Il contesto in cui applicare l’etica comportamentale permette quindi, di esplorare, analizzare e sistematizzare lo studio dei comportamenti e delle azioni umane che, in maniera reiterata e prevedibile si discostano dalla percezione e dall’aspettativa comune di azione ascrivibile nel campo dell’agire moralmente corretto.
Appare quindi una ulteriore dimensione, coesistente nell’ambito di analisi, prettamente orientate alla sola disamina della normazione che è quella della descrizione multidisciplinare dell’ambito oggetto di indagine ed alla relativa implementazione di una analisi comportamentale dei fenomeni etici connessi e generanti devianze significative.
Tale impostazione permette di comprendere ed interpretare il comportamento eticamente scorretto, ma inconsapevole, di persone in genere assolutamente lontane dalla sola idea di discostarsi o peggio infrangere norme etiche e morali.
L’attuale stato di anomia sociale induce negli individui stati di malessere psicologico generati dalla diffusa sensazione di incertezza circa il proprio futuro arrivando ad intaccare anche le fondamenta dei processi iterativi di adattamento alla realtà, del senso di autostima del singolo individuo con nefaste conseguenze successive certamente proiettate a livello sociale.
In alcune circostanze, come fenomeno compensativo, l’individuo colloca la valutazione morale dell’agire a livelli inferiori, lo fa come necessità compensativa e per allontanare il senso di inadeguatezza verso una realtà in cui non si riconosce.
Questo fenomeno genera come effetto, azioni e inaspettati comportamenti deviati anche da parte di individui legati da tempo ad un agire improntato a comportamenti eticamente e socialmente corretti.
Il disagio individuale diventa difficoltà collettiva che investe tutte le sovrastrutture sociali e il nesso causa/effetto non trova più riscontro deterministico ma diventa un problema di deficit etico diffuso.
Per una corretta analisi del fenomeno sarebbe necessario capire la genesi evolutiva e le interrelazioni tra le azioni contrarie alla morale corrente ed i comportamenti etici.
In seguito coerentemente con il contesto di analisi “costruire” strumenti analitici concreti atti ad individuare sia a livello del singolo, sia all’interno di un gruppo, le condizioni favorevoli per la individuazione dei modelli comportamentali contrari alle convenzioni etico-sociali collocate nel pertinente arco spazio-temporale.
Come dimostrato dal famoso esperimento carcerario effettuato nel 1971 alla Stanford University dal prof. Philip George Zimbardo la legittimazione dell’agire eticamente scorretto e diffuso da parte di una qualsivoglia autorità, costituisce un ulteriore aspetto per individuare comportamenti moralmente riprovevoli ma comunemente accettati e diffusi a livello sociale da parte delle istituzioni contro l’individuo.
Inoltre il raggiungimento di qualche risultato ritenuto positivo da parte di un determinato gruppo sociale, conseguente ad un comportamento eticamente scorretto porta alla propensione socialmente condivisa di interpretare il fenomeno come moralmente accettabile giustificando le azioni in sè immorali che lo connotano.
Prendendo coscienza che una analisi corretta del tratto di realtà che si considera mostra delle palesi illogicità fra desiderio di moralità teorico ed i diffusi comportamenti scorretti si arriva a definire il livello di incapacità del singolo individuo di essere arbitro incondizionato delle proprie azioni.
Tutto ciò è insito nell’atavica incapacità umana di coerenza tra il declarare come propri principi di natura tautologica ed il conseguente agire discordante, si potrà aver concreta e quantificata contezza della qualità dell’etica pubblica vigente nei diversi contesti di analisi sociale.
Oggi il problema legato alla crisi socio-economica, alla scarsa efficienza di tutti gli Enti ed Organismi del nostro Paese sono da ricercarsi solo ed unicamente ad un deficit etico-morale che pervade il singolo individuo inficiando ruolo e status sociale, oltre che a livello collettivo l’aspettativa di ruolo generata dalla specifica e strategica posizione occupata.
In tal guisa la “colpa” delle inadempienze non ha mai un nome mentre le conseguenti e diffuse ricadute negative sulla qualità della vita di tutti noi arrivano, si sommano e inesorabilmente colpiscono in nome di un ostentato quanto falso modello di società avanzata.
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"Ambrogio Giordano, è nato a Foggia il 05/09/1961 ed è attualmente Amministratore Unico di AMIU Spa - città di Trani (BT). Oltre a svolgere attività professionali in tutta Italia è stato per molti anni Dirigente Tecnico di AMIU Puglia Spa. È laureato in Ingegneria Civile, Ingegneria Ambientale, Sociologia, Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale ed ha conseguito un Master universitario di II Livello in Scienze Criminologiche. È Presidente nazionale della Fraternità Ortodossa, nominato in tale ruolo da Sua Beatitudine Mons. Filippo Ortenzi, Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana, di cui è stretto collaboratore rivestendo ulteriori ruoli all’interno della compagine ecclesiastica. Da anni si occupa di problematiche legate all’ambiente, nonché di temi sociali legati al mondo del lavoro, alle disabilità ed ai fenomeni di devianza sociale. Collabora con numerose Organizzazioni, Enti ed Associazioni con finalità sociali e culturali. Attualmente è presidente del comitato tecnico scientifico dell’Associazione Rinascita e Rose. Ha collaborato alla stesura di numerosi testi organizzando e presiedendo convegni inerenti tematiche legate alla filosofia e alla logica e tematiche socio-economiche. Tra i suoi interessi la filosofia, i modelli matematici, la logica e le scienze sociali. Molti dei suoi scritti sono rintracciabili su numerosi blog e sui social network".
(Nel riquadro Ambrogio Giordano)