Diffusa preoccupazione per gli albergatori. Il turismo non decolla e in primavera si è ridotta la presenza di turisti nazionali. La richiesta di Federalberghi rimane la riduzione delle imposte che ha raggiunto livelli insostenibili.
di LGC Parma, 24 maggio 2015 –
I dati sull'andamento del turismo alberghiero rivelano che il calo di marzo/aprile è stato pari al 3,4% per gli italiani a fronte di un poco utile incremento dello 0,4% nelle presenze degli stranieri.
A lanciare il grido d'allarme sono stati gli operatori di settore alberghiero riuniti nei giorni scorsi a Como in occasione dell'annuale assemblea generale di Federalberghi. Un sentimento di diffusa preoccupazione, peraltro ricorrente in questo lungo periodo id crisi, di cui si è fatto portavoce il presidente di Fedralberghi, Bernabò Bocca, il quale ha chiesto di "intervenire con urgenza con misure che riguardino l'estensione della deduzione dalla base imponibile Irap introdotta dalla legge di stabilità anche con riferimento ai contratti di lavoro stagionali e la revisione della nuova assicurazione sociale per l'impiego (Naspi) che nella sua attuale formulazione comporta una drastica riduzione della copertura assicurativa per i lavoratori soprattutto quelli che verranno impegnati nell'ormai imminente stagiona estiva".
Una delle leve sulla quale Federalberghi insiste sta nella necessità di ridurre il tasso impositivo a carico delle strutture alberghiere. "Il peso che ha raggiunto la tassazione sugli immobili, - sottolinetao il Presidente Bocca - nelle sue diverse componenti, è ormai insostenibile. Stimiamo che nel 2014 gli alberghi italiani abbiano pagato circa 893 milioni di euro solo di Imu e Tasi". Sul fronte dei lavoratori, già nel 2013 l'Inps aveva rilevato un calo dell'occupazione del 4,1% rispetto all'anno prima: si tratta di circa 220mila dipendenti, di cui 50mila part time.