Sanità. Il presidente Bonaccini: "Salvini male informato. In Emilia-Romagna gli ospedali li costruiamo nuovi o ampliamo quelli esistenti. Qui sanità al vertice in Italia". Il presidente della Regione Emilia-Romagna risponde al ministro Salvini, che ha accusato le amministrazioni centrosinistra di aver chiuso ospedali in regione.
Bologna
“Caro Salvini, il governo di cui fai parte ha di nuovo indicato l’Emilia-Romagna tra le prime tre Regioni benchmark, cioè quelle che hanno la migliore sanità pubblica del Paese. E, proprio stamattina, l'Indice di Performance Sanitaria realizzato dall'Istituto Demoskopika ci colloca ancora una volta sul podio. Per quanto riguarda gli ospedali, bisogna sapere di cosa si parla. Noi non solo non li chiudiamo, ma ne costruiamo di nuovi: a Cesena, dove andrai oggi, e poi a Carpi e a Piacenza”.
E’ il commento di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, alle dichiarazioni del ministro degli Interni Matteo Salvini, oggi in tour elettorale in diverse località della regione. Salvini, in uno dei suoi interventi, ha accusato le amministrazioni di centrosinistra di aver chiuso ospedali.
"Dal 1 gennaio - continua Bonaccini - in questa Regione non si paga più il superticket, misura che voi avevate annunciato a parole ma che solo noi abbiamo realizzato nei fatti. Abbiamo potuto abolirlo grazie all'efficienza di un sistema di acquisti che ha pochi paragoni in giro per l'Italia e l'Europa, a dimostrazione che qui in Emilia-Romagna sappiamo far funzionare le cose abbastanza bene, se è vero che proprio il Governo di cui fa parte Salvini ci ha indicato anche in questo caso come esempio virtuoso per il resto del Paese".
Conclude Bonaccini, rivolgendosi direttamente a Salvini: "Sarebbe utile avere meno polemica e qualche risposta in più: ad esempio, come Regione abbiamo avanzato proposte serie e responsabili in tema di autonomia, che non solo non dividono l'Italia, ma non chiedono neppure un euro in più allo Stato; purtroppo da un anno te ne sento parlare, ma non arriva nessuna risposta concreta. Un Paese si governa compiendo atti, non con i comizi".
Fonte: Regione ER
Anche quest’anno l’Azienda Usl Irccs, il Comune di Reggio Emilia, ASP Reggio Emilia - Città delle persone in collaborazione con altri enti e associazioni (Auser, Emmaus, Croce Verde, Croce Rossa, Infermiere Volontarie CRI, Coordinamento provinciale dei Centri Sociali, Azienda FCR di Reggio Emilia e i Comuni del Distretto di Reggio) hanno definito il piano di intervento per promuovere azioni volte ad alleviare, nel periodo estivo, la solitudine delle persone anziane e a soccorrerle in caso di bisogno.
Questo periodo dell’anno rappresenta un momento critico, perché i consueti riferimenti familiari e sociali si indeboliscono o vengono meno, mentre aumenta la sensazione di isolamento e il senso di insicurezza a fronte dei piccoli e grandi problemi che si possono presentare nella vita di tutti i giorni. Tale situazione può anche comportare conseguenze gravi, nel momento in cui l’anziano, in difficoltà, non sia in grado di attivarsiautonomamente per chiedere aiuto ai servizi specifici a sua disposizione. Il piano emergenza caldo è pensato per questo e consente di attivare tempestivamente i Servizi sanitari e/o i Servizi Sociali.
Per i cittadini del Distretto di Reggio Emilia, il piano prevede l’attivazione del centro di ascolto telefonico tel: 0522 320666, per aiutare le persone che rimangono in città nei giorni più caldi e che possono avere bisogno d’assistenza o anche solo di scambiare due parole al telefono. Il numero è attivo dal 3 giugno al 13 settembre 2019 dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 18 da lunedì a venerdì; dalle ore 9 alle ore 18 il sabato e la domenica.
Le elevate temperature richiedono che le persone anziane adottino alcuni comportamenti utili a fronteggiare il caldo.
I medici ribadiscono:
Sul sito internet dell’Azienda USL www.ausl.re.it e Comune www.comune.re.it è possibile consultare e scaricare opuscoli con informazioni utili per fronteggiare le ondate di calore.
La Chirurgia dei Trapianti di Fegato protagonista al Congresso Mondiale della Società Internazionale di Chirurgia Laparoscopica del Fegato.
Dieci trapianti di fegato nel mese di maggio, di cui cinque nell'ultima settimana. Sono 24 i trapianti effettuati dall'inizio dell'anno, il 17% in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Questo il notevole risultato conseguito dall'equipe di Chirurgia Oncologica Epatobiliopancreatica e Trapianti di Fegato dell'AOU di Modena, diretta dal prof Fabrizio Di Benedetto.
"Questo risultato è il frutto del lavoro di squadra con epatologi, radiologi ed anestesisti, e dell'impegno di tutte le figure professionali, infermieri e coordinatori, coinvolte nel processo di donazione e trapianto all'interno dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria, Policlinico e Baggiovara- ha commentato il prof. Di Benedetto- I cittadini modenesi possono contare su una rete trapiantologica che cura tutti gli aspetti della persona, dai percorsi pre-trapianto all'assistenza dopo la dimissione. Un risultato che si ottiene, bisogna ricordarlo, grazie alla generosità dei donatori e dei loro familiari".
L'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è in grado di unire il percorso di donazione e prelievo con quello di trapianto, sia di fegato, sia di rene. L'Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale Civile di Baggiovara, diretta dalla dottoressa Elisabetta Bertellini si colloca ai primi posti, in Regione per le donazioni, ed in particolare per il programma di donazione a cuore non battente. Parallelamente, al Policlinico di Modena si svolge l'attività di trapianto sia di fegato – che vede in prima linea l'equipe del prof. Di Benedetto - sia di rene – svolta dall'Urologia, diretta dal prof. Bernardo Rocco e della Nefrologia e Dialisi, diretta dal prof. Gianni Cappelli – col supporto dell'Anestesia e Rianimazione 1, diretta dal prof. Massimo Girardis e della Chirurgia vascolare diretta dal dott. Roberto Silingardi. Un percorso, completo, insomma, che lavora per il beneficio della collettività, in un contesto dotato di una importante dotazione tecnologica, tra cui spicca quella per la chirurgia robotica.
All'interno dell'Azienda è attivo un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale(PDTA) per l'ottimizzazione dei processi di cura e l'implementazione della presa in carico dei pazienti affetti da patologie suscettibili di trapianto di fegato.
Uno degli obiettivi del Centro è la promozione delle nuove tecnologie, e dopo le positive esperienze negli Stati Uniti l'esperienza robotica della Chirurgia Oncologica Epatobiliopancreatica e dei Trapianti di Fegato è sbarcata in Oriente. I risultati del centro diretto dal prof Fabrizio Di Benedetto nelle resezioni epatiche maggiori con approccio robotico hanno infatti avuto spazio all'interno del Congresso Mondiale della Società Internazionale di Chirurgia Laparoscopica del Fegato(ILLS – International Laparoscopic Liver Society), che si è svolto a Tokyo dal 9 all'11 Maggio. Il dott. Paolo Magistri, membro dello staff, ed il dott. Cristiano Guidetti, Medico in formazione in Chirurgia Generale dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, hanno curato la presentazione congressuale. L'evento è stato inoltre l'occasione per consolidare le collaborazioni scientifiche con Centri internazionali quali la Weill-Cornell University di New York, e creare nuovi gruppi di ricerca con centri Koreani, Cinesi e Giapponesi.
"Sono molto soddisfatto per la crescita del gruppo che punta sulla formazione e la valorizzazione dei giovani chirurghi attraverso la promozione della tecnologia– le parole del prof. Di Benedetto– negli ultimi 4 anni la chirurgia mini-invasiva del fegato è progressivamente cresciuta andando a costituire oggi il 60% del volume totale degli interventi di chirurgia epatica che vengono svolti dal nostro gruppo. È molto importante sviluppare all'interno dell'Università le tecniche più innovative per permette ai giovani di apprendere i cardini della professione chirurgica in una prospettiva moderna".
Le telecamere della Rai al consultorio familiare della Casa della Salute Parma centro. Nei giorni scorsi, una troupe di Presa diretta – il programma in onda lunedì in prima serata su Rai 3 – ha visitato la struttura dell’AUSL per intervistare operatori sanitari e neomamme sul progetto di dimissione appropriata a 72 ore dal parto.
Unica esperienza di questo tipo in Emilia-Romagna, il progetto di dimissione appropriata della mamma e del neonato è nato vent’anni fa con l’obiettivo di accompagnare e assistere in modo sicuro la neo mamma e il suo bebè al loro rientro a casa, dopo il parto.
Al microfono del giornalista di Presa Diretta, Giuseppe Laganà, hanno risposto numerose mamme utenti del consultorio e del progetto, Carla Verrotti, responsabile della Salute Donna, Maria Cristina Lottici, ostetrica del consultorio, Emanuele Voccia, pediatra di famiglia tra i fondatori dell’iniziativa.
Il progetto di dimissioni appropriate prevede la scelta del pediatra già durante la gravidanza, e un contatto diretto tra le ostetriche della Maternità e del consultorio, per consentire entro tre giorni dalla dimissione dall’ospedale la visita del neonato e della sua mamma.
Unico requisito richiesto alle mamme per poter usufruire del progetto è scegliere di partorire all’Ospedale Maggiore di Parma o all’Ospedale di Vaio.
Altissimo il tasso di adesione del progetto, importante indicatore di soddisfazioni da parte delle utenti: ogni anno, aderisce il 95-97% delle circa 3.500 donne che ogni anno partoriscono a Parma e provincia.
Controlli gratuiti al Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, domenica 19 maggio, in occasione della Giornata di Prevenzione per la lotta all’Ictus Cerebrale. Con l’obiettivo di sensibilizzare e informare dalle ore 8.30 a mezzogiorno, ai Poliambulatori dell’Arcispedale in Viale Risorgimento 80, saranno effettuati accertamenti gratuiti dei parametri collegati ai più importanti fattori di rischio vascolari: glicemia, colesterolo, pressione arteriosa e determinazione del ritmo cardiaco.
Ci sarà anche la possibilità di una valutazione multidisciplinare e individualizzata del rischio cerebrovascolare, corredata dall’indicazione delle strategie di modifica dello stile di vita e di controllo dei fattori di rischio che aiutano a prevenire le manifestazioni delle malattie cerebrovascolari. In presenza di un rischio cardio-vascolare elevato saranno consigliati adeguati approfondimenti.
L’iniziativa di prevenzione è organizzata nella nostra provincia da A.L.I.Ce. Reggio Emilia (Associazione per la lotta all’ictus cerebrale), in collaborazione con il reparto di Neurologia dell’Ausl Irccs di Reggio Emilia. Sono stati coinvolti attivamente ilDipartimento di Cure Primarie dell’Ausl con Luoghi di Prevenzione e numerosi medici e infermieri dell’Arcispedale Santa Maria Nuova. “La prevenzione è la strategia più efficace per diminuire l’incidenza dell’ictus – ricorda il presidente dell’associazione Paolo Viappiani -. Nel 2017 si sono registrati oltre 1000 pazienti con ictus ischemico e oltre 250 pazienti con ictus emorragico solo nella provincia di Reggio Emilia. L’ictus è la patologia che causa oggi il più alto numero di disabili. Risultano pertanto importanti le giornate che organizziamo per sensibilizzare la popolazione sul tema”.
L’ictus è un disturbo improvviso della circolazione cerebrale che colpisce sedi differenti del cervello determinandone la perdita di funzione (spesso irreversibile) e i deficit neurologici avvertiti dal paziente. Esso si manifesta di solito senza sintomi dolorosi, spesso con interessamento di importanti funzioni (linguaggio, motricità, vista, sensibilità e coordinazione). Ogni anno, nel nostro Paese, vengono registrati circa 200mila nuovi casi di ictus cerebrale, dei quali 4.200 riguardano soggetti con età inferiore ai 45 anni. La mortalità a 30 giorni dopo un ictus ischemico è pari al 20% mentre in caso di ictus emorragico la percentuale di mortalità sale al 50%. Tra i fattori di rischio dell’ictus ci sono, oltre all’ipertensione arteriosa, il fumo, il diabete, l’ipercolesterolemia e la fibrillazione atriale (FA), quest’ultima responsabile di circa il 20% di tutti gli ictus ischemici.
“E’ fondamentale – sottolinea il dottor Franco Valzania, direttore della Neurologia - che nella popolazione cresca la consapevolezza che per le malattie cerebrovascolari la conoscenza dei fattori di rischio e la conseguente modificazione dello stile di vita (abolizione fumo, controllo abitudini alimentari e peso corporeo, promozione dell’attività motoria) possono ridurre in maniera sensibile il rischio di ictus. In quest’azione di esecuzione di controlli periodici e di prevenzione il paziente ha quindi un ruolo attivo e responsabile nel determinare la propria salute futura”.
Un quartiere mobilitato per l’oncologia di Parma. E l’edicolante di via Trieste firma, a nome di tutti i donatori, l’assegnone per la raccolta fondi “insieme CON te”.
Parma -
Tutte le mattine va a prendere il giornale per lui e per la sua vicina che non può uscire di casa, solidarietà tra persone non più giovanissime. Ma la parola oncologia gli evoca antichi ricordi.
“Posso mettere 2 euro?”. “Ma certo”, risponde Giampaolo il Giornalèr di via Trieste che ha trasformato la sua edicola in un punto di raccolta per il nuovo Centro oncologico che ha coinvolto tutto il quartiere San Leonardo.
E il giorno successivo lo stesso signore torna con altri 2 euro “Anche la mia vicina vuole contribuire…”. Così il salvadanaio si riempie, grazie a tanti piccoli gesti di generosità e alla disponibilità di commercianti e residenti che hanno sparso la voce e organizzato un aperitivo nel quartiere con intrattenimento per grandi e piccini. Al momento della fatidica apertura, avvenuta alla presenza del presidente del Consiglio comunale di Parma Alessandro Tassi Carboni, il contatore fa segnare 1.460 euro, cifra che viene trasferita nel simbolico assegnone pronto per la firma. Con quella donazione il gruppo che si ritrova su facebook con il nome “Il bello di essere del San Leonardo” aggiunge un prezioso mattoncino di cuore per il nuovo Centro Oncologico e firma uno dei mattoncini verde, in numero limitato, che comporrà la cornice del plastico di prossima realizzazione.
I residenti del quartiere San Leonardo sono stati, infatti, i primi a mobilitarsi per creare quelli che stanno diventando i Punti di raccolta per il nuovo Centro oncologico di Parma, iniziative spontanee di cittadini che propongono il loro originale sostegno. E le idee si stanno moltiplicando. Per informazioni occorre mandare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Infezioni batteriche nei neonati, un convegno al Policlinico di Modena. La Neonatologia coordina il progetto regionale di sorveglianza delle malattie invasive batteriche.
Modena -
Le infezioni batteriche sono al centro dell’evento “IPOKRATES CLINICAL SEMINAR – BACTERIAL INFECTIONS IN THE NEWBORN INFANT” che si svolgerà a Modena in data 6-8 maggio 2019. L’evento è organizzato dalla Struttura Complessa di Neonatologia dell’AOU di Modena, diretta dal prof. Alberto Berardi, su incarico di IPOKRaTES (fondazione internazionale no profit) ed è finalizzato all’aggiornamento professionale di Medici Chirurghi e Infermieri Pediatrici dal titolo. Appuntamento al Centro Servizi del Policlinico a partire dalle ore 7,45 del 6 maggio.
“Le infezioni batteriche – spiega il prof. Alberto Berardi - sono uno dei principali problemi neonatali. Esse colpiscono da 2 ad 8 per 1000 nati vivi e rappresentano tuttora una minaccia per la sopravvivenza e la qualità della vita dei neonati. Infatti, ad esse si associa un aumento del rischio di mortalità ed esiti neurologici a lungo termine (soprattutto nei neonati con età gestazionali più basse). Per questo motivo, nelle terapie intensive di tutto il mondo vengono attuate strategie per la prevenzione ed il controllo delle infezioni. Si tratta di un campo in continua evoluzione, che richiede un impegno continuo di tutto il personale, medico e non medico.
Il prof. Berardi coordina il progetto di “Sorveglianza delle malattie invasive batteriche dei primi mesi di vita, da alcuni anni finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, che ha come scopo il controllo delle infezioni neonatali e l’uso appropriato degli antibiotici. Una rete di Ospedali della regione Emilia-Romagna (cui si è aggiunta di recente anche la Puglia), unitamente ad altri ospedali sparsi nel Nord e Centro Italia, fornisce al centro coordinatore di Modena informazioni sulla tipologia delle infezioni neonatali e sulle misure di profilassi e terapia antibiotica attuate in ogni singolo caso. Il centro coordinatore elabora poi report annuali che vengono inviati all’Agenzia Sanitaria Regionale di Bologna. Inoltre, i ceppi batterici vengono inviati a Roma, all’Istituto Superiore di Sanità, che provvede a caratterizzarli ed a fornire informazioni sulle resistenze antibiotiche. La rete di sorveglianza ha infine elaborato strategie tese al controllo dell’uso degli antibiotici non necessari e delle resistenze.
Fonte: Ausl MO
La Regione interviene per tentare di risolvere il preoccupante fenomeno della carenza dei Medici di Famiglia, collegato anche ai numerosi pensionamenti in programma nei prossimi anni. Per la sede di via Amendola sono ben trenta i posti per giovani medici messi a disposizione per il corso triennale di formazione specifica in Medicina generale che è ripartito il 3 aprile scorso all’Ausl Irccs di Reggio Emilia.
Per questo triennio l’Ausl ha deciso di investire importanti risorse per rispondere alle numerose esigenze di Medici di Medicina Generale sia a Reggio Emilia che a Parma nel breve periodo: fino all’ultimo bando 2017-2020 i posti fissati erano 19 per ogni anno del triennio, da questo bando 2018-2021 i posti assegnati dalla Regione all’Ausl Irccs di Reggio sono 30. Il corso, che è organizzato dalla Regione e dalle Ausl nelle sedi di Reggio Emilia, Piacenza, Modena, Bologna, Cesena e Ferrara, è la tappa obbligatoria post-laurea per intraprendere la professione di “Medico di Medicina Generale” per chi ha conseguito il titolo universitario dopo il 1991. Si tratta di un percorso impegnativo, strutturato su tre anni, che prevede la frequenza obbligatoria ed è riconosciuto dall’Unione europea.
Negli ultimi anni erano stati messi a bando per le sedi didattiche della Regione Emilia-Romagna 80 posti, da quest’anno invece sono 167 e in più sono stati accettati 9 medici sovrannumerari che non percepiscono borsa di studio, ma possono frequentare il corso. L’incremento del numero di borse di studio messe a disposizione comporta uno sforzo notevole da parte della Regione e un impegno non indifferente per l’Azienda Usl in termini di organizzazione e gestione di una classe numerosa. L’attività per i nuovi trenta giovani medici, diciannove femmine e undici maschi, si aggiunge tra l’altro a quella per i 20 attualmente frequentanti il terzo anno e quella relativa ai 19 del secondo.
I medici che compongono la nuova classe sono residenti a Reggio Emilia e Parma. Frequenteranno per tre anni 4800 ore di attività, che comprendono ricerche guidate e seminari (1600 ore), tirocini di tipo pratico (3200 ore), fino alla discussione finale della tesi e all’ottenimento del diploma finale necessario per accedere alla convenzione come Medico di Medicina Generale. Le lezioni teoriche si svolgeranno nel Campus San Lazzaro, al Padiglione Golgi dell’AUSL, in Via Amendola, 2, a Reggio Emilia. I contenuti riguardano la Medicina generale, l’area materno infantile, la promozione della salute, le malattie croniche, il fine vita, l’attività medica guidata ambulatoriale e domiciliare e l’attività mirata all’acquisizione di tecniche diagnostico terapeutiche. Leattività didattiche di tipo pratico si svolgeranno negli ospedali della provincia di Reggio Emilia e di Parma, nelle sedi territoriali e negli studi dei Medici di Medicina Generale. Quest’ultima parte di tirocinio è quella chiaramente prevalente (1200 ore su 3200).
Fonte: Ausl RE
Uno studio della Cardiologia del Policlinico Modena – che fa parte dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena e che è diretta dal prof. Giuseppe Boriani di Unimore - ha esplorato la correlazione tra obesità e fibrillazione atriale.
Il professor Giuseppe Boriani è il primo autore di un articolo pubblicato in collaborazione con l’Università statunitense di Harvard in corso di stampa sulla prestigiosa rivista European Heart Journal e sinora pubblicato sulla versione on-line della rivista.
“Obesità e fibrillazione atriale – spiega il prof. Giuseppe Boriani - sono un'associazione di patologie poco studiate sinora, che in questo studio abbiamo analizzato in dettaglio su una casistica di oltre 20 mila pazienti, raccolta in quattro anni di lavoro in un database specifico. Questa casistica ci ha consentito di evidenziare che il sovrappeso e l'obesità molto frequenti nei pazienti con disturbi cardiaci e nel caso specifico nei pazienti con aritmia da fibrillazione atrialepossono essere trattati con sicurezza con i nuovi anticoagulanti orali nella prospettiva di ridurre la temibile complicanza dell’ictus cerebrale”.
La fibrillazione atriale, che consiste in un’alterazione del ritmo del cuore che produce un battito molto rapido ed irregolare, ha effetti sulla funzionalità dei ventricoli e sul flusso sanguigno. In condizioni normali, a riposo, il ritmo cardiaco, definito “sinusale” è solitamente di 60-80 pulsazioni al minuto. In caso di fibrillazione atriale, la frequenza può variare tra 300 e 600 battiti al minuto. La fibrillazione atriale è, però, una malattia progressiva e potenzialmente pericolosa, in quanto comporta una accelerazione della funzionalità del cuore, riducendo l’efficienza della pompa cardiaca. Per questo va inquadrata in breve tempo e trattata in maniera adeguata. La fibrillazione atriale ha una incidenza piuttosto significativa tanto da riguardare l'1-2% della popolazione mondiale. Mentre in Italia ne soffrono 600mila persone.
“Un moderno approccio al paziente con fibrillazione atriale – aggiunge Boriani - deve avere oggi le caratteristiche di un approccio integrato, multidisciplinare, mirato alla terapia del disturbo del battito cardiaco ma anche al corretto inquadramento oltre che della cardiopatia di base delle condizioni patologiche associate, in primis obesità e diabete. L’adozione di appropriati stili di vita e esecuzione di regolare attività con almeno due ore alla settimana di esercizio fisico può contrastare gli effetti di sovrappeso e obesità anche nel campo delle aritmie ed è ciò che caldamente consigliamo ai pazienti nel nostro ambulatorio del Policlinico dedicato ai pazienti con fibrillazione atriale, in piena collaborazione con gli altri specialisti e con i medici medicina generale”.
L’ambulatorio del Policlinico esegue circa 800 visite in un anno. Cardine dell’approccio clinico è la terapia anticoagulante, unita a trattamenti farmacologici o interventistici come la ablazione transcatetere, cioè la procedura in cui vengono colpite in modo “mirato” le zone all’interno del cuore, negli atri, che determinano l’insorgenza e il mantenimento della fibrillazione atriale. Per le ablazioni il Policlinico svolge il ruolo di centro di riferimento provinciale.
“Le equipe di elettrofisiologi della provincia – conclude Boriani - stanno lavorando insieme, riproponendo anche in questo settore l’attività di equipe già in atto per il trattamento dell’infarto in cui il ruolo di riferimento è svolto dalla Cardiologia dell’Ospedale di Baggiovara diretta dal dottor Stefano Tondi”.
Fonte: Policlinico Modena
Sanità - Oltre 1.200 nuove assunzioni nel Servizio sanitario dell'Emilia-Romagna nei primi 3 mesi dell'anno, con una media di 400 al mese: più di 10.300 quelle di medici, infermieri, tecnici e operatori, tutti a tempo indeterminato, nel triennio dal 2016. Percentuali di turn over fino al 150%. Procede il piano di rafforzamento degli organici voluto dalla Regione, siglate altre due intese con le Organizzazioni sindacali. Investimento da 24 milioni di euro per immissioni in corsia e nei servizi in tutti i territori, da Piacenza a Rimini. E sale al 40% la percentuale dei medici sotto i 44 anni, rispetto al 30% di dieci anni fa. Lotta al precariato: oltre 3.500 gli stabilizzati. Tutti i numeri per singola Azienda sanitaria.
Bologna -
Tanti nuovi, più giovani, e con contratti a tempo indeterminato, in un contesto che registra percentuali di turnover da record, mediamente del 120% e con punte superiori al 150% per gli infermieri. È l’ultima fotografia del personale impiegato nel Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna, che restituisce un quadro complessivo nel quale i numeri parlano da soli.
Toccano infatti le 1.200 unità, per la precisione 1.236 (882 nel comparto e 354 nella dirigenza), le assunzioni nei primi 3 mesi del 2019, con una media di 400 al mese; le stabilizzazioni, in prosecuzione degli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali, sono 303 (94 nel comparto e 209 nella dirigenza). E anche l’età media dei medici si abbassa: nel 2009, quelli con meno di 44 anni erano il 30%, a fine 2018 sfiorano il 40%.
Un dato che consolida una tendenza che ha visto il 2018 chiudersi con 4.223 assunti a tempo indeterminato, di cui 1.746 stabilizzazioni, per un triennio, dal 2016, con 9.106 assunti, compresi 3.204 usciti dal precariato.
In totale, alla fine di marzo si contano 10.342 fra medici, infermieri, ostetriche, tecnici e operatori assunti a tempo indeterminato, di cui 3.507 stabilizzati, nelle aziende sanitarie da Piacenza a Rimini.
Tutto ciò grazie alle intese siglate con le Organizzazioni sindacali di dirigenza medica e comparto per rafforzare ulteriormente il piano delle assunzioni e l’innovazione nel servizio sanitario dell’Emilia-Romagna voluto dalla Regione, con le ultime due recenti che sono andate a integrare altrettanti protocolli per la stabilizzazione dei precari, del dicembre 2017 e l’altro del maggio 2018. Confronto e condivisione con i sindacati, un valore aggiunto che ha portato a risultati unici nel panorama nazionale, con le politiche della Regione che garantiscono nuove possibilità di impiegoo un futuro certo a chi già opera nel Servizio sanitario dell’Emilia-Romagna.
Professionisti e operatori sanitari entrati dunque stabilmente in corsia e nei servizi, su cui la Regione ha fortemente investito con un duplice obiettivo: alzare ancora di più la qualità dei servizi e delle prestazioni fornite, anche attraverso piani specifici come quello sulla riduzione delle liste d’attesa per visite ed esami o la realizzazione della rete della Case della Salute. Il punto è stato fatto oggi in Regione, in conferenza stampa, dal presidente e dall’assessore alle Politiche per la salute.
PERSONALE MEDICO PIÙ GIOVANE E TURNOVER DA RECORD
I forti investimenti fatti dalla Regione (oltre 24 milioni di euro le risorse stanziate) per il continuo reperimento delle migliori professionalità e il rafforzamento degli organici hanno portato anche a un altro risultato significativo sul versante anagrafico: se nel 2009, infatti, il personale medico con meno di 44 anni rappresentava il 30% della forza lavoro, a fine 2018 sfiora il 40%. Da inizio legislatura ad oggi, poi, il numero complessivo dei dirigenti medici in servizio nelle strutture dell’Emilia-Romagna è aumentato a livello assoluto di oltre 450 unità, mentre - sulla base delle informazioni disponili ad oggi - l’opzione “quota 100” ha coinvolto meno di 40 dirigenti e poco meno di 200 persone nel comparto, mantenendo pertanto costante e fisiologico il flusso dei pensionamenti.
Da primato anche la copertura del turnover, che colloca l’Emilia-Romagna ai vertici in Italia: 120% nel biennio 2017-2018, con punte del 150% per gli infermieri e del 130% per i dirigenti sanitari.Numeri confermati anche nel 2018, anno in cui si è giunti a una copertura del turnover del 121%.
Assunzioni e stabilizzazioni che, insieme al Piano straordinario per l’abbattimento delle liste d’attesa, hanno permesso di raggiungere un altro risultato: in Emilia-Romagna, infatti, visite ed esami sono garantiti per oltre il 98% dei casi nei tempi previsti dalla normativa nazionale (rispettivamente entro 30 e 60 giorni). A fronte di una situazione di partenza che, sempre a inizio legislatura, nel 2015, vedeva garantito entro i termini previsti il 58% delle visite e degli esami strumentali.
In anticipo rispetto all’orientamento nazionale, la programmazione regionale di innovazione e qualificazione del Servizio sanitario dell’Emilia-Romagna era già orientata su politiche occupazionali volte a contrastare il precariato; politiche a cui è stato dato un ulteriore impulso attraverso le nuove possibilità offerte dal decreto legislativo 75/2017. Vanno in questa direzione tutti i protocolli d’intesa siglati in questi anni con le Organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria e del comparto.
Assunzioni e stabilizzazioni nel triennio 2016-2018
Negli ultimi tre anni, nel Servizio sanitario regionale sono state assunte a tempo indeterminato 9.106 persone, di cui 6.836 nel comparto (e dunque infermieri, ostetriche, operatori sociosanitari, tecnici, amministrativi) e 2.270 nella dirigenza (di questi, 1.997 sono medici e veterinari). Sul totale 3.204 sono stabilizzazioni, di cui 1.777 nel comparto e 1.427 per la dirigenza (1.255 tra medici e veterinari).
I DATI 2018
Nel corso del 2018, gli assunti a tempo indeterminato sono stati4.223, di cui 3.121 nel comparto e 1.102 nella dirigenza (di questi, 907 sono medici e veterinari). Sul totale 1.746 sono stabilizzazioni, di cui 1.039 nel comparto e 707 per la dirigenza (602 tra medici e veterinari).
Il turn over: raggiunto il 121%
Dal 110%, se si considera il periodo 2016-2018, al 120% del biennio 2017-2018. La copertura del turnover del personale sanitario, con le nuove assunzioni che di fatto hanno superato le cessazioni dal servizio, arriva nel 2018 al 121%. La “punta” più alta riguarda gli infermieri, con il 152%; il turnover per i dirigenti sanitari è al 135%.
I dati per Azienda: le assunzioni nel 2018
Per l’Azienda Usl di Piacenza, nel corso del 2018, le assunzioni a tempo indeterminato sono state 307 (261 nel comparto e 46 nella dirigenza). A Parma sono state in tutto 526, tra quelle dell’Azienda Usl (190, di cui 153 nel comparto e 37 per la dirigenza) e quelle dell’Azienda Ospedaliera (336, di cui 286 nel comparto e 50 per la dirigenza).
L’Azienda Usl di Reggio Emilia ha assunto 587 persone, tra comparto (428) e dirigenza (159). A Modena le assunzioni sono state in tutto 520, tra quelle dell’Azienda Usl (268, di cui 173 nel comparto e 95 nella dirigenza) e quelle dell’Azienda Ospedaliera (252, di cui 170 nel comparto e 82 nella dirigenza). A Bologna, tra Azienda Usl (479, di cui 390 nel comparto e 89 nella dirigenza), Azienda Ospedaliera (332, di cui 260 nel comparto e 72 nella dirigenza) e Rizzoli (96, di cui 68 nel comparto e 28 nella dirigenza) le assunzioni sono state in tutto 907.
Per l’Azienda Usl di Imola, nel corso del 2018, le assunzioni a tempo indeterminato sono state 128 (96 nel comparto e 32 nella dirigenza). A Ferrara sono state in tutto 272, tra quelle dell’Azienda Usl (83, di cui 61 nel comparto e 22 per la dirigenza) e quelle dell’Azienda Ospedaliera (189, di cui 156 nel comparto e 33 per la dirigenza). L’Azienda Usl della Romagna ha assunto 976 persone, tra comparto (619) e dirigenza (357).
Le percentuali di turnover 2018 per Azienda
Nel 2018, queste le percentuali di turnover per Azienda, relative ai dipendenti: Azienda Usl di Piacenza 122%, Azienda Usl di Parma 94%, Azienda Ospedaliera di Parma 120%, Azienda Usl di Reggio Emilia 195%, Azienda Usl di Modena 77%, Azienda Ospedaliera di Modena 197%, Azienda Usl di Bologna 109%, Azienda Ospedaliera di Bologna 93%, Ospedale Rizzoli 128%, Azienda Usl di Imola 95%, Azienda Usl di Ferrara 56%, Azienda Ospedaliera di Ferrara 167%, Azienda Usl della Romagna 137%. /CV
Fonte: Regione ER
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