È stata l’occasione per rileggere la storia di tante aziende del nostro territorio grazie anche alla collaborazione con l’Università di Parma. Sono stati utilizzati tanti strumenti di narrazione da quelli soliti e più collaudati fino ai podcast in uso soprattutto da parte dei giovani. Abbiamo riflettuto che anche la letteratura, il teatro e il cinema hanno portato in scena le realtà aziendali e la vita che si svolge all’interno di esse; ciò è significativo e lascia ben capire quanto il mondo industriale permei quello culturale. Sentire raccontare il passato ma anche il presente ha fatto sognare il lettore e l’ascoltatore, facendo sentire tutti parte di quella storia e lasciando intendere che così come nella vita reale, anche in quella aziendale si può andare su e giù rapidamente come se fossimo in un ascensore. Nei racconti c’è stata attenzione anche ai progetti di sostenibilità che ultimamente le aziende hanno messo in campo. Dall'incontro con Aldo Grasso alle presentazioni di Lupo e Nesi fino agli spot realizzati dai ragazzi dell’Università di Parma, la mostra e i video sulla Barilla tutto è stato molto utile allo scopo che si è prefisso il Festival. Ci auguriamo che il prossimo anno ci sia una nuova edizione del Festival della Narrazione Industriale perché grazie a ricordi e a racconti siamo riusciti a costruire relazioni significative. Il racconto, quindi, fa bene non solo all’immagine e alla reputazione dell’azienda ma è utile anche a chi lavora in essa perché aiuta a prendere consapevolezza del proprio ruolo all’interno di una piccola o grande storia. Narrare è un bisogno primario dell’uomo e tutti abbiamo la necessità di raccontarci ed il dovere di ascoltarci.