E’ pienamente operativa la nuova TAC a 64 strati recentemente installata all’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne’ Monti, che va a sostituire la macchina del 2006. Il costo dell’apparecchiatura, acquistata tramite convenzione Consip, è di € 241.490 + IVA.
La nuova TAC è molto più rapida della precedente nell’esecuzione dell'esame, mentre i tempi di ricostruzione delle immagini e di refertazione medica rimangono invariati.
Con la nuova macchina si ha un risparmio nell’erogazione della dose di radiazioni ai pazienti di circa un 30%, grazie a nuovi algoritmi elettronici di ricostruzione. Oltre a garantire un aumento della qualità delle immagini, permette di incrementare la tipologia delle indagini che si possono fare a Castelnovo ne’ Monti; in particolare, si potranno fare studi vascolari, sia al sistema vascolare periferico che al sistema nervoso centrale. Anche le indagini del sistema vascolare dei tronchi sovraortici avranno benefici tecnologici notevoli.
La macchina è stata montata seguendo un cronoprogramma preciso e puntuale, in tempi strettissimi: dopo le prove strutturali del locale che ospita la TAC avvenute a metà aprile, per motivi tecnici di progettazione e burocratici legati alla acquisizione ministeriale, la nuova tecnologia poteva in effetti essere montata solo fra il 15 maggio e il 30 giugno. Il cronoprogramma di sostituzione ha previsto la formazione dei tecnici sanitari di radiologia all'Ospedale di Fidenza, ove è presente una tecnologia uguale, così da renderli pressoché autonomi già dal giorno di consegna dell’attrezzatura.
Gli esami che erano già prenotati da mesi nel periodo di sostituzione, sono stati tutti anticipati.
Il Dipartimento di Diagnostica per Immagini ha poi organizzato percorsi dedicati per gli esami TAC dei ricoverati o da Pronto Soccorso all’Ospedale Magati di Scandiano o all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia per far fronte ai 15 giorni di fermo dell'attività: dal 17 giugno al 2 luglio.
La nuova macchina, infatti, è stata "accesa" il 3 luglio 2019, ed ha iniziato immediatamente a far fronte a tutte le esigenze dell’ospedale montano.
La diagnostica per immagini dell’Ospedale Sant’Anna, diretta dal Dr. Pierpaolo Pattacini, nel 2018 ha effettuato 2616 TAC su pazienti ricoverati, da Day Hospital o da Pronto Soccorso e 3462 TAC su pazienti ambulatoriali.
Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA): al Santa Maria Nuova un ambulatorio multidisciplinare per pazienti e famigliari
Da gennaio 2019 è attivo all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia un ambulatorio dedicato ai pazienti affetti daSclerosi Laterale Amiotrofica e ai loro famigliari, condiviso da Pneumologi e Neurologi per un approccio multidisciplinare che sia in grado di affrontare in maniera globale la malattia.
A Reggio Emilia e provincia a oggi sono seguiti circa 50 pazienti affetti da SLA: la metà di essi afferisce allo studio condiviso. L’ambulatorio, che è coordinato da Gloria Montanari medico della Pneumologia diretta dal dottor Nicola Facciolongo, e da Elena Canali, medico della Neurologia diretta dal dottor Franco Valzania, è rivolto ai pazienti affetti da SLA in ventilazione meccanica non invasiva e, quindi, nella fase avanzata di malattia. Lo spazio nasce dalla necessità di una stretta collaborazione tra gli specialisti su malati con molteplici complessità e con severe difficoltà di spostamento per cui si rende indispensabile ridurre e ottimizzare l’accesso ospedaliero. E’ presente all’interno dell’equipe un infermiere appositamente formato sulla SLA.
La possibilità di mettere in comunicazione simultaneamente col paziente le principali figure specialistiche coinvolte (pneumologo e neurologo, oltre all’infermiere domiciliare), garantisce l’approccio multidisciplinare del trattamento offerto al paziente e al caregiver (persona che si prende cura del paziente), in una vera presa in carico integrata. Nell’ottica della continuità assistenziale ospedale – territorio, l’attività dell’ambulatorio si integra da una parte con quella svolta a domicilio dal dottor Mirco Lusuardi(direttore del Dipartimento Neuro motorio e riabilitativo) e dalla dottoressa Monica Massobrio e, dall’altra, con il percorso fisiatrico territoriale coordinato dalla dottoressa Alena Fiocchi (direttrice della RRF di Albinea) e coadiuvato dalla fisioterapistaTiziana Fontanesi.
Tra i più importanti vantaggi rilevati nei primi mesi di funzionamento del servizio ci sono in primo luogo una migliore assistenza al paziente e una maggiore uniformità dei percorsi diagnostico-assistenziali. Inoltre si ravvisano un rafforzamento dellecompetenze in tutti i nodi della rete e la riduzione degli accessi in Pronto Soccorso e dei ricoveri inappropriati, nell’ottica di una gestione sempre più domiciliare delle fasi complicate di malattia.
Il servizio rientra nel Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per la SLA attivo in provincia, che vede coinvolti numerosi professionisti tra ospedale e territorio e l’idea è stata supportata dal progetto aziendale REVIP, iniziativa di formazione che nasce dalla collaborazione dell’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia con l’agenzia Better Value Health Care (BVHC) di Oxford (Inghilterra) diretta dal professor John Muir Gray. L’iniziativa ha come obiettivo il miglioramento concreto dell’assistenza sanitaria tramite l’investimento sulla cultura professionale degli operatori. L’accesso all’ambulatorio, con cadenza mensile, avviene mediante richiesta specialistica interna su agenda autogestita dal Servizio. Durante il pomeriggio di attività ambulatoriale è presente un volontario AISLA per far conoscere ai pazienti il servizio svolto dall'Associazione di volontariato.
Nuovo reparto di Ortopedia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova. Con il rilevante contributo della Fondazione Cuvier Boni sono stati riqualificati oltre 1000 metri quadrati al 4° piano del corpo storico. Giunge a compimento la prima parte del progetto che, dal 2020, vedrà allo stesso piano anche la specialità riabilitativa per un totale di 72 posti letto.
Reggio Emilia
Si è svolta questa mattina alla presenza delle autorità e della cittadinanza l’inaugurazione del nuovo reparto di Ortopedia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova. La sua attivazione completa la prima fase del progetto di riqualificazione del quarto piano di uno dei corpi storici dell’ospedale (Corpo C).
I lavori hanno interessato 1.100 metri quadrati dei complessivi 2.180 previsti dal progetto di collocazione, al medesimo piano, delle Strutture di Ortopedia, Medicina Riabilitativa e del settore ortogeriatrico, progetto che arriverà a compimento entro il prossimo anno e che ha goduto del rilevante contributo di 2 milioni di euro da parte della Fondazione Cuvier Boni di Reggio Emilia. Si tratta di uno degli interventi di ristrutturazione dei fabbricati storici dell’Ospedale che può contare complessivamente su oltre 9 milioni di euro di finanziamenti statali e regionali.
Le 18 stanze di degenza del nuovo reparto ospitano 42 posti letto e sono dotate di servizi igienici dedicati. A queste si affiancano locali di servizio e di supporto. L’intervento ha creato spazi di degenza confortevoli dal punto di vista alberghiero e razionali da quello dell’organizzazione dell’assistenza, superando i limiti posti dall’età dell’edificio costruito oltre 50 anni fa. L’adeguamento alle normative sui requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi e di miglioramento degli standard di accoglienza ha reso necessario: ottimizzare l’accessibilità a stanze e servizi igienici attraverso varchi più ampi; rifare le finiture interne, gli infissi, gli impianti di climatizzazione e sicurezza; razionalizzare gli assetti logistici e distributivi.
“È motivo di grande soddisfazione e orgoglio essere qui oggi per l’inaugurazione di questo nuovo reparto, parte di un’opera di riqualificazione che renderà sempre più l’Arcispedale punto di riferimento d’eccellenza della nostra sanità- ha sottolineato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini-. Parliamo di un intervento realizzato anche grazie a una straordinaria collaborazione, non solo economica, tra pubblico e privato, con i finanziamenti regionali e statali e il rilevante contributo della Fondazione Cuvier Boni, che desidero ringraziare di cuore. Da parte nostra- ha aggiunto il presidente- continuiamo sulla linea che abbiamo tracciato sin qui: costruire nuovi ospedali laddove necessario, ammodernare quelli esistenti e assumere nuovi medici, infermieri e operatori per migliorare ulteriormente i servizi ai cittadini. Questa è la sanità che vogliamo e per cui continuiamo a lavorare, senza accontentarci dell’esistente, che pure colloca già l’Emilia-Romagna ai vertici in Italia”.
Al centro Nino Giordano Ruffini, a sinistra Giammaria Manghi e Luca Vecchi, a destra Giorgio Zanni; alle loro spalle, da destra; il Presidente Stefano Bonaccini, Giorgio Mazzi, Direttore del Presidio ospedaliero provinciale, Ettore Sabetta, Direttore del Reparto di Ortopedia.
“La scelta di sostenere questo progetto – ha ricordato l’avv. Nino Giordano Ruffini, Presidente della Fondazione Cuvier Boni - è avvenuta in piena coerenza con gli scopi istituzionali della Fondazione, attenta da sempre, per volontà statutaria dello stesso cav. Boni, alla cura e al benessere della popolazione anziana. Crediamo che una donazione come questa sia un esempio di valorizzazione sociale della ricchezza privata”.
La somma messa a disposizione dalla Fondazione ha coperto gli oneri di progettazione esecutiva e di realizzazione dell’intervento nonché la dotazione di attrezzature sanitarie.
“La riqualificazione degli edifici storici, per quanto complessa, rappresenta un traguardo importante perché tende a valorizzare il patrimonio di cui l’Azienda dispone. Questa generosa donazione conferma il sostegno del nostro territorio ai servizi pubblici e ai nostri professionisti” ha sottolineato il Direttore generale dell’Azienda Usl IRCCS di Reggio Emilia Fausto Nicolini.
Il progetto del 4° piano del Corpo C
Il progetto di nuova collocazione ad uno stesso piano delle Strutture di Ortopedia, Medicina Riabilitativa e del settore ortogeriatrico, nato nel 2016, trae origine dall’osservazione del progressivo invecchiamento della popolazione (nella nostra provincia la percentuale di ultrasessantacinquenni supera il 20%). Il cambiamento, particolarmente evidente nel corso dell’ultimo ventennio, ha visto crescere il numero di pazienti anziani che incorrono in traumi (circa 1.000 presi in carico annualmente dai due reparti) e necessitano, pertanto, di interventi ortopedico-riabilitativi. Il progetto intende ottimizzare l’assistenza ospedaliera a questa fascia di popolazione, rendendo coerente anche dal punto di vista logistico l’interazione tra le specialità interessate, dal trattamento chirurgico alla riabilitazione, per favorire un quanto più rapido recupero dell’autonomia del paziente e ridurre le complicanze date da degenza e allettamento.
La soluzione del 4° piano del Corpo C, razionale dal punto di vista planimetrico, riduce i percorsi orizzontali e agevola i collegamenti per linee verticali, favorendo l’incontro tra professionisti e la gestione collegiale dei casi. La vicinanza delle palestre facilita, inoltre, i percorsi di pazienti e operatori.
Gli spazi interessati dall’intervento sono 2.180 metri quadrati collocati al 4° piano del Corpo C dell’ospedale. Allo stesso piano dell’attiguo Corpo B, già oggetto di riqualificazione nel 2015, sono ospitati 17 tra studi medici e ambulatori e il settore post-operatorio (room) ortopedico.
Entro il 2020 sarà realizzata la riqualificazione dei restanti 1.080 metri quadrati del piano con l’allestimento di ulteriori 6 posti letto ortopedici e del nuovo Reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa dotato di 24 posti di degenza che porteranno a 72 letti la capienza complessiva del quarto piano. Il risultato vedrà ambienti a comfort alberghiero migliorato con benefici significativi sulla qualità di vita dei pazienti ricoverati.
Il progetto comporta un investimento complessivo di 3 milioni 924 mila euro, 2 milioni dei quali sono stati donati dalla Fondazione Cuvier Boni. La restante parte è attinta da Fondi Ministeriali assegnati nell'ambito dell'accordo di programma 2012. La somma messa a disposizione dalla Fondazione ha coperto gli oneri di progettazione esecutiva e realizzazione dell’intervento e di acquisizione delle attrezzature sanitarie.
La Fondazione Cuvier Boni
Istituita nel 2009 per testamento del Cavaliere Cuvier Boni, la Fondazione è un ente di diritto privato riconosciuto con provvedimento della Giunta della Emilia-Romagna. Cuvier Boni, deceduto nel 2007, era originario di Rosano di Vetto in provincia di Reggio Emilia. Imprenditore tessile profondamente legato al territorio della montagna reggiana, il Cavalier Boni ha dato esempio di alto valore sociale e umano con opere di rilevanza per la comunità, quali la casa protetta per anziani inaugurata a Vetto nel 1994 e intitolata alla memoria della moglie Maria Boni Spaggiari La Fondazione, memore del suo esempio, prosegue il cammino tracciato, potendo contare sulla disponibilità del cospicuo patrimonio oggetto del lascito testamentario. Attivo nei settori di interesse statutario, l’ente dedica attenzione a interventi di rilevanza sociale a favore dei soggetti più fragili e degli anziani, a fianco di Istituzioni e Associazioni di Volontariato. Significativa la donazione della Risonanza Magnetica dell’Ospedale di Castelnovo ne’ Monti, nel 2010, in occasione dell’ampliamento del Reparto di Diagnostica per Immagini e il contributo di due ecografi portatili, nel 2011, al Reparto di Anestesia e Rianimazione dell’Arcispedale Santa Maria Nuova. Del Consiglio Direttivo della Fondazione fa parte il Presidente Avv. Nino Giordano Ruffini e due componenti che sono espressione del Comune di Reggio Emilia e della Curia Vescovile. La sede legale è in Piazza della Vittori n.1 a Reggio Emilia.
Un nuovo acceleratore lineare per la Radioterapia di Parma. Pienamente operativa la strumentazione di ultima generazione. Trattamenti più accurati per 1300 pazienti. Attività clinica già avviata per il nuovo acceleratore lineare dell’Ospedale di Parma, la nuova fuori serie di ultima generazione installata nella struttura di Radioterapia, diretta dalla dottoressa Nunziata D’Abbiero.
Parma -
L’apparecchiatura consentirà trattamenti più precisi e mirati nella cura dei tumori con un miglioramento dei risultati attesi e una riduzione degli effetti collaterali delle terapie. Promosso a pieni voti dal principale ente europeo di certificazione, accreditato dalla Società europea dei radioterapisti e degli oncologi, il nuovo acceleratore ha già iniziato a lavorare a pieno ritmo a vantaggio dei circa 1300 pazienti che ogni anno ruotano attorno al reparto di Parma.
“Abbiamo davvero un gioiello tecnologico –spiega D’Abbiero - che ci offre tra le altre cose la possibilità di sincronizzare l’irradiazione agli atti del respiro, particolarmente utile quando trattiamo il tumore al seno e un lettino robotizzato per correggere gli errori di posizionamento indipendenti dalla volontà del paziente. Investire in salute conviene e questo è largamente dimostrato in letteratura. Basti pensare – precisa il primario - che circa il 70% delle neoplasie può essere curata utilizzando la Radioterapia da sola o in combinazione con altre tipologie di trattamento”.
La nuova apparecchiatura è dotata di una tomografia computerizzata a fascio conico, una sorta di TAC, che permette di vedere prima di ogni seduta com’è posizionata la massa tumorale a tutto vantaggio di una maggiore precisione.
“Software e tecnologie fanno la differenza nella nostra area specialistica – precisa Girolamo Crisi, direttore del dipartimento Diagnostico – in quanto diagnosi più raffinate ci permettono trattamenti più adeguati”.
“Assieme al nuovo acceleratore – aggiunge Caterina Ghetti responsabile della Fisica Sanitaria - abbiamo aggiornato tutta la rete informatica e acquistato nuovi software per la pianificazione di trattamenti innovativi. Questi cambiamenti ci permettono ad esempio di trattare in maniera migliore tutto l’asse cranio-spinale, metodica che può avere particolare rilievo nei tumori pediatrici”.
Il nuovo acceleratore lineare installato a Parma, in sostituzione di una vecchia macchina, è stato finanziato dalla Regione Emilia Romagna con 2,5 milioni di euro, grazie ad un programma di investimenti, dedicato alla sostituzione di ben 8 acceleratori in tutta la regione attraverso la centrale unica di acquisto Intercenter. “Qui a Parma – conclude D’Abbiero - siamo stati i primi a essere operativi, impiegando poco più di 5 mesi tra dismissione del vecchio acceleratore, lavori di adeguamento, installazione e collaudo. È stato un grande lavoro di squadra che ha coinvolto il personale di Radioterapia, Fisica sanitaria, Ingegneria clinica, Attività tecniche ed Economato. Un lavoro impegnativo ed esaltante che ci ha permesso di mettere la tecnologia a disposizione dei pazienti oncologici di questo territorio in tempi da record”.
Che cos'è la radioterapia?
E un particolare tipo di terapia che utilizza le radiazioni, in genere i raggi X, nella cura dei tumori. Scoperti più di un secolo fa, in medicina i raggi X sono utilizzati sia a scopo diagnostico, come nel caso delle radiografie, sia a scopo terapeutico, nel caso appunto della radioterapia.
Nella radioterapia si utilizzano proprio per colpire e distruggere le cellule tumorali. Le radiazioni, prodotte da specifiche apparecchiature, gli acceleratori lineari, sono dirette contro la massa tumorale e danneggiano le cellule cancerose che in questo modo non riescono più a proliferare: il tumore così trattato non è più in grado di crescere e si riduce progressivamente.
Oggi essere mamma con la sclerosi multipla si può. La Neurologia dell'Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena diretta dal prof. Stefano Meletti è stato tra i 77 centri di tutta Italia segnalati nell'ambito dell'iniziativa "Una cicogna per la sclerosi multipla" voluta ONDA – Osservatorio per la salute delle donne, per i servizi offerti alle donne affette da sclerosi multipla (SM), in particolare durante la gravidanza.
Il Centro Malattie Demielinizzanti di Modenasi trova all'Ospedale Civile di Baggiovara, ha come referente la dr.ssa Patrizia Sola, e collaboratrici la dott.ssa Diana Ferraro e la dottoressa Francesca Vitetta. La premiazione si è svolta a Milano giovedì 28 marzo a Palazzo Pirelli, dove è stata conferita "Una cicogna" ai centri clinici multidisciplinari in possesso di requisiti specifici volti ad accompagnare la coppia fino al raggiungimento degli obiettivi desiderati. Nel sito www.ondaosservatorio.it l'elenco delle strutture a cui è stata assegnata la "Cicogna".
Il progetto, promosso da Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, con il patrocinio di Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) e Società Italiana di Neurologia (Sin) ha l'obiettivo di spiegare che la malattia non deve essere considerata un ostacolo alla maternità, indicando in quali centri si può trovare un supporto multidisciplinare in fase preconcezionale e per tutta la durata della gravidanza.
Presso il Centro Malattie Demielinizzanti di Modena, sono seguite circa 900 persone affette da Sclerosi Multipla, di queste 616 sono donne, 235 delle quali hanno meno di 45 anni. Il riconoscimento di ONDA certifica il percorso attivato dall'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena per accompagnare le donne con Sclerosi Multipla che desiderano diventare mamme, garantito da una rete multidisciplinare di professionisti, tra cui neurologi, infermiere, ginecologi, ostetriche, psicologi, professionisti del Centro Fertilità, sia ospedalieri, che dei consultori territoriali, adeguatamente formati sulla specifica patologia, che la possano sostenere per qualsiasi problematica inerente la gravidanza, il puerperio e allattamento.
"La sclerosi multipla – ha spiegato la dottoressa Patrizia Sola – è una malattia autoimmunitaria e degenerativa che del sistema nervoso centrale, colpisce principalmente i giovani adulti e, di questi, 2/3 sono donne nel pieno della loro attività lavorativa, sociale e di pianificazione familiare". Oltre 79.000 donne italiane soffrono di Sclerosi Multipla. "Se un tempo a queste donne era fortemente sconsigliato avere figli – continua la dottoressa Sola - oggi le evidenze scientifiche dimostrano che è possibile realizzare questo progetto di vita, senza modificare a lungo termine l'andamento della malattia e senza causare danni al nascituro. Ciò nonostante persistono ancora errate convinzioni che minano il desiderio di maternità in molte donne con Sclerosi Multipla, come dimostra un'indagine europea realizzata nel 2017 in cinque paesi, tra cui l'Italia, condotta su 1000 pazienti tra i 25 e i 35 anni: l'85% delle italiane con SM teme di non poter avere figli e il 49% dichiara di avere paura di trasmettere la malattia al proprio bambino".
Il Centro Malattia Demielinizzanti di Modena, ha promosso uno studio multicentrico sul tema della gravidanza, coordinato dalla dr.ssa Diana Ferraro, che ha visto il coinvolgimento di otto centri SM della Regione Emilia - Romagna e l'arruolamento di 302 pazienti fine dell'età fertile, raffrontate a un gruppo di controllo composto da donne over 45 non pazienti. Da questo studio è emerso che vi è una maggiore proporzione di donne senza figli tra le pazienti con Sclerosi Multipla (22%) rispetto al gruppo di controllo (13%). "I dati – commenta la dottoressa Ferraro – suggeriscono le pazienti con la Sclerosi Multipla hanno meno relazioni stabili rispetto, in parte in motivi connessi direttamente con la malattia, tra cui la disabilità o il timore di disabilità futura, la paura di trasmettere geneticamente la malattia ed il timore di sospendere trattamenti. Inoltre, una quota di pazienti era stata scoraggiata dal proprio medico ad intraprendere una gravidanza in relazione alla patologia di base." Lo studio è stato pubblicato sul numero del maggio 2017 di Neurological Sciences, una delle più prestigiose riviste del settore.
I primi sei mesi di OspedArte: 26 eventi al Polichirurgico realizzati insieme a 22 partner. Bilancio positivo per il progetto lanciato da AVO insieme alla Ausl e Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Piacenza -
La promessa è stata mantenuta. I primi sei mesi di OspedArte hanno lanciato un segnale ben visibile. A gennaio, subito dopo l’arrivo del pianoforte, acquistato grazie a una vivace campagna di crowdfunding, sono partiti gli eventi di questo nuovo progetto che vede in prima linea l’Azienda Usl di Piacenza, la Fondazione di Piacenza e Vigevano e AVO (Associazione Volontari Ospedalieri), in collaborazione con Coop Alleanza 3.0 e Iren. Il bilancio di questi primi 180 giorni di iniziative è senz’altro positivo.
“La nostra ricchezza? Innanzitutto, i 15 volontari AVO – afferma il direttore generale Ausl Luca Baldino – che hanno accompagnato i pazienti per assistere a concerti e performance di vario genere. I 26 spettacoli “live”rivolti ai degenti, i 20 film proiettati, i 22 partner che hanno offerto gratuitamente la loro arte, il loro talento e la voglia di mettersi in gioco in un contesto non pensato, in origine, per questi eventi”.
Il progetto nasce dalla consapevolezza che il tempo trascorso di ricovero possa essere scandito, oltre che da visite mediche, esami e pasti, anche dalla lettura di un romanzo o di una poesia, dall’ascolto delle note di un pianoforte o dalla visione di un film. “Offrire ai pazienti una dimensione ospedaliera meno monotona – ricorda Baldino - diventa di per se un momento della cura”.
OspedArte tornerà, con una nuova stagione di appuntamenti, a settembre di quest’anno.
Sanità. Stop alle zanzare, al via la campagna informativa della Regione "Zanzara e altri insetti: impara a difenderti". L'assessore Venturi: "Istituzioni in campo per le attività di prevenzione, monitoraggio e disinfestazione delle aree pubbliche, ma è fondamentale l'impegno dei cittadini".
Un video, locandine e opuscoli con tutti i consigli utili per proteggersi dalle punture e contrastare la diffusione di questi insetti, che possono trasmettere malattie virali pericolose. Dalla Regione 1 milione 200mila euro per il Piano di contrasto ai virus, che quest'anno è partito in maggio, con un mese d'anticipo
Bologna - Arriva l'estate, e puntualmente si presentano ospiti indesiderati e molesti, che possono trasmettere malattie virali anche pericolose: le zanzare. Importante sapere come prevenire e contrastarne la diffusione, in che modo proteggersi e cosa fare prima di mettersi in viaggio, soprattutto se in Paesi "a rischio".
Accortezze e consigli pratici su cui punta la campagna di comunicazione della Regione Emilia-Romagna, pronta a partire. "Zanzara e altri insetti, impara a difenderti": questo il messaggio scelto per il 2019, a cui si affianca l'invito "Conosci, previeni, proteggi". Non solo la famigerata zanzara tigre, infatti, rappresenta un rischio in quanto in grado di trasmettere virus quali Chiukungunya, Dengue o Zika, ma anche quella comune - del genere Culex - può diffondere malattie come West Nile, mentre i pappataci sono vettori del parassita della Leishmaniosi.
A disposizione dei cittadini il materiale cartaceo e multimediale messo a punto dal Servizio sanitario regionale: tre pieghevoli ("Proteggi", "Previeni", "Consigli per chi viaggia"), una locandina, un opuscolo multilingue - tradotto in inglese, francese, spagnolo, portoghese, arabo e cinese - e un video informativo . Il tutto, scaricabile dal sito http://www.zanzaratigreonline.it/ . Inoltre, è disponibile il numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale: 800 033 033.
Una specifica campagna viaggerà anche sulla pagina Facebook della Regione@RegioneEmiliaRomagna e proseguirà fino a settembre; lo scorso anno la campagna sul social media ha raggiunto in Emilia-Romagna quasi 689mila persone, con oltre 252mila visualizzazioni del video.
"La prevenzione è fondamentale e l'attenzione e l'impegno dei singoli cittadini possono fare la differenza - sottolinea l'assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. In Emilia-Romagna Regione, Comuni e Aziende sanitarie sono da mesi al lavoro e quest'anno abbiamo deciso di far partire con un mese d'anticipo il Piano contro le arbovirosi, che abbiamo anche rafforzato e finanziato attraverso risorse regionali aggiuntive; ma è fondamentale la collaborazione di tutti. Gli interventi di disinfestazione condotti dai Comuni, infatti, anche se molto accurati riguardano solo le aree pubbliche, quindi è importante adottare in casa propria comportamenti corretti, sia per evitare il diffondersi degli insetti sia per proteggersi. È un tema di salute pubblica- aggiunge l'assessore- per cui è necessario il contributo dell'intera comunità, anche del mondo dell'informazione".
Evitare i ristagni d'acqua Alle zanzare basta pochissima acqua stagnante per depositare le uova e riprodursi. Per questo è importante eliminare i sottovasi e, dove non è possibile, evitare il ristagno d'acqua al loro interno. Occorre pulire adeguatamente i tombini dei giardini condominiali e coprirli con una rete zanzariera, evitando che si intasi dopo le piogge. Rimuovere sempre gli sfalci d'erba e tenere il giardino pulito. Non lasciare gli annaffiatoi e i secchi con l'apertura rivolta verso l'alto. Tenere pulite fontane e vasche ornamentali, ed eventualmente introdurvi pesci rossi che sono predatori delle larve di zanzara tigre.
Proteggersi dalle punture - La protezione individuale dalle punture è importante per sé stessi e per contrastare l'eventuale diffusione dei virus: all'aperto, in zone ricche di vegetazione, è buona abitudine vestirsi sempre con abiti di colore chiaro, indossare capi di abbigliamento a maniche lunghe e non utilizzare profumi. Per proteggersi dalle punture è consigliabile usare repellenti sulla pelle e sugli abiti (con cautela nei bambini e nelle donne incinte). Per ridurre la presenza delle zanzare all'interno delle abitazioni si consiglia di utilizzare zanzariere, condizionatori e apparecchi elettroemanatori di insetticidi liquidi o a piastrine, in quest'ultimo caso sempre con le finestre aperte.
Se si viaggia all'estero: partire informati
Se si viaggia in Paesi dove sono diffuse malattie trasmesse da zanzare, è bene documentarsi prima della partenza negli ambulatori di medicina dei viaggiatori delle Aziende Usl. E al rientro, in caso di febbre o disturbi, rivolgersi tempestivamente al proprio medico o a una struttura ospedaliera.
Il Piano regionale arbovirosi 2019
In Emilia-Romagna il sistema previsto dal "Piano regionale di sorveglianza e controllo delle arbovirosi" coinvolge Regione, Aziende sanitarie, Istituto Zooprofilattico e Comuni: una rete consolidata, fin dall'esperienza acquisita con l'epidemia di Chikungunya, avvenuta in Romagna nel 2007. Un Piano che nel 2019 si presenta con significative novità: è stata anticipata a maggio, invece che a giugno, la sorveglianza sulle zanzare (tigre e comune) e su Chikungunya, Dengue, Zika, West Nile. Leovitrappole monitorate per la zanzara tigre sono 755, distribuite sul territorio delle 10 città capoluogo della regione, mentre le trappole per la zanzara comune sono 95, collocate in modo regolare su tutto il territorio di pianura e pedecollinare.
Ampliato, inoltre, il periodo di monitoraggio dei casi sospetti, cioè dellepersone che potrebbero essere state vittime della trasmissione dei virus: prima era dal 1° giugno al 31 ottobre, quest'anno è già partito lo scorso 1° maggio e sarà operativo fino al 30 novembre.
Rafforzato anche il controllo da parte dei Comuni, sia per la prevenzione che in caso di epidemia. Ancora, è previsto un campionamento straordinario di altre specie di uccelli, come stormi e piccioni- oltre a gazze, corvi e ghiandaie già monitorate - per verificare se abbiano o meno un ruolo nella circolazione virale; inoltre vengono date indicazioni precise per la gestione delle aree che vengono periodicamente allagate - ad esempio alcuni tipi di coltivazioni agricole - in modo da ridurre la proliferazione delle zanzare. Infine, sono stati predisposti veri e propri manuali - 'Linee guida per operatori' e 'Linee guida per il corretto utilizzo dei trattamenti adulticidi contro le zanzare' - per dare supporto ai Comuni nell'attività di disinfestazione.
Per rendere possibile tutto questo, la Regione ha aumentato di 200mila euro le risorse che ogni anno assegna ai Comuni per le attività di disinfestazione: un sostegno finanziario che, per il 2019, sale complessivamente a 1,2 milioni.
Il Piano è frutto di un lungo lavoro preparatorio basato sull'esperienza degli anni passati, realizzato da un tavolo costituito da Regione, Enti locali e Aziende sanitarie, che hanno promosso anche corsi di formazione ad hoc per il personale. E già ad aprile il documento è stato illustrato e condiviso con tutti i sindacidell'Emilia-Romagna.
Dati sulla circolazione dei virus, anno 2018
Nel 2018 in Emilia-Romagna i casi confermati di Dengue, tutti importati, sono stati 13, quelli di infezione da West Nile virus, tutti autoctoni,198 (101 forme neuroinvasive, 70 febbri e 27 infezioni asintomatiche), di cui 21 mortali. Non è stato segnalato alcun caso confermato di Chikungunya e Zika virus. /EC
In allegato, locandina della campagna
Per prepararsi con strumenti opportuni a questi cambiamenti, nasce “Open G”, progetto di ascolto e consultazione psicologica voluto dalla Regione Emilia-Romagna. L'adolescenza e la prima fase dell'età adulta costituiscono, oggi più che mai, un passaggio delicato nella formazione personale. Sorgono problemi e dubbi legati al mutato rapporto con il proprio corpo, gli amici, la famiglia, la scuola. Il progetto personale di formazione va delineandosi e attraversa momenti critici che, se non adeguatamente affrontati e supportati, possono arrivare a incidere sulla personalità dei futuri adulti.
L'apertura del punto d'ascolto fa parte della progettualità inserita nel Piano di Zona per la Salute e il Benessere Sociale 2018-2020.
Obiettivo è l’incontro con ragazzi e ragazze, ed eventualmente con i loro genitori, che, nella fascia di età 14-28 anni affrontano un momento di difficoltà.
Open G è un progetto dell'AUSL dedicato ai giovani e agli adolescenti, attivo in tutti i distretti.
L'Open G prevede un'accoglienza riservata e facilitata per tutti quei giovani che manifestino situazioni di disagio, di blocco psicologico e di malessere nella sfera emotiva allo scopo di accompagnarli nelle fasi di maturazione psicofisica e di transizione alla personalità adulta.
Il progetto dedica un punto unico di accesso così articolato: uno spazio giovani consultorio psicologico, rivolto a ragazzi e familiari 14-19 anni e un centro adolescenza giovane età adulta (14-28 anni), per consultazioni individuali e servizi di psicoterapia breve.
L'accesso avviene tramite telefonata alla segreteria telefonica attiva 24 ore su 24 ai numeri:
Reggio Emilia 0522335637
Guastalla 0522837522
Montecchio 0522860110
Scandiano 0522850380
Castelnuovo Monti 0522617395
Correggio 0522630300
Al massimo entro tre giorni lo psicologo richiamerà per fissare l'appuntamento.
Il servizio è gratuito.
L’Open G è in stretto collegamento con lo Spazio Giovani consultorio ostetrico ginecologico aperto in ogni distretto per tutti gli adolescenti dai 14 ai 19 anni, ad accesso libero, dove oltre alla consulenza ostetrico-ginecologica si può avere la contraccezione gratuitamente.
Per informazioni www.ausl.re.it
Importante riconoscimento nel campo della terapia della Broncopneumopatia cronica ostruttiva. Il dottor Roberto Tonelli, medico in formazione al quinto anno in Malattie dell'Apparato Respiratorio, è stato selezionato dall'European Respiratory Society (ERS) e verrà premiato a Madrid, per il proprio progetto di ricerca, come migliore nell'ambito specifico. A Modena circa il 5-10% della popolazione è affetto da Broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Modena
La Struttura Complessa di Malattie dell'Apparato Respiratorio dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal prof. Enrico Clini, ha ricevuto un importante riconoscimento nel campo della terapia della Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Il dottor Roberto Tonelli, medico in formazione al quinto anno in Malattie dell'Apparato Respiratorio, è stato selezionato dall'European Respiratory Society (ERS) e verrà premiato per il proprio progetto di ricerca, come migliore nell'ambito specifico, al Congresso annuale che si terrà il prossimo settembre a Madrid.
Lo studio si intitola "Ruolo dell'elastanza polmonare nella disfunzione diaframmatica dei pazienti con broncopneumopatia cronica riacutizzata che falliscono la ventilazione meccanica non invasiva" e ha coinvolto una limitata coorte di pazienti seguiti nella struttura Semintensiva Respiratoria (UTIR) per grave insufficienza respiratoria acuta che ha poi richiesto intubazione delle vie aeree.
"Gli studi condotti dal nostro gruppo di ricerca – ha spiegato il prof. Clini - hanno dimostrato che durante le riacutizzazioni della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), la funzionalità del diaframma (il "pistone" che regola la espansione del polmone) viene meno con aumento del rischio di fallire la cura che di solito viene adottata in queste situazioni (ventilazione meccanica non invasiva o NIV) e quindi di esito mortale".
La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una malattia cronica e progressiva polmonare caratterizzata da limitazione del flusso aereo (ostruzione delle vie aeree) solo parzialmente o per nulla reversibile. È considerata la quarta causa di morte in Europa e negli Stati Uniti d'America (almeno 65.000 morti all'anno). I sintomi principali sono dispnea, tosse e produzione di espettorato. Al Policlinico, sono seguiti assiduamente circa 800-1000 pazienti affetti da questa malattia.
"In questo studio – ha aggiunto il dottor Tonelli - indaghiamo il ruolo delle caratteristiche meccaniche del polmone durante la grave riacutizzazione di malattia di questi pazienti e identifichiamo l'aumento anomalo e improvviso di volume dell'aria contenuta nel polmone quale causa principale della perdita di funzione del diaframma".
I dati raccolti in questo studio aprono pertanto la prospettiva per una migliore gestione strategica della ventilazione meccanica in questi pazienti che si presentano con insufficienza respiratoria acuta. Questo studio fa parte di un filone di ricerca in cui la struttura clinica MAR è impegnata da diversi anni.
Nato a Modena nel 1988, il dottor Roberto Tonelli si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Ateneo di Modena (votazione 110/110 e lode) e medico in formazione specialistica al V anno presso la Scuola di Malattie dell'Apparato Respiratorio diretta dal Professor Enrico Clini. Ha svolto periodi di formazione all'estero presso il Royal Brompton Hospital di Londra e la University of California San Francisco di San Francisco. Nel corso della formazione ha approfondito in particolare lo studio delle patologie rare del polmone (specie la fibrosi polmonare idiomatica e della insufficienza respiratoria acuta. Tali studi hanno condotto a 21 pubblicazioni su riviste internazionali.
Dipartimento geriatrico riabilitativo, promosso dai pazienti. Coinvolti 257 pazienti ricoverati nei reparti di Medicina Riabilitativa, Medicina interna e lungodegenza critica, Geriatria e Clinica geriatrica del padiglione Barbieri.
Parma -
Dall’accoglienza ricevuta in reparto alla disponibilità dei medici e del personale sanitario; dalla qualità degli ambienti a quella del servizio di ristorazione, passando per l’utilità del materiale informativo. Diciotto le domande sottoposte ai pazienti del dipartimento Geriatrico-Riabilitativo durante il loro ricovero. E a conclusione del questionario una domanda riassuntiva per conoscere come il paziente valutava complessivamente il livello della qualità delle cure ricevute. In collaborazione con Federconsumatori, oltre al questionario è stata proposta anche una cartolina con la possibilità di esprimere un giudizio da 1 a 3 accompagnata dalle classiche 3 faccine colorate.
Positivi e in alcuni casi molto lusinghieri i giudizi espressi dai 257 pazienti del dipartimento, di cui il 54% donne e il 46% uomini, con un’età media di quasi 79 anni. L’85% degli intervistati ha valutato in maniera adeguata la qualità delle cure nel periodo di ricovero (48% molto adeguata; 37% adeguata) il 3% ha espresso un giudizio negativo (inadeguato 2% e molto inadeguato1%), mentre il restante 12 % non ha risposto.
“Siamo partiti – precisa Giovanna Campaniello responsabile Governo clinico e Qualità dell’Ospedale Maggiore - dalla percezione di chi ha appena vissuto l’esperienza del ricovero e ci ha potuto dunque restituire un’idea personale. Questo ci ha permesso di scattare una fotografia della realtà che ci aiuta a migliorare l’accoglienza e la qualità dei nostri servizi. Ora il prossimo obiettivo è di proseguire con il questionario in tutto il dipartimento chirurgico”.
Risultati simili anche per la cartolina proposta da Federconusmatori a 244 pazienti con un giudizio che andava da uno a 3. Il 77% (199) ha espresso il voto massimo, il 16% il voto intermedio e solo 3 pazienti l’1% hanno dato il voto più basso. Il restante 6% pazienti non ha invece espresso alcun giudizio. "Quando abbiamo progettato l'indagine - spiega Fabrizio Ghidini, Presidente di Federconsumatori Parma - volevamo uno strumento semplice ed efficace per i pazienti e utile per intraprendere azioni di miglioramento sui punti maggiormente critici attraverso interventi di carattere organizzativo. Sono soddisfatto dei risultati e va dato atto all'Azienda Ospedaliero-Universitaria di avere accettato questo tipo di analisi non autoreferenziale ma che si confronta con altri soggetti."
L'analisi delle risposte ha evidenziato come punti di forza la gentilezza, disponibilità, informazioni e il tempo dedicato da parte del personale medico ed infermieristico. Significativa a questo proposito è la soddisfazione riguardo all’accoglienza, dove viene ritenuta da adeguata a molto adeguata da 245 pazienti (95% dei casi). Molto buono il giudizio sul personale con giudizi positivi per circa il 95% dei pazienti. Positivi anche se non con percentuali così alte anche il giudizio su servizi alberghieri con il 62% dei voti favorevoli.
“Le nostre - spiega Tiziana Meschi, direttore del dipartimento - sono strutture caratterizzate da tempi di ricovero lunghi con pazienti anziani, oltre gli 80 anni di età e pluripatologici. I risultati ci fanno molto piacere e sono frutto dell’impegno del lavoro quotidiano di tutto il personale del nostro dipartimento che voglio ringraziare. Ovviamente ci spingono ad andare avanti. Con la direzione e i vari servizi aziendali stiamo infatti procedendo per introdurre alcuni generi alimentari, diciamo fuori menu, dal miele alla marmellata, fino al gelato per andare incontro ancora di più alle necessità dei nostri pazienti”.
Il questionario ha già dato i primi frutti concreti. “Abbiamo stilato – aggiunge Campaniello - un progetto, preparato dalla dottoressa Maria Puddu del settore Qualità, e avviato un tavolo di lavoro. L’introduzione di alcuni generi extra è solo la prima di una serie di azioni che stiamo mettendo in campo”.
“Abbiamo intrapreso questa iniziativa – ha concluso Massimo Fabi, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma – mettendoci in gioco con la volontà di aumentare il livello di partecipazione dei cittadini. Il giudizio conclusivo che riassume l’opinione generale dei nostri pazienti è sicuramente lusinghiero ma l’aspetto più importante per noi è proporre azioni di miglioramento. Anche in quei servizi che vanno già bene. Siamo partiti con l’obiettivo di farci fare le pulci e direi che abbiamo raggiunto lo scopo”.
L’indagine ha coinvolto i reparti di Medicina interna e Lungodegenza critica, Clinica Geriatrica, Geriatria e Medicina riabilitativa ed è stata svolta dalla struttura Governo Clinico, Gestione del Rischio, Qualità e Accreditamento e Ufficio Relazioni con il Pubblico, in collaborazione con l’Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale della Regione Emilia-Romagna, Comitato Consultivo Misto aziendale e Federconsumatori Parma.
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