesse in questo momento raccontare ad un bambino la storia dell'Italia attuale attraverso una sua canzone quale utilizzerebbe? "L'Italia di Piero, una canzone allegra e ironica".

Nonostante tutte le situazioni del momento, però, è doveroso avere fiducia nel domani. Questa fiducia Cristicchi la vede in quelle persone, soprattutto ragazzi e ragazze, che vanno a teatro, che riflettono, che cercano di apprendere il passato per comprendere al meglio il presente.
Sono quindi questi giovani la fiducia nel domani. Giovani che, attraverso l'apertura, la cultura del rispetto e dell'educazione nei confronti del prossimo, lo studio della storia per non dimenticare e non ripetere gli stessi errori del passato, sono la speranza di un domani migliore per l'Italia. E questa è forse, in cuor suo, anche la speranza della signora Elsa.

Pubblicato in Cultura Emilia


Prosegue il viaggio nella storia, tra le rocche e i castelli della Bassa parmense, dei luoghi che sono stati la culla del "Culatello di Zibello".

di Sara Bondani - Parma 14 novembre 2014 --

Attraverso la Strada del Culatello si può percorrere lungo il Po un viaggio nel gusto e nella cultura dei Comuni della Bassa. Visitati i paesi che ospitano il circuito del "November Porc" non si può non passare per Fontanellato, dove la maestosa mole della Rocca, eretta nel '400 esige una visita.
Sottoposta a numerosi restauri, nel corso dei secoli è stata trasformata da fortezza difensiva a residenza dei nobili Conti Sanvitale che l'hanno poi abitata per circa sei secoli. Nel 1948 l'ultimo Conte cedette la Rocca con i suoi arredi al Comune, che la adibì a museo.

La maestosa Rocca di Fontanellato
Proseguendo per Soragna meritano una visita la superba Rocca Meli Lupi, la Sinagoga e il Museo del Parmigiano-Reggiano. Per proseguire poi a Busseto, patria di Giuseppe Verdi, in realtà nato nella vicina Roncole, dove si trova la Casa Natale. Qui si possono visitare il Teatro e la Villa Pallavicino.

Soragna - E' con l'arrivo dei Longobardi che nel 712 d.C. il nome "Soragna" comparve per la prima volta in un documento ufficiale. Sul finire dell'XI sec. due famiglie si stabilirono a Soragna: i Pallavicino ed i Lupi, questi ultimi di origine cremonese. Il territorio venne diviso in due: ai Pallavicino restò l'odierna Castellina, ai marchesi Lupi l'attuale Soragna. Una convivenza tutt'altro che pacifica, tanto che già nel 1200 i Lupi fortificarono il proprio castello per difendersi dai potenti vicini. Dopo alterne vicende che portarono i Lupi a perdere più volte il possesso delle proprie terre, passarono parecchi anni prima che potessero entrare a Soragna.
Il marchese Giampaolo Meli ottenne nel 1530 dall'Imperatore Carlo V il diritto di aggiungere al proprio cognome quello dell'estinto casato dei Lupi.
Di particolare importanza per la storia del paese è la nomina di Giampaolo Meli a principe del Sacro Romano Impero, nel 1709 da parte dell'imperatore Giuseppe I. Soragna divenne così uno stato autonomo, con diritto di battere moneta in qualsiasi metallo.

Rocca di Soragna - Dimora del Principe Diofebo Meli Lupi

Anche oggi la Rocca è abitata da un Meli Lupi, il principe Diofebo VI, che apre le magnifiche sale del castello a visitatori, convegni ed importanti avvenimento culturali.
La Rocca è uno straordinario esempio di fortezza medievale trasformata in sontuosa residenza nel corso dei secoli, con sale riccamente affrescate e decorate a stucco, con uno splendido insieme di arredi, dipinti e suppellettili. Teatro di un crudele delitto, la Rocca è legata alla leggenda di Donna Cenerina, la sfortunata dama vissuta nel XVI secolo, vittima innocente di un complotto ordito per motivi economici. La leggenda narra che il fantasma della dama vaghi senza pace nelle Sale della Rocca. (potresti fare il link se vuoi all'articolo che mi hai mandato)

Roncole Verdi - Casa natale del maestro Giuseppe Verdi

Busseto - Legata in maniera indissolubile al grande Maestro Giuseppe Verdi, il cui bronzo svetta nella piazza principale, Busseto ha un nome di origine antichissima, "Buxetum" da "buxus" e quindi bosco dei bossi. Verso la metà del sec. XIII, con il marchese Uberto il Grande, Busseto entra nei domini dei Pallavicino per rimanervi ininterrottamente fino al 1587, quando il marchesato diventa territorio Farnesiano. Seguì quindi le sorti del Ducato di Parma e Piacenza fino al 1859 e alla proclamazione del Regno d'Italia. Nella seconda metà del XIX secolo Busseto fu impegnata in opere edilizie e urbanistiche che determinarono il volto attuale del suo centro storico.
Terra natale di numerosi nomi distinti nelle lettere, nelle scienze, nel diritto e nell'arte tra cui lo storico Ireneo Affò, il medico Buonafede Vitali, il compositore Tarquinio Merula, i pittori Pietro Balestra, Alberto Pasini e Gioacchino Levi, per arrivare alle grandi figure di Giuseppe Verdi e del nostro contemporaneo Giovannino Guareschi.
In questa zona, non poteva mancare un interessante itinerario verdiano che, partendo dalla casa natale del Maestro, a Roncole, giunge poi fino alla villa di Sant'Agata di Villanova sull'Arda. In piazza Verdi, oltre al bronzo del Maestro, si trova la Rocca duecentesca un tempo dimora dei Pallavicino e ora sede del municipio, il Teatro Verdi, datato tra il 1856 e il 1868 e Casa Barezzi, dove il compositore visse con la moglie Margherita Barezzi. La casa racchiude al suo interno numerosi cimeli - testimonianze della formazione e della futura carriera di Verdi - lettere autografe, documenti iconografici, ritratti originari del Maestro e dei suoi esecutori durante il secolo scorso.

Subito fuori dalle antiche mura della città, un'altra significativa tappa culturale è rappresentata da Villa Pallavicino. La bella costruzione rinascimentale oggi ospita il Museo Nazionale Giuseppe Verdi e ne celebra il genio. I suoi ampi saloni ripropongono ventisette opere con la riproduzione delle scenografie originali di Casa Ricordi e dei quadri dell'epoca, i tessuti pregiati dell'800, le musiche immortali, in un allestimento di luci teatrali che accompagnano il visitatore in un percorso dalle intense atmosfere romantiche.

La Rocca di San Secondo

San Secondo - La storia di San Secondo è legato in maniera indissolubile al nome di un grandissimo Casato - quello dei Rossi - che nel corso del Medioevo e del Rinascimento ha saputo esprimersi ai massimi vertici politici e militari. Nella prima metà del XV secolo, Pier Maria II detto il Magnifico, getta le basi di quello che avrebbe dovuto essere un moderno Stato rinascimentale, avendo disseminato di castelli e roccheforti le vallate dei fiumi Taro e Parma, dagli Appennini sino al Po, con le fortezze ancora oggi esistenti – da Torrechiara a Corniglio, da San Secondo a Roccabianca. ( Fonte - http://www.paliodellecontrade.com/storia.html)

Curiosità - San Secondo.
La storia del fantasma di San Secondo http://www.luoghimisteriosi.it/emilia_secondo.html

Colorno - Reggia Ducale. Una passeggiata in giardino

Colorno - Il nome di Colorno deriva dalla posizione originaria del paese alla confluenza del Lorno nel torrente Parma: "Caput Lurni", a capo del Lorno.
Dal 1303 al 1612 Colorno fu feudo dei Correggio, dei Terzi e dei Sanseverino. Poi Colorno passò ai Farnese, duchi di Parma, che verso la fine del '600 vi posero la loro residenza estiva e apportarono radicali trasformazioni al Palazzo Ducale ed al Giardino costruendo importanti edifici, tra cui l'Aranciaia - ricovero invernale degli alberi di aranci e limoni che durante l'estate ornavano lo splendido giardino della Reggia e che non avrebbero potuto sopportare i rigidi freddi - oggi sede del Museo dei paesaggi di terra e di fiume.
Nel 1748 il Ducato di Parma passò ai Borbone, iniziando così un nuovo periodo felice per Colorno, sia dal punto di vista urbanistico, che artistico e culturale, tanto da meritare il titolo di "Versailles dei Duchi di Parma".
Nel 1802, con l'annessione alla Francia, Parma divenne un dipartimento dell'Impero napoleonico. Con Maria Luigia d'Austria, già moglie di Napoleone, nel 1816 Parma ridivenne capitale del Ducato e Colorno residenza estiva ducale.
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Per maggiori informazioni sulla manifestazione "November Porc".

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